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    L'Erba tinta di SANGUE


    Villaggio di Suna - Chapter I



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    Là dove le rocce si stagliavano contro il cielo, investito da raffiche di vento bollente da Ovest, sul ciglio di un dirupo che si affacciava sull'Anarouch in tempesta, proprio là sedeva un individuo di media statura, vestito con un lungo abito cerimoniale, bianco come la neve. Le mani screpolate dalla carenza di acqua erano congiunte davanti al volto, inclinato verso il basso e nascosto dentro un cappuccio che ne celava i lineamenti. Ai lati sbucavano ciuffi di capelli bianchi e rossi, trascurati e lunghi fino alle spalle. Sopra le gambe incrociate a terra, giocavano tre piccoli suricati, leve della nuova generazione di creature al servizio della capoclan Mushu.

    Immerso in una meditazione profonda, con la propria coscienza proiettata in una dimensione ultraterrena, lo strambo ninja non si muoveva di un millimetro, neanche quando uno scorpione rosso era sbucato a qualche centimetro dalla coscia, subito afferrato dai mammiferi per ridurlo a una mera cena. Forse quelle creature non erano lì solo per giocare alla lotta.
    Negli ultimi tempi molti dei suoi amici si erano preoccupati per il suo stato di salute fisico e mentale, mentre i civili che lo conoscevano gli avevano appiccato addosso diversi nomignoli: dal più semplice Eremita del Deserto a qualcosa del tipo "Il suricato umano". Tuttavia, l'ormai uomo rispondeva al solo nome di Masayoshi Shokuto. Era quello il suo nome.
    Prima di trascorrere la totalità delle sue giornate nel profondo Anarouch, egli era stato un ninja della Sabbia molto attivo nel villaggio. E fuori. Un neo chunin con un bagaglio di esperienze fuori dal comune: aveva combattuto contro gli Hayate, i Nukenin e persino i Cremisi. Era stato uno dei pochi shinobi ad aver incontrato il Veterano. Dalla lista di nemici mancavano solo i Kijin, responsabili della morte dei suoi famigliari, ma erano trascorsi anni, decenni da quel massacro, e la sete di vendetta era ormai scemata, sostituita da ben altro.
    All'improvviso dall’oscurità del cappuccio apparve un tenue bagliore argenteo. Sulla fronte era apparso un sigillo. Non era più solo un Jinchuuriki. Era qualcosa di più.

    [...]



    Il giorno che le alte sfere dell'Accademia avevano solo preventivato, a parole o su carta, giunse. Le notizie che giungevano dal Paese dell'Erba erano pessime. Da Taki e Iwa, I Cremisi erano scesi a Sud con due eserciti distinti e avevano invaso un Paese Neutrale. Una mossa vile quanto efficace, perché in pochi giorni le truppe avevano penetrato le difese come burro, spingendosi a dieci chilometri dal confine con il Fuoco. Migliaia di chilometri erano stati rasi al suolo. Compresa Soyo. La linea del fronte si trovava a Kusa, in bilico tra la sconfitta e la completa disfatta. L'Accademia aveva reagito con prontezza. Le lettere dell'hokage avevano raggiunto Suna e l'intero Paese del Vento aveva aderito alla chiamata alle armi. Pochi minuti dopo, dagli altoparlanti dislocati nel villaggio, una voce metallica obbligava ogni ninja a radunarsi al Gate nel più breve possibile.
    Masayoshi? Se state pensando che contattarlo sarebbe stato complesso...siete in errore, e forse un po' sciocchi; i marionettisti del Tempio, ex Guardiani del Rokubi, avevano la capacità di individuare il chunin e di raggiungerlo in breve tempo, ovunque egli si fosse spinto. Infondo, per quanto fosse necessario per lui addestrarsi lontano da casa, lo Shokuto era l’unica forza portante della Sabbia.

    Così quella mattina, davanti a Shunsui e ai tanti ninja della Sabbia pronti a raggiungere il fronte, vi era anche Masayoshi Shokuto, tirato a lucido dopo due mesi di permanenza solitaria nel deserto. I capelli erano stati accorciati, la barba tagliata, le basette sistemate e la pelle idratata con una crema creata con la linfa delle piante grasse, piene di acqua.
    Per l’occasione indossava la divisa standard dei chunin, con il coprifronte di Suna ben allacciato al braccio e una maschera appesa sul fianco destro. Un abbigliamento comodo, standard e senza simboli.
    Aveva partecipato a numerose missioni, contro gli Hayate e altri nemici, ma non aveva mai vissuto un teatro di guerra. Era preoccupato. Quel giorno il suo volto, spesso solare, tradiva una certa ansia. E non solo perché ricordava cosa avesse visto a Soyo.
    La rottura dello spazio e del tempo. E la Pietra con la quale l'uomo divinità aveva incrementato il suo potere.
    Shunsui sembrava tranquillo e ciò lo rassicurò un po'. Si fidava del Jonin e delle sue capacità di analisi.

    Dal briefing emerse con chiarezza la situazione e come avrebbero raggiunto il Paese dell'Erba.
    Non si sarebbero recati a Konoha, bensì direttamente a Kusa, con una sosta nei territori della Pioggia. Per incrementare la rapidità delle truppe, Il clan Nekki aveva messo a disposizione una dozzina di cavalli.
    Ryugi avrebbe partecipato alla missione. La vide vicino a un tizio, a un volto noto a cui non riusciva ad associare un nome. La ragazza era cresciuta moltissimo dall'ultima volta che l'aveva vista. Evitò di disturbarla. Aveva del lavoro da eseguire su se stesso, sul Rokubi che in uno scenario di guerra sarebbe stato simile a una bomba ad orologeria.

    Durante il viaggio, prima di giungere al confine con la Pioggia, lo Shokuto si sarebbe avvicinato al marionettista.
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    Non sarà facile. Avrebbe esordito, scuro in volto. A Soyo, in una missione accademica, ci siamo ritrovati in un'altra dimensione. E lì vi erano diversi uomini, tra cui il Veterano e alcuni suoi scagnozzi. Ricordava benissimo quei momenti. La paura gli attanagliava ancora lo stomaco. Perdemmo. Il Veterano riuscì ad ottenere la pietra che desiderava con facilità e quasi senza sforzo. E dalla nostra avevamo Itai Nara e Akira. Il primo era stato uno dei più potenti Jinchuuriki degli ultimi decenni. Risultava scomparso. Masayoshi aveva fatto ricerche su di lui quando aveva avuto bisogno di qualcuno per il suo rapporto complicato con il Rokubi.
    A ogni modo, come all'Abete, seguirò i tuoi ordini. Lo Shokuto rappresentava un elemento chiave nella formazione sunese.



  2. .


    Arma e Scudo di Suna


    Chapter I - Villaggio della Sabbia



    Da quanto tempo non tornavo a Suna? Si chiese, in piedi sulla sommità di uno dei palazzi che incorniciavano la maestosa piazza di Suna. Lassù, sotto il sole cocente della tarda mattinata, il vento bollente scompigliava la chioma e il lungo vestito con cui il chunin aveva trascorso i sempre più frequenti ritiri nelle zone remote dell'Anarouch.
    Sulla mano destra stringeva un foglio di giornale che gli era stato consegnato dai suoi vicini anziani.
    Una settimana forse. Lo Shokuto non era solo. Non lo era più da molto tempo. Dietro al collo, a mò di sciarpa, era sdraiato un suricato del deserto.
    Il suo manto marrone aveva bizzarre macchie nere e sopra i suoi occhi vispi, azzurri come l'acqua che sgorgava dalle loro oasi, spuntavano due orecchie minuscole, in grado di udire anche il più flebile rumore. [Koinu]

    Aveva letto l'articolo di giornale, aveva parlato con i suoi vicini e con alcuni ninja del villaggio. La decisione del Kazekage aveva sorpreso tutti, incluso Masayoshi, di cui aveva sentito parlare poco o niente dei Soshi.
    Nel corso della sua vita tra le file della Sabbia, lo Shokuto non aveva collaborato con nessuno di loro. Della loro esistenza ne era a conoscenza per il quartiere ghetto che era stato costruito ad Est, fuori dal centro nevralgico del villaggio, in cui pochi avevano il coraggio di avventurarsi.
    L'opinione più diffusa tra le strade di Suna era che il Kazekage avesse preso un granchio: affidare ad estranei la custodia dei demoni e delle reliquie era pericoloso sia per il tesoro che andava custodito da uomini fidati sia per l'equilibrio tra i clan. I Kurogane non erano famosi per essere amichevoli con chi osava sfidare il loro prestigio economico. Per non parlare dei marionettisti, orgogliosi fino all'osso, da sempre fedeli abitatori e protettori del Tempio di Suna. Sarebbero riusciti accettare i nuovi coinquilini?

    L'aria era tesa nel torrido villaggio di Suna.
    Dalla proclamazione della decisione del Kazekage, le alte sfere del villaggio non avevano rilasciato ulteriori dichiarazioni. I ninja dei clan più importanti si erano barricati in casa, in riunione con i loro leader, per discutere e organizzare una reazione idonea e in linea ai loro interessi. Ma Masayoshi non apparteneva a nessun clan. Lo Shokuto apparteneva al villaggio intero e come Arma e Scudo di Suna si sarebbe fatto trovare pronto per ogni evenienza.

    Teniamo d'occhio il Tempio di Suna.
  3. .

    Vittoria sul Demone - Trappole e la Grotta Oscura


    Chapter XI




    Le parole furiose del Rokubi squarciarono l'aria e il velo di sabbia che si era sollevata con il suo ultimo attacco.
    Aveva vinto una battaglia, una delle molte che aveva perso, e ciò era sufficiente per cambiare il corso della vita di Masayoshi.
    Nulla sarebbe stato come prima. Investito da emozioni indescrivibili, lo Shokuto abbassò lo sguardo e sorrise. Un sorriso a trentadue denti. Un espressione di gioia lucente come il sole. All'improvviso tutto divenne bianco come la neve, con il Rokubi assorbito dall'esplosione di luce emessa da ogni singolo granello di sabbia

    Quando riaprì gli occhi il chunin era a terra, disteso su un fianco, con Akira a pochi passi, ancora vivo e illeso.
    Nessuna scusa fuoriuscì dalla sua bocca.
    Ho vinto contro il demone. Poi alzandosi dal terreno esclamò. E ho padroneggiato il Vuoto di Direzione.


    [...]



    Con due diversi obiettivi da raggiungere, il team fu costretto a dividersi.
    Non vi era altra scelta. La liberazione degli ostaggi doveva essere condotta nello stesso lasso di tempo in cui Yato e i guerrieri del Vuoto si sarebbero trovati di fronte gli artefici delle aggressioni.
    Alla sinistra del foglioso, Masayoshi appariva diverso. Aveva uno sguardo maturo, serio, differente da quello infantile con cui si era presentato a Tsuya. Lo scontro nel mondo del Vuoto lo aveva cambiato. Potremmo dire "trasformato". Aveva compreso il potere di Pangu e la responsabilità assegnatagli da Lianshi-sama.
    Le parole del Bjuu echeggiavano vive nella sua mente.
    Prima di mettersi in marcia, Akira descrisse i poteri di Robai e dei suoi scagnozzi: il primo era un ninja molto forte, sensitivo e in possesso di numerose tecniche; mentre gli altri due erano ancora avvolti nel mistero, con l'uomo in grado di immergersi nel terreno e la donna capace di creare bolle di sapone.

    Possiamo procedere. Guardò i suoi amici, prima di evocare Koinu come animale da compagnia. Le sue abilità percettive avrebbero fatto comodo.

    [...]



    Circondati dai fitti rami di Sareshigami, Akira generò due cloni per supportare Fudoh nella sua missione in solitaria, e per celare la loro natura, una di esse nacque con l'aspetto dello Shokuto.
    Sono così basso? Scherzò il ragazzo, fiero della sua chioma bicolore, unica in tutto il Continente Ninja.
    Guidati dal ragno d'inchiostro, i ninja si misero in viaggio verso due destinazioni diverse; tuttavia, condivisero un primo tratto di sentiero insieme.
    Con i pugni serrati lungo i fianchi, il chunin guardava avanti, serio in volto e concentrato per il combattimento che lo attendeva da qualche parte.
    Le indagini condotte da Yato avevano gettato luce sui misteri che li aveva accolti a Tsuya, ma per quanto avesse seguito il tutto, Masayoshi brancolava ancora nel buio. Troppi nomi. Troppi luoghi. E un demone da domare prima della battaglia.
    Saranno i nemici stessi a spiegarmi il conto in sospeso con il Vuoto. Dall'esperienza vissuta in quel deserto illusorio, il chunin aveva imparato ad attivare il sigillo. Ora poteva definirsi un Guerriero del Vuoto, seppur nel mondo reale la sua capacità di capovolgere le direzioni era ancora acerba, come un seme gettato nel terreno solo due minuti prima.
    Ci sarebbero voluti anni di allenamenti per trasformare quel seme in un albero rigoglioso.
    Buona fortuna Fudoh. Augurò al kiriano prima di svoltare su un sentiero secondario che conduceva verso una grotta nascosta nella vegetazione. Percorsero pochi metri prima di poterla intravedere tra i rami che, come braccia di un leishen, provavano a sbarrare loro la strada.  
    Maledizione. Sarà una trappola? Il dubbio era lecito. Tra i bottoni del suo abito sbucò il dolce faccino di Koinu.
    Avrai dei problemi con i tuoi Doton.
    Esatto. Confermò il chunin, scuro in volto e preoccupato per i due jutsu in suo possesso che avrebbero potuto far crollare tutta la struttura su se stessa, intrappolandoli nel migliore dei casi. 
    Idee come combattere lì dentro? Si voltò verso i due ninja, curioso di conoscere qualche loro strategia.

    Se Yato avesse suggerito di tendere una trappola ai nemici, Masayoshi avrebbe approvato il piano dopo qualche secondo di riflessione. Con un po' di fortuna, usando Koinu come esca, avrebbero potuto portarli all'esterno, in un territorio a loro favorevole.
    Akira li aveva già informati delle doti da sensitivo di Robai e forse la scelta di Koinu avrebbe permesso loro di mantenere una certa distanza dai nemici. L'abitante del deserto aveva doti percettive eccezionali. Udito, Olfatto e Vista permettevano al piccolo mammifero di individuare ogni pericolo celato nell'ombra.
    Te la sentiresti di fare da esca? Chiese al suricato, con il volto ancora appoggiato sui bottoni del suo abito. Facendosi avanti sgaiattolò all'esterno e raggiunse la sua spalla destra. Prima di rispondergli, lanciò un occhiata attento verso la tenebra che li attendeva sulla soglia della grotta poco distante.
    Lì dentro, da solo e da apripista? Non te la caverai con dei semplici scorpioni arrosto Rispose a bassa voce, ma con un tono che mal nascondeva la sua determinazione ardente.
    Abbiamo poco tempo Koinu, dovrai fare da ponte tra noi e il nemico. Segui il ragno mantenendo una certa distanza. Saremmo noi a farci vedere. Il mammifero aveva già udito il piano del foglioso, perciò non chiese né disse altro, limitandosi ad annuire.
    Ricevuto.
    Giunti davanti al tunnel, il suricato piegò le zampe, balzò sul soffitto e avanzò senza perdere di vista la piccola guida a otto zampe. Sebbene quest'ultimo avesse guadagnato del terreno, muovendosi a zig zag tra i ciottoli e i massi, Koinu non ebbe difficoltà a individuarlo.

    Yato-san, pensi tu alle trappole? Non aveva idea di cosa inventarsi, per non parlare del come, perciò si limitò a consegnare la cartabomba e due coltelli da lancio al più preparato Yato. [Nota]Consegno Cartabomba II e due coltelli da lancio!
    Terminata la preparazione, a cui avrebbe partecipato per non lasciar tutto nelle mani di Yato, i due avanzarono nell'oscurità del tunnel.

    I loro passi echeggiavano per diversi metri, giocando a loro sfavore, ma l'assenza di suoni era rassicurante: Koinu non stava incontrando alcuna resistenza. Ma non fu così sciocco da abbassare la guardia: con il baricentro abbassato, attento ad eventuali rialzi generati dall'uomo in grado di immergersi nel terreno, la sua mano sfiorava l'elsa della sua nuova arma, mentre le sue palpebre spalancate permettevano alle pupille di assorbire più luce possibile.
    Con il rivestimento mimetico sarebbe stato in grado di mescolarsi nella tenebra, ma il loro scopo era individuarli mantenendo una certa distanza di sicurezza. Quando ciò fosse avvenuto, forse avvertiti con anticipo dal suricato, Masayoshi sarebbe rimasto al fianco di Yato, senza avanzare oltre. Aveva lui la chiave d'accensione delle trappole perciò sarebbe stato lui a dare il via libera all'inseguimento.
    Se ciò fosse accaduto, il chunin sarebbe scattato verso l'uscita alla sua massima velocità, senza concentrarsi troppo davanti a sé, perché ben ricordava che una dei tre nemici era in grado di attaccare dalla distanza. [Velocità]Velocità: Blu
    Per sfuggire ad eventuali attacchi, attivò il rivestimento mimetico. 





    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1 (attivo)
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 0
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///
  4. .
    Ryugi
    Hideo
    Hebiko

    Ci siamo! :goro:
  5. .

    Nettare dell' Orchidea


    Il locale di Namae Taiyo


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    Il Nettare dell'Orchidea è un locale d'alta classe situato nella zona centrale di Amegakure. Esso rappresenta l'eccellenza e l'esclusività, un luogo vietato ai balordi e alla gente di poco conto di cui Amegakure è piena. All'esterno, sotto i fasci di luce blu elettrico, due bodyguard armati selezionano la clientela non presente nella lista degli invitati, modificata giornalmente dal solo Namae Taiyo.

    Sebbene all'esterno il Nettare sembri un night club, quest'ultimo è un cocktail bar, un luogo intimo dove i clienti possono assaggiare dei drink fuori dal comune, preparati con la sapienza e la professionalità di Namae Taiyo, aspirante Principe dei Fiori. Gli abbinamenti tra alcool (legali e non) e  sostanze droganti nobili, come ormoni, allucinogeni e prodotti top secret, fanno di questo locale il luogo ideale per chi cerca qualcosa di strabiliante.
    Provare per credere.

    Esso si sviluppa su tre piani, ma solo i primi due sono adibiti ad attività commerciale mentre il terzo, protetto da un complicato meccanismo meccanico, rimane un mistero anche per i clienti più affezionati.

    Per chi è così fortunato da superare l'ingresso, si troverà in un vasto piano terra, ampio circa 150 mq, distribuito su una superficie quadrata.
    A una decina di metri, sul lato opposto all'entrata, risplende come un diamante un lussuoso bancone realizzato interamente in vetro rinforzato, dietro la quale si erge una lunga parete piena di liquori, piante e barattoli riempiti di pillole colorate.

