Votes taken by Shinken Takatsui

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    IL CAOS E L'EQUILIBRIO


    Rievocare affetti passati - parte I


    Si dice che esistano dei luoghi, per nulla speciali all'apparenza, in cui la probabilità che degli eventi straordinari accadano è assai più alta di qualsiasi altro posto nel creato. C'è chi parla di convergenze astrali, chi di magnetismo e chi di tanto altro, ma la verità è che in questi posti, resi più fragili dagli eventi e dalle conseguenze delle emozioni umane, la materia non riesce più a sostenere nemmeno il passo leggero degli spiriti, come fosse uno specchio d’acqua pronto ad incresparsi al più leggero soffio di vento, e si sfalda, lasciando che il tempo smetta di scorrere linearmente. Non esiste un modo preciso per scatenare questi eventi eccezionali, essi accadono proprio quando meno te lo aspetti, quando riescono a sorprenderti maggiormente, lasciandoti di stucco.

    Che il Bosco dei Sussurri fosse un posto speciale era risaputo, ma nessuno potrà mai affermare con certezza che sia anch’esso uno di quei luoghi unici in cui tutto può accadere.

    [...]



    Ora sì che aveva tutto il necessario per procedere! Finalmente!

    Perché anche se era passato molto tempo dal suo ultimo incontro con le Ombre, nella notte perpetua di Castlevania, il ricordo di quegli ultimi avvenimenti era ora vivo nella memoria del Fedaikin. Ma non fu una conquista facile. Dopo anni ed anni di pellegrinaggio il passato si era fatto grigio ed alcune immagini si erano persino sfocate, diventando facilmente confondibili con i sogni. E tutto questo accadde per un motivo preciso, non fu una perdita di memoria casuale. Il Male che costrinse il Fedaikin lontano dalla sua terra era profondo, ma soprattutto cercava sempre di più di penetrare nell'animo del giovane, conquistandone anche i pensieri ed i ricordi. Man mano che l'infezione peggiorava - ancor prima che Shinken potesse raggiungere la vetta del monte ed incontrare la Croce - il ninja di Oto finì per dimenticare chi fosse veramente, troppo concentrato a sopravvivere a quella tremenda malattia. Alla fine, ma solo dopo molto tempo e molte perdite, il Fedaikin riuscì anche in quell'impresa, sopravvivendo ancora una volta.

    Fu il ritorno al suo villaggio, il contatto diretto con i suoi ricordi, a ridargli la consapevolezza del passato. Perché prima di quell'incontro lui era diventato un Ronin e come tale aveva vagato per mesi senza una meta precisa, proseguendo per il cammino quasi per la sola forza di inerzia. Alla fine, perso e senz'anima, si ritrovò davanti all'East Gate ed al suo villaggio. Quell'incontro fu decisivo.

    Ci mise un pò per ricordare tutto, ma giorno dopo giorno la memoria riaffiorava sempre più velocemente, complici alcuni incontri ed avvenimenti. Fino a che non ricordò dei Jaku, di Castlevania, dei suoi fratelli scomparsi (o morti) e di quell'ultimo incontro fatidico nel castello. Ricordò i fatti di quella riunione, i dettagli, ma qualcosa ancora gli sfuggiva... il castello non esisteva più, Castlevania era sparita, ma il collegamento con i rimanenti fratelli non poteva essere interrotto, così come il collegamento con il mondo delle ombre. Era una certezza che non poteva essere sfaldata perché risalente alla creazione del mondo. Ma più provava a ristabilire il contatto e più falliva. Tutti i rituali che conosceva avevano dato esito negativo, li aveva provati tutti eccetto uno.

    Quel giorno Shinken si era incamminato con tutto il necessario nel Bosco dei Sussurri, in direzione di un luogo della foresta a lui caro, dove era solito fermarsi a meditare, dove raramente veniva disturbato.


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    IL RICORDO DI UN FRATELLO SCOMPARSO


    ~ Questioni familiari parte X


    Quando la tua intenzione è quella di compiere un azione nascosta (e le tue energie sono tutte concentrate affinchè rimanga tale!) la migliore soluzione è sempre quella di catturare l'attenzione di chi dovrà essere ingannato. Normalizzare la situazione da coprire funzionava quasi sempre, come nei trucchi di magia anche nella vita reale. Essere un bravo attore rimarrà comunque una condizione necessaria, ma quel sottile sotterfugio era forse il più usato (e forse effettivamente il più efficiente di tutti). L'esperienza poi poteva solo essere quel tocco in più.

    Anni ed anni alla ricerca di piccole briciole, era quello che Shinken stava facendo da quando aveva lasciato Oto, ormai anni orsono. Dopottutto, era proprio partito dal Villaggio del Suono per cercare risposte e lentamente stava ricostruendo tutti i pezzi del sentiero che doveva percorrere, molto lentamente. Aveva fatto casino, appositamente, per concentrare su di se l'attenzione, tanto da far sfuggire alla stessa ragazza i pochissimi segni di oggetti spostati e di foto scomparse. Il simbolo delle ombre era solamente una provocazione, appositamente lasciata lì per mettere in moto la serie di eventi che si sarebbero susseguiti più in là.

    [...]

    I Sai rispendettero per un attimo, non appena il ragazzino li passo alla ragazza degli Uchiha, ma fu solo un riflesso casuale della luce su quella superficie metallica. Kairi se ne sarebbe accorta - e forse dopo un momento di incertezza - avrebbe sicuramente constato la semplicità di quegli strumenti. Il ragazzo continuava a sorridere, con quel volto che fa trapelare tutto fuorchè inganno. Perchè effettivamente era così, quella coppia di Sai era semplicemente un trofeo appartenuto ad Arima: delle semplici armi ottenute dopo la vittoria contro uno dei tanti shinobi. Certo che puoi guardarle, sono semplicemente un trofeo, non so nemmeno se mio Zio li abbia mai utilizzati... Concluse sincero Ma sono sicuro che per mio padre avranno un grandissimo valore. Grazie Kairi Uchiha, grazie infinite! Un inchino condì il tutto, tanto da far sembrare formale persino quello "scambio" tanto semplice.

    Una volta ricevute indietro le armi, il ragazzo di Oto avrebbe preso un panno, un pezzo di stoffa, tirato fuori da una delle tante tasche, poggiando i due oggetti al suo interno e richiudendolo con estrema delicatezza. Era evidente che le stava trattando con riguardo, quei due oggetti era meglio che non venissero toccati da troppe altre persone.

    Per me, si può anche tornare alle Mura... oppure ti va un Ramen?



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    LA CERTEZZA DEL DOMANI

    Kumo alle porte - parte II



    CLICCAMI PRIMA DI LEGGERE




    Che cosa accadrebbe se domani il sole non sorgesse più?

    Quale mai potrebbe essere - secondo coscienza umana - la reazione di tutti noi mortali? In che modo la nostra esistenza crollerebbe, colpita direttamente alle fondamenta, e che cosa accadrebbe all'animo dei più deboli tra noi? Strazio, paura? No, non solo questo. Il panico e la disperazione si insinueranno anche sotto alla corazza dei più determinati, indubbiamente, ma cosa succederebbe alla totalità della specie, alla forza di proseguire di ogni singolo individuo, di combattere per il domani? Probabilmente, persi nel mare dell'ignoranza, finiremmo per affogare, perdendo il contatto con la terra sotto ai piedi, e la nostra singola esistenza dovrebbe affrontare un momento di grande e profonda crisi.

    Finiremo quindi per perdere fiducia negli Dei (o ne troveremmo di nuova?), ridiscuteremmo quindi tutto il discutibile e dovremmo per forza abbandonare le prospettive per il futuro... ma questo non vuol dire anche che ne troveremo di nuove? Ed è quello forse il momento più importante, quel momento in cui gli spriti dei più temerari emergeranno, il momento in cui l'attaccamento alla vita supera anche la più grande perdita di certezza. E quel giorno molti crolleranno, ma altri si alzeranno in piedi a fronteggiare l'ignoranza, con molta più determinazione, con molta più voglia di vivere dei loro predecessori. E sarà una grande prova per tutti...

    Distrutta la certezza del domani, troveremo molto più importante l'immediatezza dell’adesso.


    [...]


    Ed è tutta una questione di scala; ovunque nel creato puoi trovare dei principi, dei movimenti, validi in tutti i sistemi, che subiscono variazioni di scala, di portata e tanto altro. Per questo motivo, quel giorno, in quel mondo, a quell'ora, qualcuno avrebbe preso in mano la situazione. Qualcuno lì, tra i combattenti di Oto, avrebbe ritrovato nella propria voglia di vivere, certezza e sicurezza. Anche se sconcertati, i soldati avrebbero retto la prova sulla disciplina, Shinken ne era certo, e chi non avrebbe retto... bhè, avrebbe perso quella sfida, morendo dall'interno. Ma come era prevedibile arrivò l'uomo che interruppe il silenzio della scoperta; si catapultò alle mura del villaggio, forte dei suoi balzi soprannaturali, e - fidatevi - non era un mortale qualsiasi! Da sopra alle mura, con la sua solita ed impacciata tranquillità, restituì i battiti anche a chi ancora non si era ritrovato deciso.

    Non sono felice che sia morto, ma meglio lui che io, no?


    C'è chi fece spallucce, qualcuno rise addirittura a quelle parole, e con quella semplicità disarmante quel solo shinobi aveva risollevato gli animi di tutti i guerrieri del Gate. Possibile? Da non crederci, ma effettivamente bastava poco! Bastava ricordar loro di non essere in un fumetto, in un mondo fantastico, e che la loro vita era veramente nelle loro mani, ma che solo loro potevano veramente decidere di lasciarsi cadere a terra sconfitti o provare a sopravvivere lottando.

