[Accesso] L'entrata di Suna

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  1. Ryose
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    Ero lì davanti alla porta di Suna, avevo uno zaino enorme sulle spalle, ed una valigia di cuoio, ed ero vestito di tutto punto per il viaggio nel deserto che stavo per affrontare, grazie al mio mantello ed ad apposite calzature.
    Avevo una cartina approssimativa, da cui avevo studiato il mio percorso, uscito da Suna mi sarei diretto verso Sud, fino alla costa, da lì un traghetto mi avrebbe portato fino al paese del tè.
    Giunto via terra alla costa opposta avrei preso un altro traghetto.
    Servivano circa 3 giorni di viaggio, ce ne avrei messi due, non avrei dormito.
    Come già detto ero davanti al cancello, vestito e con tutto il mio equipaggiamento in una borsa di cuoio e tutto l'occorrente per il lavoro che dovevo eseguire: lime, martello, e scalpelli, ed altre sostanza che non sto a spiegare. Inoltre conteneva le mie scorte di cibo, era per lo più cibo in scatola e diverse borracce d'acqua, più una bisaccia che possedevo.
    Abbassai il mantello per mostrare il volto alla guardia-
    -Sono Ryose, ecco il permesso. -[Vedere firma].
    E subito dopo con un passo sostenuto cominciai a viaggiare per il deserto, a passo sostenuto.
    Diavolo quanti soldi che avrei fatto...

     
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  2. ~ Marcø
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    Goodmorning, Suna






    ...Maledetto deserto.
    Erano già diversi giorni che ci camminavo. Avevo granelli di sabbia dovunque. Il vento te li sbatteva addosso, quasi consapevole di darti noia.
    Fortunatamente le mura del Villaggio era già visibili.
    Qualche giorno prima ero uscito da Suna Gakure, così, per muovermi un po'. Succedeva spesso, ogni volta che la noia superava il limite. Nel deserto cominciavo a correre, finchè non cadevo a terra, sfinito.
    Dopo camminavo, tornando indietro. Più ci mettevo a tornare, più avevo corso, ovviamente. E più correvo più mi sentivo, allenato. Molti ragazzi della mia età non avrebbero corso nemmeno la metà di quel che correvo io, ad un quarto di quanto andavo veloce.
    Succede, quando sei trattato come il principe della casa. O quando cazzeggi tutto il giorno, parlando con i tuoi amici.
    Cercai di pensare a qualcos'altro.
    Per esempio al guardiano che mi stava guardando. Ormai mi conosceva. L'avevo visto almeno due dozzine di volte.


    « Hola... Sono il nemico numero uno di Suna, posso passare vero? »




    Sorrisi, mentre muovevo le dita della mano destra, lunga sul fianco, a ritmo della muscia che le cuffie mi sparavano nell'orecchio. L'altra cuffia la stringevo in mano. Non avrei sentito nulla, con entrambe nelle orecchie.
    Cominciava a fare caldo, anche se era mattina. Maledetto deserto.

     
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  3. Suna Staff
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    Il lavoro del guardiano del Gate sapeva essere noioso, ma la cosa veramente tragica -per un guardiano- era un gate trapiantato nel bel mezzo del deserto. Tra il viavai giornaliero, c'erano anche abitanti che uscivano non si sa bene per cosa e poi, ovviamente, dovevano rientrare... bhè: sempre meglio così che il mortorio più assoluto. L'ultimo in ordine di tempo, poco dopo il passaggio in uscita di uno shinobi per Kiri, fu un ragazzino con le cuffie, transitato verso il deserto qualche ora prima.

    CITAZIONE

    « Hola... Sono il nemico numero uno di Suna, posso passare vero? »


    -Là dentro troverai pane per i tuoi denti: good luck!-


    Il chunin addetto era un tipo spiritoso, dopotutto, ma non è che con quella battuta stesse sostenendo il falso, visto che il villaggio era pieno zeppo di teste calde e attaccabrighe. Lasciò passare il giovane senza problemi, solamente osservandolo sfilargli dinnanzi.
     
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  4. Køn
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    D e s t i n a z i o n e : O t o



    Giunse all'entrata di Suna, che per Ikki quel giorno rappresentava l'uscita, non perchè volesse tradire il villaggio, non ci pensava minimamente, ma perchè andava a fare esperienze, a vivere molto probabilmente una nuova avventura, andava a conoscere il mondo ninja che si trovava al di fuori del villaggio della sabbia, un mondo che non conosceva e che aveva intenzione di conoscere fino in fondo, in ogni suo angolo più remoto. Si avvicinò al guardiano e prendendo il permesso che aveva in tasca glielo avrebbe mostrato. [Vedi Firma]

    « Ho il permesso di uscire da Suna per tra settimane... »



    Dopo aver mostrato il permesso l'avrebbe riposto nella tasca e si sarebbe incamminato verso Oto, non conosceva la strada, ma quello era solo un dettaglio, la sua eccitazione era grande e per questo non si preoccupò molto di come arrivare. Nel frattempo Ku sulla sua testa pensava a quali dolci fanciulle avrebbe potuto incontrare al villaggio del suono.



