Posts written by Yato Senju

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    Addestramento Ufficiale
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    Quindi sarebbe questo il posto? Avevo ancora in mano la comunicazione ufficiale che mi convocava nel Campo di Addestramento 32, una banalissima radura con terreno erboso, privo di corsi d'acqua. La radura era ampia forse venti metri, poi iniziavano alberi dal grosso fusto, non particolarmente fitti, mentre al centro erano presenti due grossi tronchi d'albero con attaccato un manichino per l'addestramento con le armi da lancio: niente più che un sacco pieno di paglia. A parte questo non c'era nient'altro, nemmeno altri ninja od istruttori. Uhmm...mi chiedo che razza di addestramento avessero in mente. Seguivo molti allenamenti a casa, nei campi più disparati inclusa la lotta o l'esplorazione in aree inospitali, ma avevo recentemente realizzato che non erano sufficienti...il divario col mio Bersaglio era troppo grande ed ero affamato di esperienza e potere al momento. Una fame inesauribile.

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    Il che spiega il perché avessi fatto richiesta all'Accademia di ulteriori addestramenti, la quale aveva inviato una lettera pochi giorni dopo, intimandomi di presentarmi in quel Campo a quell'ora, per una sessione speciale. L'orario è giusto...no, forse sono in anticipo di qualche minuto, ma mi chiedo cosa abbiano in mente di fare qui. Guardai i manichini. Con le armi da lancio me la so già cavare e non c'è altro di interessante qui intorno...magari si tratta di uno scontro con qualche altro ninja? In ogni caso non potevo far altro che aspettare. Avevo il coprifronte alla cintura come al solito ed indossavo una semplice tuta da ginnastica, con la sacca porta-armi legata sulla coscia e altre due sacchette legate alla cintola, posteriormente. L'unica arma degna di nota visibile era un Tanto, regalatomi da poco per il compleanno.
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    Un Addestramento Ufficiale


    Link alle schede: Scheda di Maki Baian / Scheda di Yato Senju

    Durata: 5 round + 1 presentazione
    Arena e Meteo: Radura nella foresta vicino Konoha, tempo sereno.
    Regole Speciali: No morte. Yato combatterà come Energia Bianca.


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    [Venir Trovati dai Guai]

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    Non fu tanto la presenza quanto piuttosto la voce ad allarmarmi, facendomi voltare con uno spiedo in mano, già pronto allo scontro, solo per vedere il mio attacco bloccato senza sforzi.. Maledizione! Sbottai...ancora una volta un avversario superiore mi aveva surclassato senza possibilità di appello. Non lo avevo nemmeno sentito arrivare! Ma si può essere più stupidi? La missione ora era fallita per sempre, a meno che mio padre non intervenisse per aiutarmi...ma lo avrebbe fatto? Mi voleva bene e non sarebbe stato sospetto un padre che aiuta il figlio, ma di contro doveva anche evitare di esporsi o di dimostrare le sue effettive capacità o l'intera operazione sarebbe andata a farsi benedire. Io, al mio stadio attuale, ero sacrificabile e lo sapevo benissimo.

    Non so chi... Forse avrei potuto cavarmela o prendere tempo a suon di vuote minacce, ma furono le parole del mio aggressore a fermarmi. La mia...Boss? E perché mi chiami "kunoichi"? Possibile che l'aggressore non fosse un nemico? Ma che significato poteva avere. Vestirmi da maschio? Avevo indosso una semplice tuta da ginnastica, come sempre d'altronde...di cosa diavolo stava parlando? Istintivamente feci un passo indietro. Io non... Rinforzi per una Boss di Konoha che aiutava una certa Izumi....e l'esplosione aveva messo fuori gioco due altri "agenti". Questa situaz... Quello mi ruttò in faccia, interrompendomi nuovamente e lasciando che inalassi a pieni polmoni il contenuto del suo stomaco nelle ultime ore. Mio malgrado. ...volevo solo dire che...EHI! Quello mi palpò violentemente il petto, cosa che, devo dirlo, mi allarmò non poco tanto che feci un balzo indietro, solo per trovarmi stretto per la collottola e trascinato via! No, no, EHI! MA CHE HAI IN MENTE?? Forse la mia voce era diventata un pelo più stridula...ma in fondo quel rozzo individuo mi stava trascinando in un vicolo buio! Al diavolo la differenza in abilità: gli avrei conficcato tutte le mie armi nel collo prima ancora che provasse ad allungare le mani. Serrai i pugni fino a sbiancare le nocche, caricandomi come una molla, pronto a reagire.

