[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Shinodari
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    Di ritorno a Suna, parte due

    suna

    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Parlato di Susumu Yamazaki


    La mia richiesta fu raccolta da un giovane shinobi, un ragazzo di una manciata di anni più grande di me, da quanto potessi dedurre dal suo aspetto fisico. Aveva una particolarità racchiusa nel suo arto sinistro, una protesi artificiale, su cui il mio sguardo non indugiò oltre per educazione.
    Per essere corretti ebbi come la netta sensazione di aver interrotto qualcosa, quando il sunese si rivolse alla mia persona.
    Non era solo a giudicare dal tizio che si trovava nei pressi dell'ingresso, un uomo di circa trentanni, anno più anno meno, che risaltava nell'ambiente circostante per merito di un originale taglio di capelli sparati in aria come fossero gli aculei di un porcospino.

    Il guardiano esordì con un saluto cordiale, emanando una aura paciosa, una piacevole sorpresa abituata ai climi non troppo amichevoli degli altri gate.

    Purtroppo per quanto avessi avuto il permesso di entrare, le regole imposte ai visitatori restavano le stesse di ogni villaggio accademico.
    Abbassai lo sguardo verso Ninfea di Giada, avvolta nel suo sudario di tessuto, mentre il mio sguardo per un breve istante s'incupì.

    Avevo giurato di non separarmene mai. Potevo concedere il permesso di custodirla al mio posto solo a persone di cui mi fidassi ciecamente; un'ultima postilla che avevo dovuto considerare per le diversità di regole rispetto a quelle cui ero abituata.


    «In tutta sincerità non ho inviato alcun messaggero per avvisare della mia presenza Sh...» il resto delle mie parole fu coperto da uno stridio, che ferì il mio udito.

    Ma da quanto non oliano i cardini del portone? Riflettei tra me, mentre il giovane guardiano redarguiva il tizio dal look stravagante circa le sue inadempienze.

    Mi scusi, ma mi ha preso proprio in un brutto momento.

    Scossi la testa, rivolgendogli uno sguardo di chi abbia compreso il momento delicato.

    «Non preoccupatevi per la mia persona,...» mi interruppi bruscamente rendendomi conto di non conoscere il nome del ragazzo. «Perdonate la mia esitazione, ma non so come rivolgermi a voi.»

    Buongiorno Hamano, vedo che abbiamo ospiti, e che il nostro "grande restauratore" è ancora qui.

    Mi voltai verso la direzione della voce dal timbro familiare.
    A pochi passi da noi era sopraggiunta l'amministratrice sunese, che in un primo momento elargì un lieve sorriso ai presenti, per poi cambiare atteggiamento nell'istante in cui la sua attenzione si posò su quello che avevo appreso essere un restauratore.
    E per quanto quello che vidi potei attribuirlo solo alla luce abbacinante del deserto, ebbi come la spiacevole sensazione che le iridi smeraldine di Shaina sama, avessero assunto il colore dell'oro mentre, nel suo dialogare con il tizio dai capelli a istrice, aveva dato una certa enfasi alla parola “taglio”.

    Attesi che la kunoichi terminasse i saluti alla mia persona per prendere la parola.


    «Shaina sama il piacere è tutto mio. Grazie del benvenuto nelle vostre terre.» Le rivolsi un sorriso solare con un accenno di inchino «Sono consapevole delle leggi che vigono in queste lande per cui accetto il compromesso che mi offrite.» Dissi porgendo il fagotto in cui era avvolta la katana con entrambe le mani verso la donna shinobi. «So che ne avrete cura per tutta la permeanza nel vostro villaggio.» Il mio volto era tornato serio. Il mio gesto era un atto di fiducia nei confronti dell'amministratrice.

    Una volta che la kunoichi avesse preso in consegna Ninfea di Giada mi sarei rivolta al giovane guardiano, consegnandogli ad uno ad uno il resto del mio armamentario.


    «Sono sicura che ne avrete buona cura.» Poi ignorando per un istante i presenti, poggiai a terra lo zaino e frugai all'interno alla ricerca del mio taccuino e di una matita. «Se permettete non impiegherò molto tempo.» Senza muovermi dalla mia posizione diedi un'occhiata approfondita alle mura e alla porta, valutando le crepe e lo sttao dei cardini del portone. Annotai il tutto su uno dei fogli bianchi assieme a degli schemi.

    «Shaina sama vorrei porre la vostra attenzione su questo preventivo.» Dissi, riprendendo la parola, mentre strappavo il foglio di carta e lo porgevo alla giovane donna. «Posso svolgere lo stesso lavoro per un prezzo irrisorio, una guida per l'Anauroch in cambio di un lavoro meticolosamente svolto in tempi brevi.» E prima che potessero obiettare circa la mia offerta, mi affrettai ad aggiungere alcune spiegazioni. «Lo so, c'è quel piccolo dettaglio di non far parte del vostro villaggio, che potrei essere un sabotatore che si cela sotto le sembianze di un visetto angelico, che ho oscuri obiettivi di non si sa quale demoniaco piano, ma la realtà dei fatti è che prima di essere una kunoichi, sono un samurai nativa di un luogo in cui l'onore e la parola data sono la base della propria esistenza e mi diletto di pittura e di recente ho partecipato ai lavori di ristrutturazione dell'amministrazione otese.» Qui sfoderai il mio più candido sorriso. Che poi avessi involontariamente contribuito a buttare giù un'intera ala del sopra citato edificio era un'altra storia. «Giuro sui Kami di non entrare nel merito dei vostri sistemi difensivi durante la manutenzione. Che ne dite? Affare fatto?»
     
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