Votes given by Yato Senju

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    1 Minuto a Mezzanotte



    Gli avvenimenti si stavano susseguendo senza sosta nella notte più lunga della Foglia, da quando il cinque code si era liberato, anni prima, generando il caos, e imponendo la morte del giovane Keita. Quella notte invece, la luna splendeva col suo rosso sangue come mai prima di quel momento. Fuori dalle immediate vicinanze del villaggio, nessuno avrebbe notato l'inganno, potendo invece osservare le normali forma e posizione del bianco satellite, in alto verso Iwa.
    Fatta eccezione per Jotaro, che per qualche motivo pur trovandosi lontano da Konoha all'inizio del rituale, riusciva a vederne gli effetti, un Otese, o un Kiriano, non avrebbero avuto alcun dubbio, scrutando il cielo. Figurarsi un lontano cugino di Suna.
    In quella terribile notte, quando ormai mancavano pochi minuti alle 3 in punto, la situazione era la seguente: Raizen si trovava riverso in una sconfinata pozza del suo stesso sangue, sull'altipiano degli Hokage, privo del braccio sinistro [In precedenza ho detto il destro, ma a fine post vedrete il perchè di questa correzione.] e privo dei sensi, oltre che del Kyubi, strappatogli da Shiro e dal di lui Serraglio. In compagnia della Montagna del Fuoco, c'era solo il giovane Yato, che cercava di curarlo, o di ucciderlo, dal momento che l'unica altra persona, il daymio Kazutoshi, era spirato al posto di Raizen dopo il rituale di estrazione grazie ad un sigillo. Contemporaneamente, Sho, in preda alla furia dello stesso demone che in una notte simile aveva distrutto Konoha, anni prima, stava cercando di porre fine al rituale, fuggendo da un Lupo ben più minaccioso di un intero branco; mentre Asami cercava il modo di aiutare i suoi compagni di squadra, venendosi a trovare in una situazione più grande di lei.
    Kairi era appena stata sbattuta contro una parete e stava venendo praticamente sotterrata dalle macerie, anche se in modo non grave per il futuro della sua salute, braccata da quello che restava di una Tigre feroce.
    Allo stesso modo, Shin era in dirittura d'arrivo per il suolo, avvinghiato al Cinghiale, che tutte le intenzioni aveva tranne quella di lasciarlo andare, in una roulette che avrebbe deciso chi far trovare al suolo al momento dell'impatto; mentre Oda era tutt'altro che spiacevole uva per la Volpe che voleva azzannarlo, e che stava riuscendo ad arrivare benissimo alla sua preda. Senza la forza di Raizen, e la sicurezza di Sho, ormai sempre più preda della furia, era proprio quest'ultimo, il ragazzo scaramantico e con la passione degli spiriti, a fungere da colonna portante del gruppo, sebbene ancora non se ne rendesse conto.
    Alla Foglia invece, Jotaro stava cercando di raggiungere quello che per un momento le sue capacità da sensitivo senza chakra, gli avevano permesso di scambiare per Raizen, che al momento non dava segni di vita.
    Le forze speciali della Foglia non erano rimaste senza far nulla dall'inizio dell'attacco, e avevano cercato di mettersi in contatto con il Kage, oltre che aiutare in una eventuale ricerca della fonte del rituale, sebbene disturbati da forte interferenze causate dal Serraglio di Shiro.
    Di tutti i ninja della Foglia intenti nelle operazioni di indagine e arginamento delle minacce, ce n'era una che aveva un legame particolare con il Kage e col demone codato che egli portava con sè, la giovane Oboro; la quale, appena percepì il suo ingresso in quella realtà, venne allarmata da un forte senso di pericolo, e saltò fuori dal covo della radice, per vederci chiaro, scoprendo un'enorme luna rossa sulla sua testa.
    Attirata dall'istinto e dall'energia del Kyubi, si sarebbe recata all'altipiano, dove per la prima volta dopo alcuni decenni, avrebbe incontrato il cugino Jotaro, incappando in lui senza sapere chi fosse, ma scambiandolo per un anbu, dato il suo camuffamento. Per il ronin fu lo stesso, dato il vero abito da Anbu della kunoichi. I due si sarebbero recati verso l'ultima posizione nota dell'Hokage, mentre la lancetta dell'orologio era quasi sulle 12, e un meschino Cervo, si preparava nell'ombra a chiudere la partita.


