Posts written by Roroo 2.0

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    Notte nel Tempio


    Villaggio di Tsuya - Chapter IV



    [Radura]


    Topino io?! Ringhiò il piccolo suricato, ferito nell'orgoglio.
    Sono un suricato! Tuonò con la sua voce squillante, guardando in cagnesco anche Masayoshi, che non era riuscito a trattenere una risata. Non poteva biasimare il Jonin. Le dimensioni ridotte e la coda lunga di Koinu lo rendevano simile a un roditore, ma vi erano differenziali sostanziali tra le due famiglie di animali: primo tra tutti, le zanne, poi l'acuta vista e la capacità di generare fuoco dalle fauci.
    Ero a Soyo. Confessò il chunin.
    Prima di ritrovarmi davanti al Veterano e ai suoi scagnozzi. Preferì non ricordare quel giorno.

    [In casa di Rasetsu]


    Devo proprio abituarmi al fatto che mi chiamerai topino? Disse, cercando di nascondere la simpatia che aveva iniziato a nutrire per lo spadaccino.
    All'inizio gli aveva dato parecchio fastidio essere chiamato topo, specie da un giovanotto che non aveva mai visto prima, poi aveva notato che quel ninja si divertiva a storpiare tutti i nomi. Non era stata sua intenzione offenderlo.
    Il termine "Masakoso" lo aveva steso. Quando avrebbe fatto ritorno nell'Anarouch, si era promesso di espandere quel nomignolo tra tutti i suoi simili.
    Ogni qualvolta il Jonin lo chiamava "topino", lui fingeva di arrabbiarsi e con un falso broncio sul volto perlustrava la zona con attenzione.

    Al secondo piano, Masayoshi aveva avuto ben poco da fare e non gli fu difficile accorgersi della reazione di Akira alla vista dei disegni. Si era incuriosito, ma oltre alla battuta sui suoi capelli, che il Jonin sembrò ignorare, il chunin lo lasciò pensare ad alta voce.

    [Fine dell'inseguimento]



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    Non so cosa mi sia accaduto. Disse, prima a Koinu e poi ad Akira, visibilmente agitato per la crisi che aveva avuto. Si tastò la fronte, senza percepire nulla.
    Il Simbolo del Vuoto...Era confuso e la stanchezza accumulata non aiutava. Si arrese all'ignoranza e annuì all'ordine del Jonin di rientrare alla base.
    Hoshikuzu? Come poteva essere caduto in mani nemiche? Lui e Hohe erano i ninja più potenti di Suna.
    Serrò i denti.

    [Locanda]



    Fecero ritorno a Tsuya sull'insolito mezzo di trasporto con cui avevano inseguito i nemici.
    Oltre le piccole e gracili mura del villaggio, Masayoshi scorse un sottile filo di fumo salire verso di loro, spinto dal vento che filtrava dai possenti rami di Sareshigami.
    La locanda! Esclamò, indicandola. La nube proveniva dall'edificio in cui aveva incontrato Fudoh, Yato e Akira.
    Atterrarono di fretta e furia. Mentre Akira chiedeva di Fudoh, preoccupato come un genitore, Masayoshi si avvicinò alla signora Oboro, seduta affianco di sua figlia, con lo sguardo rivolto verso i resti dell'edificio.
    La disperazione era pesante, palpabile. Le loro lacrime pesavano come macigni nel cuore dello Shokuto. Dovevano ritrovare Nami, Hoshikuzu e Rasetsu.
    Tra i presenti, fu la signora Oboro a descrivere ciò che era accaduto in loro assenza.

    CITAZIONE
    Ha detto di dire ad Akira ed agli altri due guerrieri del Vuoto che dopodomani mattina, all'alba, li vuole dove tutti i Discendenti erano tenuti prigionieri. Per tutto domani non vi disturberà: ha detto di dirvi saprà se vi avvicinerete e sa che siete andati a vedere l'avamposto e le case delle vittime.
    Se vi avvicinerete prima della data indicata, ucciderà tutti gli ostaggi, prima Tooru, poi Nami, poi un certo Rasettu ed infine il vostro compagno, Hoshi.

    Quel giorno era giunto, il giorno in cui il destino di innocenti e/o amici sarebbe stato nelle sue mani. Rimpianse i tempi dell'Accademia e delle prime missioni, prive di pericoli e responsabilità, dove il suo unico compito era limitarsi ad eseguire alla lettera le indicazioni del caposquadra di turno.
    Fece due profondi respiri. Doveva calmarsi e credere in se stesso.
    Ne aveva superate tante, dal Veterano, ai Kurotempi fino agli Hayate. Hoshikuzu aveva bisogno di lui, del ragazzino dai capelli rossi e bianchi che aveva addestrato e a cui aveva affidato l'arma più potente di Suna. Lianshi-sama aveva creduto così tanto in lui da affidargli il dono del Vuoto. Il Kazekage lo aveva ritenuto degno di possedere uno dei Kiseki di Suna.
    Il Rokubi. Credeva in lui? Dopo l'Abete, il loro rapporto era cambiato. L'aveva odiato per averlo ingannato nel momento in cui aveva più bisogno di lui.
    La rabbia nei suoi confronti era stata così pura che qualche notte aveva sognato di farsi seppellire vivo per condannarlo alla prigionia eterna. Poi la natura umana aveva fatto il suo corso e l'odio era scemato sempre più.
    Posso farcela! Posso liberare tutti quanti. Continuò ad ascoltare la signora.
    Koinu Si passò una mano sul volto stanco. Dopo il controllo medico, prova a intrufolarti tra i detriti. Forse puoi trovare qualcosa che ci possa aiutare. Sussurrò al suo suricato.
    Non credo troverò qualcosa di utile
    Dobbiamo tentare. Cosa avrebbe potuto scoprire il piccolo suricato?

    È solo stanchezza, Yato-san. Mormorò, con il gomito piantato sul ginocchio e la fronte sudata appoggiata sul palmo. Il foglioso lo stava visitando. Chi avrebbe creduto che un giorno si sarebbero trovati faccia a faccia come alleati?

    [Tempio]



    La notte era giunta e la comitiva aveva già raggiunto il Tempio di Sareshigami.
    Masayoshi l'aveva immaginata di dimensioni immense, simili a quelle dell'albero, ma si sbagliava. La casa del sacerdote Mifune era un semplice tempio, sviluppato per lo più in altezza. Era bello e ben curato, con un carica mistica notevole.
    Akira li aveva preceduti e aveva scelto due stanze adiacenti, ai piani più alti.
    Si erano ritrovati lì per fare il punto della situazione. Dopo l'ottimo servizio svolto, Koinu si era congedato per riposarsi nelle grotte torride dell'Anarouch. Il primo a prendere parola fu Akira.
    I Kurotempi. Aveva letto dei fascicoli su di loro. Ci si era imbattuto a Soyo, in una missione accademica piuttosto complessa. In quell'occasione, dopo essere stati attaccati da semplici scagnozzi, il gruppo aveva affrontato colui che era conosciuto con il nome di Incendio. Gatou Warai. Ricordava il suo nome. Era un pazzo scatenato. Per uno scherzo del destino, come quello di dover affrontare un nemico ancora più potente, erano finiti per allearsi.
    Sperò che non tutti gli affiliati di Kurotempi fossero come Gatou.
    Un Kurogane, un Utakata...e Itai. Non conosceva le abilità degli Utakata e quelle del kiriano, amico di Akira. Tra tutti, avrebbe voluto misurarsi con il compaesano. Chissà se il suo nome, Masayoshi Shokuto, gli fosse giunto all'attenzione.

    Sobbalzò quando Akira si rivolse a lui con quel "Tu" quasi gridato. Il suo sguardo era cambiato. Per un momento, Masayoshi si chiese se fosse realmente il Jonin o un suo clone, perché non riusciva più a scorgere l'espressione amichevole e scherzosa che lo caratterizzava. Nei suoi occhi turbinava i cristalli di ghiaccio di Genosha.

    CITAZIONE
    Domani, ci alleneremo tutto il giorno. Quello che è successo oggi non deve riaccadere. Probabilmente sei stato sopraffatto dal mio flusso del Vuoto. Non sai ancora controllare minimante questo potere; non è accettabile, soprattutto se dovremo combattere tra poco più di una giornata.

    Ri-ricevuto. Ventiquattro ore circa per diventare un vero Guerriero del Vuoto.
    A differenza dei suoi compagni, Masayoshi non aveva nulla da riferire. O almeno, non sulla missione. Se all'alba del secondo giorno si sarebbero scontrati con i Kurotempi, il suo caposquadra avrebbe dovuto sapere che nel suo team vi era il Jinchuuriki del Sei Code. Anche a costo di disobbedire agli ordini degli anziani.
    Lasciò ad Akira l'onore di riepilogare cosa avevano scoperto nella radura in cui era stato ucciso Amano.
    CITAZIONE

    Yato-san, se vuoi, domani possiamo vedere di migliorare un pò l'uso di quello distruttivo, gli altri so che li conosci già, Masa-san, tu non so se sei esperto di tutti e tre, se vuoi, posso aiutarti ad apprendere eventuali informazioni in più.

    Gli rivolse un sorriso stanco. Fudoh era l'unico ninja a sapere della sua natura di Jinchuuriki.
    Oggi ho imparato quello distruttivo. Dovrei fare ancora pratica. Mentì. Non voleva apparire presuntuoso. Sarei felice di apprendere da te il chakra repulsivo
    Non riuscì a trattenere uno sbadiglio.
    Yaaaawn...signori, io mi congedo. Ci vediamo domani. Buonanotte. Li salutò con un cenno della mano.
    A differenza degli altri, lui aveva bisogno di riposo.

    [...]



    Con lo sguardo fisso sul soffitto bianco perla, Masayoshi cercò di sprofondare nel tenero abbraccio di Morfeo, ma i suoi pensieri erano implacabili e la mente rimuginava su ciò che era accaduto nel deserto azzurro in cui era apparso. Era stato pazzesco e allo stesso tempo terrificante. Riusciva a percepire sulla pelle le liane invisibili che avevano cercato di strangolarlo. Cos'era quel posto? Come ci era finito?
    Se solo Lianshi fosse qui. Sbuffò, girandosi nel letto prima a destra e poi a sinistra, come una trottola.

