Ufficio Amministrativo[Amministrativo]

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    È colpa tua. Ratty

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    Politica Otese
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    Uhn? Febh venne distratto giusto un secondo dalla domanda della ragazza. Ah, prendi pure. Disse, salvo aggiungere, un consistente numero di secondi dopo. Sono caramelle di mosca, le do alle lucertole più piccine. Chissà se in quel lasso di tempo la ragazza aveva già compiuto l'irreparabile? Intanto le minacce a Tasaki continuavano, ma il giovane immigrante non avrebbe ceduto mai, nemmeno sotto tortura (lodevole ma stupido, avrebbe detto un qualunque otese), e comunque non comprese appieno l'attribuzione del nome di battaglia "Fesso" al ragazzo...non era bravo con la tecnologia troppo avanzata, a meno che non si trattasse di smontarla meticolosamente e con qualche effetto luminoso.

    Fessacchiotto, non è che mi piace, è che lo farebbero lo stesso. Se lo fanno qui e li becco, li ammazzo, è molto semplice. Ma non ci tengo proprio a cambiare il mondo, sarebbe inutile. Avrebbe detto con un mezzo sorriso sghembo. Febh non era un eroe e non era un salvatore. Non era nemeno buono nel senso stretto della parola: era qualcuno con cui era meglio non avere a che fare, ma Tasaki non riusciva a concepire la cosa. In tutti i villaggi succedono cose così. E anche fuori dai villaggi. Lasciò poi che l'altro sciorinasse le sue idiozie con le sue forze morenti, tanto lanciandogli giusto uno sguardo carico di quasi-compassione quando iniziò a corteggiare Harumi. Bene...ora stai decisamente straparlando. Quanto ai diritti morali...che diavolo sarebbero? Guardò la portatrice del Niibi. Diritti morali...mai sentiti nominare? Io so solo che se non ti pieghi allora non sopravvivi. Il mondo non è fatto per chi si spezza. Picchiettò un dito sulla fronte di Tasaki. E' abbastanza ridondante che continui a dire che tutto è colpa mia. Sei a Oto ora...la colpa non è mia. La colpa è TUA, che sei troppo debole per dare un peso a questa marea di parole vuote che stai blaterando da ore. Sei solo uno fra tanti...diventa qualcuno e allora FORSE potrai fare qualcosa...ma con le sole parole non avrai mai nulla, fesso.

    E poi Harumi disse il numero due. Febh sorrise. Perchè è il numero di dita che gli spezzerò per avermi mancato di rispetto. E gli va anche bene che tiene entrambi gli occhi e altre appendici. Non era un sorriso cordiale o caritatevole, ma piuttosto lo sguardo di chi si diverte quando la gente soffre. Avrebbe cercato un colpo rapido e terribile: uno schiocco con due dita, nemmeno fosse un ragazzino all'asilo che tormenta i compagni...ma l'effetto sarebbe stato terribile per il dito bersagliato, quasi centamente rompendolo. [Azione]Statistiche: Forza Nera +6 tacche, Velocità Nera +6 tacche
    Corpo perfetto e impasti +6 for, +6 vel, -6 Res
    . Forse Tasaki avrebbe urlato dal dolore o forse sarebbe stato stoico, ma lo Yakushi non si sarebbe scomposto. Ho promesso di aiutare la tua famiglia...ma perchè mai dovrei addestrarti, Fesso? Cosa avresti da offrire in cambio? Specie dopo il modo in cui mi tratti, aggiungerei. Come se non fosse lui quello che stava maltrattando Tasaki sin dall'inizio...ma c'era modo e modo di chiedere le cose a qualcuno come l'Amministratore.

    Stava per sferrare il secondo schiocco, con adeguata rottura di dita, quando il rumore di tacchi lo fece irrigidite, con i peli del collo che si sollevarono in allarme: conosceva quella camminata e non prometteva niente di buono. Oh....oh-ho..mi sa che è la fine dei giochi. La porta si aprì con violenza mentre l'altra Consigliera di Oto, il polo opposto allo Yakushi, entrava poggiando il suo sguardo ferreo sull'intera scena: mobili danneggiati, Harumi alla scrivania, Tasaki legato e a un passo dalla morte, Febh che sorrideva come un cretino. Almeno fino a quando lei non iniziò ad avanzare, cosa che catturò interamente la sua attenzione costringendolo ad arretrare un poco ad ogni sillaba, nemmeno lo stesse colpendo con delle cannonate. Ehi! Posso spiegare! Lui è arrivato e ha detto che voleva il mio ruolo! E che sono inutile...e che mi insultava e che voleva governare Oto! Io lo ho solo messo un pò al suo posto!

    Ma a nulla valevano le sue deboli scuse...la Kunoichi ne ebbe per Harumi, per Tasaki e persino per Febh, che sgranò gli occhi davanti all'immensità della punizione. COME SAREBBE UNA SETTIMANA?!? Sbottò, ribelle, ma non si oppose alla penna che finiva tra le dita. Ma è troppo! Ho il torneo di bocce tra tre giorni, devo allenarmi a sabotare i lanci altrui! Perchè vincere lanciando bene se puoi vincere facendo lanciare peggio gli altri? Certo...Hebiko giocava nella squadra avversaria quindi non era il caso di dirglielo, col senno di poi. E poi... senza nemmeno accorgersene aveva cominciato a firmare i fogli...
     
