Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

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    ::: Ritorno da Kumo :::

    Era la decisione migliore, me ne convinsi strada facendo. Ancora di ritorno, richiamai a me uno dei fidati corvi...c'era una missiva da recapitare e non avevo un minuto da perdere. Su quel fronte non dovevo far altro che aspettare tuttavia c'era un'altra situazione di pari importanza da sistemare e vestiva i panni di un minuto ragazzo con gli occhiali.

    Passai prima alla villa e aspettai una notte, utile per raccogliere le forze e avvertire i miei due più fidati compagni sul da farsi. Anche loro convennero che la soluzione migliore sarebbe stata "giocarsi" quella carta: dopotutto la missione era in cantiere da tempo e quella poteva essere l'occasione giusta per prendere due piccioni con una sola fava. Ovviamente ci eravamo accertati della validità della soffiata: Hisagi ed Etsuko avevano partecipato alla missione nell'Aunaorch e confermato la notizia. Eiatsu si mostrò estremamente interessato alla cosa; e come biasimarlo: avremmo potuto testare il frutto di giorni di lavoro in laboratorio. Anche Omoi aveva le sue buone ragioni per seguirmi in un'impresa del genere: per anni si era occupato della protezione e gestione dei beni più preziosi che Oto custodiva e ritornare a fare ciò per cui era stato addestrato lo rendeva più vivo che mai! Si, sarebbe stato come con il Nibi!
    Con il sunese che avremmo recuperato strada facendo, se tutto fosse andato secondo i piano, al team mancava solo un elemento e io avevo già scelto l'uomo adatto ad occupare quel posto.

    Febh era già all'oscuro di molti movimenti ad Oto ma non avvertirlo della situazione con Kumo poteva essere un grande errore. Mi serviva il suo aiuto per sistemare le cose e, con un po' di fortuna, sarei riuscito a sfruttare il suo potere per i miei scopi senza fargli capire poi molto. Non che fosse stupido ma quel ragazzo viveva in un mondo tutto suo...basti pensare che ogni notte dormiva in uno sgabuzzino grosso quanto l'ingresso del bagno della mia camera da letto. Da folli no? Non conoscevo personalmente Ogen e la sua fama era ben nota in tutta Oto ma non era concepibile che uno dei ninja più forti del continente sottostasse a certe assurde regole Yakushi. Preparai la lettera, utilizzando la carta proveniente da Suna e rendendola credibile ad un lungo viaggio, e di buon'ora mi diressi al palazzo centrale.

    Toc Toc

    Non entravo in amministrazione da almeno un paio di anni ma non mi sarei sorpreso di trovare quel posto nello stesso identico stato, se non peggio qualora fosse umanamente possibile, dell'ultima volta. Con Febh, d'altro canto, ci eravamo salutati non molto tempo prima a seguito degli accadimenti del palazzo della Vipera...ma meglio non mettere in mezzo quella faccenda, avevamo deciso di congelare quella situazione fin quando avremmo avuto le idee chiare su cosa fare. Il villaggio aveva praticamente vissuto da dopo Kabuto senza una vera guida...attendere qualche settimana in più non sarebbe stato un problema per le sorti del Suono. Quella faccenda, invece, aveva il potenziale per farlo e proprio quell'animo sarei dovuto stare attento a non far emergere dalle mie parole; bisognava spalmare quelle informazioni a piccole dosi per contenere ogni eventuale reazione dello Yakushi:

    " Febh, una lettera da Suna. La manda il marmocchio coi capelli rossi...hanno un problema grosso e ci chiedono urgentemente aiuto per risolverlo. Il 4 code è fuori controllo e hanno il timore che possa attaccare il villaggio da un momento all'altro. Pare che non abbiamo le forze per rimetterlo in gabbia. Che facciamo, rispondiamo alla chiamata? "

     
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    [Momenti Strategici]

    Prima che il Guardiano potesse bussare, avrebbe udito delle voci oltre la porta. Almeno tre voci, intente a parlare di una qualche strategia in maniera concitata. Non ha senso schierare così le truppe, te ne renderai conto, voglio sperare! La voce di Febh, squillante e fastidiosa come sempre, era accompagnata dal suono di un pugno che batteva sul tavolo. Inutile servo, le mie armate di lucertole possono spazzare via le difese di questi ninja di Kumo come se nulla fosse. Gli rispose una voce femminile dallo strano timbro, decisamente non umana: possibile che fosse una delle evocazioni dello Yakushi? Si, ma se le disponi a quel modo finiremo per essere scoperti qui nel territorio meridionale, lo vedi? Uhmpf! Una lucertola vale dieci dei tuoi Genin! Ehm...ehm...sSSscusSSsate ma anche sSSsul lato di Taki ci sSSsono problemi, vedete là quel gruppo di sSSspadaccini? Non abbiamo ninja abbasSSstanza abili per fermarli e... Questa era sicuramente una lucertola. Bah, là ci metteremo qualcuno con jutsu elettrici: riuscirà a tenerli a bada in attesa di rinforzi, il problema è che ci attaccano su più fronti, specialmente a Kumo e... HO GIA' DETTO CHE KUMO E' AFFAR MIO, MISERABILE PLEBEO! E IO TI HO GIA' DETTO CHE UNA DIFESA COME QUESTA E'... Ma in quel momento Diogenes fece il suo ingresso, scoprendo la verità su quella discussione tanto accalorata.



    Oh... Febh aveva un bicchiere pieno di dadi in mano, una manciata di pedine a forma di ninja e carri e stava davanti a due lucertole, una blu ed una verde, sopra al tavolo su cui stava una plancia di Ninjiko! Uno dei giochi di strategia più famosi dell'intero continente. Oh...ehm, stavamo, ehm...discutendo...ehm. Guardò le lucertole in cerca di aiuto, ma quella verde sembrava intimidita dalla comparsa del Mikawa e cercò di nascondersi dietro un soprammobile (un ridicolo serpente di roccia) mentre quella blu alzò gli occhi al cielo. Persino dei villani invadenti! Ah, non parteciperò mai più a questi cosiddetti "giochi", Yakushi! Addio! Con una nuvola di fumo entrambi i rettili, così come il gioco da tavolo, sparirono nel nulla, lasciando solo un Febh Yakushi, indefesso amministratore (o perlopiù "fesso") del tutto senza argomenti. Eh...beh...uhm...preparativi. Preparativi per le battaglie a Kumo. Non stanno andando tanto bene, sai? Abbozzò un timido sorrisetto, conscio di aver appena collezionato una pessima figura.

    Poi scorse la lettera. MA evidentemente hai cose più urgenti di cui parlare! Cambiare argomento era uno dei suoi principali talenti. Saltò a sedere sulla scrivania, fingendo che non fosse successo niente. Sentiamo, di che si tratta? Ascoltò attentamente. Una lettera da Hoshikuzu? Abbiamo fatto una missione tempo addietro. Una missione che non è andata tanto bene. Mormorò, con un momentaneo velo di serietà. Serietà che andò crescendo quando il Mikawa spiegò il contenuto della lettera. Quindi abbozzò un lievissimo sorriso.

    jpg

    Mi stai chiedendo di andare a caccia di scimmie giganti?



    Non una battuta che sarebbe rimasta negli annali, ma sembrava che Febh non aspettasse che qualcuno gli permettesse di dirla, una volta nella sua vita. I suoi occhi brillavano di eccitazione all'idea di una simile avventura. Va bene amare il relax, ma una battuta di caccia grossa come quella doveva assolutamente vederla!

    Edited by Febh - 29/8/2015, 18:29
     
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    "Truppe" ? "Scoperti" ? "Rinforzi" ? "Attaccati su più fronti" ?! Poteva mai essere che Kumo avesse già iniziato l'attacco? E che ne era stata della parola data?! Un brivido di eccitazione mi percorse la schiena; per quanto stavo cercando di appianare il conflitto l'idea di viverlo in pieno mi faceva uscire fuori di testa. D sembrava uno shinobi potente e chissà il Raikage che rivale poteva essere...ma no, no! Non era il tempo di tirare fuori la bestia. Sicuramente c'era una spiegazione più che logica per quella discussione che sentiva tra Febh e le sue evocazioni...evocazioni...non sarà mica che...?

    E già, stava giocando a qualche ridicolo gioco a fare la guerra! il mio animo si riempì di un misto di delusione e rasserenamento che, alla fine, prevalse sull'altro sentimento portandomi a dire:

    png

    " Mi rincuora che l'amministratore sia preparato al peggio e si alleni sulla tattica. Magari qualche giorno facciamo una partita io contro di te...le tue lucertole non mi sembrano in grado di grandi imprese strategiche."

    Dissi ironicamente, mentre mi sedevo ad osservare quelle miniature, ma con l'intenzione di vedere il lato positivo e maturo della faccenda: dopotutto la tattica era proprio quello e, nel momento storico che stavamo vivendo, serviva più di ogni altra cosa; prepararsi al peggio non era affatto un attiva idea.
    Febh non poteva saperlo, ma passavo le ore a "giocare" con i miei modellini in legno e interrogarmi con gli altri dell'associazione su come allargare l'impero di Oto. Ora nello scenario erano entrate altre forze e vincere la partita sarebbe stato ancora più complicato.
    Per un momento mi frullò anche l'idea che Febh poteva essere pronto per sentirsi dire certe cose ma poi, ripensando al ridicolo costume con il quale si era presentato all'incontro segreto per il Kokage, decisi che sarebbe stato meglio aspettare un altro po'. Magari questa storia del 4 code avrebbe potuto aprire nuove porte.

    In ogni caso, come preventivato, lo Yakushi si dimostrò eccitato dalla missione, al ché sfruttai la palla al balzo per pigiare il piede sull'acceleratore e passare alla fase organizzativa della spedizione...avevo solo due settimane e Suna era lontana.

    " Risponderò al jonin della sabbia immediatamente. Intanto io avrei già pensato al team: Omoi è il nostro esperto di demoni al villaggio ed Eiatsu è in grado di estrarre o sigillare qualsiasi cosa che riguardi il chakra. Io e te saremo la prima linea e poi c'è Hoshi che ricordo essere un ottimo supporto a distanza...Se sei d'accordo ordino loro di prepararsi e possiamo partire anche tra un paio d'ore. Doveraux è alle mura e Goyo è con lui...a meno che il Raikage non si presenti alle porte del villaggio dovremmo poter partire sereno, no? ahahah "

    Quanta verità si celava dietro quella battuta.
    Ah, quelle bende? Mica si può pensare di uscire dal Palazzo della Vipera tutto intero...a meno che non si è uno Yakushi ovviamente.