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    Hai paura. Come sempre.


    Quella massa di odio era in grado di fiutare i momenti meno opportuni per emergere dal proprio letargo.
    Lo ignorò, ma ci voleva ben altro per farlo desistere.

    Speriamo che l'abbiano già ucciso. Secondo me lo stanno torturando.


    Si riferiva a Hoshikuzu, colpevole di averlo chiuso in un'altra prigione. Un urlo di dolore rimbombò al suo interno.

    Sei patetico. Inutile! Mi libererò e di ridurrò in tanti piccoli granelli di sabbia.


    Dovette sorbirsi insulti e minacce per ben due ore, poi lo lasciò riposare, non prima di essersi congedato con un risata così malvagia da farlo tremare dalla paura.
    Se solo potessi usare il Vuoto contro di te. Urlò dentro di sé. Forse fu proprio quel pensiero dettato dall'ira a permettergli di far ritorno in quel mondo che non aveva ancora compreso. I suoi occhi ruotarono e il simbolo riaffiorò al centro della sua fronte.

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    Si materializzò al centro di quel deserto privo di sole e di nuvole.
    In piedi, con le braccia distese lungo il corpo, Masayoshi volteggiava a pochi centimetri dalla sabbia. Ovunque quel luogo si trovasse, non aveva subito mutamenti dalla sua prima visita.
    Al primo pensiero che la sua mente formulò, il chunin percepì nuovamente una pressione sul suo collo. Era debole, quasi impercettibile, ma se avesse perso il controllo di sé stesso, la morsa sarebbe diventata mortale in meno di un secondo. Ma qualcosa sembrò aiutarlo. Non fu una voce ma la consapevolezza di chiudere gli occhi e spegnere la propria mente.
    Per un abitante del deserto, il Vuoto era una distesa di sabbia fredda, immobile e senza vita, sia nei cieli sia nelle profondità delle grotte che aveva spesso visitato in compagnia dei suricati.
    Non immaginò nulla né si impose di rilassarsi. Doveva scavarsi dentro e trovare il Vuoto. Doveva annullarsi. Diventare un tutt'uno con ciò che lo circondava.
    Facile a dirsi e difficile a farsi, quando il cuore batteva all'impazzata.
    Il Vuot...Aaagh. Fece un passo falso e la morsa al collo peggiorò. In quello stato di rilassamento profondo, la sua soglia di sopportazione era migliorata. Purtroppo, ciò che il Vuoto gli richiedeva era qualcosa in più, qualcosa che il chunin non era ancora in grado di concepire appieno. E lui era la persona meno preposta, perché annullare il Rokubi era un impresa impossibile, come comprimere una montagna e chiuderla in un piccolo pacco da regalo.
    Rokubi. Si sentì soffocare, ma prima di lasciare quel mondo, Masayoshi sgranò le palpebre. Dov'era il Bjuu? Che non fosse lì con lui?
    Dove sono realmente?

    Davanti a sé prese forma e colore il soffitto della stanza.
    Riempì i polmoni di ossigeno, con le mani sul collo per liberarsi da quelle corde invisibili che lo stavano strangolando.
    Era... Non riuscì a finire la frase.

    Sono sempre qui. In questa gabbia! In questa prigione! In questa tortura!


    Perché non ti sentiv..

    E pensi che io te lo dica? AHAHAAHHAA Da...me...non avrai alcun aiuto.


    Mi aiuterà Akira. Domani.
    Avrebbe dovuto darsi una sciacquata, ma rinviò tutto al mattino successivo. Ansimante e sudato, il chunin non aveva nemmeno le forze per alzarsi.

    [Mattina successiva]


    Il mattino successivo, dopo essersi lavato e aver recuperato l'equipaggiamento vicino al letto, Masayoshi si diresse nel punto d'incontro. Era eccitato all'idea di approfondire il potere del Vuoto. Proprio in quell'occasione, senza Yato nei paraggi, il Jinchuuriki aveva intenzione di confessare al Jonin la sua vera natura, come aveva fatto in passato con il medico di Kiri.

    Per la mattinata, Fudoh aveva altre idee: addestrarsi nel terzo controllo del chakra, quello repulsivo.
    Forse dovrei impararlo Avrebbe preferito fare altro, ma saper controllare gli effetti del chakra era fondamentale per un chunin come lui. Inoltre, doveva far pratica con il chakra distruttivo.
    Se Akira fosse stato d'accordo, Masayoshi avrebbe accettato la sfida di Fudoh e rinviato al pomeriggio il loro allenamento con il Vuoto.

    Ascoltata la spiegazione del barbone, Masayoshi decise di provare per secondo.
    Quando giunse il suo turno, il chunin fece due profondi respiri, poi corse alla massima velocità verso l'albero.
    Devo spingermi in alto con il chakra. Si ricordò, mentre il piede destro aderiva per primo sulla superficie lignea. Saettò verso l'alto, muovendosi a zig-zag, con i pugni alzati, pronti a spaccare i rami più ostici che si sarebbero trovati sulla sua strada.
    Il primo pugno carico di chakra, rilasciato nell'istante stesso del contatto, mandò in frantumi un grosso tronco. Poi si spostò a destra e ne spaccò un altro più piccolo, senza rallentare. Vide davanti a sé, a quindici metri, il punto in cui spiccare il volo.
    Accelerò e si preparò al primo tentativo di richiamare a sé quel tipo di chakra.
    Ce l'avrebbe fatta? O avrebbe fallito? Non era un Genin inesperto, bensì un chunin, ma non poteva definirsi un vero talento. Lui faceva parte del gruppo di persone che aveva bisogno di pratica per apprendere un arte.
    Credette nel successo e fece male, perché il chakra fluì sotto le piante dei piedi troppo tardi e l'effetto repulsivo si generò solo in parte e nel momento sbagliato. Percepì una spinta intensa provenire sotto di lui, forza che si smorzò quasi subito, facendogli spiccare il volo come un uccello ferito.
    Per sua fortuna, lo slancio non gli fece perdere l'equilibrio.
    Sebbene non fosse riuscito ad atterrare sul tronco opposto, a circa dieci metri di distanza, Masayoshi cadde sopra un grosso ramo in basso, non prima di aver frantumato alcuni sottili rami che erano entrati a contatto con i suoi piedi colmi di chakra distruttivo.

    Arrabbiato con se stesso per l'errore commesso e il rischio corso, il chunin ritornò dai suoi amici, determinato a riprovarci, più e più volte, quanto fosse necessario per apprendere anche la terza e ultima arte del chakra.


    [...]


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  2. .

    Il gioco di Takeshi e Akashi


    Post Attivo IX - Villaggio della Cascata



    Nella penombra della stanza, Yukine sfogliò curioso il diario di Takeshi. Lo aveva trovato all'interno del comodino, in un cassetto chiuso a chiave e che lui aveva scassinato con un po' di fatica. La vittima aveva scritto molto, più della metà delle pagine a disposizione. Ciò nonostante, non vi erano macchie, strappi o pieghe; tutto sembrava nuovo e ben curato. Quel dettaglio insignificante dava valore a ciò che avrebbe trovato all'interno: ogni parola era stata pensata, meditata, forse scritta in un primo foglio poi buttato nella spazzatura.

    Lesse e rilesse quelle pagine fino a memorizzarne ogni frase.
    Dalle confessioni era chiaro quale fosse il loro gioco. Takeshi e Akashi erano identici come due gocce d'acqua e questo permetteva al primogenito di scappare dai suoi impegni servendosi del fratello. Forse la genetica aveva prodotto in loro qualche differenza, ma evidentemente erano così lievi che nessuno era stato in grado di notarle. Vi era altra carne a fuoco: se Akashi se la spassava con le donzelle, Takeshi preferiva trascorrere il suo tempo con gli uomini. Ciò aveva scatenato l'ira del padre che lo aveva escluso dall'eredità.
    Il movente è qui. In quel marasma di informazioni, alcune importanti altre meno, il dito del bambino scivolò sull'ultimo paragrafo, dove Takeshi aveva confessato di aver fatto qualcosa con la moglie Eraya. E Yukine capì subito cosa poteva essere accaduto. Lei era incinta. Il Genin aveva solo undici anni, ma era un medico e riguardo la procreazione non era rimasto ancorato alla storiella della cicogna. Poi che certi discorsi lo imbarazzassero e che fosse un completo fallimento con le ragazzine, erano altri discorsi.
    Chiuse gli occhi e cercò di richiamare l'immagine della donna, descritta come una serpe in seno alla famiglia.
    Non ha la pancia.Si accigliò.
    Devo continuare a cercare. Ciò che aveva scoperto lo aveva avvicinato al movente e al possibile colpevole, ma non poteva accusare Akashi di essere il mandante dell'omicidio senza avere nulla in mano. Per un momento, pensò che quell'Akashi che li aveva accolti fosse in realtà il secondogenito.
    Devo scoprire da lei se è incinta. Piegò il diario con forza e lo infilò nella tasca del suo abito. Avrebbe mostrato ciò che aveva trovato ai suoi amici a pranzo o nel primo pomeriggio.

    [...]



    Le scale di pietra erano apparse davanti al piccolo Genin e scendevano in profondità. Yukine era entusiasta di aver scovato un'altra pista e già fantasticava su cosa avrebbe potuto trovare alla fine del percorso.
    Un'altro diario? Un nascondiglio? O un passaggio verso altre stanze interne?
    Sin dalla soglia fu subito chiaro che il tunnel fosse stato costruito per essere percorso da una persona. Sbirciò all'interno e notò delle feritoie strette da cui entravano sottili lame di luce e aria fresca.
    Bene. Tirò un sospiro di sollievo. Non aveva con sé alcun fiammifero.
    Con la lama celata nel suo piccolo arto, il giovane Yukine iniziò a scendere guardingo. Qualche secondo dopo si trovò in un piccolo spazio dove era visibile un muro comunicante con un' altra stanza. Davanti, il tunnel proseguiva.
    Le sue mani tastarono i mattoni per avere un'idea della solidità della parete. Sfondarla significava farsi scoprire. Per questo motivo, decise di proseguire e lo stupore fu enorme quando si ritrovò in una grotta umida, dietro un muro di acqua che scendeva con la furia di un uragano. A lato vi era un sentiero che conduceva fuori dai possedimenti della famiglia.
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    Una via di fuga. O di entrata. Ritornò indietro, promettendosi di ritornare per scoprire l'altro segreto rimasto tale.