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    Al centro vi è un open space arredato con tavoli e poltrone di ottima qualità, acquistati senza badare ad alcun costo.
    Le pareti sono grigio ghiaccio, colore scelto da Namae per rendere l'ambiente più moderno. L'illuminazione è affidata a un grande lampadario centrale, anche questo in vetro, da cui viene emessa una luce bluastra, quasi celestiale; a terra vi sono altre luci, più flebili, che costituiscono possibili corridoi per raggiungere il bancone.
    Grazie a un impianto di aerazione ad hoc, dal soffitto viene emessa una dolce flagranza di vaniglia, dosata da Hounko in modo da non risultare mai fastidiosa.

    Per chi desidera privacy o un luogo per trascorrere al meglio (previo pagamento anticipato) il proprio viaggio mentale, Namae ha allestito delle camere al piano superiore: vi sono sia comode stanze da letto sia conference room, utili per chi sceglie il Nettare come casa per i propri affari.



  6. .

    Riposo - Veleni - Partenza per il Tempio


    Chapter XIV - Villaggio della Zanna



    [L'arrivo alla base della Resistenza]


    Chissà cosa sia accaduto. La chioma nera era stata consumata dalle fiamme, insieme agli abiti e lo strato di pelle superficiale che appariva di un rosso innaturale e doloroso alla semplice vista. Non fu uno spettacolo piacevole nemmeno per lui, che di ferite e squarci sapeva di averne viste parecchie.
    Debole come un ramoscello in procinto di spezzarsi, la ragazza galleggiava tra la vita e la morte. Il suo respiro impercettibile poteva spegnersi da un momento all'altro.

    Davanti a quella vita appesa a un filo, le richieste che avrebbe dovuto avanzare al medico avevano già perso importanza. Oltre il corpo di Michi, disteso su una branda che i ninja avevano provveduto a pulire, vi erano Setsuna e Feng Gu. Avevano entrambi un espressione addolorata. A giudicare dal dolore che sgorgava dal volto della Fenice, per Namae non fu difficile ipotizzare che quella fanciulla fosse la ragazza che aveva giurato di salvare.
    Non ebbe il coraggio di avvicinarsi al suo amico.
    Ignaro della verità, Namae aveva pensato di avvicinarsi all'Asso per rincuorarlo con un gesto o una frase, ma una parte di sé lo additò come un debole per averlo solo pensato. Nella lotta interiore tra le diverse sfumature del suo carattere, prevalse quella più cinica e orgogliosa: non era una buona idea immischiarsi nei sentimenti della Fenice.
    E forse fu meglio così.
    Rimase a debita distanza, con gli occhi sul medico del clan Chiba, sconvolto e preoccupato per le condizioni critiche della ragazza, che necessitava di un letto pulito, attrezzature migliori e conoscenze che andavano oltre quelle in suo possesso.

    [Post interrogatorio]

    Prima di lavorare sui veleni, Namae si avvicinò al gruppo che aveva assistito all'interrogatorio del Sekai, condotto da Maschera Tre, in compagnia di Goemon e altri ninja della Zanna.
    Le informazioni che avevano ottenuto non furono molte, forse meno di quanto sperato, ma non fu per incapacità del ninja della Zanna: il Sekai aveva la mente devastata da tre coscienze ben distinte ed esse avevano collaborato per difendere la loro causa, Kiyomaru e il cosiddetto Progenitore, che Feng Gu credeva essere l'Ex Asso di Cuori.
    Scandagliare la mente di tre persone con un singolo jutsu doveva essere parecchio complesso.

    Pensate che il Naos sia stato costruito per essere raggiunto da un gruppo ristretto di persone? Questo pozzo potrebbe trovarsi in cima al tempio. Costruttivamente possibile. Tirò un lungo sospiro. Ma se questo pazzo non è stato mai ai piani superiori, forse l'accesso è al piano terra, in un luogo nascosto. Aveva trovato il coraggio di dare voce alle sue idee.
    Rispetto al Namae di qualche ora prima, l'Oleandro appariva più sicuro di sé. Di ritorno dal quartiere Atori, si sentiva parte di quel villaggio nascosto agli occhi di tutti.

    [A lavoro sui veleni]

    Sciolta la mini riunione, Namae dovette rinunciare all'aiuto del medico Chiba, ancora indaffarato con le cure per la ragazza recuperata da Feng Gu.
    Ad aiutarlo si propose Tsubaki-sama. Si era avvicinata a lui con la stessa grazia con cui era apparsa per la prima volta nella miniera che si erano lasciati alle spalle. Anche in quella caverna oscura e intrisa di odori spiacevoli, che lei provvedeva a rendere sicura grazie alla sua abilità, la capoclan brillava come una stella in una notte priva di costellazioni.
    Grazie mille, mettiamoci al lavoro Avrebbe potuto chiedere del Loto Nero, ma la preparazione dei veleni richiedeva grande concentrazione.
    Un piccolo errore nelle dosi e tutto il materiale offerto dalla Zanna sarebbe andato sprecato. La fiducia che avevano posto in lui doveva essere ripagata con un prodotto eccelso, anche in vista di un possibile canale di rifornimento tra Ame e la Zanna. Lavorò per ore con assoluta calma e nessuno giunse a disturbarlo.

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    Ottimo. Commentò, dopo aver lavato e riposto nel kit da erborista il suo ultimo strumento.
    Aveva prodotto ben cinque dosi di veleno, pari a mezzo litro di liquido ambrato che aveva lasciato raffreddare per venti minuti all'interno di un becker. Poi lo aveva travasato in alcune piccole fiale che Tsubaki che gli aveva consegnato. [Veleni ed Equip]250 crediti di equipaggiamento. Competenza Erborista. Creazione di cinque dosi di Veleno C1, cinque di C2, cinque di Allucinogeno (ipotizzo 50 crediti)

    Senza il medico e il suo tonico di recupero, Namae accantonò l'idea di aprirsi l'avambraccio. Si limitò a un piccolo squarcio, di soli due centimetri, da cui sgorgò il sangue necessario per produrre due dosi di ormoni da consegnare a Feng Gu e Maschera Tre. [Danni e Ormoni] Una leggera di danno. Due Unità in totale. Consumo Chakra: 1/2 Basso Produrne anche per Goemon e la Mikawa sarebbe stato un azzardo. Ferirsi in modo grave prima dell'assalto al Tempio non sarebbe stata una mossa intelligente, soprattutto se messa a confronto con gli effetti blandi e poco duraturi dei suoi ormoni, utili per ritrovare le energie e lo spirito combattivo perduto.
    Il momento della consegna giunse da lì a poco, quando il team di assalto si riunì nuovamente ai margini della grotta allestita a ospedale da campo.
    A ogni ninja consegnò i tre tipi di veleno. Nei palmi di Maschera Tre e Feng Gu cadde una quarta fiala, rossa alla vista e calda al tatto.

    CITAZIONE

    Namae-san, per caso puoi produrre anche una dose di questa adrenalina, o di qualsiasi cosa possa aiutare, Michi Kujo?


    Si voltò verso il Mercenario, sorpreso dalla richiesta avanzata da Feng Gu. Lo stupore lasciò posto a un sorriso pieno di entusiasmo.
    Certamente La ferita al braccio era ancora aperta. Forse sarebbe meglio farglielo ingerire direttamente. Dovrebbe far effetto anche se assunto via mucose, tramite ingerimento o contatto interno. Non sono necessarie trasfusioni.
    Se i ninja della Zanna avessero acconsentito, l'Oleandro avrebbe raggiunto il corpo di Michi, disteso su una branda e sorvegliato dal medico del clan Chiba.
    Sotto la supervisione di quest'ultimo, a cui avrebbe descritto in poche parole le abilità legate agli ormoni per permettergli di intervenire qualora ci fossero state complicazioni, lo smemorato avrebbe fatto cadere gocce di sangue sulle labbra della kunoichi. O direttamente nella bocca. [Ormoni] Una leggera di danno + Mezza Leggera. Una Unità in totale. Consumo Chakra: 1/4 Basso
    L'adrenalina avrebbe fatto il resto.

    [Nel tunnel]


    Non valeva la pena rinviare ciò che doveva essere fatto.
    Ora che conoscevano gli attori in gioco, le loro forze e il luogo in cui si trovavano, la Zanna doveva sferrare il suo contrattacco. Tra le sue fila, al fianco di ninja del calibro di Feng Gu, Maschera Tre e Goemon, spiccava un uomo apparentemente simile a Miyagi del Loto Nero, ma con abilità, forse, notevolmente inferiori all'uomo scomparso.
    Sono il più scarso del gruppo Constatò, come se fosse una costante di tutti i giorni, mentre seguiva la comitiva alle spalle della ragazza Mikawa.

    Prima del bivio che li avrebbe condotti al Tempio, il Mercenario diede inizio a una riunione di coordinamento.
    Concentrato sulla missione, Namae buttò un occhio nel tunnel in cui si sarebbero dovuti infilare. Notò dei giochi di luce riflessi sulla nuda roccia, provenienti dallo specchio d'acqua che circondava il luogo da cui era possibile accedere al Naos.
    La mia furtività è pari a zero. Se qualcuno può aiutarmi in qualche modo, lo ringrazio. La statura non aiutava, e mentre gli altri avrebbero corso sulla superficie libera dell'acqua, grazie al loro chakra adesivo, Namae sarebbe stato costretto a percorrere l'intero istmo d terra.
    Forse l'effetto sorpresa è la soluzione migliore. Si voltò verso Maschera Tre, poi verso Goemon e la capoclan Mikawa, in attesa di un approvazione o di una diversa strategia. Se uno di loro fosse riuscito a entrare senza farsi percepire sarebbe stato un ottimo vantaggio. In ogni caso, prima di procedere oltre la biforcazione, vi era da discutere la strategia e la possibilità di affiancare Feng Gu.
    Avranno adottato delle difese. Sanno della tua presenza e dei ninja della Zanna ancora liberi. Sicuro di riuscire da solo? Cercò di scorgere nei suoi occhi il motivo che lo stava spingendo a voler agire da esca. Pensò a Michi, a quella ragazza originaria della Zanna che Feng Gu aveva riportato indietro in fin di vita.
    Se sua figlia si fosse trovata su un letto d'ospedale, priva di conoscenza e con bassissime possibilità di farcela, Namae si sarebbe gettato in un qualsiasi combattimento come una tigre affamata di sangue. E se fosse stato lui stesso a ridurla in quel modo, avrebbe cercato l'auto assoluzione in un atto suicida.

    Non farti ammazzare.

    Messa a punto la strategia d'azione, due possenti ali infuocate divamparono alle spalle di Feng Gu, rilasciando nell'aria una fitta nube di cenere, simile a neve grigia. Era giunto il momento che il Mercenario aveva atteso da una vita. Levitò a pochi centimetri dal suolo e in un lampo saettò come un razzo verso il Tempio.
    Il resto del gruppo non rimase con le mani in tasca. Dovevano attenersi al piano senza la minima esitazione. Un tentennamento e gli sforzi di Feng Gu sarebbero stati vani.
    Con il baricentro abbassato, avvolto nel suo solito abito nero notte, l'Oleandro percorse il tunnel insieme ai suoi nuovi compagni. Svoltato l'angolo, i quattro si trovarono davanti al famigerato lago sotterraneo: uno specchio d'acqua limpida che ricopriva quasi tutta l'area, ad eccezione di un piccolo istmio e di un'ampia porzione di terra che era stata sfruttata per la realizzazione del Tempio.
    Merda. L'edificio distava ben 150 metri, percorribili in una decina di secondi. Quanto sarebbe durato l'effetto sorpresa messo in atto da Feng Gu?
    Senza fermarsi ad ammirare la tempesta di fuoco scatenata dal suo compagno di Ame, incapace di correre sul pelo libero dell'acqua, Namae fu costretto a percorrere l'istmo, quel piccolo corridoio in terra in cui sarebbe stato piuttosto arduo difendersi da due o tre jutsu simultanei.
    Si sarebbe messo in trappola da solo, ma non c'erano alternative. Per raggiungere la sponda del tempio, avrebbe dovuto sperare nell'effetto sorpresa di Feng Gu o nell'aiuto di Goemon o Maschera Tre.
    Corse a perdifiato, accelerando dopo i primi ventiquattro metri percorsi. [SA+Abilità]Tre slot azione per movimento! Velocità: Viola
    24 x 3 -> 72 metri percorsi.
    Uso Azione Rapida tra il primo e il secondo slot azione.


    Tormentato dai pensieri più nefasti, con il cuore a mille e lo stomaco contorto dalla paura, l'Oleandro aveva preso delle tenue contromisure: la mano destra stringeva già l'elsa della Doppia Lama spezzata, con la quale avrebbe potuto difendersi da jutsu acquatici o katane lanciate da cloni Atori posti a difesa della Pagoda; la sinistra, invece, mantenuta bassa di proposito, avrebbe permesso al ninja di Ame di percorrere almeno cinque metri con un piccolo stratagemma che la sua mente aveva messo a punto.

    Difenderanno la zona del pozzo.




    Chakra:99/100
    Vitalità: 16.5/18
    En. Vitale: 28.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    -1.5 Braccio destro
    5 Dosi Veleno C1, C0 e Allucinogeno

  7. .

    Il tetto si è bruciato:
    ora
    posso vedere la luna.


    Chapter XV - Amegakure



    [Con Toshiro e Yuufuku]

    CITAZIONE

    Il profumo dell'orchidea penetra come incenso le ali di una farfalla.


    L'ennesimo Haiku con cui Toshiro amava edulcorare le sue conversazioni, e al tempo stesso, fornire informazioni a chi sapeva ascoltare.
    La fiala mostrata dal Principe senza cuore conteneva un liquido violaceo, corposo, con una sfumatura bluastra che dal pelo libero scendeva fino al fondo. Filamenti neri appena visibili esaltavano la sua pericolosità. Secondo l'Umezawa, quel veleno estratto dall'Orchidea era in grado di disattivare le abilità della Regina.
    Wow. Interessante. Lo stupore divampò nei suoi occhi per un solo istante.
    Seppur emozionato di poter dialogare con un ex Asso, l'Oleandro non commise l'errore di abbassare la sua capacità di giudizio: nessuno avrebbe rivelato la strategia con cui, meno di un ora dopo, avrebbe tentato di uccidere una Regina di Ame. Per non aggiungere che quella persona, conosciuta solo qualche ora prima, avrebbe dovuto mantenere il segreto al cospetto di una personalità arrogante e poco incline ai segreti.
    In poche parole, si trattava di un test. False informazione che nel peggiore dei casi avrebbero permesso al Principe Umezawa di guadagnare un vantaggio sui suoi nemici.
    Capisco. Non distolse lo sguardo dalle sottili e taglienti iridi dell'Umezawa, colmi di odio e rancore verso il Fiore Artico.

    Il dialogo si spostò sul Terzo Livello e sul miglior modo per guadagnare i ranghi più alti del Seme.
    Prima di quel maledetto giorno, l'Oleandro era convinto che i ruoli nei semi di Ame dipendessero solo dalla forza e dalle abilità dei Nukenin. Si era sbagliato. Un Fante dotato di intelletto e furbizia poteva aspirare a sedere sul tavolo dei potenti. E lui ci sarebbe riuscito, in un modo o nell'altro.
    Alla prima domanda, il Principe dei Fiori rivelò ciò che Namae non avrebbe mai potuto scoprire da solo; sulla seconda questione, la risposta più rapida sarebbe stata "soldi e potere al Seme e ad Ame", ma l'Umezawa preferì servirsi dell'ennesimo Haiku, che Namae memorizzò a fuoco.

    [Con Jaro]

    CITAZIONE

    Uhm? Ma che diavolo dici?


    Per un momento sembrò sgranare le palpebre quando scorse Namae, di guardia, davanti alla suite del Grand Hotel Senmō to Yorokobi. Agitato e teso come una corda di violino, Jaro fu costretto a fare i conti con lo smemorato, che con le braccia incrociate al petto, forte della sua corporatura massiccia, avrebbe impedito a chiunque di proseguire verso Lord Goemon.
    Nei suoi occhi ardeva un incendio, una rabbia quasi impossibile da controllare, alimentata dalla minaccia che ancora rimbombava nella sua mente.
    Aveva i nervi a fior di pelle, le mani desiderose di afferrare qualcosa e stritolarla per il puro gusto di farlo. Perché non iniziare dai servi di Lord Goemon? Specie se questi avrebbero dimostrato di fregarsene della piccola Hounko, minacciata da quel tossico che amava trattare la donne come oggetti.

    CITAZIONE
    Mi stai dicendo che c'è un otese con un sigillo maledetto là dentro?



    Sigillo maledetto? Namae li conosceva con il nomignolo di Cursed Seal. Ciò che sapeva sui quei doni erano frutto di dicerie e vecchie leggende. Evidentemente, esistevano davvero! E Jin ne era un possessore.
    Esatto. Mentì con una semplicità che gli era sconosciuta. Vi era molto in gioco: la sua vita, quella di Hounko e in parte il destino dei Fiori. Doveva assecondare il suo sensei, fargli credere di aver ricevuto l'ordine di vietare l'accesso a chiunque, almeno fino a quando l'accademico non sarebbe uscito vivo (o morto)
    Alla notizia del sigillo, il musicista perse quella calma che lo aveva contraddistinto nelle due missioni che avevano svolto insieme.
    Sfogò la tensione attorcigliando i suoi lunghi capelli attorno alle dita affusolate, mentre lo sguardo correva a destra e a sinistra, come se sentisse il fiato di Oto dietro di sé. Due anni prima, ai piedi delle montagne che circondavano il Paese del Ferro, tra i cumuli di neve, era stato lo stesso Jaro-sama a confidargli di aver fatto parte delle squadre speciali del Suono. Con la perdita di un sigillo, Oto avrebbe puntato i riflettori su Ame, sui suoi Nukenin lì nascosti e Jaro sarebbe emerso dalle memorie del villaggio che aveva abbandonato anni prima.

    CITAZIONE
    Senti, io capisco che per quel pervertito sia il momento migliore della giornata ma per le strade c'è il caos! Sono apparse almeno quaranta o cinquanta persone identiche al precedente Asso di Fiori. Come se Toshiro Umezawa fosse ancora vivo...la Regina ha dato di matto e sta mandando tutti i suoi sottoposti a catturare questa gente e vuole che il Principe le presti manodopera e vada da lei come ulteriore assicurazione se questo fosse un qualche stratagemma! Devo dirlo a Lashmi almeno, poi vedrà lei se interrompere o meno Lord Goemon!