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    II









    Parlato Waket
    Parlato Kyuke



    Potere, potere. Mai nessuno che chieda qualcosa di sensato. Replicò Hebiko estraendo un Tablet dalla sua scrivania Mh-mh. Insomma, siete due studentelli che sperano di arrivare a spostare il mondo con un dito, un giorno, mi sbaglio?Per proteggere gli altri dici tu? Mh. E' qualcosa. riferendosi a Izuku Te invece che vuoi farci col tuo potere? Donne, soldi, una bella casa?
    Nulla di tutto ciò, la vendetta è l' unica cosa che bramo, nient' altro risposi mentre la consigliera sorseggiava dalla sua tazza, tazza che subito dopo avrebbe sbattuto sulla sua cattedra conquistando l' attenzione di tutti i presentiNon so cosa vi abbia detto Kato, ma non abbiamo nessun "modulo per la richiesta di potere". Nè qui, nè in altri villaggi. Il massimo che posso darvi sono missioni, e magari qualche consiglio. Prima di cercare potere, dovreste imparare le basi per poter essere almeno considerati shinobi. Sapete arrampicarvi sui muri? No, decisamente no. Ecco, su questo potete iniziare a lavorare. Hebiko si alzò e continuò Ed una volta diventati shinobi veri e propri... come avete intenzione di trovare questo potere? il tono della voce era cambiato, l' atmosfera era diventata decisamente più cupa, i suoi occhi ci squadrarono; li mi accorsi di quegli occhi, erano gli occhi di un serpente e noi eravamo nella sua tana, la tana della vipera.
    Ci sono tanti modi per avere potere. Duro lavoro, sudore, sopravvivenza... oppure ci sono le scorciatoie. Che cos'è che volete davvero? Che tipo di potere state cercando? Cosa siete pronti a dare ad Oto, in cambio dei suoi segreti? Avanti... Vi ascolto
    Quei suoi occhi mi avevano quasi ipnotizzato, aspettai qualche secondo prima di darle una risposta Non conosco nessuna di queste scorciatoie, ciò che mi serve è un maestro, un maestro che sia in grado di insegnarmi nuove tecniche e che mi permetta di diventare abbastanza forte.
    Oto ? Oto può chiedermi tutto ciò che vuole, le missioni mi serviranno per incrementare il mio potenziale, potenziale che potrà essere usato per i vostri scopi
     
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    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Parlato»


    Togliendomi di dosso quei fili [Azione Rapida] e successivamene ingoiando i tonici di ripristino pensai di star parlando a ciò che si poteva considerare a pieni effetti come un vero e proprio muro. Ogni cosa che dicevo sembrava rimbalzare dal muro come una pallina da tennis: non ascoltava nemmeno quello che stavo dicendo. Era un po' come parlare con un bambino un po' troppo cresciuto. Fu per questo che Tasaki sbuffò sonoramente, come uno che ormai era particolarmente infastidito da tutto quanto era successo. Come qualcuno che aveva capito di aver speso il proprio tempo e la propria salute per qualcuno che non era ancora abbastanza maturo da capire quello che stavo dicendo. Così feci l'unica cosa che andava fatta quando si parlava con qualcuno che era troppo scemo o troppo immaturo: - «Hai ragione,» – dissi facendo spallucce. - «Cambiare il mondo non serve a nulla: molto meglio stare qui a non fare nulla sperando che un malvivente ti caschi dal soffitto così che tu possa beccarlo.» – Con fare scettico guardai il soffitto. - «Oh, ma guarda, sembra che non ci caschi nessuno qui in modo che tu possa beccarli. Che strano. Magari se si facesse un foro proprio sopra la tua amaca potresti -beccare-» – accentuai su questa parola con un sorrisino subdolo sulle labbra, - «un uccello che ti cascherà tra le braccia. Perché non vedo come altrimenti tu possa catturare un malvivente otese.» – Sul resto delle sue asserzioni nemmeno risposi continuando a guardare il soffitto cercando di capire dove sarebbe meglio fare il foro in modo che lo Yakushi potesse "beccare" qualcuno proprio lì, in amministrazione. Quando finì di parlare abbassai lo sguardo verso di lui. - «Si, va bene. Buongiorno.» – Allungai la mano sinistra verso di lui: non fosse mai che facesse troppa fatica a fare qualcosa. - «Fa presto che mi sono rotto abbondantemente il cazzo di conversare con un bambino troppo cresciuto e con gli occhiali sul naso divenuto Amministratore di sta parodia di villaggio. » – Quando finalmente mi spezzò il dito con un veloce schioccò mi morsi la lingua per non urlare di dolore, al che percepii il solito e tradizionale sapore metallico e sentii anche il rifiuto di Febh nell'addestrarmi per il semplice motivo che non potevo dargli nulla in cambio. - «Ah, quindi io ti ho appena maltrattato. Va bene.» – Aggiunsi preparanomi al secondo schiocco e a fatica resistendo al dolore per il primo, quando nella porta comparve Hebiko e ne ebbe di tutti i gusti e colori proprio per tutti. Dinnanzi alle parole della consigliera non provai nemmeno in qualche modo a giustificarmi. Dissi semplicemente quello che avevo già detto portandomi la mano dolorante vicino al petto. - «Non l'ho sfidato. Gli ho detto due sacrosante verità: la prima è che Oto fa schifo ed è in parte colpa sua. La seconda è che non sta lavorando per risolvere la situazione non svolgendo il suo lavoro come dovrebbe; anzi, non sta lavorando proprio. Cosa si fa con dei lavoratori che invece di lavorare dormono sull'amaca? Vengono licenziati perché evidentemente non sono interessati a fare questo lavoro. » – In ogni caso scrollai le spalle guardandomi intorno e indicando l'amaca con un dito, quasi come l'oggetto del crimine. - «Considerando la pulizia di questo posto penso che Febh Yakushi sarebbe molto più bravo e motivato a fare lo spazzino piuttosto che l'amministratore, ma ti ringrazio dell'attenzione Hebiko-sama. Posso andare all'ospedale da solo.» – A quel punto avrei rivolto lo sguardo verso Febh con un sorrisino affermando: - «Buon divertimento.» – Infine un inchino verso la jinchuriiki che aveva assistito a quella scena, un altro a Hebiko e infine la mia scomparsa della scena in direzione dell'ospedale. Che ci avessi trovato un minimo di serietà e professionalismo?
    Ovviamente no, ma era pur sempre meglio controllare.