    [...]



    Aveva fatto ritorno nella villa quando i rintocchi di campane informarono i presenti del pranzo. Quel mattino era stato così impegnato che aveva ignorato i morsi della fame. Con la testa piena di domande e lo stomaco vuoto, Yukine seguì le guardie, i domestici ed entrò nella sala grande. Erano stati preparati ben tre tavoli: uno per la famiglia, il secondo per i domestici e il terzo per gli ospiti, ovvero per i tre ninja, che si sarebbero trovati nel campo visivo di tutti i presenti.
    Seduto a tavola, Yukine salutò i suoi colleghi con un sorriso a trentadue denti.
    Ciao ragazzi...trovato qualcosa? Non avrebbero avuto il tempo di rispondere.
    Io ho trovato questo Fece scivolare il diario di Takeshi tra i due ninja.
    Erano soliti scambiarsi di ruolo...e leggete bene l'ultimo paragrafo. Addentò della carne, curioso di udire le loro opinioni. Intanto, con rapide occhiate lanciate in direzione di Akashi, Yukine avrebbe cercato di carpire dall'espressione facciale ogni sua possibile reazione alla vista del diario. Ed Eraya? Cosa mangiava e beveva?
    E nella sua stanza ho trovato un passaggio segreto. Non sono riuscito a entrare in una stanza, ma ho scoperto che la camera di Takeshi comunica con un sentiero che conduce fuori, oltre i possedimenti della famiglia Bevve un lungo sorso d'acqua, soddisfatto.


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    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///
  3. .

    Corsa nel Lago


    Chapter V - Verso la vera Zanna (forse)



    In una piccola radura poco lontana dal lago su cui era sorto quel piccolo paesino lugubre, Namae era riuscito a intrattenere i tre ninja con un lungo monologo.

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    La calma indotta dalla dopamina gli aveva consentito di parlare con tranquillità, come si fa tra amici e conoscenti, quando non si è minacciati e non si deve temere di essere uccisi per una frase sbagliata. I misteriosi individui erano rimasti fermi ad ascoltarlo, attenti ad afferrare le poche rivelazioni che ogni tanto il Fiore di Ame gettava nel discorso. E l'orologio macinava secondi su secondi; istanti concessi a Feng Gu per accorgersi della sua assenza e trovarlo fuori dal villaggio.

    CITAZIONE

    Quindi...tradiresti il Mastino? Abbiamo Ryo e risorse, senza contare che potremmo garantire la tua incolumità. Quando avremo il pieno controllo di questo luogo potrebbero farci utili dei contatti con un mercante.


    Alla domanda diretta del pescatore, Namae accennò un sorriso. Si era guadagnato la loro fiducia. Rispondendo con un "no", si sarebbero avventati su di lui, uccidendolo; con un "sì", invece, sperava che i cloni lo lasciassero andare con la promessa di consegnargli il Mastino in breve tempo. In quel caso, lo smemorato si sarebbe potuto organizzare per liberarsi dai fiori che giacevano nella tasca del suo abito, con i petali rossi che sbucavano dalla stessa.
    L'idea di tradire Ru-Wai non gli era passata per la testa. Tradire un Asso significava tradire Ame, il villaggio che amava e che aveva giurato di proteggere anche a costo della vita.
    Bhé...prima di tutto dovrete darmi la vostra parola di non manovrarmi come un burattino Incrociò le massicce braccia davanti al petto. Tutto si basa sulla fiducia Senza la dopamina, non sarebbe riuscito a partorire quella menzogna. Nella Pioggia contavano solo i soldi e il potere. Lui stesso era lì sia per Ame sia per guadagnarsi l'aiuto di Feng gu per la sua scalata nei Fiori. 

    CITAZIONE

    Amico mercante, hai trovato qualcuno a cui offrire i tuoi prodotti?


    La voce del mercenario investì i presenti. Lo vide apparire dietro i tre cloni, dubbioso su ciò che i suoi occhi stavano osservando: il mercante che aveva portato con sé stava dialogando con tre ninja della Zanna...in disparte, come se avessero qualcosa da nascondergli. Avrebbe potuto capire il suo sospetto. Sperò che il mercenario non avesse udito nulla della loro discussione.
    Tre contro uno, non avevo scelta. Si giustificò tra sé e sé mentre l'Asso si rivolgeva alla fioraia con quel nomignolo che aveva udito mezz'ora prima.

    Parlarono e Namae ascoltò, in silenzio.
    Un fugace sorriso apparve sul suo volto quando Feng Gu lo presentò come un mercante del suo villaggio. L'ansia scomparve e una sensazione di sollievo lo avvolse in un caldo abbraccio: era ancora al fianco dell'Asso e i tre cloni non lo avrebbero potuto accusare di aver detto delle menzogne. Ma era chiaro che la situazione si stava scaldando.
    Come sapeva di aver imparato nei bassifondi di Ame, anche se non lo ricordava, agire in anticipo era fondamentale, perciò nascosto nel suo silenzio, immobile come una statua, Namae eseguì la sua prima mossa. [TA]
    I tre ninja avrebbero udito un sottile fruscio provenire dalla vegetazione che circondava lo spiazzo, come se qualcuno o qualcosa stesse strisciando dietro di loro per colpirli alle spalle. E con quel suono che poteva essere stato causato dal semplice vento che sferzava il villaggio e il lago, i tre sarebbero stati tentati di controllare cosa si celasse nella vegetazione circostante.
    Quel genjutsu avrebbe potuto innescare uno scontro, ne era consapevole, ma quante probabilità c'erano che i cloni dessero la colpa all'Oleandroi? Avrebbero incolpato il mercenario e si sarebbero scagliati su di lui senza remore. A quel punto, lo smemorato ne avrebbe approfittato per colpirli con i suoi taijutsu e i suoi veleni.

    All'improvviso, con lo sguardo fisso sul suo alleato, Namae si accorse che Feng Gu non c'era più. Era scomparso.
    Riuscì a scorgere una scia di colori muoversi verso di lui, a una velocità inconcepibile per il Fante di Ame.  In quel frangente, non pensò a nulla. Non ne ebbe il tempo per la rapidità dell'Asso e per lo shock di vederselo arrivare contro come un toro. Con la dopamina che andava scemando, lo smemorato percepì qualcosa di bianco sibilare sotto di lui, vicino ai fiori che aveva accettato dalla signorina che lo aveva condotto lì.
    Cos... Si sentì afferrare la spalla e trascinare da una forza spaventosa. La figura di Feng Gu si era materializzata al suo fianco un attimo prima che l'aria posta in movimento dal suo amico lo investisse.
    Capì cosa fare.
    Facendo perno sul piede sinistro, ruotò il corpo e iniziò a correre nella stessa direzione dell'Asso.
    Il mio jutsu dovrebbe rallentarli. Pensò, cercando di tenere a bada la rabbia che l'adrenalina gli produceva dentro. [Adrenalina]Chakra: 1/2 Basso. Adrenalina 2 Unità.
    Velocità: Viola + 4.
    [SA I + Abilità]I SA - Movimento - 24 metri
    Doveva pensare a correre, a muovere le gambe il più velocemente possibile per tenere il passo del mercenario, il quale aveva già pensato a tutto: la sua fenice si era portata sopra di loro, con le ali distese e gli artigli tesi in avanti per afferrarli e portarli lontano.
    Appena i piedi persero il contatto con il suolo, Feng Gu gli chiese:

    CITAZIONE

    Come si chiama la bambina dell'Ultimo Rifugio? La risposta sbaglia non è ammessa.


    Hounkou Rispose, prima che l'altro finisse la sua frase.

    CITAZIONE

    Dei cloni stanno cercando di prendere il controllo del villaggio, non so molto di più, ma il vero villaggio è 40 metri sotto la superficie del lago, quindi preparati ad una nuotata.


    Come l'ha scoperto?
    Volevano sapere chi tu fossi. Siamo stati percepiti dal clone di un certo Rintaro! Rivelò, mentre l'altro gli consegnava quello che sembrava essere un respiratore fatto di ossa, utile per ciò che avrebbero tentato di fare. Entrare nella Zanna nuotando!!
    Come riuscirò a capire se chi incontrerò lì sotto sono dei cloni o no? Feng Gu doveva fornirgli delle informazioni su tutti, o quasi, i ninja della Zanna. In quel momento non aveva bisogno di sapere le abilità o le tecniche speciali degli Zannosi, ciò che gli stava chiedendo erano dettagli di cui solo Feng Gu doveva essere a conoscenza. Li avrebbe condivisi con il Fante?
    Devo poterli mettere alla prova, come faremo entrambi quando ci vedremo. Stava dando per scontato che sarebbero riusciti a entrare in quel villaggio speciale.