    [Asami]


    Sulla pelle di Asami, sparisce anche l'ultimo simbolo, quello del Lupo, per venire rimpiazzato con quello del Cinghiale. Improvvisamente, la figura che fino a pochi istanti prima camminava tra le fiamme, scomparve alla vista della Kunoichi. Se lo avesse voluto, avrebbe potuto correre in aiuto di Shin.
    Per qualche ragione, il Lupo aveva rigettato il legame con la ragazza, in cerca di prede più appetibili.
    Il nuovo simbolo sarebbe apparso sulla mano destra della ragazza, in modo che fosse chiaramente visibile, come un invito da qualcuno di molto perverso a proseguire nel gioco; e conoscendo già la posizione di Oda e Shin, la giovane avrebbe potuto raggiungerli in breve tempo, sempre se di tempo ne fosse rimasto. Almeno non sarebbe stata inseguita dal Lupo...


    [Kairi]

    Quando l'Uchiha rivolse la sua palla di fuoco verso le macerie, attraverso la nube di polvere, qualcosa colpì, ma non seppe mai quale fu il bersaglio definitivo del suo colpo, fatto sta che al momento di saltare sul tetto che aveva scelto per restare di vedetta; le suole delle sue scarpe non arrivarono mai a toccare le tegole. Il suono sottile di contatto fu invece con del legno. La ragazza era acquattata sì, ma su una panchina, nella piazza centrale della Foglia; mentre il corpo dissanguato della Tigre giaceva a un paio di metri da dove lei aveva indirizzato la palla di fuoco. L'aveva mancata, ma le ferite avevano avuto la meglio sull'avversario della ragazza, facendo scomparire il simbolo, e rimandandola a casa.

    [Oda]

    Quello che suo malgrado, era divenuto il nuovo caposquadra effettivo dei ninja rimasti in quel delirio del parto mentale di Shiro, non solo era l'unica fonte di salvezza per i suoi compagni, ma aveva appena aiutato Shin a non incombere in una fine orribile. Assaltato dalla Volpe, venne colpito in pieno da una delle lance della donna, cosa che le strappò un ghigno irritante di soddisfazione sotto la maschera, facendole credere di avere in pugno la battaglia. Sarebbe stata lei la prima a mietere una vita dentro quel rituale.
    Quello che la Volpe non immaginava, era che, volutamente o meno, la coppia di fogliosi, l'avrebbero messa nel sacco di lì a poco. Le nemica di Oda, che lui lo avesse compreso o meno, era sorda. Quello era il motivo per il quale la sua illusione sonora non l'aveva colpita; ed era sempre per quello che il Cinghiale era pronto a difenderla, perchè lei si concentrasse sull'attacco. In quel momento però, con il Cinghiale che proprio in quell'istante impattava contro il suolo assieme a Shin, causando un gran trambusto e sollevando una discreta nube di polvere e terra, l'unica forma di difesa vera e propria della donna, era completamente assente. Il che, sommato alla boria della Volpe di voler uccidere immediatamente Oda, la fece lanciare contro il ninja della Foglia, in modo tale da farle completamente passare inosservata la presenza di una fottutissima gamba del Fuda, che stava per arrivarle in faccia.
    Quasi addosso ad Oda, con una lancia per mano, la donna fu completamente incapace di percepire il sibilo che l'arto gigantico vibrò attraverso l'aria, e quando si rese conto della sua presenza, grazie alla sua percezione tattile, fece appena in tempo a emettere un


    - Uh? -



    Prima che il colpo la colpisse dritta in faccia prendendola completamente indifesa, e senza che lei si aspettasse minimamente di essere sorpresa; dato che il suo campo visivo ristretto a causa della maschera, era unicamente incentrato su Oda. La leggendaria pedata detonò la faccia della Volpe così forte da sbriciolarle il cranio e farla schizzare contro la struttura degli Alloggi, piantandola come un chiodo dentro la parete esterna.