    Non ci fu bisogno di aggredirlo però, dato che mi liberò e si limitò ad indicare la strada. Potevo scappare? Si, forse avrei potuto, ma perché quello era convinto che fossi una Kunoichi di Konoha al soldo di qualche ninja di alto rango? Possibile che quella bomba di prima fosse parte di una missione? Deglutii, cominciando a sudare freddo...mio padre non era ancora intervenuto, forse perché voleva vedere come andava a finire quella faccenda, o magari non si era accorto di nulla. In ogni caso poteva essere un'utile esperienza, se fossi sopravvissuto....almeno finché non mi ritrovai davanti ad una casa di piacere, cosa che svuotò istantaneamente di ogni "entusiasmo", se così vogliamo chiamarlo. Oh no...non dirmi che è tutto un piano di mio padre per tirarmi su di morale, ti prego...anche perché non sta funzionando granché. Stavo quasi per chiedergli se faceva parte della "famiglia" ma mi morsi la lingua prima di lasciarla scivolare su argomenti così pericolosi: non si parla della "famiglia" fuori dalle mura di casa. Mai. E comunque sarebbe stato un errore, perché a dispetto di ciò che sembrava, in quell'edificio losco non c'era un bordello, ma un covo di cospiratori (e lui aveva esperienza in tal senso).

    Quello mi spintonò all'interno, mandandomi lungo disteso sul pavimento in legno...e non so per quale miracolo non finii con l'avere decine e decine di schegge conficcate nella carne. AHIO! Sbottai all'impatto...non mi aspettavo che mi spingesse. Ero stato incauto. Istintivamente misi una mano alla cintura, pronto ad estrarre un'arma, e stavo per rialzarmi quando mi trovai di fronte un paio di occhi verdi e brillanti, incorniciati da una chioma castana e supportati da un seno abbondante. I miei occhi si piantarono in quelli della donna. A giudicare dal tono che aveva usato con il mio aggressore doveva essere il capo..la "boss di konoha"? Aveva un'aria familiare a ben pensarci e poi...e poi mi fece una domanda che non centrava assolutamente niente. COSA? Replicai a voce alta, oltraggiato, prima ancora di realizzare che dovevo mantenere un briciolo di contegno. CERTO CHE NON SONO UNA DONNA! CHE RAZZA DI DOMANDA! Subito mi tappai la bocca...ancora una volta avevo lasciato che le emozioni prendessero il controllo...di quel passo non sarei mai stato pronto per il Bersaglio.

    Forzandomi di mantenere la calma mi alzai lentamente, sempre che mi fosse consentito. Sono Yato, del clan Senju di Konoha...in addestramento per diventare Genin...e a giudicare da tutto questo... Mi guardai attentamente intorno. ...Voi siete un gruppo di pervertiti. O in alternativa c'è qualcosa in ballo...e Konoha è coinvolta. Una missione forse. Non dissi come ci ero arrivato, né feci cenni verso l'energumeno chiamato Jun che aveva involontariamente spiattellato tutto. Mi trovavo qui con mio padre ma siamo stati separati da un'esplosione...però...se servisse il mio supporto per il villaggio, anche con la mia inesperienza...potrei prestarvi assistenza. Era evidente che mi stavo sforzando di controllare ogni emozione, e non potevo nascondere quella luce affamata di esperienze e potere che brillava in fondo ai miei occhi...ma se davvero quella era una missione e poteva tornarmi utile per avvicinarmi al bersaglio allora dovevo cogliere l'occasione, osando e rischiando.