     
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    [Preparativi per la Caccia]

    Febh glissò alla grande sui commenti relativi al gioco da tavolo, concentrandosi piuttosto sulla lettera e sulle successive preparazioni. Oh, io non ho praticamente niente da fare. Fece spallucce, candidamente evitando di guardare in direzione dell'enorme cesto in un angolo che conteneva le "pratiche urgenti". Ma dobbiamo proprio portarci dietro quel musone di Omoi? Preferisco Keima, e questo è tutto dire, se conti che quell'idiota occhialuto pensa che ogni evento avvenga per colpa degli alieni! Sbuffò. Ma come vuoi...spero solo che lui ed Eiatsu stiano ben lontani dall'azione o rischiamo di sprecare un sacco di energie per difenderli, sai quanto me che non sono all'altezza di un Bijuu. Invece un cretino che giocava con i carroarmatini lo era. Il mondo era proprio un posto strano.

    Certo, lasciare l'intera baracca sulle spalle di Devecoso non sarà proprio il massimo, ma avere Hoshi di nuovo come alleato sarà interessante. Lui usa i tornadi, e quando qualcosa ruota su sè stessa io posso fare cose che nemmeno immagini, altro che semplice supporto. Combinando le loro rispettive capacità, Febh e Hoshi potevano generare una potenza stratosferica. Piuttosto ultimamente ho qualche problemino con la tecnica del richiamo. Confessò. Diciamo che c'è stato un minuscolo ed insignificante incidente diplomatico quando un tizio che vendeva pop-corn mi ha dato il resto sbagliato ed ora i pezzi grossi sono offesi. I pezzi grossi tra le lucertole dico. Sospirò. Ma ti pare che si sono offesi perchè ho richiamato re, regina e principi per intimidire un poco quel disonesto di un venditore di pop-corn? Aggiunse, come a cercare una qualche approvazione. Va detto che il venditore di pop-corn ora era in ospedale psichiatrico dopo che tre colossali lucertole gli erano comparse davanti guidate da un venditore infuriato per un resto di due ryo che non tornava.

    Flashback



    Tu invece come sei messo? Accennò alle ferite. La spada e le donnole sono a posto? Sospetto che un Bijuu senza ospite sia abbastanza povero in termini di strategia ma possa compensare con la forza bruta...ci servirà ogni supporto possibile. Hoshi ha i suoi cani coccolosi, ma niente di gigantesco...corriamo il rischio di finire schiacciati dalla semplice differenza di stazza. Non che per lui fosse un problema. Potremmo provare a farci mangiare e farlo esplodere dall'interno! Disse quello che poteva evitare gli acidi digestivi, poi si fece pensieroso. Sennò...se avessimo un'arma di grandi dimensioni potrei trasformarla in un serpente gigante...ma il problema è dove trovarla. Grattò la testa, sollevando di nuovo lo sguardo su Diogenes. Ma poi...dove sta questo 4 code? Non dirmi che dobbiamo buttarci in mezzo al deserto, spero! Sgranò gli occhi: aveva pessimi ricordi di quel periodo, soprattutto per quanto riguarda un boschetto in cui aveva avuto un incubo abbastanza spiacevole.
     
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    " Si Omoi è un po' ostile a volte, ma che pretendi da uno cresciuto senza affetti in una scuola per ninja dotati e destinati alle squadre speciali? Già è tanto che provi qualche sentimento...e magari, ritornando a fare quello per cui è stato cresciuto, può rivelarsi un compagno meno pesante da gestire. Comunque si, da quello che ricordo contro il Nibi è stato sempre lontano dalla scena ma i suoi jutsu di protezione e confinamento saranno indispensabili...se è vera questa storia che più il numero di code aumenta più sono forti e feroci non sarà una passeggiata. "

    Dissi prendendo in mano una di quelle macchine di assedio in plastica e costatandone la mediocre fattura.
    Sapere poi dell'affinità delle tecniche del rosso con lo Yakushi non potè che strapparmi un beffardo sorriso; avevo visto Febh cosa era in grado di fare con le sue "rotazioni" e di certo combinare questo dono con la portata stratosferica dei fuuton di Hoshi ci dava quale possibilità di affrontare il demone senza un supporto di pari stazza...già, realizzare che Febh non potesse evocare i suoi lucertoloni rappresentava forse un problema per la missione. Sapevo che Hoshi non disponeva dei suoi Fennec, Eiatsu non era riuscito a recuperare anche quelli, e io e le donnole, dopo gli accadimenti di Iwa, avevamo rotto i legami definitivamente. Raijuu avrebbe mosso mari e monti pur di combattere nuovamente con un cercotero...ma ormai non si poteva tornare indietro. Inoltre non ero riuscito ancora a domare "l'altro" e quindi alla domanda di Febh non potei che dare brutte notizie:

    " Pare allora che dovremmo cavarcela con le nostre forze. Quel simpaticone di Omoi ha trafugato qualche sapere nelle terre del fuoco, le catene degli Uzumaki pare siano belle grosse. Se riusciamo a ferirlo, poi ci penserà il mio sangue a domare la bestia".

    jpg

    Parole cariche di euforia e tensione...molti non lo sapevano, ma i Mikawa non erano affatto da temere per la potenza del loro jutsu o per la loro sovraumana forza, quanto per l'innato istinto di controllare qualunque cosa avesse per loro interesse e farla diventare un loro burattino.

    " Le specifiche della missione penso c'è le darà Hoshi una volta giunti a Suna ma lì è tutto deserto Febh, non mi meraviglierei del contrario. Cosa ti aspettavi, una gita tra le montagne di King Kong?"



    CITAZIONE
    OT / Cadaveri scelti: Sayaka, Amanimaru, Akashi Mikawa / OT
     
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    [La partenza]

    Beh speravo quantomeno un pò di ombra...e magari acqua. Febh fece un lungo sospiro. Dovrò portarmi un bottiglione d'acqua, ma almeno saranno contente le lucertole dei Vulcani, quelle adorano la siccità. L'idea di partire per Suna non lo allettava per niente, visto che le ultime volte gli era sempre capitato qualcosa di brutto: una volta si era svegliato con uno squarcio in pancia mentre andava, un'altra un tizio si era fatto saltare per aria durante una riunione, l'altra ancora aveva finito per restare coinvolto con il clan delle Danzatrici. Suna mi ricorda di cose veramente spiacevoli... Era anche l'ultima missione in cui aveva accompagnato Shinodari come guardia del corpo, prima di partire assieme per l'Albero bianco, ed quel particolare pensiero lo fece accigliare un poco: non era esattamente un nostalgico ma decisamente gli mancava l'amministratrice dagli occhi viola. Principalmente perchè almeno lei sapeva fare quel mestiere, a differenza sua.

    Tornò a Diogenes, scacciando quei pensieri. Catene degli Uzumaki? Mai sentito niente del genere, ma comunque non credo che ferirlo sarà un problema. Poi piegò le labbra, dubbioso. Un attimo, ma ce l'hanno il sangue? Cioè, possono essere feriti fisicamente o sono solo puro chakra? Sai, ho sempre sfidato Jinchuuriki, mai la bestia libera. Fece spallucce. Comunque se Hoshi saprà darci qualche informazione extra non avremo problemi. Male che vada potremmo scappare sotto la sabbia, ma tra noitre credo che possiamo benissimo tenere a bada una scimmia troppo cresciuta. Già aveva qualche idea per combinare il Senpuuton con le Rotazioni, e lui e Hoshi avevano già lavorato bene di concerto alle miniere di Grimdad.

    Si alzò dal tavolo battendo una volta le mani. Bene allora! Ci vediamo al tuo Gate fra due ore, pensi ti basti per prepararti? Io devo giusto allestire il mio sostituto e raccogliere un pò di roba. Con un cenno del capo indicò una sagoma di cartone appoggiata accanto ad un mobile (difficile notarla se non la si cercava espressamente), quindi mostrò la porta a Diogenes, cominciando a fare a mente l'elenco delle cose da portare. Mi chiedo se non convenga la camicia in stile tropicale o magari gli abiti da beduino...uhmm...l'ultima missione nel deserto riguardava la roccia del Teschio, quella che sembra un papero, e c'erano quelle banditesse sciroccate vestite da marinaretta... Scosse il capo. Spero solo che stavolta sia meno surreale...davvero.

    E detto da lui voleva dire parecchio.

    PROSSIMA FERMATA: SUNA!
     
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  7. Nevi
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    9hCk363
    Ormai era passato un po' di tempo dagli ultimi eventi che l'avevano coinvolta, non chissà quanto ma comunque si poteva dire tranquillamente che di certo si era presa il suo tempo per sistemare alcuni affari personali, difatti pochi giorni fa era tornata da Kiri e doveva ancora decidere cosa farci con le informazioni ottenute in quel luogo da Ankato.
    Tuttavia quel giorno era diverso, non si stava dirigendo all'Amministrazione per motivi inerenti al suo passato, bensì perchè riteneva di essere pronta per chiedere a Febh quanto le aveva promesso quella volta al Neko.
    Se la ricordava chiaramente quella nottata a dir poco infernale per tutto quello che era successo: l'esplosione, i morti, i loro pezzi sparsi in giro, il bosco, i giaguari e via discorrendo.
    Istintivamente abbassò lo sguardo sul braccio dove quel serpente l'aveva morsa in quell'occasione, massaggiandoselo con l'altra mano.
    Sorrise flebilmente, divertita.
    Erano stati tutti quanti piccoli sacrifici necessari, e se ve ne fosse stato bisogno non avrebbe esitato a ripeterli ancora e ancora, non si sarebbe fermata pur di raggiungere quello che desiderava.
    Era stato Febh stesso a dirglielo dopotutto con il discorso che le aveva fatto, e lei di certo non se l'era dimenticato.
    No anzi l'aveva tenuto ben a mente, imprimendoselo nella testa così da ricordarselo ogni volta che le fosse venuta la tentazione di scegliere la strada più facile o simili.
    Sospirò brevemente lasciando ricadere entrambe le braccia, morbide, lungo i fianchi mentre alzava lo sguardo sulla strada davanti a sè che portava fino all'Amministrazione.
    A differenza delle altre parti di Oto quella via nello specifico non era chissà quanto trafficata, dopotutto era anche comprensibile.
    In pochi andavano da Febh e se ci andavano comunque non era per questioni futili, anche perchè probabilmente se qualcuno avesse provato a scocciarlo con un qualcosa di stupido ma che non fosse soprattutto di suo interesse... Beh, non le riusciva difficile immaginare che fine avrebbe fatto il poveretto.
    Ancora se lo ricordava in camicia da notte che sparava ordini a destra e manca in mezzo alle fiamme, e per poco non le venne da ridere.
    Comunque la si volesse guardare un immagine del genere, risultava pur sempre comica ripensandoci in quel momento.
    Aumentò leggermente il passo così da fare più in fretta.
    Si era alzata di buon ora a dirla tutta, sia perchè già di suo era abituata a dormire quanto bastava e sia perchè i pensieri riguardo quella scelta l'avevano tormentata per tutta la notte, all'incirca.
    Dopotutto niente era certo, non poteva sapere cosa avrebbe detto l'Amministratore in risposta alla sua richiesta nè tanto meno come sarebbe andata a finire in generale la storia.
    Però non poteva ripensarci proprio ora, rimangiarsi le parole non era da lei e di sicuro se l'avesse fatto se ne sarebbe vergognata a vita.
    Meglio provare e fallire tentando, che non fare nulla e scappare via direttamente.
    La giornata pareva promettere bene per il momento, il cielo era azzurro limpido e senza nuvole di sorta in vista, mentre il sole picchiava su tutti i cittadini di Oto.
    Giusto una lieve brezza e il fatto che le temperature ultimamente si fossero leggermente abbassate, aiutava a far sì che il clima attuale fosse gradevole al punto giusto.
    Dopo alcuni minuti di camminata - contando che il luogo non era poi così vicino a casa sua - arrivò innanzi all'edificio.
    Alzò appena un attimo il capo verso l'alto, guardandolo con un sopracciglio inarcato prima di riabbassare lo sguardo ed entrare.
    In effetti che lei ricordasse non vi era mai stata in quel luogo, era assai più probabile che i suoi genitori avessero avuto a che farci.
    Salì fino al piano dell'ufficio di Febh, e una volta davanti senza pensarci due volte bussò con forza.
    La sua voce in contemporanea si fece ben udibile e il tono pacato.