    SPOILER (click to view)
    OT: Vorrei una delucidazione riguardo il mio permesso, anche per mp: il permesso dura tre settimane da questo mio post giusto? Perchè non vorrei che fossero tre settimane da quando ho postato in amministrazione, perchè in questo periodo non ho avuto tempo di postare.
     
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  5. Suna Staff
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    CITAZIONE

    « Ho il permesso di uscire da Suna per tra settimane... »


    La sentinalla si fece da parte, essendo tutto in regola: un normalissimo permesso per Oto, da parte di uno studente.

    Prego, passa pure... buon viaggio!



    SPOILER (click to view)
    Tre settimane da oggi... :zxc:
     
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  6. Shu
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    Viaggio a Kiri 3
    Il ritorno vendicativo



    Mi diressi con calma verso le mura del villaggio. Sulle mie spalle due pesanti fagotti che mi sarebbero stati decisamente utili a Kirigakure. Arrivato alle mura mi rivolsi a chi di dovere, mostrandogli il permesso che mi avevano consegnato in amministrazione.

    Posso andare o devo ancora trattenermi con queste stupidità burocratiche?



    Ero leggermente stufo e stanco, visto che avrei preferito dirigermi direttamente a Kiri invece di fare tutta quella trafila in amministrazione e tutta questa attesa alle mura semplicemente per poter uscire dal villaggio. E chissà cosa sarebbe successo a Kiri. Che rottura. Ma il premio finale valeva la pena di tutta questa fatica, o almeno così pensavo.
    Aspettai l'eventuale conferma del guardiano prima di uscire dal villaggio e dirigermi verso le fredde lande di Kiri. Questa volta poi ero preparato. Di sicuro non avrei preso una febbre come l'ultima volta.


    OT il permesso è in firma, chiaramente visibile. Il titolo è chiaramente ironico... odio ripetermi, anche in topic differentiXD /OT
     
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  7. Suna Staff
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    Ennesimo cittadino che valicava le mura ed ennesimo permesso da controllare.

    CITAZIONE

    Posso andare o devo ancora trattenermi con queste stupidità burocratiche?


    Kagemaru lo osservò senza curarsi più di molto, infondo non aveva voglia di accapigliarsi ad ogni transito di persone.

    Ti auguro che la stupidità burocratica non ti si rivolti mai contro!...
    Passa pure, è tutto in regola...!



    Così dicendo, si fece da parte e lasciò libero il varco.
     
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  8. Shu
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    Viaggio a Kiri 4
    La vendetta del ritorno tornato



    Ti auguro che la stupidità burocratica non ti si rivolti mai contro!...
    Passa pure, è tutto in regola...!



    Se succederà so chi venire a cercare. Ed ora scusami, ma il tempo è denaro. E io non ho denaro da buttare nel cesso.



    Mi diressi fuori dal villaggio, destinazione: Kirigakure no sato
     
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  9. Køn
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    F u g a d a S u na !



    Bello.
    Bellissimo.
    Che schifo.
    Una merda.
    Come avrei potuto rispondere alla domanda dei miei amici su come mi era apparso il Villaggio del Suono? Ad essere sinceri non ci sono proprio arrivato a quel cavolo di villaggio, mi sono reso conto che la mia conoscenza del mondo esterno è inversamente proporzionale alla conoscenza di Suna, quindi capirete che ciò che si trova al di fuori del villaggio della Sabbia per me è completamente tabula rasa, non conosco un "H" del mondo "esterno" ed infatti ho vagato per parecchi giorni, diciamo una decina, prima di ritrovare la strada che mi avrebbe riportato a Suna, visto che di tentare di arrivare al Suono non se ne parlava proprio.

    E quindi mi ritrovai ancora nell' assolato e afoso villaggio della Sabbia, sempre monotono e pieno di quell'unico colore che pian piano diventava sempre più insopportabile, il colore chiaro della sabbia che ci circonda oltre che nel villaggio anche all'esterno, visto che ci troviamo all'interno di un deserto, certamente non una delle cose più belle al mondo, ed infatti era anche per questo che avevo deciso di farmi un viaggetto. Ok ho mentito, quel viaggetto lo volevo fare per togliermi dalle palle il vecchio rompicoglioni che tutti i giorni mi riempie la vita di cose da fare... Sì, sto parlando di mio nonno!

    « Uff... eccolo che sta spazzando il vialetto... ma non c'ha un cazzo da fare... si andasse a fare una partitina a Shogi anzichè rompere le palle a me... Ora già so che mi chiederà di fare qualcosa. »



    Mi avviai lungo il vialetto fino a raggiungere il vecchio, gli diedi un'occhiata di sfuggita e gli feci un cenno di saluto col capo, ma passai oltre verso casa. Un "Dove vai?" si innalzò al cielo diretto a me, non lo calcolai minimamente e continuai il mio cammino, avevo bisogno di riposarmi dopo il lungo vagare nel deserto, tutto ciò di cui avevo bisogno era prendere una bottiglia d'acqua ghiacciata e gettarmi sul letto a riposare. Mi sgolai la piccola bottiglia d'acqua nel miglior tempo possibile, e poi a pancia in giù mi lanciai sul morbido oggetto che rapidamente mi attirò nel mondo di cupido, nel mondo dei sogni...