    Ormai sapevo che il semplice allenamento non bastava più per ridurre il gap.
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    Le strade di Otafuku

    Tredici giorni ed otto ore dal primo incontro col Bersaglio. Un incontro disastroso, tanto che avevo chiesto a mio padre di raddoppiare il regime di allenamento da quel momento in poi. Distante. Troppo distante fino ad essere quasi irraggiungibile, lo capisci? Lui disse che capiva, ma sembrava preoccupato per le mie intenzioni, non si aspettava che realizzare la limitatezza delle mie capacità mi avrebbe turbato fino a questo punto. No...no questo non fermerà comunque la Missione. Solo...ci vorrà del tempo. Lui disse che capiva e gli fui grato. Evitai di uscire per giorni, rafforzando il fisico e tutte le mie doti senza sosta, fin quasi a farmi del male, fino a realizzare che avevo fatto un passo avanti rispetto a prima. Piccolo, un piccolo patetico passo, ma si trattava solo del primo di una lunga corsa che mi avrebbe portato a sgozzare quel pomposo arrogante di un Ikigami.

    Ma come mai ora siamo ad Otafuku? Mio padre spiegò che per premiarmi per l'impegno voleva farmi fare un giro per le case di piacere. Io alzai lo sguardo al cielo, sospirando. Era evidente che il suo interesse era solo tirarmi su di morale. Papà, ti ho già spiegato che sto bene. Non serve andare da queste parti, inoltre sai bene quanto me che sono sicuramente più bravo di metà delle ragazze che girano da queste parti, dovrebbero essere loro a pagare me per il servizio e non viceversa...è quello che mi avete insegnato, dopotutto. Aggiunsi con un briciolo d'orgoglio: non erano comuni i ninja maschi addestrati a sedurre e soddisfare le donne. E comunque sarebbe solo ginnastica senza uno scopo: devo diventare più forte, non correre dietro alle distrazioni, io... Il suono di un'esplosione poco distante fece rizzare le orecchie ad entrambi. Uno scontro? Istintivamente cercai di arretrare: non potevo essere coinvolto a meno che questo non potesse dare vantaggi per la Missione, ma mio padre mi fermò con un cenno della mano. Secondo lui Otafuku, e soprattutto il Quartiere dei Piaceri, avevano delle leggi tutte loro ed un ninja non era tenuto ad immischiarsi a meno che non ci fosse un'evidente aggressione a carico degli abitanti della Foglia...ma valeva comunque la pena dare un'occhiata. Mio padre è sempre stato curioso, una cosa che gli avevo spesso rinfacciato durante gli addestramenti.

    Daccordo allora. Sapevo che sarebbe stato cauto, ed in sua presenza ero perlopiù al sicuro, ma non mi piaceva affatto l'idea di immischiarmi. Percorsi pochi vicoli, ecco che vedemmo un pò di fumo e dei vetri infranti fuori da una delle "case". E' come se avessero lanciato qualcosa di esplosivo oltre la finestra. Secondo mio padre poteva essere una Cartabomba, ma solo i ninja le usavano: quindi là dentro c'era un ninja o qualcosa del genere. Mi disse di nascondermi ma di tenere d'occhio la situazione, mentre lui saltava sul tetto con un solo balzo, per osservare meglio la scena.

    A posteriori mi viene da pensare che se fossi stato più attento non sarei finito coinvolto in tutta quella faccenda, ed ancora non so dire se fu un bene od un male...ma di certo le mie doti furtive erano quantomeno scarse, dato che a sei metri scarsi dalla finestra chiunque avrebbe potuto notarmi mentre mi sporgevo da dietro la parete, peraltro col coprifronte in vista a mò di cintura...e questo significava che chiunque poteva arrivare e sorprendermi sul fatto....chiunque.

