Finalmente, dopo una attesa che sembrava quasi infinita, Akuraguri giunse davanti al bancone e fece il suo ordine. Mentre uno dei cloni o l'originale si allungava per prendere il suo mochi, venne urtato da un'altro che stava reggendo un vassoio, probabilmente dopo aver sparecchiato un tavolo per portarlo in cucina a lavare. Dopo essersi scusato l'altro clone continuò la sua camminatà verso la cucina quando, improvvisamente, dalla cucina uscì un terzo clone che inavvertitamente, colpì il vassoio, facendo volare tutto il suo contenuto verso Akuraguri.

Il ragazzo, nonostante non si aspettasse certamente di venire colpito nel bel mezzo di una pasticceria, cercò di reagire d'istinto e di riflessi. Avrebbe provato a spostarsi sulla destra, con un movimento preciso di entrambe le gambe, quasi un saltino. Nello stesso tempo avrebbe cercato di evitare completamente l'impatto piegando la parte superiore del suo corpo sempre verso destra, sentendosi i muscoli tirare per lo sforzo. Se fosse riucito a schivare gli oggetti, si sarebbe rimesso in piedi e si sarebbe girato verso il clone, con uno sguardo infastidito, solo per vederlo sciolto per terra. Se non ci fosse riuscito, avrebbe fatto lo stesso, aggiungendo al tutto una grattatina sui punti dove era stato colpito.

Mentre stava ancora guardando, il ragazzo che aveva preso il suo ordine gli chiese se egli fosse uno studente, domanda al quale, svogliatamente, Akuraguri rispose con un cenno affermativo. Non l'avesse mai fatto. Indatti, in un nano secondo il ragazzo avrebbe iniziato a chiedergli di dargli una mano, dato era da solo in quel locale e che poteva insegnargli qualcosa e dargli il mochi gratis. Non particolarmente interessato a tutte le offerte che gli aveva fatto fin a quel momento, alla menzione del mochi gratis, gli occhi di Akuraguri si illuminarono e il ragazzo, nonstante non avesse voglia di aiutare in nessuna maneria, fissò instensamente il ragazzo e disse

Senti, io non ho voglia di aiutarti, ma, se mi darai la possiblità di assaggiare tutti i dolci che sono rimasti quando abbiamo finito, allora ti darò una mano. Ci stai ?


tese la mano in avanti, aspettando la stretta da Ryuu. Se egli avessa accettato la sua proposta, il ragazzo l'avrebbe segiuto nella cucina. Se non avesse accettato, Akuraguri avrebbe aspettato un momento e poi avrebbe detto

Sai che c'è? Una mano te la do comunque, giusto perchè mi sembri un bravo ragazzo e mi stai simpatico!

Così sarebbe stato condotto nella cucina e presentato a i restanti cloni che lo accolsero con gioia. Dopo qualche battibecco su chi fosse l'originale, uno di loro si presentò nuovamente come Ryuu e gli spiegò le sue mansioni. Akuraguri ascoltò le istruzione senza rispondere e annuendo leggermente ogni volta, per far comprendere di aver capito. Alla fine, senza parlare si mise al lavoro.

Per prima cosa, iniziò trasportando delle placche bollenti dal forno ad una rastrelliera. Per fare ciò il ragazzo dovette fare affidamento ad ogni musocolo della sua fibra, con tutta la sua forza e dovette maneggiarlo con cauzione, per evitare che le cose cadessero. Poi prese tre litri di panna e dovette mischiarla, per molto tempo, all'interno di una ciotola, finchè non si montò completamente e diventò liscia e cremosa. Anche per questo lavoro egli dovette spendere tutta la forza che gli rimaneva con le braccia che ormai sembrava si stessero staccando dal corpo.


Come ultimo lavoro, dovette posizionare velocemente dei diversi tipi di frutti su dei cupcake, facendo attenzione ad essere allo stesso tempo preciso ma veloce, per evitare che la crema si scogliesse prima che fossero entrati nel frigo. Durante questo lavoro, il ragazzo rimase in silenzio tutto il tempo, dato che non era un tipo che parlasse molto, ma rispose velocemente alla domanda posta da Ryuu

Si si, ho quasi finito. E certo che sono sicuro, ho quasi finito ormai.

