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    Sangue Blu


    Post I


    Faceva una bella giornata, quel dì a Konohagakure. Gli uccellini cinguettavano, svolazzando da un albero all'altro ed il vento soffiava gentile. Al di sotto delle alte montagne che raffiguravano i volti degli Hokage, si espandeva un immenso villaggio; il verde dominava padrone di fiori e piante, con gli alberi che contornavano quella splendida vista come se fosse un enorme parco. L'arrivo della primavera, seppur particolarmente lontano, rendeva il tutto più bello; un dettaglio, che forse, passava inosservato dagli abitanti di Konoha, essendo abituati a quel genere di ambiente e di vita. Ma per un motivo o per un altro, un uomo dalle ciocche nere trovava sempre affascinante il suo villaggio ricco di colore e di vita. Egli si trovava all'entrata di una sartoria; stava ammirando il cielo con gli occhi semi-chiusi, cercando segni di pioggia o di nuvole nere. Qualche secondo più tardi, dopo aver abbassato la testa e aver posato la mano che faceva da ombrello contro la luce diretta del sole, fece un sorriso soddisfatto. Scrollò le spalle e diede una rapida occhiata a destra e sinistra per controllare la quantità di persone che affollava le vie del suo Villaggio Ninja. Non c'erano molte persone, eppure la giornata era così bella...

    Si diresse all'interno del negozio, facendo una smorfia ed un sospiro infastidito. Camminò con passo pacato e ben parcato quei pochi metri che lo separavano dalla cassa, lì dove sedeva la semi-sorda cassiera con un paio di occhiali a mezzaluna posati a metà naso. Aveva un chignon tutt'altro che perfetto ed in ordine, ed i suoi occhi scorrevano infrenabili su un libro che teneva sotto il bancone. "Bu-ongiorno, Signorina Yuki?" l'uomo fece per attirare l'attenzione della donna, ma per un motivo o per un altro, ella sembrava assente, balbettava suoni indecifrabili, probabilmente le parole che leggeva nel libro. L'uomo insistette, schiarendosi la voce "Signorina Yuki, il mio vestito è pronto?" il suo tono fu decisamente più alto, ed alla pronuncia della prima sillaba, la Signorina Yuki, tutt'altro che giovane, chiuse di botto il suo libro che, dopo aver emanato una nuvoletta di fumo, venne posto sul bancone della cassa, e l'uomo notò di sfuggita che sulla copertina ci fossero due occhi di gatto in piena vista su uno sfondo nero.
    Dall'espressione della donna, quello doveva essere un Horror piuttosto coinvolgente.
    "Ryuuji-sama!" esclamo Yuki, sorpresa e spaventata allo stesso momento della presenza improvvisa dell'uomo. Egli spostò di lato il capo, e prese una boccata d'aria prima di ripetere alla donna:
    "Il mio vestito è pronto?"
    "Il suo vestito?"
    "Il mio Kimono da cerimonia."
    Yuki sembrava ancora scossa, e passarono un paio di secondi prima che lei ebbe qualsiasi reazione. Passò quel tempo a guardare nel vuoto, un punto fisso dietro Ryuuji. L'uomo si voltò da quella parte, ma riposò il suo sguardo sulla sua interlocutrice quando ella parlò, o meglio urlò, le seguenti parole:
    "AH. Sìsì, è pronto. Mia sorella ci ha impiegato tutta la notte per ultimarlo!" disse, facendosi scappare una risata isterica, dopodiché il suo viso cambiò bruscamente in un'espressione neutra.
    La donna si diresse in uno stanzino dietro la cassa, e passarono così tanti minuti che Ryuuji iniziò a preoccuparsi, ma prima che lui potesse dire qualcosa, la donna ritornò più disordinata di prima e con una scatole tra le braccia.
    "Ecco qui. Perdoni l'attesa."
    "Yuki, va tutto bene?" chiese l'uomo, subito dopo aver preso tra le braccia la sua scatole, evitando di fare quella domanda quando questa si trovava tra le fragili braccia della donna.
    Lei non rispose subito, come era suo solito fare, ma si sedette, e con un volto amareggiato, rispose:
    "Ringo, è morta."
    Il signor Ryuuji non riusciva a comprendere; la sorella di Yuki, una ex-Kunoichi denominata con il soprannome "Madame Tsuchi", nonché proprietaria dell'impresa sartoriale, non aveva un secondo nome, e per quanto Ryuuji ne sapesse, Yuki non aveva altri amici oltre ai suoi gatti.
    "E' la protagonista del libro..." rispose la donna, in un sussurro pieno di tristezza che a malapena l'uomo riusciva a sentire.
    "Oh!" esclamò l'uomo, voltando gli occhi al cielo, sollevato dal fatto che non si trattasse di una persona vera.
    "Mi dispiace molto." non che gli importasse poi così tanto. Anzi, Ryuuji aveva tanta fretta, e ogni volta di tempo ne perdeva in compagnia della cassiera, dovendo subire informazioni non richieste quali abitudini e personalità di qualsiasi gatto Yuki possedesse. E le piaceva molto tenere occupati i clienti, raccontando le avventure dei suoi mici e di quanti, ogni giorno, ne salvava dalle strade.
    "Mi dispiace davvero tanto, ma devo andare. Hm... fatti un tè caldo, sicuramente ti sentirai meglio."
    "Tè caldo. Tè caldo. Tè caldo." rispose in eco la donna, abbassando il tono della voce dopo ogni parola, fino ad un punto in cui, nuovamente, non era possibile comprenderla.
    "Arrivederci."
    Ryuuji offrì un sorriso di consolazione, ma Yuki stava nuovamente guardando un punto vuoto.
    Sul limite della pazienza, l'uomo si voltò e si diresse verso l'uscita. Aveva pagato il suo ordine precedentemente, perciò quando Yuki ne ruggì il nome, Ryuuji non poteva capire cosa la zitella volesse ancora da lui.
    "SIGNOR HYUGA."
    "Cosa c'è?"
    "UNA LETTERA."
    Egli si voltò con impazienza, e lasciò quasi cadere il pacco per terra quando notò Yuki così vicina alla sua faccia. Una missiva avvolta in un rotolo si trovava a due centimetri dalla faccia dell'uomo, e questo lo irritava molto.
    "Stavo quasi per dimenticarne." Sembrava che la donna avesse riacquistato una normale capacità oratoria. "Questo rotolo è arrivato in ritardo, ci sono stati problemi sulla strada."
    Ryuuji, senza dire nulla, posò a terra la scatola ed aprì il messaggio sul posto, curioso di scoprire chi mai gli scriverebbe tramite una cassiera di una sartoria.
    Il rotolo venne subito richiuso, e l'uomo prese la sua roba per dirigersi con impazienza verso l'uscita. "Una buona giornata."
    Quel messaggio aveva a che fare con uno Studente del suo stesso clan, Jin.