    Edited by Febh - 19/9/2015, 16:18
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    [Occasione n° 001. Risultato: Fallimento dell'Assassinio]

    Non si tratta di ideologie ma di una Missione. Una Missione che crollerà solo quando lo farò io. Battei un pugno sul petto. ma perchè andavo a parlare di quelle cose proprio con quello che dovevo far fuori? Dedicare la propria vita ad uno scopo rende completi. Ripetei come mi avevano insegnato, ma anche come pensavo fosse corretto fare. In ogni caso, il giorno in cui verrò messo alla prova spero sinceramente che ci sia anche lei, Hokage-sama. Conclusi con un certo tono sprezzante, di sfida. Certo, lui probabilmente lo avrebbe interpretato come il rantolo di un ragazzetto rancoroso, ma io intendevo solo che speravo fosse ancora lui il Kage quando fossi stato abbastanza forte da cercare di ucciderlo.

    Quello si alzò, pulendosi i calzoni e dichiarando che non intendeva aiutarmi. E ci mancherebbe altro, figuriamoci se un assassino deve essere aiutato dalla sua vittima! Non ho certo intenzione di distruggere un quartiere od un clan! Replicai, riottoso. E comunque non ho chiesto aiuto, io...io stavo solo... Mi ammutolii. Forse mi stavo davvero piangendo addosso, sperando in una mano che mi accompagnasse su una strada più facile...ma in quel preciso momento realizzai una volta di più che sul sentiero accidentato e sinistro in cui stavo passando la vita non c'erano mani amiche o compagni. Solo la meta, lontana e quasi irraggiungibile...ma c'era, e serviva solo fare un passo dopo l'altro per arrivarci.

    Addio, Hokage-sama. Aggiunsi a labbra strette mentre quello si allontanava. Al nostro prossimo incontro le cose saranno diverse! Giurai a me stesso che avrei fatto di tutto perchè lo fossero. Ora dovevo solo cercare di apprendere da quell'incontro in cui ero sembrato, no, ero stato assolutamente patetico. Più forte, sia nel corpo che nella mente. Ecco cosa mi serviva: forza.

    Mi diressi nella direzione opposta.
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    [Questioni di Famiglia]


    Sono gli Uchiha quelli che promuovono l'incesto. Replicai scocciato. I geni Senju sono sempre dominanti e tutti gli eredi hanno qualche capacità, anche se non necessariamente il Mokuton. E poi... Ma mi fermai, realizzando che quella dell'Hokage era solo una presa in giro. Una provocazione in cui ero cascato come un principiante. Certo, ero un principiante, ma vedermi schiaffeggiato dall'evidenza della cosa faceva male, molto male, tanto che serrai le labbra, cercando di evitare di prenderlo a male parole: farlo lo avrebbe solo reso più contento. Non sono le mie origini a dover dimostrare qualcosa. Decise poi di rispondere. Ma solo le mie azioni...quando sarò in grado di metterle in atto. Poteva leggere l'odio e l'invidia nel mio sguardo? Se quell'Ikigami doveva essere il primo Bersaglio allora stava riuscendo benissimo a motivarmi ancor più di quanto non avesse fatto il mio addestramento. Se solo non fosse stato tanto più forte...

    Quantomeno si decise a rispondermi: non sapeva chi fossero ma se volevano uccidere il Kage e non danneggiare Konoha allora sarebbe stato più utile lasciarli fare. Certo, anche solo pensare che fossero altri ad uccidere il Bersaglio, specie uno così odioso, mi faceva rivoltare i visceri per l'invidia, ma era un sentimento che schiacciai immediatamente: il risultato era importante, non il modo. E poi lui mi chiese una motivazione. Mi ero sbilanciato troppo? In effetti realizzai che la mia frustrazione era palpabile...rimasi a lungo in silenzio, senza guardarlo. Una Missione. Sussurrai alla fine, pur combattuto. Cosa sarebbe cambiato rivelarlo? A ben pensarci, nell'assurdità della situazione, se anche avessi detto che il mio scopo era far fuori l'Hokage quello non mi avrebbe mai creduto. Ero troppo debole ed inoffensivo...ma ad ogni modo era bene mantenere una certa riservatezza. Una questione di famiglia e onore, che solo io posso risolvere. I miei genitori non potevano, ma io lo farò. Dissi con voce decisa, fissandolo negli occhi: potevo sopportare il suo sguardo e potevo affermare con certezza che tutto l'impegno della mia famiglia, tutto l'orgoglio dell'Organizzazione a cui appartenevano, mirava unicamente a permettermi di soddisfare la Missione. C'è un Bersaglio che deve essere abbattuto, ma se non sarò io a farlo, da solo, allora non avrebbe senso. Mi abbandonai ad un sospiro. Anche se mi ci vorranno anni per essere pronto.