    Sono Nakora, la ragazza di quella volta al Bosco dei Sussurri e del Neko. Devo parlarti Febh!

    Avrebbe aspettato alcuni istanti giusto per sentire un eventuale risposta, in caso contrario sarebbe comunque entrata così da vedere se era effettivamente li o meno.
    In ogni caso il dado era tratto, e ora non poteva più tirarsi indietro.
    Era nervosa? Forse.
    Lo dava a vedere? Decisamente no, all'apparenza sembrava più scazzata che altro detto sinceramente.


    Edited by Nevi - 19/9/2015, 22:13
     
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    [Aspettative e Realtà]

    Forse Nakora si aspettava un grande ninja la cui sola presenza faceva tremare le fiamme delle candele e vibrare i vetri. Forse si aspettava quel leader furioso che a fronte di un attentato aveva promesso di scatenare l'inferno. Forse si aspettava quegli occhi carichi di determinazione tanto freddi da gelare il sangue nelle vene.

    Non sapeva che Febh Yakushi era *così* solo per brevi momenti.



    A due, quasi tre settimane dall'attentato e dalla sparizione della videocassetta, dopo un periodo in cui anche solo avvicinarglisi risultava pericoloso per la salute, l'Amministratore di Oto era lentamente riscivolato nella sua oziosa e sconclusionata routine, lasciando la concentrazione e l'impegno in secondo piano, ben nascoste nei recessi della sua mente per quando sarebbero potute tornare utili. Non c'è da stupirsi quindi che quando la kunoichi aprì la porta si ritrovò di fronte ad un vero e proprio disastro: fogli e fogli di pratiche inevase che riempivano ogni angolo libero, un'amaca appesa tra due pareti con un cuscino che aveva l'aria di essere stato utilizzato un bel pò di volte, una pianta che implorava miseramente di morire per la troppa incuria e, per finire, Febh Yakushi, Amministratore di Oto, seminudo con una lucertola sulle spalle ed un ventaglio di carte in mano, mentre palesemente stava perdendo ogni suo avere in una partita di poker contro un pollo.

    Letteralmente un pollo. Il volatile stava là, chiocciando e scegliendo ogni tanto una carta tra quelle che aveva davanti e scambiandola con quelle del mazzo, gettando poi delle Fiches sul piatto in maniera apparentemente casuale. Intanto Febh brontolava come un ossesso: Assurdo assurdo assurdo. Quel pollo è morto anni fa, tu sei suo figlio e sei persino più bravo di lui? Assurdo assurdo assurdo. Io te lo dicevo di non giocare, deficiente! Lo rimproverava la lucertola. Ci avevi messo un secolo a disintossicarti e ora sei andato a cercarti il figlio del Pollo? Quello era invincibile! Taci! Taci! Non poteva esistere il Pollo! Doveva essere solo un'anomalia, uno scherzo del fato! Con questa partita lo avrei dimostrato ed avrei avuto la mia rivincita ed invece è EREDITARIO! Bah, sei un caso disperato, demente! Febh tremava tanto che sembrava potesse stracciare le carte che aveva in mano, e si accorse di Nakora solo un momento troppo tardi: indossava solo le mutande (dei ridicoli boxer con immagini di lucertole e note musicali) ed una sciarpa viola. Eh? Fece appena in tempo a dire prima di trasalire

    jpg



    Arrossì come poche cose nel mondo prima di sbottare. MA MA MA NON SI BUSSA? NON VEDI CHE SONO... Ma come giustificarsi a quel punto? Inoltre lei aveva bussato e persino urlato ma lui era troppo concentrato sulla partita che stava perdendo per badarci. ...che sono... Il rossore se possibile aumentò di intensità mentre organizzava una inutile arriga difensiva. Alla fine si limitò ad afferrare il tavolo e ribaltarlo, mandando per aria fiches, carte ed il pollo che prese a starnazzare e svolazzare per tutta la stanza. Era come un tornado di pratiche "urgentissime", di piume e carte da gioco, mentre la pesantissima scrivania in legno massiccio veniva ribaltata con un boato poderoso e probabilmente crepando anche il parquet del pavimento. FUGA!

    CRASH


    Approfittando della confusione Febh si gettò dalla finestra infrangendo i vetri, ma se anche la Kunoichi fosse andata a guardare fuori non lo avrebbe poi visto per la strada o sulle pareti degli edifici...dove poteva essere scappato?

    Ehm ehm... Una voce avrebbe forse attirato la sua attenzione: la Lucertola era ancora là, verde-azzurra ed ogni tanto attraversata da una piccola scarica elettrica, aveva occhi grandi e stranamente umani, un pò come la rossa Ssalschnell che la ragazza aveva incontrato ai tempi dell'attentato, anche se questa qui sembrava avere un carattere del tutto differente. Non so se riuscirai a raggiungerlo in velocità...ma quando fa così di solito va a nascondersi nei sotterranei dell'amministrazione. Sospirò. La lucertola sembrava enormemente seccata di dover fare da segretario all'Amministratore, specie dopo quella scena patetica. Io comunque sono Ssalar...si può sapere cosa volevi da quel povero deficiente? Inclinò la testa in maniera molto umana nel porre la domanda, ma era evidente dal tono che non aveva alcun rispetto per l'Amministratore...oppure che era talmente in confidenza da poterlo insultare liberamente ed essere insultato a sua volta.

    jpg



    Il pollo intanto continuava a correre per la stanza, come appunto farebbe un pollo spaventato. Cosa che era.
     
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  9. Nevi
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    HrEKxIv
    Va bene che la prima volta che l'aveva visto era in camicia da notte.
    Va bene che indossava occhiali senza lenti.
    Va bene che ogni tanto agiva in modo non del tutto normale.
    Però mai e poi mai si sarebbe potuta aspettare in vita sua, di vedere Febh fare certe cose.
    Quelle cose nel particolare.
    Visto che nessuno aveva risposto, aveva preso l'iniziativa ed era entrata: non l'avesse mai fatto.
    Si fermò quasi appena entrata nella stanza come vide l'Amministratore, anzi nello specifico come vide lui, il tavolo, la lucertola e quel pollo.
    Inutile dire che il suo sguardo andò ripetutamente dalle mutande che indossava, al suo viso che in quel momento non era neanche voltato dalla sua parte.
    No perchè era talmente preso dalla sua attività, che non si era nemmeno accorto del fatto che una ragazza lo stava guardando con fare interrogativo.
    Nello specifico focalizzò il suo sguardo in basso, sui disegnini e il colore di quelle mutande, accigliandosi anche e sbattendo le palpebre per poter vedere meglio.
    Fatto sta che si accorse a sua volta che Febh l'aveva notata quando rialzò gli occhi sul suo viso, incontrando i suoi occhi e notando come fosse diventato rosso pavonazzo.
    Furono una serie di interminabili secondi durante i quali i due si fissarono, interrotti forse giusto dai versi del pollo che sembrava più interessato a continuare la partita che stava vincendo.
    Lei non seppe esattamente che cosa dire, e per fortuna(?) ci pensò Febh stesso a rompere il ghiaccio.
    Inizialmente urlò, chiedendo perchè non avesse bussato tuttavia come arrivò al punto di dover dare un nome alla sua attività, beh, si bloccò non sapendo più cosa dire.
    Nakora dal suo canto lo fissò ancora incerta non capendo se era tutto uno scherzo, un genjiutsu oppure la realtà dei fatti.
    La risposta le fu chiara quando l'Amministratore reagì fisicamente.
    In un istante la scrivania fu ribaltata con tutto quello che vi era sopra, pollo isterico compreso, e in mezzo al botto provocato dal tavolo massiccio sul terreno sentì di sottofondo le finestre venire rotte.
    Seriamente era scappato dalla finestra pur di non farsi vedere in mutande? Cioè, nel senso... COSA?!
    Rimase per diversi istanti ferma dov'era, senza nemmeno provare ad affacciarsi, impalata nello stesso punto di prima con le spalle rivolte alla porta da cui era entrata.
    Deglutì rumorosamente salvo poi piegare leggermente il capo di lato, guardare il pollo, il tavolo, le fiches e dire una singola parola.

    ... Eh?

