Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Nevi
        Like  
     
    .

    User deleted



    HrEKxIv
    A giudicare dalla reazione di Ssalar, la sua spiegazione non era esattamente quella che si aspettava, tanto più l'utilizzo di quella parola: Domatori.
    In effetti non si era espressa benissimo, però non le era venuto in mente nessun altro termine al momento con cui potessere essere più chiara.
    L'orgoglio un po' ci aveva a che fare, non aveva sbagliato la lucertola però era proprio una questione di principio.
    Voleva essere in grado di dimostrare e affermare, che lei, era stata in grado di fare la differenza rispetto al passato.
    Tralasciando tutto quello che voleva scoprire sui Demoni!
    Certo non credeva che sarebbe stata una passeggiata parlare col Nibi, anzi molto probabilmente ci sarebbe voluto diverso tempo prima di ottenere anche soltanto una risposta vera o logica, però non le importava. In un modo o nell'altro ci sarebbe riuscita.
    Tornando alla situazione disperata in cui si trovava tutto il palazzo invece... Beh si può dire che le cose che stava dicendo sembravano avere un loro effetto.
    Difatti Febh iniziò a risponderle alle sue affermazioni una per una, ed è inutile dire che come fece l'esempio dell'accendino con la tanica sbiancò in mezzo secondo, conscia che non si poteva allontanare.
    La goccia che fece traboccare il vaso, apparentemente, fu il tasto dolente di accendini e fiammeri sul quale insistette anche abbastanza.
    Il fatto che l'avesse dirottato sulla rabbia, stava facendo sì che più o meno l'Amministratore rispondesse con delle frasi di senso compiuto.
    Tralasciamo il sollievo che provò quando rifiutò il suo aiuto col pollo, meglio così.
    Comunque sia alla fine uscì fuori aprendo la porta, probabilmente intenzionato a chiarire una volta per tutte la faccenda del piromane ma fu proprio in quel momento che Ssalar ricomparve a gamba tesa, piazzando un calcio in pieno viso che lo mandò dritto a terra.
    Fu talmente presa alla sprovvista dalla cosa che sbattè un paio di volte le palpebre, guardandola mentre tentava di tenere fermo Febh - con scarso successo tra l'altro - quando quest'ultimo riuscì ad afferrarla con una mano.
    Solo in quel momento tornò con la testa nella realtà, accorgendosi che aveva quasi totalmente ignorato le richieste della povera lucertola.
    Probabilmente anche fosse stata più attenta, non era sicura che avrebbe provato a colpirlo per fargli venire meno i sensi... Dopotutto non era affatto sicura che se l'avesse fatto, Febh avrebbe ancora accettato di portarla fino al Nibi.
    Vedendo com'era fatto probabilmente si sarebbe potuto risvegliare tanto contento, quanto incavolato nero.
    In ogni caso Ssalar provò a liberarsi emanando qualche scarica elettrica addosso all'Amministratore, il quale però non parve risentirne particolarmente.
    Non sembrava avere buone intenzioni nei confronti della buona lucertola, affatto, e quello che accadde di li a poco ne diede conferma. Ampiamente.
    Fosse stato per lei avrebbe anche voluto liberarla, quasi le faceva pena, però dubitava seriamente che Febh gliel'avrebbe permesso.
    Abbozzò un sorriso mentre se ne andavano lasciandolo nella scatoletta col pollo che girovagava, se non altro avrebbe avuto un compagno di giochi. Non molto intelligente ma sempre un compagno era!
    L'Amministratore finalmente iniziò a condurla verso il Nibi, tuttavia, come aveva già specificato prima quando si trovava nello sgabuzzino non aveva la minima intenzione di farlo rinchiudere dentro di lei al momento.
    Inutile dire come si accigliò a riguardo Nakora, mordendosi il labbro inferiore e rimanendo zitta. Iniziare a fare i capricci in quel momento non l'avrebbe aiutata, doveva trattenersi e casomai, forse, avrebbe potuto provare a parlargliene una volta dentro il luogo in cui era custodito.
    Ormai per quanto la riguardava la sua decisione l'aveva presa, e Febh stesso lo sapeva bene visto quanto aveva detto al Bosco, doveva solo dimostrare quanto realmente fosse intenzionata ad andare lontano pur di riuscirci, d'altra parte era stato l'Amministratore stesso a dirglielo e lei quelle parole se le era incise nella mente.
    In conclusione al momento non disse nulla, tuttavia come vide la porta un po' più in la... Beh, in quel caso non riuscì a trattenersi.