    " Ricomponiti, soldato, e rispetta il giuramento fatto tempo fa per la difesa del tuo villaggio. Qui nessuno ha venduto nulla ad estranei del nord...Febh dovrebbe essere già sul posto, io arriverò a breve. Tutti i jonin del villaggio si stanno mobilitando per affrontare la minaccia. Quindi non mostrate debolezza, questo è un ordine! Vi abbiamo addestrato per questo! "





    [...]

    Nel frattempo, tra le bellezze ed i pericoli del bosco dei sussurri fin oltre il paesaggio piatto del paese delle Risaie, Shinken Takatsui, armato della sua tanto amata solitudine, si era spinto oltre i suoi avversari, superando il bosco e procedendo verso Est a poche centinaia di metri a Nord dal quartetto, mentre il suo eco-localizzatore scandagliava il mare dell'infinito che aveva davantiIl Jonin avrebbe quindi passato, tramite l'apposito tunnel sotterraneo, il famigerato Bosco dei Sussurri, sicuro che il gruppo mandato in perlustrazione fosse già al lavoro in quell'area, in superficie. Da sotto terra avrebbe cercato di spingersi il più ad Est possibile, cercando di aggirare il gruppo che si era presentato all'East Gate e piano piano espandendo sempre di più la portata del suo eco-localizzatore. Solo raggiunta una distanza di sicurezza (>150m) dalla posizione dell'ingresso Est, il Jonin avrebbe scelto di riemergere da uno degli accessi nascosti, controllando la posizione e concentrando tutte le sue attenzioni su quello che avrebbe progressivamente individuato con il suo radar ad impulsi.*

    La concentrazione su quello che viene chiamato "sonar" avviene una volta uscito dal bosco e aggirato il gruppo alle mura. Ammesso e concesso che il QM lasci Shinken "spingersi il più ad Est possibile" e che non localizzi qualcosa o trovi impedimenti nel farlo, il PG dovrebbe ora trovarsi Nord-Est, poco oltre rispetto alla posizione del quartetto alle mura.
    ed ascoltava le trasmissioni, ricetrasmittente all'orecchio. Come pattuito insieme a Diogenes, il Fedaikin si era recato oltre i limiti del bosco e da lì, trovata una posizione sicura, si era appostato diventando un vero e proprio radar, con una portata sempre in aumento.

    " Shinken, cerca di capire se sono davvero quattro. Questi stronzi hanno davvero avuto il coraggio di uccidere uno dei nostri. Ci serve una cazzo di antenna nel Bosco per sapere cosa sta arrivando ad Oto: ho la sensazione che presto saremmo sotto assedio !"

    Quattro al Gate... E gli altri dove sono?


    E da quel momento silenzio radio.

    L'eco-localizzazione, utilizzata tanto dai pipistrelli quanto da delfini od altri uccelli notturni, permetteva al Jonin di percepire persino quello che non avrebbe potuto notare con i soli occhi. I dettagli di quel mondo fatto di superfici erano assai precisi e la frequenza di quegli impulsi, per ora tenuta bassa, faceva invidia persino ai più evoluti chirotteri. Ma non era un mondo piatto, come qualcuno poteva forse pensare, era un mondo fatto di innumerevoli informazioni diverse, sommate insieme per concedere ai predatori una visione completa dello scenario di caccia. Alcuni animali ne sfruttavano le capacità persino all'interno di ambienti complessi come le foreste, ma di norma chiunque utilizzasse quel tipo di sistema di localizzazione poteva anche distinguere la materia degli oggetti disposti nel circondario: ad ogni rifrazione del suono, ad ogni cambio di frequenza ed intensità dopo i rimbalzi, corrispondeva un materiale con caratteristiche specifiche e solo la somma delle diverse informazioni ottenute concedeva al chirottero di turno di indentificare un insetto fermo su un ramo od uno specchio d'acqua da cui abbeverarsi.

    Se mai fosse stato che qualcuno avesse deciso di nascondersi nell'immediato raggio dell'eco-localizzatore di Shinken, doveva fare attenzione! Occultarsi alla vista o rimanere fermo non era sempre sufficiente, dovevano sapere contro cosa schermarsi... ed un eco-localizzatore non era la forma di difesa che normalmente ci si aspettava di fronteggiare [ Percezione - Escluso dal Mondo ]
    Portata eco-localizzatore 160m > pross turno 240m / poi 320m / poi 400m

    Escluso dal Mondo: L'utilizzatore deve rinunciare alla vista, all'olfatto ed il gusto. I sensi scelti non possono essere utilizzati. L'utilizzatore ha un bonus progressivo alla percezione. L'utilizzatore ha sempre attivo un eco-radar acustico a 360° entro 3 metri per ogni valore in Percezione posseduto. Spendendo 4 round è possibile utilizzare il radar ad una distanza decuplicata (x10). E' possibile negare il bonus a percezione e/o l'eco-radar e "riattivare" i sensi precedentemente persi (tramite l'utilizzo di uno slot tecnica/azione).

    Valore Percezione Shinken: 10,5 + Nemico Prescelto 3 = Eco-localizzatore di base 13,5 x 3m = 40m

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    Edited by Shinken Takatsui - 31/1/2017, 23:32
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    Scherzo, stasera arrivano un po di post :ahsi:
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    Aaaah Dios e Febh, che bella coppia ❤
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    LA PIRAMIDE DELLA VITA

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    Di tutta risposta alle osservazioni dei due shinobi, Kai Uhm Pachathe_ynalda_of_dreams__without_headdress__by_bonivich-daf93mj si accigliò, sorpreso dalle poco delicate parole del ragazzo dai capelli rossi. Sul suo viso, angelico quanto curato e dalla pelle chiara, si disegnò un’espressione di sdegno, coronata da un veloce sguardo verso il suo sesso, effettivamente visibile e dalle notevoli dimensioni. Quell'espressione di disagio non sembrò abbandonare il viso del ragazzo, non subito, persino quando si rivolse nuovamente alla coppia.

    Il mio Rango, la natura divina del mio corpo, è purezza ed eleganza. Qualsiasi siano le vostre usanze, finché sarete ospiti del Creatore della Luce Nascente dovrete osservare le nostre tradizioni.


    Solo a quel punto Kai avrebbe mosso i suoi passi verso il vuoto che aveva davanti, con un’eleganza che avrebbe incantato la maggior parte delle donzelle di Suna (e forse anche qualche uomo). A differenza di quello che ci si aspetterebbe dalla gravità, il semi-nudo fluttuò lentamente verso i due ninja accademici, planando lentamente a pochi passi davanti a loro. Non appena si fermò la sua veste leggera vibrò nell'aria ed i due vennero subito travolti da un odore piacevole, dolce e leggero. Hoshikuzu Chikuma, sei il benvenuto in queste terre. Disse con un soffio di voce, mostrando un gentile sorriso nei confronti del Rosso. E Lei, straniero, ha forse un nome? Oppure Le appartiene, nobile Chikuma? I suoi capelli però mi fanno pensare il contrario, nessuno schiavo sarebbe trattato così bene nelle terre del Creatore... Hoshikuzu, Lei deve essere proprio una persona caritatevole. Continuò Kai, osservando incuriosito i capelli dell'omone. L'Hokage - tutt'altro che uno schiavo - avrebbe notato come in quel turbinio di eleganza ed educazione, l'unica parola stonata fu proprio la parola "schiavo", con un leggero ma percettibile fastidio, disgusto. C'era inoltre della curiosità negli occhi del ragazzo, i capelli del gigante lo avevano incuriosito e non sembrava per nulla spaventato dalla stazza dell'enorme shinobi, che stava letteralmente spogliando con lo sguardo.

    Poi, riportato all'ordine dalle parole dell'omone, face due leggeri passi indietro. Sono spiacente, non mi è dato rispondere alle vostre domande. Io sono qui solamente per darvi il benvenuto per conto del mio signore ed invitarvi ad entrare... Sorrise socchiudendo gli occhi. Ma per poterlo fare è necessario che io sappia il vostro nome, altrimenti dovrete rimanere fuori dal nostro regno. E non vi è altro modo di accedere, posso assicurarvelo... Kai Uhm Pacha stava ancora sorridendo ed osservava Raizen. Non aveva risposto alle loro domande, purtroppo, ma non sembrava contrariato per non averlo potuto fare.

    Vi prego Signori, il Creatore della Luce Nascente vorrebbe potervi incontrare.
    Mi rincrescerebbe doverlo avvisare che non avete usufruito della Sua ospitalità...


    Se mai il colosso della Foglia avesse acconsentito, il giovane li avrebbe accompagnati in direzione della porta, salendo i pochi gradini rimanenti, invitandoli poi a poggiare il palmo della mano sull'occhio e sui sigilli. Si muoveva leggero persino sulla roccia, non producendo rumore, ma soprattutto non sembrava spostare l'aria durante i suoi movimenti, una caratteristica assai particolare.

    Era evidente che tutte le osservazioni che la massima autorità della Foglia aveva espresso al Chikuma erano effettivamente valide, come potevano fidarsi del portavoce del "Creatore della Luce Nascente", colui che aveva fatto emergere un’immensa piramide proprio nel bel mezzo del territorio del paese del vento...? ma quel ragazzo emanava una strana tranquillità, era stato calmo e cortese per tutta la loro conversazione ed avrebbe potuto continuare ad esserlo senza problemi. I più cocciuti avrebbero resistito, questo è evidente, ma quel ragazzo sembrava sincero e disponibile, incapace di offendere. Avrebbe provato a convincere il due - persino una seconda volta - che non c'era nessun pericolo oltre quella porta, sorridente e disponibile.

    Uku Uhm Pacha, vi accoglierà dall'altro lato. A rivederci presto.