    Strana maiolica nel bagno di casa, Oda ci aveva sempre fatto caso. Quelle piastrelle gli ricordavano dei piccoli wight spettrali che aveva visto sul fumetto di un cacciatore solitario dai capelli grigi, alcuni mesi prima; ma invece di essere a salvare il villaggio, si trovava nella doccia di casa sua, sedere a terra, con l'acqua che gli pioveva in faccia. Con lui, era scomparsa anche la rete di comunicazione mentale.


    [Shin e Sho]

    La scommessa del loto della foglia sarebbe stata in favore del ragazzo? Lo scontro con il terreno sarebbe stato allucinante. La presa sulla faccia del Cinghiale avrebbe avuto certamente effetto, ma questo non gli avrebbe permesso di rompere il volto del suo avversario. Il Cinghiale era il più resistente di tutto il Serraglio di Shiro.
    Quando i due si trovarono a sbattere a terra, fu il nemico di Shin a colpire per primo, causando un effetto missile, aprendo la strada per un paio di metri nel terreno; portandosi dietro anche Shin. L'impatto avrebbe reso molto più dolore alla bestia in armatura, causando una ferita [Critica] al Cinghiale, e una [Media] diffusa a Shin, oltre ad uno status [Rottura] alla gamba destra, danneggiata nell'impatto avvenuto in malomodo, ma permettendogli quantomeno di non morire.
    Quando la penetrazione tellurica della coppia terminò, i due avevano bucato il suolo per almeno 5 metri, ritrovandosi nelle fogne, circa al centro di esse.
    Rivelando una configurazione a galleria, abbastanza larghe per camminare a due a due, ma con il soffitto alto appena due metri.
    Shin e il Cinghiale avrebbero rapidamente ripreso il controllo di loro stessi, rimettendosi in piedi, ma non sarebbero stati soli.


    Infatti, sebbene Shin non potesse vederlo, non a causa della poca illuminazione che caratterizzava le fogne, per via dei simboli che determinavano gli accoppiamenti, a circa 10 metri da lui, verso sud, trovandosi lui in una sorta di incrocio a 4 vie, c'era il Cervo.
    L'ultima maschera era seduta sul grosso cerchio di metallo che aveva mostrato con sè all'inizio, e levitava a circa 1 metro da terra. Dietro di lui era presente una sorta di totem, una struttura di legno alta circa 2 metri, con tanti rami quante le maschere, e alcune di loro erano coperte di crepe, dalle quali fuoriusciva una luce rossastra. Neppure il totem sarebbe stato visibile dal ragazzo. Se qualcuno fosse stato in grado di vedere il Cervo, quindi il Totem, avrebbe notato come ogni maschera che presentasse delle crepe, corrispondeva a una delle maschere sconfitte. Erano rimaste infatti, solo 3 maschere intatte: Lupo, Cinghiale, Cervo.


    Una cosa però, Shin la poteva vedere, e non si trattava del Cinghiale a meno di due metri da lui. Si trattava di qualcos'altro, che gli si stava avvicinando, a una decina di metri a nord, quindi dietro di lui. Una figura che sembrava emettere qualcosa di simile a vapore nero dal corpo, con gli occhi luminosi e imbrattati d'odio.
    Sho aveva raggiunto la botola e l'aveva praticamente scardinata via con una mano, era sceso nelle fogne, e con due galoppate era arrivato quasi allo snodo centrale delle fogne, da dove poteva vedere il Cervo, e il Totem, ma avrebbe superato Shin, lasciandolo in pace, situato tra lui e il suo bersaglio, per lanciarsi sul vero nemico ( non vedendo il Cinghiale) o avrebbe scambiato il ragazzo per una minaccia, essendo lui praticamente una figura mezza oscurata dall'ombra delle fogne?
    Il Cinghiale nel frattempo, non avrebbe agito a causa dello scompenso causato dall'impatto, e non si sarebbe reso conto, ancora, che la tecnica di attrazione si era disattivata; per quanto non fosse lui, il problema primario di Shin.