    Cercò di metabolizzare quanto aveva appena visto, fatto, anzi visto e basta a parte il fatto di essersi concentrata in particolare sulla biancheria intima dell'Amministratore.
    Un silenzio innaturale ricadde all'interno dell'Ufficio, forse per la prima volta nella storia da quando Febh aveva preso posto dietro quella scrivania.
    Ignorò totalmente il pollo demente che sbatteva contro le pareti, magari le diceva bene che si suicidava da solo lanciandosi fuori dalle finestre.
    Stava per scoppiare a ridere in maniera isterica, incontrollata, quando una voce la frenò riportandola alla realtà.
    La lucertola di prima si trovava ancora li con lei, e con fare cordiale le si rivolse cercando di aiutarla come poteva.
    Non la interruppe ascoltando quanto ebbe da dire, salvo poi sospirare e lasciarsi cadere indietro, buttandosi così sdraiata sul pavimento, tra piume e cartacce.
    Dopo quella scena le stavano venendo seri dubbi su quale fosse lo scopo della sua esistenza al mondo, se addirittura un pollo poteva diventare un milionario giocando a carte lei che era?
    Tirò su col naso come una bambina, per poi poi sorridere e prendere parola.

    Ssalar, mi spieghi perchè indossa mutande con i vostri disegnini e io sono sdraiata tra i residui di un pennuto misti a quelli di carte e fogliacci? Non so, improvvisamente ho dubbi anche sul mio cibo preferito.

    Rimase in attesa di una risposta per qualche istante, salvo poi riscuotersi all'improvviso e tornare seduta.
    Si era appena ricordata il motivo per cui era andata li, e doveva muoversi a raggiungere Febh allora e spiegare alla lucertola che cosa era venuta a fare li quel giorno.
    Si passò appena le mani sul viso, così da togliersi di dosso quell'espressione inebetita per poi tornare seria.
    Allungò il braccio verso Ssalar, il palmo della mano aperta così che potesse arrampicarsi e salirle sulla spalla. Non aveva tempo da perdere.

    Io mi chiamo Nakora, piacere mio. Comunque ne dubito di esserne in grado purtroppo, Ssalar, sono giusto una Genin. Vista la situazione ho bisogno che mi accompagni fino ai sotterranei allora, c'è una cosa alquanto importante che devo fare oggi con il nostro Amministratore.

    Ammise guardandolo seria come non mai, salvo poi alzarsi una volta che la bestiola si fosse arrampicata su di lei.
    Incredibile come quella scena fosse stata in grado di farle dimenticare tutto quello, però d'altronde l'aveva decisamente scombussalata.
    Anche perchè solo in quel momento stava realizzando quanto fosse stato un evento più che unico vederlo serio, com'era capitato a lei.
    Sospirò allungando un braccio e prendendo per il collo il pollo che in quel momento stava passando vicino a lei, bloccandolo stretto tra le sue dita all'altezza del collo.
    Gli avrebbe riportato il suo compagno di giochi.

    Hai presente il bel gattino che tenete rinchiuso qui con voi? Se non ricordo male è proprio il Nibi. Diciamo che ho deciso di adottarlo e farlo mio. Una volta per tutte.

    Quelle furono appena le ultime parole prima che uscisse fuori dalla stanza correndo a rotta di collo verso i sotterranei.
    Prima iniziavano, prima sarebbe giunto al termine tutto.

     
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    [Nakora e Ssalar]

    SSsi lui fa quesSSsto effetto di sSSsolito. La lucertola fece spallucce, come se fosse abituato...anche se era strano vedere un quadrupede fare quel gesto con le spalle, segno che era stato sicuramente influenzato, negli anni, dal comportamento umano. Una volta sSSshinodari, la vecchia amminisSSstratrice risSSschiò il ricovero in psSSsichiatria...e Febh era sSSsolo la sSSsua guardia del corpo. Zampettò fino a raggiungere la ragazza e salirle sulla mano e sul braccio. Hai già avuto a che fare con noi lucertole? Chiese, stupito forse dal movimento che offriva un appoggio al rettile. Comunque, l'idiota ora sSSsarà da qualche parte nel sSSsotterraneo a piangere e meditare vendetta contro qualcuno o qualcosa. C'era un ché di rassegnazione nel suo tono. PosSSSso portarti da lui, comunque...ed in ogni casSSso sSSsolo Febh è in grado di aprire la porta che conduce al Bijuu. Quindi alzò gli occhi al cielo. Ed è asSSSsurdo che posSSSsano anche sSSsolo aver pensSSsato di dare a LUI il controllo di una cosSSsa cosSSsì pericolosSSsa!

    jpg



    Intanto che scendevano le scale, come da indicazioni della lucertola (che era anche un ottimo lasciapassare per qualunque guardia) il rettile, palesemente annoiato, le chiese: E come mai vorresSSsti proprio il gatto a due code? Ha mangiato i sSSsuoi ultimi portatori. Letteralmente! Il sSSsuccesSSSsivo aveva sSSsbranato parte del precedente, finchè non ha persSSso del tutto il controllo e Febh lo ha ricatturato. Alzò gli occhi al cielo. Una delle poche volte in cui ha fatto sul sSSserio! Ad ogni modo in quesSSsto villaggio di matti a caccia di potere io non posSSSso decisSSsamente giudicare nesSSSsuno, quindi arrangiati.

    Svoltato un'angolo nei sotterranei trovarono uno sgabuzzino chiuso davanti al quale un impiegato madido di sudore stava cercando, con evidenti tic agli occhi, di mantenere una voce calma mentre parlava con qualcuno all'interno. Amministratore...esca da là, perfavore. Un pò ovattato dalla porta blindata si udì la risposta secca, col tono di un bambino che faceva i capricci: NO! A-amministratore...in quel magazzino ci sono...ehm...oggetti molto infiammabili... La sua voce divenne un filo quasi inaudibile ...gli ultimi materiale infiammabili in attesa di essere spostati lontano da...ehm...da lei. NO! Amministratore...la prego...esca... L'impiegato piangeva con l'evidente aria di chi sta per superare il baratro della follia pura. Mi avete anche sequestrato i fiammiferi, e comunque l'ultima volta era stato un incidente che poteva capitare a chiunque! Si...ma una scintilla...può sempre...capitare... Toh, è un accendino quello? L'impiegato rimase di sale, con occhi sgranati e capelli bianchi prima di stramazzare al suolo. Strano...deve essere difettoso, non si accende...

    L'IDIOTA STA PER FAR SALTARE DI NUOVO IN ARIA L'AMMINISTRAZIONE!!! Ssalar saltò dalla spalla di Nakora al muro, salendo in verticale fino ad una presa d'aria. VAI ALLA PORTA! PRENDI TEMPO E DISTRAILO! RACCONTAGLI QUALCOSA, QUALUNQUE COSA, PARLAGLI DEL NIIBI O DI TE, BASTA CHE LO TIENI IMPEGNATO, IO VADO A FERMARLO PRIMA CHE DISTRUGGA TUTTO DI NUOVO! DANNATO IMBECILLE DECEREBRATO CHE NON E' ALtro io lo faccio secco. Ssalar era scomparso nel condotto di aerazione: stava a Nakora salvare la situazione!
     
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    Il suo sguardo andò a posarsi diverse volte sulla lucertola, stupita dai suoi gesti così umani.
    Non aveva le parti fisiche adatte ovviamente per potersi esprimere al meglio come un umano vero e proprio, tuttavia il comportamento ricordava decisamente quello di una persona qualunque.
    Sicuramente aveva passato molti anni in compagnia di Febh, anche perchè altrimenti non si sarebbe spiegata quel suo modo di fare così strambo per una lucertola.
    Quando sentì della vecchia amministratrice non si sorprese più di tanto, considerando quanto aveva appena visto c'era da aspettarsela una cosa del genere. Chissà che cosa aveva combinato a quella povera donna, quasi le faceva pena.
    Comunque sia iniziarono a scendere i piani uno dopo l'altro, giusto qualche volta all'inizio provarono a fermarla quando dovette accedere all'area più sottostante del palazzo, tuttavia come videro Ssalar e questi spiegò loro in due parole la situazione la lasciarono passare senza problemi.
    Se non altro poteva affermare che la sicurezza nell'edificio dell'amministrazione era presente, per quanto la sua ripetuta distruzione non dava di certo una buona immagine delle guardie.
    Nel mentre Ssalar le porse qualche domanda riguardo il Nibi vista la sua affermazione precedente, c'era da aspettarselo non essendo una cosa che accadeva tutti i giorni.
    Concordava sul fatto che fosse da folli dare il controllo di quel Demone a Febh, però aveva anche visto com'era quando si trattava seriamente e dubitava avrebbe fatto scemenze in merito al sigillo del gatto a due code.
    Almeno ci sperava.
    Sospirò con questi pensieri in testa, prima di volgere l'attenzione dagli scalini innanzi a sè alla lucertola sulla sua spalla.
    Rispetto alla sputafuoco che aveva conosciuto precedentemente, questa si stava rivelando essere completamente diversa. Certo aveva immaginato qualcosa a riguardo visto il colore diverso, però mai si sarebbe aspettata delle differenze così nette.
    Non era facile spiegare il motivo per cui desiderava quella bestia così ardentemente, dopotutto non era unicamente per il potere. Anzi se doveva essere sincera, quello era l'ultimo dei motivi per quanto la riguardava.
    Prese parola sorridendo con aria mesta, prima di tornare con lo sguardo sulla strada da fare onde evitare di inciampare e cadere di faccia lungo le scale.

    Lo so Ssalar, però non mi importa sinceramente di quante persone ha ucciso. Non nel senso negativo della cosa almeno, vedi, il fatto che sia stata in grado di liberarsi dei propri domatori per così dire non fa altro che renderlo più affascinante. Inutile che ti dica quindi quanto mi faccia impazzire l'idea di poter essere quella che l'ha ridotto al suo controllo una volta per tutte.

    Non si sarebbe stupita se la lucertola l'avesse ritenuto un discorso senza senso o addirittura folle, era conscia di quanto potesse suonare strano tuttavia non le importava.
    Aveva le sue motivazioni e di certo non le avrebbe cambiate, nè ora nè mai.
    Comunque sia proseguì nel discorso, continuando nel mentre ad addentrarsi nelle profondità del palazzo.

    Il punto è che non voglio qualcosa di facile. Dov'è il divertimento se quello che vuoi, puoi ottenerlo senza troppi problemi? Andando nel pratico, si tratta come di scegliere le mele più buone, le migliori. Quelle ai rami più bassi chiunque ci può arrivare, però hanno un sapore abbastanza semplice, comune. Quelle in cima invece pochi vanno a coglierle, tuttavia sono infinitamente più buone di quelle che si trovano in basso.
    Non ti nascondo inoltre che sono anche incuriosita, noi sappiamo così poco sui demoni e soltanto sigillandone uno dentro di me, potrò scoprire di più, e non accetto che questo demone siano altri oltre il Nibi.


