Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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  1. Shinodari
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    Semplicemente... Ciao


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    Cosa si prova a ritornare nel luogo, che più di ogni altro, avevo imparato a chiamare “casa”?


    Un flusso di emozioni sommerse il mio animo. Nostalgia, commozione, allegria, senso di pace. Quest'ultimo sentimento, probabilmente, non era in tema con il villaggio, ma non mi importava.
    Se non mi fossi trovata a camminare in una delle vie più trafficate, avrei cominciato a saltellare da un piede all'altro, lasciando che l'euforia si impadronisse dei miei gesti. Sarebbe stato un quadro alquanto pittoresco, avrei attirato l'attenzione più del dovuto, ma...
    Eh, no... Troppi ma! Considerai, fermandomi di scatto.
    Ragazza ninja? Il mio compagno di avventura sollevò il muso nella mia direzione, fissandomi con aria interrogativa. Da quando avevamo lasciato il gate era rimasto accoccolato tra le mie braccia.
    Si era calmato, entrambi ci eravamo riappacificati con il mondo.
    Sai, Keima aveva ragione. Replicai, ripensando allo shinobi. Bisogna vedere la vita sotto un'altra prospettiva. Non importa se sono un tricorno maschio o l'ambasciatrice del pianeta Oscuria.
    Notai lo sguardo del cucciolo, che mi osservava con aria sempre più confusa. Quello che ha veramente valore è che sono ritornata. Non avrei mai dovuto andarmene, ma si fanno tanti sbagli quando si pensa di non avere più nulla per cui lottare. Mormorai a bassa voce.
    Dicevamo Ko? Gli scoccai un'occhiata penetrante. No, non avrebbe gradito. Vola Ko! Esclamai, lanciando il mio minuto amico in aria.
    Solievai le mie braccia verso il cielo, saltellando sul posto. SONO A CASA!!! gridai con quanto fiato avevo in corpo.
    Ragazza ninja, ma cosa... Lo vidi agitare freneticamente le ali per evitare di precipitare al suolo.
    Sono_a_casa

    L'istante successivo mi ricomposi, tentando di darmi un contegno. Dubitavo che sarebbe stato possibile, non dopo la mia esibizione.
    Con molta flemma mi incamminai lungo la strada, cercando di ignorare gli sguardi incuriositi delle persone che incrociavo lungo la strada.
    Per il mio imbarazzante spettacolo avevo scelto proprio una delle vie più trafficate a quell'ora del giorno.
    Non mi sarei stupita se avessi attirato l'attenzione più del dovuto. Non che fosse stata mia intenzione girare tenendo un basso profilo. Non all'interno delle mura. Non sapevo se la voce del mio ritorno si sarebbe sparsa, non sapevo neanche se questo avrebbe avuto una qualche rilevanza. Troppi anni mi separavano da quella che ero stata un tempo, dalle persone che conoscevo, dai miei amici.
    Svoltai in un vicolo per raggiungere una strada secondaria. Ko mi volava accanto, stranamente silenzioso.
    Mi fermai, approfittando di un momento in cui il passaggio delle persone si era diradato.
    Ti starai chiedendo il motivo del mio improvviso sbalzo di umore. Esordì, poggiando la schiena contro il muro e rivolgendo lo sguardo verso il cielo.
    Io lo definirei più un attacco di follia acuta, ragazza ninja. Non mi sfuggì la sfumatura risentita nel tono della sua voce.
    Suppongo tu abbia ragione, se vediamo la cosa dal tuo punto di vista. Considerai, percependo il refolo d'aria proveniente dallo sbattere delle sue ali.
    Perché esiste un altro punto di vista?