    Peccato che quel giorno non fu un sogno normale, fu un qualcosa di sovrannaturale, perchè mi apparvero in sogno i miei genitori... Dinnanzi ai miei occhi si palesarono due figure dal volto delicato e sorridente, dietro di esse una candida luce bianca che rendeva ancora più angelica la visione che stavo avendo. La figura alla mia sinistra, mio padre, mi rivolse la parola con la sua voce decisa che ancora risuona nella mia testa, anche se da parecchio tempo non giungeva alle mie orecchie.

    « Ikki, sono papà, come sei cresciuto da l'ultima volta, ormai sei un uomo... E forse è per questo che stai avendo questa visione, perchè forse hai finalmente raggiunto la maturità per capire cosa è successo. Ascoltami bene... Due anni fa noi siamo partiti per una missione pericolosissima, ricordi? Bene. Tu ora sei convinto che noi siamo ancora invischiati in quella missione, be... non è vero. Noi non apparteniamo più a questo mondo. Durante la nostra lontananza il nonno iniziò a farti fare tutto ciò che voleva, e tu nella speranza di un nostro ritorno iniziasti a farlo pazientemente, e i tuoi sforzi stavano per essere ripagati, perchè noi dopo due mesi facemmo ritorno a casa. Stavamo facendo ritorno al villaggio, quando siamo stati improvvisamente attaccati da quattro shinobi, che sfruttando la superiorità numerica, ci hanno facilmente sconfitti e uccidi. Quei quattro ninja sono stati mandati da mio padre... tuo nonno, Ikki. A lui faceva comodo averci fuori dai piedi perchè così tu saresti stato ai suoi ordini durante tutta la sua vecchiaia, ma ho visto che fortunatamente non lo assecondi più. Ikki, ora ti chiedo solo una cosa, no... uh? »



    Una mano prese il braccio di mio padre, era quella di mia madre, che gli chiedeva di cedergli la parola, aveva qualcosa da dirmi, la fissai mentre muoveva le sue dita delicate verso mio padre, era davvero bella mia madre, davvero un angelo, forse ora si trovava nel suo habitat naturale, lassù tra gli angeli...

    « Ikki, figlio mio, ti prego... Ti scongiuro... Non macchiare la tua anima con il peccato della vendetta, non ripagarlo con la sua stessa moneta, accetta ciò che ha fatto, anche se è qualcosa di dolorosissimo per te, ma ti chiedo di lasciare questa casa, perchè potrebbe riservare a te, ciò che ha fatto a noi, perciò abbandona questa dimora, e abbandona il villaggio... A Kiri dimora mia sorella, dirigiti lì... Lei ti accoglierà volentieri nella sua casa, ti prego segui il mio consiglio... Ti prego. »



    Quelle furono le sue ultime parole, le loro figure cominciarono lentamente a svanire, sentii flebilmente una frase pronunciata all'unisono:

    "Ti vogliamo bene"



    Mi svegliai, ma contenendo la rabbia, finsi di dormire, cercando un modo di uscire dal villaggio e raggiungere quindi Kiri.

    [...]



    Erano passati due giorni, avevo studiato per il meglio come avrei svolto la fuga, come mi sarei mosso per sfuggire dal villaggio, cosa avrei fatto per uscire da quella che ormai per me era diventata una prigione di sabbia, e da cui dovevo scappare, il solo pensiero di rimanere un secondo in più con il killer dei miei genitori mi faceva venire il voltastomaco, e puntualmente mi veniva voglia di farlo fuori. Avevo vissuto due giorni di esterna totale indifferenza, ma di una sofferenza interna indescrivibile, e mentre soffrivo preparavo minuziosamente i particolari della fuga, cercando di non sbagliare nulla, cercando di riuscire nel mio intento, e di andare da colei che aveva gli stessi geni di mia madre, sua sorella.

    Erano le undici, l'ora della partenza. L'equipaggiamento lo lasciai a casa non potevo certo destare sospetti, ciò che avrei dovuto suscitare nelle persone era l'impressione che fossi solo intenzionato a fare una passeggiata, niente di diverso. Camminai tra le strade del villaggio mostrando indifferenza, ma nonostante tutto cercando di non farmi vedere, meno persone mi avrebbero visto quel giorno e meglio sarebbe stato, siccome non volevo creare casini, giunsi quindi al magazzino merci del villaggio, era da lì che avevo deciso di abbandonare il villaggio.

    Quel giorno sarebbe partito da lì un carico di merci diretto fuori dal villaggio. Non mi interessava la direzione, mi interessava superare le mura nemiche, le mura di Suna. Non bussai. Aprii silenziosamente il portone e una volta dentro notai che non vi era nessuno, sicuramente il proprietario era sul retro a preparare il carro, afferrai l'unica arma che avevo con un me, ovvero un Kunai, e mi preparai a puntarlo alla gola dell'individuo. Eccolo. Era un uomo sulla cinquantina, che sorridente stava sistemando le ultime cose, il carico non era ancora stato preparato. Ero giusto in tempo, con passi felpati mi avvicinai al vecchio e prendendolo in controtempo gli tappai la bocca, e nello stesso momento gli puntai il Kunai alla gola. Attimi di lotta silenziosa per bloccarlo, una volta fermo gli parlai.