    Lui poi fece delle allusioni, come se il mio addestramento fosse solo un qualche indottrinamento che non teneva conto della mia volontà. Quell'imagine mi fece infuriare, tanto che serrai i polsi e, perdendo un attimo il controllo, feci un passo avanti. Io agisco solo per mia scelta! Mi hanno insegnato ed aiutato, ma sono e sarò sempre io a decidere! E guardando il nuovo Hokage, la mia preda, ed i suoi atteggiamenti che mi provocavano in continuazione, la mia determinazione non poteva che aumentare sempre di più! Se solo avessi avuto abbastanza forza gli avrei già tagliato la gola!

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    [Informazioni Riservate?]

    Ed ora sorrideva, il bastardo, come se vedermi in evidente difficoltà lo rendesse più allegro. Oh, quanto avrei goduto nel fargliela pagare! la Missione prevedeva di agire in maniera sistematica ed impersonale...era il titolo di Hokage ad essere il vero Bersaglio, la persona decisamente era irrilevante, ma questo non mi impediva di metterci qualcosa di mio, se non intralciava l'esecuzione. Ed al momento quel sorriso sghembo era qualcosa che avrei voluto vedere sulla testa mozzata di quel Raizen Ikigami, nuovo Kage della Foglia. Pezzentello. Sibilai, frustrato, senza rispondere a tono ma lasciando che il mio sguardo esprimesse tutta la mia disapprovazione, mentre quello andava a sedere poco lontano.

    Rovinare la vita? La Missione ERA la mia vita, l'unico modo per rovinarla era non seguire più la Missione e questo era il fondamento di tutto. Per quanto irriverente potesse essere, il Bersaglio non era che una preda. Ogni suo commento riguardo le mie scelte o la mia vita suonava quasi come una barzelletta alle mie orecchie, anche se decisamente non avevo nessuna voglia di ridere. Sedici. Sedici anni. Di cui almeno tredici di duro ed estenuante allenamento. E non mi serve annusare le gonne. Distolsi lo sguardo, sdegnato. Ho già fatto abbastanza in quel campo. Spiegai senza nemmeno un goccio di imbarazzo. Era sparito completamente durante l'addestramento speciale con le "cugine" e le "zie" nelle arti amatorie. Nel caso di una Hokage donna potevano tornare estremamente utili, dato il mio aspetto, e non ci si poteva permettere che la vergogna o l'inesperienza compromettessero la Missione.

    Realizzai in quel momento che, a furia di chiacchiere apparentemente vuote mi stavo calmando, riconquistando sempre più il controllo di me stesso. possibile che il Bersaglio lo stesse facendo apposta? Fosse stato un ninja qualunque forse gli sarei stato perfino grato, ma in quel particolare momento realizzare che la preda mi offriva una mano era disgustoso! Utile per la Missione forse, ma tremendo per il mio orgoglio. Perdipiù ora stava straparlando, inventando storie assurde di disagio familiare, proprio a me che vantavo un sangue antico ed una famiglia, soprattutto quella allargata, che sin dalla nascita mi era stata vicino. I miei genitori sono entrambi vivi ed entrambi sono abili membri del clan. Tagliai corto, facendo un gesto stizzito con la mano. Ho trovato tre cadaveri e poi l'Hokage mi ha colto di sorpresa, non serve essere disturbati per...esagerare nelle reazioni. Un respiro profondo. Si, decisamente mi ero ripreso...abbastanza da non continuare a parlare dei miei familiari: meno informazioni rivelavo e meno sarebbero stati i rischi per la Missione.