    Distolsi lo sguardo da quell'azzurro privo di nuvole, seguendo il suo volo. Lo vidi planare, posarsi sopra un basso muretto a poca distanza da me.
    Valutare la vita da una prospettiva differente, può infondere coraggio, il coraggio di ritornare sui propri passi. Riflettei con una punta di malinconia.
    Avevo perso il conto delle volte che ero fuggita da una realtà che non riuscivo a gestire. Avevo amato, avevo sofferto, avevo rinchiuso le mie emozioni, il cuore si era spezzato in così tanti frammenti, che avevo creduto di non riuscire più a ricomporlo.
    Avevo lottato, avevo seguito il mio credo a dispetto di tutto, avevo cercato di dare un futuro diverso ad un luogo che stava rinascendo dalle proprie ceneri, ma non era quella la strada... Oto non poteva dimenticare la sua identità, non poteva cancellare il sangue da cui era nata la nuova generazione di shinobi. Il villaggio era ombra, eppure io credevo nella sua luce, anche se si fosse trattato di un flebile bagliore.
    E questo contrasto, che non ero più riuscita a gestire, non dopo aver perso troppe persone a me care, mi aveva portato ad abbandonare la lotta, gli ideali, a fuggire da coloro a cui volevo dare una speranza.
    Il coprifronte, che avevo indossato per tanti anni, macchiato del sangue di chi desiderava un futuro, era l'emblema che, alla fine, si era trasformato in polvere.
    Un simbolo non dovrebbe etichettare la nostra personalità... Questo era quello in cui avevo sempre creduto, eppure riflettendo, negli ultimi tempi, mi ero resa conto che un simbolo aveva la forza di unire animi diversi, di donare uno scopo, che andava oltre la propria vita. Un diverso punto di vista... una differente realtà...
    Era il motivo per cui ero ritornata, uno dei motivi. Avevo lasciato troppe cose in sospeso, non avevo voluto vedere attraverso lo sguardo degli altri, ostinandomi a pensare che la mia visione pacifica fosse la più adatta.
    Adatta per chi? Non per uno shinobi, non per gli abitanti di un villaggio dal passato intriso nel sangue e nell'odio.
    La situazione era cambiata durante la mia assenza, non sapevo se in positivo, potevo solo sperarlo.
    Quello che desideravo veramente era proteggere Oto, la sua gente, non desideravo per loro un futuro in catene, una vita da misere cavie di qualche sperimentatore folle. Però...
    Si, c'era un però...
    Adesso ero disposta al compromesso. Potevo essere sia luce sia ombra. Potevo andare incontro ad una differente visione, non avrebbe snaturato il mio essere medico, il mio voler preservare la vita, la mia promessa. Ko ne era la prova. I suoi genitori non me l'avrebbero affidato, se non avessi giurato sul mio essere un guaritore prima che un ninja.
    Rivolsi un sorriso al cucciolo acciambellato, che si stava crogiolando al sole.
    Quando hai finito di perderti nei tuoi pensieri, mi daresti una delle pietre luccicanti che ti porti dietro? Ho fame! La sua era una protesta, accentuata dal brontolio del suo stomaco.
    D'accordo, ma rammenta che stanno per finire. Dopo dovrai accontentarti di piatti meno preziosi. Frugai nella tasca, astraendo una minuscola manciata di pietre semi preziose. Il dono di ringraziamento per aver aiutato degli amici in difficoltà. Gli porsi la mano con i frammenti di gemme.
    La rapidità con cui ingurgitava il cibo, mi lasciava sempre divertita.
    Mi fissò con un'aria speranzosa.
    Scossi la testa.
    No, non ne puoi avere altre. Era un tono di voce che non ammetteva repliche, ma era complicato con un cucciolo che ti teneva il broncio. Ko, sul serio, non posso procurarmi quel tipo di materiale facilmente come fanno i tuoi simili. Non accennava a darmela vinta. Sii ragionevole. Non ho idea se abbiamo ancora una casa o ci toccherà dormire all'addiaccio. Non era facile fare da tutrice ad un cucciolo di drago. Per favore, mi sono bastate le crisi adolescenziali di Ryutsuki, non mettertici anche tu. Per fortuna qualcuno era maturato negli anni, ma non potevo paragonare la sua crescita a quella di Ko. I draghi restavano cuccioli per molto tempo.
    Mai io ho fame... Sei crudele, ragazza ninja.
    No, non era corretto quello che stava facendo. Non poteva farmi sentire in colpa, non ora. Avevo ancora qualcosa da fare, prima di dargliela vinta.
    E quella cosa la stavo procrastinando da quando avevo messo piede all'interno del villaggio.
    Sospirai.
    Non potevo fuggire per sempre da lui.
    Ko, senti, facciamo così. Risolvo una certa questione in bre... nel tempo che servirà e poi andiamo a mangiare in uno dei locali. E visto che ci siamo, invitiamo anche Keima.
    L'espressione stralunata, che si dipinse sul suo muso, mi strappò una risata.
    No, non sono impazzita. Mi affrettai a spiegare. Devi sapere che mi sento in colpa. L'ho trattato molto male al gate. Eppure la prima volta che ci siamo incontrati, avevo fatto di tutto per proteggerlo dai metodi di insegnamento... feb... otesi. Mi corressi al volo.
    Febotesi? Che significa? Non ho mai sentito questo termine.
    Non aveva tutti i torti.
    E adesso che mi invento? Febotesi è un modo di dire che si usa qui ad Oto... Mi scontrai con la sua aria dubbiosa. Il febotese è un tutore per quelle persone che hanno bisogno... di una... guida... per essere inseriti nella società. Questa l'avevo sparata grossa. Febh aveva un concetto tutto suo di “vita sociale”.
    Guarda che a me non sembra sia servito con Keima. Considerò il mio piccolo amico.
    In effetti.
    Non sempre è un metodo funzionale. A volte basta lasciare che la persona segua la propria strada.
    Ko era ancora più scettico.
    Ti sei resa conto che ha versato il sale dietro di noi, dopo averti salutato?
    Ah si? assunsi un'espressione innocente. Non me ne ero accorta. Non ho gli occhi dietro le spalle. E anche se fosse? Alla fine ha mostrato una certa... empatia... Ok, molto distorta, ma non era il caso di puntualizzare. E poi tu come avresti fatto a vederlo?
    Sono un drago. Che voleva dire tutto e niente. Sospettavo che avesse sbirciato, mentre lo tenevo in braccio.
    D'accordo, ne riparleremo più tardi. Ora che ne diresti di andare prima che chiudano l'amministrazione? Esordì, cominciando ad incamminarmi lungo la via.
    Eh? Non starai dando la colpa a me del tuo ritardo, vero?
    Finsi di ignorarlo.
    Ragazza ninja! SHINNY!
    Sentii lo sbattere delle ali e la successiva pressione sulla mia spalla destra, che conoscevo fin troppo bene.
    Hai ragione, ma ho paura... Ko... Ho paura di incontrarlo. Mormorai, fissando la traversa, che avrei dovuto imboccare.
    E perché mai? Non siete amici?
    Un tempo, ora non lo so. Gli ho affidato la gestione del villaggio perché mi fidavo di lui... Mi fido di lui... Perché gli avrei affidato la mia vita... Perché era al mio fianco... Ma ora, dopo tutti questi anni senza dare mie notizie... con che coraggio mi presento davanti a lui? Ammisi.
    L'amicizia si distrugge così facilmente tra voi umani? Non è in grado di superare gli ostacoli?
    Aveva ragione, però...
    Non c'era anche lui quando ti hanno salvata?
    Si, c'era... Il gruppo di Shaina mi aveva trovata per primo, ma lui era venuto a cercarmi.
    Di cosa hai paura Shinny?
    Di cosa ho paura?
    Di perdere qualcuno che avevo dato per scontato. Solo perché lui c'era sempre per me, sin dal nostro primo incontro, perché sapeva strapparmi un sorriso anche quando ero triste, perché non mi aveva abbandonato... Io cosa avevo fatto per meritarmi tutto ciò?
    Avevo tradito la sua fiducia.