Ryuu aveva immediatamente accettato la proposta di Akuraguri e così lo studente si era messo subito ad aiutare. Dopo aver terminato i primi semplici incarichi, Akuraguri fu portato da uno dei cloni nel magazzino della pasticceria e gli venne dato l'incarico di trasportare un sacco di farina dal magazzino al laboratorio. Nonostante il clone lo avesse preso e messo in spalla facilmente, quando ci provò lo studente non riuscì neanche a sollveralo dal tavolo. Accorgendosi del fatto che il ragazzo stava avendo problemi, il clone gli suggerì di impastare del chakra per riuscire nell'impresa.

Il ragazzo si concentrò un momento e concentrò una minima parte del suo chakra nelle sua braccia, per aiutarsi con il sollevare e trasportare il sacco di farina. [Impasto]
Celermente Akuragrui prese il sacco di farina, lo trasportò nel laboratoriò, lo appoggiò dove il clone gli stava indicando e procedette a fare lo stesso esatto procedimento per un secondo sacco di farina. [Impasto]
Finito questo stancante lavoro, il ragazzo si prese una pausa di un secondo per fiatare e bere un bicchiere d'acqua. Nel frattempo stava anche adocchiando i dolci che venivano spediti da una velocità impressionante fuori dal laboratorio, guardandoli e trattenendo la voglia di prendere un vassoio e scappare via.

Finita la breve pausa, il clone con il quale aveva trasportato i sacchi di farina gli chiese di trasportare dal magazzino al laboratorio anche un sacco di zucchero, che egli avrebbe riconosciuto perchè visibilmente più grande degli altri. Quando provò a sollevarlo, Akuraguri si accorse subito che non sarebbe bastata quella misera quantità di chakra per sollevare quel pacco. Così si sforzò al massimo e canalizzò la più grande quantità di chakra che potesse sopportare sulle sue braccia, sentendo subito come queste iniziassero a dolergli. Con grande difficoltà, traportò il pacco nell'altra stanza e finalmente si sedette e tirò un respiro di sollievo. [SovraImpasto]

Prima che si potesse riposare interamente però Akuraguri venne però chiamato da uno dei Ryuu che gli assegnò un altro compito. Quello di fare le consegne a domicilio per la pasticceria. Una volta accettata anche questa richiesta con un impercettibile segno del capo, il ragazzo venne direzionato verso il Ryuu che gli diede il pacco da consegnare e le indicazioni su come raggiungere il luogo. Mentre stava uscendo, uno dei Ryuu gli urlò, come ultimo avvertimento, di fare attenzione ai procioni. Andato e tornato in quasi 10 minuti, Akuraguri non ebbe nessun problema a compiere la consegna ed ottenne anche qualche spicciolo di mancia.

Al suo ritorno in pasticceria Akuraguri venne accolto da il Ryuu che presenziava al bancone che gli chiese come fosse andata la consegna e se avesse avuto problemi con i procioni. Dato che questi procioni erano stati nominati anche prima che lo studente partisse, la curiosità di quest'ultimo si risvegliò e nonostante l'attanagliante timidezza, si fece coraggio e chiese al clone :

Scusami, ma cosa intendi con procioni?

A quella domanda il clone spiegò come negli ultimi tempi la pasticceria avesse avuto dei problemi nel fare le consegne a domicilio poichè i corrieri erano stati attaccati da dei procioni selvatici. Poi, senza volerlo o magari senza neanche accorgesene, Ryuu fece il gesto più gentile che avesse potuto fare nei confronti del ragazzo. Gli allungò un mochi al cioccolato, offrendoglielo e spiegandogli come ci fossero altre consegne da compiere.

Al vedere il mochi, il volto del giovane si illuminò ed accettò il mochi con entrambe le mani, osservando con ammirazione quel prodigio della cucina dolciara. Nonostante avesse voluto assaporarlo con calma e gustandosi ogni morso, la fame, la stanchezza e l'acquolina fecero si che il mochi scomparisse velocemente nelle fauci del kiriano. Con ancora sul volto una faccia beata, il ragazzo si apprestò a finire le sue mansioni.

