[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Manu ©
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    [Shinodari]

    Un'altra giornata di sole. Un'altra giornata di lavoro. Però questa volta Hamano non era a camminare con passo militare sulle mura o nel suo ufficio a riposare dal caldo del deserto ma si trovava davanti al portone con un restauratore e stavano dando un'occhiata alle condizioni dell'entrata al villaggio.
    Era arrivato il periodo dell'anno in cui si doveva rimettere un po' a nuovo l'entrata e sistemare i vari danni ma data la non rosea condizione delle casse del villaggio Hamano si ritrovava a negoziare con l'uomo incaricato per abbassare un po' il prezzo.

    Questi graffi sul legno li lasci stare, non importano più di tanto, tanto l'interno è rinforzato con non mi ricordo quante lastre di acciaio.

    Ma sono terribilmente antiestetiche.

    L'uomo, un tipo sulla trentina dalla stravagante pettinatura a forma di riccio, guardò l'Iga con uno sguardo inorridito. Si era presentato con una stravagante e costosa idea di rinnovo per rendere l'entrata molto più chic, a dette sua.
    Hamano sospirò cercando comunque di non essere scortese.

    Guardi, non è che mi importi molto la cosa, quando i nemici arrivano qui devono trovarsi un muro impenetrabile, non alla moda. Mi interessa di più parlare dei sistemi di sicurezza dei cardini del portone perché...

    Lei è un'idiota!

    Hamano si bloccò all'improvviso, non sicuro di aver capito bene, ma dentro di sé stava già iniziando a salire una piccola furia.

    Mi scusi?

    Lei non capisce assolutamente niente di arte e quindi non mi stia a dire cosa è necessario o no. Qui comando io!

    Hamano non sapeva come mai l'uomo se l'era presa tanto ma aveva fatto il grave errore di urlare contro il chunin nel suo territorio, le mura.
    Il suo sorriso calmo e pacato sparì in un batter d'occhio e il restauratore si ritrovò con una lama di due metri puntata al collo. Gli occhi furiosi di Hamano dicevano molto.

    Punto uno: qua comando io, queste sono le mie mura e lei fa quello che io molto gentilmente le chiedo. Punto due: non me ne importa proprio niente del fatto che il portone non sembrerà alla moda, è chiaro?

    Non aveva alzato molto la voce, non aveva espressamente minacciato l'uomo, ma quello si fece piccolo come se un criminale stesse puntando un'arma contro la sua famiglia.
    In quel momento arrivarono visite. I suoi sottoposti gli avevano fatto dei cenni sul fatto che stava arrivando qualcuno, perciò Hamano ritirò la sua Meyio e si diresse verso la nuova arrivata.

    Signorina Uchiha sono qui. Se vuole entrare nel villaggio non c'è problema, ma dovrà lasciare le sue armi nel deposito qui vicino alle mura. Per conferire con l'amministratrice dovrà fare espressa richiesta in amministrazione a meno che non abbia un appuntamento.

    Come se non fosse successo nulla Hamano tornò a parlare con calma e tranquillità, dando il benvenuto alla straniera con un sorriso quasi paterno. Con un gesto della mano diede l'ordine ai suoi di aprire il portone, e quando venne messo in moto il meccanismo di apertura si sentì un certo stridore metallico non molto rassicurante. Immediatamente il ragazzo si voltò verso il restauratore che era rimasto nell'esatto punto in cui lo aveva lasciato.

    Maledizione, lo sente questo rumore, no? Voglio che sia messo a posto questo, non quelle dannatissime crepe sul legno, per la miseria.

    Si voltò immediatamente verso la fogliosa guardandola con l'aria di chi non ce la fa più.

    Mi scusi, ma mi ha preso proprio in un brutto momento.





    [Kei Hajime]

    Con il debito del suo braccio meccanico che lo assillava Hamano si trovava nuovamente a fare doppi turni di lavoro ma grazie al fatto di essere comunque il capo riusciva a ritagliarsi un piccolo momento di riposo durante la giornata. Nel suo ufficio, con il ventilatore acceso dritto in faccia, una bibita ghiacciata appena bevuta, Hamano era pronto per passare una mezz'ora di relax.
    Tranne quando arrivò una guardia che entrò nel suo ufficio.
    Hamano gli scoccò una occhiata per fargli intendere che non era proprio il momento ma subito dopo il suo senso del dovere lo chiamò a raccolta, perciò si mise ad ascoltare il suo uomo.

    Ehm, signore, c'è un ragazzo un po' malridotto che vuole entrare nel villaggio, e dice che è con uno shinobi che è appena entrato.

    Hamano sospirò, capendo che la sua pausa era per il momento rovinata.

    Lo shinobi che è entrato ha detto qualcosa a riguardo.

    Ehm, più o meno, non è che si sia capito bene. Il problema è che il ragazzo sembra vuoto, non ha un'espressione.

    Il deserto fa scherzi del genere, fatelo entrare dategli un'occhiata e se è il caso mandatelo in ospedale.

    Detto questo Hamano tornò comodo sulla sua sedia e fece segno al sottoposto di congedarsi.
    Lo straniero quindi venne fatto entrare nel villaggio senza tante domande, una cosa più unica che rara.

     
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