    [...]



    A prescindere da dove Jin si fosse trovato quel Giovedì pomeriggio di Gennaio, un gufo dal colore marroncino sarebbe svolazzato sopra la sua testa, o avrebbe picchiettato contro una finestra nel caso il ragazzo si fosse trovato tra le mura dell'Accademia o tra quelle di casa sua.
    Il gufo portava legato al collo un rotolo ed avrebbe attirato l'attenzione del ragazzo mettendo in mostra con fierezza ciò che doveva essergli consegnato. Dopo averlo aperto, Jin avrebbe letto il seguente contenuto:

    CITAZIONE
    Jin, in quanto membro del Clan Hyuga ed allievo prodigio dell'Accademia Ninja di Konoha, hai dimostrato dinanzi agli esaminatori talento ed abilità psicofisiche che rendono di te uno studente d'élite. Perciò, ti sei guadagnato il diritto di assistere alle nozze della Principessa Hanabira, membro di spicco del clan Hyuga nonché una tua lontana parente.
    La tua presenza è richiesta per svolgere sotto copertura il ruolo di Guardia alle nozze. Potrai dimostrare il tuo valore svolgendo con serietà i compiti che ti verranno assegnati.
    Sei convocato Giovedì ai Gate di Konoha, dove ti aspetterà un accompagnatore per il viaggio. Porta un vestito elegante tra le tue attrezzature Ninja.
    Massima serietà richiesta.

    [...]



    E proprio come scritto nel rotolo, precisamente alle 06.00 di mattina, Jin avrebbe incontrato all'uscita di Konoha qualcuno che avrebbe potuto già conoscere: Ryuuji Hyuga. Capelli lunghi e corvini, occhi di un azzurro chiarissimo, vestito con pregiati tessuti dal colore bianco. Nobile nell'andamento e raffinato nei gesti.
    Egli sarebbe stato il suo superiore, che avrebbe protetto il ragazzo durante il viaggio e gli avrebbe dato qualche dritta, se necessario.
    Con un'espressione stanca tipica di chi non ha bevuto abbastanza caffè, l'uomo si fece trovare in una posizione rigida e con gli occhi semichiusi, ma sentì arrivare il suo sottoposto da parecchi metro di distanza, salutandolo con educazione:
    "Buongiorno giovane Shinobi. Io mi chiamo Ryuuji e ti accompagnerò in questo viaggio. Abbiamo un po di strada da fare quindi ci conviene incamminarci il prima possibile."
    Poteva sembrare un tipo severo e di poche parole all'inizio, ma la verità era che era un tipo ligio al dovere, e avrebbe sprecato il fiato durante il viaggio, che, come non cercò minimamente di nascondere, era impaziente di intraprendere.



    Benvenuto nel tuo Corso Base!

    Qui proverò ad insegnarti le basi del GdR e del combattimento, quali le tempistiche, gli slot, le statistiche e quant'altro. Interagirai con alcuni PnG, come Ryuuji Hyuga, che come avrai letto dal Post sarà una specie di tutore On Game per te, che ti accompagnerà a destinazione e ti darà qualche ordine... forse. Ma niente paura! Puoi sempre disobbedire (?)
    Anyway, ti consiglio di dare un'occhiata al regolamento, cosa che so che hai fatto e.e però ti spiegherò tutto passo per passo.
    Questa è la mia prima role che faccio da Master *lacrima* e ho messo tutto il pomeriggio per creare una trama interessante. Spero ti piaccia! E soprattutto, spero che ti diverta!
    Considera questo Corso come una giocata normale, no pressure, dopo aver imparato i vari meccanismi ti sembrerà tutto una cavolata!

    Dunque, questo è un Post narrtivo dove ho introdotto il PnG, come ha ricevuto il messaggio e così Jin di conseguenza (non maltrattare il gufo, mi raccomando).
    Fai vedere il tuo stile di scrittura, i pensieri e la personalità del tuo personaggio, e la tua capacità di interazione. Presenta Jin al mondo alla Legend, un po del suo passato, della sua vita all'Accademia, di come reagisce alla missiva, come si prepara, se è puntuale ecc. Vedi tu, hai carta bianca :3

    Faremo tutto passo per passo, e inizio con il riportarti qui il primo pezzo di regolamento per iniziare già a prendere dimestichezza con i termini di gioco:

    Round: Turni di Gioco
    Il combattimento è diviso in Round in cui il Personaggio deve compiere prima le azioni difensive e poi le azioni offensive, per poi lasciare all'avversario giocare il proprio Round. Ogni Round ha una durata indicativa di 6-18 secondi; ogni post di discussione nel combattimento è un Round. In fase offensiva, ogni tecnica e azione sono ipotetiche, quindi la fase offensiva non può ottenere alcun risultato certo: 'Il ninja tentò di colpire il volto dell'avversario con un potente gancio'. In fase difensiva, ogni difesa è autoconclusiva, quindi si decide l'esito della fase difensiva, subendo o evitando l'attacco: 'Il ninja si abbassò velocemente mentre il pugno volò sopra la sua testa'.
    Può sembrare semplice parare ogni tipo di colpo, ma si ricorda che azioni sleali, non realistiche o poco sportive sono segnalate negativamente nella valutazione del combattimento.
  2. .