    Ma nonostante tutto il tono serio ed improvviso delle sue parole successive mi colpì come una frustata, mentre un'ombra del tremore e della rigidità di prima tornavano ad affacciarsi. Non...io... Deglutii, ma con uno sforzo mantenni la calma. Non mi piango addosso. Conosco i miei imiti e voglio superarli. Chiusi un attimo gli occhi. Ma non riuscirci è...frustrante. E nuovamente tornai a fissarlo. Ho trovato tre cadaveri, e se posso usare questa conoscenza per diventare migliore...allora posso pagare il prezzo. Stavo davvero chiedendo una mano a quello che dovevo uccidere? Sentivo quasi un fastidio nel fondo della testa per questa contraddizione, ma la misi a tacere in fretta: la Missione permetteva qualunque mezzo pur di raggiungere l'obbiettivo, anche usare il Bersaglio od essere usati da lui. L'importante era ottenere i mezzi e l'opportunità. Ci sono di nuovo terroristi a Konoha...come sei mesi fa?
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    [Umiliazione]

    All'impatto sobbalzai, ma senza lasciar andare nessun rumore, limitandomi a serrare con ancor più forza i palmi, tanto da conficcare le unghie nella carne e trarne un rivolo di sangue. Mi aspettavo di venire giustiziato sul posto, od al più ridotto in stato d'incoscienza e poi incarcerato per la vita, senza più possibilità di portare a termine la Missione...ma a quanto pare nel panico avevo gonfiato l'intera faccenda. Non...non ho intenzione di finire in tribunale. Ma perchè lo avevo detto? Che frase patetica! Avrei voluto riafferrarla tra i denti mentre mi scivolava via di bocca, ma sapevo bene che questo era impossibile! Anni di addestramento per controllarsi gettati nella spazzatura per un semplice incontro e per tre cadaveri piovuti dal cielo. Improvvisamente sentii la bocca seccarsi, mentre l'Hokage generava delle copie di sè stesso per ripulire i corpi...un solo clone li caricò tutti e tre...ed io avrei avuto difficoltà anche solo a trascinarne uno! Non riuscii a nascondere l'odio e l'invidia mentre fissavo quel costrutto di chakra tanto più forte di me...e mi sforzai di tornare sull'originale (che poi, era l'originale? E se fosse stato un'altra copia?)

    Chiedeva il mio nome. Non che fosse un segreto, dato che la mia famiglia era regolarmente registrata e vantava radici antichissime (un gioco di parole che mia madre aveva sempre apprezzato, ma che personalmente mi era sempre stato indifferente). Non c'era motivo di nascondersi: Yato Senju era una pedina sacrificabile per la Missione, anche se per ora non ero minimamente in grado di metterla in atto. ...Yato. Sussurrai, tra le labbra asciutte, poi mi schiarii la voce e ripetei, più deciso. Yato del Clan Senju. Diceva che me la ero fatta sotto...ed anche se si trattava di un modo di dire aveva pienamente ragione: mi aveva mandato nel panico più totale ed aveva scoperchiato uno scrigno pieno d'odio, sia per lui, maledetto Bersaglio, sia per me stesso per la mia assoluta debolezza. La Missione era la mia unica meta, ma restava una luce lontana a malapena visibile dalla palude di melma in cui arrancavo, prigioniero delle mie incompentenze.

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    Vi divertite a prendervi gioco di me? Replicai senza mascherare la mia ostilità, fissandolo attentamente. Molti trovavano inquietanti i miei occhi, così luminosi e carichi di espressività, e mio padre mi aveva insegnato a sfruttare questa mia dote naturale per nascondere le mie vere intenzioni, mascherandole con altre emozioni ed espressioni. Io non sono...niente. NIENTE, un ninja senza coprifronte, assolutamente inutile per il villaggio ed il mio clan così come sono. Non riuscivo a mentire e tenere per me le mie considerazioni, non di fronte a quell'uomo e a tutto ciò che rappresentava. Quindi no. Non mi hanno insegnato le arti del clan. Non ancora. Ho imparato molto, ma non quelle...e comunque quello che so non serve a fare di me ciò che dovrei essere. Un esecutore. Un assassino. Un Ninja che possa portare a termine le sue missioni.