    Con il respiratore a coprirgli parte del suo tatuaggio, egli si lanciò nel lago insieme al suo amico. Per non rischiare di impattare l'acqua di pancia o di schiena, Namae raccolse le ginocchia al petto per eseguire un tuffo a bomba poco elegante ma funzionale.
    L'acqua gelida lo bagnò dalla punta dei piedi fino ai capelli, mozzandogli il fiato per alcun istanti. Brividi di freddo scossero i suoi muscoli, che ben presto sarebbero stati messi a dura prova.
    Quaranta metri. Aprì gli occhi sott'acqua. Dal pelo libero sopra di loro, la luce solare penetrava in profondità per i primi quattro o cinque metri, poi tutto diveniva tenebra e per lui sarebbe stato impossibile percepire con la vista trappole o attacchi.
    Devo nuotare. Si urlò mentre un mix di adrenalina e di somatotropina fluiva nel suo corpo per vincere il primo attrito. [Ormoni]Adrenalina + Somatotropina.
    2 Unità ciascuno. 1 Basso.
    Forza: Viola + 4 (+2 Unità degli Arti)
    Velocità: Viola + 4

    Il cuore accelerò i propri battiti e la somatotropina gonfiò a dismisura i muscoli delle sue braccia, rendendoli simili a grossi remi. Con la prima bracciata riuscì a muoversi alla stessa velocità di Feng gu, poi rallentò un po' ma l'Asso sembrava trascinarlo con sé senza particolari problemi.
    L'Oleandro nuotava come un delfino. L'intero corpo si muoveva sinuosamente e gli arti disegnavano traiettorie sempre uguali, assimilate da fanciullo grazie agli insegnamenti di una persona che era scomparsa dalla sua memoria. Chissà se un giorno sarebbe entrato in possesso del suo passato. Scagliò lontano quel pensiero.
    Non ho mai nuotato da quando sono uno dei Fiori. Doveva fare ritorno a casa e insegnare a Hounkou come nuotare.

    Speriamo non ci siano trappole ad aspettarci. Esclamò, preoccupato. [II e III Slot Azione]II e III SA - Movimento - 48 metri

    Chakra: 96/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







  4. .

    Inseguimento - Primo contatto con il Vuoto?


    Villaggio di Tsuya - Chapter III




    [Nel luogo dove Amano è stato ucciso]



    Stretto tra indice e pollice, Masayoshi sventolò il capello viola davanti al volto di Sanji.

    CITAZIONE
    C'era la ragazza di Shiba, lei aveva i capelli di questo buffo colore. Forse sarà passata di qui qualche giorno dopo, in fondo lei è di Umari, credo.

    Molto bene. Commentò, senza esternare i pensieri che affollavano la sua mente. Dovevano fermare quella ragazza e interrogarla, ma erano distanti e il loro obiettivo era raggiungere l'avamposto di Rasetsu. Posò lo sguardo pensieroso su Koinu. Il buon senso gli suggeriva di delegare al piccolo mammifero il compito di avvertire Fudoh e Yato, ma aveva bisogno di lui e delle sue doti percettive.

    [Da Rasetsu]



    Il jutsu di Akira aveva distrutto sia la porta d'acciaio sia l'intera parete che si affacciava sullo spiazzo da cui erano giunti. Il boato era stato così assordante da costringere il chunin a tapparsi le orecchia, mentre un soffio di vento bollente, quasi ustionante, lo aveva investito da capo a piedi, donandogli quella sensazione di calore che tanto gli mancava. Infreddolito dalle gelide ombre prodotte dai rami di Sareshigami, Masayoshi aveva approfittato di ogni momento di pausa per riscaldarsi le braccia intorpidite.
    Quando l'ultimo detrito incandescente fece ritorno sulla terra ferma, Koinu scese dalle spalle del chunin per mettersi a lavoro.
    Non penso ci sia qualcuno lì dentro. Commentò subito il Jinchuuriki, ancora impressionato dalla forza distruttiva di Akira. I suoi occhi verdi smeraldo erano puntati verso il muro di fumo e polvere che vorticava davanti all'edificio.

    Entrarono nell'avamposto e Masayoshi si accorse subito della presenza di un piano superiore. C'era ben poco da esplorare nel piano terra, metà del locale era invaso di mattoni, calcinacci e detriti vari, ma tra le macerie e il disordine generato dall'onda d'urto, il piccolo suricato fu in grado di individuare tre tipologie di impronte.
    Due uomini massicci e una donna sono entrati qui e Con il piccolo naso nero a contatto con il terreno, Koinu camminò fino alle scale che salivano al piano superiore
    Sono saliti di sopra. Annusò nuovamente e il suo sguardo si incupì. Qui c'era una quarta persona.
    Masayoshi lo seguiva passo dopo passo, come un'ombra, con il baricentro basso e la mano destra serrata sul suo speciale Katar. Si guardava attorno, attento a notare qualsiasi dettaglio fuori posto che poteva sfuggire all'evocazione e al Jonin. Oltretutto, doveva proteggere Sanji e Koinu da trappole o imboscate, mentre Akira era in grado di badare a se stesso.
    A passi lenti, i due abitatori del deserto salirono di sopra, seguiti o preceduti dallo spadaccino diKiri.
    Si trovarono al centro di un'ampia sala da pranzo, comunicante con una seconda stanza e un piccolo bagno. La luce filtrava all'interno da una parete distrutta oltre la seconda sala . Verosimilmente era stata usata dagli intrusi per uscire.
    Come riusciva a vivere qui dentro? L'aria era stantia e carica di polvere.
    Non c'è nessuno.Ribadì preoccupato, mentre lo sguardo del chunin correva verso l'angolo in cui era stato scagliato un grosso tavolo in legno. Dalla parte opposta, vicino al bagno, vi erano quattro sedie impolverate e ripiegate una sull'altra, mentre al centro ve n'erano altre due, su cui i combattenti avevano sfogato la loro rabbia.
    Qui qualcuno ha combattuto. Le tracce di uno scontro erano evidenti: quasi tutti i mobili erano stati danneggiati da colpi di taijutsu e di spada; su alcune pareti l'intonaco era stato strappato come se qualcuno avesse provato ad aprirsi una via di fuga con le unghie.
    E nessuno ha usato ninjutsu Pensò ad alta voce. Il loro obiettivo era rapirlo, non ucciderlo. Bisbigliò, con la mano destra sotto al mento, mentre Koinu entrava nella seconda sala, dove vi erano le tracce più interessanti.
    Dopo qualche secondo, il piccolo mammifero fece ritorno dal suo evocatore, cupo in volto, quasi spaventato da ciò che aveva scoperto.
    Nella confusione sono riuscito a trovare una mezza impronta sul divano La indicò con un cenno del capo. Appartiene a uno dei tre tizi che sono entrati qui. Poi invitò i due ninja e Sanji a seguirlo. Sotto la luce proveniente dall'esterno, il suricato indicò un angolo anonimo, dove erano visibili dei piccoli granelli di materiale color nero pece.
    E lì ho trovato dei granelli di metallo...simile a della sabbia, ma non so se.. Masayoshi aveva già capito. Che in quella brutta storia ci fosse lo zampino di un Kurogane? Era la famiglia più potente della Sabbia e il loro impero commerciale non aveva uguali nel mondo ninja. E soprattutto la storia li definiva come guerrieri da non sottovalutare.
    non so se sia sabbia nera o residui di metallo.
    Sì, forse abbiamo a che fare con un Kurogane. Ammise il sunese, con un ginocchio a terra e gli occhi sulla traccia lasciata dal misterioso ninja di Suna.

    E chi sono questi?! Chiese curioso, indicando il disegno che Akira aveva tra le mani. Rasetsu aveva disegnato diversi individui, compreso un uomo biondo che riconobbe essere il ninja che lo aveva guidato nello scontro contro gli scagnozzi del Veterano. Combattimento che non aveva dimenticato. Lo aveva riconosciuto dalla chioma e dai vestiti, infatti, quel giorno il Jonin indossava degli abiti simili. Sotto al kiriano, vi erano altri fogli e altri disegni..
    Hai avuto sempre quel ciuffo bianco. Ridacchiò per stemperare la tensione. Sperò che l'altro non lo prendesse sul serio. Era consapevole di non poter schernire nessuno con la sua chioma metà rossa e metà bianca.
    Sembrano una famiglia. Apparivano felici e sorridenti. Quel dettaglio gli fece pensare al significato di famiglia e quanto fosse bello averne una. Masayoshi l'aveva trovata a Suna, ma gli impegni e il suo essere un Jinchuuriki lo aveva allontanato dagli altri ninja. Cercò di pensare ad altro perchè la tristezza era una sveglia assai martellante per il demone.

    Uscirono all'esterno, preceduti dal piccolo suricato. Tra le fronde del grande albero che copriva tutto il cielo, Masayoshi capì che il tramonto era ormai prossimo. Avevano ancora un po' di tempo per il viaggio di ritorno.
    Le tracce degli uomini si interrompono. Il muso del suricato non si era staccato mai dal suolo, ma l'odore gli alzò il capo proprio in quel momento. Camminò in avanti per almeno due metri.
    Sono saliti sull'albero. Rivelò, invitando i due ninja a controllare la sabbia sulle foglie più basse.

    Speriamo che stia bene, povero Rasetsu, lasciato qui da solo ed ora rapito! Ma come hanno fatto ad entrare nel suo avamposto?

    Le impronte di una quarta persona partono dalle scale. Gli sono piombati in casa. Ci aveva pensato. Erano entrati sorprendendo il rapito a metà della scalinata. Poi tutto si era consumato al piano superiore.
    Si voltò verso Akira.
    ma non ne sono sicuro. Tu hai altre idee?
    E in quel momento, senza alcun motivo apparente, pensò al Rokubi.

    [...]



    Cosa diavolo è quel coso? Masayoshi aveva imparato a fidarsi ciecamente delle capacità percettive del suricato, perciò, udita quella domanda, il neo chunin puntò lo sguardo dove la creatura stava indicando. Nel cielo rossastro per il tramonto, i suoi occhi smeraldo riuscirono a scorgere ciò che Koinu aveva notato: una macchia indistinta si muoveva a gran velocità verso Sud Est.
    Sono...dei ninja. Aggiunse, mentre il Jinchuuriki cercava di acuire la sua vista strizzando le palpebre. Ci rinunciò al secondo tentativo. Non era importante che lui vedesse. Per quello aveva proprio il suricato. Non dovevano perdere tempo, senza una strategia o un piano d'azione fuori dall'ordinario, i nemici sarebbero scomparsi all'orizzonte. A differenza loro, Masayoshi non aveva nulla con cui volare.
    Come riuscire... Dovette inghiottire il resto della domanda. A qualche metro, il Jonin di Kiri aveva sotto ai piedi una spada di dimensioni colossali. Non si trattava di una semplice lastra di acciaio da usare come tavola da surf o tappeto volante, ma un'arma vera e propria, dotata di una lama molto affilata.
    Ehm.. Inarcò un sopracciglio, perplesso. Non dirmi che voleremo!? Non sapeva se esserne felice o terrorizzato. Lo avrebbe scoperto da lì a poco.

