Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Nevi
        Like  
     
    .

    User deleted



    HrEKxIv
    Finalmente le sembrò di vedere un po' alla volta della luce, la catena che tirava l'ancora a cui si era attaccata scorreva inesorabilmente fino a che... Non si fermò nuovamente.
    Una voce spezzo il silenzio, e dal suo canto non ci mise molto a capire di chi si trattava.
    Il Nibi... Aveva visto giusto, stava provando a divorarla!
    Improvvisamente si accorse di essere in grado di vedere il suo corpo, notando di conseguenza anche la sua mano sinistra ormai trasformata totalmente in quella che doveva essere una parte del Demone.
    Sorrise amaramente quando notò quel dettaglio, quasi sollevata.
    A suo parere era un piccolo prezzo da pagare necessario per mantenere la sua mente intatta, tuttavia non poteva neanche permettersi di far passare troppo tempo altrimenti se avesse perso totalmente il corpo, allora, anche avere la mente intatta non avrebbe prodotto alcun risultato.
    Certo avrebbe continuato a vivere, però solo in parte e tra l'altro all'interno del Nibi, senza possibilità alcuna di essere udita da terzi e via discorrendo.
    Una fine peggiore della morte in un certo senso, in quanto sarebbe stata costretta a vivere per decenni, secoli isolata dentro il Demone.
    Non poteva permetterlo, doveva trovare un modo per porre fine a tutto quello.
    Vagò con lo sguardo ulteriormente, accorgendosi che in realtà riusciva a vedere tutto il suo corpo mentre intorno a lei vi era solamente oscurità, tenebra.
    Sembrava quasi che fosse il suo stesso corpo ad emanare quella tenua luce, così separarla in parte dal male che tentava di avvolgerla completamente, anzi era più corretto dire che tentava di inglobarla.
    Lei non era in grado di toccarle le tenebre che la circondavano, tuttavia quest'ultima poteva tranquillamente toccare la sua pelle e scorrervi sopra, lambendola.
    C'era un qualcosa di malato in tutto questo, inoltre anche il fatto che il Nibi stesso l'avesse chiamata "Violenza" lasciava ben intendere quanto potesse essere depravata e maligna la sua mente.
    La visione di quel momento cambiò nuovamente, facendole apparire innanzi sua sorella gemella. Tuttavia c'era alcuni dettagli che le fecero immediatamente capire di chi si trattava... Un altro dei suoi giochetti.
    Yushino era decisamente più matura del normale, anche il fatto che indossasse quell'abito nero così lungo lasciava ben immaginare l'età che potesse avere in quello stato.
    I tre dettagli che però le fecero capire immediatamente che si trattava di qualcosa di diverso a prima furono i seguenti: La gola tagliata in seguito alla visione precedente, le orecchie e soprattutto gli occhi dell'essere che aveva visto poco prima di finire in quell'incubo.
    La sua voce fu l'ennesima conferma, mentre lei tentava di rimanere calma per quanto possibile guardandolo tra lo sdegnata e il divertito. Chissà, forse quest'ultimo era per via del fatto che altrimenti sarebbe caduta totalmente vittima della disperazione, e in una situazione del genere non si poteva permettere di piangere, di avere paura e mettersi in un angolo a tremare.
    Non era facile, proprio per niente e lo sentiva chiaramente nel suo profondo, però era anche conscia che se non si fosse trattenuta, allora quelle stesse emozioni sarebbero state la sua condanna eterna.
    Ascoltò le parole del Nibi, impossibilitata dal muoversi mentre diverse scosse facevano tremare il mondo che circondava i due, questo però non sembrò essere abbastanza da impensierire la falsa Yushino.
    Quando fece per accarezzarla le venne istintivamente di ritrarsi, tuttavia non poteva e per tanto si sentì scivolare addosso quegli artigli gelidi.
    Si sforzò di tenere gli occhi aperti fino alle sue ultime battute, trovando in effetti ironico che il Demone le stesse rivoltando contro proprio le sue stesse parole di poco fa.