    Sgranò le palpebre, simulando una reazione di pura sorpresa, stupore e anche preoccupazione.
    Toshiro...Toshiro Umezawa? Balbettò. Quel Toshiro? L'Umezawa aveva sferrato un attacco su larga scala, servendosi di cloni che forse, con qualche jutsu particolare, avrebbero potuto sfruttare gli effetti dell'acqua miracolosa in cui il cuore dell'originale era stato rinchiuso. Ma dentro di sé, sapeva che Toshiro se n'era fregato di lui, perché quella tipologia di attacco lo avrebbe condannato a morte.
    La Regina sa che ho fallito. E che gli Umezawa erano vivi e vegeti. La pazza idea di uscire da quell'hotel si sgretolò come un castello di sabbia.
    E se Jaro-sama raggiunge Lord Goemon... sono fregato. La promozione del Lord della Perdizione dipendeva, in piccola parte, anche dall'Oleandro, che aveva fallito l'omicidio della famiglia Umezawa. Se fosse sopravvissuta all'attacco, Touya si sarebbe vendicata sia di lui sia del Principe, colpevole di non averla raggiunta in tempo, infatti, come rivelato da Jaro, Lord Goemon era atteso nel luogo dell'attacco, come aiuto e come prova della sua fedeltà.
    Per quanto cercasse di rimanere freddo e lucido, in quel corridoio oscuro che conduceva nella suite dei peccati, la minaccia di Lord Goemon continuava a rimbombare nuovamente nella sua mente. Sentì il bisogno di generare litri di dopamina, ma davanti al musicista di Oto, che aveva già dimostrato di conoscere alla perfezione la manipolazione ormonale, sarebbe stato un errore imperdonabile.
    Colse la palla al balzo e rivelò la minaccia che nessun padre avrebbe voluto udire.
    Jaro-sama ebbe quasi un mancamento. Lo vide indietreggiare, pallido in viso, preoccupato da come gli eventi stessero andando fuori controllo.
    Con Hounko minacciata di essere abusata, sapeva che Namae non lo avrebbe lasciato passare. E così fu quando l'otese provò a ridurre la loro distanza. L'Oleandro si posizionò davanti a lui, facendo valere quel corpo forgiato da mille allenamenti che aveva dimenticato.

    CITAZIONE
    Cinque minuti...e poi lo dirai tu a Lashmi. Daccordo. Ma io resto qui. Non posso farmi vedere in giro o penseranno che non ho recapitato il messaggio. E diciamocela tutta, la Regina è una grandissima stronza paranoica, che si arrangi per un pò!


    Aveva vinto il primo match.
    Cinque minuti. Confermò, tirando un sospiro di sollievo interiore. Aveva cinque minuti, cinque giri di orologio per inventarsi una scusa o un piano per guadagnare altro tempo qualora Jin non fosse uscito dalla suite.
    Ma quanto tempo ancora? Una domanda che non aveva risposta. Toshiro non aveva fissato alcun limite. Dipendeva dall'Oleandro stesso, in base a quanto fosse disposto a rischiare per un uomo che in passato era già stato sconfitto. In realtà, Namae aveva molto da farsi perdonare. Qualche ora prima, sua madre aveva rischiato di morire per colpa sua.

    Il respiro rallentò e senza distogliere lo sguardo da Jaro, Namae meditò sul da farsi, interpellando quella mente che, quasi sempre, si dimostrava in grado di tirarlo fuori da ogni pericolo, grazie a tutta quella esperienza criminale e di vita che aveva maturato con il suo vecchio sé. Quella notte non fu diversa dalle altre. Meno di trenta secondi e il vortice di idee divenne inarrestabile.
    Devo sparire...sparire prima che Lord Goemon lo sappia. In qualunque modo si sarebbe concluso lo scontro tra i due Assi, quel tossico non avrebbe tollerato un traditore nelle sue fila. Anche con un sigillo, il Lord della Perdizione avrebbe ucciso sua figlia, forte di quel potere che, a giudicare dalle leggende che aveva udito, era in grado di trasformare un ninja in una specie di demone.
    Ma c'era la remota possibilità che Goemon non sapesse delle intenzioni della Regina. E con la morte del Fiore Artico, nessuno lo avrebbe imputato come il principale responsabile della presenza di Toshiro nelle strade. Ciò significava impedire al suo Lord di ricevere le informazioni da Jaro-sama.
    Non è più una questione di tempo. Jaro non doveva varcare la Suite. Nè in quel momento né fra cinque o dieci minuti.
    Come convincerlo?
    Namae e Jaro erano due uomini molto simili: erano maturi, non più giovani, con una carriera avviata e qualcuno da proteggere. L'Oleandro aveva sua figlia mentre il musicista proteggeva quella ragazza, ormai donna, che dopo averla addestrata era diventata la guardia del corpo di Lord Goemon.
    Avebbe potuto fregarsene e uccidere Jaro senza esitazione, ma Namae era più buono di quanto non credesse. Si ricordava sempre che Ame non ammetteva amicizie, ma era il primo a considerare Jaro e Lashmi come suoi amici, specie il primo, che solo qualche minuto prima aveva dimostrato di avere a cuore Hounko.

    [Dopo cinque minuti]

    Quando il quinto minuto terminò, lo sguardo di Jaro divenne più insistente.
    Namae impiegò alcuni secondi per mettere in azione la sua strategia, pensata e ottimizzata nei trecento secondi che aveva guadagnato.
    Varcare la soglia e disturbare Goemon non sarebbe stata un'ottima idea. Jaro-sama avrebbe potuto anticiparlo e agire con qualche jutsu sconosciuto all'Oleandro.
    Prima che l'altro perdesse la pazienza, Namae fece un breve conto alla rovescia, partendo da un semplice tre.
    Tre. Due. Uno. Le labbra si incresparono in un sorriso compiaciuto. Diede maggior credibilità al teatrino rilasciando nel corpo della dopamina, che oltre a calmarlo nei momenti più concitati, riusciva a regalargli falsi momenti di piacere e soddisfazione.
    Tutto è quasi finito ormai. Il Fiore Artico è stato quasi privato di ogni possibilità di vittoria. Terribilmente falso. Forse nemmeno Jaro ci avrebbe creduto, ma l'Oleandro era pronto a giocarsi "l'Asso" della manica.

    Oltre le tende
    una quieta profondità –
    fiori di prugno del Nord.



    Hakui. Lo stesso con cui Toshiro aveva squarciato la nube bianca da cui era uscito.
    L'uomo che fu ingannato è tornato e la sua vendetta non risparmierà chi patteggerà per colei che anni fa lo pugnalò alle spalle. Gli altri Assi lo hanno aspettato a lungo. E con lui, i Fiori ritorneranno al suo massimo splendore. Esclamò solenne, con un tono di voce basso ma deciso, come se ciò che aveva annunciato fosse visibile alla sua vista.
    Fece un passo in avanti, con le braccia alzate in un gesto aveva qualcosa di religioso.
    Lord Goemon sta ricevendo ciò che Toshiro ha voluto consegnargli, come prezzo per la sua immobilità. Ma questo quel tossico non lo sa Aveva il musicista a meno di un metro di distanza, salvo un suo indietreggiamento.
    E se ti chiedessi di me, io ho condotto l'otese al cospetto del nostro Lord, guadagnando i dieci minuti necessari all'Umezawa e ai suoi alleati per mettere fuori gioco il Fiore Artico. E il secondo obiettivo l'ho raggiunto grazie a te...o per meglio dire, al mio inganno L'obiettivo di Namae era privare Jaro di una soluzione, costringerlo a cambiare bandiera, come era accaduto a lui qualche ora prima. Accettando di aspettare quei cinque minuti, Jaro aveva già commesso un errore mortale agli occhi del Fiore Artico.
    Non ti sto chiedendo di sacrificarti o di mettere in pericolo Lashmi. Siamo sulla stessa barca, solo che, a differenza mia, tu hai una possibilità di uscirne vivo e senza colpe.. Anche se in quel caso, a perdere la vita sarebbe stato Saboru. Come sapeva di aver imparato prima dell'amnesia, ad Ame non c'è condanna a morte peggiore di chi diventa testimone scomodo di un evento scottante.
    Se vuoi ingannare il tuo padrone, fingiti sconfitto dai nemici della Regina. Avvelenato ad esempio. Posizionò il volto a meno di venti centimetri dal naso del musicista.
    Non lo capisci? Non è una scaramuccia interna ai Fiori. Le fondamenta di Ame stanno tremando. Gli occhi degli Assi e del Mazziere, chiunque egli sia, sono puntati su di noi e noi dobbiamo fare la scelta giusta. Hai il coraggio di farla? Da qui tu non passerai. Oltre le mie spalle c'è la tua morte. O la mia. Ma in quel caso sarà anche la tua fine, perché nessuno, né Lord Goemon né il Fiore Artico ti perdonerà per il tuo errore. L'Umezawa si è ripreso il suo posto. Qual è la tua scelta? La mano del Fante era già scesa sull'elsa della Doppia Lama. Saboru era a pochi metri. Ucciderlo con un fendente sarebbe stato un gioco da ragazzi. 
    Ti aiuterò, se vorrai. Posso picchiarti e prendermi la colpa, salvando te e Lashmi, oppure puoi fingerti morto da qualche parte, oppure, ancora meglio, fingere di aver combattuto contro degli otesi. Ci sarà qualche otese mezzo Nukenin da pestare al Primo Livello, no?

    Cosa avrebbe scelto di fare?
    Una cosa era certa:
    Io...non lavorerò più per un uomo che osa minacciare la mia famiglia

    jpg



    <div class="w3-col m4">Chakra: 88.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  8. .

    Situazione incandescente - Ryugi piromane


    Villaggio Sconosciuto - Chapter XI



    Sì, potrei approfittarmi di lui. Fino a quel momento Kao lo aveva usato e l'Oleandro lo aveva capito troppo tardi.

    Kao, l'essere perfetto. La perfezione in senso lato non appariva tale su quel ninja armato di martello. Era forte, certo, ma non sfiorava la definizione di perfetto. Sembrava uno shinobi qualunque, alla pari di un chunin.
    Se è un perfetto, devo pensare alla sua Kekkai Genkai. Doveva avere un abilità, qualcosa che non aveva ancora mostrato, specie se quella Nendo fosse stata creata per moltiplicare gli effetti delle abilità genetiche. Anche nel caso in cui Tula gli avesse rivelato la sua immortalità, o qualche altro super potere, il Fiore era così pieno di rabbia che gli sarebbe saltato addosso senza esitazioni.

    Il resto delle informazioni ottenute dalla figlia del Pan-ya avevano gettato luce su alcuni punti oscuri della missione: primo tra tutti, la ferocia con cui Kao aveva spappolato la testa di Mayari ; secondo, la reazione degli esseri imperfetti al nome degli Igashi; terzo, non meno importante, la capacità dei pescatori di manipolare il legno.
    Per quante informazioni avesse ottenuto, Namae non provò né felicità né soddisfazione. Sua figlia era in mano a esseri senza scrupoli, perversi, dediti a esperimenti molecolari che avrebbero disgustato anche i dottori di Ame.
    Pensarla da sola, in lacrime, a chiedersi dove fosse il suo papà era già sufficiente a fargli tremare le labbra.
    Scrollò la testa, con gli occhi lucidi. Avrebbe fatto qualunque cosa per riabbracciarla, ma per il momento, senza conoscere l'esatta posizione degli Igashi, doveva accettare tutta quella sofferenza, quel senso di impotenza così pesante da bloccargli il respiro.
    Desiderò andarsene, ma era giunto il momento di conoscere la vera abilità del Pan-ya, legata alle luci che aveva intravisto salendo al piano superiore.
    L'ex Kage era in grado di manipolare fasci luminosi e li usava per scovare gli imperfetti nel bosco, così da aiutarli, portandoli nella Villa e cercando di reinvertire il processo. Doveva essere un uomo giusto e molto legato alla sua terra. Quelle persone erano stati suoi sudditi prima dell'arrivo degli Igashi e degli Aimedacca.
    Instancabile e buono. Non vedo l'ora di conoscerlo.
    La mattina successiva non avrebbero parlato di ciò che aveva commesso in quella spiaggia desolata. Aveva giustificato se stesso per le azioni commesse, ma ora che sapeva la verità, provò un leggero senso di colpa, subito cancellato dall'ansia che gli attanagliava il cuore.

    La conversazione continuò ma il Nukenin non fu più in vena di dialogare. Le frasi di Tula sul destino di Hounkou gli rimbombavano ancora nella propria mente.

    CITAZIONE

    Ma avrai modo di discutere con lui i dettagli domani. Adesso direi che dobbiamo entrambi riposare.


    Hai ragione. La ringrazio per questa conversazione. A domani e buonanotte.
    Quell'uomo era entrato sicuro di sé e ora usciva distrutto come un vaso di ceramica lanciato a terra.
    Non aveva mai avuto un umore così nero. Nemmeno la droga sarebbe riuscito a risollevarlo. Con il cuore tumulato da preoccupazioni, ansie e angosce, il Fiore lasciò la stanza della figlia del Pan-ya per raggiungere il proprio letto.

    [La mattina]



    Agli occhi di Namae, il Pan-ya si era fatto piccolo, minuscolo, insignificante. Quando le guardie allungarono le lance a difesa del loro signore, offeso dallo sfogo del Fiore di Ame, gli occhi dell'Oleandro si incendiarono.
    L'adrenalina fu rilasciata nel corpo. In un attimo dal collo emersero nervi tesi come corde d'acciaio. Il suo respiro si trasformò in un ringhio animalesco.
    Hai cercato di riportarmi nella villa...come un prigioniero. Era fuori di sé. La pazienza era giunta al termine.
    Non era colpa del Panya, ma non era quello il punto, non avrebbe perso un secondo di più in quella villa, in quel giardino illuminato a giorno dalle luci abbaglianti emesse dalle lampade.
    Se avesse fallito, non sarebbe riuscito a guardarsi allo specchio. Sarebbe stata tutta colpa sua. Avrebbe rimpianto ogni decisione, ogni attesa e forse si sarebbe suicidato.
    Tristezza e rabbia si mescolarono dentro di sé e gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime. Con le lame sguainate, i due ninja rimasero immobili per qualche secondo. Seppur arrabbiati, nessuno dei due aveva intenzione di uccidersi per così poco. L'aria era così incandescente che non sembrava possibile riscaldarla ancora di più. A riuscirci fu Ryugi, quella ragazzina timida che impiegava venti minuti a dire una sola frase. Era posizionata alle spalle di Namae e a qualche metro di Kao.

    CITAZIONE

    Io sssssto ccccon lui.


    Le labbra screpolate e mordicchiate di Namae si inarcarono in un sorriso compiaciuto, ma quel ghigno ebbe vita breve; scomparì quando la stessa voce balbuziente rivelò la vera identità di Kao: un ninja dell'Aimedacca, loro nemico insieme agli Igashi.
    Fu come lanciare un barile di benzina su un piccolo fuoco che già minacciava di degenerare in un incendio. Le reazioni dei presenti a quella rivelazione furono tra le più disparate: Namae non riuscì a trattenere una risata, Kao tentò di giustificarsi in qualche modo e Tula se la prese con l'Oleandro, colpevole di avergli portato in casa uno degli Aimedacca.
    Il Pan-ya ebbe una reazione tipica di un Kage: distese l'arto metallico davanti a sé e con voce ferma ordinò alle sue fidate guardie di catturare il loro nemico. Namae non seppe cosa fare. Proteggere Kao, l'uomo che gli aveva mentito, oppure schierarsi con il Kage del Pane e del Frumento?
    Per fortuna, fu lo stesso ninja dell'Aimedacca a sollevarlo da quella decisione.

    Tutti rimasero shockati dalla sua rivelazione. Un antidoto. Una parola che avrebbe dovuto interessare anche a Namae, ma lui preferì non pensarci. Troppo doloroso.
    Kao si affrettò a spiegare la Nendo e il suo processo di funzionamento. La sostanza si univa all'organismo del ricevente e ne alterava la genetica, incrementando le potenzialità delle Kekkai Genkai. Proprio come anticipato da Tula. Il processo inverso auspicato dalla figlia del Pan-ya era possibile, ma era stato sviluppato al solo scopo di prelevare la sostanza, senza pensare all'ospite e alla sua vita, destinata a spegnersi. Gli avevano già parlato dei ninja di Oto, alleati degli Igashi, perciò non apparve sorpreso a quella notizia.

    CITAZIONE

    Noi Aimedacca vogliamo soltanto creare un antidoto che non uccida chi è stato sottoposto a questi esperimenti. Aiutateci e vi restituiremo la vostra terra ...ti aiuteremo a recuperare tua figlia ... e tutte le persone che sono state rapite con lei dagli Igashi Che ne dite?


    jpg
    Il primo a parlare fu Namae. La sua Doppia Lama era rientrata nel fodero, allacciato sul fianco destro.
    Io dico che è ciò che voglio. Lanciò un occhiata a tutti i presenti. Non domani, ma oggi. Incrociò le braccia al petto.
    Dimmi Kao, dove posso prendere questi Igashi? Il Panya sarà in grado di spiegarmi come arrivarci. Se avrà una mappa anche meglio. Potremmo preparare una strategia. Poi lo sguardo del Fiore scivolò su Ryugi. Aveva deciso di schierarsi con lui, ma era sempre libera di prendere altre strade.




    Chakra: 89.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 4 Dosi
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 9

    Note
    Allucinogeno 4 Dosi
    /


  9. .

    Bodyguard all'entrata - Jin sei quasi...quasi peggio di Kuso


    Chapter XIII - Amegakure



    CITAZIONE

    Sì, non sono un Ninja di Ame e non conosco i meccanismi e le regole, se non quelle che sto imparando da quando sono con Madama. Mi dispiace averti offeso con le mie domande... Ti posso assicurare che non era mia intenzione. Cercherò di moderare i toni, questa è una promessa


    Si voltò verso Jin con un sopracciglio sollevato per tutte quelle scuse non dovute. Aveva solo dato la sua opinione, non aveva insultato né Namae né sua figlia.
    Rilassati. Esclamò. Una parte di sé credeva che la sua fosse una semplice recita con l'obiettivo di apparire debole e ingenuo, così da colpirlo al momento opportuno, quando le difese dello smemorato si sarebbero abbassate.
    O forse Jin era fatto così. In ogni caso, il nuovo arrivato avrebbe dovuto farci il callo. Ame ti insegnava a non abbassare mai la guardia e a non fidarti di nessuno. Era un mondo a sé, che nulla aveva a che fare con i paesi accademici. Prima lo avrebbe imparato, prima sarebbe stato pronto.
    E con la Madama come mentore, a un prezzo che non conosceva, Jin aveva il miglior aiuto possibile per bruciare le tappe e insediarsi nella Pioggia.
    I Fanti di Ame avrebbero sborsato casse di Ryo per averla come insegnante, compreso Namae; invece, fuori da quella stanza, la realtà era ben diversa: i nuovi arrivati morivano a grappoli al loro primo errore commesso, colpevoli di non aver intuito le leggi di Ame. I loro scheletri giacevano negli angoli più bui delle fogne, dimenticati e umiliati dai fluidi corporei in cui erano immersi.
    Madama non ci andava leggera con i rimproveri, usava la lingua come una spada e con due semplici frasi, pronunciate con la sua voce squillante, aveva umiliato Jin come uno studentello o un Genin alla sua prima missione, ma messo da parte l'orgoglio, l'ex guardiano di Oto avrebbe potuto giovare di quei insegnamenti nei suoi futuri giorni ad Ame.