    Per quanto cercassi di seguire un percorso tortuoso, per quanto fingessi di non ricordare la sua ubicazione, alla fine mi ritrovai davanti all'edificio. Non era esattamente lo stesso stabile che ricordavo, ma restava pur sempre la sede amministrativa.
    Forse si tratta solo lavori di ammodernamento. Non saltiamo subito a pericolose conclusioni. Se il Kokage l'ha riconfermato, non può essere stato così disastroso. Sapevo di mentire a me stessa.
    Mi avvicinai cautamente, trattenendomi dall'usare qualcuna delle mie abilità.
    Dovevo essere positiva.
    L'edificio sembrava reale, non una qualche facciata di cartone o un'illusione ben realizzata.
    Eh no, non ci provare! zittii la vocina che mi ricordava di agire da ninja.
    Io mi fidavo di Febh. E se volevo recuperare la sua fiducia, dovevo essere io a fare il primo passo.
    A proposito di primi passi. Per qualche motivo faticavo a varcare la soglia. Era come se infinite e pesanti catene mi avessero bloccata suol posto.
    Inspirai profondamente, lasciando andare l'aria tutta d'un fiato.
    Entrai e mi guardai attorno. La planimetria era cambiata, in caso contrario avevo un serio problema di memoria.
    Cercai la prima persona a cui poter chiedere dove potessi trovare l'amministratore Febh.
    Rilassati Shinodari, che cosa potrà mai accadere?




    Edited by Shinodari - 21/9/2021, 10:31
     
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761 replies since 30/6/2006, 17:22   15412 views
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