    Ritorno al Neko-Baa


    8º Post


    Parlato Inoshishi
    Parlato Altrui
    Matsuri, che si scoprì essere in possesso del cognome di suo padre, Kogane, abbassò lo sguardo e rispose alla domanda di Inoshishi, per poi prendere una forte boccata d'aria e rialzare il capo prima di iniziare.
    «Perché sono la figlia di Namoto Kogane, colui che due decenni fa si ribellò a Terumi portando con sé via un gruppo di nekomata, i guerrieri fra i più coraggiosi e forti di tutto il castello. Anche se mio padre è morto ormai da diversi anni quel dannato gattaccio non ha mai dimenticato l'affronto subito e prima ha rubato l'armatura che apparteneva a mio padre, ed ora...questo.»
    E lei spiegò, in maniera anche alquanto esaustiva, la situazione in cui si trovava e le motivazioni dietro al suo tentato rapimento.
    «Per un secondo mi sono confuso, ho pensato che ti riferissi ad un Terumi di un Clan di Kiri. e nel rispondere ciò, il ragazzo si voltò per qualche secondo verso Kitori piuttosto che verso la piazza distrutta.
    «Sono stati i due umani che ti accompagnano a recuperare l'armatura, è il motivo per cui oggi sono qui. Non so bene perché sia venuto anche tu, ma posso dire che sia stata una fortuna.»
    Matsuri e Inoshishi sorrisero insieme.
    «Non so quanto può essere di conforto, ma francamente non so nemmeno io perché sia venuto qui! Non che me ne penta però. rispose, rendendosi conto di essere stato un po ineducato nell'interrompere la gattina.
    «Mio padre ha fondato questo villaggio ed è solo grazie a lui ed agli altri guerrieri del clan Kogane se ora tutti coloro che si sono trasferiti qui vivono in tranquillità e non più oppressi da quel dittatore di Terumi. Ma sembra che non ci lasceranno mai davvero in pace, ora che ci hanno scoperto dovremo rinforzare ancora di più le nostre difese. Immagino volessero catturare qualcuno per usarlo come ostaggio o ricatto, e trovare me deve essergli sembrato un piccolo miracolo. Se solo avessi ereditato le grandi dote combattive di mio padre non sarei così inutile!»
    Lo Yamanaka guardò il coccio scacciato da Matsuri e restò con il volto abbassato e con un'espressione neutra, in quella che sembrava una reazione di comprensione e solidarietà nei confronti della sua interlocutrice.
    «Ma migliorerò, lo devo a tutti i presenti. Anche se non l'ho mai desiderato, si può dire che in qualche modo io sia un po' come la loro principessa, dal momento che mio padre era considerato il re. Anche se come hai visto voglio essere trattata da tutti in maniera normale, quindi non osare cominciare a darmi del lei o ad inchinarti, se anche solo lo stai pensando!»
    Inoshishi si bagno le labbra per potersi permettere di sfogiare un sincero sorriso. E dolce. Si abbassò, piegandosi sulle ginocchia, per arrivare più o meno alla stessa altezza della Neko, e rispose.
    «Potrà sembrarti strano, ma riesco a percepire sincerità nelle tue parole, e a dirla franca mi ci ritrovo molto in quello che dici. Anche io, proprio come te, non ho grandi doti combattive...» rise, brevemente «Basti vedere il combattimento che ho messo in scena poco prima. Hah! Non so fare nulla. Ho avuto fortuna.» disse, parlando di se stesso con una probabile eccessiva modestia, nel tentativo di consolare Matsuri. «Sei molto dolce, se non lo vuoi non ti darò del lei, Hime. Ma una cosa vorrei che tu me la concedessi.» Inoshishi si guardò di lato, timidamente, e le sue guance si erano arrossate. «Un abbraccio?» gli veniva molto difficile resistere a quella carineria. I gatti erano i suoi animali preferiti, la sua maglia portava il disegno di un gatto, e di fronte a una Neko parlante, Inoshishi non poté che farsi venire un'irrefrenabile voglia di stare insieme a Matsuri più a lungo possibile.

    Nel frattempo sembrava che Kairi si fosse ripresa quasi del tutto dal colpo alla testa, ma come affermato da lei stessa, ancora le faceva male.
    Kurumi, invece, fu molto lieto quando venne a sapere che nonostante "l'interruzione", tutti gli ospiti avevano deciso di rimanere.
    Non che Inoshishi avesse fame, anzi: si riteneva piuttosto sazio, e con poca voglia di mangiare dopo l'accaduto. Quello che non rifiutò, però, fu una bella tazza di caffè (0.5 l) riempitò per più della metà con un cremoso latte Nekoso.
    Ci fu un'ora di intervallo prima del nuovo banchetto, e lo Yamanaka sentì di doversi vestire di conseguenza, e fare una bella figura.
    Avrebbe chiesto a Matsuri di aiutarlo a vestirsi in maniera elegante (e di lavarsi, nel caso) per l'occasione. Nel caso lei avesse accettato, il ragazzo ne avrebbe aprofittato per fare ulteriolmente amicizia con la gatta, scambiandosi consigli di moda, esperienze di vita e parlando male di Kitori.
    Se tutto fosse andato per il meglio, quando Kurumi venne a chiamarli, Inoshishi avrebbe sfogiato un'abbigliamento particolare.

    Il Neko dal pero d'oro condusse il gruppo in un edificio molto elegante, recante un simbolo sconosciuto al ragazzo.
    Recandosi all'interno, il gruppo fu accolto da meno Neko di prima, ma si ritrovarono davanti ai visi conosciuti di Kurumi, Kasumi e Matsuri.

    «La cosa doveva essere il finale a sorpresa del banchetto, ma visto l'imprevisto abbiamo dovuto muoverci in questo modo: prego, principessa.»
    Matsuri-hime rispose:
    «Ti ho già detto che odio essere chiamata in questo modo.»
    Prima di continuare, ella si voltò verso Inoshishi:
    «Come ben sapete questa giornata è stata organizzata in vostro onore, e mai la vostra presenza è stata più propizia. Dovevate essere elogiati solo voi due... ma gli eventi hanno chiaramente dimostrato come anche Inoshishi lo meritasse in maniera più che legittima.»
    Lei gli sorrise, ed egli ne ricambiò il gesto, con affetto.
    La Principessa dal pelo bianco si voltò per poi dirigersi verso un tavolo e prendere una valigetta. Dopo averla aperta, tre lucenti medaglie dorate facevano giochi di luce nella sala. Sul loro tessuto era incisa una scritta "eroi di Mikuru" con alcuni simboli e dettagli ulteriori che Inoshishi non notò sul momento.
    Il biondo si abbassò quando venne il suo turno e si fece infilare la medaglia al collo.
    «Con questa io, Matsuri Kogane unica erede di Namoto Kogane vi dichiaro eroi di Mikuru. Grazie a questa medaglia tutti gli appartenenti al nostro villaggio vi riconosceranno e vi saranno sempre grati, inoltre con essa potrete decidere di teletrasportarvi qui, voi e solo voi: vi chiedo di imprimere parte del vostro chakra in essa, così che possa essere memorizzato nella medaglia. Nessuno oltre a voi potrà mai fare lo stesso ed anche se vi venisse rubata sarete sempre gli unici in grado di utilizzarla. Conservatela con cura, è un dono che viene fatto a pochi.»
    La sala esplose in un applauso e lo Yamanaka non avrebbe potuto sentirsi più soddisfatto e felice di così. Non riusciva a togliersi il sorriso dalle labbra. Egli partecipò all'applauso ed improvvisò un balletto, per poi andare a provare ad abbracciare Kairi e, nonostante le loro divergenze, anche Kitori. Dopotutto, lui non nutriva risentimento.