    « So che lei oggi deve portare un carico fuori da Suna. Bene, mi nasconda nel carro e mi porti fin fuori il Paese del Vento, superato il confine può lasciarmi andare, se fa tutto come le dico non le torcerò un solo capello. »



    L' uomo spaventato acconsentì e subito mi fece adagiare sul fondo del carro nascosto da tutto il resto degli scatoloni. L'uomo dopo avermi sistemato continuò a posizionare gli altri scatoloni che avrebbero riempito il carico in altezza e in larghezza, così da permettere la visione solo di ciò che c'era davanti a tutto, ed impedire quindi alle guardie la visione di ciò che c'era dietro. L' accordo era semplice, se le guardie presenti alle mura avrebbero chiesto di esaminare tutto il carico presente sul carro, lui avrebbe dovuto compiere una serie di colpi di tosse, il segnale che mi avrebbe annunciato di dover utilizzare la tecnica della trasformazione: mi sarei trasformato in uno scatolone identico a tutti gli altri, con tanto di materiale interno, e sarei quindi rimasto in quelle condizioni durante il passaggio alle mura e anche dopo.

    Alle mura l'uomo dovette fermarsi per mostrare il permesso datogli dall'amministrazione del villaggio per trasportare fuori dal villaggio la merce. I guardiani lo lasciarono passare e in quei secondi qualcosa mi scosse completamente, sentii un brivido lungo la schiena, sentivo che avevo superato le mura, sentivo che stavo per crearmi una nuova vita. Lì lasciavo il mio passato, ma soprattutto quello era un saluto ai miei genitori, perchè era lì che avevo vissuto tutta la mia vita con loro, tranne gli ultimi due anni, rovinati dal mostro che si era rivelato mio nonno.

    « Addio Papà, Addio Mamma. »



    Mi lasciai andare alle lacrime.



    SPOILER (click to view)
    OT:
    1) Come prima cosa vorrei scusarmi per il cambiamento di dalla terza persona alla prima, rispetto al mio ultimo post.
    2) Nella fuga ho messo come motivazione il dialogo di Ikki con i suoi genitori, non vorrei che questo fosse concepito come un miracolo, ma in realtà Ikki nel suo subconscio è già convinto che sia stato il nonno ad uccidere i suoi genitori e in che modo l'abbia fatto, e quindi tutto ciò si è manifestato durante il sonno in questo modo, quindi spero non ci siano problemi
    3) Ultima cosa, non trovando nessun luogo dove fosse specificato se la fuga dovesse essere autoconclusiva o meno, ho fatto in modo che lo sia, spero di non aver sbagliato.
     
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  10. Chihou Bei Li
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    Non sapeva più da quanto tempo stesse camminando, né se sarebbe stata in grado di resistere per un altro giorno senza cadere a terra priva di forze.
    Sapeva solo che loro di sicuro erano ancora dietro di lei.
    Continuava a percepire la loro presenza alle sue spalle, ed era proprio questa terribile sensazione a costringerla a proseguire il viaggio nonostante la sete, la fame e la stanchezza.
    La sua mente razionale capiva benissimo che era impossibile che si trovassero vicino a lei, ma il suo inconscio non era capace di accettarlo. Poco importava che alla sera, quando accadeva che il sole tramontasse nella direzione opposta a quella in cui si stava dirigendo, sulla sabbia non comparisse nessun'altra ombra oltre alla propria: le sentiva a pochi metri di distanza, mentre avanzavano in silenzio, e non avrebbe osato voltarsi per niente al mondo.
    Fino al momento in cui non fu troppo sfinita per muovere anche solo un passo, e si lasciò cadere sulle ginocchia, trovando finalmente la forza di girare la testa per guardarsi indietro.
    Ed erano lì, come aveva temuto. A decine. Donne giovani e anziane, esattamente come lei le ricordava... almeno finché la carne era rimasta sulle loro ossa.
    Volevano lei, perché era sopravvissuta.

    image
    "Andate via."

    Sussurrò debolmente, fissandole immobile, come se fosse ipnotizzata e non potesse più distogliere gli occhi, che eppure erano colmi di orrore.
    Le donne tacquero.

    "Lasciatemi in pace. Voi non potete essere qui."

    C'era quasi rabbia, nella sua voce. Rabbia e paura insieme. Dentro di sé cercava intanto di calmarsi, di ripetersi che non potevano essere altro che miraggi causati dalla sete e dal calore insopportabile del deserto. Ma le figure femminili non accennavano a scomparire.

    "Voi non potete assolutamente essere qui!!"

    Senza volerlo, aveva urlato.
    Ansimò per qualche istante, sconvolta, cercando di riacquisire il controllo. Ma la più anziana delle sacerdotesse, la Decana, d'un tratto rispose al suo urlo stentato con una domanda che solo Bei Li poteva udire, poiché proveniente da un'illusione che in realtà era prodotta dalla sua stessa psiche.

    E perché mai non potremmo esserci?

    Sobbalzò, stupita, e affondò le mani nella sabbia bollente senza parlare, mentre un fremito incontrollabile prendeva possesso del suo corpo.