    Mentre diceva quelle parole si poteva tranquillamente vedere quanto fosse seria, più che convinta delle proprie parole.
    Le persone normali probabilmente avrebbero detto che era fuori di testa, però non dava peso a simili problemi.
    Per quanto la riguardava potevano dire quello che volevano, lei avrebbe continuato dritta per la sua strada costi quel che costi.
    Aveva deciso dall'inizio dell'Accademia che il Nibi sarebbe stato suo, e nessuno gliel'avrebbe impedito o si sarebbe messo in mezzo, non l'avrebbe permesso.
    Preferiva di gran lunga morire provandoci che rinunciare e prendere un'altra strada, lei voleva fare la differenza rispetto al passato, creare una spaccatura nera con gli eventi di anni fa e dimostrare che era in grado di riuscire dove altri avevano fallito.
    Comunque sia dopo un po' arrivò nel punto designato grazie alla guida di Ssalar.
    Arrivò proprio giusto in tempo per scoprire che vi era una situazione tragica in atto.
    Febh si era chiuso dentro il ripostiglio dov'erano tenuti esplosivi, sostanze infiammabili e tutte quante quelle belle cose che al minimo contatto col fuoco avrebbero fatto esplodere non solo i presenti, bensì tutto l'edificio.
    La cosa peggiore? A giudicare da quanto detto dall'impiegato li presente, questa non sarebbe stata la prima volta che l'Amministratore faceva un danno del genere.
    Si apprestò alla porta, avvicinandosi mentre vedeva il ragazzo li davanti crollare a terra in preda ad una crisi isterica probabilmente.
    Non si curò di spostarlo, semplicemente ci camminò sopra per poi calciarlo via così da avere spazio davanti alla porta.
    Anche Ssalar sembrava essere andato nel panico, e questo per lei fu estremamente strano considerando che anche quand'era stato colto in flagrante con Febh nell'ufficio non aveva reagito chissà come.
    Saltò via dalla sua spalla andando così ad arrampicarsi su un muro, risalendo fino ad una presa d'aria per poi scomparirvi all'interno non prima di averle detto di prendere tempo in un modo o nell'altro.
    Parlare del Nibi dubitava avrebbe prodotto risultati, considerando la situazione e avendo visto com'era normalmente. Non ci avrebbe fatto minimamente caso a parole del genere!
    Iniziò a sudare freddo mentre cercava rapidamente una soluzione, vagando con lo sguardo da una parte all'altra di quella stanza per poi soffermarsi su quello che forse poteva essere la soluzione: Il Pollo.
    Immediatamente lo sbattè senza ucciderlo contro la porta, facendolo iniziare a strillare come poteva fare solo una bestia terrorizzata per poi prendere parola e rivolgersi a Febh dall'altra parte.
    Il tono tranquillo e amichevole, per quanto fosse possibile vista la situazione.

    Febh!! Sono Nakora, la ragazza di prima! Senti che ne dici di uscire fuori e lasciar perdere? Insomma, lo sappiamo tutti che può capitare anche a un bambino di far esplodere un edificio no? E poi voglio dire, lo senti il Pollo? Eh? C'è la partita da finire, te sei il più grande amministratore di tutti i tempi, c'è chi tiene addirittura i tuoi poster in camera!

    Stava dando fondo al suo caricatore di cazzate del momento, inutile dire come stesse correndo la sua fantasia.
    C'era solo da pregare gli Dei che nessuno sentisse le sue prossime parole, altrimenti avrebbe fatto prima a seppellirsi!
    I suoi occhi intanto continuavano a schizzare dal pollo con fare assassino, assirucandosi che facesse ancora i suoi stupidi versi così da farsi sentire alla porta davanti a lei.

    Insomma se lui muore poi non potrai sfidare i suoi figli! E un banale Pollo non può di certo batterti! Anzi facciamo una cosa! Gioco anche io con te, lo battiamo in due tanto nessuno saprà mai nulla, a costo di finire io in mutande questa volta! Però per favore, ho bisogno di te! Solo te puoi farmi da maestro per il Nibi e farmi accedere ad esso!

    Stava esaurendo le idee però non voleva fermarsi li, non poteva considerando qual'era il rischio se non fosse stata in grado di prendere tempo.
    Tuttavia era anche vero che doveva mettere un freno a tutte quelle bugie ad un certo punto, dopotutto anche Febh se avesse esagerato avrebbe capito ad un certo punto che erano fandonie.
    L'ultima idea che le venne in mente fu quella riguardo l'accendino, poi preferì non dire altro onde evitare di farlo scazzare una volta per tutte.

    Anzi se ora esci e andiamo a fare sta cosa del Nibi, ci penso io a portarti i fiammiferi ogni volta che ti vengo a trovare e me lo chiedi. Mia sorella lavora in un negozio dove vendono anche accendini! Te dimmi come lo vuoi e te lo faccio avere! Altro che quel coso difettoso!

    Ora c'era da sperare che tutto andasse per il meglio, non sapeva più che inventarsi.
    Ssalar doveva darsi una mossa, una volta finito di parlare se ancora non si fosse deciso a uscire di li Febh era altamente probabile che tutti i presenti sarebbero finiti sotto le macerie del luogo.

     
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    [La sala del Nekomata]

    Domatori? La lucertola alzò un sopracciglio, come se la parola non fosse quella che si sarebbe aspettato. In sSSsosSSstanza è una quesSSstione di Orgoglio...beh, in quesSSsto Villaggio non è poi una cattiva strada da sSSseguire. Non aggiunse altro, mentre il duo raggiungeva il luogo della tragedia greca che costò un piccolo ictus all'impiegato otese. Ssalar sparì nel sistema di aerazione mentre Nakora, sola contro quell'abisso di follia chiamato Febh Yakushi, si trovava a dover improvvisare "qualcosa" davanti ad una porta metallica.

    Eh? Nakora? Si potè quasi sentire il rumore delle guance dell'amministratore che arrossivano, tanto era evidente la reazione. Non sto mica cercando di far esplodere l'edificio! Questo è il palazzo della MIA amministrazione! A quanto pareva aveva dirottato l'imbarazzo nella reazione rabbiosa. Il che era comunque un buon metodo per prendere tempo. Semplicemente questa è una stanza e qui c'è un accendino, ma non sono mica così maldestro da far cadere l'accendino acceso in quella tanica col simbolo del fuoco o nella cassa dei fochi d'artificio! Replicò punto sul vivo, battendo una mano contro la porta metallica. E' successo solo una volta per puro caso, mica sono un piromane! Che razza di idee! Intanto il chiocciare del pollo si fece più intenso, attirando l'attenzione dello Yakushi su ciò che avveniva oltre la porta. Ehi! Il padre di quel pollo è sopravvissuto ad esplosioni e guerre tra ninja, non penso che un incidente, che comunque non avverrà, come l'esplosione dell'Amministrazione potrebbe fermarlo, e poi...

    E poi Nakora toccò il punto fondamentale del semplice ma deviante ego dello Yakushi: il narcisismo. Oh...beh, non ricordo di aver posato per dei poster ma sono certo che ci siano immagini eccezionali di me mentre conduco Oto verso la gloria e poi... Improvvisamente si accigliò. Ehi, no un attimo, io non ho bisogno di aiuto per battere quel pollo a Poker! E poi...Maestro per il Nibi? Io ho promesso che ti portavo a vedere il vaso, mai detto che saresti stata il prossimo Jinchuuriki! Non ricordi la parte del...E PERCHE' CONTINUI A PROPORMI ACCENDINI? NON SONO UN PIROMANE, IO... Spalancò la porta assai irritato proprio mentre Ssalar si lanciava in soccorso della sanità mentale di tutta Oto, sferrandogli un calcio volante che mandò lo Yakushi dritto disteso a terra. FERMATI IDIOTAAA!

    jpg



    E ora devi far presto! Legarlo è inutile e la maggior parte dei narcotici non funzionano, quindi prendi qualcosa di pesante e sbattiglielo in testa finchè non perde i sensi! Ignora il sangue e...GACK! La lucertola venne interrotta da una mano dell'amministratore che gli si serrava intorno al corpo. Inutilmente cercò di inondare il ninja con la sua elettricità, che tuttavia non causò danni particolarmente rilevanti. Tuuuu. Traditooore. Sorvoliamo su cosa accadde a Ssalar, e ignoriamo anche le voci che girano su di una scatola di latta bloccata da una enorme roccia nei sotterranei da cui arrivano richieste di aiuto strazianti e passiamo oltre. Il Pollo era stato liberato nei sotterranei. Tanto quello sopravvive sempre. E Febh e Nakora si erano diretti alla porta che celava il Niibi, con l'amministratore che doveva aver approfittato della sua fuga per recuperare qualche abito.

    Sia chiaro, una chiacchierata e via. Potrai vedere il sigillo e farti un'idea. Non se ne parla di mettere il Niibi dentro una novellina, senza contare che rischieresti solo di farti mangiare viva. Comunque la porta è quella! Estese una mano per indicare, poco più avanti, un arco scavato nel muro e decorato con dei denti di dimensioni colossali che si gettavano all'interno, sovrastati da un teschio e, a ben guardare, sporchi di sangue rappreso. Brividi, eh? Quel sistema di sicurezza lo progettò Sayaka, e persino io ho difficoltà a passare là in mezzo senza lasciar dietro qualche arto.

    demon_gate



    Si era fermato davanti ai denti famelici, con le mani poggiate sui fianchi, quindi fece un respiro profondo. Vabbè, ora entriamo dal Niibi. E si spostò lateralmente verso una porta di metallo del tutto anonima che stava qualche metro più in là. Infilò una chiave nella serratura, la girò tre volte e poi posò una mano sul metallo per alcuni secondi, apparentemente senza far nulla, anche se forse un udito fine avrebbe sentito un lieve rumore di meccanismi. Quindi spinse in avanti la porta, facendo entrare Nakora in una stanza anonima con un piedistallo nel centro, sopra al quale stava un'urna finemente decorata con immagini del Nekomata: il gatto a due code guardiano del mondo dei morti. Ecco qua. Gattaccio, ecco Nakora. Nakora, ecco il gattaccio. Presentò i due (per quanto il Bijuu fosse solo un ammasso di chakra dentro un vaso e non potesse rispondere) con dei cenni della mano, quindi disse alla Kunoichi. Se vuoi tocca pure il vaso, tanto è sigillato dentro. Dovresti sentire una specie di lieve vibrazione o roba del genere.