  3. .

    Ritorno al Neko-Baa


    6º Post

    Parlato Inoshishi
    Parlato Altrui

    E le danze si aprirono.
    Con grazia ed inaspettata rapidità, un Inoshishi ancora sotto l'effetto della Henge no Jutsu riuscì ad evitare di farsi prendere dal muscoloso gattone verde che, a sua volta, dovette fare i conti con dei piatti di porcellana volanti.
    Dovendo un po arrangiarsi con ciò che aveva, lo Yamanaka aveva capito ben presto di essersi dimenticato di replicare le armi nella sua trasformazione. Infatti, nascoste sotto un velo di Chakra, i Kunai e gli Shuriken del ragazzo erano inutilizzabili, costringendolo ad usare come arma dei piatti trovati nelle vicinanze.
    Il gattone (o quella specie di mucca palestrata dal colore del vomito) era riuscito a schivare i pezzi di porcellana. Stupito ed alquanto frustrato, Inoshishi dovette inghiottire con una certa difficoltà un bolo di saliva mentre dalla tempia gli scendeva una goccia di sudore. E ora?
    «Adesso basta!» il respiro del ragazzo di affannò, e le pupille si dilatarono. L'unica cosa che Inoshishi doveva fare, era ricordare gli allenamenti dell'Accademia, alle simulazioni, al sudore, all'impegno ed al tempo che aveva impiegato in quelle esercitazioni. Non doveva essere tanto diverso in una situazione reale. Ma ecco, a pensarci bene, lo Yamanaka realizzò che l'unica cosa che differiva era che il nemico, in quel caso, aveva le intenzioni diverse, come il rapire e magari uccidere. Totalmente differenti da un insegnante il cui invece scopo era insegnare.
    La distanza tra i due si azzerò. La velocità della corsa aveva provocato un spostamento d'aria, che aveva sollevato i lembi della gonna di Inoshishi, rivelando un paio di mutande bianche con un grosso cuore al centro.

    Fu come se in quegli istanti il tempo rallentò e gli unici suoni che lo Yamanaka riuscì a sentire furono i suoi respiri in un eco di una stanza chiusa. La concentrazione e l'adrenalina erano salite. La mente venne prevalsa da un istinto di sopravvivenza, misto ad alcuni meccanismi psicologici che fecero ricordare al ragazzo una importantissima cosa; la sua abilità nel Controllo del Chakra.
    Così come il gatto verde, anche Inoshishi impastò una gran quantità di Chakra per riuscire a schivare il secondo tentativo di presa, spostandosi di lato [SLOT DIFESA I: Impasto +3 tacche: Riflessi: 300+75=375. Sovraimpasto di 1 tacca. Vitalità: -0.5 Leggere.]
    Quel movimento brusco e decisamente oltre le capacità fisiche del ragazzo gli fece male. Come se un muscolo si fosse tirato troppo o se un osso si fosse leggermente dislocato. Questo Inoshishi non riuscì a capirlo sul momento. Non ne ebbe neanche il tempo, in quanto, il bakeneko non aveva ancora finito. Il leggero stordimento dell'eccessivo impasto di Chakra precedente aveva fatto abbassare la guardia ad Inoshishi, il tempo necessario affinché egli lo prendesse per il colletto e lo strattonasse.
    Era riuscito, infatti, a mettere le mani sul ragazzo trasformato in gatta. [-1 Leggera] La trasformazione si sciolse ed Inoshishi ritornò involontariamente nel suo corpo, lasciando dietro una scia di fumo quello della bakeneko umanoide. Le mani del biondo si strinsero intorno al braccio del gatto e cercarono di allontanarlo da se, ma la differenza in forza fisica tra i due si fece sentire. Lo Yamanaka aggrottò le sopracciglia, e guardò fugace con lo sguardo in giro alla ricerca di Kairi. Perché non si era ancora svegliata? Che fosse così forte il colpo alla testa da lasciarla stordita tutto quel tempo?
    L'ultima cosa a cui Inoshishi doveva pensare era Kairi, visto che si sarebbe ritrovato da lì a poco rapito per via delle sue fattezze da gatta, nonostane ora, per via dei danni subiti, le aveva perse. La somiglianza con Matsuri era stata evidente, e la possibilità di salvezza risiedeva in una decisione sola: riprendere la Henge oppure rimanere con l'aspetto normale, rischiando che la bakeneko bianca che i due stavano cercando sarebbe stata in pericolo. Il team di Ninja era lì per proteggerli, dopotutto. O almeno, quello era diventato il loro dovere dal momento dell'esplosione.
    Approfittando della conversazione tra i due gattoni, Inoshishi avrebbe avuto un po di tempo per pensare. Infastidito da quella posizione scomoda alla quale era stato costretto, ad egli sarebbe venuta ben presto un'idea che probabilmente gli avrebbe permesso di guadagnare un po di tempo. Ed il piano iniziò nel momento in cui il bakeneko nero chiamò quello verde per il nome:
    «Nezumi, vedi di muoverti!!»
    Bingo.
    «NEZUMI. GUARDA QUI. MIAO.»
    Inoshishi a quel punto raccolse un po di saliva nella propria bocca e la mischiò al Chakra. Quando il biondo tentò di sputare quell'infuso di sputazza ed energia su Nezumi, fece ben attenzione di essere notato dal suo nemico dal pelo verde.
    Infatti, usando come medium il fatto che un liquido corporeo di Inoshishi (lo sputo) fosse entrato in contatto con il pelo del bakeneko, il ragazzo avrebbe attivato un particolare Genjutsu imparato all'Accademia.
    [SLOT TECNICA AVANZATO]Debolezza Illusoria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Contatto (0)
    L'illusione si attiva se un liquido corporeo dell'utilizzatore entra in contatto con la vittima. La vittima crederà di essere infetta da una malattia: la vittima subirà 2 status Medio. L'efficacia è pari a 30.Tipo: Genjutsu -
    (Consumo: Medio / Mantenimento: ½ Basso)
    [Da studente in su]

    [+]Status Scelti: Accecato e Assordato.
    Inoshishi avrebbe deciso il da farsi nel caso la tecnica illusoria fosse andata a buon fine.

    Vitalità: 10.5/12 Leggere
    Energia Vitale: 29/30 Leggere
    Chakra: 24.5/30 Bassi

    Slot Difesa I: schivata presa
    Slot Difesa II: ///
    Slot Difesa III: ///

    Slot Azione I: ///
    Slot Azione II: ///
    Slot Azione III: ///

    Slot Tecnica I: Debolezza Illusoria
    Slot Tecnica II: ///

    Note: La Henge no Jutsu si scioglie. Inoshishi ritorna al suo aspetto normale.