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    Che cosa lo spinge ad essere sempre così gentile?
    Anche lui brama la morte di tutti gli esseri mortali, ma sembra che non sia sufficiente togliergli la vita. Non capisco tutta questa manfrina per farli sentire a loro agio... come me, loro sono combattenti, non traggono sollievo dalle belle parole: amano combattere, venerano il sudore ed il sangue!

    Hanan, tuo Fratello non è come te. Rispetta il suo Essere anche se non riesci a capirlo fino infondo. E quei due non sono semplici combattenti, sono shinobi, quindi fà attenzione Figlio Mio... sono molto più sofisticati di qualsiasi altro guerriero tu abbia mai incontrato.
    Per questo tuo fratello Kai ha intrapreso la strada giusta.



    Seduto scomposto, dall'alto del suo trono, il Creatore della Luce Nascente continuava a comunicare mentalmente con il figlio che aveva davanti ed i suoi pensieri si espandevano per tutto il salone. Aveva lo sguardo perso verso l'alto e la luce diretta, che cadeva da un foro sul soffitto, ne illuminava il volto, tanto da impedire di definirne i lineamenti.

    Si Padre. Credo sia arrivato il momento, abbiamo raggiunto l'energia necessaria per attivare i cubi. Mio Signore, faccio cominciare i comandanti?

    Esattamente... Dai loro il via libera.


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    Sarebbe stato come fare un salto in un buco profondo; la sensazione che i due ninja avrebbero provato dopo aver toccato i sigilli sarebbe stata paragonabile alla caduta in un pozzo profondo, con la claustrofobica sensazione che questo buco, procedendo verso il basso, si rimpicciolisse sempre di più, per poi concludere all'improvviso il loro viaggio, con una fortissima luce accecante. A quel punto era evidente che erano entrati dentro la Piramide.

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    Non appena i loro occhi trovarono l'equilibrio in quel mare di luce accecante, si sarebbero resi conto che la loro posizione iniziale era cambiata... e di molto anche! Improvvisamente erano stati catapultati lontano da Suna, lontano dal paese del Vento, in un regno che nessuno dei due avrebbe potuto riconoscere... ma dove di preciso? Le informazioni che avevano intorno erano vaghe: si trovavano circondati da roccia e polvere, vicino ad un portale che aveva le sembianze del pilastro da cui erano entrati, ma visto dal lato opposto, in rovina e crollato. Un cielo pulito ed azzurro faceva da cornice ad uno scenario che aveva quasi dell'apocalittico, ma la prima cosa che il Chikuma avrebbe sicuramente notato era che il vento era tornato, una leggera brezza aveva ripreso a soffiare sulla loro pelle sudata.

    In quello scenario costellato di rovine, i due non avrebbero potuto attivare nuovamente il sigillo alle loro spalle. Per entrare non avevano dovuto far altro che pronunciare il loro nome e toccare poi la porta... ma per uscire? Quale era la combinazione o la parola d'ordine per potersene andare da quel luogo?

    Con un minimo di attenzione i due avrebbero notato un particolare non da poco: a partire dalla loro posizione la pavimentazione non era tutta uniforme. Dal "portale" partiva una grande strada lastricata, che proseguiva diritto davanti a loro, in direzione di altre rovine ed altra polvere, sparendo in lontananza. Una volta scoperto quel particolare avrebbero anche notato che a terra erano presenti delle particolari piazzole, lastricate in maniera ancora diversa e con differenti sigilli perimetralmente inscritti sulla roccia. Contandoli, intorno al portale erano presenti diversi quadrati, quattro per essere precisi, coperti di polvere e sabbia, di circa dieci metri di lato ognuno. I sigilli erano ancora fuuinjutsu, molto simili a quello che il Chikuma aveva provato a comprendere poco prima - anzi - uguali in tutto e per tutto.

    Sssss…uuuhhhhhhh…hhh….nnnhhh….h….aaahhhhhh…



    Ancora una volta quel sussurro simile al vento avrebbe attirato la loro attenzione. Proveniva dal cielo ma più o meno la direzione era la stessa in cui andava quella strada lastricata. Se avessero deciso di percorrere quella via, i loro occhi sarebbero stati sorpresi ancora una volta. Poco più avanti, superato un piccolo dosso che inizialmente limitava la loro visuale, il loro sguardo si sarebbe aperto su un panorama ancora più inaspettato: davanti a loro si espandeva una vallata, un bassopiano enorme, circondato da enormi montagne color sabbia. Al centro di quel cratere naturale, c'era una città, immensa, persino più grande del villaggio di Konoha, ma molto simile per caratteristiche alla città del ragazzo Chikuma.

    Ma le sorprese non erano finite.


    Sopra alla città, a centinaia, anzi migliaia, di metri sopra di essa, era presente una struttura identica a quella della precedente piramide. Dalla punta del monolite partivano i quattro grandi pilastri di roccia che andavano ad appoggiarsi in quattro diverse direzioni, una di queste proprio dietro di loro. Per qualche motivo, se si fossero girati nella direzione da cui erano venuti, avrebbero visto l'immenso pilastro superare il crinale in direzione del portale da cui erano entrati, ma fatti pochi passi indietro quella struttura svaniva nuovamente, lasciando spazio alle rovine ed a quello che rimaneva dell'accesso. Anche se avessero deciso di raggiungere quel luogo volando, sarebbero finiti per girare a vuoto, poiché non appena ci si avvicinava ad essa, tendeva a sparire, letteralmente.

    Erano incastrati nel perimetro immaginario della Piramide svuotata, potevano solamente osservare i suoi limiti dall'interno, senza riuscire a raggiungerli. Non avevano molta scelta, la città davanti a loro era l'unico obiettivo raggiungibile.


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    Quenashe!


    Dopo circa una ventina di minuti di camminata, avrebbero raggiunto un gruppetto di persone, una ventina per la precisione, che discuteva animosamente e ad alta voce vicino ad un gigantesco cubo di roccia, arenato nella sabbia. La coppia di accademici non avrebbe capito una parola di quello che si stavano dicendo ed anzi, una volta notata la loro presenza, il gruppo avrebbe smesso di parlare, cominciando ad osservarli in silenzio, mostrando espressioni stranite e timorose. Ognuno di loro era evidentemente vestito alla bene e meglio, con stracci e panni che ne coprivano i corpi esili ed anche malnutriti, ma soprattutto erano tutti pelati, senza un singolo capello o un accenno di barba.

    Avrebbero potuto rivolgergli qualsiasi domanda, ma non avrebbero ricevuto risposta. Se provati ad avvicinare si sarebbero scansati, per evitare di essere toccati, rumoreggiando parole prive di senso per poi ricompattarsi e continuare ad osservarli, in silenzio. Solo dopo numerosi tentativi, uno di loro avrebbe timidamente alzato un braccio in direzione della porta della città, distante poche centinaia di metri, e pronunciando una parola che suonava simile ad una combinazione confusa di "bi, bo, bu" per poi essere subito ripreso dai compagni e riportato al silenzio.

    Avrebbero potuto continuare oltre o provare a continuare ad interrogarli, fatto sta che poco dopo avrebbero incontrato (o sarebbe giunto) un manipolo di uomini armati ed in armatura leggera. Ognuno di loro aveva una sorta di scopettone in mano, con l'asta lunga poco più di un paio di metri, anche loro totalmente pelati ma sicuramente più in forze dei precedenti. Il gruppetto sarebbe passato vicino ai due, senza timore, ma anche loro non avrebbero rivolto parola alla coppia, dirigendosi verso il gruppo di straccioni. Solo a quel punto avrebbero imbracciato le loro pericolosissime armi ed avrebbero cominciato a malmenare il gruppetto, costringendolo poi ad afferrare delle corde e cercare di tirare fuori dalla sabbia quell'enorme cubo di pietra.

    Potevano proseguire verso la città o schierarsi a difesa dei diritti di qualcuno che nemmeno conoscevano. Ma Kai Uhm Pacha li aveva anche avvertiti, dovevano rispettare le tradizioni del posto, dopotutto adesso erano loro gli ospiti.


    Qun Tiqsi


    La gigantesca città di Qun Tiqsi si estendeva su una superficie di quasi mille metri quadri, occupando la maggior parte della valle sotto la gigantesca Piramide. I suoi sobborghi, case basse a perdita d'occhio, erano molto più simili a dei veri e propri slums, un ammasso di case e baracche in cui abitavano un numero impreciso di abitanti dei ceti più bassi. Proseguendo verso l'interno era subito visibile una fascia circolare completamente verde, composta da orti e appezzamenti di terreno coltivato, in cui nascevano i più svariati vegetali e pascolavano animali molto simili a delle capre, glabre e senza occhi.

    Proseguendo più verso l'interno, verso il centro ed utilizzando una delle quattro strade principali che si incrociavano al centro dell'area urbanizzata, erano distinguibili, per architettura e per forma, delle strutture con una funzione più specifica. Girando per la cittadella era possibile incontrare un Tempio, una gigantesca Arena semicircolare e diversi edifici amministrativi. Più si proseguiva verso il centro e più la qualità degli edifici migliorava, fino ad incontrare un obelisco basso e tozzo, esattamente sotto al punto più alto della Piramide. Solo da dentro la città, inoltre, era possibile scorgere come sopra alla piazza centrale, non vi fosse solo la punta del gigantesco monolite, ma un anche un enorme cristallo incastonato nella struttura. Luminoso e frastagliato sembrava emanare luce ed energia, in direzione dei campi coltivati sotto di esso. Quale che fosse stato l'Architetto di quella città tanto particolare, i due accademici erano veramente finiti in un luogo magico, tanto quanto particolare.