    In realtà se Nakora avesse toccato il vaso non avrebbe sentito proprio niente. Anzi, il vaso sembrava assolutamente normale e privo di vita. Sia che lo facesse notare o meno, ben presto i due avrebbero notato una piccola ma significativa crepa nel contenitore del demone. Uh? Non dovrebbero esserci crepe là sopra...dovrebbe essere integro e... Improvvisamente le pareti avvamparono di fiamme nere ed azzurre mentre una sagoma informe e nera si sporgeva dal soffitto dove era stata nascosta, nell'ombra, fino a quel momento. Era informe, come una viscosa melassa carica di malvagità, ma manifestò abbastanza di sè stesso da mostrare un abbozzo di viso

    the-cheshire-cat-smile



    Piacere mio, Nakora.



    Ed a quel punto fu solo tenebra, che inondò l'intero ambiente, travolgendo persino lo Yakushi che, per un istante, perse il controllo. Gran parte dell'oscurità finì nel naso, nella bocca e nelle orecchie della Kunoichi, ancora incapace di avvolgere il suo intero corpo nel chakra per difendersi...ed in quell'istante infinito la ragazza avrebbe vissuto nella sua mente una quantità incredibile di esperienze terribili, quasi tutte collegate alla morte violenta ed efferata di persone che conosceva e che non conosceva. Illusioni, forse, ma come poteva salvare la sua mente? Era abbastanza forte per tutta quella morte?
     
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    A giudicare dalla reazione di Ssalar, la sua spiegazione non era esattamente quella che si aspettava, tanto più l'utilizzo di quella parola: Domatori.
    In effetti non si era espressa benissimo, però non le era venuto in mente nessun altro termine al momento con cui potessere essere più chiara.
    L'orgoglio un po' ci aveva a che fare, non aveva sbagliato la lucertola però era proprio una questione di principio.
    Voleva essere in grado di dimostrare e affermare, che lei, era stata in grado di fare la differenza rispetto al passato.
    Tralasciando tutto quello che voleva scoprire sui Demoni!
    Certo non credeva che sarebbe stata una passeggiata parlare col Nibi, anzi molto probabilmente ci sarebbe voluto diverso tempo prima di ottenere anche soltanto una risposta vera o logica, però non le importava. In un modo o nell'altro ci sarebbe riuscita.
    Tornando alla situazione disperata in cui si trovava tutto il palazzo invece... Beh si può dire che le cose che stava dicendo sembravano avere un loro effetto.
    Difatti Febh iniziò a risponderle alle sue affermazioni una per una, ed è inutile dire che come fece l'esempio dell'accendino con la tanica sbiancò in mezzo secondo, conscia che non si poteva allontanare.
    La goccia che fece traboccare il vaso, apparentemente, fu il tasto dolente di accendini e fiammeri sul quale insistette anche abbastanza.
    Il fatto che l'avesse dirottato sulla rabbia, stava facendo sì che più o meno l'Amministratore rispondesse con delle frasi di senso compiuto.
    Tralasciamo il sollievo che provò quando rifiutò il suo aiuto col pollo, meglio così.
    Comunque sia alla fine uscì fuori aprendo la porta, probabilmente intenzionato a chiarire una volta per tutte la faccenda del piromane ma fu proprio in quel momento che Ssalar ricomparve a gamba tesa, piazzando un calcio in pieno viso che lo mandò dritto a terra.
    Fu talmente presa alla sprovvista dalla cosa che sbattè un paio di volte le palpebre, guardandola mentre tentava di tenere fermo Febh - con scarso successo tra l'altro - quando quest'ultimo riuscì ad afferrarla con una mano.
    Solo in quel momento tornò con la testa nella realtà, accorgendosi che aveva quasi totalmente ignorato le richieste della povera lucertola.
    Probabilmente anche fosse stata più attenta, non era sicura che avrebbe provato a colpirlo per fargli venire meno i sensi... Dopotutto non era affatto sicura che se l'avesse fatto, Febh avrebbe ancora accettato di portarla fino al Nibi.
    Vedendo com'era fatto probabilmente si sarebbe potuto risvegliare tanto contento, quanto incavolato nero.
    In ogni caso Ssalar provò a liberarsi emanando qualche scarica elettrica addosso all'Amministratore, il quale però non parve risentirne particolarmente.
    Non sembrava avere buone intenzioni nei confronti della buona lucertola, affatto, e quello che accadde di li a poco ne diede conferma. Ampiamente.
    Fosse stato per lei avrebbe anche voluto liberarla, quasi le faceva pena, però dubitava seriamente che Febh gliel'avrebbe permesso.
    Abbozzò un sorriso mentre se ne andavano lasciandolo nella scatoletta col pollo che girovagava, se non altro avrebbe avuto un compagno di giochi. Non molto intelligente ma sempre un compagno era!
    L'Amministratore finalmente iniziò a condurla verso il Nibi, tuttavia, come aveva già specificato prima quando si trovava nello sgabuzzino non aveva la minima intenzione di farlo rinchiudere dentro di lei al momento.
    Inutile dire come si accigliò a riguardo Nakora, mordendosi il labbro inferiore e rimanendo zitta. Iniziare a fare i capricci in quel momento non l'avrebbe aiutata, doveva trattenersi e casomai, forse, avrebbe potuto provare a parlargliene una volta dentro il luogo in cui era custodito.
    Ormai per quanto la riguardava la sua decisione l'aveva presa, e Febh stesso lo sapeva bene visto quanto aveva detto al Bosco, doveva solo dimostrare quanto realmente fosse intenzionata ad andare lontano pur di riuscirci, d'altra parte era stato l'Amministratore stesso a dirglielo e lei quelle parole se le era incise nella mente.
    In conclusione al momento non disse nulla, tuttavia come vide la porta un po' più in la... Beh, in quel caso non riuscì a trattenersi.

    Non so chi sia Sayaka, però... Diavolo l'attenzione per i dettagli. Non oso immaginare quanto ci sia voluto, però è bellissima!!

    In quel momento reagì come mai l'aveva vista Febh.
    I suoi occhi se avessero potuto, avrebbero preso a brillare tant'erano catturati da quella sorta di portale. La sua voce invece aveva lasciato ben intendere quanto le piacesse quella cosa così particolare.
    Non fosse stato che andavano abbastanza di fretta, probabilmente si sarebbe messa a chiedere i dettagli riguardo il suo funzionamento e tutto il resto. Adorava certi gingilli, se poi era vero quanto le aveva detto l'Amministratore, ovvero, che anche lui rischiava di lasciarsi dietro qualche arto a passare li dentro la sua curiosità e meraviglia non facevano che aumentare.
    Indubbiamente il sangue rappreso l'aveva notato, però non sembrava esserne infastidita o simili, era troppo presa da quella cosa indefinita. Certo Febh l'aveva chiamata porta, però considerando che era scavato nel muro non sapeva se era la giusta definizione a quel punto.
    Comunque sia dopo qualche istante riprese parola, e quell'annuncio catturò tutta la sua attenzione portandola così a mettere da parte il suo interesse per quel sistema di sicurezza.
    Si avvicinarono ad una porta di metallo apparentemente senza nulla di particolare che si trovava li accanto, e una volta infilata una chiave nella serratura la girò diverse volte, per poi poggiare una mano sulla superficie e fermarsi.
    Apparentemente non stava facendo nulla, e lei dal suo canto era così tanto impaziente da poter entrare che non ci fece caso al rumore - minimo - di sottofondo che fecero gli ingranaggi.
    Dopo qualche secondo spinse la porta, facendola entrare in una stanza anche questa a prima vista del tutto normale con al centro un piedistallo.
    Sopra di essa vi era un'urna decorata con estrema precisione e cura, erano tutte immagini del Nekomata.
    Già alla parte dei saluti Febh potè vedere chiaramente quanto fosse su di giri Nakora, difatti continuava a portare il peso prima da una gamba all'altra con una certa velocità, e come le disse che se voleva poteva toccarlo e avvicinarsi... Beh, in un istante si fiondò in avanti senza remore alcuna.
    Sembrava una bambina piccola che aveva appena visto il proprio sogno infantile realizzarsi, tant'è che vi girò attorno lievemente abbassata così da poterla guardare tutta fino a quando non si costrinse a darsi una calmata, tornando in posizione eretta e andando a toccare infine con una mano il contenitore stesso.
    Tuttavia... C'era qualcosa di strano.
    Non sentì assolutamente nulla.
    In quel momento il suo sguardo catturò un dettaglio apparentemente insignificante ma che forse poi così insignificante non era: una crepa.
    Si voltò verso Febh con aria interrogativa, pronta ad aprire bocca per chiedere qualcosa a riguardo tuttavia quello che accadde in seguito la spiazzò, facendole morire le parole in gola.
    Le pareti senza alcun preavviso avvamparono in preda a fiamme nere ed azzurre, e spostando lo sguardo un po' più in alto arrivò a scorgere quello che temeva fosse la causa di quel cambiamento improvviso.
    Non aveva una forma precisa, bensì sembrava quasi una gelatina informe ma nero pece.
    Tuttavia ci fu un minimo cambiamento che le diede conferma.
    Una sorta di viso con tanto di occhi e bocca, presero vita. I primi fissi su di lei, mentre appena tre parole furono pronunciate. Un saluto.
    Nell'istante successivo non capì più niente, l'oscurità avvolse l'intera stanza arrivando a travolgere persino Febh.
    Non fu capace di vedere o sentire altro, sicchè non sapendo come difendersi da quella cosa presto ne finì come inglobata, iniziando ad annegare in quel mare nero pece, incapace di respirare. I rumori e qualsiasi altra cosa ovattati come non mai, quasi fossero stati distanti centinaia di metri.
    Fu allora che tutto iniziò a cambiare, ancora una volta senza preavviso.
    Una dopo l'altra iniziò a vedere tutte le persone lei care, le quali morivano nei modi più terribili e violenti che la mente umana potesse immaginare.
    Incredibile come tutta quanta quella che era stata la sua fermezza fino a poco fa, in quel momento stesse venendo meno così facilmente.