    [Raizen]

    Quando Yato scelse, si trovò a non essere più solo.
    Due figure si trovavano in piedi alle sue spalle, sotto la pioggia, e illuminate dalle luce rossa della luna, che ormai era gigantesca, e occupava quasi totalmente il cielo sopra Konoha.
    Erano arrivati tardi.





    Grazie a Waket per il capolavoro.

    TURNI AL COMPLETAMENTO DEL RITUALE: 1

  2. .

    "Hokage"









    Era passato qualche giorno dalla conclusione della grande retata, e Raizen, il decimo Hokage della foglia, poteva finalmente dire di aver portato a termine il suo primo vero obiettivo: debellare le mafie. Certo, qualche criminalotto c’era sempre, ma i due grandi gruppi principali ora erano inattivi.
    Era pervaso da uno strano senso di felicità, sicuramente nessuno l’avrebbe ringraziato, ed anzi, probabilmente avrebbero trovato qualche pecca nel suo operato, ma lui ed i ninja che aveva incaricato per svolgere tale compito avevano fatto il possibile e l’avevano fatto al meglio.
    Cosa gli restava da fare ora?
    Tutto.
    Nella nuova amministrazione aveva previso che il suo ufficio si affacciasse sulla via principale e grazie all’altezza dello stesso era possibile dominare sull’intero villaggio con lo sguardo, e più di una volta in quei giorni aveva sfruttato tale punto d’osservazione per capire quale sarebbe dovuto essere il prossimo passo, in cerca d’ispirazione.
    Chiuse gli occhi un’ultima volta davanti al panorama del villaggio della foglia.
    Non sarebbe stata una mattinata brevissima, aveva da compilare una scaletta dei temi da affrontare durante la riunione, informarne gli abitanti e decidere il luogo; aveva dotato l’amministrazione di un centro conferenze ma non sapeva quale poteva essere l’affluenza ad un simile evento, dopotutto era la prima volta che a Konoha facevano qualcosa di simile. Ma era probabile che la sua memoria fosse influenzata dalla scarsa opinione che aveva del Nara più sfaticato del villaggio, ed essere il più sfaticato tra gli sfaticati ti rende assolutamente inadatto a ricoprire un qualsiasi ruolo amministrativo. Aveva un chiaro ricordo di Shika, una mente brillante rovinata dalla pigrizia.
    Finito il piccolo viaggio tra i ricordi avrebbe chiamato Hitomi per farle organizzare la riunione, aveva bisogno infatti di una lavagna alle sue spalle in cui avrebbe riportato delle foto a grandezza naturale di tutti i capi dell’Edera, mentre lui sarebbe stato da solo sul palco, ad illustrare il necessario, munito di poche cose.
    Quella riunione sarebbe stata ben lontana dalla sfarzosa festa tenuta per la sua elezione, in molti, e non del tutto a torto potevano dire che la nomina di Raizen non fosse del tutto cristallina nei modi, aveva saltato a piè pari il consiglio dei jonin ma era un passo inevitabile, Konoha era avvelenata ed i jonin pochi. Di contro, non tutti erano al corrente della realtà dei fatti e l’ignoranza è un nodo difficile da sciogliere, per quella ragione durante la riunione sarebbe stato soltanto lui, un microfono ed un leggio con lo stendardo di Konoha.
    Un leggio parecchio alto.
    Quando i ninja avessero fatto ingresso nella sala si sarebbero accorti che era abbastanza spaziosa, più simile ad una sala concerti per i posti a sedere e per la raffinata acustica più che ad una sala congressi, soltanto una volta chiuse le porte le luci si sarebbero abbassate gradualmente, senza però spegnersi del tutto, e lasciando solamente il palco opportunamente illuminato.