    Vitalità: 14 leggere – 2 leggere (danno alla tibia sinistra) – 11 leggere diffuse (danno nylon) – 0,5 leggere (sovraimpasto) = 8,5 leggere restanti
    Chakra: 44,5 Bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (per terra)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: semiparalisi braccia 1 round

    Attese:

    Slot Azione:
    I – Uso tonici (Azione Rapida)
    II – Sacrificato
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II – ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///
     
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    Convocazione


    II



    Narrato - Parlato Pensato Parlato Kato Parlato Kyuke Parlato Hebiko


    Potere, potere. Mai nessuno che chieda qualcosa di sensato
    Izuku rimase interdetto. Quindi la mia voglia di salvare gli altri sarebbe insensata?
    Izuku era tentato di dire cosa aveva pensato, ma si sarebbe inimicato l'amministrazione inutilmente e quindi tacque. Nello stesso momento Hebiko aveva preso un piccolo tablet dal suo cassetto e continuò:
    Mh-mh. Insomma, siete due studentelli che sperano di arrivare a spostare il mondo con un dito, un giorno, mi sbaglio? Per proteggere gli altri dici tu? Mh. E' qualcosa. Te invece che vuoi farci col tuo potere? Donne, soldi, una bella casa
    Nulla di tutto ciò, la vendetta è l' unica cosa che bramo, nient' altro
    Izuku notò che per la prima volta Kyuke aveva dato una risposta non evasiva. Era il turno di Izuku adesso, e iniziò a parlare mentre gli tornavano alla mente la risolutezza e la velocità di Kato viste nella loro missione.
    Mi hai completamente frainteso. Ho semplicemente chiesto qualche suggerimento per migliorare. Nella nostra missione con Kato mi sono sentito completamente inutile. Era così veloce e forte che ho dovuto faticare persino per battere una sua copia. E sono riuscito a batterlo solo perchè l'ho colpito di striscio... Non voglio essere un suicida che si butta nella mischia per proteggere gli altri, voglio essere come Kato e poter gestire la situazione. Cosa ci sarebbe di male in tutto ciò?
    Una volta sfogato, Hebiko continuò: Non so cosa vi abbia detto Kato, ma non abbiamo nessun "modulo per la richiesta di potere". Nè qui, nè in altri villaggi. Il massimo che posso darvi sono missioni, e magari qualche consiglio. Prima di cercare potere, dovreste imparare le basi per poter essere almeno considerati shinobi. Sapete arrampicarvi sui muri? No, decisamente no. Ecco, su questo potete iniziare a lavorare
    Hebiko si alzò, e con tono più serio: Ed una volta diventati shinobi veri e propri... come avete intenzione di trovare questo potere?Ci sono tanti modi per avere potere. Duro lavoro, sudore, sopravvivenza... oppure ci sono le scorciatoie. Che cos'è che volete davvero? Che tipo di potere state cercando? Cosa siete pronti a dare ad Oto, in cambio dei suoi segreti? Avanti... Vi ascolto.
    Kyuke iniziò e poi toccò a Izuku: Scorciatoie? Non le ho neanche considerate. Nel discorso di prima stavo semplicemente chiedendo se avessi qualche consiglio da darmi. Dopotutto per essere arrivata fino all'amministrazione devi essere veramente forte. Cosa sono pronto a dare ad Oto in cambio dei suoi segreti? Su questo sono d'accordo con Kyuke. Fino a quando mi darete missioni, farò di tutto per completarle. Il vostro è un investimento, se io miglioro potrete darmi missioni più difficili. Tecnica e Esperienza sono fondamentali per il miglioramento. Anche se decideste di non condividere i segreti di Oto con me, rimarrò comunque fedele ad Oto.
     
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    Un Caloroso Benvenuto


    2



    - Oh, lo rispetto eccome il tuo titolo… Consigliera Hebiko Dokujita. Per quale altro motivo avrei portato al suo cospetto questi giovani ragazzi? E’ giusto far chi capire chi comanda qui ad Oto… IhIhIhIhIh! – fu il mio commento alla provocazione della Genin. Non stavo affatto mentendo, ero sincero. Una volta avrei sicuramente reagito con molta più veemenza alla sua provocazione, ma avevo superato da tempo quella mia limitatezza. Ero certo, anzi a dir poco sicuro che il suo titolo l’avrebbe salvata un giorno dall’attacco di un lupo famelico etereo o da una pergamena in grado di spazzare via città… o superare in potenza mostri sotto forma di esseri umani. Sarebbe bastato pronunciare le parole: “sono una consigliera” e questo avrebbe scacciato ogni cattivo malintenzionato. Senza ombra di dubbio.

    Sorvolando su quell’argomento comunque rimasi in silenzio, appoggiato al muro a fianco della porta di ingresso. A braccia incrociate osservai divertito lo scambio tra i giovani studenti e la Genin. Potere, potere e potere. Quello era il motivo per il quale erano giunti ad Oto e questo da una parte mi rincuorò. Di sicuro non erano angeli o Ninja dal cuore dorato, sia per Kyuke che per Kurosaki l’importante era crescere, diventare forti e poi chissà progettarsi un proprio futuro all’interno del Suono.

    Al termine del discorso di entrambi presi parola: - Non ti crucciare troppo, Kurosaki. Come vi ho detto siete stati bravi. D’altro canto il mio livello è ben superiore al tuo e a quello del tuo compagno. E pure a quello della Consigliera. Vi ho messo alla prova, avrete modo e possibilità di crescere. Ed è proprio per questo che oggi mi trovi qui. – attesi qualche secondo – Consigliera Hebiko consegni a me e questi due studenti una missione da eseguire. Farò da supervisore e lascerò in mano loro la gestione dell’incarico. Un po' come quella volta al villaggio di Anko [Link]. Sarà un ottimo banco di prova per testare sul campo reale le loro capacità. – poi rivolgendomi ai due –Mi aspetto il vostro assenso alla partecipazione della missione... Ovviamente. - infine aggiunsi le ultime parole: - Avete parlato delle vostre aspirazioni... ma concentramente: avete un alloggio qui ad Oto? Avete di che sfamarvi o vivere? Sapete a chi dovete chiedere per armi ed equipaggiamento? Generalmente la Consigliera Hebiko si occupa di questioni di poco conto come queste, potete portare a lei questi problemi. - già, questioni di poco conto.