    Prima di tutti vide sua madre, Oto in fiamme che veniva depredata e distrutta mentre stupravano le donne inclusa colei che era sangue del suo sangue.
    Un espressione vuota sul suo viso, un manichino senza più nulla in corpo vittima degli eventi che successivamente veniva impalato all'esterno, in bella mostra.
    Subito dopo toccò a Deveraux, lo rivide in mezzo al Bosco con i giaguari tuttavia questa volta gridava aiuto, di far smettere il dolore e che lo uccidessero. Quelle bestie lo stavano dilaniando senza pietà, mangiandolo vivo centimetro dopo centimetro. Lui legato a un tronco solo in biancheria intima, senza possibilità alcuna di muoversi o reagire.
    Infine toccò a sua sorella gemella, però forse fu proprio questo che l'aiutò.
    Vederla era come vedere sè stessa, quello che sarebbe accaduto al proprio futuro e cosa sarebbe diventata negli anni successivi.
    Certo sapeva che non era realmente lei, però in una situazione del genere questo non contava essendo fisicamente identiche.
    In cima a una rupe con Oto ancora in fiamme, cosparsa di ferite lungo tutto il corpo e che sanguinava copiosamente.
    Le vesti da ninja lacere in più punti, Yushino non sapeva combattere ma ci doveva aver provato.
    Si accasciò a terra in ginocchio, e onde evitare di vivere fino all'ultimo dovendo patire così quegli orrori tirò fuori un kunai e si tagliò la gola, cadendo esanime a terra. Il gesto di codardia più estremo che potesse esistere al mondo.
    Lei però non era così, non era quel genere di persona e lo sapeva bene!
    Cercò di aprire gli occhi in mezzo alle tenebre, sforzandosi più non posso mentre richiamava a sè stessa tutte quelle che erano state le sue motivazioni, la sua forza, provando a scacciare tutto ciò che vi era di negativo: la paura, la disperazione, la rassegnazione e via discorrendo.
    Non aveva fatto tutta quella strada per finire così, in quel modo dimenticata da tutto e da tutti come coloro che vi erano stati prima di lei.
    Aveva deciso che avrebbe fatto la differenza, e doveva riuscirci altrimenti non avrebbe più potuto guardarsi allo specchio.
    Quelle immagini, quelle visioni non erano reali. Non dovevano esserlo, e per tanto lei si rifiutava di accettarle e credervi.
    Se fossero state la realtà, avrebbe fatto modo di verificare lei stessa ma non avrebbe accettato a prescindere quello che le veniva mostrato.
    Arrendersi al destino? Al fato?

    Fammi il piacere... Non ho intenzione di accasciarmi in un angolo in silenzio nè tanto meno di farmi divorare senza reagire. Ho intenzione di imprimerti ben in testa che non ti lascerò fare quello che vuoi come gli altri che hai conosciuto, e se proprio devo finirò la mia storia provandoci.

    Cercò di aggrapparsi con tutta sè stessa alle poche ancore di salvezza su cui poteva contare, tuttavia non si fermò unicamente alle proprie motivazioni, no andò oltre.
    Richiamò alla propria mentre e a sè stessa tutti quelli che erano stati i ricordi più belli della sua vita, e soprattutto quei momenti durante i quali aveva ripetuto e promesso che ce l'avrebbe fatta contro il Nibi.
    Febh al Bosco, Deveraux all'Ospedale, in casa a sua sorella, sua madre e via discorrendo.
    Non doveva permettersi di cedere a tutto ciò che vi era di negativo in quel mare nero pece.
    Cercò di opporsi con tutta la lucidità che le rimaneva in quel momento, una fiammella nel buio più totale ma che cercava di espandersi, di tornare ad illuminare quell'ambiente che era il suo inconscio onde evitare di perdere sè stessa.
    Per sua sfortuna non era in grado di capire esattamente che cosa stava accadendo, considerando però il fatto che il Nibi era libero l'ipotesi più ragionevole era che se la volesse mangiare, dopotutto in confronto a Febh lei sarebbe potuto essere un pasto decisamente più rapido da consumare.
    Voleva richiamare il proprio chakra per fare qualcosa, tuttavia non conosceva niente che la potesse salvare in quella situazione e ormai non capiva neanche più dove si trovava, poteva solamente contare sulla sua mente e cercare in ogni modo possibile e immaginabile, di non farla collassare.
    Non doveva arrendersi davanti a quella realtà che le stava venendo mostrata, anzi anche fosse stato il prossimo futuro avrebbe quantomeno cercato in ogni modo di cambiarlo, dopotutto lei era stata così fin dall'inizio.


    La modifica è dovuta al fatto che ho litigato per un po' col codice della musica :sisi:


    Edited by Nevi - 30/9/2015, 14:19
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Un Mare di Violenza]

    Sayaka era una kunoichi con...gusti particolari. Diciamo che gran parte degli innesti li ha creati lei...sia metallici che organici. Comunque non è per parlare di lei che siamo qui. Magari chiedi a Diogenes o a Eiatsu di presentartela. Ne parlava come se fosse morta, ma proponeva persone che potevano presentarla. Strana scelta di termini, decisamente. Ad ogni modo il Nekomata li aspettava...

    [...]

    Abbandonati, non ha senso resistere ancora.

    Il tuo corpo accetta già la mia Violenza, non lo vedi?



    Nakora era in qualche modo riuscita a mantenere integra la sua mente nel turbinìo di immagini che il gatto aveva riversato nella sua mente. Era strano come chiamasse il proprio chakra con il termine "Violenza", ma su un punto aveva ragione: la mano sinistra della kunoichi era già mutata, diventando la zampa di un felino con orridi artigli neri sporchi di sangue. Ma come faceva a vederla nell'oscurità? Improvvisamente avrebbe realizzato che riusciva a vedere il suo stesso corpo come se fosse ben illuminato, ma tutto intorno c'era solo tenebra. Una Tenebra viva, viscosa e mobile, ma al contempo irraggiungibile. Il tatto sembrava aver perso ogni significato, dato che la ragazza poteva sentire quel materiale nero scivolarle addosso ma provando ad afferrarlo lo toccarlo era come se non ci fosse niente. Una sensazione che dava i brividi.

    Davanti a lei si manifestò l'immagine di sua sorella, più matura ed abbigliata con un lungo abito nero ma con la gola tagliata che gettava sangue, le orecchie di un felino e gli occhi che aveva scorto poco prima nello strano materiale sul soffitto. Questo è quello che ti ha permesso di conservare un briciolo di identità mentre ti divoravo. Questa donna...ancora non ho ben chiaro chi sia ma penso che lo scoprirò presto...ed allora ogni tuo pensiero su di lei sarà mio...e non potrai più usarlo per difenderti. Il mondo oscuro venne scosso violentemente, quasi fosse stato un ammasso di gelatina, ma il felino con l'aspetto di Yushino non sembrò darvi troppo peso. Nessun sigillo mi trattiene dentro di te, ma per qualche motivo dopo essere scappato non riesco a mantenere una forma, quindi ho pensato di prenderti in prestito per un pò...per riorganizzarmi. Puoi opporti per qualche tempo, ma controllo già il tuo corpo e presto divorerò anche la tua mente. Ironico che sia tu ad essere prigioniera dentro di me e non il contrario, no? Sogghignò mostrano denti affilati, poi però ci fu un secondo scossone e presto un terzo. L'Amministratore. Aggiunse con noncuranza. L'idiota prova a fermarmi di nuovo, ma lo ho sopraffatto ed ora lo sto sbranando vivo mentre cerca di rigenerare. Sei nel mio ventre, quindi senti la carne che discende nello stomaco, tutto qui.

    Si sarebbe avvicinata a Nakora, carezzandole il viso con la mano artigliata. Per tenere la mente intatta hai rinunciato a parte di te. Indicò la mano-zampa con un cenno. Non devo fare altro che aggredirti ancora così da prendere in fretta il pieno controllo. Come mai aveva fretta? Non aveva appena detto di poter divorare la sua mente con calma? Quindi ora preparati ad un'altra dose di Violenza, Nakora...da Domatrice a Domata. Come una stupida bestia! AHAHAHAHAHA! La voce era quella di Yushino, ma c'era una venatura di crudeltà che non le apparteneva.

    La mente di Nakora subì un nuovo assalto di immagini terribili mentre l'oscurità le scivolava addosso con tanta foga da bruciare quasi la pelle....e tuttavia l'aggressione finì dopo un'istante! Dopo quel breve blackout Nakora si risvegliò con una mano attorno al collo che la tratteneva sollevata di qualche centimetro da terra...ed era Febh Yakushi, con occhi accesi di fiamme nere e pupilla verticale come i gatti che la reggeva. Nell'altra mano aveva un Kunai insanguinato, e probabilmente il sangue veniva dalle numerose ferite che affliggevano le braccia e le gambe della giovane genin. Alla fine ho cambiato idea...usando lui posso fare molti più danni...ma visto che mi hai resistito ho pensato di farti una sopresa. La avrebbe gettata a terra: erano in strada, proprio davanti alla porta di casa sua. Ora entrerò ad uccidere la tua famiglia, e magari anche i vicini...e tu guarderai. E' la giusta punizione per non esserti abbandonata al mio potere.

    Quindi, preparati a divertirti, Nakora. Febh battè un piede a terra, causando una violenta scossa di terremoto che fece persino incrinare i vetri della casa. Yushino subito si affacciò per capire cosa era successo e l'Amministratore posseduto la vide...e Nakora avrebbe visto che lui aveva visto. Fuochino fuochino. Sto arrivando.

    CITAZIONE
    Le cose peggiorano e la famiglia è in pericolo..ma come può Nakora fermare un ninja come l'Amministratore mentre viene guidato da un demone furioso? O forse c'è qualcos'altro a cui puoi pensare di fronte a questa situazione?
     