    Dopo qualche secondo di silenzio l’Hokage avrebbe fatto il suo ingresso, niente di strabiliante in tutto ciò: era la solita imponente figura, statuaria e naturalmente severa. Le sopracciglia della Montagna del Fuoco non erano in grado di distendersi, la loro posizione rilassata era aggrottata, dandogli sempre un aria sicura e poco incline alla discussione.
    Le luci diedero all’ingresso una lieve nota spettrale illuminando dall’alto il massiccio corpo mentre avanzava nel palco, lievemente più elegante del solito, forse a causa di un abbigliamento differente.
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    Vestiva infatti quelli che aveva iniziato ad utilizzare come abiti per le occasioni formali: un Kimono in due parti, quella superiore di un rosso intenso, un cadmio lievemente spento da dei pattern difficili da distinguere, che restava invariata per tutte le parti che coprivano il torso, juban kimono escluso che era di un bianco immacolato. Le magatama erano state sostituite con il simbolo di Konoha mentre l’obi e l’Hakama erano di un nero profondissimo solcato da finissimi fili d’oro che disegnavano un pattern di nuvole e draghi scarsamente percepibile se non con un’ attenta osservazione. Calzari neri e morbidi, niente sandali, li odiava. Al di sopra degli abiti eleganti il mantello da Hokage, posato sulle spalle, riportava la scritta che lo indentificava come la Decima e Prima fiamma del villaggio del fuoco, era tradizione che venisse ricamato dalle stesse sarte che avevano ricamato i mantelli per i precedenti Kage, dando continuità e valore persino ad un indumento che all’apparenza pareva così spartano, ma che rendeva chiunque lo indossasse simbolo del villaggio a patto che ne sopportasse il peso.
    E proprio in quel momento, davanti a tutti, iniziò a sentire il peso di tutti coloro che aveva deliberatamente ignorato, decidendo di scavalcare il parere di chiunque e facendosi eleggere dal Daimyo. Non era una scorrettezza, era lui che poggiava il cappello sulla testa di tutti i Kage dopotutto, ma dietro a quest’ultimo c’era sempre qualcuno a votare, tranne questa volta. Questa volta c’era solo la voce più grossa di tutta la Foglia, che levatasi più forte tra tutte quelle del villaggio era riuscita a farsi valere, a farsi nominare senza l’appoggio di nessuno.
    Dietro a quei vestiti c’era soltanto Raizen Ikigami, e senza troppa fatica era possibile vederlo nudo in quel momento, esposto al suo villaggio, come se portasse la carcassa dell’Edera in dono a coloro che aveva ignorato, come se cercasse di promettere che la sua condotta futura sarebbe stata impeccabile.
    Come se gli importasse qualcosa.
    Con l’imponente figura dell’Hokage Rosso5898fd30ab8ae che si avvicinava al leggio si apriva quindi la Prima riunione di Konoha.


    Edited by F e n i x - 6/2/2017, 23:48
  3. .
    CITAZIONE (Febh @ 3/2/2016, 19:29) 
    In sostanz Boreanz ha abusato di Roronoa fino a farlo diventare uno schiavo Nukenin mentre l'Hokage Fenix ha abusato di Yusnaan all'ingresso della Foglia fino a farle tradire Oto per Konoha.

    Poi qualche altro inciucio, ma a parte Leopolis che smette di essere nukenin e diventa fedele al Mizukage Max che lo ha svegliato dal sonno come il principe di biancaneve....niente di serio :zxc:

    nessuno vuole dirlo, ma ha usato gli stessi metodi degli altri due :zxc:
3 replies since 27/8/2015
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