    Coraggio, Bei Li, dimmi perché.

    La Decana aveva il tono pacato di quando le rivolgeva un quesito di tipo logico o matematico, durante le loro lezioni pomeridiane; ma, a differenza delle volte in cui doveva solo risolvere un problema (cosa che le riusciva sempre molto facile), la ragazza non riusciva a trovare le parole.

    "Uh..."

    Le lacrime presero a scorrerle sulle guance piene di graffi ed a cadere sul lussuoso kimono da cerimonia, mentre ella singhiozzava in modo sempre più violento e irrefrenabile.

    Dillo.

    image

    "Perché..."

    DILLO.

    Fece cenno di no con la testa, scuotendola con decisione, rifiutandosi di ammettere a voce alta quello che la vecchia voleva cavarle dalla bocca.

    DILLO!!!

    Completamente arresa, chinò il capo. Ormai tremava come una foglia. Gli occhi rossi, vacui, fissavano il nulla con l'intensità della disperazione.

    image

    "Perché... siete tutte morte..."

    E perse i sensi non appena ebbe terminato la frase, accasciandosi sulla distesa di sabbia dorata come un corpo anch'esso morto...

    Una fine che l'aspettava entro poche ore, se nessuno fosse giunto rapidamente in suo soccorso.

     
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    [Insediamento alle mura]

    Il bimbo era ora davanti l'immenso portone di Suna, ultima difesa della città. A lui il compito di organizzare la difesa del villaggio era stato affidato dai saggi anziani del villaggio. Un compito, a primo dire, inadatto per un adolescente. Eppure l'esperienza sarebbe stata compensata dall'ingegno...e si, Hohenheim aveva intenzione di modernizzare secondo il suo stile l'entrata di Suna.

    Si era informato molto sulla zona.
    Il deserto in se rappresentava una difesa senza pari, le tempeste di sabbia caratterizzavano i luoghi limitrofi l'entrata.
    I veri alleati di Suna erano poi gli animali del deserto, belve insaziabili davano manforte alla difesa o meglio ne rappresentavano baluardo importantissimo.

    In definitiva l'unica entrata era ben sorvegliata. A scarseggiare erano i ninja alle mura o meglio il livello degli stessi. Gli shinobi di alto livello si contavano sulle dita di una mano mentre la restante parte era composta da poco più di semplici guardie addestrate grossolanamente alle arti ninja.
    Anche per questo Hohe decise di aggiornare le difese.
    Prima di tutto fece porre delle sacche di argilla ogni 18 metri per tutta la lunghezza del "viale" roccioso ed in prossimità della porta. Come seconda cosa fece richiesta al clan dei marionettisti di fabbricare per lui centinaia di micidiali trappole da poter impiantare su ambedue le pareti del lungo corridoio naturale. Certo il lavoro impiegava del tempo, molto, ma non si prevedevano guerre a breve termine...tempo stimato 6 mesi e il tutto sarebbe stato pronto.
    Shaina avrebbe avuto molto da trattare con gli "pseudo" artisti; chissà cosa avrebbero voluto in cambio per tale serviggio...ma Hohe era solo un bambino, cosa ne poteva sapere di queste cose?


    [Fuga di kon]


    Per il ninja sembrò tutto andare liscio quando, d'un tratto, il commerciante minacciato tradì il giovane. Perchè mai quello, una volta fuori dalla portata della lama del fuggiasco, non avrebbe dovuto avvertire le guardie? Perchè avrebbe dovuto rischiare di essere imprigionato? Perchè avrebbe dovuto compromettere la sua professione e il suo vivere tranquillo? Dalla sua aveva le guardie di Suna e il ninja era solo uno...
    Invece di fare un colpo di tosse, quindi, non perse tempo ad allontanarsi dalla carrozza e gridare alle guardie.

    " Un tradtore si è intruflato nel mio carro! Mi ha miancciato!"

    Kon avrebbe avuto un completo slot azione per inventarsi qualcosa, al termine del quale 3 guardie sarebbero irrotte nel carro pronte ad ingaggiare un combattimento.



    CITAZIONE
    OT/ La fuga non la reputo completamente soddisfacente, per questo ti do modo di riparare. Più la faccenda andrà avanti più la difficoltà aumenterà.
    A scopo informativo: le guardie sono tre energia gialle, senza particolari abilità dotate di equipaggiamento da studente.

    Chihou ti rispondo non appena risolviamo con Kon, altrimenti si crea confusione ^^/OT

     
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  12. Køn
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    F u g a d a S u n a ! 2 . 0



    Calma, stranamente tutt'intorno vi era una calma totale. Il commerciante continuò il suo cammino verso le mura, attesi pazientemente il colpo di tosse di colui che mi stava trasportando fuori dal villaggio, fuori dalla prigionia. Ormai il tempo necessario per giungere alle mura era più o meno passato, potevo sbagliarmi di una decina di secondi, volendo esagerare. Attesi ancora diversi secondi. Il colpo di tosse non arrivava, vi era una sola soluzione...
    Ero stato tradito!