    La vita a volte sapeva essere veramente bastarda.
    Febh sconfitto? In così poco tempo? Non ci credeva, non lo riteneva possibile.
    Essere l'Amministratore di Oto voleva dire avere una forza praticamente pari a quella del Kokage, ed una persona del genere si rifiutava di credere che potesse essere uccisa in così poco tempo, indipendentemente dal fatto che fosse stato un Demone o meno il suo avversario.
    Non riuscì a rispondere nulla nè tanto meno a pensare altro, che nuovamente la sua coscienza si ritrovò assaltata dalle visioni a dir poco infernali che l'avevano torturata fino a qualche istante prima.
    Ricacciò con tutta sè stessa il dolore nel profondo, non si poteva permettere di urlare, lamentarsi... Non lo accettava!! Non avrebbe mai e poi mai dato una soddisfazione del genere al Nibi, piuttosto sarebbe morta dal dolore ma non lo avrebbe dato a vedere, costi che quel costi.
    Istintivamente fece per ricorrere ancora una volta ai pensieri che l'avevano salvata già una volta, però proprio quando stava per iniziare ecco che l'aggressione del Demone terminò tutto d'un tratto.
    Non riusciva a capire, che cosa stava accadendo? Prima non era stato così.
    Lentamente aprì gli occhi, ritrovandosi col respiro strozzato e una mano che la stringeva al collo. I piedi che non toccavano terra, segno inequivocabile che doveva essere sopra al terreno di diversi centimetri.
    Inizialmente offuscata la vista si fece più limpida e chiara, dandole così modo di vedere che colui che la teneva era proprio Febh. Anzi per esattezza era il Nibi che aveva preso il controllo di Febh, manovrandolo così ora a suo piacere.
    Nella mano libera notò con la coda dell'occhio che teneva un kunai insanguinato, e presto comprese che il dolore che sentiva lungo tutto il corpo derivava dalla moltitudine di ferite che aveva sparse addosso, in particolare braccia e gambe.
    Inizialmente non capì perchè mirare proprio in quei punti, dopotutto non aveva bisogno di immobilizzarla per ucciderla in un combattimento, purtroppo però come prese parola e la gettò a terra, facendole rinnovare così il dolore che provava, capì. Con sommo orrore ma capì.
    La terra fu scossa come da un rombo di un tuono, mentre le finestre delle case esplodevano e vedeva sua sorella sporgersi fuori per vedere.
    Il falso Febh iniziò ad avvicinarsi, conscio che era proprio quella persona colei che doveva far soffrire e uccidere innanzi ai suoi occhi.
    Istintivamente i suoi occhi saettarono prima dal Demone a Yushino ripetutamente, mentre in preda a dolori lancinanti faceva per alzarsi da terra con il petto carico di rabbia e risentimento, pensando che, costi quel che costi, non gli avrebbe permesso di toccarla.
    In un modo o nell'altro avrebbe dovuto fermarlo, evitare che tutto quello accadesse... Non poteva permetterlo dannazione!
    Tuttavia quel pizzico di lucidità che ancora risiedeva in lei la bloccò sul posto, portandola a pensare che anche volendo non avrebbe assolutamente potuto fare nulla per bloccarlo, il divario tra loro due doveva essere abissale.
    Strinse i pugni pensando su cosa fare, mentre ogni secondo che passava in più era un pezzo della vita della gemella che se ne andava.
    Poi si ricordò, si ricordò le sue parole... Capì il perchè di quelle ferite, come mai poco fa aveva detto che doveva fare di fretta e del motivo per cui aveva bisogno di far crollare anche quel suo ultimo piedistallo.
    Si lasciò cadere a terra, sospirando tranquilla e guardando Febh senza fare niente, serena con sè stessa.
    Prese parola con un tono privo di rabbia o risentimento, sebbene doveva comunque sforzarsi per mantenere il controllo su sè stessa, dopotutto non poteva essere sicura totalmente di quello che aveva appena ipotizzato però ci mancava poco.