    CITAZIONE
    Quello lo ha lasciato là mio figlio. Dopo la guarigione e dopo il tradimento di Touya è diventato sicuramente più accorto e si è rafforzato nell'animo, ma ha sempre amato gli enigmi, anche troppo. Suppongo faccia parte del suo fascino.



    Suo figlio? Il secondo pacco? Non riuscì a trattenere le sue emozioni. Non poteva crederci. Fu facile pensare che fosse una stronzata pronunciata da una madre ancora disperata per la scomparsa dei proprio figlio. Com'era riuscito a raggiungere la casa in via dell'arconte privo di cuore? Era assolutamente impossibile.
    Per quanto l'idea che il muscolo cardiaco riuscisse a restare attivo in un'urna riempita con un'acqua speciale fosse difficile da credere, Namae era in grado di percepire i battiti provenienti da quel piccolo contenitore. Ma un uomo vivo anche se privo di cuore?! Nemmeno sotto pesanti sostanze avrebbe pensato qualcosa del genere. In ogni caso, da genitore, non poteva biasimarla o deriderla. Poteva immaginare il suo dolore, quella sofferenza così intensa che la costringeva ad aggrapparsi a qualsiasi speranza che, prima o poi, si sarebbe sgretolata davanti alla dura realtà, gettandola nell'abisso della rassegnazione.
    Con una mano sul mento, Namae cercò di nascondere il suo scetticismo dietro un'espressione sorpresa, mentre davanti a sé Madama Umezawa continuava a dare voce ai suoi sogni, almeno fino a quando Jin non la interruppe, desideroso di sussurrarle qualcosa nell'orecchio destro.

    Per quanto avesse provato ad abbassare il tono della sua voce, il messaggio riempì la stanza.
    Un dono. Un dono a cui Lord Goemon è interessato. ll loro patto ruotava attorno a un oggetto o a un potere, qualcosa che nessuno dei due rivelò nel dettaglio.
    Alle spalle di Jin, piegato verso Madama, Namae mantenne un' espressione infastidita e accigliata.
    Quando l'anziana ninja sgridò Jin per la seconda volta, dentro di sé provò grandissima soddisfazione. Era sempre più ovvio che quel tizio fosse un ninja accademico, così abituato a soddisfare i bisogni e i desideri dei suoi superiori, sempre fedeli e pronti a battersi per difendere i loro allievi.
    Ad Ame, era tutto diverso. Non migliore, solo differente. Una giungla in cui si è preda e predatore, a giorni alterni, salvo casi particolari. Lui aveva appena tradito l'Asso di Fiori in persona e un domani forse sarebbe stata Madama ad accoltellarlo alle spalle.
    Tuttavia, per quanto Jin gli sembrasse antipatico e persino stupido, le sue azioni permisero allo smemorato di entrare in possesso di numerose informazioni su Lord Goemon. Con il suo modo di pensare accademico, il nuovo arrivato aveva sicuramente commesso l'errore di considerare Namae come un sottoposto molto vicino al Principe dei Fiori, ma la realtà era ben diversa: Namae non lo aveva mai visto, non conosceva i suoi interessi, i suoi obiettivi e ciò che amava. Ora, grazie a lui e al suo dono, Madama aveva appena rivelato l'obiettivo di Lord Goemon: diventare Re dei Fiori.

    L'attenzione dell'anziana si spostò nuovamente su Namae, elogiandolo per quella sua curiosità che ben si sposava con la capacità di saper stare al proprio posto. Lo smemorato la ringraziò delle belle parole rivolgendogli solo un sorriso fugace. La sua mente era impegnata a immaginare la forza e i poteri in possesso del Lord della Perdizione; poi da buon stratega, ci affiancò la possibilità che Toshiro fosse ancora vivo e ciò significava avere un altro Principe dei Fiori sulla scacchiera, in grado sicuramente di intrecciare i destini dei ninja dei Fiori.
    Ancora non credeva possibile che un uomo fosse in grado di muoversi senza cuore. Ma se la ricostruzione dell'Umezawa si fosse rivelata reale, l'Oleandro avrebbe dovuto colmare la sua ignoranza sulle arti ninja più segrete, anche a costo di investire quel piccolo gruzzolo che era riuscito a mettersi da parte. Per i pesci piccoli come lui, le informazioni costavano caro.

    CITAZIONE

    Mi si dice che non hai un tuo portfolio di affari ancora, ma solo qualche piccolo passatempo con cui grattare qualcosina. E perlopiù fai da galoppino per altri Fiori, sbaglio?


    Alzò nuovamente il capo sulla Umezawa. Le voci circolavano. In realtà, ci stava lavorando a un suo portfolio di clienti, ma preferì non rivelarlo.
    Esattamente.
    Subito dopo si cambiò discorso; Madama aveva nuovamente posato lo sguardo sul secondo pacco che Namae aveva portato fin lì. Nel pieno controllo di sé, l'anziana ninja cedette alla tentazione di scoprire cosa ci fosse all'interno. Per quanto le sembrasse sveglia e astuta, lo smemorato sperò che il giudizio della rigattiera di Ame su Touya non fosse stato influenzato dal suo odio.
    Trattenne il respiro e pregò di poter rivedere sua figlia. Un esplosione in quella piccola stanza avrebbe generato un onda d'urto devastante, uccidendoli sul colpo.
    Furono fortunati. Al contatto con la pelle rugosa di Madama, il chakra fluì nella scatola e questa si illuminò di una luce bianca accecante. Su un lato emerse un sigillo, forse un fuunjutsu, e un secondo dopo l'intero locale fu invaso da un fumo bianco e denso.
    Namae rimase fermo, immobile. Non osò neppure avvicinare la mano alla sua arma. Quando la nube si diradò, perdendo colore, lo smemorato vide un uomo di mezz'età baciare la mano della rigattiera. Un bacio gentile, privo di malizia. Era un tipo alto, mingherlino e con una curiosa coda di cavallo che gli ciondolava sulla schiena.

    CITAZIONE

    Oltre le tende
    una quieta profondità –
    fiori di prugno del Nord.
    L'uomo sorrise alzando lo sguardo sulla donna. E' un piacere reincontrarti, Madre.


    Gli occhi di Madama brillavano di gioia. Non poteva biasimarla. Chissà da quanto tempo desiderava incrociare lo sguardo del suo amato figlio, tradito da chi ora sedeva al trono dei Fiori.
    I due incrociarono lo sguardo quando quest'ultimo si issò da terra, raggiungendo i due metri di altezza.
    Namae non riuscì a cancellare la sua espressione da babbeo. Davanti a sé aveva un ex Asso del suo seme, vivo seppur privo di cuore, che affermava di essersi trasformato in un pacco, lo stesso che aveva trasportato fino a quella stanza senza alcuno sforzo fisico.
    Impossibile. Impossibile. Quando Toshiro gli prese la mano tra le sue dita calde e morbide, lo smemorato non osò ritrarle, ma continuò a fissarlo, incantato dai suoi modi e dall'Haiuku che citava l'Oleandro, il fiore che aveva adottato come simbolo del suo futuro potere.
    Nuovo germoglio dei Fiori. La reazione dello smemorato avrebbe potuto stupire tutti i presenti: i suoi occhi neri si accesero come due stelle. Tra tutti i ninja dei Fiori, Namae era forse l'unico che desiderava la ricchezza del seme stesso e di Ame.
    Ascoltò con attenzione il discorso di Toshiro e la sua dichiarazione di guerra contro il Fiore Artico. Prima che il suo sguardo lo abbandonasse per scivolare su Jin, Namae prese parola, visibilmente emozionato come un bambino di tre anni davanti al proprio supereroe.
    Io...sono onorato di fare la sua conoscenza. Abbassò il capo.
    E sono felice che lei mi abbia considerato degno della sua attenzione. Avrebbe voluto chiedergli del cuore mancante, dell'Henge no Jutsu, chi fosse quella ragazzina dei Cuori che lui aveva descritto come "vecchia" cara amica e molto altro ancora.
    Dietro al suo aspetto strambo, al suo modo di fare da bonaccione, Namae riusciva a scorgere una mente calcolatrice e criminale.

    CITAZIONE

    Mi pare di capire che anche tu cerchi un colloquio con Goemon, ultimamente, no?


    Alzò lo sguardo su Toshiro.
    Sì, l'ho cercato a lungo. Disse, senza sorprendersi che un ex Asso di Fiori sapesse dei suoi tentativi di incontrarlo.

    [Pre-partenza]

    Namae ebbe la sua missione, la seconda in poco tempo. Questa volta non avrebbe agito da solo. Gli Umezawa lo volevano al fianco di Jin nell'incontro con Lord Goemon al Grand Hotel Senma to Yorokobi. La loro missione era semplice e al tempo stesso complessa: guadagnare tempo al cospetto del Lord della Perdizione.
    Il suo carattere irascibile era ben noto tra i Fiori, ma l'Oleandro si sentiva pronto ad "affrontarlo".
    Dopo anni di onorato servizio, pensava di essere in grado di tenerlo occupato per un bel po' di tempo. Ma quel giorno, forse l'ultimo della sua vita, l'oggetto della discussione sarebbe stato il dono che Jin aveva per lui.

    CITAZIONE

    Fante, perdonami ma se dobbiamo seguire il piano di Toshiro-sama, e di Madama non posso non conoscere il tuo nome, o quello che hai fornito a Goemon.


    Si voltò verso lo sconosciuto sotto Henge.
    Oleandro. Era quello uno dei suoi nomi, insieme a Namae Taiyo, il nomignolo che gli era stato dato prima di rinascere con un nuovo volto. Oleandro di Ame. Accennò un sorriso, giusto per non apparire più burbero di ciò che era. Quel sorriso scomparì in pochi secondi, tempo impiegato da Jin per chiedere al Fante di abbandonare la sala al momento dell'incontro con Goemon.
    Riuscirai a tenere testa a Lord Goemon? Lui non era affatto come Madama. Comunque sì, non sono affari che mi riguardano. Ora come ora, la priorità va a Toshiro Lanciò uno sguardo verso gli Umezawa. Una lisciatina di pelo ci stava bene. In realtà, Namae non si sentiva sicuro al fianco di Jin. In un incontro privato non avrebbe avuto paura, ma se doveva dipendere da quel ninja sconosciuto, lo smemorato preferiva fare un passo indietro e scomparire dallo sguardo di Goemon.
    Quando l'altro rivelò le informazioni che aveva ottenuto da Madama, come prezzo da pagare per la sua richiesta, quest'ultimo sospirò, tra il deluso e l'avvilito.
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    Ok Jin, salviamo un attimo il fatto che non debba menzionare il suo grado Quando mai lo avrebbe chiamato Principe?! ma devi dirmelo tu che non devo sminuirlo, ridicolizzarlo, deriderlo o prenderlo in giro? AHAHAHAHAHAHAHHAAHAHAHAHAAHAAHAHAHAHAHHAAHSi era promesso di non ridere, ma Jin era così stupido da essere divertente. Qua a tutti interessa il denaro. Forse avresti dovuto sganciare 2000 Ryo invece di dirmi ovvietà. Sarà per la prossima volta. Si mise una mano sui capelli, ancora bagnati. Jin, abbi pietà di me. Io ho servito Lord Goemon per anni. Ho ucciso per lui e per certi versi lo conosco. So benissimo cosa fa a tutti quei ninja che lo annoiano o che non gli vanno a genio. Quando i suoi nemici vedono me, sono quasi felici di morire per mano mia Fece una pausa. Comunque, lo ricorderò. Vai tranquillo Continuò a ridere sotto i baffi mentre Jin chiedeva agli Umezawa un'ora di tempo per prepararsi.
    Preparati, nessun problema.


    [Grand Hotel Senmà to Yorokobi]

    Grand Hotel Senmà to Yorokobi.
    Si trattava di un grande hotel nei pressi del Secondo Livello, uno tra i più lussuosi della Pioggia, in cui Namae aveva effettuato qualche consegna.
    Conosceva il direttore, Saboru-sama, e grazie a quell'aggancio, che non avrebbe definito amicizia, i due ninja avevano avuto il permesso di incontrarlo proprio lì.
    Prima di entrare, Jin si raccomandò con Namae di non distrarsi e di prestare massima attenzione.

    CITAZIONE
    Massima concentrazione, Fante di Ame. Per quanto ne posso sapere stiamo giocando una partita pericolossisima. Se Goemon pateggiase per la Regina di Fiori e venisse a scoprire troppo presto le nostre intenzioni ci aspetterebbe la morte, per entrambi.

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    Fortuna ci sei tu a ricordarmelo. Sembri la madre che non ho avuto. Preferiva di gran lunga la compagnia di Hounko. Almeno lei, otto anni di età, non dava fiato alla bocca per dire ovvietà.

    Nella reception placcata d'oro, circondati da poltrone rosse, luci soffuse e mobili costosi, l'Oleandro era calmo, freddo come un blocco di ghiaccio, pur conoscendo il trattamento riservato dal Principe per chi osava fallire le sue missioni: impalamento con rogo.
    L'aria era satura di odori e profumi: vaniglia, pino e mix di flagranze chimiche che potevano essere usate, qualora ce ne fosse stato bisogno, per celare veleni e droghe.
    Davanti alla tenda oscura oltre alla quale si apriva un lungo corridoio, percorso più volte in compagnia di Saboru, l'Oleandro attese in silenzio, senza dire nulla.
    Se Jin avesse desiderato scambiare due chiacchiere, gli avrebbe intimato per l'amore di Dio di restare muto. Era probabile che persino le piante avessero occhi e orecchia. Era troppo tardi per colmare altri dubbi.

    Quando ricevettero il permesso per raggiungere il Principe, Namae fece segno a Jin di seguirlo. Nel tragitto verso la suite, si sistemò i ciuffi di capelli che gli erano scesi sulla fronte, appesantiti dalla pioggia che si era abbattuta nuovamente sulle loro teste.
    Quando la porta della Suite venne spalancata, lo sguardo dell'Oleandro scivolò dalla moquette rossa fino alle giovani fanciulle distese a terra, semi svenute, nel pieno di un orgasmo infinito o degli effetti distruttivi delle droghe che erano sparpagliate a terra come caramelle.
    La distrazione durò solo due, forse tre secondi. Gli occhi dell'Oleandro saettarono verso il trono sul lato opposto della porta d'ingresso, chiusa da Saboru.
    Lord Goemon troneggiava come un Signore della Guerra. Grosso quanto Namae, doveva avere quarant'anni. Avvolto in una camicia da notte, sembrava già adirato. A portata di mano aveva la sua arma.
    Una minaccia diretta a noi o è solo paranoico? Si trattava di un messaggio. Se Lord Goemon non avesse avuto ciò che desiderava, per Jin e Namae sarebbe stata la fine.
    Per quanta dopamina circolasse nel suo corpo, deglutì al pensiero di un impalamento.
    Dietro a Goemon, vi erano due figure incappucciate, irriconoscibili. Che fosse Lashmi-sama? Colei che l'aveva fatto entrare nelle fila di Lord Goemon quattro anni prima?
    Una sola entrata. E un bagno da cui provenivano le risate di ragazze.

    CITAZIONE

    Allora, che cazzo volete?


    La sua voce gutturale echeggiò nella stanza come un ordine impartito da un Titano.
    Namae non trasalì né sobbalzò. Di inchini non ce ne furono. Lord Goemon non era il tipo che perdeva tempo dietro a riverenze o altre stupidaggini.
    Il Principe della Perdizione aveva i modi di chi desiderava chiudere i propri affari alla svelta e con i risultati che auspicava. Il peggior tipo di persona a cui far perdere tempo.
    Sono Namae Taiyo. Indicò Jin. Lui si fa chiamare Jin e ha qualcosa per lei. Spero vivamente possa aiutarla per i suoi scopi. Due frasi in croce. Il minimo indispensabile per presentarsi e spiegare il motivo della loro presenza. Sarebbe stato compito di Jin alimentare la discussione.
    A sorpresa fece un passo indietro, così da scivolare alle spalle dello sconosciuto.
    Cosa voleva dire quel gesto? L'abito di Namae si era aperto. Sul lato destro, visibile allo sguardo di Lord Goemon, vi era l'elsa della sua Doppia Lama. Un messaggio per il suo padrone, indecifrabile per un qualsiasi accademico.
    Lo tengo d'occhio. Gli occhi di Namae erano fissi su Jin. Non sapeva nulla dell'oggetto né del potere posseduto dall'otese. Si fidava di Madama Umezawa, ma sapeva come funzionavano le cose ad Ame.
    Oggi tradisco Touya, domani sarò io il tradito. Per non parlare di quei sessanta minuti di preparativi non giustificati.
    Uno scherzo, o qualcosa che avesse messo a rischio la vita di Namae, e quest'ultimo non avrebbe esitato un secondo a mozzare la testa di Jin.

    Quando Jin chiese a Namae di uscire, il Fiore non chiuse il proprio abito.
    Jin non mente. Con il suo permesso, qui avrei finito. Vi lascio conversare su cose che non è mio diritto sapere. Per qualsiasi cosa, saprà dove trovarmi. Sapeva già come muoversi. La sua mente non si era fermata un solo secondo. Per mettere in moto ciò che aveva ideato doveva uscire da quella stanza. Per farlo, era vitale mostrare a Goemon come la sua uscita di scena fosse un "-1" nella lista degli ospiti indesiderati. Per forza di cose, l'oggetto della sua attenzione sarebbe stato Jin, non Namae, il solito schiavo insignificante, così fedele che un giorno sarebbe morto per portare a termine una sua missione.

    Se Goemon avesse acconsentito alla richiesta di Jin, l'Oleandro avrebbe abbassato il capo in segno di rispetto e se ne sarebbe andato, uscendo dall'unico (probabile) accesso presente nella stanza.
    Bene, iniziamo a far uscire tutti da questo hotel. Nella suite trasformata in un harem, aveva notato un dettaglio importante: la stanza aveva una sola entrata (difficile che il bagno ne avesse una nascosta), accessibile da un lungo corridoio che partiva dalla reception.
    Non era solo importante tenere Lord Goemon occupato, ma evitare che qualche individuo si presentasse per avvertire il Principe dell'attacco a Touya. Così, chiusa la suite alle spalle, avanzò nel corridoio fino alla reception, contando i passi.
    Dodici metri da quella porta nera da cui era appena uscito. Senza comporre alcun sigillo, attivò il suo jutsu preferito. [TA]
    Chiunque si fosse trovato all'interno di un raggio pari a quei dodici metri, contati con molta cura, avrebbe udito una sirena echeggiare fuori dall'hotel, così forte da spingere ciascuno dei presenti ad uscire di fretta e furia.
    Senza avvicinarsi alla Suite, immerso nella penombra del corridoio centrale, Namae incrociò le braccia al petto, pronto a fermare chiunque avesse tentato di raggiungere Jin per informarlo dell'attacco al Fiore Artico.
    Un uomo alto due metri, con spalle larghe come un armadio a quattro ante, dotato di ormoni, veleni e cattiveria. Chi avrebbe osato superarlo con quella malia?

