Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

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  1. Waket
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    III - Fuga rapida



    Inaspettatamente (non molto a dire il vero, ma dato che il soggetto era Febh la cosa la colse alla sprovvista) lo Yakushi reagì verbalmente alle sue accuse, con qualcosa di sensato. La Vipera restò sbigottita per una sola frazione di secondo, reagendo subito dopo con altrettanta violenza:

    Ti ho chiesto SCUSA! Non l’ho fatto apposta, mi hai spaventata!! Dovevi aspettartela una reazione del genere!

    Solo dopo la sfuriata notò come il colpo aveva avuto effetto, riempiendogli la faccia di sangue. Per quanto gli Yakushi fossero famosi per la loro incredibile rigenerazione, la ragazza sussultò, preoccupata, correndo verso la scrivania per prendere un fazzoletto, imbevendolo con dell’acqua. Si sarebbe poi riavvicinata senza paura al suo capo, incitandolo ad abbassarsi appena, stavolta con un’espressione più dispiaciuta.

    Uhm, credevo che uno con i tuoi riflessi non si sarebbe fatto nulla. E’ colpa mia, fammi sistemare questo macello, su.

    Se avesse obbedito, gli avrebbe ripulito il viso con cura, premunendosi di non lasciare nemmeno una macchia. In caso contrario avrebbe pestato i piedi, lamentandosi del suo attuale aspetto.

    Non vorrai andare in giro tutto sporco in quella maniera?! Ho reagito d’istinto, te l’ho detto! Forza, fatti sistemare a dovere!

    Nel mentre, Febh avrebbe portato le sue attenzioni sulla nuova arrivata. Hebiko ascoltò la sua presentazione, intenzionata, una volta finito di occuparsi dell’Amministratore, di occuparsi personalmente anche della ragazzina, consapevole della scarsa voglia di lavorare del ragazzo corvino e dei suoi comuni incidenti che avrebbero potuto traumatizzare a dovere chi non lo conosceva per nulla. Inoltre la giovincella non sembrava avere il caratterino testardo della Vipera, perciò non era sicura di quanto sarebbe riuscita a tenere sotto controllo lo Yakushi tutta da sola.

    Oh, per i Kami… Ti ho chiesto scusa. Mi dispiace. Non volevo. E’ stato un incidente. Contento? Ora dimmi che modulo ti serve e vedrò di recuperarlo.

    Hebiko avrebbe gettato il fazzoletto nel cestino, mentre un brivido le corse lungo la schiena nell’udire la domanda di Febh: come aveva chiuso la porta da là?
    Non aveva vie di scampo, piani di riserva, né idee improvvise, se non quella di sfruttare la ragazzina come diversivo e la storia del modulo per svignarsela da lì. Prese fiato, preparandosi a gettargli addosso un fiume di parole nella speranza di confonderlo a sufficienza per portare la sua attenzione altrove:

    Ma che domande fai, perché tu come le chiudi le porte? Ascolta, non c’è tempo da perdere, questa dolce ragazzina ha bisogno del TUO prezioso aiuto, guarda qui, ha persino dei documenti con se, non intenderai forse ignorarla? Sta ponendo le sue speranze in te perché sa che sei l’unico in grado di darle una mano ad entrare nel difficile mondo degli shinobi. Non perdiamo tempo con discorsi inutili, io vado a prendere il tuo modulo, lei signorina si metta comoda, tu… tu fai quello che devi fare da bravo Amministratore, ed appena trovo ciò che ti serve porto un thè per tutti! D’accordo? D’accordo. Arrivo subito!

    Si spostò lentamente e con sicurezza mentre proseguiva col suo discorso, chiudendosi la porta alle spalle una volta uscita e dirigendosi a lunghi passi verso il luogo da lui indicato, per cercare il modulo, ma soprattutto per prendersi tempo e pensare ad una scusa. Lavorando così vicina a lui non poteva certo tenergli nascosto il suo miglior potere, ma doveva prima assicurarsi che la sua scomoda parentela non lo avrebbe portato a reagire in maniera insolita dal pacato Yakushi che conosceva.
    I suoi pensieri vennero distratti alla visione del loro staff, legato e probabilmente torturato da poco, che con sguardo terrorizzato fissavano la ragazza, che aveva appena messo piede nella stanza. Tutto era sottosopra, come se qualcuno avesse frugato ore alla ricerca di qualcosa, mentre gli impiegati sembravano provati ed alcuni feriti, seppur nessun ferito grave. Passò qualche attimo di interminabile silenzio, fino a che la voce stridula e sconvolta della rossa non lo interruppe, con un’unica ma fondamentale domanda:

    ...Ma cosa DIAVOLO è SUCCESSO QUI??
     
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