    Il Tempio dei Pacha
    Un grande struttura circolare con una modesta piazza antistante, si trova non molto lontano dall'obelisco centrale della città di Qun Tiqsi. L'edificio, per quanto esternamente glabro e costruito interamente con la pietra locale, chiara e compatta, nasconde al suo interno le più grandi rappresentazioni iconografiche delle divinità Pacha. Ma la cosa più straordinaria di tutto l'edificio è la gigantesca cupola in cristallo che conclude l'ambiente del tempio, deviando la luce proveniente dall'alto in particolari raggi blu e cobalto che ne illuminano gli interni. L'ingresso è sempre presidiato dalle guardie del Tempio e l'accesso è garantito solamente ai fedeli di rango più elevato.

    L'Arena dei campioni
    Il più grande dei campi da gioco di Qun Tiqsi, l'Arena dei Campioni è architettonicamente il fiore all'occhiello della città. Decorato dalle statue di tutti i campioni che vi hanno gareggiato, le sue tribune dalla forma ellissoidale possono contenere circa 70.000 spettatori. Ogni giorno, in ogni mese dell'anno, le squadre più forti si confrontano nei vari giochi che l'Arena propone.

    Il Mercato degli Schiavi
    Tutta l'economia di Qun Tiqsi si basa sulla manovalanza non retribuita degli schiavi. Proprio per questo motivo il Mercato degli Schiavi è uno dei posti da sempre più affollati della città, aperto solamente ad orari prestabiliti ogni cittadino di Qun Tiqsi può dire di conoscere questo posto. Volete comprare un robusto omone per i lavori pesanti? O un adorabile fanciulla per vostro figlio? Questo è il luogo più adatto per questo genere di compravendita.

    I Campi verdi
    Essendo il territorio intorno alla città prettamente roccioso e spoglio di qualsivoglia organismo vegetale, i Campi verdi sono l'unico, ma non per questo insufficiente, luogo di approvvigionamento della grande metropoli. I campi sono sempre sotto sorveglianza e vi lavorano un grandissimo numero di schiavi. Per quanto l'acqua scarseggi a vista d'occhio in tutta la città, intorno ai campi sono presenti numerosi rubinetti presidiati, in cui è possibile abbeverarsi più o meno gratuitamente.

    Le Torri
    Le Torri di Qun Tiqsi sono delle semplici torri di guardia, stranamente tutte raggruppate in un unico quadrante della città. Luogo di stazionamento delle truppe del Creatore, è possibile incontrare soldati, mercenari, donne di facili costumi e venditori ambulanti.


    OT: Palle all'aria ragazzi! :riot:
    Oltre all'ammmore omo che Kai ha velatamente dimostrato per Raizen, siete liberi di muovervi all'interno della città (se doveste decidere di entrare), di litigare con i pelati o di saccheggiare i campi coltivati. Ovviamente ogni azione porterà ad una reazione uguale e contraria.

    Da questo momento in poi però, fate attenzione, non si scherza più!

    La parte esterna alla piramide è in stand-by, i vostri cloni si stanno dirigendo verso la carovana rimasta, che si è infilata nella giungla vero un'altro dei quattro pilastri prima descritti. Potete sciogliere i cloni oppure lasciare le cose così come stanno, nei prossimi post anche quella parte andrà avanti... o forse no!

    Buon divertimento a Qun Tiqsi!!


    Edited by Shinken Takatsui - 25/1/2017, 15:57
  7. .


    北 Kita

    Kumo alle porte - parte I


    Northgate


    Non era necessario capire che cosa si stessero dicendo i due ninja più forti del villaggio. Il Fedaikin li aveva visti raggiungere il Nord Gate (avvisato anche dai suoi sottoposti) per poi allontanarsi a discutere più o meno animosamente. Era vero che quando quella strana coppia si riuniva raramente succedeva qualcosa di positivo, ma Shinken era fiducioso, sentiva che la presenza del Garth infondeva sicurezza a tutte le guardie sulle mura che - forse temendo i suoi metodi poco ortodossi - si muovevano precisi e calibrando ogni singolo passo.

    Tutto procedeva come al solito. Gli ingressi veniva registrati, le strade di superficie del primo anello venivano monitorate ed il sistema di difesa era attivo ed efficiente. Shinken era sempre sui suoi progetti, concentrato su quel cantiere in continua evoluzione. Ma la normale e laboriosa routine quotidiana venne interrotta da uno dei ninja appostati nella guardiola. Takatsui-sama! Uno shinobi sulle mura sta comunicando con il Garth e l'Amministratore. Riferisco "Diogene-sama. All’east Gate, la prego. Quattro shinobi di Kumo, giungono per onorare il patto."

    Kumo eh?


    Shinken si accigliò, spostandosi dal tavolo su cui stava lavorando in direzione della feritoia della guardiola. Lanciò un occhiata fuori e rimase fermo ad osservarli, cercando di ottenere ulteriori informazioni dalle reazioni dei due ninja. Rimase in silenziosa attesa per qualche minuto, con gli occhi fissi sui due compagni. Kooro, identifica il messo. Fa parte della guarnigione da poco, evidentemente, da qui non riesco a riconoscerlo. Girò le spalle alla finestra non appena Diogenes si distaccò dallo Yakushi afferrando una ricetrasmittente lì vicino. Squadra 2, 4, 5 e 6 sulle mura. Squadra 1 di ronda. Squadra 3 nel Bosco dei Sussurri. Rapporto ogni 3 minuti. Il suo sguardo era severo, quella era forse la prima prova seria per le sue squadre. Voglio che venga tutto fatto con E L E G A N Z A. Niente frenesia da formicaio, non voglio dare l'impressione che ci hanno agitato. Ogni squadra riavvia il protocollo. Tutti a lavoro, solito iter agli ingressi.

    SHINE'!

    SHINE'!!



    Risposero tutti gli shinobi presenti. Quella parola, che significava letteralmente "morte" era stata utilizzata da chissà quale sottoposto per confermare gli ordini che gli venivano impartiti dai superiori. A Shinken aveva ricordato una kunoichi proveniente dal villaggio della Rosa - che utilizzava lo stesso simpatico nome - ed aveva deciso di adottarla come sana abitudine otese per i suoi soldati.

    Immediatamente tre shinobi scattarono subito fuori dall'apertura nella guardiola, ognuno con i suoi compiti da rispettare. I messi avrebbero fatto subito rapporto ai capisquadra, dislocati in giro per il villaggio e loro, armati delle potenti ricetrasmittenti di Oto (?), avrebbero subito seguito il protocollo a cui i guardiani li avevano addestrati (con le ultime piccole modifiche del Fedaikin). Se gli shinobi di Kumo avessero avuto un sensitivo, avrebbero solo percepito una lieve variazione delle traiettorie delle squadre ninja, nulla di più.

    Kooro, spostati al centro operativo e prendi il comando delle operazioni delle squadre. Canale prioritario 4. Io esco.

    Chiaro.



    [...]

    Il Fedaikin, coperto dal suo mantello, uscì di fretta e furia dalla guardiola. Aveva visto che il Garth si stava dirigendo verso il passaggio sotterraneo lì vicino. Lo avrebbe intercettato all'ingresso, fermandone l'avanzata. Diogenes, fermati. Avrebbe avvisato il Jonin. Cosa sta succedendo con Kumo? Avevo capito che la questione diplomatica era in bilico, sono forse qui per dichiararci guerra? Non sapeva molto della missione intrapresa nel territorio di Kumogakure, ma aveva capito che la questione era delicata. Lascia andare me fuori. Se cercando te, potrebbe essere utile che tu sia presente e pronto a dare ordini alle squadre sulle mura. Io posso rendermi invisibile ai loro sensitivi e monitorare la situazione da una distanza di sicurezza. Non era tipico di Shinken chiedere il permesso, questo il Garth lo sapeva, ma non aveva idea di come potesse reagire il compagno alle sue direttive.

    Qui al North Gate invierò il Genin Yotsuki, supervisionerà lui l'ingresso. Ho dato ordine alle squadre delle mura di presidiare i Gate. La squadra 1 è in ronda e la 3 nel Bosco dei Sussurri. Tutte dotate di ricetrasmittenti ed in collegamento con il centro operativo dove c'è Kooro. Và con Febh a dare il benvenuto ai ninja di Kumo, io esco. Da solo. Era serio in volto. Non seguitemi.

    Il suo chakra venne annullato ed i batteri di Shinken vennero risvegliati, facendolo tornare cieco. Scomparì nel buio del tunnel, dirigendosi a Nord, pronto ad aggirare la delegazione ed concentrarsi sul suo sonar sulla lunga distanza.


    [...]


    Nel frattempo nei sobborghi di Oto.



    Qualsiasi fosse stata la posizione di Kato Yotsuki, ben due shinobi erano stati inviati da Shinken per trovare il Genin di Oto. Il primo di loro - un robusto ragazzotto dai capelli neri - aveva il compito di recarsi immediatamente al quartiere del clan (anche se il Jonin ricordava che il ragazzo non aveva buoni rapporti con gli anziani di quest'ultimo); avrebbe chiesto informazioni sul ragazzo, nella speranza di trovarlo il più rapidamente possibile, dichiarando di esser stato mandato con urgenza dal Fedaikin in persona. Il secondo invece - una kunoichi dai capelli corti e dal viso squadrato - venne appositamente inviato ad ispezionare i sobborghi del villaggio. La ragazza venne istruita strada facendo, poichè si trovava già sul posto, spronata ad effettuare una rapida ricerca sommaria, assai meno facile del suo compagno, ma che il Jonin del Suono era sicuro avrebbe dato molti più frutti della prima.

    I due incaricati erano stati istruiti da Kooro e sapevano perfattamente chi cercare, l'unico problema rimaneva il dove ed il tempo che avevano a disposizione: poco.