     
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    Ordinaria Amministrazione


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    Con estrema lentezza Harumi allontanò la caramella dalle labbra, facendola sparire con un agile movimento delle dita tra le foglie del ficus di plastica in un angolo dell'ufficio. Le lucertole del consigliere avrebbero di certo ringraziato. Forse era per quel motivo che si ammoniva i bambini a non accettare caramelle dagli sconosciuti, rifletté la giovane. Peccato che dove veniva lei i dolci fossero una rarità di cui aveva raramente goduto e nessuno si fosse sprecato nel darle consigli di vita, anzi semmai il contrario. Avendo avuto gli snack con mosca gliele avrebbero fatte assaggiare a posta per farle un dispetto. Mentre ripensava ai non bei tempi andati venne interpellata da Febh. Alzando la testa, avrebbe rivolto il suo usuale sorriso indefinito, accentuandolo in per reggere il gioco al sarcasmo dell'uomo. Diritti morali... diritti... Ah, se non sbaglio ne ho letto qualcosa in un libro. Penso che siano illegali a Oto. Se stava scherzando, lo stava facendo terribilmente bene, tanto da dare l'impressione a Tasaki che fosse completamente seria e divertita mentre lo diceva. Annuì un paio di volte, in corrispondenza dei colpetti sulla fronte dello sventurato chunin. Esattamente, se non sei in grado di farti rispettare, è inutile che te la prendi con gli altri. Quella non era una bugia: valeva per tutti al Villaggio del Suono, dal più umile degli studenti al kage. La stessa ragazzina si era sudata il suo posto e anche quando era stata trascinata da eventi più grandi di lei aveva sempre fatto del suo meglio per rimanere a galla.

    Le due dita alzate da Harumi corrispondevano al prezzo che Tasaki avrebbe pagato per la sua insolenza, ironicamente sempre in dita. La kunoichi assunse un'espressione di lieve sorpresa, autentica, e dispiaciuta per il suo contributo involontario, questa più difficile da confermare o meno. Ops... Beh dai, sei stato fortunato che non abbia scelto i giorni della settimana. Osservazione corretta, ma di magra consolazione per il torturato. Lo sguardo di Febh la inquietò, anche se non lo diede a vedere. Probabile che il consigliere considerasse tutti, lì dentro, dei suoi giocattoli. E, in quanto tali, si sentisse autorizzato a romperli quando si stufava di loro. Verso di lui Harumi non provava nessun sentimento particolare, ma per lo meno lo rispettava e avrebbe fatto attenzione a non ritrovarsi al posto del chunin. Lei non aveva la sua fibra morale e temeva che le sue grida avrebbero allietato lo Yakushi anche di più di quelle di Tasaki. Ammetterà però che essere allenato da lei suona allettante. Cioè, si tratterebbe di imparare dal migliore! Una lancia spezzata in favore dell'uomo torturato, o una richiesta sottintesa? A Febh trarre le conclusioni. In ogni caso, da lì a poco la conversazione sarebbe stata interrotta dall'arrivo di un uragano, che, come tutte le tempeste tropicali, portava un nome di donna: Hebiko. Il consigliere, con lo stesso istinto di un animale che fiuta l'elettricità statica nell'aria, se ne accorse per primo, e di certo se fosse stato una lucertola sarebbe corso a rintanarsi in un antro oscuro e polveroso per fuggire alla sua furia.

    Con lo stesso impeto di una calamità naturale, la rossa consigliera del Suono spalancò le porte, ritrovandosi davanti ad una scena decisamente surreale e, fu subito chiaro, non di suo gradimento. Le sue parole, simili a pioggia battente, cadderò su tutti loro. Con lei fu relativamente clemente, sebbene gelida. Harumi affilò gli occhi per osservare la scena mentre la donna sbraitava. La Vipera del Suono era la stessa di sempre, prima alzava la voce e poi pensava. A sorprenderla fu più la reazione di Febh. Il suo sorriso amabile non venne mai meno, ma per un battito di ciglia gli angoli della bocca si sollevarono di più. Nessuno stava prestando attenzione a lei, con tutti gli sguardi puntati sulla consigliera, quindi difficile che qualcuno se ne fosse accorto. Ah, sembra che per fare del bene abbia finito per metterla nei guai, Febh-sama. Mi dispiace molto. Avrebbe fatto seguire le parole ad un piccolo inchino. La ringrazio per le ferie, signora, le userò per terminare i preparativi della festa d'inverno. Non mancavano molti giorni in effetti, e l'occasione capitava a fagiolo. Doveva andare nel Bosco dei Sussurri con Ashiro per trovare il ceppo di Yule, e rimanevano gli ultimi regali da preparare. I guanti per Eiatsu, che aveva sempre le mani fredde, erano a buon punto, mentre per Diogene stava ancora scegliendo la fantasia della sciarpa. Visto il suo duplice ruolo come capovillaggio e capoclan aveva pensato di intervallare il simbolo del Suono con quello dei Mikawa, ma doveva farsi aiutare da Yachiru a prendere le misure. Chi sa, se avesse avanzato tempo poteva confezionare qualcosa anche per Febh. Magari un bel cappellino con pon-pon finale. Doveva chiedere a Matsumoto di insegnarle anche quell'intreccio a maglia.

    Ed in effetti qualche settimana più tardi alla vigilia della festa il consigliere avrebbe trovato un pacchettino con il suo nome sopra la scrivania dell'ufficio. Avvolto in una carta sgargiante con tipici motivi invernali, un cappellino di calda lana, nero con una processione di lucertole dorate lungo il bordo ed un soffice batuffolo sopra. Sul bigliettino c'erano poche righe di auguri e la firma della giovane, ma in calce alla pagina si trovava un breve post scriptum. "Eiatsu è sempre impegnato, quindi se ha bisogno di una mano con le scartoffie o altro non esiti a chiamarmi, sa dove trovarmi". Restava da capire se l'amministratore avrebbe osato rischiare di incorrere nelle ire della collega, o se avrebbe ceduto all'allettante offerta.
     
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    Quest


    III




    Kato rispose alla provocazione, sforzandosi di apparire sincero. Hebiko annuì, apparentemente soddisfatta. Non ti credo. Te lo leggo negli occhi, ancora ti rode quella mancata opportunità. Non ti può sempre cadere tutto dal cielo, dopotutto. Ridacchiò, tra se e se, domandandosi che fine avesse fatto il corriere del Damiyo dopo esser stato licenziato per la sua pessima condotta. Quello era stato il giorno in cui aveva capito l'inaffidabilità di Kato, ed il suo voltar faccia alla prima occasione buona. Ma poco importa, ci sono ospiti. Si fece un piccolo appunto su un foglio: il comportamento del chunin era decisamente strano. L'idea era quella di mandarlo in vacanza per un po', lo stress del servizio militare era pesante per chiunque. Forse ricerche più approfondite avrebbero potuto rivelarle che il problema era qualcosa di più del semplice troppo lavoro.