    Ovviamente, non avrebbe concesso un eccezione neanche a Saboru.

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    Chakra: 92.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






    Edited by Roroo 2.0 - 22/4/2021, 01:05
  10. .

    Verso Tsuya - Il potere del Vuoto - Il Rokubi e Akira


    Villaggio di Tsuya - Chapter VII




    [Evocazioni]

    Un suricato e una tartaruga nei vicoli di Umari.
    Senza nessuno in giro, i due piccoli animali seguirono le tracce fino a raggiungere una locanda anonima, la stessa da cui erano usciti Akira e Yato.
    Koinu si guardò intorno, nascosto dietro un vaso di ceramica che era stato sistemato davanti a una porta. Non impiegò molto tempo a individuare un ragazzo con i capelli neri a caschetto, rintanato al margine di una strada senza uscita. Era visibilmente agitato, ma non sembrava essere un tipo pericoloso. Lo scrutò da capo a piedi, con il suo occhio critico che riusciva a individuare ogni piccolo dettaglio che allo Shokuto sfuggiva. Non aveva armi, coprifronti, nemmeno il fisico e l'aspetto di un ninja.
    Quando pensò di proseguire e sollevare il tizio da ogni sospetto, il ragazzo eseguì dei sigilli.
    Si fermò all'istante, con la coda che saettò davanti al volto della tartaruga, intimandogli di fermarsi.
    Con un morso al dito, il ragazzo fece cadere a terra alcune gocce di sangue. Koinu pensò a un evocazione, ma l'unico cambiamento che avvenne in quella strada deserta fu la comparsa di due odori distinti e intensi. La sua mente impiegò pochi istanti per ricordare dove avesse percepito le flagranze.
    Casa di Rasetsu.

    CITAZIONE

    Hanno cercato Midori, devo avvisare sua Eccellenza.


    L'ordine fu ripetuto a un ragno nero e rosso, nato dal sangue che il ragazzo aveva lasciato cadere ai propri piedi.
    Cosa.. Scattò come una molla, spaventato da quella massa bianca precipitata dal tetto sopra la loro testa. Il lupo aveva preso di mira il sospettato, travolgendolo senza pietà.
    Il canide era enorme, maestoso e ricoperto da un soffice manto bianco che sembrava essere composto da fiocchi di neve.
    La sola presenza di Retar fece crollare la temperatura nel vicolo. Per un animale a sangue freddo come Koinu fu terribile. Attorcigliò la sua lunga coda attorno al corpo e avanzò verso il lupo.
    Lo stavamo seguendo. Esclamò, infastidito dall'intromissione dell'evocazione. Poteva condurci da qualche parte se lo avessimo seguito Aggrottò la fronte.
    Lei sarebbe?

    [Masayoshi]

    Aveva optato per un approccio diplomatico. Non era sua intenzione agitare troppo le acque. Il rischio di attirare l'attenzione dei ninja di Taki era alto e non avrebbero tollerato le ingerenze degli accademici.
    Senza alzare la voce, Masayoshi chiese tutti i registri delle comunicazioni che erano avvenute tra Umari e l'Accademia dal 9 al 12 Luglio. Solo tre giorni, che significava forse una trentina o una ventina di missive, ma l'uomo si rifiutò, preoccupato da un possibile licenziamento. Il suo era un atto egoistico, ma non lo biasimò. Vi erano uomini ben peggiori.
    Davanti al suo fallimento, Masayoshi non fu sorpreso. Sapeva di essere un pessimo oratore. La sua abilità di persuasione era paragonabile a quella di un bambino. Tuttavia, con le domande su Amano e Midori, riuscì ad ottenere alcune informazioni su di loro. Come prevedibile, il primo non si vedeva da due settimane mentre la sospettata, sulle cui tracce vi erano Yato e Fudoh, possedeva un parente proprio lì ad Umari.
    Grazie mille, ma le ... Incalzò, determinato a non mollare la presa. Doveva dare un occhiata ai registri, ma quando si gettò all'assalto, fu anticipato dal suo amico Fudoh, posizionato al suo fianco.

    I loro sguardi s'incrociarono. Non intuì cosa il kiriano avesse intenzione di fare, ma la fiducia che nutriva per il barbone chirurgo di Kiri era assoluta, perciò lo lasciò parlare senza interromperlo.
    La recita fu convincente.
    L'addetto cercò in tutti i modi di apparire tranquillo, sereno, non turbato dalle osservazioni di quel ragazzo strambo, vestito con un pantaloncino e un corpetto in cuoio, ma l'insistenza del ninja riuscì a scalfire la sua finta indifferenza, e qualche secondo dopo, sporgendosi oltre il bancone, l'uomo aprì la bocca come consigliato dal medico.
    Un minimo contatto con la guancia e l'uomo svenne, scomparendo dietro alla receptionist.
    Masayoshi rimase a bocca aperta. Sapeva che il suo amico avesse qualcosa in mente, ma non si sarebbe aspettato una trappola del genere.

    CITAZIONE
    Oh... è svenuto. Qui ci penso io, tu continua con le nostre ricerche.

    Questa volta non hai usato i capelli. Ricambiò il sorriso.
    Fortuna tu, altrimenti avrei dovuto corromperlo. Con l'impiegato a terra, privo di sensi, Masayoshi fece il giro del bancone e iniziò a rovistare tra le pile di fogli appoggiati sul piano di lavoro e sui cassetti.
    Per la sua sanità mentale, ad Umari avevano un archivio ben organizzato.
    Trovò i registri del mese odierno in meno di venti secondi. Estratto il faldone su cui era stato scritto "Luglio" a caratteri cubitali, Masayoshi iniziò a sfogliarlo.
    Tra il 9 e il 12 Luglio, trovò qualcosa di interessante: una missiva breve, scritta con una calligrafia curata e arrotondata, con la quale si richiedeva aiuto all'Accademia per dei omicidi avvenuti a Tsuya. Fin lì, nulla di strano, se non fosse che la firma fosse di un certo Yoshi Omura. Ricordava quel nome. Era stata la prima vittima di una lunga serie. Come era riuscito a inviare quella lettera?
    Qui c'è scritto che è stata inviata da Yoshi Omura Informò Fudoh, pronto a dare l'allarme se qualcuno si fosse avvicinato all'ingresso.
    Entrambi sorpresi dal mittente, il kiriano chiese allo Shokuto se avesse in mente qualche idea. Non poteva essere stato Yoshi ad avvertire l'Accademia.
    Ci hanno voluti qui. Tutti i Guerrieri del Vuoto...Mormorò tra sé, prima di rispondere all'amico.
    Non ne ho idea...e non penso che abbia importanza a questo punto. Fece spallucce. Non ho nessun jutsu di interrogazione. Abbassò lo sguardo sull'impiegato. E non possiamo forzare troppo la mano. Fudoh lo conosceva bene: lo Shokuto non avrebbe schiaffeggiato un cittadino.
    Controlliamo le comunicazioni verso i territori accademici prima del 8 Luglio Avrebbe buttato un occhio a ogni missiva spedita prima del giorno in cui era avvenuto il primo omicidio, ponendo attenzione ad eventuali messaggi cifrati.

    Se non avesse trovato nient'altro.
    Direi di portare questa missiva ad Akira e a Yato. Poi domani vedremo di carpire quest'informazione dai nemici. Cosa ne dici? Hai altre idee? Aveva riflettuto sul da farsi, ma non aveva idea di cosa fare. Se anche Fudoh avesse concordato di uscire, Masayoshi avrebbe annuito.
    Torniamo dagli altri. Infilò la missiva in tasca e uscì. Non c'era nient'altro da leggere e prelevare lì.

    [Addestramento dei Guerrieri del Vuoto]

    La delusione di non aver ricavato nulla di interessante in quel di Umari lo accompagnò fino al punto d'incontro con Yato e Akira, a cui consegnò la missiva. Tuttavia, lungo la strada che conduceva a Tsuya, Masayoshi non vide l'ora di addestrarsi nell'uso del Vuoto. Nei suoi occhi verdi smeraldo brillava il fuoco della determinazione.
    Non mi sono affatto dimenticato. Esordì, incrociando le braccia al petto.
    Mentre Yato e Fudoh si diressero verso Sareshigami, Masayoshi e Akira cercarono un posto adatto per il loro addestramento.
    Lo trovarono allontanandosi dal sentiero principale.
    Nella vegetazione caratteristica del luogo, nascosto ai visitatori da un fitto intreccio di rami, vi era uno spiazzo circolare con un manto erboso non eccessivamente alto.

    CITAZIONE
    Qui dovrebbe andare bene... Almeno se svieni eviterai di colpire con la testa un ramo! Ahahah! Bene, obiettivo del giorno, riuscire ad utilizzare il Simbolo del Vuoto senza fare la fine del pacco di patate.

    Enunciò il giovane Akira, sedendosi con le gambe incrociate l'una sull'altra.
    Vederlo in quella posa da monaco, il kiriano sembrava una persona diversa, più seria e responsabile; sotto la sua esuberanza che lo faceva apparire come un ninja vivace e infantile, si celava uno degli shinobi più maturi del Continente.
    Il Jinchuuriki si mise al centro, concentrato e motivato.

    CITAZIONE
    Attiva il Sigillo, incanala il Vuoto e poi, quando sarai pronto... Voglio che risvegli il tuo Demone. Sorrisi. Vediamo quel bestione come reagisce... Dobbiamo testare in che modo il tuo corpo risponde a questo doppio fattore... E soprattutto dobbiamo capire se riuscirai a sopportare lo sforzo. Quando avrei gestito entrambe le energie... Prova a colpirmi.

    Il demone aprì gli occhi e le sue antenne di chakra acido si estesero oltre le sbarre di chakra.
    Nel mondo reale, Masayoshi assunse un espressione tra lo stupore e l'incredulità.
    Il potere oscuro di un Bjuu era ben diverso dal dono del Vuoto. Anche solo averlo nominato, si scatenavano in lui emozioni diverse, dalla paura di perdere il controllo fino al terrore di subire le sue angherie e i suoi pensieri di morte.
    L'esperienza di possessione vissuta all'Abete lo aveva segnato nel profondo. Per diverse notti, il solo ricordo del dolore inflittogli dal suo chakra acido lo aveva tenuto sveglio fino alla mattina successiva. Avrebbe preferito svenire come un sacco di patate che diventare l'oggetto della volontà del demone.
    Devo fidarmi di lui. Nella fredda isola dell'Abete, era stata Lianshi in persona a incaricare Akira del loro addestramento.
    Ok, non credo sia buona idea, ma lo farò. Chiuse gli occhi e cercò di tranquillizzarsi. Akira sapeva cosa stava chiedendo. Era l'Undicesimo Guerriero del Vuoto.
    A dire il vero, non so nemmeno come attivare il Sigillo. Aggiunse, unendo i palmi delle mani in contatto davanti al busto. Allargò leggermente le gambe e cercò di richiamare a sé il potere del Vuoto.
    Devo sgombrare la mente...produrre il Vuoto.
    Visualizzò Lianshi, il suo bacio e il tocco con cui gli aveva donato il proprio potere.
    Lentamente riuscì ad eliminare ogni pensiero: dalla paura del demone, stranamente calmo, ai ricordi dello scontro con la Speranza di Hayate, insieme all'Hokage e ad altri ninja. Raggiunse il perfetto stato meditativo dopo una serie di tentativi. Ogni qualvolta sapeva di aver perso la concentrazione o il ritmo del suo respiro, senza alcun lamento o protesta, aveva richiuso gli occhi e ritentato.
    Dopo 30 minuti di assoluto niente, in cui annullare i propri pensieri sembrò non dare i propri frutti, il chunin si vide al centro di quel deserto in cui era stato catapultato la sera prima. Era stato sufficiente un profondo rilassamento, del chakra generato dal Tantien e il pensiero fisso su cosa fosse il Vuoto per lui.
    Assenza di Confini.
    Impiegò diversi secondi per capire che, a differenza di quanto creduto, si trovava in un deserto diverso: prima identici, ora i granelli di sabbia gli apparivano diversi. Alcuni erano tondi, altri spigolosi. Per non parlare dei colori: si andava dal grigio al dorato.
    Dentro di sé, aveva la sensazione che il Vuoto si fosse trasformato. No, non era esatto. Quel luogo era rimasto lo stesso, ma era lui a percepirlo con una declinazione diversa. Il Vuoto di Confini non esisteva nella sua mente.
    Il suo sguardo si posò su un sassolino alla sua destra: era sferico, bianco e quelle peculiarità attirarono la sua attenzione.
    Fin dove la sua vista si spingeva, nessun granello era così perfetto. Sembrava invitarlo ad afferrarlo e il Jinchuuriki non si fece costringere.
    Fece per allungare il braccio destro ma si arrestò. Qualcosa non andava. Nonostante lo vedesse lì, a meno di un metro dalla mano destra, qualcosa gli suggeriva di estendere l'altro arto nella direzione opposta.
    Perché sarebbe uguale? Pensò e quando lo fece, si ritrovò al centro della radura. Il Sigillo del Vuoto si era disattivato.
    Io...io penso...cosa è accaduto? Sussurrò, stanco e con il respiro accelerato. Sudava come una fontana, ma per quanto fosse spossato, non era il tempo di rilassarsi. Senza consentire al Jonin di Kiri di rispondere, Masayoshi chiuse gli occhi e si abbandonò al Vuoto, nuovamente.


    Impiegò meno tempo per fare ritorno in quel maledetto deserto. Quindici minuti, forse addirittura dieci.
    Quando il cielo grigio e privo di sole si estese sopra di lui, oltre all'orizzonte, Masayoshi cercò il suo granello sferico.
    Lo trovò sotto dieci centimetri di sabbia. Sembrava essersi nascosto alla sua vista e ciò rattristò il Jinchuuriki. Per un momento, aveva pensato che quell'oggetto così insignificante, nemmeno reale, lo stesse aiutando ad avvicinarsi alla sua declinazione.
    Si avvicinò e allungò la mano verso il granulo senza riuscire ad afferrarlo. E in quel momento ebbe nuovamente la convinzione di poterlo afferrare dall'alto, da destra, da sinistra...da ogni direzione.
    Non vi fu alcuna domanda o esitazione. Sapeva che le sue dita sarebbero riuscite ad arrivare alla sabbia da ogni lato.
    Alzò il braccio in modo deciso e...
    I suoi occhi si riempirono di sorpresa e felicità.

    Il Jinchuuriki era in piedi, con le mani unite davanti al petto, a pochi metri da un Akira sorridente. Attorno al suo corpo mingherlino, bruciavano fiamme di chakra azzurro emesse dal simbolo che era apparso al centro della sua fronte.
    Ad occhi aperti, le distrazioni aumentarono e la sensazione di perdere il controllo sul Vuoto si fece sempre più forte. I pensieri e le domande si accavallano l'una sull'altra, come una folla davanti a un ricco buffet.
    Rischiava di perdere quel controllo.
    Immerso in quell'aura calda e accogliente, il chunin percepì un grosso peso sul suo stomaco, come se tutto quel potere inespresso pesasse sul suo Tantien.
    Posso...posso provare con il demone. Non ci furono discorsi né raccomandazioni al Rokubi. Alzò le braccia fino alle spalle e lasciò che il chakra del Bjuu fluisse in lui, come aveva già fatto all'Abete.
    L'unione dei due flussi diede vita a un chakra argenteo, potente e meraviglioso da osservare. Il Vuoto non fu destabilizzato dal potere del Sei Code. Era come se i due chakra fossero analoghi, dello stesso tipo e potenza. Oppure, forse più probabile, Il Bjuu era spaesato e sotto controllo del Vuoto concessogli da Lianshi.
    Si sentiva libero, potente, in grado di fare qualsiasi cosa. Si avvicinò ad Akira a passi lenti, sorridente e felice.
    Ce l'ho fatta. Non so ancora usarlo ma lo controllo. Il Bjuu era ancora dietro alle sbarre, fermo e immobile, calmo come mai lo era stato nella sua millenaria vita. Che fosse confuso?
    Masayoshi scattò contro Akira, come quest'ultimo gli aveva ordinato di fare.
    Ho il controllo. Si prepari. In un attimo fu davanti al suo sensei, con il braccio destro piegato dietro la rispettiva spalla.
    Akira lo avrebbe notato un istante prima di Masayoshi.
    Il chakra azzurro del Vuoto non si spense, come sarebbe sembrato a un occhio poco esperto, bensì finì prigioniero e preda di un flusso di chakra nero e oscuro, proveniente da chi, furbo come una volpe, aveva controllato il proprio flusso di chakra per ingannare Akira e soprattutto Masayoshi.

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    Nessuno può controllarmi. L'immagine del demone, maestoso, fiero e potente, accecò il chunin un attimo prima di perdere il controllo, mentre le sue parole cariche di odio echeggiavano come echi lontani nelle regioni più remote del suo spirito. Masayoshi era caduto dentro un flusso di chakra nero fuori controllo. [TA]
    Il volto del chunin mutò all'improvviso. Gli occhi divennero fessure sottili in cui all'interno saettavano pupille interamente nere. I canini si allungarono fino a sporgere all'esterno.
    Akira ebbe poco tempo per reagire. Non fu il braccio destro a scattare in avanti, ma il ginocchio opposto, che si sarebbe alzato nel tentativo di sprofondare nello stomaco o nel viso del kiriano. [SA I]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    Non ci furono pause. Il Jinchuuriki sfruttò il braccio destro già caricato per sferrare un gancio al naso del kiriano. [SA II]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    E quando lo spadaccino si sarebbe aspettato un terzo attacco, il demone sarebbe balzato all'indietro di ben 10 metri. [SA III]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    + Azione Rapida /span>

    Furono due attacchi fisici che per quanto rapidi e potenti non avrebbero impensierito il potente Jonin di Kiri. Il Rokubi stesso ne era consapevole.
    Il fisico di Masayoshi era debole, seppur dotato di molti poteri, tra cui il Kiseki Arancione, incastonato davanti al suo cuore.
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    A distanza, con il volto deturpato dal Rokubi, quest'ultimo avrebbe ringhiato.
    Nessuno è mai riuscito a soggiogarmi. Ogni ninja di Suna che ha sognato di mettermi in catene è morto, impazzito dal mio chakra corrosivo. L'ultimo è stato il monaco cieco di Suna, il prossimo sarà questo idiota debole e stupido...qualsiasi potere esso avrà Le labbra, la mascella e la lingua avevano già iniziato ad opporre resistenza. Per quanto sottomesso dal Rokubi, Masayoshi stava cercando di riprendersi il controllo perduto. Il chakra oscuro divampava e si affievoliva, in un tiro alla fune che vedevano contrapposti il Rokubi da un lato e il chunin dall'altro.
    Forza Akira. Attaccami. Non volevi parlare con me? Mostrami il tuo potere, spaventami se ci riesci...ne ho visti centinaia di tipi come te...così sicuri di sé... Il capo scattò verso destra, poi verso sinistra, inclinandosi quasi al punto di spaventare il kiriano. Il sigillo del Vuoto era riapparso, ma era debole.
    Il Vuoto non può nulla contro il mio chakra e il mio volere. Non pensare affatto che possa soggiogarmi AHAHAHAH Più il suo controllo diminuiva, più le provocazioni del Rokubi divenivano pungenti.
    Kushinada, Tu, il Vuoto...siete solo pulci ai miei occhi. Uccidi questo stupido e affrontarmi se ne hai il coraggio...FORZA! NE HAI IL CORAGGIO? Tuonò con una voce tutt'altro che umana.