    [...]


    Dietro Akira, con le mani strette sui suoi fianchi composti di acqua, anche se questo il sunese non lo sapeva, Masayoshi tremava dalla paura e dal freddo. Pur di raggiungere i nemici, il kiriano era pronto a morire tra le fronde dell'antico Sareshigami. Nei primi secondi di volo, infatti, il duo aveva schivato almeno una decina di rami, alcuni grazie a dei cambi improvvisi di direzione.
    Ogni qualvolta il kiriano aveva sterzato, il sunese aveva liberato in aria, e in alcuni casi direttamente nelle orecchia del guidatore, grida di puro terrore.
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
    Non sapeva se essere felice che davanti ai suoi occhi vi fosse Sanji. Avrebbe voluto avere la visuale libera per prepararsi mentalmente a un possibile impatto, e invece, le uniche cose che riusciva a scorgere erano i rami che si lasciavano alle spalle.
    Per sua fortuna, i nemici erano diretti lontano da Tsuya e da quell'albero maledetto. Dopo quel breve tratto nel cuore di Sareshigami, i tre iniziarono a volare in una zona abbastanza sicura. Tirò un sospiro di sollievo. Ora era felice che quel Sanji fosse lì davanti a lui. Si accostò alle sua schiena per sottrarre il volto dalla furia del vento. Rispetto al mezzodì, la colonnina di mercurio era scesa di almeno dieci gradi. A quella velocità, l'aria era fredda, gelida, al limite della sopportazione umana. Masayoshi non trascorreva le giornate al porto, a farsi rovinare la pelle dalla salsedine come tutti i kiriani; lui preferiva il caldo torrido del deserto, con il suo sole e la sua sabbia cocente. Lì come altrove, il sunese soffriva il freddo più di chiunque altro. L'unico che poteva capirlo era Koinu, accoccolato dentro i suoi vestiti da cui non sarebbe uscito nemmeno sotto minaccia.
    Per sua fortuna, il Jonin sembrava interessato a non ridurre troppo la distanza dai nemici. Piegando il busto a destra, il guerriero del vuoto in erba riuscì a gettare lo sguardo sugli individui in fuga. Si muovevano sopra un tappeto nero. Con le palpebre socchiuse, il chunin riuscì a scorgere altre due figure. Uno era seduto tra i nemici mentre il secondo era tenuto a mò di salame nella zona anteriore, dove i suoi occhi non riuscivano a spingersi. Avrebbe potuto chiamare Koinu, ma aveva paura che il suricato non avesse la forza necessaria per resistere alla forza del vento.
    Dovremmo stargli lontano. Non era saggio ingaggiare un combattimento aereo, specie se tra di loro vi era un Kurogane in grado di muovere la sabbia a comando. Non conosceva Akira, ma da quel poco che aveva potuto capire, era un ninja molto potente ma specializzato nel corpo a corpo.

    [Nel caso ci si trovi vicino ai nemici]



    Avevano impiegato del tempo per recuperarli ma c'erano riusciti. Si erano avvicinati sotto di loro, come predatori del deserto. In piedi sulla rombosogliola, a una decina di metri da terra, Masayoshi era senza armi, innocuo più di Koinu, perciò sperò con tutto il cuore che il Kiriano avesse qualche strategia in mente.

    Ad un tratto, i rami di Sareshigami saettarono verso di loro da ogni direzione. Sopra, sotto, sinistra e destra, nel tentativo infame di bloccarli. Il chunin di Suna fu completamente preso alla sprovvista. Si sarebbe atteso un attacco diverso, proveniente da sopra, dai nemici mascherati, e invece era stato lo stesso albero ad attaccarli.
    Che fosse la volontà dell'albero? O qualcuno tra quei individui era in grado di servirsene? Le risposte a tutte le domande che nacquero nella sua mente non lo avrebbero salvato dal suo destino. L'unico in grado di sbaragliare la muraglia di legno che era apparsa davanti a loro era Akira.

    Al minimo contatto con gli arbusti di Sareshigami, il ragazzo avrebbe percepito qualcosa di caldo fluire dentro il suo corpo, farsi spazio tra i muscoli, le ossa e i tendini, senza generare alcun dolore.
    Lo stupore iniziale lasciò spazio alla paura: da Jinchuuriki aveva una certa esperienza con visioni, allucinazioni e viaggi verso mondi interiori, e forse per quel motivo riuscì a capire ciò che presto gli sarebbe accaduto. Cercò di avvertire il kiriano con un urlo ma prima che il suono gli uscisse dalla bocca, il mondo perse i suoi colori e i lineamenti degli oggetti si mescolarono in vortici psichedelici, rendendolo cieco. Tutto durò pochi istanti, tempo di stringere con maggior forza i fianchi del Jonin. Non riuscì nemmeno a comunicare via chakra con Koinu, ancora nascosto dentro il suo vestito.
    Gli occhi ruotarono e l'iride scomparì dietro i bulbi oculati. La coscienza fluì all'esterno, verso un mondo diverso. Sulla fronte, sotto un ciuffo ribelle bianco, apparve un simbolo celeste, pulsante di energia.

    Aprì gli occhi e subito dopo li richiuse, accecato da una tenue luce bluastra. Grugnì, infastidito dal dolore agli occhi. Fece uno sforzo immane per aprirli. Dov'era? Perché non sentiva l'aria sul suo volto?
    In piedi, con le gambe unite e le braccia attaccate al corpo, Masayoshi si ritrovò ad aleggiare a qualche centimetro da quello che era un deserto senza fine, piatto come un tavola, privo delle caratteristiche onde che venivano create dal vento. Quel mare dorato si estendeva in ogni direzione, sotto un cielo azzurrino perfettamente monocromatico, privo di stelle e di nuvole. Dentro di lui, nel marasma di domande e di emozioni così dense da immobilizzarlo, il neo chunin aveva la certezza che quel deserto fosse reale e al tempo stesso composto da granelli di sabbia identici, nel colore e nella dimensione, come se il creatore di quel mondo si fosse limitato a creare un singolo oggetto da poter replicare in ogni direzione.
    Provò a muovere il capo ma fu impossibile.
    Aveva paura. No, era terrorizzato.
    Voglio andarmene! Voglio andarmene! No! Dove sono? Come posso uscire..Azz..Realizzò troppo tardi uno dei segreti di quel luogo. Ogni pensiero accorciava sempre di più le invisibili liane che gli avvolgevano il collo.
    Io...aaaaah...Percepì una pressione sul suo collo, sul petto e sulle gambe. Cercò di calmarsi, ma non ci riuscì. Prima di riuscire ad urlare, la stretta divenne così forte da fermare l'aria all'altezza della gola.
    Morirò. Per alcuni secondi interminabili il neo chunin provò l'immensa sofferenza di un uomo a un passo dallo strangolamento.

    Aprì gli occhi. Stavolta per davvero. Rinsavì come un uomo a cui avevano tolto il cappio un attimo prima di morire, ma tranne lo shock per quell'evento inspiegabile, i suoi polmoni non erano affatto in carenza di ossigeno. Fu sufficiente un solo respiro per recuperare la lucidità, e accorgersi di essere ancora in piedi sulla lama che stavano usando come tavola da surf volante.
    Ehy! Stupido! ... Stavi prendendo fuoco. Koinu si era affacciato dal colletto del suo abito. Era visibilmente preoccupato. Aveva avuto paura di perdere il suo evocatore. Stai bene? Cos'è quel simbolo? Koinu sapeva del Rokubi ma non del Vuoto che Lianshi gli aveva donato. Per la prima volta, il demone non aveva causato alcun problema, anzi, se ne stava in silenzio, dietro le sue sbarre di chakra, a rimuginare e a riflettere su qualcosa che Masayoshi non avrebbe potuto intuire per quanto immensa fosse la sua cattiveria e coscienza.
    Le sue mani erano ancora sui fianchi di Akira. Era svenuto? Per quanto tempo? Come aveva fatto a non precipitare?
    E di quale simbolo stava parlando il piccoletto?



    Chakra: 72/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  5. .

    La peculiarità di Namae - Raggi di sole


    Chapter IX - Amegakure




    La carta da gioco reagì al suo chakra!
    Un ghigno quasi malvagio deformò il suo volto. Non riusciva a credere che quel semplice tentativo si fosse rivelato vincente.
    Ahahah incredibile!

