[Accesso] L'entrata di Suna

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    Quando Hoshi giunse alle mura ancora il Colosso non era stato privato del suo armamentario, di fatto come gli era stato richiesto era rimasto alle mura, cosa che, come da lui richiesto con cortesia –cosa rara- non gli costò la privazione delle sue armi.
    All’apertura della porta il Colosso si trovava li, in attesa mentre si dondolava su una sofferente sedia che scricchiolava pericolosamente ad ogni movimento.

    Io, vi consiglierei delle sedie più resistenti.

    Si lasciò cadere con un tonfo per poi alzarsi e stringere la mano ad Hoshi.

    E il “nobile Hokage” puoi anche lasciarlo alle occasioni più pompose.
    Tra di noi va bene Raizen.
    E queste terre non sono soleggiate. Sono aride. E polverose. E ventose… e altre cose poco gradevoli.
    Con rispetto eh. Ahahahah.


    Riprese posto nella sua sedia e quando Hoshi gli offrì la birra rifiutù.

    Mi dispiace, ma mi piace poco la birra, sono una mezza checca quando si parla di alcolici, se la hai ci butto dentro un po’ di gazosa che liscia mi uccide l’anima. E con questo caldo troppo alcool e poco zucchero mi stendono pure.
    Mi basta la vita amara.


    L’ultima frase la disse con una strana serietà.
    Sorseggiò la sua bevanda piacevolmente soddisfatto del contenuto zuccherino mentre ascoltava le risposte di Hoshi.

    Vedo quanta voglia avrò di sopportare il caldo.
    Anche se onestamente mi aspettavo qualche risposta in più riguardo la tua posizione a livello gerarchico.


    Lo guardò severo, cosa che la loro differenza di età e corporatura accentuava ulteriormente.

    Devo ammetterlo, mi aspettavo qualche novità positiva, seppur piccola.
    Ma immagino che non siano affari miei, certo mi sembra strano non aver sentito nulla su tutti questi danni causati dal quattro code, generalmente sono notizie abbastanza contese, ed un demone che fa danni è una cosa che non si può nascondere vista l'entità dei danni che fa generalmente.


    Fissava il jonin senza distogliere un secondo lo sguardo mentre rifletteva sulla risposta del Rosso, non aveva citato alcun luogo, solo una generica frottola riguardo il fatto che avesse causato danni e spavento, una simile notizia avrebbe viaggiato per il continente alla velocità della luce, e invece nulla, per il continente del quattro code non si era saputo nulla.

    Se non vuoi darmi informazioni lo comprendo, ma una simile bugietta non ti si addice.
    Soprattutto se è per nascondere qualche una risposta che non si ha.


    A prescindere dalla risposta avrebbe scosso le spalle.

    Avete combattuto contro quella bestia, Eiatsu era li, bello pesto… è stato Diogene a portarvici.
    Ma dimmi… sai almeno se è dentro i confini del vento?


    Il tocco della mano tra i due, quasi casuale, gli permise di porre quella domanda mentalmente[interrogazione mentale] durò poco, il tempo di scoprire quell’informazione direttamente dalla mente di Hoshi, una cosa così rapida e di sorpresa a cui sarebbe stato difficile controbattere con la giusta dose di chakra.
    Scosse la testa fissando il pavimento.

    Ai ai.
    Non è molto complesso capire dove sia andato a finire.


    Trasse un lungo sospiro.

    L’equilibrio è rotto, Hoshi, mi ricordo cosa hai detto a Konoha.
    Sperò questa rinfrescata di memoria ti aiuti.
    Vuoi ancora aspettare?
    Saggio eh, ma a quelli buoni come te gliela stroncano nel culo fino a che non gli fanno venire mal di testa a furia di pestargli nel cervelletto.
    Detto con gentilezza.


    Si alzò lesto.

    Per questo ero venuto, e se ti sembra poco importante… beh direi che la situazione è ancora più grave.
    Direi che ora posso andare, la questione è diventata abbastanza scottante.


    Guadagnò la porta in pochi passi.

    Ci sentiamo Hoshi, e rifletti, mi raccomando.

    Solo una volta guadagnata l’uscita notò all’orizzonte qualcosa di particolare.

    Ow… beh, questo è singolare, ve lo concedo, non pensavo che le dune si muovessero così rapidamente.
    Però è strano, hei Hoshi, vieni qui, guarda quanto cazzo è grande sta duna!
    Eh! E sai la cos aparticolare? Non c’è un alito di v….


    L’Hokage si rese presto conto che qualcosa di ben più singolare di una duna particolarmente grande stava accadendo.
    Qualche ora prima, in un giorno sul deserto come tanti altri, il sole salutava un’essere dopo… quanti anni?
    Non era dato saperlo, ma sotto il suo comando l’infinita sabbia del deserto si agitò, granello dopo granello, millimetro dopo millimetro si ammucchiava in un cumulo sempre più grande assumendo lentamente proporzioni ciclopiche, e persino dalle mura di Suna avrebbero potuto vederlo.
    Inizialmente un punto indistinto all’orizzonte mai osservato prima, poi sempre più grande ed imponente: davanti ai loro occhi si stava innalzando una montagna!
    Chiunque, senza distinzione di percezioni o grado nella gerarchia avrebbe potuto vederla: una duna che svettava sulle altre in maniera così evidente da renderle a suo confronto delle distratte palettate di un infante sul bagnasciuga.
    Quando la crescita parve arrestarsi, difficile stabilirlo a quella distanza se non con qualche minuto di osservazione, i lati parvero farsi sempre più netti e affilati scolpendo quella che presto si rivelò essere una piramide.
    Una tenue luce pareva scalare la squadrata struttura di sabbia, lentamente da ciò che potevano osservare, anche se viste le dimensioni, ancora del tutto sconosciute visto che quella montagna distorceva la loro capacità di dedurre una scala metrica corretta, lo faceva a velocità assai elevata.
    Giunta all’apice ci fu un attimo di esitazione, un tenue sfarfallamento prima che la luce aumentasse sempre di più accrescendosi come se fosse un gigantesco organismo per poi invadere tutto e accecarli per qualche secondo.
    Riacquisite le capacità visive poterono notare alcune cose: alle porte di Suna ora vi era una montagna che avrebbe fatto editare parecchie carte geografiche.

    Sssss…uuuhhhhhhh…hhh….nnnhhh….h….aaahhhhhh…

    Dalla cima della montagna discese l’unico alito di vento di quei momenti di totale sconvolgimento, una voce leggera e al contempo fragorosa si sarebbe insinuata nelle orecchie di tutti i presenti con l’insistenza del vento che erodeva le rocce, dando un nuovo significato al nome della capitale del vento.
    Qualcosa era arrivato alle porte del villaggio e per quanto si impegnassero per produrlo nei più disparati metodi gli abitanti della sabbia si sarebbero resi conto ti una terribile realtà: a Suna, il vento si era fermato.


    Edited by F e n i x - 25/11/2016, 01:22
     
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