    Se Akira avesse esitato, il demone avrebbe allentato la presa su Masayoshi, che nel frattempo cercava in tutti i modi di sottrarsi al controllo del demone. Il chakra demoniaco avrebbe perso intensità a favore del Vuoto.

    Coniglio. Continua a giocare con le tue spade. Le labbra del chunin si sarebbero piegate in un sorriso spaventoso. Constatata la debolezza del kiriano, il Rokubi ritornò nella sua gabbia sghignazzando, spinto dalla pressione del chunin. Lentamente, i lineamenti facciali di Masayoshi si affievolirono, sempre di più, e dopo qualche secondo di silenzio, il chunin aprì i suoi occhi. Il sigillo del Vuoto aveva ripreso vigore. L'aria era rimasta carica di energia negativa. Ansimante, Masayoshi si sarebbe passato una mano tra i capelli.

    Non stuzzicarlo Akira-sama. Lei non può capire cosa prova un Jinchuurki. È un peso che ho accettato come...come un sacrificio affinché nessun ninja di Suna fosse stato costretto a subire le sue torture Lo rimproverò. Era affaticato, in deficit di ossigeno, come se due delle code del demone si fossero strette attorno al suo collo e lo avessero privato del respiro.
    Era così sconvolto che si era dimenticato del potere del Vuoto ancora attivo.

    Ma Akira cosa avrebbe fatto? Avrebbe ceduto alla provocazione del Bjuu?

    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  11. .

    Saper vedere possibilità dove non ce ne sono


    Chapter XI - Amegakure



    Sì, lo sapeva. Restare in un cimitero desolato avrebbe attirato l'attenzione su di sé. Forse era ciò che desiderava, mosso da quella curiosità che ad Ame conduceva dritti tra le braccia della morte. Se ne sarebbe pentito. Quella missione era ben lungi dall'essere conclusa. Le lacrime scendevano copiose sulle sue guance rugose, sgorgate da un paio di occhi rossi che fissavano malinconici la tomba di una certa Ary Kotsuki.

    All'improvviso, a una trentina di metri dalla sua posizione, egli intravide un giovane ragazzo, senza armi né segni particolari, in compagnia di un'anziana signora che ad occhio e croce sembrava avere duecento anni. Quest'ultima avanzava con difficoltà, trascinando le gambe e i piedi gonfi; sulla mano sinistra sorreggeva un elegante ombrello nero di pizzo, che usava a mò di bastone. Procedevano lungo il corridoio principale, laddove sarebbe stato possibile raggiungere la tomba di Toshiro.
    Sono loro. Hanno superato la mia malia Per un attimo pensò di avvicinarsi ai due con una scusa. La sua mente da tossico fu lenta nell'agire. I due lo avevano già adocchiato. A quel punto decise di continuare la recita.
    La sua esperienza gli suggeriva che il ragazzino fosse sotto Henge, ma sulla signora non si sbilanciò: camminare in quel modo non sarebbe stato semplice per un giovane o un ninja di mezz'età. Più la osservava, più aveva la certezza che i suoi muscoli fossero realmente sull'orlo di cedere, fragili come quelle di un'anziana della sua età. E il suo aspetto, tra l'orrido e il malvagio, non aiutava a passare inosservati.

    I due individui si fermarono a una decina di metri dalla tomba di Toshiro, prudenti come cerbiatti in campo aperto. Osservarono il pacco, bianco come la neve, circondato dai petali profumati che Namae aveva sparso sopra per abbellirlo.
    Non si fidano. E quel dettaglio generava un ventaglio di possibilità.
    Che non sapessero della scatola? O temevano la scelta del ninja che era stato incaricato di portare lì il dono? Il sospetto li aveva resi prudenti, e come aveva desiderato, l'attenzione dei due individui planò su quel bizzarro signore in lacrime. Ma ciò che Namae non poté attendersi, fu la capacità della donna di alzare da terra, con un solo movimento dell'indice, massi e lapidi di marmo pieno.
    La convinzione di avere in mano la situazione si sciolse come neve al sole.
    Alzò lo sguardo e tremò, come un ramo investito dalla bufera. Quella manifestazione di pura forza lo aveva gettato nella paura. Non erano semplici intermediari. Rimpianse di non essersene andato e maledì quella fottuta curiosità a cui continuava a dar corda, come le droghe che la notte gli permettevano di spegnere il cervello e riposare affianco a sua figlia. Molti avrebbero perso il controllo, ma Namae non faceva parte di quel gruppo. Era un ninja dei Fiori da parecchi anni, abituato a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
    Prima che la donna lo minacciasse una seconda volta, Namae alzò le mani e, senza sciogliere la Henge, iniziò ad avvicinarsi ai due, senza fretta e movimenti bruschi.
    Sono il Fante di Fiori che è stato incaricato di prelevare quel pacco e appoggiarlo davanti a quella tomba. Rivelò, continuando ad avvicinarsi. Presentarsi con nome e cognome equivaleva a sciogliere la Henge. Per il momento, sarebbe stato sufficiente rivelare solo il suo rango.
    E di riferire della consegna Superò una fila di lapidi e si portò a dieci metri dai due individui e lì si fermò. Aveva mentito, perché la sua missione era già terminata da alcuni minuti. Se era lì a curiosare, era solo per saziare il suo desiderio di conoscere tutto, nemmeno fosse una delle Picche del suo amico Ru-Wai.
    Sciolse la tecnica e aggiunse:
    Scusate il genjutsu, piccola precauzione contro i ladri e i malintenzionati

    CITAZIONE
    Sia come sia, fai da bravo e resta qui dove la nonnina può vederti, si? Anzi, avvicinati, non essere ritroso. Madama Umezawa sa quando i suoi bambini meritano caramelle, così come sa quando meritano bastonate. Spero bene che tu non voglia essere uno del secondo gruppo.

    Impiegò qualche istante per posizionare tutti i tasselli al loro posto. Non aveva mai sentito parlare della Madama di Suna, ma quel nome, Umezawa, e la sua età, gli permisero di capire ciò che andava capito molto prima.
    Quella piccola nonnina dallo sguardo penetrante era uno dei cuori che batteva contro Lei. E con Lei si intendeva la loro diretta superiore, con molta probabilità la Regina o l'Asso. E lui gli aveva appena consegnato, senza saperlo, il pacco che avrebbe dovuto condurla alla morte.
    LEI È MADAMA UMEZAWA! Esclamò tra sé e sé, prima che il fuoco avvolgesse entrambi, lei e il suo fidato guardia spalle.
    Issato a metà altezza dai poteri telecinetici dell'anziana, il pacco era esploso con un fragore che sarebbe stato udibile, con il giusto vento, per oltre metà villaggio di Ame.
    Lingue di fuoco erano divampate davanti agli occhi shockati di Namae. L'aria bollente gli ustionò i capelli e l'abito, costringendolo ad arretrare di qualche passo, mentre davanti a lui, le fiamme consumavano qualunque cosa si fosse trovata all'interno del raggio d'azione della bomba. Una bomba che sembrava essere la somma di una decina di cartebombe.
    Ancora shockato da ciò che aveva assistito, con il bruciore che si già esteso al collo e al mento, le sorprese per l'Oleandro erano appena iniziate: vide la donna uscire dalle fiamme, illesa e colma di rabbia. Gli occhi iniettati di sangue gli uscivano dalle orbite. La sua voce squillante risuonò nel cimitero come un grido di battaglia, rivolto verso colei che aveva osato mancare di rispetto a lei e a suo figlio. Nell'ira del momento, Madama riservò un suo pensiero a Namae, colpevole di averle consegnato quel pacco. Voleva afferrarlo e spremergli ogni informazione. Per un momento, si era dimenticato del ragazzo, ancora vivo ma ustionato.
    Merda!Merda!Merda!Merda!Merda! Ci furono altri epiteti, molto più volgari. Era spacciato, qualunque fosse stata la sua decisione. Si era già accorto di avere la migliore occasione per scappare: Madama piangeva ai piedi della tomba del figlio; il ragazzino, immerso ancora nella coltre di fumo, non sarebbe riuscito ad acciuffarlo con quelle ustioni.
    Ma fuggire dove? I Fiori fedeli alla Regina lo avrebbero trovato e scuoiato vivo, mentre l'Umezawa lo avrebbe spappolato insieme a metà delle rocce presenti nel cimitero, considerato che il suo potere aveva una gittata quasi infinita.
    La sua unica speranza di sopravvivere era fuggire, seminare il ragazzo e abbandonare sia Hounko sia Ame alla prima notte utile, senza far più ritorno. Ma lui non avrebbe mai accettato di abbandonare Ame e sua figlia, perché non poteva esistere un Namae Taiyo fuori da Ame. Qualunque fosse stata la ragione.
    Una valanga di dopamina invase la sua mente. La reazione dell'organismo fu immediata: il cuore decelerò, il respiro divenne regolare e dove sembravano esserci solo problemi, difficoltà e una condanna a morte certa, l'Oleandro vide una possibilità. [Dopamina]2 Unità -> Intuito Viola+3 - 1/2 Basso. Calma Indotta

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    Uscito dal muro di fumo e fiamme, Jin avrebbe visto davanti a sé un altro uomo. Non il signore in lacrime e la schiena inarcata in avanti, bensì un brutto ceffo alto quasi due metri, avvolto in un lungo abito nero e con un volto deturpato da un vasto tatuaggio. Un uomo che aveva già visto, seppur in compagnia di una bambina dai capelli rosa. Si erano incontrati alle porte di Oto, in una notte piovosa. E se avesse ricordato bene, era stato lui a farli entrare dopo un meticoloso controllo.
    Non considerarmi un nemico, ragazzo. Non scappò. Aveva le mani alzate e la sua espressione sembrava realmente dispiaciuta.
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    Madama Uzemawa, io...non sapevo. Disse, avvicinandosi a lei. Non fu facile muovere le gambe verso colei che lo avrebbe potuto uccidere in un comprensibile scatto d'ira.
    Che possa morire se io avessi saputo che il pacco conteneva una bomba per lei. Sapeva bene cosa fare. Seppur senza memoria, la dopamina gli aveva permesso di trovare una strada dove non sembrava essercene una. Tra i due schieramenti, Sangue o Freddo, una era stata bruciata, ma rimaneva l'altra, quella del Sangue. Rivolgersi a quella fazione, dopo avergli consegnato un pacco esplosivo, sarebbe sembrata una pazzia, o un suicidio, ma non lo stava facendo nei panni di un semplice signore anonimo, bensì come Namae Taiyo, che Madame avrebbe potuto riconoscere come uno dei sottoposti di Lord Goemon. Non uno qualunque. Lui era stato il ninja che aveva spazzato via le bande rivali al suo signore e, circa un anno prima, ucciso il famigerato Kagemashira. Non solo, più voci narravano di una sua amicizia con l'Asso di Picche. Per alcuni era un bene, per altri un male, ma i più furbi avrebbero visto in lui qualcuno da poter sfruttare a proprio piacimento. Vivo, s'intende. Namae era tonto, stupido per certi versi, di nascita o forse a causa delle droghe, ma nella criminalità aveva un buon talento. 
    Ho ricevuto l'incarico, ho preso il pacco all'Esclusivo e l'ho consegnato...non ne sapevo nulla della bomba. Disse, balbettando. La paura iniziava a sopraffare gli effetti della dopamina. Sarebbe sopravvissuto solo se la Madama avesse visto in lui qualcuno da poter schierare contro la sua acerrima nemica. E Namae lo sapeva. .mi dispiace Madama. Gli si avvicinò ancora, generando altra dopamina. [Dopamina]2 Unità -> Intuito Viola+3 - 1/2 Basso. Calma Indotta
    Erano a soli quattro metri. La sua vita era nelle mani dell'anziana, che avrebbe potuto percepire l'odore di bruciato provenire dagli abiti e dalle ciocche di capelli dell'Oleandro. Un enorme prezzo da pagare per una scommessa sbagliata.
    Se vorrà uccidermi, le chiedo gentilmente di risparmiare mia figlia e di salvarla dalla vendetta di chi vorrà punirmi perché lei è ancora in vita. Concluse, con la voce distrutta dalle immagini che la sua mente stava producendo al pensiero che sua figlia potesse cadere in mano della fazione del Freddo. Un autolesionismo indotto allo scopo di creare una connessione tra lui e la Madama, fondato sull'essere genitori.

    Se invece vorrà perdonarmi e risparmiarmi, che mi permetta di aiutarla.

    Chakra: 90.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






  12. .

    Scarecrow!


    Chapter VI - Nel Lago della Zanna



    L'aveva colta di sorpresa!
    Per alcuni istanti nuotò nel sangue dell'essere acquatico, rosso come il rubino e caldo come la lava di un vulcano.

    CITAZIONE

    Creatura inferiore! Come osi ferirmi! La mia vendetta sarà implacabile!


    Sebbene lo squarcio fosse ampio e le carni del drago esposte alla gelida acqua del lago, Namae non gioì. Finché non si fosse trovato al di là di quella barriera naturale, nel misterioso villaggio della Zanna di cui Feng Gu gli aveva parlato, la sua vita continuava a essere appesa a un filo. Doveva rimanere concentrato. Ogni distrazione gli sarebbe stata fatale, soprattutto ora che Nami era stata umiliata e bruciava dal desiderio di vendicarsi nel modo più sadico possibile. I suoi occhi ardevano di rabbia, come un incendio fuori controllo. Si preparò al peggio e per un momento pensò che forse, morire con la gola squarciata, sarebbe stato più onorevole che morire con i polmoni pieni di acqua. Ma non aveva intenzione di darsi per vinto.

    La draghessa non lo attaccò in modo diretto, ma iniziò a nuotargli attorno, come il più classico dei predatori, chiudendogli ogni via di fuga. Si muoveva nell'acqua come un sottomarino, mantenendo una distanza tale da risultare occultata alla vista limitata dal Fiore.
    Maledizione. L'acqua gli gorgogliava attorno, accecandolo e assordandolo con il suo ruggito.
    Fu costretto ad affidarsi agli altri sensi, dall'udito al sottovalutato tatto. Se si fosse concentrato, forse sarebbe riuscito a percepire l'origine di quel suono assordante, ovvero Nami stessa, che con il suo corpo affusolato squarciava il fluido come fosse semplice aria.
    Quando capì di essere al centro di un mulinello, fu troppo tardi. Il cuore gli schizzò in gola, con i muscoli contratti da quell'adrenalina che solo lui, e pochi altri nel mondo, riuscivano a sintetizzare a comando. Gli ormoni si erano riversati sull'organismo come un fiume in piena, spazzando via la sensazione di debolezza che lo aveva pervaso quando aveva capito di essere al centro di una trappola.
    Gli arti ripresero forza, i sensi si acuirono e la massa d'acqua rallentò ai suoi occhi. Dimenticandosi di essere in carenza di ossigeno, con una rabbia bestiale che riuscì a controllare a fatica, lo smemorato decise di non cedere a quel dolore sopportabile che si stava diffondendo su tutto il corpo. Rimase fermo come una statua, con l'arma impugnata a mò di lancia. [Danni]Due Leggere (diffuse su tutto il corpo) + Stordito
    È solo una trappola Sapeva che il drago continuava a nuotargli attorno, pronto ad azzannarlo quando avrebbe tentato di uscire dal mulinello. E invece Namae era rimasto lì, con le orecchia dritte e gli occhi ben aperti, pronto a intercettare ogni attacco in arrivo. Nami non si fece attendere e di certo non deluse il Fiore. L'acqua in movimento si arrestò di colpo nel momento esatto in cui la draghessa cambiò direzione, lanciandosi verso di lui, da davanti, con gli artigli esposti e bramosi di sangue.
    Il ninja non dovette nemmeno voltarsi; quando la sagoma nera gli apparì a poco più di un metro, tremolante per l'acqua in movimento, Namae ruotò il polso della mano sinistra, in senso antiorario, per coprire il volto con la lama e il cuore con il manico. L'impatto tra acciaio e artigli fu così violento da spingerlo un metro indietro. Il piatto della lama si era piegata verso la sua fronte, impattando con essa. [SD I]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina)
    Il drago non arrestò né rallentò la sua corsa; gli scivolò alle spalle per colpirlo dove la sua vista non poteva arrivare. Il cervello annebbiato dall'adrenalina gli urlò di voltarsi, di pensare alla schiena, al collo o alla giugulare, eppure non lo fece, come suggerito da quell'esperienza, sepolta nei meandri della sua mente, che gli stava impedendo di sottovalutare la pinna colorata che si stagliava sull'estremità della coda.
    Quando vide l'appendice piegarsi nell'acqua, con il timore che il drago avrebbe potuto azzannarlo alle spalle, il Fiore contrasse gli addominali, inarcò la schiena e senza pensarci due volte eseguì una rapida capriola all'indietro con le gambe piegate sulle ginocchia. Nella rotazione riuscì a intravedere il nemico, la sua coda e quello sguardo assetato di sangue che apparteneva più al mondo dei demoni che a quello degli umani. [SD II]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina)
    Era pronto a colpirlo. Ma dove? La coda lo mancò per pochi centimetri, sferzando l'acqua sopra il suo sterno. Intimorito da ciò che era riuscito a intravedere durante la capriola, il Fiore non attese di ritornare in posizione eretta; disteso con il petto rivolto verso il cielo, Namae capì di dover annullare ogni probabilità di essere colpito al cuore, al collo o al volto. Sentiva il fiato di Nami addosso, il suo desiderio di sottrarre al lago il piacere di uccidere quell'essere inferiore che aveva osato ferirla. Consapevole di essersi abbassato al di sotto del nemico con la mezza capriola, era probabile che quest'ultimo lo avrebbe attaccato di lato o dall'alto.
    Ma dove precisamente? Nascose il volto e il collo tra i suoi arti, evitando di ferirsi con la doppia lama con cui l'aveva umiliata. [SD III]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina) [SA I]Braccio DX era semi paralizzato

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    Mi dispiace Hounko. Era in completa balia del drago. Se fosse stata rapida quanto Feng Gu, era probabile che riuscisse ad arpionargli il collo o il volto e in quel caso la sua vita sarebbe finita lì, lontano da casa, in un lago oscuro e freddo, come un semplice Fante di Fiori. Davanti ai suoi occhi tristi e terrorizzati vi erano solo bolle d'acqua, rumorose come gli scrosci dei tipici temporali della Pioggia.
    Ad un tratto, un dolore lancinante all'avambraccio destro lo accecò e lo fece gridare in modo disumano, come un animale colpito a morte dallo sparo di un cacciatore. [Danni]Due Leggere e Mezze.
    Percepì i denti di Nami trapassargli la carne, quei muscoli che, saturi di adrenalina, non lo sottoponevano ancora alla reale sofferenza di quel colpo che era stato vicino dall'essere mortale. Con la mascella serrata per trattenere dentro di sé un altro grido di dolore, egli si mise nuovamente in posizione eretta, nuotando nel suo stesso sangue, pronto a difendersi da un altro attacco del mostro marino.