    Incanalandosi nelle fibre e nei bordi, il chakra del Fiore aveva generato tenue sfumature bluastre nella zona centrale della carta, prive di significato, ma che lasciava presagire che la strada fosse quella giusta. Era una tessera molto simile a quella che il barista gli aveva consegnato per condurlo nella casa di Kansoshita. Tuttavia non poteva paragonare i due oggetti: tra le dita della mano  stringeva l'Asso del suo seme, appartenuta al misterioso ninja a cui lui e Lord Goemon si sarebbero dovuti inginocchiare. Aveva trovato quella carta vicino ai pacchi di Kansoshita, trafitta sul muro da un pugnale. Quante possibilità c'erano che fosse destinata a lui e non a qualcun altro? Poche, ma ora, con quel piccolo passo in avanti, valeva la pena crederci fino in fondo.
    Prima di procedere con un secondo tentativo, Namae si prese alcuni secondi per riflettere. Tutto ciò che aveva vissuto quel giorno gli aveva permesso di imparare il terribile e spietato modo di lavorare del suo seme, che poco tollerava l'impulsività e la debolezza.
    Ogni messaggio dei Fiori è nascosto, cifrato, ma la chiave è sempre a disposizione del ninja a cui è destinato il messaggio. La dopamina aveva invaso nuovamente il suo cervello. Ogni muscolo, compreso il cuore, si era rilassato. Non riusciva a farne a meno. In cuor suo, sapeva di doversi dare una calmata, ma aveva bisogno di annullare le proprie emozioni, di congelarle, così da poter pensare in maniera lucida e senza distrazioni.
    Lo sguardo si era già spostato sui due pacchi. Ricordava con esattezza la loro disposizione sul divano, da dove li aveva prelevati. Afferrandoli con le sue grosse mani, aveva mantenuto inalterata la loro posizione.
    Se è destinata a me, devo fargli capire che sono io.
    I Fiori non concedevano molte possibilità ai sottoposti: due o tre errori avrebbero causato la distruzione del messaggio.
    Ciò nonostante, forse peccando di presunzione, lo smemorato era fiducioso. Conosceva a grandi linee il meccanismo delle carte ninja, compresa la possibilità per uno shinobi di aggiungere condizioni da soddisfare per rendere accessibile il loro contenuto. Se la sua osservazione precedente fosse esatta, allora doveva trovare qualcosa di sé, come una capacità o un abilità ninja, che poteva essere stata usata dagli alleati per fare in modo che solo lui fosse capace di leggerne il contenuto. Oltre all'amnesia di cui soffriva, c'era qualcosa che lo rendeva unico tra tutti i Fiori e, forse, tra tutti i ninja di Ame: la capacità di sintetizzare gli ormoni a comando. E non era un segreto perché aveva appreso quell'arte con l'aiuto di Jaro-sama, Nukenin ex otese al servizio di Lord Goemon. Diede per scontato che il Signore della Perdizione sapesse della sua abilità e di conseguenza tutta la gerarchia sopra di lui. Se si parlava di ormoni, si parlava di Namae.
    Dopamina, adrenalina o somatotropina? Si chiese, alzandosi dalla sedia per prepararsi al capitolo finale della missione.
    Scartò l'adrenalina per ragioni biologiche. Era sufficiente un momento concitato per produrla e metterla in circolo; e questo rendeva la serratura "facile" da sbloccare.
    Dopamina o Somatotropina? Quest'ultima era stata usata dall'Oleandro in una sola occasione: nel combattimento contro Kansoshita e i suoi scagnozzi; nessuno sapeva della sua capacità di generarla. A causa dell'assenza di effetti psicotici, molto spesso persino Namae si dimenticava di poterla creare. 
    Decise di optare per la dopamina. Per un semplice essere umano, sintetizzarla era assai complicato e per di più l'organismo tendeva ad accumularla e a rilasciarla tramite reazioni chimiche che sfuggivano alla volontà dell'individuo. Aveva letto qualcosa su un grosso e polveroso libro riservato ai medici accademici, ma aveva capito giusto qualche dettaglio insignificante per la decisione dell'autore di infarcire il testo con termini troppo difficili. Mentre le dita della mano destra sorreggevano la carta, i denti squarciarono il polpastrello del suo pollice sinistro. Con il sangue ancora caldo sugli incisivi e i canini, l'Oleandro si affrettò a mordere la carta sull'angolo in alto a destra, in modo che il sangue carico di dopamina, unito al chakra, potesse percorrere le minuscole fibre della carta. [TS Dopamina - Iniezione]1 Unità 1/2 Leggera. Consumo 1/2 Basso

    Se il contenuto non fosse stato sbloccato, Namae non si sarebbe dato per vinto. Con coraggio, avrebbe ripetuto l'operazione, prima saturando il sangue con l'adrenalina poi, in caso di un secondo fallimento, con la somatotropina. [TS Adrenalina - Iniezione]1 Unità 1/2 Leggera. Consumo 1/2 Basso [TS Somatotropina- Iniezione]1 Unità 1/2 Leggera. Consumo 1/2 Basso[Nota]A te il calcolo del danno e dei consumi complessivi

    E se anche quei tentativi fossero andati a vuoto, salvo sorprese infami progettate dai Fiori, Namae avrebbe avuto il tempo di ripetere l'operazione con la carta appoggiata sul primo pacco e poi sul secondo.
    Doveva trovare la soluzione!

    [...]



    Sorretto sotto braccio per una decina di metri dal fioraio, l'anziano signore varcò la soglia del cimitero di Ame.
    Avvolto in un pesante giaccone nero, l'uomo sfigurato dalle rughe prese la corsia di sinistra, e con piccoli passi carichi di dolore, per l'artrosi e per altri finti malanni, iniziò a cercare la tomba di Toshiro dalla colonna di lapidi più a Est. Con una rapida occhiata notò come i presenti fossero per lo più anziani, ciascuno concentrato solo sul proprio dolore.  

    Lo smemorato aveva pensato a tutto. Partendo dal settore di sinistra, il Fiore avrebbe potuto concentrare l' attenzione solo sul lato destro, diminuendo gli sforzi e le possibilità di una svista che, nel caso peggiore, lo avrebbe costretto a ripetere tutto il giro del cimitero; per di più, qualora avesse dovuto scrutare con maggior attenzione le file adiacenti, con la scusa di dover lasciare a terra uno dei fiori che si era fatto regalare, l'Oleandro si sarebbe potuto fermare qualche secondo davanti a una qualsiasi tomba. E nessuno si sarebbe insospettito. In un villaggio come quello della Pioggia, era probabile che un anziano della sua età avesse tante persone a cui rendere omaggio.

    Ma qualcosa o qualcuno corse in suo soccorso, dando vita a qualcosa di straordinario: la pioggia si fermò e il cielo sopra Ame si aprì in due, come squarciato da un colpo di spada; tra le nubi ferite, la sfera di luce che altrove chiamavano sole aveva iniziato ad illuminare e a riscaldare l'intero villaggio. Si trattava di un evento naturale, ma non lì, non in quel luogo maledetto, dove giorno e notte, per anni e anni, la pioggia aveva flagellato senza sosta abitazioni e strade.
    Wow! Pensò, con il naso rivolto verso il cielo. Lo stupore durò meno di un secondo. Cercando di non farsi notare, l'Oleandro si guardò intorno per scoprire chi, di fronte a quello spettacolo, aveva altro a cui dedicarsi. Come tenerlo d'occhio, ad esempio E per puro caso, durante quel controllo, il suo sguardo si posò su una piccola lapide molto semplice, pulita e ben curata, distante almeno quindici metri..
    È quella! Esclamò tra sé e sé, senza lasciar trasparire all'esterno alcuna emozione. 
    Prima di posizionarsi di fronte alla tomba illuminata dal sole, Namae decise di nascondersi alla vista dei presenti con lo stesso genjutsu con cui, nella discoteca del Terzo Livello, era riuscito ad avvicinare a sé Kansoshita: quando fu a circa cinque metri dal sepolcro di Toshiro, chiunque si fosse trovato a dodici metri dalla sua posizione avrebbe udito un rumore strano provenire dall'ingresso, come un segnale acustico attivato per informare i cittadini dell'imminente chiusura. Salvo sorprese o resistenze particolari, tutti avrebbero provato la forte tentazione di voltarsi e dirigersi in quella zona, opposta alla lapide su cui Namae avrebbe dovuto lasciare il pacco di Kansoshita. [Tecnica Avanzata]

    Ma...Namae era già riuscito a risolvere la questione dei pacchi?



    Chakra: 92.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///
  6. .

    Rasetsu e il chakra distruttivo


    Villaggio di Tsuya - Chapter II




    Lungo la strada che conduceva alla locanda in cui si era verificata l'aggressione, Masayoshi aveva chiesto al sacerdote se ci fossero delle differenze, o analogie, con ciò che era accaduto cinque anni prima. La sua risposta lo aveva sorpreso
    Wow. Esclamò, mentre lo sguardo scivolava su una piccola taverna ancora chiusa al pubblico. Non poteva essere frutto del caso: qualcuno aveva preso di mira quel gruppetto che un presunto capo ninja aveva definito come discendenti.
    E chi era questo capo ninja? Chiese, anche a costo di apparire agli occhi del suo interlocutore come un zoticone ignorante.

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    [...]


    L'idea di riposare nel grande tempio di Sareshigami piacque al sunese per diverse ragioni: la struttura era appesa sui rami e l'idea di dormire a diversi metri di altezza lo stuzzicava; poi era gratis e per ultimo, ma non meno importante, lì soggiornava uno straniero che era arrivato dopo il funerale di un certo Amano. Non c'era da stupirsi se qualche pellegrino proveniente da Taki o dai territori accademici si spingesse fino a Tsuya, ma le circostanze li obbligavano ad indagare. Masayoshi non si sarebbe fatto problemi a porre qualche domanda al viaggiatore. 

    La suddivisione in team era stata fatta. Non rimaneva che mettersi in viaggio con Akira Hozuki e un signore calvo, di nome Sanji, più basso di Hoshikuzu ma con la stessa passione del rosso per gli alcolici. La sua maglia bianca evidenziava la pancia gonfia dal troppo bere.
    Forse il nero sarebbe stato più appropriato. Pensò.
    A dopo. State attenti. Salutò Fudoh e Yato con un cenno del capo.
    Ai piedi d Sareshigami, che ancora impressionava il giovane sunese per la sua imponenza, i tre presero una strada secondaria e in pochi minuti furono fuori dal villaggio.

    CITAZIONE
    Il corpo del dottor Amano è stato trovato a qualche ora di marcia da qui, io non sono esattamente velocissimo, ma penso che prima del tramonto potremmo riuscire anche a tornare. Rampicanti permettendo.