    Edited by Eldingar - 22/12/2017, 22:38
  4. .

    Soggiogata


    Post II


    Fujiko si avvicinò con passi misurati verso la piccola creaturina. Il suricato rispose al suo modo, raddrizzando le orecchie: la ragazza non sapeva come interpretare quel gesto, però sicuramente aveva attirato la sua attenzione.
    La distanza tra i due si accorciò ulteriolmente, fino a ritrovarsi uno davanti all'altro
    «Ma zzau, cosa ci fai qui tutto solo?» chiese la Murakami, utilizzando lo stesso tipo di voce infantile e stridula di prima. Il suricato reagì, in qualche modo, ma Fujiko, non essendo laureata in scienze di comportamenti animali, non poté capire a che cosa stesse pensando. Ma poco importava, visto che l'animaletto sembrava aver acquisito fiducia verso la ragazza. Anche piuttosto in fretta, avrebbe pensato. Era piccolo e dolce, ed era da moltissimo tempo che Fujiko avrebbe desiderato un animale domestico diverso da un gatto o un cane. Lo avrebbe portato a casa, probabilmente, e proprio per via di questo pensiero ella decise che avrebbe voluto tentare un approccio, prima. Non allungò le entrambe le mani, ma rialzò il braccio sinistro con cautela, con l'intenzione di dirigere le dita verso la testolina del cucciolo, per accarezzarlo.
    Ma egli, probabilmente preso alla sprovvista, decise invece di saltarle addosso con arti divaricati.
    «OH!» - non era un'esclamazione che esprimeva spavento, quella di Fujiko, ma piuttosto uno che riassumeva semplicemente il sentimento che provò in quel gesto. Si sentiva già affezionata a lui.
    Cercò di ricambiare il gesto, portando le mani nel suo pelo. Le dita sprofondarono nel manto morbido ed iniziarono a fare dei movimenti circolari come un piccolo massaggino.

    «TUUUUUUU!»
    Ma un urlo ruggì dal nulla, rompendo la quiete. Si poteva distinguere facilmente dagli altri rumori della piazza (quelli gioiosi e festosi) perché era in possesso di un'intonazione più forte e decisa.
    Un ragazzo tagliò la folla e si fece strada verso Fujiko.
    «Io cosa?» disse la ragazza tra se e se, confusa e leggermente impaurita.
    Si trattava di un ragazzo con addosso un pigiama; impossibile non notare i suoi capelli da un lato bianchi e dall'altro rossi. Buffo, era la prima parola che le venne in mente.
    «Hai finito di combinare guai! La prossima volta la finestra non la apro!!!»
    «Penso che tu mi stia confondendo con una delle sgualdrine rovina-famiglie. Non ho fatto niente.» reagì la ragazza alle parole di Masayoshi, ignara, almeno in quegli istanti, che lui ce l'avesse con il suricato che lei teneva in mano. Quest'ultimo, comunque, iniziò a tremare e ad affondare il suo musetto tra il braccio ed il fianco della Murakami. Ella arrossì e si sciolse in quella morbida dolcezza.
    «Allontanati da lui...è una bomba ad orologeria! Il suricato più bastardo del Continente Ninja» disse Masayoshi. Il suricato leccò il braccio di Fujiko.
    «Lo stai spaventando!» rispose lei, completamente sotto l'incantesimo dell'animaletto.
    «Sono Masayoshi, Genin di Suna...ti sto solo proteggendo, ridammi il suricato...E TU! NON FARE SCHERZI! A CASA FAREMO I CONTI!
    «Per favore abbassa la voce! Ci stanno guardando tutti.» sembrava che alla giovane non importasse degli avvertimenti del Genin, non come se le sue parole le fossero entrate da una parte ed uscita da un'altra, ma come se non le fossero entrate proprio!
    «E' tuo?» chiese, puntando gli occhi sulla bestiolina che teneva in braccio. «Come si chiama?» continuò, avvicinandosi di qualche passo verso Masayoshi «Io sono Fujiko, piacere.» allungò la mano. Sorrise.


    Al prossimo post proverò a scrivere meglio XD
  5. .

    Ritorno al Neko-Baa


    5º Post

    «Parlato Inoshishi»
    «Parlato altrui»

    Quella di Inoshishi sarebbe potuta essere considerata in ben due distinti modi: una scelta saggia, o una scelta da codardo. Probabilmente era entrambe le cose. Non che gli desse fastidio, anzi: avrebbe ammesso tutto senza alcun problema e con una certa calma nel caso in cui la questione sarebbe mai stata tirata fuori. Dopotutto, era consapevole del fatto che la vita (e soprattutto le persone) non erano caratterizzate dal "bianco" o dal "nero", ma da moltissime sfumature di grigio, che neanche Christian Grey poteva immaginare. Che fossero cinquanta o quarantanove non aveva importanza; non si era mai preso la briga di contarle. Eppure erano lì; qualsiasi azione, reazione, sentimento e pensiero assumeva una sfumatura grigia nella testa di Inoshishi. Questo, su un piano filosofico. Almeno.

    Ricapitolando la situazione; l'affiatato team di giovani Ninja si era ritrovato a dover fare i conti con due nemici apparsi dal nulla. Erano possenti e dall'aria spaventosa. Beh, se non avessero avuto quelle facce da gatto forse lo sarebbero stati di piu, però ci stava un po di anomalia in una razza sì umanoide, ma non del tutto umana.
    Kitori era partito all'attacco contro i due nemici e solo lui sapeva ciò che ne fosse stato della sua persona, visto che Inoshishi si era allontanato per cercare Kairi, la quale si era fatta trovare priva di sensi.
    «Kairi svegliati ti prego!» la voce dello Yamanaka si era spezzata. Un'ondata di frustrazione fece breccia nella sua mente. Perché non si svegliava? Che fosse ancora viva? - si chiese il ragazzo, che provò a controllare il polso, riuscendo miseramente nell'impresa visto che non si ricordava bene dove doveva toccare di preciso. Arrivò quindi alla conclusione che la sua compagna di squadra fosse morta. Disperazione totale.