    « Figlio di puttana... »



    La conferma giunse quando sentii giungere verso il carro rumori di passi differenti, il commerciante non era solo, molto probabilmente aveva avvisato le guardie della mia presenza sul suo carro... Come diavolo avevo fatto a fidarmi di un povero commerciante che non è altro ch’un fiato di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato. E così il vecchio mi voltò le spalle riferendo alle guardie della mia presenza, e ora l'unica cosa che potevo fare era pensare ed agire...

    E cosa potevo fare? Disperato, diedi una rapida occhiata tutt'intorno: il carro era coperto su tutti i lati, ma scoperto nella parte superiore, era la mia unica via di fuga. Il più rapidamente possibile composi i sigilli di cui necessitavo per la realizzazione della Bushin no Jutsu, tecnica necessaria per attuare il piano che avevo attuato per sfuggire a quella situazione, non era il massimo, ma in una situazione disperata come quella era l'unica possibilità che avevo. Al mio fianco si formò rapidamente una copia illusoria di me stesso, perfetta in tutto e per tutto, ma comunque irreale, sarebbe svanita al solo tocco di un avversario, ma serviva per distrarli. La copia si sarebbe accovacciata con il volto basso, le guardie avrebbero avuto l'impressione che lo shinobi lì presente fosse ancora in attesa di un qualsivoglia segnale da parte del commerciante. Nel frattempo io attesi di sentire i passi di tutti proprio alle spalle del carro, e a quel punto sarei balzato fuori da esso dalla parte anteriore, impastando nelle gambe una quantità di chakra pari a Basso {Vel: 225 ---> 300}.

    Ero fuori e a pochi metri dall'uscita del villaggio. La libertà era lì a pochi passi, potevo finalmentare gridare alla libertà, tirando fuori tutta la rabbia che avevo in corpo, ora dovevo solo correre...

     
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    Kon prontamente non si fece catturare dalle guardie che furono in un primo momento tratte in inganno dal clone.
    Eppure l'uscita di Suna era una sola...quanto il giovane avrebbe resistito?
    Dopo un accenno di inseguimento da parte delle guerdie, queste si accorsero di non potercela fare. Per fortuna del fuggiasco le trappole richieste da Hohenheim non erano ancora pronte, altrimenti per lui la morte sarebbe stato unico,certo futuro.

    Ormai Kon distava circa 250 metri dal portone quando da due delle innumerevoli fessure della roccia uscì una coppia di scorpioni giganti. Il loro corpo era lungo circa un metro e mezzo e possedevano 60 cm di coda arcuata ed armata all'estremità. Aggressivi attaccarono Kon. Un totale di 4 attacchi, due per scorpione, miranti stomaco, inguine, quadricipite destro, quatricipite sinsitro.

    [...intanto alle mura...]

    "Capitano un fuggiasco è riuscito ad eludere il blocco alle mura e sta tentando la fuga a piedi! Inoltre sta per arrivare una tempesta di sabbia, quindi gli animali saranno già quasi tutti fuggiti. Lo lasciamo al suo destino? "

    " Chiudete il portone e boccate le carovane, durante la mia assenza nessuno deve entrare o uscire da Suna."

    Si mise il cappuccio è partì. Nessuno lasciava le mura senza permesso.



    CITAZIONE
    OT/ Sbarazzati dei piccoli scorpioni il prima possibile. Segui il regolamento degli inseguimenti per calcorare quanto tempo hai, con relativi slot azione, prima dell'arrivo di Hohe, che avanza a vel 450. In ogni caso non posso usare l'argilla III, non avendo terminato l'esame.

    Scorpioni: Energia Verde
    For 225
    Vel 225
    Res 150
    Camminare al contrario
    Camminare sui muri
    Potenza coda 20 + Veleno Disabilitante/OT

     
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    Giocata riservata a Chihou Bei Li, Deidara e Hattori Hanzo, cronologicamente ambientata in un tempo diverso rispetto alla fuga di Kon. Pertanto, in essa non si considerano i post di quest'ultimo e di Hoheneim.

    « Non. Dire. Una. Parola. »
    Si voltò sollevando un dito indice per ammonire Guardone Uno dallo spiccicare una parola che fosse una. Tenne il dito sollevato e vibrante di accusa per qualche istante, poi si voltò di nuovo e riprese la sua avanzata inferocita verso i portali.
    « Io non lo volevo fare questa cosa. »
    Probabilmente sarà stata la trentesima volta che Tatsumaru la sentiva dire quella frase.
    « Il sole mi da fastidio! Poi è una noia! Spreco tempo! Quel posto è uno schifo! Non c'è un bagno!! C'è sempre sabbia dappertutto! Uff. Ma perché la sensei deve occuparsi di quel che devo fare? Io non ho voglia. Me ne torno a casa. Lo faccio davvero... »
    Frattanto proseguiva, stringendo i pugni ed ignorando quanto le rispondeva il porco di Iwa dietro di lei.
    « Dovrebbero almeno regalarmi un ombrellino. O quanto meno, darmi i soldi per comprarmelo... Buh, sono qui da dieci minuti e guarda qui... »
    Si toccò la pelle alla base del collo con aria sofferente.
    « Mi si rovinerò tutta la pelle... »
    Sospirò in tono lamentoso ricordando improvvisamente perché gli altri guardiani usavano sempre i mantelli bianchi che fanno parte della divisa dei custodi dei cancelli, quel tipo di abito però è esteticamente orribile e scomodo, oltre ad accentuare il caldo asfissiante di suna a cui Deidara è abituata, sebbene originaria di quel clima. Aveva sempre vissuto praticamente chiusa in casa ed anche da quando si era trasferita nel bel mezzo del villaggio le volte che era uscita erano state poche, giusto quelle necessarie a comprare quanto le serviva, recarsi in palestra o dalla sensei. Chissà che non fosse proprio quello uno dei motivi che aveva spinto la giovane amministratrice di suna a costringere l'allieva a fare quel lavoro ingrato che consisteva grosso modo in osservare l'orizzonte tutto il giorno sotto il sole cocente ed accogliere i rari ed occasionali aspiranti shinobi che arrivano. Deidara era quasi sicura che in realtà il motivo che ha spinto Shaina a spedirla in quell'inferno formato cancello era stato molto semplicemente la carenza di fondi che impediva all'amministrazione di stipendiare adeguatamente nuovi guardiani, tant'è che in pratica Deidara lavorava gratis...
    Beh, almeno la biondina aveva buone ragioni per lamentarsi...