    Ascoltò Kyuke per primo, commentando solamente i suoi desideri. Fà attenzione, il fuoco della vendetta potrebbe finire per bruciarti vivo. Un'affermazione più simile ad un proverbio che ad un vero consiglio. Difficilmente qualcuno davvero accecato dalla vendetta lo avrebbe ascoltato, non prima di fare qualche errore. Ma l'esperienza diretta era il migliore dei maestri, a patto di sopravvivervi. Con gli occhi posati all'interno della sua tazza, si fece sfuggire una risatina, ribattendo alle sue affermazioni: No, di sicuro non vuoi essere come Kato. Ho ragione, no? Lo punzecchiò, chiedendo il parere al diretto interessato. Posò la tazza, agitando una mano di fronte a se. Su, su, sto scherzando. Fu in grado di empatizzare con Kurosaki, dopotutto quando lei aveva la sua età avevano desideri simili. I nuovi genin potevano essere la speranza di cui aveva bisogno, doveva solo testarli.

    Ammiro la vostra volontà. Ma tra il dire e il fare... Una mano si allungò di almeno un paio di metri, arrivando a prendere un quadernetto riposto sulle librerie della parete laterale, ritirandolo a sè. Era fin troppo abituata ad usare i propri arti allungabili nel quotidiano, e non aveva motivo di nascondere parte delle sue abilità a due aspiranti genin. Sfogliò il quaderno alla ricerca di qualcosa, bisbigliando qualcosa di incomprensibile, finchè non trovò la pagina interessata. Ah, eccola qui. Strappò via la pagina, porgendo il foglio al trio. Vi era disegnata una piantina dalle foglie sottili, con vari appunti al suo fianco che ne indicavano la zona di crescita, come distinguerla e altre curiosità potenzialmente utili per la loro missione. Kato si è offerto volontario, perciò guidati da lui andrete a recuperare quella pianta. Avrebbe atteso qualche secondo, le loro probabili facce sbigottite a quella richiesta. Beh?? Cosa credete, che vi mandi dal fioraio? Quella roba si trova ai confini del bosco dei Sussurri. Certo, abbastanza lontani dalle creature più pericolose, ma la zona è comunque abitata da qualche avanzo di laboratorio fastidioso. Occhio a dove mettete i piedi. Sibilò, mostrando la sua lingua biforcuta, mentre Kato la provocava di nuovo. Cosa ti sembro, un'agente immobiliare? Se avete bisogno di qualcosa, andate in segreteria, troverete tutti i moduli per le richieste da compilare. Ma niente è gratis, se vi serve una casa dovete lavorare per Oto. E per farlo dovete essere genin. Quindi, portatemi almeno tre barattoli pieni di foglie, e tornate vivi. Quello sarà tua responsabilità. Indicò Kato con un cenno della testa. Rimase in silenzio per un po', osservando il gruppetto. Domande?
     
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    Un Caloroso Benvenuto


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    - Una pianta? Davvero?! – fu la mia spontanea reazione alla proposta di Hebiko -Tsk, è così sarà. – fu la mia risposta successiva. Solo una cosa era certa, pure un criceto otese sarebbe riuscito in un compito del genere e di giorno il confine del Bosco dei Sussuri non era pericolo, l’importante era evitare rumori molesti o canti di sirene per il resto l’essere in possesso di un minimo di istinto di sopravvivenza garantiva la certezza di non essere mangiati vivi alla prima scampagnata.

    Tuttavia il discorso cambiava radicalmente nel momento in cui ci si approcciava di notte, a quel posto. Sorrisi, quasi divertito: - Ok, Kurosaki e Kuyke troviamoci alle porte del North Gate, fra qualche ora, a mezzanotte precise. Riposatevi nel frattempo e recuperate il vostro equipaggiamento. Prima di andarvene compilate tutte le carte per ottenere qualcosa di materiale in questo Villaggio…–

    Non avrei dato altre indicazioni, da parte mia mi sarei allontanato, senza alcun ulteriore commento. Avrei aspettato la coppia di giovani studenti al Gate, pronto decisamente a divertimi.


     
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    Fà attenzione, il fuoco della vendetta potrebbe finire per bruciarti vivo. fù la risposta della consigliera Hebiko, e potrebbe avere anche ragione ma non importa, non ho nulla da perdere, neanche la vita ha più lo stesso valore da quel giorno.
    No, di sicuro non vuoi essere come Kato. Ho ragione, no? a quelle parole rimasi leggermente sorpreso, cosa aveva Kato in comune con me, questo interrogativo mi avrebbe attanagliato la mente per parecchio tempo, Kato mi è sempre sembrato un tipo un pò particolare, già da Tani aveva attratto la mia attezione, da lui potrò sicuramente imparare molto e questa missione non è che l' inizio.
    Una pianta, avremmo dovuto strappare delle foglie da una pianta ... Una pianta? Davvero?! mi anticipò Kato Ok, Kurosaki e Kuyke troviamoci alle porte del North Gate, fra qualche ora, a mezzanotte precise. Riposatevi nel frattempo e recuperate il vostro equipaggiamento. Prima di andarvene compilate tutte le carte per ottenere qualcosa di materiale in questo Villaggio bene nessuna perdità di tempo bene, grazie per i consiglidissi rivolgendomi ad Hebiko, compilai tutti i moduli e dopo aver salutato la consigliera rettiliana mi avvicinai all' uscita, uscendo dalla stanza fissai Kurosaki, saremmo stati nuovamente dei compagni di squadra, certo sarà difficile dimenticare il suo tentativo di uccidermi ma penso che per questa missione dovrò evitare di fargli male.
    Non vedo l' ora di mettermi in gioco
     