    Una volta trovato gli avrebbero semplicemente consegnato una ricetrasmittente invitandolo ad utilizzarla subito, per poi dileguarsi tra i tetti del villaggio. Il ragazzo non avrebbe fatto in tempo a prendere la mano con quel aggeggio che subito una domanda gli sarebbe risuonata nell'orecchio. Kato. Il nome del tuo sensei Yotsuki. Fai presto! Era l'unica informazione valida che Shinken aveva sul ragazzo e sapeva anche che non era poi di totale dominio pubblico. Solo a risposta affermativa il Fedaikin avrebbe continuato. Kato, recati immediatamente al North Gate, presidio di guardia. Kooro ti istruirà nel tragitto. Con discrezione, lascia stare qualsiasi cosa ti stava impegnando... ne vale della sicurezza di Oto.

    Il Jonin aveva spiegato al suo sottoposto che cosa avrebe dovuto dire a Kato, su un canale protetto e solo una volta arrivato al Gate. In via del tutto eccezionale, Shinken aveva scelto lo Yotsuki come suo sostituto temporaneo, doveva sorvegliare il Gate con l'aiuto della guarnigione di stanza all'accesso, segnalando subito a Kooro (che serviva al centro operativo) e Shinken (fuori dalle mura) qualsiasi movimento fuori dall'ordinario. Un fumogeno in aria significava "pericolo da Nord", un esplosione "siamo sotto attacco" e per il resto avrebbe dovuto semplicemente controllare quello che succedeva all'accesso Nord del villaggio del Suono.



    Edited by Shinken Takatsui - 8/1/2017, 01:09
  8. .
    Diogene mi vuole morto >_>
  9. .
    E a legger il post di Jotty, mi solletica una roboante scorreggia!

    Faggiani vi ci sta bene
  10. .
    La ts dei mondi é op, da anche AdCC sgrave e free

    Sapevatelo
  11. .
    CITAZIONE (Dorian Pavus @ 3/1/2017, 13:40) 
    Facciamo qualcosa coi cadaveri per gettare le basi del mio PG ed aggiungiamo qualcosa di caratterizzante per il tuo e abbiamo già la giocata. :zxc:

    Se volete i cadaveri, io sono espertissimo in materia :riot:
  12. .

    LA TORRE


    parte VI


    Non appena quest'ultimo si sedette a terra, Shinken volse il suo sguardo verso il ragazzo. Stava ansimando per lo sforzo che aveva appena compiuto - ed era comprensibile - ma non sembrava intenzionato a porre un freno alla sua curiosità; con braccia e ginocchia tempestate da piccoli tagli, lividi ed escoriazioni, il giovane Amano era ancora vivo, pronto a fare nuove domande ed a lanciarsi in nuove sfide. Mentre gli arti del Jonin tornavano alla loro conformazione umana, gli occhi del Fedaikin cominciarono a mutare, ancora ben saldi ad osservare il giovane. Frena la tua curiosità, Amano figlio di Luis. Le pupille vibrarono, si allargarono e gli occhi tornarono ad essere ciechi, bianchi come la neve, con la peculiare croce grigia che li contraddistingueva. Con quella poca luce Amano avrebbe anche potuto non accorgersene, ma anche se fosse stato a Shinken non importava, non voleva prendere muri in faccia mente usciva da quel posto. Non sarebbe immediato ne semplice spiegarti cosa è successo al mio corpo. Si tratta sì di una Kinjutsu, ma sarebbe banale concludere che il risultato finale sia unicamente collegabile ad una tecnica proibita.

    Il Jonin accennò un sorriso, quel ragazzo stava veramente pensando che si potesse vivere in un luogo simile, anche se quella era più un luogo di esilio. Questa non è la mia casa, lo è stata tanto tempo fa... ma a breve tornerà ad essere quello per cui è stata progettata. La smorfia scomparve dal suo viso, che tornò incredibilmente serio. Prima dovrai dimostrarmi ancora una volta che la tua voglia di sopravvivere è abbastanza. Se le tue capacità ti permetteranno di uscire vivo da qui avrai la tua tecnica, promesso. Ma fa attenzione: per ora la tua voglia di vivere è stata sufficiente a portarti in cima alla Torre, ma uscire da questi cunicoli al buio non è semplice, potresti vagare per anni senza trovare la svolta giusta. Shinken si girò verso il buio del primo cunicolo (l'ultima informazione utile che Amano avrebbe potuto percepire chiaramente) poi diede il via a quell'ultima sfida. Ti sei riposato abbastanza. Preparati.



    sTIS H H H

    ... IS H H H H

    ... IS H H



    Fu un suono secco, che rimbombò per tutto l'ambiente circostante. Era qualcosa di molto simile al rumore di un unico battere di mani, tant'è che il Jonin lo aveva volontariamente provocato, sicuro che avrebbe aiutato il suo temporaneo allievo ad orientarsi. Il caso - poi - volle che quel suono fu perfettamente sincronizzato con la dipartita della luce, che aveva appena perso la sua battaglia contro l'umidità della Torre, lasciando i due nel buio più assoluto.

    [...]

    Il Jonin fu assai lento a muoversi in quei cunicoli. Forte dei suoi movimenti silenziosi e del suo ecolocalizzatore, rimase sufficientemente vicino ad Amano da seguirne i movimenti, studiarne i comportamenti e le strategie, senza lasciarsi percepire. Non avrebbe semplificato la vita ad Amano, non si sarebbe fatto individuare dal giovane ninja aiutandolo, ma avrebbe monitorato tutti gli spostamenti del figlio di Luis per evitare che si lanciasse involontariamente in qualche pozzo profondo e senza fine (Febh avrebbe avuto sicuramente da ridire nel caso fosse successa una cosa simile). Quando vide che la concentrazione del ragazzo aveva raggiunto il suo apice e che stava giustamente sfruttando tutti i sensi rimastigli, Shinken decise di alleggerirlo dalla complessità della prova, stimolandolo a seguire una via piuttosto che un'altra. Tirò un colpo secco al muro, provocando un leggerissimo rumore.

    TIC

    ... IC H H H H

    ... IC H H


    Il suono si propagò come quello precedente, solo più leggero, meno definito. Il gocciare che dal soffitto si infrangeva a terra era aritmico ma costante, un suono che si ripeteva in quasi tutte le gallerie nelle vicinanze. Il Fedaikin lo aveva provocato, mettendo in moto una vera e propria pioggerellina artificiale. Tuttavia, forse proprio perchè il Fedele utilizzava un metodo molto simile per orientarsi in quel labirinto, si sorprese quando notò che Amano non ci stava per nulla prestando attenzione. Rimase però incuriosito quando il giovane allievo percepì qualcosa che il Jonin stesso - con le sue attuali limitazioni - non avrebbe mai potuto notare: i flussi d'aria. Si sorprese non poco, più per se stesso a dire il vero.

    Non era comune avere quel tipo di sensibilità, Amano continuava a sorprenderlo. Il Fedaikin continuò a seguirlo e - in fin dei conti - anche quel metodo sembrava funzionare! In poco tempo raggiunsero quindi l'ultimo step, la prova più ardua: l'ultimo gradino da salire. Proseguendo al buio e con solo il rumore della pioggerellina a fargli compagnia, Amano si ritrovò in un punto cieco, circondato da muri. Forse complice la stanchezza, forse no, non riuscì a pensare in tre dimensioni, credendo che il suo percorso fosse terminato e che la pista del filo di vento fosse sbagliata. Le sue mani andarono a tastare l'ambiente circostante ma si ritrovò chiuso in un cunicolo senza uscita, verso cui l'aria si era incanalata. Non aveva senso. Entrò in confusione.

    Per quanto era stato corretto focalizzarsi su i muri perimetrali ed era stato fortunoso percepire i flussi d'aria, quel tipo di approccio eliminava definitivamente la spazialità che quei luoghi comunque mantenevano. Da un pò Amano non guardava nè si concentrava più su quello che aveva sopra la testa, un errore da poco ma che avrebbe potuto costargli l'esilio a vita nei cunicoli di Oto! A quel punto, stremato, il ragazzo aprì la bocca e gli diede fiato... fù in quel esatto momento che percepì chiaramente che cosa stava succedendo: la sua voce stava rimbalzando in maniera assai diversa da come avevano fatto i rumori in precedenza, invece di muoversi intorno svaniva verso l'alto!! Ma non fece nemmeno in tempo a pensare alla soluzione del problema che la mano di Shinken lo afferrò per i vestiti (ridotti a straccio) e lo issò, verso un altro, inquietante, cunicolo verticale.

    [...]

    Per la seconda volta hai svolto il compito per come ti era stato richiesto. Sentenziò il Jonin Tuttavia manchi ancora di inventiva e di fantasia. Avevi la soluzione sopra alla testa ma non hai sfruttato tutte le tue potenzialità. Fece cenno con una mano che avrebbe dovuto guardare in alto, indicando il soffitto con un dito Un grande shinobi disse che l'arma più grande di un ninja è l'essere imprevedibile, la sua capacità di inventare sul momento strategie utili alla riuscita della missione.

    Mentre lo guardava, dall'alto verso il basso, i suoi occhi tornarono a colorarsi, riacquisendo la vista Non è perchè siamo forti, veloci, agili o resistenti che i Daymo ci assumono. E' perchè siamo flessibili e chirurgici. Ricordatelo. Si trovavano in una stanza dalle medie dimensioni, una tre per quattro metri. La luce filtrava copiosa dalle fessure tra le travi di legno ed era tornata la polvere, il che poteva solo significare la fine dell'umidità. Shinken era in piedi ed Amano era seduto a terra, vicino ad un piccolo pozzo di pietra, ancora infreddolito e pieno di lividi. Andiamo al sole, hai bisogno di calore.

