[Accesso] L'entrata di Suna

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    Visita a Sunagakure


    - I -




    Da quando Asami aveva fatto rapporto riconsegnandoli uno dei rotoli più importanti che il villaggio possedeva era passato qualche tempo, ma l’emergenza canthiana e tutto ciò che ne era conseguito avevano il villaggio e lui in un buco nero da cui era impossibile fuggire.
    Ma con l’allentarsi della tensione, e annullato il problema più impellente, Sho, era giunta l’ora di portare i nodi al pettine ed occuparsi anche dei doveri minori.

    Io odio il deserto, non so se ve l’ho mai detto.
    L’ambiente più inospitale del pianeta, caldo, secco e basicamente vuoto.
    E questi straccioni ci fanno la casa.


    Sbuffò rumorosamente mentre la fitta macchia konohaniana iniziava a sparire lasciando spazio a rocce via via sempre più spoglie di arbusti mentre in lontananza già iniziavano a vedersi le prime dune grazie alla bassa vegetazione.

    Taiga.

    Il nome generico di Sho, datogli in base alla sua maschera, l’oggetto di occultamento di identità più inutile che avesse mai ceduto a qualcuno visto come Sho si comportava di recente.

    In questi giorni ti ho lasciato delle informazioni a riguardo di questa scampagnata, se hai fatto a tempo a leggerle bene, altrimenti Asami ti farà un riassuntino di ciò che è successo e del motivo di questa visita.

    La traversata del deserto, per quanto monotona, fu veloce, e malgrado Raizen faticasse ad ammetterlo le dune dorate in contrasto col cielo sapevano stupire.
    Quella volta, quantomeno avrebbe potuto dimenticare la sensazione delle scarpe piene di sabbia, era infatti Hibachi a trasportarli a gran velocità verso la destinazione, cosa che avrebbe anche evitato ad Asami di doversi affaticare troppo per stare al passo di Raizen e Sho.
    Non si poteva certo dire che l’entrata in scena di Konoha in quel caso passasse inosservata, la lucentezza delle grosse squame di Hibachi lo rendevano infatti simile ad una lingua di fuoco e prima di comprendere se il gigantesco essere fosse una minaccia o un alleato in visita sarebbe trascorso qualche secondo di estenuante tensione.
    Giunti ai piedi delle mura, più simili ad una gigantesca formazione rocciosa che ad un qualcosa di artificiale, Raizen avrebbe congedato Hibachi con una pacca gentile poco dietro la testa.

    Cerchiamo il Chunin Shunsui.
    Jiro Abara, se servissero altre specifiche.


    Le presentazioni sperava non fossero necessarie, ed a dirla tutta gli piaceva dare quell’impressione leggermente ostile al primo acchito.


     
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