Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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    Con estrema lentezza Harumi allontanò la caramella dalle labbra, facendola sparire con un agile movimento delle dita tra le foglie del ficus di plastica in un angolo dell'ufficio. Le lucertole del consigliere avrebbero di certo ringraziato. Forse era per quel motivo che si ammoniva i bambini a non accettare caramelle dagli sconosciuti, rifletté la giovane. Peccato che dove veniva lei i dolci fossero una rarità di cui aveva raramente goduto e nessuno si fosse sprecato nel darle consigli di vita, anzi semmai il contrario. Avendo avuto gli snack con mosca gliele avrebbero fatte assaggiare a posta per farle un dispetto. Mentre ripensava ai non bei tempi andati venne interpellata da Febh. Alzando la testa, avrebbe rivolto il suo usuale sorriso indefinito, accentuandolo in per reggere il gioco al sarcasmo dell'uomo. Diritti morali... diritti... Ah, se non sbaglio ne ho letto qualcosa in un libro. Penso che siano illegali a Oto. Se stava scherzando, lo stava facendo terribilmente bene, tanto da dare l'impressione a Tasaki che fosse completamente seria e divertita mentre lo diceva. Annuì un paio di volte, in corrispondenza dei colpetti sulla fronte dello sventurato chunin. Esattamente, se non sei in grado di farti rispettare, è inutile che te la prendi con gli altri. Quella non era una bugia: valeva per tutti al Villaggio del Suono, dal più umile degli studenti al kage. La stessa ragazzina si era sudata il suo posto e anche quando era stata trascinata da eventi più grandi di lei aveva sempre fatto del suo meglio per rimanere a galla.

    Le due dita alzate da Harumi corrispondevano al prezzo che Tasaki avrebbe pagato per la sua insolenza, ironicamente sempre in dita. La kunoichi assunse un'espressione di lieve sorpresa, autentica, e dispiaciuta per il suo contributo involontario, questa più difficile da confermare o meno. Ops... Beh dai, sei stato fortunato che non abbia scelto i giorni della settimana. Osservazione corretta, ma di magra consolazione per il torturato. Lo sguardo di Febh la inquietò, anche se non lo diede a vedere. Probabile che il consigliere considerasse tutti, lì dentro, dei suoi giocattoli. E, in quanto tali, si sentisse autorizzato a romperli quando si stufava di loro. Verso di lui Harumi non provava nessun sentimento particolare, ma per lo meno lo rispettava e avrebbe fatto attenzione a non ritrovarsi al posto del chunin. Lei non aveva la sua fibra morale e temeva che le sue grida avrebbero allietato lo Yakushi anche di più di quelle di Tasaki. Ammetterà però che essere allenato da lei suona allettante. Cioè, si tratterebbe di imparare dal migliore! Una lancia spezzata in favore dell'uomo torturato, o una richiesta sottintesa? A Febh trarre le conclusioni. In ogni caso, da lì a poco la conversazione sarebbe stata interrotta dall'arrivo di un uragano, che, come tutte le tempeste tropicali, portava un nome di donna: Hebiko. Il consigliere, con lo stesso istinto di un animale che fiuta l'elettricità statica nell'aria, se ne accorse per primo, e di certo se fosse stato una lucertola sarebbe corso a rintanarsi in un antro oscuro e polveroso per fuggire alla sua furia.

    Con lo stesso impeto di una calamità naturale, la rossa consigliera del Suono spalancò le porte, ritrovandosi davanti ad una scena decisamente surreale e, fu subito chiaro, non di suo gradimento. Le sue parole, simili a pioggia battente, cadderò su tutti loro. Con lei fu relativamente clemente, sebbene gelida. Harumi affilò gli occhi per osservare la scena mentre la donna sbraitava. La Vipera del Suono era la stessa di sempre, prima alzava la voce e poi pensava. A sorprenderla fu più la reazione di Febh. Il suo sorriso amabile non venne mai meno, ma per un battito di ciglia gli angoli della bocca si sollevarono di più. Nessuno stava prestando attenzione a lei, con tutti gli sguardi puntati sulla consigliera, quindi difficile che qualcuno se ne fosse accorto. Ah, sembra che per fare del bene abbia finito per metterla nei guai, Febh-sama. Mi dispiace molto. Avrebbe fatto seguire le parole ad un piccolo inchino. La ringrazio per le ferie, signora, le userò per terminare i preparativi della festa d'inverno. Non mancavano molti giorni in effetti, e l'occasione capitava a fagiolo. Doveva andare nel Bosco dei Sussurri con Ashiro per trovare il ceppo di Yule, e rimanevano gli ultimi regali da preparare. I guanti per Eiatsu, che aveva sempre le mani fredde, erano a buon punto, mentre per Diogene stava ancora scegliendo la fantasia della sciarpa. Visto il suo duplice ruolo come capovillaggio e capoclan aveva pensato di intervallare il simbolo del Suono con quello dei Mikawa, ma doveva farsi aiutare da Yachiru a prendere le misure. Chi sa, se avesse avanzato tempo poteva confezionare qualcosa anche per Febh. Magari un bel cappellino con pon-pon finale. Doveva chiedere a Matsumoto di insegnarle anche quell'intreccio a maglia.

    Ed in effetti qualche settimana più tardi alla vigilia della festa il consigliere avrebbe trovato un pacchettino con il suo nome sopra la scrivania dell'ufficio. Avvolto in una carta sgargiante con tipici motivi invernali, un cappellino di calda lana, nero con una processione di lucertole dorate lungo il bordo ed un soffice batuffolo sopra. Sul bigliettino c'erano poche righe di auguri e la firma della giovane, ma in calce alla pagina si trovava un breve post scriptum. "Eiatsu è sempre impegnato, quindi se ha bisogno di una mano con le scartoffie o altro non esiti a chiamarmi, sa dove trovarmi". Restava da capire se l'amministratore avrebbe osato rischiare di incorrere nelle ire della collega, o se avrebbe ceduto all'allettante offerta.
     
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