    Due passi e Shinken aprì la porta. La luce invase tutto l'ambiente, accecando il giovane ninja seduto in terra. Era pieno giorno, probabilmente poco prima dell'ora di pranzo, e subito dopo la luce accecante arrivò anche il rumore assordante. Era anch'esso qualcosa di conosciuto, di familiare; erano i rumori della vita quotidiana. In un batter di ciglia erano stati catapultati dal pozzo umido e senza vita al bel mezzo della routine giornaliera del villaggio del Suono. Mercanti, venditori e traffichini riempivano le strade vicino ad uno dei Gate di accesso, frenetici come formiche. Una famigliola felice squadrò male i due straccioni e proseguì verso una locanda più avanti. Tieni, questo è per te. Mangia. Il Jonin aveva tirato fuori un pezzo di carne sotto sale (o forse l'aveva appena rubata?) e la porse ad Amano. Intanto troviamo un luogo con poco più di spazio. E si incamminò.

    [...]

    Ora erano uno davanti all'altro. Il Jonin impassibile come al suo solito ed il giovane Amano con il suo pezzo di carne essiccata in mano.

    TaiJutsu, NinJutsu o GenJutsu?


  13. .

    LA PIRAMIDE DELLA VITA

    ◤ ◆ ◢



    Da un fu formica, la loro essenza divenne mosca. Proiettati da una forza strabiliante fino al limite della stratosfera, i due ninja ebbero una visione del territorio alquanto privilegiata. Da lì, anche se qualcuno al di sotto dello sbratto-volante avrebbe avuto da ridire, la visuale sull'immensa Piramide fu sufficientemente strabiliante ed esaustiva da fargli rendere conto che le dimensioni di quella struttura fossero esageratamente fuori scala. Non fu però chiarissimo se tutto quel verde fosse qualche effetto particolare della rifrazione della luce, ma la morfologia del terreno che si trovava intorno alla struttura sembrava cambiata sensibilmente: aveva quasi del tutto perso le caratteristiche canoniche del deserto diventando molto più simile ad un paesaggio di quelli traguardabili nel Paese del Fuoco, probabilmente caro al presente Hogake.

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    Arrivano

    Lo so.

    Pare che non siano due normali combattenti...sono qualcosa di più che semplici ninja di Suna


    Non importa. Anche se sono stati veloci, non arriveranno qui per tempo. I suoi pensieri risuonavano nella stanza come se fosse lui stesso a parlare, ad alta voce. Dall'alto del suo trono, l'essere era impegnato in una sorta di rituale, con le mani poggiate su uno strano oggetto luccicante, mentre due sagome si ergevano ai piedi del trono. Uno dei due aveva le mani giunte in un sigillo, l'altro era chino con un ginocchio a terra. Kai, raggiungili e dà loro il benvenuto. Sentenziò. Ogni suo desiderio sarà esaurito. Disse la figura inginocchiata, alzandosi per poi congedarsi verso l'uscita situata sotto quello strano altare.


    ------------------------------------------------ ◤ ◆ ◢ ------------------------------------------------



    Intanto i due shinobi erano atterrati senza problemi. Le loro gambe ammortizzarono l'istantanea discesa, la caduta fu smorzata dalla sabbia del deserto che in pochi secondi divenne terriccio, bloccando il piede del più grande dei due. Sotto gli occhi sorpresi del ninja, che non ci mise nulla a liberarsi la gamba, la zolla che aveva sollevato per liberarsi dalla terra, aveva scavato un piccolo solco, mostrando che persino dopo il primo strato la sabbia era scomparsa. Ed era chiaro che quella trasformazione stava procedendo per ondate, dapprima la sabbia si trasformava in fertile terra e poi, qualche istante dopo, era seguita dall'espandersi della natura, che andava a ricoprire rigogliosa tutti gli spazi abbandonati dal precedente infertile elemento.

    Il Rosso si fece meravigliare dalla rapida trasformazione del Suo deserto, tanto da ricorrere allo strano marchingegno che aveva al posto del braccio per analizzare l'insolito terriccio [ Analisi ]E' immediatamente riconoscibile che il terreno è irrorato di Chakra, anche se dalla natura mutevole e cangiante.

    o Spendendo 1 turno sarà possibile riconoscere tale chakra come in parte legato all'elemento Vento - Fuuton
    o Spendendo 2 turni sarà possibile riconoscere la natura Eremitica del chakra utilizzato
    o Spendendo 5 turni sarà possibile individuare come quest'ultimo si espanda dal centro della piramide e sarà possibile riconoscerlo come appartenente ad una fonte semi-organica
    . La ragazza immaginaria del Chikuma - con il dovuto tempo - avrebbe dato tutte quelle informazioni al Jonin. Ma, per quanto cercasse di essere precisa in quell'analisi, non riusciva a comunicare con certezza quello che stava testando. Dopotutto quella crescita rigogliosa non era associabile a niente che fosse stato percepito prima nel mondo degli shinobi, come poteva quindi comunicare con precisione qualcosa di così strano?

    A seconda del tempo speso in quello scambio di informazioni (non dissimile da un copulamento), la vegetazione avrebbe conquistato sempre più spazio, fino a diventare un enorme giungla rigogliosa [ Vegetazione coprente ]Per ogni turno speso nell'analisi del terreno, la Furtività all'interno dell'area aumenta per tutti i presenti di 2 punti, fino ad un massimo di 10.. Anche se era ancora difficilissimo sfruttare i Fuuton, il calore di quella zona era andato lentamente a scemare, fino a diventare più un afa diffusa, complice la natura umida della giungla in cui si stavano avventurando. Prima che la giungla li inghiottì, i due shinobi avevano avuto modo di individuare l'ingresso alla piramide più vicino al loro punto di atterraggio, che più o meno doveva trovarsi ad una distanza di trenta metri dalla loro attuale posizione.
    CITAZIONE
    Assenza del vento: Tutti i Fuuton soffriranno di una diminuzione di potenza pari al 75%. Il mantenimento di tecniche legate all'elemento Vento sarà incrementato del 75% finchè attivo questo vincolo.

    Calura costante: Tutti i Katon otterranno un incremento di potenza del 75%. Il mantenimento di tecniche legate all'elemento Fuoco sarà diminuito del 75% finchè attivo questo vincolo.

    Ma era evidente che raggiungere la base della piramide non era affatto facile. La vegetazione, man mano che avanzavano, aumentava sensibilmente, impedendo persino alla luce del sole di penetrare le fronde di quegli strani alberi, rendendo difficile perforarla o superarla poichè si rigenerava ad una velocità strabiliante. La coppia, avanzando più o meno furtivamente, percorse svariati metri nella direzione che precedentemente avevano stabilito, ma senza risultati. Avrebbero continuato a cercare l'accesso alla piramide senza mai incontrarlo: era evidente che qualcosa non stava andando come doveva [ Smarrimento ]Tutti i presenti sono soggetti alla Tecnica dello Smarrimento - Pot 50


    Tecnica dello Smarrimento
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Drago, Bue, Cane, Scimmia, Pecora ( 5)
    L'illusione si attiva se le vittime presenti entro 30 metri l'utilizzatore e non percepito dalla vittima. Le vittime perderanno automaticamente il senso dell'orientamento girando in tondo, senza accorgersene, anche se presenti chiari riferimenti spaziali. L'efficacia massima 70. Il consumo d'attivazione sarà pari a ½ Basso ogni 5 d'efficacia.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    (Livello: 4 / Consumo: Variabile)
    [Da chunin in su]


    [...]

    Che si fossero resi conto dell'illusione che aveva colpito quella giungla e l'avessero rilasciata (nei più disparati modi), i due avrebbero raggiunto con estrema facilità l'accesso Sud di quella particolarissima piramide (che a quel punto sarebbe comparsa alla prima pianta spostata con il braccio). La vegetazione era cresciuta esponenzialmente, fino ad inglobare quasi del tutto l'accesso al pilastro Sud, e la presenza di contenuti rivoli d'acqua rendeva quel luogo un fantastico punto di ristoro.

    L'unico accesso visibile, nobilitato da una gentile scalinata, portava ad una porta in pietra dalle notevoli dimensioni. Tutt'intorno ad essa i numerosi grafiti erano immediatamente identificabili come antichi (complice la giungla che era avanzata), incisi nei blocchi di roccia che componevano la struttura. Essi parlavano di carestie e di siccità, ma tutte le storie si concludevano con l'arrivo di un uomo luminoso che metteva fine alle sofferenze della razza umana. Continuando tutt'intorno alla struttura i disegni proseguivano, su vari livelli e a differenti altezze.