    Cercai di sostenere il suo sguardo. Quei corpi...li avete uccisi voi? Potete muovervi tanto veloce da non essere visto? Erano...terroristi? Non avevo dimenticato, come quasi tutti i ninja di Konoha, che solo di recente eravamo stati attaccati da un jutsu di potenza mostruosa. I miei familiari erano come impazziti, preda di una specie di isterìa collettiva, mentre io, che in quei giorni ero a letto per una febbre, non avevo subito quello strano effetto...però al contempo non potevo muovermi e continuavo a chiedermi cosa ne sarebbe stato della Missione...cosa sarebbe accaduto a Shika Nara, il precedente Bersaglio...erano stati momenti da incubo: senza Konoha la Missione avrebbe perso di significato: se c'erano terroristi che volevano distruggerla io avrei dovuto fermarli...anche con il poco che ero in grado di fare. La Missione lo richedeva.
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    [Il primo incontro]

    Quando una mano mi bloccò la bocca, stringendomi con una forza alla quale non sarei mai riuscito a scappare, istintivamente nella mia mano apparve uno spiedo precedentemente nascosto nella manica, ma da quella posizione realizzai subito che non avrei mai e poi mai potuto reagire efficacemente. Frustrato, lasciai andare l'arma, conscio della sua inefficacia, mentre chi mi aveva catturato sibilò alcune parole, dopo avermi intimato il silenzio. Che fosse il killer? Quei tre non sembravano morti naturalmente, ma che senso aveva lasciarli così nel mezzo della strada? Possibile che ci fossero altri piani ed il mio averli trovati là in mezzo avesse disturbato l'assassino? Ero terribilmente rigido, con un rivolo di sudore che scendeva lungo le tempie.

    Chiunque fosse il mio aggressore, non sembrava intenzionato a farmi del male, ma quantomeno aveva dimostrato di potermi ridurre all'impotenza nel tempo necessario ad un mio respiro...senza contare che non mi ero reso minimamente conto del suo avvicinamento, se non all'ultimo istante. Mi lasciò, permettendomi di voltarmi solo per trovarmi di fronte all'ultima faccia che mi sarei mai potuto aspettare: il Bersaglio.

    Anche se ero stato addestrare a controllare i movimenti del volto, sicuramente sgranai gli occhi per la sorpresa e la paura: la mia missione stava per finire prima ancora di cominciare, ed onestamente non avevo alcuna via d'uscita! Presto, troppo presto mi ero avvicinato a quell'uomo. Anni buttati nel cesso, a quel punto, se non trovavo un modo per cavarmela. La sudorazione aumentò, segno inequivocabile che avevo riconosciuto il mio aggressore per quello che era: l'Hokage di Konoha...e stavo tremando come una foglia al suo cospetto, odiandomi per quella manifestazione di debolezza.
    Ho-Hokage. Degluti. Hokage-sama... Quello parlò di guai e fu come se mi crollasse il mondo addosso mentre fissavo i tre corpi e poi lui, senza capire, onestamente, nonostante l'incessante condizionamento mentale che mi spingeva ad analizzare ogni situazione razionalmente. L'addestramento era a malapena sufficiente per impedirmi di correre via urlando. Co-cosa? Scostai lo sguardo tra lui ed i corpi. Cosa? Ma...no! NO! Io non ho fatto niente! Lo odiavo a morte, e queste sue accuse infondate me lo facevano odiare ancora di più. Alzai una mano per indicare i cadaveri, lasciando che l'ira spazzasse via la sorpresa che ancora mi immobilizzava. IO LI HO SOLO TROVATI! Avrebbe letto in quell'irritazione il mio odio? Al momento non ero in grado di controllarmi del tutto, ma non al punto da lasciarmi sopraffare dai sentimenti.