    Tu stai perdendo. E' questa la verità, Nibi. Prima non ci avevo fatto caso, però ripensando alle tue parole adesso credo di averlo capito. Hai iniziato travolgendomi però ora che sto capendo le cose, non ci stai più riuscendo.

    Era il momento della verità.
    Se si fosse sbagliata, allora tutto quello che era il suo mondo avrebbe cessato di esistere all'istante, di conseguenza tutto quello che poteva fare era affidarsi a quella tenue speranza che illuminava, ancora adesso, il suo animo.

    Prima mi fai capire che te la vuoi prendere con calma, gustarti la cosa eppure ti sei smentito poco fa dicendo che avresti dovuto prendere il controllo su di me in fretta. Per questo ora siamo in questo... Luogo? Non so neanche come chiamarlo. Finchè ci sarà quella figura a fare da barriera e alzò il braccio indicando la gemella nonchè sè stessa Te non potrai prendere il controllo su di me, e proprio per questo mi hai ridotto così, in modo che potessi solamente guardare, senza la possibilità di fare nulla, impotente. Te volevi che mi abbandonassi alla disperazione, alla rassegnazione, che abbandonassi anche il mio ultimo baluardo di difesa.

    Forse per la prima volta da quando era cominciato tutto quello, prese seriamente coraggio pronta a giocarsi il tutto e per tutto senza timore alcuno.
    Avrebbe fatto valere non solo le sue motivazioni, bensì anche le ragioni che l'avevano spinta e la spingevano a percorrere la strada dei Dannati che molti guardavano con Timore ma allo stesso tempo, Reverenza.
    Voleva contrattaccare e l'avrebbe fatto, tuttavia non fisicamente bensì mentalmente. Quella era la sua coscienza, il suo mondo ed era lei la Regina Nera indiscussa di quella realtà.

    Ebbene non accadrà. Anzi sai cosa credo? Probabilmente è vero che stai controllando il mio corpo in questo momento, tuttavia... Non puoi combattere su due fronti attualmente, sbaglio o hai detto che non puoi mantenere una forma anche se libero? Il che probabilmente, vuol dire che sei indebolito. Scommetto che Febh ti sta fiaccando, e visto che sei costretto a scontrarti in contemporanea pure con me, qui, nella mia mente, non sei in grado di affrontare entrambe le cose contemporaneamente. Avanti Demone, prova a dirmi che sbaglio!

    Si oppose con tutta sè stessa e con tutto quello che le rimaneva in quel momento, guardandolo in cagnesco e giocandosi probabilmente quella che era la sua stessa esistenza.
    Se il suo discorso filava, se aveva ragione, se aveva fatto bene a provocarlo allora il vero inferno sarebbe cominciato in quel momento.
    Avendo visto parzialmente la sua natura furiosa e distruttiva, non si sarebbe sorpresa di vederlo accanirsi su di lei in ogni modo possibile e immaginabile, tuttavia... E se avesse sbagliato?
    Quello sarebbe stato il vero disastro, il vero incubo.
    Sua sorella sarebbe morta, sua madre pure, subito dopo sarebbe toccato a tutti quelli che la conoscevano finendo con la distruzione completa di Oto, e tutto per un suo errore di giudizio.
    Tuttavia, che altro poteva fare in quel momento? Niente, la forza fisica non l'avrebbe aiutata in alcun modo, poteva solo pregare gli Dei e sperare ardentemente, come mai aveva fatto in vita sua che aveva veramente capito e fatto centro.
    Se fosse stato quello il caso, poteva stare certo il Nibi che si sarebbe impegnata come non mai per tenerlo bloccato dentro la sua mente e ribaltare la situazione.
    Chissà forse la follia aveva iniziato a pervaderla, oppure, quello che aveva creduto fosse coraggio in realtà era niente di meno che la ghigliottina pronta a calare sul suo collo. In ogni caso l'avrebbe scoperto di li a poco, e non vedeva l'ora.
     
    .
761 replies since 30/6/2006, 17:22   15408 views
  Share  
.