    Li aveva notati e aveva scartato l'idea di farsi spazio a colpi di scimitarra. Centinaia di radici emergevano dal terreno e intrecciandosi come serpenti in amore formavano veri e propri ostacoli, in certe zone paragonabili a muri di legno. Non si stava parlando di piccoli arbusti, ma di tronchi così spessi da costringere i ninja a usare le loro arti.
    Potrò rivestire le mie nocche di roccia. Fece spallucce, spavaldo, convinto di poter liquidare l'impiccio con uno dei suoi Doton; nel caso fosse stato necessario aumentare la velocità di avanzamento si sarebbe servito di un secondo jutsu. Con un terzo, avrebbe potuto sradicare quei rampicanti per una decina di metri. 
    Prima di riuscire a descrivere la sua strategia al suo superiore, il Jonin lo superò con due spade in pugno.
    Non erano katane qualsiasi, pure un civile o un cieco se ne sarebbe reso conto. Simili nella forma e nell'estetica, privi di inutili ricami che spesso compensavano la scarsa qualità dei materiali, esse emanavano un aura di pura energia e potenza. I suoi occhi si posarono sulla katana dalle sfumature azzurrine. La trovò affascinante e incredibile.
    La meraviglia e lo stupore del neo chunin si spostò presto dalle spade alle radici.
    Di male in peggio! Esclamò, quando vide i rami appena squarciati ricongiungersi all'istante. Il Jonin continuò a colpire, più e più volte, ma il risultato fu sempre lo stesso: qualsiasi fosse la forza impressa sulle due katane, le radici riapparivano nella loro posizione, come se nulla fosse accaduto.
    Frustrato per gli insuccessi, l'ultimo colpo sfoderato dal Jonin fu così potente da far sibilare l'aria in modo quasi assordante, facendo tremare il terreno come fosse un budino. Nonostante la dimostrazione di pura potenza distruttiva, metri e metri di foresta rasa al suolo rinacque davanti allo sguardo pietrificato ( e in parte terrorizzato) di Masayoshi.
    Purtroppo per loro, dovevano procedere mediante l'uso del chakra distruttivo, di cui aveva già sentito nominare.
    Credo non ci sia altra scelta. Mormorò digrignando i denti, infastidito all'idea di rallentare il gruppo per la sua inesperienza. Sperava solo che Akira lo aiutasse.

    CITAZIONE
    Masakoso, vieni qui vicino a me... Ti faccio vedere come si sa... Tu Sanji, resta un attimo lì dietro eh...

    Si sentì fortunato ad averlo al suo fianco.
    Si avvicinò al Jonin, baldanzoso.
    Cosa?! Sgranò poi le palpebre, quando si accorse della verità. Non era il solo a non saper usare quel tipo di chakra.
    Ehm..io non so farlo. Pensavo di poter imparare da te. Intuì che la reazione scatenata dalla sua risposta era solo un modo per nascondere quell'inconveniente all'anziano Sanji. Un secondo dopo, il kiriano iniziò a spiegargli la probabile attivazione e l'uso di quel chakra in grado di aumentare la zona d'impatto. La spiegazione fu sintetica e al tempo stesso semplice. Lo stesso kiriano era riuscito ad applicare quell'arte al primo tentativo.
    Il primo pugno di Masayoshi ebbe esito fallimentare, ma permise al neo chunin di capire dove fosse la vera difficoltà: rilasciare il chakra al momento giusto. Né troppo presto né troppo tardi.
    Devo solo fare pratica. Una parte di sé pensò al demone e un'altra al Kiseki, ma aveva promesso agli anziani di non rivelare i suoi poteri se non strettamente necessario.
    Appoggiò le nocche su un ramo, caricò il braccio e sferrò il suo colpo. Le schegge esplosero in ogni direzione.
    Meglio. Questa volta la forza d'impatto si era distribuita su un area maggiore, ma non era sufficiente. Senza perdere la concentrazione sferrò un gancio, poi un altro, poi un calcio...fino a quando lo spazio creato da un suo colpo non gli permise di passare oltre e continuare l'opera di distruzione.
    Sentiva di poter migliorare ma il tempo e il materiale su cui far pratica non sarebbe mancato.

    [...]



    Dopo due ore trascorse a prendere a pugni tronchi, radici e ogni cosa ostruisse il loro cammino, il gruppo aveva raggiunto la radura in cui era stato assassinato Amano. Masayoshi era visibilmente affaticato. 
    Le nocche erano rosse e alcune avevano iniziato a sanguinare. I muscoli delle braccia gli dolevano e la fronte era imperlata di sudore.   Con quel vento freddo avrebbe rischiato di prendersi un malanno. Per quel motivo preferiva allenarsi sotto il sole del deserto e rientrare a Suna prima del tramonto. Gli sbalzi di temperatura lo uccidevano.

    CITAZIONE
    Diamo una veloce occhiata in giro, dopo tutti questi giorni non credo ci sia ancora qualcosa di rivelante...

    Mentre Akira esaminava le tracce di sangue a terra, dove il corpo senza vita era stato trovato, Masayoshi perlustrava le zone circostanti. Bravo quanto fosse il neo chunin, le sue abilità investigative erano nulla in confronto a quelle di Koinu. Forse era giunto il momento di invitarlo alla festa.
    Un morso sul dito, un sigillo e nella nuvola di fumo bianco emerse uno dei tanti suricati che popolavano il deserto dell'Anarouch.
    Koinu era piccolo come un chihauaha e brontolone come un pincher. Sfoggiava una lunga coda (circa venti centimetri) e un paio di orecchie a punta che gli donavano un po' di tenerezza. I suoi occhi vispi e neri davano una prima impressione di ciò che era in grado di fare. Le sue doti percettive non avevano uguali tra i suricati. [Evocazione]

    Brrrrrr freddissimo issimoooo. Argh!...come osi chiamarmi qui senza avvertirmi? Non lavori mai nel deserto?
    Mai! Rispose, accigliato da quel dato di fatto.
    Prima mi aiuti e prima ti puoi scaldare dentro la mia sciarpa.
    Sì ok ok, allora diamoci una mossa.
    Dobbiamo trovare tracce e indizi in giro. Lì è stato assassinato un uomo tre giorni fa e dobbiamo trovare una pista.

    Con la promessa di potersi riscaldare nella sciarpa del suo evocatore, Koinu si diede subito da fare. [Abilità]Percezione Base + Intermedia : 12 (18 Vista Perfetta entro 6 metri)
    Seguire le Tracce (Base)
    Conoscenza: L'utilizzatore può trovare le tracce lasciate da altre persone presenti entro 3 metri per il valore di Percezione posseduta.
    [Da genin in su]

    I risultati non tardarono ad arrivare: con la sua vista acuta - sviluppatasi per individuare in lontananza falchi e altri predatori - il suricato aveva individuato un capello viola, lungo, a qualche metro dal punto esaminato da Akira.
    Con ampie probabilità si trattava dell'assassino, o di qualcuno che si era imbattuto nel cadavere ed era fuggito. Cionondimeno, il colore era bizzarro e non comune. Nel villaggio di Tsuya, un tizio o una tizia con quella chioma sarebbe stata ben notata. Forse avrebbero dovuto fare un salto anche nei villaggi vicini , ma in quel caso, la decisione spettava ad Akira.
    Bravo Koinu. Hai trovato altro? Chiese, mentre consegnava la traccia al Jonin. Se non ci fossero state altre scoperte, il suricato si sarebbe arrampicato sul corpo del sunese per infilarsi dentro la sua lunga sciarpa di lana, lasciando sporgere all'esterno il suo naso appuntito.
    Hai mai visto qualcuno con quei capelli viola? Chiese poi a Sanji.

    [...]



    Avevano ripreso il cammino sferrando pugni e calci, ma questa volta impiegarono meno tempo per raggiungere la tappa successiva: la dimora di un certo Rasetsu. Nella mente del chunin, quasi tutti i nomi pronunciati dalla compagnia corrispondevano a volti neri, privi di dettagli e di una storia.
    La zona era impervia e abbandonata. Attorno a del terreno libero da erbacce, la vegetazione aveva ricoperto ogni cosa, dalle rocce agli stessi alberi, e solo un uomo dotato di una vista eccezionale sarebbe stato capace di spingere il proprio sguardo oltre i rami e gli arbusti. La stagione estiva non aiutava. D'inverno tutto sarebbe stato più semplice, a patto di girare per il bosco con dieci sciarpe, venti cuffie e chissà quanti abiti pesanti.
    Tocca a te Koinu!
    Uffffffffffffffffffffffffff. Il suricato scese e iniziò a scandagliare metro su metro l'intero ambiente.
    Scovare l'ingresso della struttura non fu un problema per il mammifero. [Abilità]Percezione Base + Intermedia : 12 (18 Vista Perfetta entro 6 metri)
    Seguire le Tracce (Base)
    Conoscenza: L'utilizzatore può trovare le tracce lasciate da altre persone presenti entro 3 metri per il valore di Percezione posseduta.
    [Da genin in su]


    CITAZIONE
    Già è isolato, cosa diavolo se ne fa di un portone del genere con un codice? Uff..

    Una chiave e un codice? Akira aveva già strappato gli arbusti che strangolavano l'edificio abbandonato. Chiunque vivesse lì dentro, doveva avere una seconda uscita.
    Guardò a terra, alla ricerca di tracce, ma non sperò di trovare alcunché. Koinu era insuperabile.
    Intanto, a qualche metro, Akira invitava l'uomo ad uscire gridando come un pescivendolo.
    È proprio di Kirigakure. Sussurrò il suricato, al fianco del suo evocatore e in posizione eretta grazie alla sua robusta coda. Non vi era astio nelle sue parole. Entrambi ridacchiavano di quel tizio con la chioma blu mare, sporcata da un bizzarro ciuffo bianco, che con i suoi modi di fare ricordava Hoshikuzu.

    CITAZIONE
    E ti pareva... Masakoso, vuoi provare ad aprirla te? Invece di espellere il chakra al contatto, rendi il flusso costante per tutta l'esecuzione del pugno... Dovrebbe scaricarsi in automatico, rendendo il colpo devastante... Forza, prova.

    Masayoshi avrebbe potuto affidarsi al demone, ai suoi Doton oppure al potere ingabbiato nel Kiseki, incastonato sotto al suo cuore, ma decise di celare quel potere al kiriano e allenarsi nell'uso del chakra distruttivo.
    Va bene, proverò. Si avvicinò alla struttura, scrocchiandosi le mani ferite. La struttura era antica, rovinata dal tempo e dalla vegetazione, compresa la porta, che appariva robusta ma non indistruttibile.
    Dopo tre ore di pratica, aveva familiarizzato con il chakra distruttivo. Speranzoso, il neo chunin flesse le gambe, piegò il braccio, lo indietreggiò, fece fluire il chakra dal Tantien alla mano e quando si sentì pronto...fece partire il suo gancio!
    L'urto fu violento e il boato echeggiò per tutto lo spiazzo circostante. Sorrise, fiducioso. Aveva percepito il chakra fluire dalle nocche alla struttura e il risultato doveva essere ottimo.
    Purtroppo, la realtà fu ben diversa da quanto sperato.
    Cosa? Il suo sorriso si era spento all'istante. Davanti al suo naso, la porta d'acciaio era ancora in piedi. Il suo jutsu non aveva scheggiato nemmeno la superficie.
    Nascosto nella sua maglia per paura di eventuali schegge vaganti, persino Koinu era rimasto sorpreso del fallimento del suo evocatore.

