[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Bartok
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    Le sue Visioni non sbagliavano mai. A volte capitava che Haruki interpretasse malamente i segni, ma quei brevi momenti in cui gli era concesso di guardare oltre al presente contenevano sempre importanti verità. Pertanto, sapeva che qualcosa stava arrivando e che avrebbe portato grandi rivelazioni, tuttavia non si aspettava che succedesse così presto. Una guerra? Un Demone in libertà? Di nuovo i Kijin? Cosa aveva portato Febh Yakushi, Amministratore di Oto, e Akira Hozuki, capo dei corpi speciali di Kiri, a visitare contemporaneamente Suna? Questo sfortunatamente gli era ancora ignoto, ma i presagi non lasciavano intendere nulla di buono. Inoltre, anche in assenza di quei doni divini, l'apparizione di quei due individui avrebbe fatto sospettare chiunque fosse dotato di buon senso. Conscio di tutto ciò, non appena l'attendente l'aveva avvisato di quanto era successo alle mura, Haruki si era immediatamente diretto verso l'ingresso principale, abbandonato i suoi doveri amministrativi. Il fatto che due personalità tanto influenti si fossero presentate a Suna senza alcun preavviso l'aveva irritato, poiché non avrebbe avuto il tempo per organizzare le formalità necessarie quando si ospitano alti funzionari stranieri. Quantomeno lo rincuorò il fatto che non fossero arrivati durante una delle sue sessioni di preghiera. Anche se la presenza del Rokubi aveva incredibilmente accelerato le sue capacità rigenerative, Haruki avrebbe comunque rischiato di doverli incontrare grondante di sangue. Infatti, per compensare quel potere, aveva preso a flagellarsi con intensità molto maggiore. Sfortunatamente, aveva dovuto arrendersi all'idea che niente sarebbe stato come prima: le nuove cicatrici sparivano in pochi giorni, privandolo di uno dei pochi piaceri che era solito concedersi. Il monaco rosso, infatti, provava grande gioia e orgoglio nel toccare i molti marchi presenti sulla sua pelle, ripercorrendo con la memoria le numerose prove che aveva affrontato e superato. Quel giorno, mentre percorreva le strade del Villaggio alla massima velocità, le sue dita avevano raggiunto un segno circolare presente poco sopra il polso destro. Piombo fuso. Anche se erano passati ormai molti anni da quando era stato sottoposto a quel supplizio, Haruki lo ricordava come se fosse successo il giorno prima.


    In lontananza, i presenti non avrebbero visto che una macchia rossa muoversi verso di loro. L'ampio abito monastico che indossava per l'occasione copriva totalmente il corpo di Haruki, lasciando scoperti solo mani, piedi e capo. Come sempre, il suo volto era nascosto da un drappo nero, su cui era ben visibile un simbolo rosso, che rappresentava il suo ruolo all'interno della gerarchia del Tempio. Giunto sulle mura, per prima cosa si rivolse a Hamano e Shunsui, che gli avevano fatto la cortesia di avvisarlo immediatamente. Vi ringrazio per il vostro servizio, Guardiani. Poi, si piegò in un breve inchino verso i due ospiti. Conclusa quella formalità, non restava che passare alle parole. Il tono della sua voce, lento ed inespressivo, unito alla rigidità dei suoi modi e alla sfarzosità delle sue vesti, avrebbe contribuito a dare l'impressione di trovarsi difronte ad un burocrate consumato. In qualità di membro del Consiglio di Suna, io, Haruki Miyazawa, monaco della Fiamma e rappresentante del clan Chikuma, vi do il benvenuto a Suna. Avresti dovuto aggiungere "Portatore dell'illustrissimo e nobilissimo Rokubi". Fa' sempre un grande effetto menzionare la nostra presenza ai mortali. Suggerì l'enorme lumaca dalle profondità della sua prigione. Il rosso, come spesso succedeva, si limitò ad ignorarla, procedendo con quanto doveva fare. Spero non ci biasimerete se non siete stati accolti con i dovuti onori, ma nessuno ci avvisati del vostro arrivo. Puntualizzò, sperando che i due capissero quanto fastidioso fosse quel comportamento. Ora, se vorrete seguirmi fino al Palazzo del Kazegake, sono disponibile ad ascoltare le ragioni della vostra visita e ad aiutarvi ad ottenere tutto ciò di cui avete bisogno. Sperava che nessuno dei due protestasse, ma considerate le sue precedenti esperienze con ninja di alto rango, il monaco era pronto a qualsiasi capriccio. Ovviamente, come immagino vi avranno già spiegato i Guardiani, è necessario che lasciate qui tutte le vostre armi prima di proseguire verso il villaggio. In silenzio, le mani raccolte in grembo, avrebbe atteso una risposta.
     
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