La prima consegna fu abbastanza normale ed Akuraguri quasi non si accorse dell'attagiamento scorbutico dell'uomo al quale aveva consegnato il pacco, tanto era rimasto estasiato dalla bontà del dolciume. Quando poi imboccò il vicolo che portava al secondo indirizzo delle sue consegne, egli quasi non si accorse che la strada era stata occupata da due procioni, i nemici mortali della pasticceria.

Subito il sentimento di euforia scomparve, quando il ragazzo si ricordò delle parole del clone e di come i due animali volessero rubare i dolciumi. Indignato da tanta sfrontatezza e cattiveria; come si permettevano infatti i due procioni ad impedire che diverse persone provassero quei dolci; lo studente si preparò ad affrontarli.

Il primo procione si avventò sulle gambe del giovane, tentando di farlo cadere ed il ragazzo, senza pensarci due volte con un piccolo abbassamento delle ginocchia saltò quella minaccia [Slot Difesa 1] e con un pizzico di riflessi riuscì anche a parare l'attacco del secondo procione che si era lanciato contro la sua faccia. Mettendo le sue braccia davanti a se stesso, formando una x, Akuraguri provò a parare il secondo colpo, ricevendo solo qualche graffio. [Slot Difesa 2]

Conclusi questi due attacchi, i procioni riprovarono ancora, ma questa volta, mirando a strappare il pacco che il giovane stava portando via dalle sue mani. Uno dei due si lanciò su di lui ed lo studente si spostò velocemente a destra più velocemente possibile per schivare, tenendo stretto il pacco al proprio petto. [Slot Difesa 3]

Il secondo procione decise di approfittare di quell'occasione per cercare, anch'esso, di rubare il pacco ad Akuraguri, ma il ragazzo riuscì a schivare all'ultimo secondo, spostandosi verso sinistra invece che destra, poichè non aveva molto altro spazio a destra. [Slot Difesa 4]

Finalmente, dopo un round di attacchi feroci, i due procioni finalmente si fermarono ed Akuraguri approfittò di quell'occasione per contrattaccare. Velocemente, il ragazzo tirò fuori il suo kaiken [Azione Gratuita] e si lanciò contro i due procioni. Con il kaiken nella mano sinistra, si scagliò sul primo cercando di colpirlo al fianco in maniera rapida ed efficace, provando a far affondare la lama il più possibile prima di estrarla velocemente [Slot Attacco 1]. Conclusa questa azione si sarebbe girato verso l'altro fianco del procione e avrebbe riprodotto la stessa meccanica, questa volta andando però molto più a fondo, impastando un po' di chakra per evitare che il procione scappasse. [Slot Attacco 2]

Finito questo attacco si sarebbe rialzato e si sarebbe posto in posizione difensiva, con una mano a coprire il pacco e l'altra a mezzo busto.

La prima parte del piano del kiriano era andata a buon fine, conseguendo nella morte di un paio di procioni e nella fuga dei rimanenti. Il ragazzo, con un sorriso stampato in faccia ed un passo allegro, si stava dirigendo verso il suo obiettivo, la sua destinazione, quando sentì il verso, ormai inconfondibile, di uno dei procioni, provenire da un punto imprecisato al di sopra di lui.

Non fece neanche in tempo a prepararsi che davanti a lui gli si presentò un procione, simile, ma completamente diverso da qualsiasi procione egli avesse mai visto prima, muscoloso, con uno sguardo assetato di sangue e che si stava reggendo in piedi. Davanti alla vista dell'orrido animale il giovane rabbrividì un secondo, cercando dentro di sè le forze per non urlare e scappare via a gambe levate.

L'immonda creatura non gli lasciò tempo per riflettere sulle sue scelte di vita, poichè infatti si lanciò all'attacco quasi instantaneamente. Fortuanatamente per Akuraguri, l'effetto del tonico di Ryuu non era ancora svanito e così, impastando un po' di chakra all'interno delle sue gambe per aumentare la sua potenza e velocità, egli riuscì agilmente a saltare all'indietro e ad evitare di un soffio gli artigli del mostro, che gli passarono a pochi centrimetri dal naso [Slot Difesa 1].