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    HrEKxIv
    Finalmente le sembrò di vedere un po' alla volta della luce, la catena che tirava l'ancora a cui si era attaccata scorreva inesorabilmente fino a che... Non si fermò nuovamente.
    Una voce spezzo il silenzio, e dal suo canto non ci mise molto a capire di chi si trattava.
    Il Nibi... Aveva visto giusto, stava provando a divorarla!
    Improvvisamente si accorse di essere in grado di vedere il suo corpo, notando di conseguenza anche la sua mano sinistra ormai trasformata totalmente in quella che doveva essere una parte del Demone.
    Sorrise amaramente quando notò quel dettaglio, quasi sollevata.
    A suo parere era un piccolo prezzo da pagare necessario per mantenere la sua mente intatta, tuttavia non poteva neanche permettersi di far passare troppo tempo altrimenti se avesse perso totalmente il corpo, allora, anche avere la mente intatta non avrebbe prodotto alcun risultato.
    Certo avrebbe continuato a vivere, però solo in parte e tra l'altro all'interno del Nibi, senza possibilità alcuna di essere udita da terzi e via discorrendo.
    Una fine peggiore della morte in un certo senso, in quanto sarebbe stata costretta a vivere per decenni, secoli isolata dentro il Demone.
    Non poteva permetterlo, doveva trovare un modo per porre fine a tutto quello.
    Vagò con lo sguardo ulteriormente, accorgendosi che in realtà riusciva a vedere tutto il suo corpo mentre intorno a lei vi era solamente oscurità, tenebra.
    Sembrava quasi che fosse il suo stesso corpo ad emanare quella tenua luce, così separarla in parte dal male che tentava di avvolgerla completamente, anzi era più corretto dire che tentava di inglobarla.
    Lei non era in grado di toccarle le tenebre che la circondavano, tuttavia quest'ultima poteva tranquillamente toccare la sua pelle e scorrervi sopra, lambendola.
    C'era un qualcosa di malato in tutto questo, inoltre anche il fatto che il Nibi stesso l'avesse chiamata "Violenza" lasciava ben intendere quanto potesse essere depravata e maligna la sua mente.
    La visione di quel momento cambiò nuovamente, facendole apparire innanzi sua sorella gemella. Tuttavia c'era alcuni dettagli che le fecero immediatamente capire di chi si trattava... Un altro dei suoi giochetti.
    Yushino era decisamente più matura del normale, anche il fatto che indossasse quell'abito nero così lungo lasciava ben immaginare l'età che potesse avere in quello stato.
    I tre dettagli che però le fecero capire immediatamente che si trattava di qualcosa di diverso a prima furono i seguenti: La gola tagliata in seguito alla visione precedente, le orecchie e soprattutto gli occhi dell'essere che aveva visto poco prima di finire in quell'incubo.
    La sua voce fu l'ennesima conferma, mentre lei tentava di rimanere calma per quanto possibile guardandolo tra lo sdegnata e il divertito. Chissà, forse quest'ultimo era per via del fatto che altrimenti sarebbe caduta totalmente vittima della disperazione, e in una situazione del genere non si poteva permettere di piangere, di avere paura e mettersi in un angolo a tremare.
    Non era facile, proprio per niente e lo sentiva chiaramente nel suo profondo, però era anche conscia che se non si fosse trattenuta, allora quelle stesse emozioni sarebbero state la sua condanna eterna.
    Ascoltò le parole del Nibi, impossibilitata dal muoversi mentre diverse scosse facevano tremare il mondo che circondava i due, questo però non sembrò essere abbastanza da impensierire la falsa Yushino.
    Quando fece per accarezzarla le venne istintivamente di ritrarsi, tuttavia non poteva e per tanto si sentì scivolare addosso quegli artigli gelidi.
    Si sforzò di tenere gli occhi aperti fino alle sue ultime battute, trovando in effetti ironico che il Demone le stesse rivoltando contro proprio le sue stesse parole di poco fa.
    La vita a volte sapeva essere veramente bastarda.
    Febh sconfitto? In così poco tempo? Non ci credeva, non lo riteneva possibile.
    Essere l'Amministratore di Oto voleva dire avere una forza praticamente pari a quella del Kokage, ed una persona del genere si rifiutava di credere che potesse essere uccisa in così poco tempo, indipendentemente dal fatto che fosse stato un Demone o meno il suo avversario.
    Non riuscì a rispondere nulla nè tanto meno a pensare altro, che nuovamente la sua coscienza si ritrovò assaltata dalle visioni a dir poco infernali che l'avevano torturata fino a qualche istante prima.
    Ricacciò con tutta sè stessa il dolore nel profondo, non si poteva permettere di urlare, lamentarsi... Non lo accettava!! Non avrebbe mai e poi mai dato una soddisfazione del genere al Nibi, piuttosto sarebbe morta dal dolore ma non lo avrebbe dato a vedere, costi che quel costi.
    Istintivamente fece per ricorrere ancora una volta ai pensieri che l'avevano salvata già una volta, però proprio quando stava per iniziare ecco che l'aggressione del Demone terminò tutto d'un tratto.
    Non riusciva a capire, che cosa stava accadendo? Prima non era stato così.
    Lentamente aprì gli occhi, ritrovandosi col respiro strozzato e una mano che la stringeva al collo. I piedi che non toccavano terra, segno inequivocabile che doveva essere sopra al terreno di diversi centimetri.
    Inizialmente offuscata la vista si fece più limpida e chiara, dandole così modo di vedere che colui che la teneva era proprio Febh. Anzi per esattezza era il Nibi che aveva preso il controllo di Febh, manovrandolo così ora a suo piacere.
    Nella mano libera notò con la coda dell'occhio che teneva un kunai insanguinato, e presto comprese che il dolore che sentiva lungo tutto il corpo derivava dalla moltitudine di ferite che aveva sparse addosso, in particolare braccia e gambe.
    Inizialmente non capì perchè mirare proprio in quei punti, dopotutto non aveva bisogno di immobilizzarla per ucciderla in un combattimento, purtroppo però come prese parola e la gettò a terra, facendole rinnovare così il dolore che provava, capì. Con sommo orrore ma capì.
    La terra fu scossa come da un rombo di un tuono, mentre le finestre delle case esplodevano e vedeva sua sorella sporgersi fuori per vedere.
    Il falso Febh iniziò ad avvicinarsi, conscio che era proprio quella persona colei che doveva far soffrire e uccidere innanzi ai suoi occhi.
    Istintivamente i suoi occhi saettarono prima dal Demone a Yushino ripetutamente, mentre in preda a dolori lancinanti faceva per alzarsi da terra con il petto carico di rabbia e risentimento, pensando che, costi quel che costi, non gli avrebbe permesso di toccarla.
    In un modo o nell'altro avrebbe dovuto fermarlo, evitare che tutto quello accadesse... Non poteva permetterlo dannazione!
    Tuttavia quel pizzico di lucidità che ancora risiedeva in lei la bloccò sul posto, portandola a pensare che anche volendo non avrebbe assolutamente potuto fare nulla per bloccarlo, il divario tra loro due doveva essere abissale.
    Strinse i pugni pensando su cosa fare, mentre ogni secondo che passava in più era un pezzo della vita della gemella che se ne andava.
    Poi si ricordò, si ricordò le sue parole... Capì il perchè di quelle ferite, come mai poco fa aveva detto che doveva fare di fretta e del motivo per cui aveva bisogno di far crollare anche quel suo ultimo piedistallo.
    Si lasciò cadere a terra, sospirando tranquilla e guardando Febh senza fare niente, serena con sè stessa.
    Prese parola con un tono privo di rabbia o risentimento, sebbene doveva comunque sforzarsi per mantenere il controllo su sè stessa, dopotutto non poteva essere sicura totalmente di quello che aveva appena ipotizzato però ci mancava poco.

    Tu stai perdendo. E' questa la verità, Nibi. Prima non ci avevo fatto caso, però ripensando alle tue parole adesso credo di averlo capito. Hai iniziato travolgendomi però ora che sto capendo le cose, non ci stai più riuscendo.

    Era il momento della verità.
    Se si fosse sbagliata, allora tutto quello che era il suo mondo avrebbe cessato di esistere all'istante, di conseguenza tutto quello che poteva fare era affidarsi a quella tenue speranza che illuminava, ancora adesso, il suo animo.

    Prima mi fai capire che te la vuoi prendere con calma, gustarti la cosa eppure ti sei smentito poco fa dicendo che avresti dovuto prendere il controllo su di me in fretta. Per questo ora siamo in questo... Luogo? Non so neanche come chiamarlo. Finchè ci sarà quella figura a fare da barriera e alzò il braccio indicando la gemella nonchè sè stessa Te non potrai prendere il controllo su di me, e proprio per questo mi hai ridotto così, in modo che potessi solamente guardare, senza la possibilità di fare nulla, impotente. Te volevi che mi abbandonassi alla disperazione, alla rassegnazione, che abbandonassi anche il mio ultimo baluardo di difesa.

    Forse per la prima volta da quando era cominciato tutto quello, prese seriamente coraggio pronta a giocarsi il tutto e per tutto senza timore alcuno.
    Avrebbe fatto valere non solo le sue motivazioni, bensì anche le ragioni che l'avevano spinta e la spingevano a percorrere la strada dei Dannati che molti guardavano con Timore ma allo stesso tempo, Reverenza.
    Voleva contrattaccare e l'avrebbe fatto, tuttavia non fisicamente bensì mentalmente. Quella era la sua coscienza, il suo mondo ed era lei la Regina Nera indiscussa di quella realtà.

    Ebbene non accadrà. Anzi sai cosa credo? Probabilmente è vero che stai controllando il mio corpo in questo momento, tuttavia... Non puoi combattere su due fronti attualmente, sbaglio o hai detto che non puoi mantenere una forma anche se libero? Il che probabilmente, vuol dire che sei indebolito. Scommetto che Febh ti sta fiaccando, e visto che sei costretto a scontrarti in contemporanea pure con me, qui, nella mia mente, non sei in grado di affrontare entrambe le cose contemporaneamente. Avanti Demone, prova a dirmi che sbaglio!

    Si oppose con tutta sè stessa e con tutto quello che le rimaneva in quel momento, guardandolo in cagnesco e giocandosi probabilmente quella che era la sua stessa esistenza.
    Se il suo discorso filava, se aveva ragione, se aveva fatto bene a provocarlo allora il vero inferno sarebbe cominciato in quel momento.
    Avendo visto parzialmente la sua natura furiosa e distruttiva, non si sarebbe sorpresa di vederlo accanirsi su di lei in ogni modo possibile e immaginabile, tuttavia... E se avesse sbagliato?
    Quello sarebbe stato il vero disastro, il vero incubo.
    Sua sorella sarebbe morta, sua madre pure, subito dopo sarebbe toccato a tutti quelli che la conoscevano finendo con la distruzione completa di Oto, e tutto per un suo errore di giudizio.
    Tuttavia, che altro poteva fare in quel momento? Niente, la forza fisica non l'avrebbe aiutata in alcun modo, poteva solo pregare gli Dei e sperare ardentemente, come mai aveva fatto in vita sua che aveva veramente capito e fatto centro.
    Se fosse stato quello il caso, poteva stare certo il Nibi che si sarebbe impegnata come non mai per tenerlo bloccato dentro la sua mente e ribaltare la situazione.
    Chissà forse la follia aveva iniziato a pervaderla, oppure, quello che aveva creduto fosse coraggio in realtà era niente di meno che la ghigliottina pronta a calare sul suo collo. In ogni caso l'avrebbe scoperto di li a poco, e non vedeva l'ora.
     
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