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    Come avrei fatto a trasportarli tutti e tre? Io non sono così forte! Fredda ira, così dissimile dal fuoco che arde in chi stoltamente si lascia guidare dalla furia. Era un fuoco gelido che mi era utile per spezzare i vincoli della paura ma che al contempo aiutava la mia mente a reagire, più che il corpo. Non c'era altro nel mio addestramento che potesse guidarmi in quel momento: il controllo dell'Ira. L'ira glaciale, contrapposta al fuoco distruttore della violenza. Non sono così forte. Ma anche quel gelo non poteva fermare l'amarezza nella mia voce mentre abbassavo lo sguardo, coi pugni serrati. Non potrei trasportarne nemmeno uno senza esaurire le forze...figuriamoci tre. Nuovamente sollevai gli occhi colmi di vergogna ed al contempo di sfida. Li ho solo trovati, ma non posso dimostrare niente. Non posso oppormi all'Hokage. Non ancora...e forse non avrei mai potuto farlo.

    Alzai le mani in segno di resa. Faccia ciò che deve. Incapace di sopportare la vergogna, mi limitai a chiudere gli occhi, in attesa del verdetto.
  10. .
    Visto dall'alto

    Il bersaglio. Infinitamente al di sopra delle mie possibilità per ora. Ma era là, davanti a tutti in quella ridicola messinscena con musiche e balli. Quando quell'individuo bizzarro si era fatto avanti con aria minacciosa il nuovo Hokage si era messo in mezzo, muovendosi con una velocità inarrivabile. Inumana. Eppure deve esserci un punto debole. Ero su un balcone assieme ad altri curiosi, infiltrato senza dare particolarmente nell'occhio e, fortunatamente, abbastanza lontano da non subire lo strano influsso che la musica aveva avuto sulla folla. Sentivo le mani fremere di impotenza...per quale motivo mi avevano tenuto isolato così a lungo? Per quale motivo la mia "preparazione" non aveva incluso un modo per diventare più forte? Ragazzini con molti anni in meno di me erano già capaci di imprese incredibili mentre io a malapena riuscivo ad impastare il chakra in qualche tecnica elementare. Cercai di ricacciare l'irritazione dove le competeva: in fondo a me spettava eseguire la missione, non giudicare i metodi di chi me la aveva assegnata.

    Lasciai andare un sospiro, calmandomi. E' ancora troppo in alto...ma lo raggiungerò. Dopotutto ciò che sta in alto può solo cadere, prima o poi. In quel momento realizzai che con il mio atteggiamento teso e poco allegro forse spiccavo in mezzo agli altri sciocchi che, amanti di chissà quale ordine precostituito, saltavano e gridavano la loro approvazione. Mi disgustavano al punto che decisi di lasciar perdere ed allontanarmi. A che serviva spiarlo in cerca di una debolezza in questa fase? La differenza era troppo grande e nel tempo necessario ad ottenere abbastanza forza magari il bersaglio avrebbe anche cambiato nome e fattezze. Un Hokage non è per sempre. Mi richiusi la porta alle spalle, prendendo le scale fino alla strada.

    Presi la strada verso casa, nel quartiere del clan Senju, solo per assistere ad una scena quantomeno singolare: rumore di passi che si interrompeva rapidamente e poi tre cadaveri che impattavano sul suolo. Strano. Diedi uno sguardo tutto intorno, sospettando uno scherzo o magari qualche altra idea anticonvenzionale dell'Hokage, ma non notai niente di particolare. A quel punto mi feci più vicino, toccando uno dei corpi con la punta del piede. Sembra effettivamente morto. A questo punto mi assalì un dubbio: un onesto cittadino avrebbe avvisato subito qualche ninja di rango più elevato ma quella faccenda poteva fruttare qualcosa di buono...persi almeno dieci secondi cercando di decidere il da farsi. No. Non importa quanto possano essere utili le informazioni di questi corpi: non ho le capacità per sfuttarle. Era sicuramente meglio mantenere la copertura, quindi presi a sbracciarmi e gridare, correndo verso la zona principale. EEEEHIII!! EHIII!! AIUTO! CI SONO TRE CORPI QUI! EEEHIII!! Ero bravo a dissimulare la sorpresa e la preoccupazione: quante ore avevo passato a disperarmi durante la "preparazione"? Non erano certo le emozioni il mio problema...solo il decidere quando usarle mi creava ancora qualche problema. E poi chissà, se il bersaglio o un suo sottoposto mi avesse notato, probabilmente quello sarebbe stato un modo utile per sfruttare i cadaveri.
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