    In alcuni disegni le storie raccontavano di come la sua natura divina faceva crescere le foreste, cadere l'acqua dal cielo e di come nel suo regno era assicurato il cibo necessario per coloro che si fossero inginocchiati al suo cospetto. Ma le iscrizioni continuavano un pò ovunque, sparse in altezza per tutta la struttura. Un occhio attento avrebbe potuto notare come lungo tutto il "pilastro" vi fossero alcuni fori regolari, probabili segni di vecchie impalcature oramai scomparse. Alcuni passaggi ripetevano storie già viste, altre invece erano più nascoste e raccontavano di tanti altri eventi secondari [ Occhio di Falco]Un'altra storia secondaria narra di tre famigerati guerrieri che difendono i confini del regno. Scovando altre incisioni è possibile capire che i guerrieri erano tre: i Protettori del Dio straziavano i loro nemici con armi leggendarie, portando pace ed equilibrio nel regno. Con un pò di fantasia era possibile notare le fantastiche armi: una lancia, un mantello ed qualcosa di molto simile ad una tuta (almeno dal banale disegno in due dimensioni)

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    Ma la porta era sigillata. Nessuna serratura da scassinare o meccanismo da attivare. Su di essa era disegnato unicamente un gigantesco bassorilievo d'orato con al centro un simbolo composto da vari triangoli sovrapposti ed un gigantesco occhio centrale. Al fianchi dell'ingresso erano presenti due statue, i volti erano stranamente lasciati privi di lineamento ma era possibile notare come una figura fosse umana mentre l'altra aveva caratteristiche fisiche più simili a quelle di un guerriero [ Struttura della Piramide - Fuuinjutsu ]La pietra di cui è composta la piramide ha una Potenza pari a 70 e Durezza 5

    Per un esperto di Fuuinjutsu è evidente come la Porta sia protetta dal chakra di un sigillo e che provare a romperla attiverebbe quest'ultimo.
    Se avessero speso il loro tempo ad osservare le iscrizioni avrebbero compreso che per accedere era necessario inchinarsi davanti a quella porta ed aspettare in quella posizione l'arrivo del guardiano di turno. Un'iscrizione, incisa a mano e poco più in basso alla base della porta, avrebbe attirato la loro attenzione:


    OH RAIFUGEIBAA, POTERE DI TUTTO CIO' CHE ESISTE, SIA ESSO MASCHIO O FEMMINA
    SANTO, SIGNORE, CREATURE DELLA LUCE NASCENTE. CHI SEI? DOVE SEI?
    NON POTREI VEDERTI? NEL MONDO DI SOPRA, NEL MONDO DI SOTTO?
    DA QUAL MAI LATO DEL MONDO SI TROVA IL TUO TRONO POSSENTE?
    DALL'OCEANO CELESTE O DAI MARI TERRESTRI, QUALE ABITI? ACAMAAC, CREATURE DELL'UOMO
    SIGNORE I TUOI SERVITORI, CON I LORO OCCHI MACCHIATI, DESIDERANO VEDERTI...
    IL SOLE, LA LUNA, IL GIORNO, LA NOTTE, L'ESTATE, L'INVERNO, NON SONO LIBERI
    RICEVONO I TUOI ORDINI, RICEVONO LE TUE ISTRUZIONI. VENGONO VERSO CIO' CHE E' STATO GIA' MISURATO...
    DOVE ED A CHI TU HAI GIA' INVIATO LO SCETTRO BRILLANTE?
    CON UNA BOCCA RALLEGRATA, CON UNA LINGUA RALLEGRATA, DI GIORNO E DI NOTTE TU CHIAMERAI. DIGIUNANDO TU CANTERAI CON VOCE DI USIGNOLO
    E FORSE NELLA NOSTR GIOIA, NELLA NOSTRA BUONA FORTUNA, DA NON IMPORTA QUALE ANGOLO DEL MONDO, IL CREATURE DELL'UOMO, IL SIGNORE ONNIPRESENTE TI ASCOLTERA'...
    CREATORE DEL MONDO DI SOPRA, CREATORE DEL MONDO DI SOTTO, DEL VASTO OCEANO. VINCITORE DI TUTTE LE GUERRE, DOVE SEI? CHE DICI? PARLA, VIENI. VERO DI SOPRA. VERO DI SOTTO.
    SIGNORE MODELLATORE DEL MONDO, POTERE DI TUTTI CIO' CHE ESISTE, SOLO CREATORE DELL'UOMO, DIECI VOLTE IO TI ADORERO' CON I MIEI OCCHI MACCHIATI.
    QUALE SPLENDORE!
    MI PROSTERO' AL TUO COSPETTO. GUARDAMI SIGNORE, FA ATTENZIONE A ME!
    E VOI FIUMI, E VOI UCCELLI, DATEMI LA VOSTRA FORZA E TUTTO CIO' CHE POTETE, AIUTATEMI A GRIDARE CON LE VOSTRE GOLE, CON I VOSTRI DESIDERI E, RICORDANDOCI DI TUTTO, RALLEGRIAMOCI, SIAMO FELICI. E COSI', EUFORICI, PARTIREMO


    Benvenuti stranieri.

    Avrebbero fatto appena in tempo a leggere tutta l'incisione che una voce attirò la loro attenzione. Una figura si stagliava al disopra della porta, in una specie di balconcino di roccia calcarea che si era formata intorno alla struttura della piramide. Il Creatore della Luce Nascente vi da il benvenuto. L'uomo era interamente ricoperto da una tunica di lino leggerissima, tanto sottile che risultava trasparente, facendo intravedere a tratti il suo corpo nudo. Il mio nome è Kai Uhm Pacha, Protettore del mondo di qui, emissario del Creatore della Luce Nascente, sono qui per portarvi il benvenuto del mio Signore. Accennò un inchino con il capo, muovendo il braccio in un ampio gesto.

    Il mio Signore desidererebbe conoscere i vostri nomi ed il motivo della vostra prematura visita, prima di invitarvi nel suo palazzo... per le trattative.


    ------------------------------------------------ ◤ ◆ ◢ ------------------------------------------------




    Parte seconda: Protettore del villaggio


    Fu eccezionale! La carica di ben due shinobi di Suna su una creatura enorme fu qualcosa che non avrei mai pensato di vedere in vita mia. Stavamo ancora scappando, me lo ricordo benissimo, ed io con il sudore che mi bagnava la fronte, facevo avanti ed indietro con la testa preoccupato della velocità con cui avanzavano quelle creature del deserto! Poi, all'improvviso, vidi comparire quell'enorme creatura dalle grandi orecchie, cavalcata da due valorosi guerieri!

    Ma l'attenzione finì di nuovo sul carro di Ghiodari, che si capovolse per la troppa foga con cui uno dei lucertoloidi stava trainando il carro. Per un momento temetti il peggio, sopratutto per la vita di quella bella ragazza. Ci fu un grande sbuffo di sabbia, che si alzò non appena l'asse del carro cedette, coprendo per un attimo la visuale sul gruppo. Poi vidi subito il fratello della ragazza saltare fuori dalla carovana, sciabola in mano pronto a fronteggiare quei mostri, per proteggere la sua famiglia. Per un secondo intimai mio padre di fermarsi, ma lui non ne volle sapere e continuò in avanti, spronando gli animali da soma a correre ancora più velocemente.

    Poi intervennero loro e, anche se non riuscii bene a capire cosa, il loro animale sembrò agitarsi e schierarsi a difesa del carro appena caduto. Fu quella l'ultima volta che vidi quella splendida ragazza dai capelli lisci come la seta, che usciva illesa da un mucchio di sabbia. Non dimenticherò mai il colore ambrato della sua pelle, non dimenticherò quegli sguardi che ogni tanto mi lanciava. Avrei dovuto prendere coraggio e lanciarmi giù dal mio carro, per andarle incontro ed assicurarmi che stesse bene. Magari avrei potuto dichiarare il mio amore per lei e chissà...

    Padre, sono arrivati gli shinobi di Suna! Fermiamoci!

    Urlai verso di lui. Ma forse era troppo preso dalla fuga, spaventato da tutti quegli avvenimenti tutti insieme, e nemmeno mi rispose. Mi resi conto che aveva gli occhi fuori dalle orbite, era spaventato a morte! Ci dirigemmo verso la grande piramide (che ora sembrava molto più grande di prima) la cui base era immersa in un mare verde che prima non avevo notato. Mio padre chiamò me e mio fratello, senza distogliere lo sguardo dal suo obiettivo, ci disse di prepararci a difendere la carovana da qualunque cosa ci aspettasse in quel bosco. Ci saremmo fermati a momenti al margine di quella giungla.

    Ricordo che ero agitatissimo. Cercai con lo sguardo gli occhi di mio fratello maggiore, ma lui sembrava concentrato, o forse era più semplicemente terrorizzato.

    L'Oasi e gli scorpioni |\ diario di Kankyou ☼


    Edited by Shinken Takatsui - 28/12/2016, 23:21
  14. .
    Ma sono l'unico che ha notato che Leopolis é diventato Kage e ha proposto una TS vampiro-religiosa-stragista?

    Good Luck Kiri <3
  15. .

    LA CASA DI ARIMA JAKU UCHIHA


    ~ Questioni familiari parte VII



    Non c'era da giustificarsi. L'Uchiha che la ragazza stava affrontando sembrava totalmente avulso dalla situazione, come se stesse attaccando senza curarsi di quello che la ragazza faceva o più semplicemente diceva. I suoi primi attacchi non andarono a buon segno, anche se impegnarono non poco la giovane Uchiha, e sembrava che quel ragazzo non fosse affatto intenzionato a fermarsi. Subito dopo aver scagliato l'attacco con il Fuuma Shuriken, che Kairi era riuscita abilmente ad evitare, l'Uchiha si era spostato lungo il perimetro della casa, rimanendo sempre sopra all'engawa*Zona verandata sopraelevata intorno alle tipiche abitazioni Giapponesi di legno. Da lì, guadagnando una nuova posizione, aveva lanciato le due velocissime sfere di fuoco che vennero immediatamente intercettate dalla tecnica della kunoichi, esplodendo senza infliggere danni.

    Kairi non ebbe nemmeno il tempo di fermarsi a pensare che Kuro sembrava improvvisamente scomparso. In realtà Shinken non si era mosso, era rimasto semplicemente fuori dall'abitazione (anche se Kairi non riusciva a vederlo attraverso la porta aperta) mentre con il collo inclinato da un lato stava cercando di capire che cosa stesse accadendo all'interno del cortile. Come immaginavo... un genjutsu a protezione della casa.. Kairi era ferma, immobile ad appena due passi all'interno delle mura, paralizzata dall'illusione. Il Jonin sapeva che nella sua mente la ragazza stava già combattendo contro qualcosa, stava affrontando l'illusione a protezione della casa di Arima. Oh fratello mio, hai sempre ribadito che fosse necessario chiedere il permesso ed alla fine hai trovato il tuo personalissimo modo per obbligare tutti a farlo, anche in tua assenza. Shinken fece per entrare ma poi si fermò. Che sia sufficiente chiedere ad alta voce? Il dubbio mise in guardia il Jonin che subito giunse le mani nel simbolo della Tigre, pronto ad effettuare il rilascio. Si guardò intorno, la strada era libera.