    La folla era impazzita, le grida dei bakeneko spaventati non avevano smesso di invadere le orecchie di Inoshishi. Gli veniva difficile perfino pensare, reagire.
    Egli non lo aveva notato, lì nel panico del momento, ma Kitori era riuscito a distrarre i nemici abbastanza a lungo da permettere a Matsuri di approfittare del momento per liberarsi dalla stretta con un morso ben deciso.
    Una voce decisa ruggì dietro le spalle del ragazzo: «Trovata! Pensavi che trasformarti in quella forma umana ti avrebbe permesso di sfuggirmi? Ma io sono più furbo di te!»
    Era fantastico come la banalità del caso avesse trasformato Inoshishi in una versione umanoide di Matsuri. Erano davvero simili, ed il gattone verde non fece fatica a notarlo, tant è che scattò verso la sua direzione, riducendo le distanze tra i due.
    Fisicamente Inoshishi era in chiaro svantaggio. Il micione aveva degli invidiabili muscoli ed il ragazzo una carinissima chioma albina acquisita con la Henge no Jutsu. Non doveva essere difficile immaginare un eventuale vincitore in una prova di forza. Anzi, a pensarci bene lo Yamanaka si ricordò di aver anche sbagliato a trasformarsi: aveva "nascosto" le armi, senza "trasportarle" nella sua versione Neko.
    Perciò la reazione di Inoshishi al tentativo di rapimento fu abbastanza repentina, per quanto poco congegnata.
    Dispiacendosi del fatto di lasciare Kairi distesa a terra, il biondo piegò le ginocchia ed accompagnò il corpo in quel movimento. Dopo, iniettando di Chakra i muscoli delle gambe e facendo forza su di esse per saltare di lato, Inoshishi si sarebbe liberato appena in tempo dal tentativo di presa del nemico. Slot Difesa IRiflessi 300 + 2 tacche = 350
    In seguito, dopo aver controllato il suo atterraggio ed aver afferrato i lembi della gonna con entrambe le mani per riabbassarla (e coprire quindi le parti che si erano scoperte per via del movimento), Inoshishi scattò verso un tavolo Slot Azione IScatto di 12 metri alla ricerca di un'arma.
    Improvvisando sul momento un piano strategico, egli avrebbe afferrato piu in fretta possibile un piatto vuoto (o quel che sarebbe riuscito a trovare, come schegge di porcellana o bicchieri) Slot GratuitoAfferramento di due oggetti avrebbe tirato questi ultimi nella direzione del gatto grigio, mirando piu accuratamente possibile in direzione del petto la prima volta Slot Azione IIForza: 300 / Velocità: 300 e della testa la seconda volta Slot Azione IIIForza: 300 / Velocità: 300.
    «VIA. VIA. VAI VIA. VACCA VERDE MALMESSA.» esclamò istericamente, cercando di difendersi con quel che poteva. Sembrava come se il tempo passato all'Accademia per addestrarsi non fosse servito a nulla.
    Vitalità: 12/12 Leggere
    Energia Vitale: 30/30 Leggere
    Chakra: 28.5/30 Bassi

    Slot Gratuito: Afferramento di due oggetti

    Slot Difesa: salto laterale (impasto di due tacche in riflessi)

    Slot Azione I: scatto di 12 metri
    Slot Azione II: lancio di un oggetto in direzione del petto
    Slot Azione III: lancio di un oggetto in direzione della testa





    Non ho menzionato nulla di Matsuri (se fa finta di essere lei per proteggerla o se dice di essere uno Shinobi) perché teoricamente quando la gatta si era liberata, Inoshishi stava cercando di reanimare Kairi, senza prestare attenzione alla situazione di Kitori e Bakeneko.


    Edited by Eldingar - 23/11/2017, 23:18
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    Guardo cose su Pinterest:

    1b8429ec7b831937057ec1eceea66f89
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    CITAZIONE (Shinken Takatsui @ 29/9/2017, 20:55) 
    www.youtube.com/watch?v=T5Xx3MdqdgM

    questo è un giocone, penso si possa dire che sia simile a The Witcher III

    Fantastico. Purtroppo non ho la console adatta ed il mio pc non lo reggerebbe mai. Vado a piangere in un angolino.
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    Uhm vediamo... Inoshishi sarebbe sicuramente un Tyrell. Ho messo un sottotitolo nella sua scheda ispirato a loro... "steel thorn of a golden rose" e.e fantasia portami via
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    Inoichi Yamanaka as Pokemon :luv:

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    An ache so deep

    Post Nono



    A quanto pareva la mente della Tsuzuki era piena di pensieri. Per un motivo o per un altro, il suo carattere si era addolcito progressivamente e con lentezza verso la nuova generazione Ino-Shika-Cho. Si era sciolta, probabilmente. I pregiudizi -penso Inoichi, non servivano a nulla, la povera ragazza si era già guadagnata una "fama" d'attaccabrighe, ma visto il suo comportamento docile nei conforti dei tre ragazzi non potevano che essere soltanto pettegolezzi sì basati su fatti reali, ma sicuramente dotati di quell'esagerazione tipica di chi cambia un pezzettino della storia una volta che lo racconta ad un'altra persona. Tuttavia una cosa era certa. Inoichi non sarebbe mai andato in giro a parlare della situazione familiare di Haruhi, quel discorso sarebbe rimasto fra i quattro presenti. Egli, alle parole della giovane studente, rimase sconvolto. Di ingiustizie nel mondo ce n'erano fin troppe, e sicuramente molte di queste venivano subite da dei bambini, ragazzi, donne o semplicemente persone che non sono in grado di difendersi o di opporsi. La bionda era dipendente dai suoi genitori, viveva lì, non era lei la "padrona" di casa.
    «Haruhi...» trovare le parole giuste da dire un quel momento era abbastanza difficile per lo Yamanaka, ma egli ci provò lo stesso, perché voleva dare un sincero conforto alla sua nuova amica.
    «...questo non va bene. Se tuo padre è un tale uomo...» specificò con cautela il ragazzo, cercando di non offendere «...perché tua madre è ancora insieme a lui e perché non lo lasciate affogare nel suo sakè?»aspettò qualche secondo prima di continuare. «Io non posso giudicare la tua situazione familiare, non la conosco a fondo. Mi dispiace molto per te, ma non preoccuparti, questa cosa non la diremo a nessuno.» egli si fidava dei suoi amici, ciecamente. Avrebbe affidato a Shikako e Chojiro la sua stessa vita, perché sapeva che l'avrebbero protetta con le unghie e con i denti. Gli dispiaceva soltanto che Haruhi non era stata benedetta dalla stessa stella fortunata, viveva in un ambiente familiare inadatto e stressante. Solo lei sapeva da dove riusciva a tirar fuori le forze per continuare a perseguire i suoi sogni.
    «Bene. Facciamo una cosa.» Inoichi cercò di attirare l'attenzione di tutti i presenti. Non era adatto per la leadership ed infatti si sentiva a disagio nel stare al centro dell'attenzione. Ma lì c'erano solo poche persone, il che lo tranquillizzò.
    «Il negozio si chiude ora!» fece una piccola pausa per aumentare la suspanse, nel caso ci fosse stata. Continuò entusiasta, rivolgendosi a Haruhi in particolare.
    «Se vi va, andremo ad allenarci insieme ai Tre Tronchi! Hmmmm... cosa proponete?»
    «Beh...» iniziò Shikako, togliendosi gli occhiali con un gesto della mano. Iniziò a pulirseli con il tessuto della maglia. «Potremmo dividere le sessioni d'allenamento. Potremmo iniziare ad allenarci sul controllo del Chakra, dopotutto Inoichi tu sei il migliori dell'accademia in questo campo. Potresti insegnarci qualcosa.» dopo rivolse il capo verso Chojiro e continuò con un sorriso appuntito. «Chojiro potrebbe darci qualche nozione sulle arti marziali. E' robusto» non grasso «Se la cava molto bene.»
    Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro e si guardò un po intorno. «Io, invece, vi potrei essere d'aiuto nel campo teorico. Domandatemi qualcosa. Cenni storici, geografici e strategici; scegliete voi. Ma non sono un'enciclopedia, attenti!» dopotutto le sue conoscenze si limitavano alle cose studiate all'accademia. Nei corsi teorici, Shikako primeggiava vittoriosa. Tuttavia la sua pigrizia non le faceva utilizzare tutto il suo potenziale. Chojiro approvò la questione con un cenno della testa.
    «Perfetto!» disse Inoichi, che inizò a togliersi il grembiule. Aveva posato il caffè sul tavolo della cassiera. Dopo di ciò, andò a raccogliere i vasi di fiori all'esterno del negozio per rimetterli dentro. Chiese l'aiuto degli altri. Una volta finito, cercò di pulire in modo superficiale la sporcizia che si era formata nel corso del giorno. Se gli altri avessero avuto abbastanza pazienza, Inoichi avrebbe finito dopo circa quindici minuti. Si recò dopo verso un vaso di fiori alla destra del negozio, circa 3 metri in profondità, e ne tagliò uno in particolare. Era una Camelia