    Non so chi sia Sayaka, però... Diavolo l'attenzione per i dettagli. Non oso immaginare quanto ci sia voluto, però è bellissima!!

    In quel momento reagì come mai l'aveva vista Febh.
    I suoi occhi se avessero potuto, avrebbero preso a brillare tant'erano catturati da quella sorta di portale. La sua voce invece aveva lasciato ben intendere quanto le piacesse quella cosa così particolare.
    Non fosse stato che andavano abbastanza di fretta, probabilmente si sarebbe messa a chiedere i dettagli riguardo il suo funzionamento e tutto il resto. Adorava certi gingilli, se poi era vero quanto le aveva detto l'Amministratore, ovvero, che anche lui rischiava di lasciarsi dietro qualche arto a passare li dentro la sua curiosità e meraviglia non facevano che aumentare.
    Indubbiamente il sangue rappreso l'aveva notato, però non sembrava esserne infastidita o simili, era troppo presa da quella cosa indefinita. Certo Febh l'aveva chiamata porta, però considerando che era scavato nel muro non sapeva se era la giusta definizione a quel punto.
    Comunque sia dopo qualche istante riprese parola, e quell'annuncio catturò tutta la sua attenzione portandola così a mettere da parte il suo interesse per quel sistema di sicurezza.
    Si avvicinarono ad una porta di metallo apparentemente senza nulla di particolare che si trovava li accanto, e una volta infilata una chiave nella serratura la girò diverse volte, per poi poggiare una mano sulla superficie e fermarsi.
    Apparentemente non stava facendo nulla, e lei dal suo canto era così tanto impaziente da poter entrare che non ci fece caso al rumore - minimo - di sottofondo che fecero gli ingranaggi.
    Dopo qualche secondo spinse la porta, facendola entrare in una stanza anche questa a prima vista del tutto normale con al centro un piedistallo.
    Sopra di essa vi era un'urna decorata con estrema precisione e cura, erano tutte immagini del Nekomata.
    Già alla parte dei saluti Febh potè vedere chiaramente quanto fosse su di giri Nakora, difatti continuava a portare il peso prima da una gamba all'altra con una certa velocità, e come le disse che se voleva poteva toccarlo e avvicinarsi... Beh, in un istante si fiondò in avanti senza remore alcuna.
    Sembrava una bambina piccola che aveva appena visto il proprio sogno infantile realizzarsi, tant'è che vi girò attorno lievemente abbassata così da poterla guardare tutta fino a quando non si costrinse a darsi una calmata, tornando in posizione eretta e andando a toccare infine con una mano il contenitore stesso.
    Tuttavia... C'era qualcosa di strano.
    Non sentì assolutamente nulla.
    In quel momento il suo sguardo catturò un dettaglio apparentemente insignificante ma che forse poi così insignificante non era: una crepa.
    Si voltò verso Febh con aria interrogativa, pronta ad aprire bocca per chiedere qualcosa a riguardo tuttavia quello che accadde in seguito la spiazzò, facendole morire le parole in gola.
    Le pareti senza alcun preavviso avvamparono in preda a fiamme nere ed azzurre, e spostando lo sguardo un po' più in alto arrivò a scorgere quello che temeva fosse la causa di quel cambiamento improvviso.
    Non aveva una forma precisa, bensì sembrava quasi una gelatina informe ma nero pece.
    Tuttavia ci fu un minimo cambiamento che le diede conferma.
    Una sorta di viso con tanto di occhi e bocca, presero vita. I primi fissi su di lei, mentre appena tre parole furono pronunciate. Un saluto.
    Nell'istante successivo non capì più niente, l'oscurità avvolse l'intera stanza arrivando a travolgere persino Febh.
    Non fu capace di vedere o sentire altro, sicchè non sapendo come difendersi da quella cosa presto ne finì come inglobata, iniziando ad annegare in quel mare nero pece, incapace di respirare. I rumori e qualsiasi altra cosa ovattati come non mai, quasi fossero stati distanti centinaia di metri.
    Fu allora che tutto iniziò a cambiare, ancora una volta senza preavviso.
    Una dopo l'altra iniziò a vedere tutte le persone lei care, le quali morivano nei modi più terribili e violenti che la mente umana potesse immaginare.
    Incredibile come tutta quanta quella che era stata la sua fermezza fino a poco fa, in quel momento stesse venendo meno così facilmente.