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    Convocazione


    III



    Narrato - Parlato Pensato Parlato Kato Parlato Kyuke Parlato Hebiko


    Dopo il discorso di Izuku, Hebiko rispose:
    Ammiro la vostra volontà. Ma tra il dire e il fare...
    e allungò una mano per un paio di metri. Non potè ribattere in alcun modo. Era il primo che pochi minuti diceva di non sentirsi pronto dopotutto.
    Nel frattempo Hebiko aveva preso un quaderno e ne strappò una pagina, girandola verso il trio
    Kato si è offerto volontario, perciò guidati da lui andrete a recuperare quella pianta..
    Izuku non proferii parola ma era possibile leggergli in faccia il suo stupore, gli sembrava un incarico troppo semplice.
    Una pianta? Davvero?! Tsk, è così sarà.
    Hebiko spiegò dove trovare la pianta per poi lasciare a Kato l'organizzazione della missione:
    Ok, Kurosaki e Kyuke troviamoci alle porte del North Gate, fra qualche ora, a mezzanotte precise. Riposatevi nel frattempo e recuperate il vostro equipaggiamento. Prima di andarvene compilate tutte le carte per ottenere qualcosa di materiale in questo Villaggio…
    Bene, grazie per i consigli disse Kyuke rivolgendosi a Hebiko. Izuku chinò il capo in segno di rispetto e ripetè le stesse parole di Kyuke. Rialzai il capo e compilai i moduli come richiesto da Kato e infine Izuku è uscito dalla stanza. Mentre camminava verso l'uscita pensava di dover trovare un modo per comunicare maggiormente con Kyuke. Dopotutto avrebbero dovuto partecipare a questa nuova missione nello stesso team. Non pensava realmente si trattasse di una missione molto complessa ma se non fosse riuscito a persuadere Kyuke alla cooperazione, in missioni future, più serie, avrebbero potuto rischiare entrambi di perdere la vita per la sua testardaggine. Mentre pensava non si accorse di Kyuke che lo stava fissando.
    Uscì pensando che la missione sarebbe stata una passeggiata e si diresse a casa per preparare le sue armi e il suo inventario.
     
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    Convocazione del piccolo Yukine


    Chapter I - Amministrazione otese



    Bussò alla porta situata in fondo al lungo corridoio che gli avevano indicato in portineria.
    Il nome scritto sulla targhetta in ferro scintillante combaciava con la firma sulla missiva che aveva ricevuto il giorno prima. Stringeva quel foglio sulla sua piccola mano destra, sudata e tremolante per la forte emozione di essere ricevuto, da lì a poco, dalla consigliera di Oto.
    Con il cuore in gola, attese il permesso per entrare.

    Sua madre lo aveva vestito con una semplice maglia viola sopra un pantalone nero.
    Sul suo piccolo braccio, all’altezza del tricipite, Yukine aveva legato il suo coprifronte nuovo di zecca.
    Sulla cinta ciondolava una wakizashi e una piccola Sacca su cui era cucita una croce rossa. All'interno, in perfetto ordine, vi erano bende sterilizzate e utensili per il primo soccorso.
    Il ragazzino aveva scelto la nobile arte della medicina.

    Ricevuto il permesso di entrare, egli aprì la porta con insicurezza e un pizzico di paura, come se dall'altra parte ci fosse una trappola mortale ad aspettarlo.
    C-c-ciao! Salutò, con le braccia davanti al busto.
    Ci fu un lampo di sorpresa negli occhi di Yukine alla vista di Hebiko: si erano già incontrati nella famosa riunione segreta di Oto. Ricordava gli artigli che il Kokage gli aveva conficcato nello stomaco.
    Quella notte non sembrava così cattiva e brutale, ma gli impiegati del piano inferiore avevano descritto la consigliera come una strega malefica, peggiore di Febh sotto diversi aspetti. Chissà se erano stati sinceri o si erano solo divertiti a spaventarlo. Era agitato e teso come una corda di violino. Il suo respiro era accelerato, le mani bagnate dal sudore e le dita, in continuo movimento nervoso, avevano stropicciato la lettera.
    Sono Yukine. Sono venuto qui per la sua convocazione. Fece qualche passo in avanti e appoggiò la missiva che aveva ricevuto il giorno prima sulla sua scrivania.

     
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    Infermierino


    I




    Erano rare le giornate tranquille in Amministrazione. Nonostante Hebiko fosse ormai la sovrana di quell'edificio, c'era sempre un nuovo problema, dato da un tirocinante inesperto, o un passo falso dei dipendenti. Il più piccolo dei problemi era in grado di far innervosire la Vipera per tutto il giorno, causando terribili reazioni a catena, a meno che, con un paio d'ore di impeccabile lavoro e qualche "offerta", non si riuscisse a placare la sua ira, riportando l'ordine nella sua testa e, di conseguenza, nel resto degli uffici.

    Quando sapeva di dover partire per una missione, tendeva a preparare in anticipo tutta la settimana successiva alla sua partenza. Ancora non aveva troppe persone di cui fidarsi al cento per cento, ma avevano una buona percentuale di successo quando affidatigli dei compiti. Ognuno di loro riceveva un'esaustiva lista con tutti gli obiettivi da completare entro il suo ritorno, quali dipendenti tener d'occhio (escluso Febh, per lui c'erano tre dipendenti che non avevano altri compiti se non tenerlo inconsapevolmente tranquillo e riparare il prima possibile ogni suo danno. Ancora nessuno riusciva a costringerlo a lavorare in assenza di Hebiko), e diverse soluzioni per ogni problema potesse capitare durante la sua assenza. Il metodo sembrava funzionare, e al suo ritorno poteva sopportare piccoli imprevisti da correggere. Dopotutto, se dopo una settimana da soli l'Amministrazione non era in rovina, significava che erano riusciti a gestirla al meglio.

    Aveva consegnato le liste da una mezz'ora, e si stava godendo un caffè caldo, rileggendo la missiva in attesa del suo compagno di missione. Sembrava ci fosse un nuovo tirocinante all'ospedale, voleva portarlo con se per testare le sue capacità, e magari iniziare finalmente a creare un cerchio di fidati all'interno di quella struttura. Comandare l'Amministrazione non era sufficiente: doveva espandere la sua tela di informazioni, creare nuovi fedeli per avere un maggior controllo su tutta la città. Voleva crearsi lentamente un vantaggio che, in futuro, avrebbe potuto aiutarla contro il Mikawa e, se necessario, Ogen.

