[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Chihou Bei Li
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    Non sapeva più da quanto tempo stesse camminando, né se sarebbe stata in grado di resistere per un altro giorno senza cadere a terra priva di forze.
    Sapeva solo che loro di sicuro erano ancora dietro di lei.
    Continuava a percepire la loro presenza alle sue spalle, ed era proprio questa terribile sensazione a costringerla a proseguire il viaggio nonostante la sete, la fame e la stanchezza.
    La sua mente razionale capiva benissimo che era impossibile che si trovassero vicino a lei, ma il suo inconscio non era capace di accettarlo. Poco importava che alla sera, quando accadeva che il sole tramontasse nella direzione opposta a quella in cui si stava dirigendo, sulla sabbia non comparisse nessun'altra ombra oltre alla propria: le sentiva a pochi metri di distanza, mentre avanzavano in silenzio, e non avrebbe osato voltarsi per niente al mondo.
    Fino al momento in cui non fu troppo sfinita per muovere anche solo un passo, e si lasciò cadere sulle ginocchia, trovando finalmente la forza di girare la testa per guardarsi indietro.
    Ed erano lì, come aveva temuto. A decine. Donne giovani e anziane, esattamente come lei le ricordava... almeno finché la carne era rimasta sulle loro ossa.
    Volevano lei, perché era sopravvissuta.

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    "Andate via."

    Sussurrò debolmente, fissandole immobile, come se fosse ipnotizzata e non potesse più distogliere gli occhi, che eppure erano colmi di orrore.
    Le donne tacquero.

    "Lasciatemi in pace. Voi non potete essere qui."

    C'era quasi rabbia, nella sua voce. Rabbia e paura insieme. Dentro di sé cercava intanto di calmarsi, di ripetersi che non potevano essere altro che miraggi causati dalla sete e dal calore insopportabile del deserto. Ma le figure femminili non accennavano a scomparire.

    "Voi non potete assolutamente essere qui!!"

    Senza volerlo, aveva urlato.
    Ansimò per qualche istante, sconvolta, cercando di riacquisire il controllo. Ma la più anziana delle sacerdotesse, la Decana, d'un tratto rispose al suo urlo stentato con una domanda che solo Bei Li poteva udire, poiché proveniente da un'illusione che in realtà era prodotta dalla sua stessa psiche.

    E perché mai non potremmo esserci?

    Sobbalzò, stupita, e affondò le mani nella sabbia bollente senza parlare, mentre un fremito incontrollabile prendeva possesso del suo corpo.

    Coraggio, Bei Li, dimmi perché.

    La Decana aveva il tono pacato di quando le rivolgeva un quesito di tipo logico o matematico, durante le loro lezioni pomeridiane; ma, a differenza delle volte in cui doveva solo risolvere un problema (cosa che le riusciva sempre molto facile), la ragazza non riusciva a trovare le parole.

    "Uh..."

    Le lacrime presero a scorrerle sulle guance piene di graffi ed a cadere sul lussuoso kimono da cerimonia, mentre ella singhiozzava in modo sempre più violento e irrefrenabile.

    Dillo.

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    "Perché..."

    DILLO.

    Fece cenno di no con la testa, scuotendola con decisione, rifiutandosi di ammettere a voce alta quello che la vecchia voleva cavarle dalla bocca.

    DILLO!!!

    Completamente arresa, chinò il capo. Ormai tremava come una foglia. Gli occhi rossi, vacui, fissavano il nulla con l'intensità della disperazione.

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    "Perché... siete tutte morte..."

    E perse i sensi non appena ebbe terminato la frase, accasciandosi sulla distesa di sabbia dorata come un corpo anch'esso morto...

    Una fine che l'aspettava entro poche ore, se nessuno fosse giunto rapidamente in suo soccorso.

     
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