    Il mio nome è Kénshin Jaku Hyuuga

    Fece un passo in avanti Figlio di Ayato Jaku de Jarre e membro delle Ombre di Castlevania. Arima, fratello, chiedo il permesso di entrare. Si era assicurato che in quel momento non passasse nessuno, quelle parole gli sarebbero potute costare la vita.

    Attese qualche secondo e rilassò i muscoli delle braccia; Kairi era sempre immobile ma niente aveva interrotto il suo accesso. Alla fine il trucco era semplice: come Arima aveva sempre sottolineato, era obbligatorio chiedere il permesso per accedere alla sua casa. Il Jonin, ancora travestito dal ragazzo, passò davanti alla ragazza pietrificata. La guardò facendo poi passare la sua mano davanti al suo viso. Non voleva ne ferirla ne altro, ora aveva il tempo per finire di fare quello che aveva pianificato, sperando che la ragazza non uscisse dal Genjutsu prima del dovuto [Velocità Blu, in direzione dell'ingresso principale]. Shinken stava per compiere un salto nel passato. Una volta entrato si rese conto che Arima era veramente assente da molto tempo e lo stesso valeva per la sua consorte, nessuno era presente. Sulla mobilia, piena di polvere ma lasciata esattamente come se qualcuno stesse giusto per rincasare, c'erano le numerose foto di Arima e della sua famiglia. Il Jonin, immobile davanti ad una precisa foto, sembrava anch'esso essere caduto in un illusione, ma non era una tecnica ninja, era immobilizzato dai ricordi che il contenuto di quella cornice aveva rievocato.


    ...

    Era una giornata soleggiata, una di quelle che spesso si possono vivere a Konoha.
    Tre ragazzi, poco più che bambini, erano seduti su di una roccia molto molto grande, intenti in diverse attività, in rigoroso silenzio. Dietro di loro, oltre la fitta boscaglia, si intravedevano le possenti mura del villaggio della Foglia ed il sole, ormai alto nel cielo, batteva forte generando quella piacevole calura che ti scalda fino a dentro le ossa.
    Nessuno dei tre parlava ed i rumori della foresta facevano da contorno a quella situazione familiare.

    Bhè, che ne pensate?

    Disse all'improvviso il ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi grandi.

    Penso che sia una pessima idea.

    Il primo dei due si accigliò, mutando il sorriso sul volto e spostando lo sguardo sul giovane al suo fianco. Era il più alto dei tre ed aveva dei lucenti capelli color argento.

    Sei veramente antipatico... E SMETTILA DI FARE QUEL CAVOLO DI RUMORE MENTRE MANGI! E' SGRADEVOLE!!

    Di colpo il ragazzo dai capelli rossi diede una botta alla ciotola da cui il compagno stava mangiando, facendola cadere e rovesciando tutto il contenuto per terra.

    MA CHE DIAVOLO FAI? MA SEI CRETINO!?

    Subito gli animi si scaldarono ed i due scattarono in piedi. Muso a muso.

    SMETTETELA VOI DUE!

    Tuonò il terzo ragazzo. Aveva i capelli lunghi, legati dietro la schiena, ed era visibilmente il più massiccio dei tre. Era seduto a gambe incrociate ed aveva gli occhi chiusi. Poggiandosi sulle braccia, con il corpo all'indietro, stava prendendo il sole, e continuò a farlo anche mentre strillava i suoi due amici.

    Io vi propongo di trasferirci tutti insieme E QUESTO SCEMO MI RISPONDE COSI'!! Si stava spiegando al ragazzo seduto, distogliendo lo sguardo dal ragazzo alto, che con un dito si stava pulendo una macchia sui vestiti.

    Epperforza, tu vuoi andare a vivere al buio, in un posto freddo e brutto. Io sto bene qui al sole, vacci tu a vivere a Castlevania! A me Konoha piace tanto! Il ragazzo dai capelli neri si innervosì ancora di più, strillando in faccia al compagno in piedi.

    LO SAI PERFETTAMENTE CHE IL CLAN NON MI PERMETTEREBBE MAI DI SPOSTARMI DAL QUARTIERE! CI DEVO RIMANERE SE VOGLIO VIVERE A KONOHA! E A ME FA SCHIFO!

    Pfft! A te fa schifo perchè non ti hanno ancora accettato...

    ENISHI!!
    Smettila... quello che Kénshin ti sta dicendo è una cosa carina. Sii gentile!!

    Il ragazzo dai capelli rossi ormai aveva il broncio. Teneva le braccia incrociate come se stesse tenendo il punto, facendo l'offeso. Guardava in cagnesco l'amico e, di tutta risposta, l'altro sorrideva. E ora mi stai dicendo che se andassi via non te ne fregherebbe nulla... con la promozione che ci è appena arrivata, chissà se avremo più il tempo per vederci! E TU MI RISPONDI COSI', STRONZO!

    Maddai. E per te la soluzione è andare tutti a vivere in quel posto tremendo! Che poi Lui non è nemmeno mio padre, che cosa ci verrei a fare io?

    Non è questo il punto. E lo sai anche tu Kèn... Io non potei comunque seguirti. Sai come sono gli Uchiha, non mi permetterebbero mai di andare via proprio ora. Il ragazzo si alzò in piedi ed aprì gli occhi. Per un momento il sole rifletté sulle sue iridi, mascherandone il colore, ma quando la mano del giovane si mise a coprire il volto dalla luce, la tonalità scarlatta risaltò ancora di più. Arima, non possono impedirci di andare a vivere con nostro padre... non possono! L'Uchiha sorrise Hai sentito anche tu Kaworu. I miei occhi sono molto particolari, di così non se ne vedevano da ere... non mi lasceranno mai andare via dal villaggio. Mi dispiace Il ragazzo con il broncio fece uno scattoso e stizzito, colpendo l'aria davanti a lui. Io qui non ci voglio rimanere. Lo sapete tutti e due perchè...

    Lo sappiamo Kén, lo sappiamo... Il più grande dei tre mise una mano sulla spalla del giovane, per restargli vicino. Enishi, l'hai portata? Portato cosa?!

    Il ragazzo dai capelli argento tirò fuori uno strano aggeggio dalla borsa. Sembrava una scatola di legno con un foro davanti. Una lastra nera copriva il buco.
    E' qualcosa che ti permetterà di ricordare in eterno quanto sei scemo!

    I due scoppiarono a ridere, mentre il terzo continuava a tenere il punto.

    Dai su, leva quella faccia da offeso e vieni qui. Indicò un punto sulla roccia Mettila lì Enishi e sbrigati a venire!

    Il ragazzo poggiò la scatola e srotolò un filo mentre tornava di fianco ai due.

    KENSHIN BAKA!

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    ...



    Nel frattempo Kairi era ancora alle prese con l'illusione di Arima. Tuttavia, dopo aver schivato i vari attacchi, le sue parole non raggiunsero mai il suo interlocutore o comunque quest'ultimo non le considerò affatto. Non appena però la kunoichi posò nuovamente lo sguardo sul suo avversario, subito ebbe la forte impressione che quell'incontro non si sarebbe interrotto semplicemente allontanandosi [ Slot Tecnica Avanzata ]Ordine Assoluto
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0)
    L'utilizzatore può Imporre un singolo ordine offensivo, non autolesionista. La vittima agirà al massimo delle proprie capacità per raggiungere lo scopo imposto. Una volta realizzato o reso impossibile la sua attuazione, l'illusione si scioglierà automaticamente e la vittima avrà solo offuscati ricordi delle azioni compiute. L'efficacia varia in base all'Unità impiegate nell'illusione e al livello di padronanza della tecnica speciale. Richiede almeno 5 Unità d'Illusione ogni round di mantenimento e lo Sharingan "Imposizione".
    Tipo: Genjutsu - Bakkin
    (Livello: 3 / Consumo: Alto)
    [Richiede Sharingan 1]
    [Da chunin in su]

    9 Unità di Illusione. Sharingan "Imposizione" pot 30
    La ragazza, incrociato lo sguardo del suo avversario, avrebbe avuto non poche difficoltà ad abbandonare il perimetro della casa, qualcosa le diceva di rimanere all'interno delle mura, e qualsiasi cosa stesse accadendo, lo stesso Doujutsu che anche lei padroneggiava, la stava mettendo alle strette. Ancora una volta il ragazzo attentò alla sua vita: tre veloci shuriken partirono nella sua direzione, seguendo traiettorie paraboliche differenti per rendergli la schivata più difficile [Attacco, slot Azione 1. 3 Shuriken. Forza Viola, direzione busto].

    Ed ancora altri attacchi a distanza; quel ragazzo doveva essere un esperto in quell'arte, perché le sue armi arrivavano precise e silenziose, sfruttando angolature complesse [Attacco, slot Azione 2. 3 Shuriken. Forza Viola, direzione arti inferiori]. Quei colpi stavano bersagliando la ragazza, sfruttando l'abilità dello Sharingan per prevedere le schivate ed andare ad attaccare nei punti ciechi, la specialità degli occhi cremisi. Alla fine, un ultimo attacco, partì in direzione della kunoichi. Un enorme ShurikenShuriken Gigante [Distanza]
    Uno Shuriken molto più grande del normale, di diametro pari a 60 cm e una gittata di 45 metri.
    Tipo: Da Lancio - Taglio
    Dimensione: Mediogrande
    (Potenza: 20 | Durezza: 3 | Crediti: 50)
    [Da chunin in su]
    avrebbe tentato di prendere alla sprovvista l'Uchiha, scagliato con molta più forza e foga dei precedenti [Attacco, slot Azione 3. Shuriken Gigante. Forza Viola+2, direzione busto]. Il volto di Arima era sempre impassibile. E la guardava, intensamente.


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