    Qualcuno entrò, puntuale. Qualcuno di decisamente più basso di come se lo aspettava, con una voce molto acuta. Distolse lo sguardo dalla missiva, osservando confusa il bimbetto appena entrato. Allargò le labbra in un sorrisetto non troppo convinto. Era di buonumore, e dalla croce che portava addosso era probabilmente il figlio dello shinobi che aveva contattato. Buongiorno, zuccherino. Continuò ad osservare la porta, visibilmente confusa. Indicò dei divanetti neri in fondo alla stanza, di fronte ad essi una teiera fumante, di fianco un contenitore con diverse fragranze tra cui scegliere, e due tazze pronte da riempire. Siediti pure, siediti. ...Sei qui per iscriverti alla scuola per shinobi, immagino, mmh? Dimmi, dov'è tuo padre? La sua voce sembrava accogliente, nonostante un leggero sibilo finale, mentre ancora attendeva l'arrivo di un adulto.

    Quando il ragazzino si presentò, aggrottò le sopracciglia ancora più confusa, ricontrollando la cartella, ancora incompleta, di Yukine, confermando il suo nome. TU sei Yukine?? Tra tutte le cose che ho chiesto a quegli incompetenti di controllare non gli è venuto in mente di dirmi l'età di ogni tirocinante!? Ormai in piedi, ancora dietro la sua scrivania, ricontrollò diverse cartelle, probabilmente gli altri dottori in addestramento che non erano stati contattati. Strinse le labbra, mentre gli occhi saettavano tra i fogli, controllandoli minuziosamente. Un sospiro dichiarò la fine di quella lettura. Beh. Congratulazioni, pare che tu sia il migliore tra i tirocinanti. Almeno in questo non hanno sbagliato. Un "beep" sordo fece eco nella stanza, attivato da quello che si poteva definire un moderno e fisso walkie talkie, che permetteva all'Amministrazione di restare in contatto con tutti i dipendenti. Iwao? Raddoppia il lavoro settimanale di Shunso. E digli che la prossima volta voglio anche i dettagli personali delle persone. Un breve assenso fu udibile dal macchinario.

    Hebiko portò la sua attenzione su Yukine, sorridendo nonostante tutto. Non era uno dei sorrisi più sinceri che il giovane poteva aver visto in vita sua, ma la donna sembrava piuttosto tranquilla nonostante tutto. Non temere, la tua unica colpa è di essere troppo bravo per la tua età. Non nego che mi aspettavo qualcuno di più... grandicello, ma sono sicura che saprai dimostrarmi la tua maturità durante la nostra missioncina. Si spostò verso i divanetti, sedendosi in quello adiacente a lui scelto, scegliendo per lui una fragranza di the, a meno che non si fosse già servito da solo. In mano aveva la missiva, che gli porse subito dopo aver messo l'infuso nella teiera. Come saprai, il bosco dei sussurri non è il più sicuro degli ecosistemi, ma ha un suo equilibrio. E sta a noi mantenerlo. Chi ci ha mandato questa missiva ha scoperto qualcosa, un'arma per la precisione, che pare stia minacciando questo già flebile equilibrio. Immagino che conoscerai almeno vagamente o... O tramite qualche favola, che razza di creature o piante si possono incontrare in un simile ecosistema. Perciò ho bisogno di un medico che sia pronto a curarmi qualora fosse necessario. Sorrise nuovamente, anche se il suo sguardo sembrava lo stesse giudicando dalla testa ai piedi. Raccontami un po' la tua esperienza, mh? Cosa mi sai dire delle tue abilità mediche? Non aveva certo intenzione di fargli da babysitter, dopotutto era lei che aveva chiesto il suo aiuto. Si era già messa in testa che un medico potesse essere meno abile di lei in un bosco selvaggio, ma un bambino era tutta un'altra storia.
     
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    I mostri del bosco dei sussurri


    Amministrazione otese




    Hebiko rischiò di far piangere il bambino appena mise piede nel suo ufficio. Un primato nella storia di Oto.
    Alla domanda dove fosse suo padre, il labbro inferiore tremò e si portò sopra quello superiore, con gli occhi che si riempirono di tristezza liquida. Riuscì a stento a non capitolare in un pianto disperato che lo avrebbe messo in cattiva luce.
    Sua madre gli diceva sempre che a undici anni non era permesso piangere e che suo padre, diventato un angelo in cielo, lo avrebbe ammonito per la sua debolezza. Si limitò a tirare su il naso mentre Hebiko prometteva punizioni a un povero impiegato colpevole di aver trascurato delle informazioni.
    È cattiva come dicono. Pensò, deglutendo, quando la sentì promettere punizioni per aver trascurato delle informazioni sul suo conto. A quell'età, i castighi non avevano alcun significato e seppur nel Suono i fanciulli divenivano grandi in tenera età, il biondo era un figlio anomalo: barricato giorno e notte nella sua dimora, non era mai sceso in strada senza sua madre se non per gli allenamenti in cortile. L'unica volta in cui era sgattaiolato fuori dalla sua abitazione, aveva partecipato alla terrificante riunione per la proclamazione del Kokage.
    Yukine era un talento vero, cristallino, unico studente ad aver superato un test del neo Kokage, ma era ancora un bambino, con i suoi pregi e i suoi difetti, come l'essere viziato e molto "mammone". Tutto ruotava attorno alla figura materna. Sarebbe andato d'accordo con Hebiko?
    Si avvicinò ai divanetti insieme alla segretaria.

    CITAZIONE
    Non temere, la tua unica colpa è di essere troppo bravo per la tua età. Non nego che mi aspettavo qualcuno di più... grandicello, ma sono sicura che saprai dimostrarmi la tua maturità durante la nostra missioncina.