    « Voglio tornare a casa... »
    Sospirò. Il porco era ancora dietro di lei, la tallonava senza pietà. L'aveva tirata giù dal letto perché aveva marinato sia il suo primo che il suo secondo giorno di lavoro. Evidentemente, ora che era giunto il terzo la sensei si era premunita da ulteriori assenteismi inviando il suo assistente.
    Peccato che Deidara non lo sopportasse minimamente.
    « Ma devi seguirmi fino alla fine dei miei giorni?? »
    Sbottò con un gesto di stizza. Fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti la sola cosa che si era susseguita erano stati guai, casini, insulti e pestaggi, questi ultimi sempre aventi Tatsumaru come vittima e Deidara come carnefice. La bionda, però, si sentiva ugualmente poco persecutrice e molto perseguitata, forse perché le situazioni imbarazzanti non erano state poche...

    « Sono arrivata. Vedi che ci sono? »
    Disse lui in tono fortemente ironico, superando i cancelli aperti del villaggio nascosto della sabbia e ritrovandosi di fronte il mare di sabbia.
    « Sono ai dannati cancelli che guardo il dannato orizzonte in cui non c'è mai un cane. Vedi?? Contento?? Non c'è niente, come sempre, non c'è mai niente. Chi diavolo vuoi che venga in uno scatolone di sabbia frequentato da porci maniaci sessuali come t... »
    Si bloccò interdetta.
    Erano state le ultime parole famose...
    « Oh mio Dio... »
    Vide la figura sdraiata a terra sulle sabbie ardenti e scattò in avanti raggiungendola e chinandosi su di lei. Oddio, ma da quanto era lì??
    Le prese delicatamente la testa fra le mani rendendosi conto che aveva perso i sensi. Poteva essere lì da ore come da pochi minuti. Il cambio non c'era stato perché Deidara era in ritardo, e se non l'avessero tirata giù dal letto e costretta ad andare al suo posto di lavoro, a causa della sua negligenza quella ragazzina probabilmente sarebbe morta.

    « Ehi? Ehi??? Oddio... »
    Rischiò una crisi di panico realizzando quanto aveva rischiato di fare. Si voltò verso Tatsumaru implorando aiuto, senza sapere nemmeno lei con esattezza che fare. Acqua... e... un medico. Ecco che ci voleva. Acqua, acqua...
    « Svelto, vai a prendere dell'acqua!! E' disidratata!!! »

     
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  15. Hanzo Hattori
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    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ~ ... ~ = Titolo
    *...* = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    §...§ = Pensato
    Corsivo preceduto da [flashback] = flashback


    * Capita alle volte, nella vita, che giungano delle notizie che si sapeva prima o poi sarebbero arrivate, ma si era sempre sperato che ciò non sarebbe accaduto mai e poi mai. Quel giorno era arrivato anche per Tatsumaru Azuma e in particolare quando Shaina gli aveva chiesto di recarsi a casa della Yagi, per accompagnarla personalmente al lavoro (che aveva marinato per ben due giorni di fila). Il ragazzino già aveva iniziato a immaginarsi cosa sarebbe potuto succedere, ma davanti al suo dovere -ammesso che glielo avesse domandato Shaina- non poteva opporle alcun rifiuto e anzi, le aveva risposto come se gli avesse prospettato di andare insieme al cinema. *

    [ . . . ]


    * Arrivato dinnanzi alla porta della silfide, aveva suonato il campanello... nessuna risposta. Aveva così deciso di bussare con le nocche, ma il risultato non fu migliore. Stava per minare l'ingresso come facevano le squadre speciali, quando una vocina insopportabile, dall'interno, aveva domandato chi fosse a quell'ora. Quell'ora??? Erano le dieci di mattina, mica le quattro! Lo sapeva che sarebbe successo e infatti l'insopportabile mocciosa aveva iniziato a sommergerlo con ogni genere di improperi, offese e minacce, fino a quando... fino a quando aveva fatto il nome della Sensei. Pareva quasi come una parola magica, ma quel nome zittì immediatamente l'insopportabile mocciosa, che comparve all'uscio quasi trafelata, dopo alcuni minuti e con in volto un'espressione seccatissima. *