    Camellia1-228x300


    Si avvicinò a Haruhi e glie la porse come dono.
    «Prendilo, consideralo come un piccolo regalo. Nel linguaggio dei fiori la Camelia esprime ammirazione. Forse non sei una tipa da fiori, ma io comunico così con le persone.» non era imbarazzato, donare fiori faceva parte del suo carattere. Se la ragazza avesse accettato il gesto, Inoichi avrebbe indirizzato i tre verso l'uscita, prendendo il caffè con sè e chiudendo il negozio. Destinazione? I Tre Tronchi!


    Edited by Eldingar - 12/4/2016, 22:31
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    An ache so deep

    Post Ottavo



    «No! Io provengo da una normalissima famiglia rispetto alle vostre... la mia famiglia non ha mai voluto che un loro membro diventasse shinobi... diciamo che sono tizi molto calmi e che non hanno molte aspirazioni. Capito adesso?»

    Ormai non era solo Inoichi e Haruhi che partecipavano alla conversazione, ma anche l'attenzione di Shikako e Chojiro era rivolta verso i due biondini e verso la questione in sè, sarà stato per l'argomento o la loro timidezza dell'esporlo.
    «Le nostre famiglie sono anche normalissime!» a parlare fu la giovane ragazza dai lunghissimi capelli corvini che come sempre osservava i presenti da sopra i suoi occhiali. «Avrai frainteso male... oppure sarà stato lui a non sapersi spiegare, fatto sta che comunque fra i nostri clan c'è solo un rapporto d'amicizia e di fiducia, il che si riperquote su delle formazioni particolari nei combattimenti. Noi abbiamo solo delle innate, nulla di più. Non sono queste che fanno un vero Ninja!» concluse, allungando la mano verso la scatoletta di ciambelle, per scoprire con grande dispiacere che non era rimasto più nulla da mangiare. Ella guardò malissimo l'Akimichi, che si era ingozzato come un disperato. Non disse nulla, si sarebbe vendicata più in là.
    Intanto la conversazione andava avanti, le belle parole del biondino avevano emozionato la sua interlocutrice, probabilmente non le venivano rivolti spesso dei complimenti o delle parole di conforto. Oltre a ciò, lo Yamanaka aveva proposto alla ragazza di allenarsi con loro, tutti e quattro insieme. Haruhi giustamente chiese se per gli altri due questa cosa andava bene, quindi egli si limitò semplicemente ad aspettare una risposta.
    «Non vedo perché no.» rispose Shikako distratta
    «Si! Perfetto!» disse Chojiro, riprendendo l'uso della parola dopo aver masticato ferocemente gli ultimi pezzi di ciambella.
    «Quindi è fatta! Che ne dici se ci allenassimo dopo la chiusura del negozio? Che, approposito, penso chiuderò fra poco. Carenza di clienti, sto sprecando tempo qui!» il che non gli piaceva molto. Voleva impiegare le sue giornate in qualcosa di sensato, in qualcosa che fruttasse qualcosa, anche una minima soddisfazione! Nonostante la bellissima giornata, le persone non si erano decise di mettere passo dentro quel luogo pieno di fiori e piante.
    Felice di essere arrivato alla conclusione di finire prima di lavorare, quel dì, Inoichi diede un'altra sorseggiata al suo caffè in via di raffreddamento. Quel liquido color cioccolato aveva un gusto buonissimo, non solo perché era la bevanda calda preferita dello Yamanaka ma anche perché quest'ulimo non aveva avuto il tempo di berlo, quella mattina. Distratto nel suo mondo e con la testa piena di impegni, aveva passato una giornata incasinata tra l'accademia, lo studio ed il lavoro al negozio. In più, sarebbe pure andato ad allenarsi, più tardi, solo che aveva la sensazione che anche quella volta sarebbero finiti tutti quanti a poltrire o a giocare, come dei bambini di cinque anni.
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    An ache so deep