    Mia madre dice che i migliori meritano un premio. Sono qui per un regalo? Chiese con un sorriso a trentadue denti, interrompendola. All'idea di un regalo, la tristezza era scomparsa, salvo se la Genin non lo avesse strangolato.
    Scelse la fragranza ai frutti di bosco, la sua preferita, ma il primo sorso gli andò di traverso quando capì di dover entrare nel bosco dei sussurri. Sapeva cosa accadeva in quel luogo maledetto, quali creature si aggirassero tra le fronde degli alberi e il sottobosco, quanti fossero scomparsi per poi essere ritrovati spolpati come un frutto.
    Oh..si, non...non ci sono mai andato. Sua madre gli aveva narrato orribili storie su quel luogo, come deterrente.
    Ci sono grandi mostri che ti rapiscono e ti mangiano pezzo pezzo...ti fanno anche bollire...però se sei buono ti lasceranno..ma proprio buono e divertente devi essere Gesticolava. Mia madre mi ha anche detto che lì vivono i più cattivi del mondo e lei ne ha sconfitti alcuni...Per mostrare la grandezza dei nemici sconfitti Yukine allargò al massimo le sue piccole braccia. giganti così, molto di più...mille volte di più.
    Poi sembrò tornare in sé, forse per l'espressione non molto soddisfatta della consigliera.
    In ospedale ho studiato medicina. So curare ferite, ustioni, cucire tagli e anche prendere contromisure contro i veleni. Qui ho tutto il necessario Ancora tremava all'idea di recarsi nel Bosco dei Sussurri, anche se, con la fantasia tipica dei bambini, la sua testolina aveva iniziato a pensare che la fama della cattiva consigliera di Oto avrebbe allontanato tutti i mostri.



     
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    II




    Se Yukine avesse provato a cercare una figura materna in Hebiko, sarebbe presto rimasto molto deluso. Ma, per sua fortuna, la rossa aveva iniziato a sfruttare al meglio i consigli della vecchia Ogen, comportandosi in maniera più quieta del normale. La cosa non sembrava funzionare troppo bene in Amministrazione: più usava la sua facciata gentile, più i dipendenti la temevano. Aveva un non so chè di inquietante il vederla così calma. Oltre a dar l'impressione di aver tutto sotto controllo, ad alcuni iniziava a ricordare gli atteggiamenti di suo padre. Nessuno aveva ancora osato ricordarglielo. Dopotutto, non era ancora perfetta, e si lasciava andare a scatti d'ira quando troppi problemi si accumulavano, o troppe cose non andavano come nei piani. Se nel bosco le cose fossero precipitate, Yukine avrebbe ben presto conosciuto la vera Hebiko.

    ...Regalo? La donna rimase interdetta dalla domanda del ragazzino. Aveva sicuramente priorità interessanti. Di certo non ti regalerò niente per averti convocato. Ma... potrei farti trovare una sorpresa nella cassetta della posta a fine missione. A patto di uscirne entrambi vivi, s'intende. Un largo sorriso apparve sul suo volto, per niente rassicurante, dopo avergli toccato la testa un paio di volte in un disastroso tentativo di rassicurarlo, se così si può dire.

    Più conversava con il piccoletto, più si rendeva conto di aver a che fare con un bambino che ancora non era maturato, e a malapena si rendeva conto di quanto fosse putrido il posto in cui abitava. Iniziava a domandarsi quanto sarebbe sopravvissuto nel bosco. Domanda che presto si manifestò in fastidio sul suo volto, pensando a quanto avrebbe dovuto proteggere l'unico medico che avrebbe potuto curarla in caso di avvelenamenti inaspettati o ferite varie. Mh-mh. Sì, hmm... Il bosco è cambiato molto da quando tua mamma era piccola. Ora i mostri ridono solamente sopra il tuo cadavere. E noi non vogliamo che ridano. Vogliamo evitarli. Ma di quello mi occuperò io. Il tuo compito sarà quello di curarmi, qualsiasi cosa possa attaccarmi. Pensi di esserne in grado? Nel vedere le dimensioni immaginarie delle bestie del bosco, la Vipera annuì seria, approvando: Su per giù, ci siamo. Dopotutto la media dei mostri presenti differenziava solo di cinque, sei metri da quella indicata dal ragazzino.

    Dopo avergli chiesto di mostrargli l'equipaggiamento, Hebiko sembrò vagamente più rassicurata, iniziando a pensare che forse, nonostante la giovane età, potesse effettivamente cavarsela con le cure. Forse meno con il combattimento. Sembrava però soddisfatta del contenuto del suo kit di pronto soccorso. Hm, può andare. Un complimentone, se si pensava al carattere della donna. Peccato che il biondino non la conoscesse così bene. D'accordo, mi fido delle tue abilità da dottore. Per quanto riguarda le tue abilità da shinobi... Quanto sarai abile a sfuggire ai mostri del bosco? Una domanda che sembrava suonare come una vaga minaccia, soprattutto considerato il suo sorriso per niente rassicurante.
     
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    Quando si parte?


    Amministrazione otese




    No, non voglio che ridano di me. Piagnucolò, scuotendo il capo, quando un secondo prima era eccitato all'idea di affrontare quella missione se al completamento avesse avuto come ricompensa un bel dono.
    Ingenuo e infantile, ignorava cosa si celasse dietro il sorriso della Vipera. Forse, in futuro, sarebbe stato in grado di leggere quei gesti.
    Certo, che sarò in grado. Affermò subito dopo, alzandosi in piedi, con l'indice della mano sul suo coprifronte scintillante.
    Sarò un bravo medico. E mostrò il suo equipaggiamento, come lei gli aveva chiesto di fare. La donna sembrò rassicurarsi. Avere un bambino di undici anni come spalla di supporto non era il massimo, specialmente se sarebbero dovuti entrare nel Bosco dei sussurri. Al primo mostro, chissà se Yukine sarebbe scappato a gambe levate...
    Non sono mai scappato da un nemico, ma preferisco combattere dalla media distanza. Non era solito sguainare la wakizashi che penzolava dal suo fianco.
    però se fosse mi farò trovare preparato. Indicò una piccola protuberanza dietro il suo collo. Sotto vi era un rivestimento mimetico, utile per rendersi "invisibile".
    Ho anche questo rivestimento Poi preso dall'euforia avrebbe iniziato a saltellare sul posto. Sentiva di aver familiarizzato con la Vipera. Dal momento che avevano iniziato a parlare, lei gli aveva rivolto solo sorrisi e complimenti. Aveva conquistato la sua fiducia.
    Andiamo andiamo andiamo! Sono prontooo!

     
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