    § Pensi che per me sia una goduria, vedere le tue equivoche forme? §


    [ . . . ]


    * Da quando la aveva fatta piangere come una fontana, gli risultava difficile dirgliene quattro. Era come se fosse tornato un po' più in sè e quindi, nella normale concezione delle cose, la Yagi parlava e si lamentava, mentre lui sopportava in silenzio, al massimo pensando tra lui e lui a frasi sarcastiche, che quasi certamente la avrebbero fatta incazzare e non poco. *

    CITAZIONE
    « Io non lo volevo fare questa cosa. »

    " Non ti ci ho costretta io...! "


    CITAZIONE
    « Il sole mi da fastidio! Poi è una noia! Spreco tempo! Quel posto è uno schifo! Non c'è un bagno!! C'è sempre sabbia dappertutto! Uff. Ma perché la sensei deve occuparsi di quel che devo fare? Io non ho voglia. Me ne torno a casa. Lo faccio davvero... »

    * Si lamentava tra un passo e l'altro, continuando però a camminare. Tatsumaru le rispondeva con pacatezza e francamente non è che la volesse sfottere più di tanto, ma stavolta davvero la poteva capire, anche se lui personalmente, di tutto quello, non aveva la minima colpa. *

    " Perchè non ne parlate con Shaina-chan? "

    CITAZIONE
    « Dovrebbero almeno regalarmi un ombrellino. O quanto meno, darmi i soldi per comprarmelo... Buh, sono qui da dieci minuti e guarda qui... »

    § ... §


    * Preferì nemmeno pensarci, a cosa avrebbe dovuto commentare a quell'assurda uscita... ma pareva che la ragazzina non ne fosse mai stufa, di continuare a tirar fuori assurdità. Il genin sollevò lo sguardo al cielo, chiedendosi cosa aveva fatto di male per doversi subire una tassa simile. *

    CITAZIONE
    « Mi si rovinerò tutta la pelle... »

    " Bhè tanto non è che cambierebbe molto... "


    * Qualora la ragazzina si fosse voltata con sguardo infuocato, l'Azuma avrebbe tentato di mettere una pezza, dicendole che intendeva che ovunque a Suna il sole era così e non solamente al gate. In realtà, ovviamente, voleva dire che lei, in quanto a bellezza, era un caso disperato comunque. *

    CITAZIONE
    « Sono arrivata. Vedi che ci sono?

    Sono ai dannati cancelli che guardo il dannato orizzonte in cui non c'è mai un cane. Vedi?? Contento?? Non c'è niente, come sempre, non c'è mai niente. Chi diavolo vuoi che venga in uno scatolone di sabbia frequentato da porci maniaci sessuali come t...
    »

    § Perchè a casa tua cos'hai, una discoteca?
    Ho idea che non ti venga a trovare neanche un can... §


    CITAZIONE
    « Oh mio Dio... »

    § Mh? §


    * Vide la ragazzina scattare in avanti e chinarsi su una figura nella sabbia e l'attimo dopo le tenne dietro, per poi chinarsi a sua volta di fianco a Deidara. *

    CITAZIONE
    « Ehi? Ehi??? Oddio...

    Svelto, vai a prendere dell'acqua!! E' disidratata!!!
    »

    * Non aveva mai visto la danzatrice così preoccupata per un atro che non fosse lei stessa e in quel momento pensò che tutto sommato non era poi così insopportabile. Certo, sembrava sempre che in quel villaggio non ci vivesse o non ci uscisse mai, visto che chiunque si portava delle scorte d'acqua a dietro... tutti tranne lei, a questo punto! Sfilò da dietro la schiena due bottigliette di acqua ancora chiuse e le lanciò un'occhiata molto velata, come a volerle chiedere dove caspita viveva, di solito... ma la situazione richiedeva tutta la loro concentrazione, per cui non ci pensò su più di tanto. *

    " Dobbiamo portarla immediatamente all'ospedale!...
    ...
    Lascia, la prendo io...! "


    * Lo sguardo di Tatsu si sarebbe fatto di colpo serio e molto diverso dal solito; qualora la Yagi avesse iniziato con le sue accuse sul maniaco sessuale, la avrebbe guardata come si osserverebbe un patetico, povero disgraziato, dicendole subito dopo di crescere, per una buona volta. Le avrebbe detto che per quel giorno la sollevava dall'incarico di guardiana del gate, prendendosene la piena responsabilità e che voleva lo accompagnasse all'ospedale. Non avrebbe accettato repliche e la ragazzina lo avrebbe visto fermo come mai prima d'ora su un proposito, arrivando alla conclusione che avrebbe potuto fare ben poco, qualora si fosse voluta opporre. Le lanciò uno sguardo glaciale, informandola che si mettevano in cammino, sollevando poi la bambina svenuta con la massima gentilezza ed incamminandosi con passo deciso ma omogeneo, in modo da non farle patire scossoni. Presto sarebbero arrivati in ospedale. *

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    CITAZIONE

    La giocata si sposta QUI


     
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