[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Zakira
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    Asami ricevette quella comunicazione come un fulmine a ciel sereno. Ma in realtà aspettava da tempo di essere convocata dall’Hokage in persona per una faccenda in sospeso. Una faccenda che riguardava non solo la sicurezza del villaggio ma coinvolgeva una persona che più volte aveva avuto modo d’incontrare: Shunsui Jiro Abara. Lo stesso che faceva parte del Team 1.
    Preparava minuziosamente il suo marsupio, inserendo principalmente l’equipaggiamento che solitamente portava con se, mentre la sua mente ricordava l’animato colloquio avuto con il capo-villaggio. Un discorso per tutelare e garantire la sicurezza del villaggio della foglia. Il rotolo rappresentava uno dei documenti più importanti di Konoha e per qualche motivo, quel giorno, si trovava al di fuori delle mura del villaggio. Il rotolo era stata aperto e consultato. Lui stesso aveva dichiarato di non ricordare nulla quel giorno. La sua mente era stata alterata dal medaglione che indossava e che solo a fine missione, la donna dai capelli rossi, aveva potuto distruggere. Una frase che aveva convinto Asami ma allarmato il Kage del villaggio, per i segreti che la città più importante del Paese del Fuoco custodiva. Un ipotesi che la Hoshiyama aveva completamente ignorato, pensando invece di aver risolto la questione riportando il rotolo. Gli stessi dubbi dell’Hokage su Shunsui s’insinuarono in lei, data la fiducia che aveva riposto in lui in quanto esponente del team.
    Mise l’ultimo oggetto all’interno del marsupio per poi lasciarlo sulla scrivania in legno scuro in compagnia dei vari libri aperti sparsi su di esso. Si avvicinò lentamente alla finestra e spostò leggermente la tenda. I suoi occhi puntarono sul cielo stellato. Non c’era nemmeno una nuvola e la luce generata dalla luna illuminava parzialmente gli edifici stanziati nella zona sud-est del villaggio. Il quieto e affascinante panorama emanava positività, con il potere di tranquillizzare ogni animo irruento di Konoha o per fino dell’intero continente. Ma il volto della genin, teso come una corda di violino, era tutt’altro che tranquillo. Era arrabbiata, soprattutto come se stessa, per l’imprudenza riguardo a quella faccenda. Delusa per l’eventuale risposta dell’altro componente del Team 1. Terrorizzata dalla verità.
    Non vedeva l’ora di partire e togliersi questo peso.
    Il suo corpo veniva avvolto dalle soffici coperte bianche mentre il suo sguardo era proiettato verso la finestra, aspettando il sorgere dell’alba.

    [...]

    Le parole dell’Hokage attirarono l’attenzione della genin. Non lo conosceva per niente, se non come il capo-villaggio di Konoha. Oltre a quello di utilizzare un tono più o meno informale con i suoi sottoposti e il suo carattere autoritario, ovviamente. La sua affermazione rappresentava un inizio per scoprire ciò che amava e non.
    Per i suoi occhi color smeraldo era la prima volta che ammiravano le maestose dune di sabbia in lontananza.
    Con loro c’era anche una terza persona. Indossava una maschera, coprendo quindi il suo vero volto e restando, quindi agli occhi della giovane apprendista medico, del tutto irriconoscibile. Un uomo che era stato anch’egli incaricato capo-villaggio per partecipare a quello che sembrava un vero e proprio incontro diplomatico. Forse era un semplice assistente o semplicemente un ninja di alto rango che, venendo a conoscenza della vicenda, era interessato al caso.
    Spostò il suo sguardo verso la ventenne. Anch’ella aveva dovuto fare altrettanto, rinunciando, con rammarico, al panorama dorato che gli si presentava davanti.

    -E' vero. Durante una missione Shunsui Jiro Abara aveva con se il rotolo proibito del villaggio della foglia. Ma la sua mente era stata alterata da un medaglione che indossava. Infatti non ricordò nulla di ciò che successe quella volta... o almeno così disse...-

    Il suo tono era calmo e il suo sguardo serio. Quella volta aveva creduto alle parole del ninja di Suna. Ma come l’Hokage gli aveva fatto notare quella volta, le sue parole potevano solo essere una scusa per mascherare la verità.
    Man mano il gruppo si avvicinava sempre più alle dune sabbiose che caratterizzavano il Paese del Vento e la città di Suna. Non aveva mai avuto l’occasione di vedere il deserto, nè tanto meno un’altra città al di fuori di Konoha. L’unico che poteva ammirare altri paesaggi all'interno della sua famiglia era il padre grazie agli affari commerciali. Ma ciò non lo costrinse a raccontargli delle tradizioni degli altri paesi, lasciando la figlia all'oscuro di tutto.
    Un ambiente vuoto, riempito solo dalla sabbia mentre il vento caldo sfiorava la sua candida pelle.

    §Wow!§

    Ma quella stessa sabbia, capace di ospitare la città nonostante l’essenza di vegetazione, aveva avuto il potere di affascinare e rendendolo così particolare dal normale paesaggio del Paese del Fuoco. Si avvicinavano sempre più alle mura del villaggio, in groppa ad un drago, dalle squame rosse e dorate, che li aveva trasportati per tutto il viaggio. Ancor più immense e quasi spaventose si mostravano le alti parete rocciose della città sconosciuta. Quando scese dal dorso dell’animale squamato non riuscì a togliere lo sguardo dalle immense mura. Una folata di vento colpiva le sue braccia e gambe scoperte, ricoperte per lo più da lentiggini. Quel posto ardeva sotto la luce solare, rendendo ogni cosa incandescente ai suoi occhi. Fortunatamente, venendo a conoscenza delle temperature estreme del posto, aveva optato per un abbigliamento piuttosto leggero composto da pantaloncini color blu e una magliatta a giro maniche che lasciava scoperto il suo addome. I suoi lunghi capelli rossi quella volta erano raccolti in un chignon morbido, ma non del tutto ordinato per le diverse ciocche troppo corte per essere riunite alle altre. Nonostante le parole dell’Hokage, continuò a guardarsi intorno, prima di posare il suo sguardo sull'entrata delle mura, aspettando l‘arrivo di qualcuno.
     
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