    Ora o mai più. Pensò, in mezzo a quell'acqua rossastra che gli impediva di vedere dove e come il suo nemico si era posizionato. Aveva intuito dove si fosse allontanato, ma non riusciva a vederlo con chiarezza con quell'acqua rossastra che si muoveva in tutte le direzioni.
    Non poteva perdere più tempo.
    Ultimi due respiri. Con uno slancio delle gambe si portò dove aveva visto il drago allontanarsi. [SG]Movimento 3 metri
    Vide la fiera draghessa lì dove aveva pensato di trovarla, in attesa del suo arrivo, con quei due piccoli occhi che divampavano ancora di odio e ferocia. Gli era stato sufficiente incrociare il suo sguardo per avere l'assoluta certezza che quel morso sarebbe stato solo l'inizio di molte altre ferite. Se fosse morto in quelle acque, il drago avrebbe fatto scempio delle sue carni, frantumando ogni suo osso, per poi sparpagliare tutto nelle profondità del lago.
    E forse era ciò che Namae attendeva!
    ORA! Approfittò di quella rabbia corrosiva per eseguire il suo genjutsu preferito, con la mano destra che era già uscita dalla sacca porta oggetti, posta appena sotto il rispettivo fianco. [SA I]Movimento Braccio DX Un movimento dell'arto che Namae sperò con tutto il cuore fosse passato inosservato, nascosto da quel sangue che continuava a muoversi attorno alla sua figura.
    Il dolore alla spalla ferita era stato insopportabile, seppur l'adrenalina circolasse ancora nel suo organismo.
    Per la prima volta nella sua nuova vita, il Fiore non combatteva per la sua ambizione, per il desiderio di conquistare un rango più elevato o per ingraziarsi un Asso del suo amato villaggio. Solo ora che la signora morte gli stava affilando la sua lunga falce davanti agli occhi, sogghignandogli, Namae capì finalmente ciò a cui teneva di più al mondo. Non i Fiori. Non Ame. Solo Hounkou. Era lei il suo presente e il suo futuro. Aveva così tanti progetti e prospettive per quella bambina che non poteva accettare di morire in quel villaggio sconosciuto.
    Una voce umana echeggiò sotto di loro, dove quelle piccole luci, simili a torce, illuminavano l'intero lago. Simile a una frase pronunciata da un uomo nascosto, quel suono illusorio era stato creato per catturare l'attenzione del nemico e per imbrigliare la sua mente in una malia piuttosto fastidiosa. [TA]
    Namae si era appena giocato tutto, con un coraggio che non aveva mai saputo di avere. Aveva appena scommesso la sua esistenza sul fatto che il drago fosse troppo arrabbiato con lui per allontanarsi. Sarebbe bastato che il nemico abbassasse il proprio volto in basso, verso quella voce illusoria, affinché il veleno, rilasciato dalle fiale spaccate al momento dell'attivazione del jutsu nel palmo destro del Fiore, che nel mentre si trovava aperto appena sotto il muso del nemico, fluisse nelle sue branchie e in tutto il corpo. [SA II]2 Dosi di Allucinogeno (Scoordinato)+ 2 Dosi Veleno C1 (Riflessi)
    Erborista Illegale -> Modalità assunzione ingerimento. (Sì, so che nell'abilità si parla di Tonici, ma penso sia una mancanza non voluta, perché nel resto delle abilità si parla di Tonici o Veleni. )
    Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2).

    Se devo morire... Grazie alle conoscenze del Fiore, le due sostanze miscelate avrebbero dato vita a un composto in grado di penetrare nell'organismo prevalentemente per ingerimento.

    jpg



    Che io usi le mie armi!!!La morsa del genjutsu e i primi probabili sintomi causati da quel mix di veleno, con cui Namae avrebbe dovuto catturare l'attenzione delle cinque Zanne, sarebbero stati (forse) più che sufficienti per distrarre il nemico per quel microsecondo necessario a sferrare l'affondo decisivo.
    Il braccio sinistro sarebbe scattato dal basso verso l'alto come un fulmine, con l'arma posta in verticale affinché la lama superiore, più vicina al nemico, si conficcasse nel suo mento, uscendo dalla sommità del suo capo allungato dopo avergli trapassato le mucose, la lingua e il cervello. L'adrenalina fluì nel suo corpo in quantità così elevate da cancellare il dolore prodotto dalle fibre muscolari che si strapparono per lo sforzo.
    Avrebbe potuto sferrare un fendente orizzontale, ma aveva deciso di minimizzare la corsa del suo arto per poter prendere alla sprovvista quel maledetto drago che era riuscito a metterlo in difficoltà. [SA III]Velocità: Viola+ 4 (Mediobasso)+3(Adrenalina) -> Nera+3 (OverCAP - CAP a 3 tacche + 4 Nukenin C) -> Semi paralisi
    Forza: Viola
    Potenza 25


    Tra i cunicoli di roccia in cui Feng Gu si trovava, quest'ultimo avrebbe udito un gemito al ricevitore. Sopra di lui, nelle fredde acque del lago, Namae aveva consumato tutto l'ossigeno a disposizione.


    Chakra: 78.75/100
    Vitalità: 10/18
    En. Vitale: 14.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Spostamento
    3: Parata
    Slot Azione
    1: Braccio DX semi paralizzato
    2: Veleni
    3: Affondo
    Slot Tecnica
    1: Tecnica del Richiamo Ammaliante
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  13. .

    Il Labirinto della Congrega


    Bosco dei Sussurri - Chapter III



    Gocce di sangue gorgogliarono dal piccolo taglio che si era inflitto sul palmo della mano destra. Esse seguirono il profilo del polso e poi si schiantarono sul pavimento in pietra, macchiandolo. Dolorante, Yukine si guardò intorno, speranzoso di assistere a qualche mutamento della stanza, mentre con l'altra mano provvedeva a chiudersi i lembi di pelle squarciati dal kunai. [TB]Consumo Basso
    Non accadde nulla e il dolore si trasformò in fastidio.
    Sbatté il piede a terra e mise il broncio, allontanandosi dalla chiazza rossastra che si era allargata sotto di lui. Al fianco dell'amministratrice non si sentiva giudicato, ma non voleva sfigurare e commettere alcun errore. Ci teneva al giudizio della Vipera.

    CITAZIONE

    Se vuoi accecarlo col sangue temo te ne servirà un po' troppo. Hai altro con cui... hmm... Oscurargli la vista?


    No. Rispose seccato. Era chiaro che fosse arrabbiato con se stesso.
    Insieme entrarono nella prima galleria a destra. Dopo pochi passi vennero inghiottiti dal buio e per diversi metri il neo Genin camminò senza l'ausilio della vista. Alle spalle di Hebiko, che lo precedeva di un metro, Yukine avanzò basso, guardingo, con la mano destra sull'elsa della wakizashi. Si sforzò di sostituire il senso annullato con l'udito e l'olfatto, ma ci sarebbero voluti secoli prima che il ragazzino fosse stato in grado di percepire un nemico nell'ombra.
    Raggiunsero un blocco di pietra umida su cui era stato scolpito il volto mostruoso di un volatile, munito di becco e altri dettagli. La scultura era illuminata da una tenue fiamma che danzava sopra una candela consumata.
    Perché un volatile? La vecchia strega non aveva mai menzionato a un Dio dal volto di uccello come quello che aveva davanti, munito di becco e con due orecchie quasi inesistenti. Era quello uno dei loro Dei? Glielo avrebbe chiesto se la signora fosse rimasta lì con loro, invece, aveva deciso di ritornare nella sua strana dimora. Salvo idee da Hebiko, Yukine si sarebbe arreso subito all'idea di tornare indietro.

    Ritornati nella sala, Hebiko decise di numerare ogni galleria. Yukine approvò quella mossa, ma si limitò ad annuire in modo quasi impercettibile. Ora dovevano scegliere quale strada intraprendere.
    Fece fare tutto alla Vipera. Il broncio era quasi scomparso ma aveva bisogno di tempo per superare l'umiliazione e recuperare fiducia in se stesso.

    [Stanza 4]



    Stesso cunicolo del tunnel precedente. Stavolta ciò che apparve davanti al duo fu un piedistallo in legno marcio, su cui qualcuno aveva appoggiato un cuscino così nero da confondersi con l'oscurità. Sopra, lucente come una stella, vi era una sfera rossa.
    Yukine la fissò a lungo, curioso e intimorito. Voleva afferrarla ma non si fidava di quel rosso acceso. Tuttavia, con tutte quelle gallerie che si aprivano nella stanza centrale, il Genin temeva di dover tornare indietro e perdere tempo prezioso per fermare il rito delle streghe.
    Possiamo prenderla? Chiese ad Hebiko. Forse ci servirà da qualche parte. Non lo so. Le piccole labbra del bambino tremarono.
    Se avesse ricevuto una risposta affermativa, il Genin l'avrebbe toccata prima con un dito, poi nel caso in cui sarebbe sembrata sicura, l'avrebbe afferrata con entrambe le mani.

    [Stanza 3]



    Nel passaggio tre, dopo l'ennesimo tratto di oscurità in cui si immerse di controvoglia, il giovane Yukine vide una nuova parete emergere dalle tenebre, questa volta diversa dalla prima. Sui mattoni umidi vi era il rilievo di un uccello con le ali aperte e distese verso l'alto. Sulla sommità di ciascun'ala vi era una cavità di forma sferica. Se a sinistra non vi era nulla, nell'altra brillava una sfera azzurra, molto simile a quella rossa.
    Eccitato alla vista del secondo globo, Yukine si affrettò a scrivere "stanza con il grande uccello" sotto la scultura, servendosi di un altro dei suoi kunai. Non era la più felice delle frasi, ma l'undicenne aveva il dono dell'ingenuità.
    Guarda! Esclamò poi, sorridente. La sfera azzurra aveva scalfito l'ultima traccia di tristezza per l'errore che aveva commesso prima. Ora era felice, quasi allegro, specie se nella stanza 4 fosse stato in grado di convincere Hebiko a prelevare la sfera rossa.
    Possiamo mettere la rossa lì dentro, no? Assomigliava a un gioco che aveva a casa e che sua madre gli aveva acquistato due anni prima. Solo perché il venditore glielo aveva scontato.

    [Se nulla fosse accaduto]


    Mmhh dove possono essere andate le streghe? Chiese ad alta voce, con lo sguardo sull'apertura circolare sotto cui Hebiko aveva scritto il numero 2. Da qualche parte, le donne dovevano essere andate. Nella stanza oltre la galleria due si ergeva una statua in pietra di un mostro possente, con un occhio solo, grande almeno la metà della sua testa. Di primo acchitto, Yukine rabbrividì, poi la sua parte analitica prese il sopravvento e si tranquillizzò. Se fosse esistita un'entità del genere, il suo campo visivo sarebbe stato molto ridotto.
    Su una specie di targa realizzata sul piedistallo che sorreggeva il peso del demone, vi erano le seguenti parole:

    CITAZIONE

    Onore e Gloria a Jun,
    Dio della fortuna e della ricchezza.
    Tramuta in oro tutto ciò che vedi sul nostro cammino
    e divora i nostri nemici nelle tue divine fauci.


    Lesse le parole ad alta voce.
    Sono questi i loro dei. Sospirò. Pensi sia una buona idea rubare questa statuina? Chiese, curioso di sapere cosa fosse accaduto se l'avessero distrutta.

    [...]


    Presa la galleria 1 nel tentativo di ritornare indietro, il duo otese si sarebbe trovato davanti a una stanza identica a quella che si erano lasciati alle spalle. Cinque cunicoli, stesso occhio al centro ma nessuna scritta né macchia di sangue.
    Mannaggia...io odio i labirinti. Piagnucolò.

    jpg



    Chakra: 28/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 300
    Velocità: 300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Lama Interna × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///

  14. .

    Notte nel Tempio


    Villaggio di Tsuya - Chapter IV



    [Radura]


    Topino io?! Ringhiò il piccolo suricato, ferito nell'orgoglio.
    Sono un suricato! Tuonò con la sua voce squillante, guardando in cagnesco anche Masayoshi, che non era riuscito a trattenere una risata. Non poteva biasimare il Jonin. Le dimensioni ridotte e la coda lunga di Koinu lo rendevano simile a un roditore, ma vi erano differenziali sostanziali tra le due famiglie di animali: primo tra tutti, le zanne, poi l'acuta vista e la capacità di generare fuoco dalle fauci.
    Ero a Soyo. Confessò il chunin.
    Prima di ritrovarmi davanti al Veterano e ai suoi scagnozzi. Preferì non ricordare quel giorno.

    [In casa di Rasetsu]


    Devo proprio abituarmi al fatto che mi chiamerai topino? Disse, cercando di nascondere la simpatia che aveva iniziato a nutrire per lo spadaccino.
    All'inizio gli aveva dato parecchio fastidio essere chiamato topo, specie da un giovanotto che non aveva mai visto prima, poi aveva notato che quel ninja si divertiva a storpiare tutti i nomi. Non era stata sua intenzione offenderlo.
    Il termine "Masakoso" lo aveva steso. Quando avrebbe fatto ritorno nell'Anarouch, si era promesso di espandere quel nomignolo tra tutti i suoi simili.
    Ogni qualvolta il Jonin lo chiamava "topino", lui fingeva di arrabbiarsi e con un falso broncio sul volto perlustrava la zona con attenzione.

    Al secondo piano, Masayoshi aveva avuto ben poco da fare e non gli fu difficile accorgersi della reazione di Akira alla vista dei disegni. Si era incuriosito, ma oltre alla battuta sui suoi capelli, che il Jonin sembrò ignorare, il chunin lo lasciò pensare ad alta voce.

    [Fine dell'inseguimento]



    png
    Non so cosa mi sia accaduto. Disse, prima a Koinu e poi ad Akira, visibilmente agitato per la crisi che aveva avuto. Si tastò la fronte, senza percepire nulla.
    Il Simbolo del Vuoto...Era confuso e la stanchezza accumulata non aiutava. Si arrese all'ignoranza e annuì all'ordine del Jonin di rientrare alla base.
    Hoshikuzu? Come poteva essere caduto in mani nemiche? Lui e Hohe erano i ninja più potenti di Suna.
    Serrò i denti.

    [Locanda]



    Fecero ritorno a Tsuya sull'insolito mezzo di trasporto con cui avevano inseguito i nemici.
    Oltre le piccole e gracili mura del villaggio, Masayoshi scorse un sottile filo di fumo salire verso di loro, spinto dal vento che filtrava dai possenti rami di Sareshigami.
    La locanda! Esclamò, indicandola. La nube proveniva dall'edificio in cui aveva incontrato Fudoh, Yato e Akira.
    Atterrarono di fretta e furia. Mentre Akira chiedeva di Fudoh, preoccupato come un genitore, Masayoshi si avvicinò alla signora Oboro, seduta affianco di sua figlia, con lo sguardo rivolto verso i resti dell'edificio.
    La disperazione era pesante, palpabile. Le loro lacrime pesavano come macigni nel cuore dello Shokuto. Dovevano ritrovare Nami, Hoshikuzu e Rasetsu.
    Tra i presenti, fu la signora Oboro a descrivere ciò che era accaduto in loro assenza.

    CITAZIONE
    Ha detto di dire ad Akira ed agli altri due guerrieri del Vuoto che dopodomani mattina, all'alba, li vuole dove tutti i Discendenti erano tenuti prigionieri. Per tutto domani non vi disturberà: ha detto di dirvi saprà se vi avvicinerete e sa che siete andati a vedere l'avamposto e le case delle vittime.
    Se vi avvicinerete prima della data indicata, ucciderà tutti gli ostaggi, prima Tooru, poi Nami, poi un certo Rasettu ed infine il vostro compagno, Hoshi.

    Quel giorno era giunto, il giorno in cui il destino di innocenti e/o amici sarebbe stato nelle sue mani. Rimpianse i tempi dell'Accademia e delle prime missioni, prive di pericoli e responsabilità, dove il suo unico compito era limitarsi ad eseguire alla lettera le indicazioni del caposquadra di turno.
    Fece due profondi respiri. Doveva calmarsi e credere in se stesso.
    Ne aveva superate tante, dal Veterano, ai Kurotempi fino agli Hayate. Hoshikuzu aveva bisogno di lui, del ragazzino dai capelli rossi e bianchi che aveva addestrato e a cui aveva affidato l'arma più potente di Suna. Lianshi-sama aveva creduto così tanto in lui da affidargli il dono del Vuoto. Il Kazekage lo aveva ritenuto degno di possedere uno dei Kiseki di Suna.
    Il Rokubi. Credeva in lui? Dopo l'Abete, il loro rapporto era cambiato. L'aveva odiato per averlo ingannato nel momento in cui aveva più bisogno di lui.
    La rabbia nei suoi confronti era stata così pura che qualche notte aveva sognato di farsi seppellire vivo per condannarlo alla prigionia eterna. Poi la natura umana aveva fatto il suo corso e l'odio era scemato sempre più.
    Posso farcela! Posso liberare tutti quanti. Continuò ad ascoltare la signora.
    Koinu Si passò una mano sul volto stanco. Dopo il controllo medico, prova a intrufolarti tra i detriti. Forse puoi trovare qualcosa che ci possa aiutare. Sussurrò al suo suricato.
    Non credo troverò qualcosa di utile
    Dobbiamo tentare. Cosa avrebbe potuto scoprire il piccolo suricato?

    È solo stanchezza, Yato-san. Mormorò, con il gomito piantato sul ginocchio e la fronte sudata appoggiata sul palmo. Il foglioso lo stava visitando. Chi avrebbe creduto che un giorno si sarebbero trovati faccia a faccia come alleati?

    [Tempio]



    La notte era giunta e la comitiva aveva già raggiunto il Tempio di Sareshigami.
    Masayoshi l'aveva immaginata di dimensioni immense, simili a quelle dell'albero, ma si sbagliava. La casa del sacerdote Mifune era un semplice tempio, sviluppato per lo più in altezza. Era bello e ben curato, con un carica mistica notevole.
    Akira li aveva preceduti e aveva scelto due stanze adiacenti, ai piani più alti.
    Si erano ritrovati lì per fare il punto della situazione. Dopo l'ottimo servizio svolto, Koinu si era congedato per riposarsi nelle grotte torride dell'Anarouch. Il primo a prendere parola fu Akira.
    I Kurotempi. Aveva letto dei fascicoli su di loro. Ci si era imbattuto a Soyo, in una missione accademica piuttosto complessa. In quell'occasione, dopo essere stati attaccati da semplici scagnozzi, il gruppo aveva affrontato colui che era conosciuto con il nome di Incendio. Gatou Warai. Ricordava il suo nome. Era un pazzo scatenato. Per uno scherzo del destino, come quello di dover affrontare un nemico ancora più potente, erano finiti per allearsi.
    Sperò che non tutti gli affiliati di Kurotempi fossero come Gatou.
    Un Kurogane, un Utakata...e Itai. Non conosceva le abilità degli Utakata e quelle del kiriano, amico di Akira. Tra tutti, avrebbe voluto misurarsi con il compaesano. Chissà se il suo nome, Masayoshi Shokuto, gli fosse giunto all'attenzione.