    Prima di tutti vide sua madre, Oto in fiamme che veniva depredata e distrutta mentre stupravano le donne inclusa colei che era sangue del suo sangue.
    Un espressione vuota sul suo viso, un manichino senza più nulla in corpo vittima degli eventi che successivamente veniva impalato all'esterno, in bella mostra.
    Subito dopo toccò a Deveraux, lo rivide in mezzo al Bosco con i giaguari tuttavia questa volta gridava aiuto, di far smettere il dolore e che lo uccidessero. Quelle bestie lo stavano dilaniando senza pietà, mangiandolo vivo centimetro dopo centimetro. Lui legato a un tronco solo in biancheria intima, senza possibilità alcuna di muoversi o reagire.
    Infine toccò a sua sorella gemella, però forse fu proprio questo che l'aiutò.
    Vederla era come vedere sè stessa, quello che sarebbe accaduto al proprio futuro e cosa sarebbe diventata negli anni successivi.
    Certo sapeva che non era realmente lei, però in una situazione del genere questo non contava essendo fisicamente identiche.
    In cima a una rupe con Oto ancora in fiamme, cosparsa di ferite lungo tutto il corpo e che sanguinava copiosamente.
    Le vesti da ninja lacere in più punti, Yushino non sapeva combattere ma ci doveva aver provato.
    Si accasciò a terra in ginocchio, e onde evitare di vivere fino all'ultimo dovendo patire così quegli orrori tirò fuori un kunai e si tagliò la gola, cadendo esanime a terra. Il gesto di codardia più estremo che potesse esistere al mondo.
    Lei però non era così, non era quel genere di persona e lo sapeva bene!
    Cercò di aprire gli occhi in mezzo alle tenebre, sforzandosi più non posso mentre richiamava a sè stessa tutte quelle che erano state le sue motivazioni, la sua forza, provando a scacciare tutto ciò che vi era di negativo: la paura, la disperazione, la rassegnazione e via discorrendo.
    Non aveva fatto tutta quella strada per finire così, in quel modo dimenticata da tutto e da tutti come coloro che vi erano stati prima di lei.
    Aveva deciso che avrebbe fatto la differenza, e doveva riuscirci altrimenti non avrebbe più potuto guardarsi allo specchio.
    Quelle immagini, quelle visioni non erano reali. Non dovevano esserlo, e per tanto lei si rifiutava di accettarle e credervi.
    Se fossero state la realtà, avrebbe fatto modo di verificare lei stessa ma non avrebbe accettato a prescindere quello che le veniva mostrato.
    Arrendersi al destino? Al fato?

    Fammi il piacere... Non ho intenzione di accasciarmi in un angolo in silenzio nè tanto meno di farmi divorare senza reagire. Ho intenzione di imprimerti ben in testa che non ti lascerò fare quello che vuoi come gli altri che hai conosciuto, e se proprio devo finirò la mia storia provandoci.

    Cercò di aggrapparsi con tutta sè stessa alle poche ancore di salvezza su cui poteva contare, tuttavia non si fermò unicamente alle proprie motivazioni, no andò oltre.
    Richiamò alla propria mentre e a sè stessa tutti quelli che erano stati i ricordi più belli della sua vita, e soprattutto quei momenti durante i quali aveva ripetuto e promesso che ce l'avrebbe fatta contro il Nibi.
    Febh al Bosco, Deveraux all'Ospedale, in casa a sua sorella, sua madre e via discorrendo.
    Non doveva permettersi di cedere a tutto ciò che vi era di negativo in quel mare nero pece.
    Cercò di opporsi con tutta la lucidità che le rimaneva in quel momento, una fiammella nel buio più totale ma che cercava di espandersi, di tornare ad illuminare quell'ambiente che era il suo inconscio onde evitare di perdere sè stessa.
    Per sua sfortuna non era in grado di capire esattamente che cosa stava accadendo, considerando però il fatto che il Nibi era libero l'ipotesi più ragionevole era che se la volesse mangiare, dopotutto in confronto a Febh lei sarebbe potuto essere un pasto decisamente più rapido da consumare.
    Voleva richiamare il proprio chakra per fare qualcosa, tuttavia non conosceva niente che la potesse salvare in quella situazione e ormai non capiva neanche più dove si trovava, poteva solamente contare sulla sua mente e cercare in ogni modo possibile e immaginabile, di non farla collassare.
    Non doveva arrendersi davanti a quella realtà che le stava venendo mostrata, anzi anche fosse stato il prossimo futuro avrebbe quantomeno cercato in ogni modo di cambiarlo, dopotutto lei era stata così fin dall'inizio.


    La modifica è dovuta al fatto che ho litigato per un po' col codice della musica :sisi:


    Edited by Nevi - 30/9/2015, 14:19
     
    .
761 replies since 30/6/2006, 17:22   15408 views
  Share  
.