[Accesso] L'entrata di Suna[Free GdR] [Macro GdR]

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  1. Bartok
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    Diogenes a Suna - III


    Le informazioni fluiscono dalla mente di Shunsui alla mia.
    Scivolano rapidamente attraverso l'etere.
    Mi convinco di essere stato avventato.
    Meglio continuare a nascondere la mia presenza.
    Mi allontano ulteriormente.
    Entro nella prima sala da the che incontro.
    Mi accomodo ad un tavolo.
    Da solo.
    Ordino del the e continuo ad ascoltare.
    Qualche minuto dopo una giovane donna mi si avvicina con il vassoio.
    Le sorrido con naturalezza.
    Porta una teiera di pietra nera e una tazza dello stesso materiale.
    La ringrazio, mentre versa il liquido bollente da un contenitore all'altro.
    La guardo con attenzione per qualche istante, in modo che non lo noti.
    Alla mia mente continuano ad arrivare informazioni.
    Ci vuole molto controllo per non sussultare ad ogni segreto.
    Ad ogni parola che il Colosso pronuncia.
    La cameriera è più grande di me.
    Sulla trentina.
    Ha capelli neri, lisci, raccolti in un elegante chignon.
    Sorride di nuovo prima di allontanarsi.
    Sembra felice.
    Probabilmente questa sera, uscita dal lavoro, si dirigerà verso una casa in periferia.
    Una come quella in cui si trovano Diogenes e Hohenheim ora.
    Forse ad accoglierla ci sarà un uomo che l'ama.
    E con cui ha deciso di passare il resto della sua vita.
    Dei bambini, sorridenti e spensierati come solo loro sanno essere.
    Anche io sono stato così un tempo.
    Riesco ad immaginarmeli mentre, seduti intorno al tavolo per cena, sorridono e parlano della loro giornata.
    Sono felici.
    Sono felici, ma non sanno cosa sta succedendo intorno a loro.
    Forse sono felici proprio per questo.

    A volte mi domando cosa sarebbe successo se non fossi diventato un ninja.
    Se avessi dato ascolta ai miei genitori.
    Se anche io avessi scelto di non sapere.
    Ho fatto davvero bene a intraprendere la carriera militare?
    Ho sempre creduto che mia nonna avesse ragione.
    Che le persone come noi non sono fatte per una vita felice e tranquilla.
    Che non ci saremmo mai sentiti realizzati, invecchiando in una casa di campagna o dietro una scrivania.
    Che per quelli come noi la guerra è prima di tutto un istinto.
    Uno slancio dell'animo.
    Qualcosa che fa parte della nostra parte più profonda.
    Una necessità.
    Noi viviamo per combattere.
    Noi combattiamo per vivere.

    Alla fine ho scelto la guerra.
    Al calore accogliete del focolare domestico ho preferito il freddo dell'acciaio.
    L'ho fatto pensando che sarei stato libero.
    Che padroneggiare il chakra mi avrebbe concesso ciò che bramavo di più.
    Tutto ciò l'agiatezza della mia infanzia non ha mai saputo darmi.
    La Libertà.
    E un Senso.
    Qualcosa che avrebbe dato un significato profondo alla mia vita.
    Qualcosa per cui lottare.
    Qualcosa per cui morire.
    Volevo ribellarmi al destino per cui ero nato.
    Per una volta, volevo essere io a scegliere chi diventare.
    Ho scelto di dare ascolto alle storie che mia nonna mi raccontava sempre.
    Alle leggende sul clan.
    A quelle sugli Onmyouji e le loro battaglie contro i demoni.
    Sull'Onore che ci distingue da tutti gli altri ninja.
    Sul nostro ruolo di protettori e guardiani del villaggio.
    Come tutti i bambini, mi sono lasciato ammaliare da queste fiabe e anche io ho iniziato a sognare.
    A sognare di diventarne il protagonista.
    A sognare che un giorno altri bambini avrebbero letto storie su di me.
    Sulle mie imprese e le mie vittorie.
    Ma più di ogni altra cosa, volevo uscire dalla gabbia dorata in cui mi sentivo confinato.
    Eppure, non sono passato che ad una prigione più ampia.
    Le sbarre sono soltanto più difficile da vedere.
    Mi lasciano più spazio.
    Quasi ci si può quasi illudere che non ve ne siano.
    Eppure sono lì.
    Entrato sotto le cure di mia nonna, l'ho notato subito.
    La mia vita non è cambiata poi molto.
    Invece che crescere come un figlio obbediente,
    Sono diventato un soldato obbediente.
    Il prototipo del guerriero Iga.
    Onorevole, ligio al dovere, moralmente irreprensibile.
    Non mi sono mai ribellato veramente.
    Non so perché non l'abbia mai fatto.
    Forse è perché in verità sono un codardo.
    Invece di lottare,
    Di affrontare le conseguenze della mia disobbedienza,
    Ho scelto di nascondermi.
    Di celare al mondo il reale contenuto dei miei pensieri.
    Siccome non posso essere ciò che non sono
    Ho scelto di non lasciare che nessuno veda chi sono veramente.
    In segreto, ho iniziato a coltivare un nuovo obiettivo.
    Volevo vedere gli Anziani del clan in ginocchio.
    Prostrati difronte a me.
    Le ginocchia consumate dalla sabbia del deserto.
    Una volta diventato capoclan, avrei distrutto tutto ciò che hanno creato.
    Per questa ragione, ho scelto di non liberarmi dalla maschera che mi hanno affibbiato
    Ho deciso di usarla come un'arma.
    Ho chinato il capo.
    Sono rimasto in silenzio.
    Ho obbedito.
    Passo dopo passo, mi sono guadagnato la fiducia dell'ala più estremista del clan.
    E infine sono stato scelto come nuovo Consigliere.
    Penso si siano già pentiti di questa scelta, ma ormai è troppo tardi.
    Quel titolo ormai mi appartiene.
    Eppure, ora che l'ho ottenuto, sto iniziando a mettere in discussione i miei propositi.
    Sento il dubbio serpeggiare e sussurrami che non sarò comunque soddisfatto.
    Che diventare capoclan non mi renderà felice.
    Che tutto sommato, questo, più che qualcosa per cui morire, è un capriccio adolescenziale.
    La reazione di un ragazzino che è stato represso troppo a lungo.