    Sobbalzò quando Akira si rivolse a lui con quel "Tu" quasi gridato. Il suo sguardo era cambiato. Per un momento, Masayoshi si chiese se fosse realmente il Jonin o un suo clone, perché non riusciva più a scorgere l'espressione amichevole e scherzosa che lo caratterizzava. Nei suoi occhi turbinava i cristalli di ghiaccio di Genosha.

    CITAZIONE
    Domani, ci alleneremo tutto il giorno. Quello che è successo oggi non deve riaccadere. Probabilmente sei stato sopraffatto dal mio flusso del Vuoto. Non sai ancora controllare minimante questo potere; non è accettabile, soprattutto se dovremo combattere tra poco più di una giornata.

    Ri-ricevuto. Ventiquattro ore circa per diventare un vero Guerriero del Vuoto.
    A differenza dei suoi compagni, Masayoshi non aveva nulla da riferire. O almeno, non sulla missione. Se all'alba del secondo giorno si sarebbero scontrati con i Kurotempi, il suo caposquadra avrebbe dovuto sapere che nel suo team vi era il Jinchuuriki del Sei Code. Anche a costo di disobbedire agli ordini degli anziani.
    Lasciò ad Akira l'onore di riepilogare cosa avevano scoperto nella radura in cui era stato ucciso Amano.
    CITAZIONE

    Yato-san, se vuoi, domani possiamo vedere di migliorare un pò l'uso di quello distruttivo, gli altri so che li conosci già, Masa-san, tu non so se sei esperto di tutti e tre, se vuoi, posso aiutarti ad apprendere eventuali informazioni in più.

    Gli rivolse un sorriso stanco. Fudoh era l'unico ninja a sapere della sua natura di Jinchuuriki.
    Oggi ho imparato quello distruttivo. Dovrei fare ancora pratica. Mentì. Non voleva apparire presuntuoso. Sarei felice di apprendere da te il chakra repulsivo
    Non riuscì a trattenere uno sbadiglio.
    Yaaaawn...signori, io mi congedo. Ci vediamo domani. Buonanotte. Li salutò con un cenno della mano.
    A differenza degli altri, lui aveva bisogno di riposo.

    [...]



    Con lo sguardo fisso sul soffitto bianco perla, Masayoshi cercò di sprofondare nel tenero abbraccio di Morfeo, ma i suoi pensieri erano implacabili e la mente rimuginava su ciò che era accaduto nel deserto azzurro in cui era apparso. Era stato pazzesco e allo stesso tempo terrificante. Riusciva a percepire sulla pelle le liane invisibili che avevano cercato di strangolarlo. Cos'era quel posto? Come ci era finito?
    Se solo Lianshi fosse qui. Sbuffò, girandosi nel letto prima a destra e poi a sinistra, come una trottola.

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    Hai paura. Come sempre.


    Quella massa di odio era in grado di fiutare i momenti meno opportuni per emergere dal proprio letargo.
    Lo ignorò, ma ci voleva ben altro per farlo desistere.

    Speriamo che l'abbiano già ucciso. Secondo me lo stanno torturando.


    Si riferiva a Hoshikuzu, colpevole di averlo chiuso in un'altra prigione. Un urlo di dolore rimbombò al suo interno.

    Sei patetico. Inutile! Mi libererò e di ridurrò in tanti piccoli granelli di sabbia.


    Dovette sorbirsi insulti e minacce per ben due ore, poi lo lasciò riposare, non prima di essersi congedato con un risata così malvagia da farlo tremare dalla paura.
    Se solo potessi usare il Vuoto contro di te. Urlò dentro di sé. Forse fu proprio quel pensiero dettato dall'ira a permettergli di far ritorno in quel mondo che non aveva ancora compreso. I suoi occhi ruotarono e il simbolo riaffiorò al centro della sua fronte.

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    Si materializzò al centro di quel deserto privo di sole e di nuvole.
    In piedi, con le braccia distese lungo il corpo, Masayoshi volteggiava a pochi centimetri dalla sabbia. Ovunque quel luogo si trovasse, non aveva subito mutamenti dalla sua prima visita.
    Al primo pensiero che la sua mente formulò, il chunin percepì nuovamente una pressione sul suo collo. Era debole, quasi impercettibile, ma se avesse perso il controllo di sé stesso, la morsa sarebbe diventata mortale in meno di un secondo. Ma qualcosa sembrò aiutarlo. Non fu una voce ma la consapevolezza di chiudere gli occhi e spegnere la propria mente.
    Per un abitante del deserto, il Vuoto era una distesa di sabbia fredda, immobile e senza vita, sia nei cieli sia nelle profondità delle grotte che aveva spesso visitato in compagnia dei suricati.
    Non immaginò nulla né si impose di rilassarsi. Doveva scavarsi dentro e trovare il Vuoto. Doveva annullarsi. Diventare un tutt'uno con ciò che lo circondava.
    Facile a dirsi e difficile a farsi, quando il cuore batteva all'impazzata.
    Il Vuot...Aaagh. Fece un passo falso e la morsa al collo peggiorò. In quello stato di rilassamento profondo, la sua soglia di sopportazione era migliorata. Purtroppo, ciò che il Vuoto gli richiedeva era qualcosa in più, qualcosa che il chunin non era ancora in grado di concepire appieno. E lui era la persona meno preposta, perché annullare il Rokubi era un impresa impossibile, come comprimere una montagna e chiuderla in un piccolo pacco da regalo.
    Rokubi. Si sentì soffocare, ma prima di lasciare quel mondo, Masayoshi sgranò le palpebre. Dov'era il Bjuu? Che non fosse lì con lui?
    Dove sono realmente?

    Davanti a sé prese forma e colore il soffitto della stanza.
    Riempì i polmoni di ossigeno, con le mani sul collo per liberarsi da quelle corde invisibili che lo stavano strangolando.
    Era... Non riuscì a finire la frase.

    Sono sempre qui. In questa gabbia! In questa prigione! In questa tortura!


    Perché non ti sentiv..

    E pensi che io te lo dica? AHAHAAHHAA Da...me...non avrai alcun aiuto.


    Mi aiuterà Akira. Domani.
    Avrebbe dovuto darsi una sciacquata, ma rinviò tutto al mattino successivo. Ansimante e sudato, il chunin non aveva nemmeno le forze per alzarsi.

    [Mattina successiva]


    Il mattino successivo, dopo essersi lavato e aver recuperato l'equipaggiamento vicino al letto, Masayoshi si diresse nel punto d'incontro. Era eccitato all'idea di approfondire il potere del Vuoto. Proprio in quell'occasione, senza Yato nei paraggi, il Jinchuuriki aveva intenzione di confessare al Jonin la sua vera natura, come aveva fatto in passato con il medico di Kiri.

    Per la mattinata, Fudoh aveva altre idee: addestrarsi nel terzo controllo del chakra, quello repulsivo.
    Forse dovrei impararlo Avrebbe preferito fare altro, ma saper controllare gli effetti del chakra era fondamentale per un chunin come lui. Inoltre, doveva far pratica con il chakra distruttivo.
    Se Akira fosse stato d'accordo, Masayoshi avrebbe accettato la sfida di Fudoh e rinviato al pomeriggio il loro allenamento con il Vuoto.

    Ascoltata la spiegazione del barbone, Masayoshi decise di provare per secondo.
    Quando giunse il suo turno, il chunin fece due profondi respiri, poi corse alla massima velocità verso l'albero.
    Devo spingermi in alto con il chakra. Si ricordò, mentre il piede destro aderiva per primo sulla superficie lignea. Saettò verso l'alto, muovendosi a zig-zag, con i pugni alzati, pronti a spaccare i rami più ostici che si sarebbero trovati sulla sua strada.
    Il primo pugno carico di chakra, rilasciato nell'istante stesso del contatto, mandò in frantumi un grosso tronco. Poi si spostò a destra e ne spaccò un altro più piccolo, senza rallentare. Vide davanti a sé, a quindici metri, il punto in cui spiccare il volo.
    Accelerò e si preparò al primo tentativo di richiamare a sé quel tipo di chakra.
    Ce l'avrebbe fatta? O avrebbe fallito? Non era un Genin inesperto, bensì un chunin, ma non poteva definirsi un vero talento. Lui faceva parte del gruppo di persone che aveva bisogno di pratica per apprendere un arte.
    Credette nel successo e fece male, perché il chakra fluì sotto le piante dei piedi troppo tardi e l'effetto repulsivo si generò solo in parte e nel momento sbagliato. Percepì una spinta intensa provenire sotto di lui, forza che si smorzò quasi subito, facendogli spiccare il volo come un uccello ferito.
    Per sua fortuna, lo slancio non gli fece perdere l'equilibrio.
    Sebbene non fosse riuscito ad atterrare sul tronco opposto, a circa dieci metri di distanza, Masayoshi cadde sopra un grosso ramo in basso, non prima di aver frantumato alcuni sottili rami che erano entrati a contatto con i suoi piedi colmi di chakra distruttivo.

    Arrabbiato con se stesso per l'errore commesso e il rischio corso, il chunin ritornò dai suoi amici, determinato a riprovarci, più e più volte, quanto fosse necessario per apprendere anche la terza e ultima arte del chakra.


    [...]


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  15. .

    Corsa nel Lago


    Chapter V - Verso la vera Zanna (forse)



    In una piccola radura poco lontana dal lago su cui era sorto quel piccolo paesino lugubre, Namae era riuscito a intrattenere i tre ninja con un lungo monologo.

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    La calma indotta dalla dopamina gli aveva consentito di parlare con tranquillità, come si fa tra amici e conoscenti, quando non si è minacciati e non si deve temere di essere uccisi per una frase sbagliata. I misteriosi individui erano rimasti fermi ad ascoltarlo, attenti ad afferrare le poche rivelazioni che ogni tanto il Fiore di Ame gettava nel discorso. E l'orologio macinava secondi su secondi; istanti concessi a Feng Gu per accorgersi della sua assenza e trovarlo fuori dal villaggio.

    CITAZIONE

    Quindi...tradiresti il Mastino? Abbiamo Ryo e risorse, senza contare che potremmo garantire la tua incolumità. Quando avremo il pieno controllo di questo luogo potrebbero farci utili dei contatti con un mercante.


    Alla domanda diretta del pescatore, Namae accennò un sorriso. Si era guadagnato la loro fiducia. Rispondendo con un "no", si sarebbero avventati su di lui, uccidendolo; con un "sì", invece, sperava che i cloni lo lasciassero andare con la promessa di consegnargli il Mastino in breve tempo. In quel caso, lo smemorato si sarebbe potuto organizzare per liberarsi dai fiori che giacevano nella tasca del suo abito, con i petali rossi che sbucavano dalla stessa.
    L'idea di tradire Ru-Wai non gli era passata per la testa. Tradire un Asso significava tradire Ame, il villaggio che amava e che aveva giurato di proteggere anche a costo della vita.
    Bhé...prima di tutto dovrete darmi la vostra parola di non manovrarmi come un burattino Incrociò le massicce braccia davanti al petto. Tutto si basa sulla fiducia Senza la dopamina, non sarebbe riuscito a partorire quella menzogna. Nella Pioggia contavano solo i soldi e il potere. Lui stesso era lì sia per Ame sia per guadagnarsi l'aiuto di Feng gu per la sua scalata nei Fiori. 

    CITAZIONE

    Amico mercante, hai trovato qualcuno a cui offrire i tuoi prodotti?


    La voce del mercenario investì i presenti. Lo vide apparire dietro i tre cloni, dubbioso su ciò che i suoi occhi stavano osservando: il mercante che aveva portato con sé stava dialogando con tre ninja della Zanna...in disparte, come se avessero qualcosa da nascondergli. Avrebbe potuto capire il suo sospetto. Sperò che il mercenario non avesse udito nulla della loro discussione.
    Tre contro uno, non avevo scelta. Si giustificò tra sé e sé mentre l'Asso si rivolgeva alla fioraia con quel nomignolo che aveva udito mezz'ora prima.

    Parlarono e Namae ascoltò, in silenzio.
    Un fugace sorriso apparve sul suo volto quando Feng Gu lo presentò come un mercante del suo villaggio. L'ansia scomparve e una sensazione di sollievo lo avvolse in un caldo abbraccio: era ancora al fianco dell'Asso e i tre cloni non lo avrebbero potuto accusare di aver detto delle menzogne. Ma era chiaro che la situazione si stava scaldando.
    Come sapeva di aver imparato nei bassifondi di Ame, anche se non lo ricordava, agire in anticipo era fondamentale, perciò nascosto nel suo silenzio, immobile come una statua, Namae eseguì la sua prima mossa. [TA]
    I tre ninja avrebbero udito un sottile fruscio provenire dalla vegetazione che circondava lo spiazzo, come se qualcuno o qualcosa stesse strisciando dietro di loro per colpirli alle spalle. E con quel suono che poteva essere stato causato dal semplice vento che sferzava il villaggio e il lago, i tre sarebbero stati tentati di controllare cosa si celasse nella vegetazione circostante.
    Quel genjutsu avrebbe potuto innescare uno scontro, ne era consapevole, ma quante probabilità c'erano che i cloni dessero la colpa all'Oleandroi? Avrebbero incolpato il mercenario e si sarebbero scagliati su di lui senza remore. A quel punto, lo smemorato ne avrebbe approfittato per colpirli con i suoi taijutsu e i suoi veleni.

    All'improvviso, con lo sguardo fisso sul suo alleato, Namae si accorse che Feng Gu non c'era più. Era scomparso.
    Riuscì a scorgere una scia di colori muoversi verso di lui, a una velocità inconcepibile per il Fante di Ame.  In quel frangente, non pensò a nulla. Non ne ebbe il tempo per la rapidità dell'Asso e per lo shock di vederselo arrivare contro come un toro. Con la dopamina che andava scemando, lo smemorato percepì qualcosa di bianco sibilare sotto di lui, vicino ai fiori che aveva accettato dalla signorina che lo aveva condotto lì.
    Cos... Si sentì afferrare la spalla e trascinare da una forza spaventosa. La figura di Feng Gu si era materializzata al suo fianco un attimo prima che l'aria posta in movimento dal suo amico lo investisse.
    Capì cosa fare.
    Facendo perno sul piede sinistro, ruotò il corpo e iniziò a correre nella stessa direzione dell'Asso.
    Il mio jutsu dovrebbe rallentarli. Pensò, cercando di tenere a bada la rabbia che l'adrenalina gli produceva dentro. [Adrenalina]Chakra: 1/2 Basso. Adrenalina 2 Unità.
    Velocità: Viola + 4.
    [SA I + Abilità]I SA - Movimento - 24 metri
    Doveva pensare a correre, a muovere le gambe il più velocemente possibile per tenere il passo del mercenario, il quale aveva già pensato a tutto: la sua fenice si era portata sopra di loro, con le ali distese e gli artigli tesi in avanti per afferrarli e portarli lontano.
    Appena i piedi persero il contatto con il suolo, Feng Gu gli chiese:

    CITAZIONE

    Come si chiama la bambina dell'Ultimo Rifugio? La risposta sbaglia non è ammessa.


    Hounkou Rispose, prima che l'altro finisse la sua frase.

    CITAZIONE

    Dei cloni stanno cercando di prendere il controllo del villaggio, non so molto di più, ma il vero villaggio è 40 metri sotto la superficie del lago, quindi preparati ad una nuotata.


    Come l'ha scoperto?
    Volevano sapere chi tu fossi. Siamo stati percepiti dal clone di un certo Rintaro! Rivelò, mentre l'altro gli consegnava quello che sembrava essere un respiratore fatto di ossa, utile per ciò che avrebbero tentato di fare. Entrare nella Zanna nuotando!!
    Come riuscirò a capire se chi incontrerò lì sotto sono dei cloni o no? Feng Gu doveva fornirgli delle informazioni su tutti, o quasi, i ninja della Zanna. In quel momento non aveva bisogno di sapere le abilità o le tecniche speciali degli Zannosi, ciò che gli stava chiedendo erano dettagli di cui solo Feng Gu doveva essere a conoscenza. Li avrebbe condivisi con il Fante?
    Devo poterli mettere alla prova, come faremo entrambi quando ci vedremo. Stava dando per scontato che sarebbero riusciti a entrare in quel villaggio speciale.

    Con il respiratore a coprirgli parte del suo tatuaggio, egli si lanciò nel lago insieme al suo amico. Per non rischiare di impattare l'acqua di pancia o di schiena, Namae raccolse le ginocchia al petto per eseguire un tuffo a bomba poco elegante ma funzionale.
    L'acqua gelida lo bagnò dalla punta dei piedi fino ai capelli, mozzandogli il fiato per alcun istanti. Brividi di freddo scossero i suoi muscoli, che ben presto sarebbero stati messi a dura prova.
    Quaranta metri. Aprì gli occhi sott'acqua. Dal pelo libero sopra di loro, la luce solare penetrava in profondità per i primi quattro o cinque metri, poi tutto diveniva tenebra e per lui sarebbe stato impossibile percepire con la vista trappole o attacchi.
    Devo nuotare. Si urlò mentre un mix di adrenalina e di somatotropina fluiva nel suo corpo per vincere il primo attrito. [Ormoni]Adrenalina + Somatotropina.
    2 Unità ciascuno. 1 Basso.
    Forza: Viola + 4 (+2 Unità degli Arti)
    Velocità: Viola + 4

    Il cuore accelerò i propri battiti e la somatotropina gonfiò a dismisura i muscoli delle sue braccia, rendendoli simili a grossi remi. Con la prima bracciata riuscì a muoversi alla stessa velocità di Feng gu, poi rallentò un po' ma l'Asso sembrava trascinarlo con sé senza particolari problemi.
    L'Oleandro nuotava come un delfino. L'intero corpo si muoveva sinuosamente e gli arti disegnavano traiettorie sempre uguali, assimilate da fanciullo grazie agli insegnamenti di una persona che era scomparsa dalla sua memoria. Chissà se un giorno sarebbe entrato in possesso del suo passato. Scagliò lontano quel pensiero.
    Non ho mai nuotato da quando sono uno dei Fiori. Doveva fare ritorno a casa e insegnare a Hounkou come nuotare.

    Speriamo non ci siano trappole ad aspettarci. Esclamò, preoccupato. [II e III Slot Azione]II e III SA - Movimento - 48 metri

    Chakra: 96/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







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