    Post Settimo



    «Sì forse hai sentito il mio nome perchè sono la studente più anziana della classe...»
    «Beh sì, diciamo che l'ho sentito per questo.» Shikako non conosceva Tsuzuki, aveva solo sentito qualche pettegolezzo su di lei, ma non tanto per il suo tempo trascorso all'accademia quanto per la sua fama da attaccabrighe. Probabilmente Chojiro anche per questo avevo detto "non picchiarmi" prima.
    Quest'ultimo, quando mangiava, preferiva non parlare. L'arrivo delle ciambelle lo fece tacere con facilità. Non era un ragazzo di tante parole quando c'era il cibo, infatti le conversazioni con lui erano sempre state brevi con la presenza di qualcosa da mangiare.
    Comunque sia, la bionda aveva avuto un momento di cedimento per il fatto di essere una vecchia studente dell'accademia. Nessuno lo notò, era stata brava a nascondere ed a tirare indietro le lacrime.
    Quindi la Haruhi dimenticò presto il suo momento di tristezza, ed il suo animo gentile soppresse ben presto quel lato cupo, fatto sta che si avvicinò prontamente per ripulire il muso di Inoichi dallo zucchero e dalla crema. Non solo lei si era imbarazzata nel fare quel gesto, ma anche lo Yamanaka. Shikako non lo notò, ma a Chojiro gli sfuggì una risata soffocata. La planò con fretta, visto che i due ragazzi dalle ciocche dorate avevano iniziato a conversare tra loro.
    La storia di Tsuzuki era abbastanza triste, un padre che non sostiene la propria figlia nelle decisioni non è qualcosa che si può combattere facilmente -penso il ragazzo. Eppure, la studentessa non si scoraggiava, nè per il poco sostegno e tantomeno per i suoi lenti progressi.
    «Tsuzuki...» iniziò Inoichi, avvicinandosi leggermente di più alla Haruhi «...che significa che non vieni da una famiglia normale? E che non hai nulla di particolare?» affermò, cercando di trovare un sincero contatto visivo «Il solo fatto che continui a perseguire i tuoi sogni nonostante gli ostacoli dimostra che sei una ragazza molto coraggiosa e determinata. Konoha ha bisogno di gente come te! Non pensare solo alla potenza militare, ci sono ben altre cose che vengono valutate in una Kunoichi. Fatti forza, vedrai che prima o poi ce la farai. Anzi...» fece una piccola pausa, nascondendo in un finto e lungo sospiro un'occhiata furtiva ai suoi due amici. «Piuttosto di un gioco, non ti andrebbe un allenamento?» chiese, senza chiedere "permesso" ai suoi due compagni di squadra.
    Inoichi aveva un cuore spazioso, e non era da lui abbandonare qualcuno in difficoltà, sia che si trattasse di un familiare o di un perfetto sconosciuto. Fino a quando qualcuno era sinceramente bisognoso, l'istinto e la ragione del ragazzo lo mettevano in moto di fretta.
  13. .


    An ache so deep

    Post Sesto



    «Oh beh, osservarci...» Inoichi allargò il sorriso, volutamente contraddittorio.
    «...non ci piace essere vegliati, ecco.» piccola pausa, il ragazzo si girò a guardare i suoi due amici, in una corta occhiata attenta, che pur non pungeva.
    «Possiamo farci compagnia a vicenda, se vuoi. Come ho detto non c'è bisogno che tu dia una mano! Non c'è poi molto da fare qui...»
    [...]
    Shikako era arrivata, ignorando completamente il buon senso e, di conseguenze, Tsuzuki. Forse pensava che era una semplice cliente con la quale non era in dovere di giocare il teatrino sorridente e disponibile, essendo lei lì solo per compagnia.
    Aveva semplicemente portato il caffè e le ciambelle. A differenza di quel che si poteva credere, non era tirchia. Non avrebbe impedito alla Haruhi di assaggiare quei dischi caldi e morbidi. E nemmeno Inoichi, per questo offrì con naturalezza qualche ciambella alla Studente.
    «Suppongo che siano quelle con la glassa, sì. Prendi pure!»
    Tsuzuki accettò volentieri.
    Si erano appena incontrati e lo Yamanaka non conosceva di certo la personalità della sua interlocutrice, ma fu sorpreso nel scoprire che fu lei a fare il primo passo con la Nara, presentandosi. In quel preciso istante, il ragazzo si sentì un po in colpa per non aver fatto da intermediario, ma si limitò semplicemente ad ascoltare ed afferrare una ciambella calda, per poi mangiarla osservando la scena che gli si prostava davanti.
    «Io sono Tsuzuki Haruhi è un piacere conoscerti. Sono una compagna di classe del tuo amico qui presente, che stava cercando di farmi compare una pianta che io non prenderò perchè morirebbe dopo nemmeno un'ora. Mi ha anche invitato giocare con voi. Spero non sia un problema»
    Shikako rialzò lo sguardo dal suo libro, incuriosita. Osservava la ragazza sopra i suoi occhiali. Si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi accennò ad un sorriso prima di rispondere.
    «Sei dell'accademia ninja? Questo nome non mi è nuovo. Pensavo fossi una cliente.» rise in un sussurro «Beh ovvio che non lo sei... la sfiga ha voluto che oggi questo negozio di fiori fosse invisibile all'occhio del pubblico o visibile a solo pochi privilegiati. In poche parole, non ci sono stati clienti. Questa biondina...» si riferiva allo Yamanaka «...sarebbe comunque felice se tu comprassi qualcosa!» concluse, sospirando rugginosamente.
    «Non serve Tsuzuki, davvero». intervenne prontamente il ragazzo «Se non vuoi comprare nulla non importa. Comunque... dicci qualcosa su di te piuttosto. Noi... beh.» Inoichi inghiottì ciò che stava masticando prima di continuare. Non era educato parlare con la bocca piena «Non so se ci conosci, siamo la nuova generazione Ino-Shika-Cho. Suppongo che avrai parlato di questa formazione... si tratta di un'antica tradizione dei nostri clan. Una tradizione che comprende l'unione delle nostre innate in battaglia, sfruttandole insieme per combinazioni devastanti, versatili e potenti.» troppo vanto, il ragazzo cercò di cambiare approcciò e quindi continuò, imbarazzato. «Beh... questo però non importa. Parlaci di te.» concluse, continuando a mangiare la sua ciambella ripiena. La crema stava iniziando a colargli giù per la mano senza che lui se ne accorgesse. Si era sporcato di zucchero intorno alla bocca.
    Aveva preso nella mano libera la sua coppa di caffè e ne trasse un sorso corto.
    Aveva un'espressione soddisfatta.
  14. .
    Arashi Hime
    Asgharel

    Si, dal computer funziona! *u*
    Non ho dovuto ricorrere all'invocazione di satana alla fine :wosd:
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    CITAZIONE
    Sono le nostre scelte che ci mostrano chi siamo veramente, molto più delle nostre abilità.

    J.K Rowling (Albus Dumbledore), Harry Potter and the Chamber of Secrets
49 replies since 10/10/2015
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