Il procione, dopo il fallimento del primo attacco, indietreggiò di qualche metro ed in quel momento Akuraguri passò al contrattacco approfittando di quell'occasione e estendendo il suo braccio sinistro, chiudendo la sua mano in un pugno e provando a colpire il volto della creature con tutta la sua forza disponibile. Mentre faceva ciò egli avrebbe cercato di incanalare una quantità di chakra immane all'interno del suo braccio, per assicurare un colpo diretto e la riuscita del resto della combo. Mentre faceva ciò e sentiva il chakra scorrergli nel braccio, egli sentiva come questo iniziasse a cedere sotto la pressione[Slot Azione 1]. Si lanciò dunque in avanti [Slot Movimento Gratuito] e estrasse il suo fidato kaiken [Slot Gratuito] per poi provare a colpire il procione esattamente al petto, con un affondo, impastando del chakra all'interno delle sue braccia e allungandole il più possibile per cercare di fare contatto [Slot Azione 2].

Non si sarebbe fermato e avrebbe cercato di colpire nuovamente il procione, alzando la sua lama con entrambe le mani e concentrando nuovamente il chakra all'interno delle sue braccia avrebbe cercato di fare contatto con una delle spalla del procione, la sinistra, per poi continuare con forza attraverso la pelle e arrivare dall'altra parte, cercando di dividere il suo fronte in due parti, diagonalmente [Slot Azione 3].

Fatto ciò si sarebbe concentrato per un secondo e avrebbe cercato di sferrare l'ultimo colpo della sua serie, ovvero un colpo orizzontale attraverso la pancia del procione, cercando di affondare la sua lama abbastanza all'interno del procione da poter far fuoriuscire molto sangue. Avrebbe dunque preso la lama con entrambe le mani e avrebbe compiuto quasi un movimento di 90 gradi per andare a squarciare il ventre del suo avversario [Slot Tecnica 1].

Conclusa la sua offensiva, egli si sarebbe semplicemente messo in una posizione difensiva, con il suo kaiken all'altezza del volto, orrizontale.

Nonostante Akuraguri avesse letto correttamente il flusso del combattimento e si fosse inserito all'interno della combo di attacchi della creatura, egli capì fin dal primo colpo che sarebbe stato molto difficile sconfiggere la creatura, dato che nel momento in cui il suo pugno aveva impattato la roccia gli era parso di aver dato un pugno ad una roccia. Comunque egli continuò nella sua offensiva, portando a segno tutti gli attacchi, anche se con scarsi risultati, poichè il suo kaiken non riusciva ad infierire delle ferite pesanti alla spessa pelle del procione.

Fortunatamente per lui, il mostro parve fermarsi per un momento ed assumere una strana espressione, per poi espellere in maniera rapida e violenta tutto ciò che evidentemente gli aveva fatto assumere quella strana forma, da qualsiasi buco gli fosse disponibile. Infatti, una volta conclusasi quella orrida scena, l'animale, tornato ad una grandezza normale per la sua razza e specie, scappò via. In quel momento il kiriano inziò a sentire una fitta lancinante al braccio destro ed una spossatezza generale, dovuta alle ferite ed al grande consumo di chakra. Riposatosi per un attimo, il ragazzo fu capace di portare a compimento il suo compito e ricevette una lauta compensa. Inoltre, arrivato il momento dell'effetto collaterale del tonico datogli da Ryuu egli chiese gentilmente se fosse possibile usufruire del bagno della casa alla quale doveva consegnare il pacco.

Liberatosi dunque di ogni peso, egli, lentamente, ritornò alla pasticceria, per fare rapporto al suo datore di lavoro. Arrivato lì lo aspettava il paradiso. Infatti dopo aver raccontato al genin cosa gli fosse capitato, egli ricevette un vassoio pieno zeppo di diversi dolci prelibati. Inoltre gli avrebbe raccontato di come il tonico avesse prodotto il suo effetto in maniera stupefacente e che molto probabilmente era stato quello che lo aveva fatto sopravvivere. Decise dunque di rimanere a parlare un poco con il ragazzo, per poi avviarsi a casa per condividere con la sua famiglia le bontà.