    Accantono i miei turbamenti, per concentrarmi sul presente.
    Continua a riferirmi tutto quello che dicono.
    Appena Diogenes se ne andrà, voglio che tu venga nel mio ufficio.
    Abbiamo molto di cui discutere.
    Non dire niente a Hohenheim.
    Avrà già abbastanza su cui riflettere dopo questo incontro.

    Sussurro alla mente del marionettista.

    Solo la distanza e il mio autocontrollo mi permettono di rimanere lucido difronte a tutti questi nuovi segreti.
    Il Kyuubi è stato rubato.
    Hohenheim è morto,
    Manipolato da Diogenes,
    E in qualche modo risorto.
    È difficile anche solo pensare a come affrontare tutte queste novità.
    Sicuramente ho capito di essere stato sciocco per aver anche solo pensato che fosse il momento giusto per agire.
    Per scuotere un po' la situazione politica di Suna con una nuova, pericolosa alleanza.

    Rifletto con attenzione sulle parole del Colosso, cercando di comprendere le sue ragioni.
    Nel bene e nel male, Diogenes mi ricorda mia nonna.
    La stessa incrollabile sicurezza.
    La gente come loro non crede.
    Sa.
    Sa di combattere dalla parte giusta.
    E che ogni azione è giustificabile pur di raggiungere l'obiettivo.

    Il modo che ha scelto per esporre gli eventi che ha causato direttamente o indirettamente è sicuramente interessante.
    Porsi come salvatore di Suna non credo lo aiuterà agli occhi del kakita
    Per non parlare della sua proposta.
    Che uomo generoso.
    Quanta magnanimità.
    Ridarci qualcosa che ci spetta di diritto
    Qualcosa che ha rubato
    Solo dopo aver rischiato che i cremisi se ne impadroniscano.
    Ammesso che non stia bluffando.
    Anche per Diogenes Mikawa un demone non è un avversario facile.
    Dubito che un solo ninja possa catturare un bijuu
    Ma dubito anche che Diogenes sia solo
    Anzi, bisognerà scoprire quanti a dentro e fuori Oto lo seguono
    Volontariamente o meno.
    Se ha piegato la volontà di un ninja come Hoshikuzu, non posso escludere che abbia usato lo stesso potere su altri.
    Eppure continuo a pensare che sia meglio non fidarsi delle sue parole.
    Non crederò che sia in possesso del Demone finché non l'avrò visto con i miei occhi.

    Al di là del contenuto della sua proposta, è un'altra la sfida a cui ci ha messo difronte.
    Continuare a combattere per l'Accademia?
    Un'istituzione in cui non credo veramente.
    Oppure distruggerla e costruire qualcosa di totalmente nuovo?
    E tutti dovremo scegliere.
    Perché tutti noi, con il solo potere di queste informazioni, abbiamo la possibilità di cambiare il destino di Suna.
    E di tutti i 4 villaggi.
    Cosa succederebbe se Shunsui decidesse di parlare di questo incontro con qualche suo amico di Konoha?
    O se dovessi menzionarlo al MIzukage, quando verrà a Suna a recuperare la sua concittadina?
    Tutte queste novità mi impongono di ripensare ogni cosa che ho programmato.
    Rimango in attesa.
    Curioso di osservare la reazione del Kakita redivivo.
     
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