    CITAZIONE
    Oh, non ti preoccupare, è normale che tu non ci riesca... Questa porta è molto dura, vedi, c'è bisogno di una maggior forza e di una maggior quantità di chakra... Guarda qui....

    Se il primo pugno del kiriano abbozzò la porta, al secondo colpo l'intera struttura esplose come se all'interno fossero detonate venti cartebombe di alto livello.
    Masayoshi e Koinu rimasero a bocca aperta, specie il suricato che non aveva mai visto una tale dimostrazione di forza. Deglutì, pietrificato. Probabilmente avrebbe voluto ritirare ciò che aveva sussurrato qualche minuto prima.

    Wow! Bel colpo! Non ci resta che proseguire. Avrebbe voluto mandare in avanscoperta Koinu, ma prima che il suricato si fosse deciso a scendere per una terza volta, abbandonando il suo comodo e caldo giaciglio, il kiriano avrebbe fatto in tempo a demolire l'intera abitazione.

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    Chakra: 72/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///












  7. .

    Verso il cimitero di Amegakure


    Chapter VIII - Amegakure



    Posso avere un futuro come ladro. Pensò, sogghignando.
    Le sue dita tozze si erano rivelate abili come quelle di un chirurgo. Il capello irrigidito dal chakra era scivolato nella serratura e in poco tempo lo smemorato era riuscito ad allineare tutti i cilindretti interni che costituivano il meccanismo di chiusura.
    Il tiretto della scrivania gli si aprì di fronte agli occhi, illuminati dall'emozione di poter scoprire qualcosa sul suo seme. All'interno vi erano oggetti innocui, ma anche documenti, note e mappe ingiallite dal tempo. Curioso come un gatto, prese alcuni fogli e li lesse con attenzione: il primo fascicolo era un atto di acquisto e riguardava l'immobile in cui si trovava, preso da Kansoshita per 10 Ryo; su un altro pezzo di carta vi era una lista di presunti clienti, con delle barrette che probabilmente indicavano i quantitativi di droga venduta o acquistata.
    10 Ryo. Ridacchiò, divertito. Stupido lui che viveva al Primo Livello, quando al Secondo vi erano abitazioni a quel prezzo, ma la verità era che lui era solo un pesce piccolo, fuor d'acqua come aveva aggiunto il maiale e per quelli come lui il posto da occupare erano i margini fangosi della Pioggia.
    Continuò a scavare nel cassetto.
    Una mappa! Esclamò, trattenendo un grido di gioia. Ame era lì davanti a lui, distesa su un foglio di carta piegato alla buona, con le sue vie, piazze e palazzi. Su di essa, qualcuno aveva cerchiato sei zone. Non perse tempo a capire di cosa si trattasse. Accartocciò tutto e lo infilò nelle tasche.
    Ma la vera sorpresa giaceva nel doppiofondo! Quando vide quel foglio ingiallito, logoro e accartocciato, Namae pensò di aver trovato qualcosa di antico, di rilevanza enorme, come il luogo in cui era custodito il denaro del seme o i nomi dei ninja più potenti della Pioggia, ma la fortuna gli aveva consegnato tra le mani una minaccia di morte firmata dai Fiori stessi.
    Su quel foglio stropicciato vi era una sola frase, gelida come ghiaccio artico e pericolosa come il filo della falce della signora morte.

    CITAZIONE

    Una vita e una vita. Abbandona Ame oggi stesso.


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    Ciò che lo stupì di quel messaggio fu la firma: i Fiori. Non il nome di un Re o di un Principe, come Lord Goemon, Kansoshita o chissà chi altri, ma il seme nella sua interezza, dal più piccolo Fante fino all'Asso che ne aveva le redini.
    Sotto, al centro, vi era uno squarcio trasversale, realizzato con un pugnale insanguinato. Al solo pensiero di poter ricevere un giorno una simile minaccia, un brivido di paura gli percorse la schiena.
    Non è riferito a Kansoshita. Dall'odore che saliva dal doppiofondo, quel foglio marciva lì da parecchio tempo. Doveva trattarsi di un cimelio di grande valore storico per il seme o per Kansoshita stesso.
    La prima missione? Fece scivolare la mano sul fiocco rosa. Come un tossico davanti a una dose, l'Oleandro bramò di rubare anche quel messaggio, ma decise di accontentarsi dei libri sui veleni e sui meccanismi. Era giunto il momento di ritornare indietro, anche perché correre con quei pacchi non sarebbe stato il massimo e il tempo a disposizione era agli sgoccioli.
    E fu così che con quei due pacchi tra le mani, il Fiore fece ritorno nel mondo reale.

    [...]



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    L'enorme specchio si richiuse alle sue spalle e Namae fu nuovamente nel retro bottega. L'uomo che gli aveva aperto la via per il Terzo Livello lo attendeva seduto in un angolo della stanza, con le mani in tasca e un lieve sorriso da cui trapelava la più sincera soddisfazione nel vederlo lì prima delle due ore.

    CITAZIONE
    " 5 minuti e avremmo dovuto scomodare il Joker per farti uscire da lì hihihi Spero tu abbia fatto quello che dovevi fare ragazzo, la nostra signora sembra essere davvero di cattivo umore ultimamente. "

    Quel nome gli scivolò addosso come acqua. Chiunque fosse il Joker, qualunque potere avesse, non lo avrebbe aiutato a portare a termine la missione, che ora entrava nella sua fase finale.
    È stata più dura di quanto pensassi. Non mentì e non ricambiò il sorriso. Aveva poco di cui rallegrarsi, sebbene fosse riuscito a raddrizzare il corso degli eventi.
    Avanzò verso di lui con sguardo torvo.
    I pacchi erano sulle sue grosse mani da picchiatore. Sapeva di non poter rimandare ciò che aveva posticipato per uscire in tempo dal Terzo Livello. Il messaggio parlava di un pacco e lui ne aveva due, identici per dimensione, peso, tatto, odore e forse anche per contenuto. Avvicinando il suo orecchio destro, aveva udito in ciascuno il sottile e flebile tintinnio di vetri sottili.
    Entrambi erano stati lasciati sul divano circa quattro ore prima del suo arrivo.
    Aprirli era fuori discussione. Doveva scartare quei pacchi con l'uso della mente.
    Preparami un sacco, un qualcosa dove mettere questi due pacchi e riempili di fiori, per piacere. Ordinò, con voce solenne. Doveva portarsi avanti con i preparativi. Appoggiò con delicatezza le scatole su un ripiano polveroso e si accomodò su una vecchia sedia in legno, con i gomiti sulle ginocchia e le mani congiunte davanti al volto.
    Mentre l'altro preparava parte del suo travestimento d'assalto, lui doveva pensare, riflettere e ricordare ogni azione eseguita e frase udita.
    Mettici qualche fiore tipico dei cimiteri. Aggiunse, con tono calmo, tipico di chi non si aspetterebbe un no come risposta. Una parte di sé desiderava firmare la sua azione con degli oleandri, ma decise di non cedere al suo ego.

    Nel silenzio della bottega, il fioraio avrebbe avuto la netta sensazione che qualcosa era cambiato in Namae, in quel tizio alto due metri che si era presentato in modo quasi spavaldo. Se fosse stato perspicace, avrebbe potuto intuire quale dubbio tormentasse lo smemorato.

    Prima la questione dei pacchi. Estrasse la carta dell'Asso di Fiori prelevata dall'ufficio.
    E se fosse una carta ninja? Ci credeva poco, ma tentare non sarebbe costato nulla. Il chakra fluì dal Tantien alle dita, fino a riversarsi sulla carta, nella speranza di veder apparire un messaggio o una frase che lo avrebbe aiutato a capire quale pacco consegnare.

    [Se non funziona]

    Nessun messaggio apparve ai suoi occhi.
    Non gli rimaneva che il piano B: ripercorrere tutto il viaggio nel Terzo Livello, dall'istante in cui era apparso in quel bagno sudicio all'attimo in cui aveva fatto ritorno. Incastrando tutte le informazioni - ricevute e trovate - come tasselli di un puzzle, forse tutto sarebbe stato più chiaro.
    In quella posizione, l'Oleandro socchiuse gli occhi e iniziò a pensare.
    A riflettere.
    A rivivere quei momenti con tutti i suoi cinque sensi.
    Recati al negozio di fiori difronte al cimitero di Ame. Chiedi 7 Orchidee e di che sono per la tua cara sorella defunta. Una volta "dentro" avrai poco tempo, trova KansÅÂshita e recupera il pacco che ha per te. Lascialo infine sulla tomba di Toshiro Umezawa, cercando di non dare nell'occhio..
    Ricordava ogni parola del messaggio che gli era stato consegnato. Passò oltre e la prima immagine che si formò nella sua mente fu il volto di Kansoshita, illuminato dai mille fasci di luce.
    Bastardo. Lo aveva trovato in meno di dieci minuti, ma si era fatto fottere come un pollo. Non ricordava se a fregarlo fosse stata la sua espressione da ebete o la possibilità di poter parlare con qualcuno che, a detta sua, ne sapeva di più.
    Doveva andare avanti, proseguire nel suo viaggio mentale e avvicinarsi a quel bancone appiccicoso dietro al quale "danzava" la barista dai capelli verdi.
    Alla vista di quei ticket, fatti scivolare sul bancone come banconote da 500 Ryo, la donna aveva concesso qualche minuto al Nukenin per rispondere alle sue domande.
    Tutto sembrava volgere al fallimento, ma al momento dell'addio, complice lo stato di forte soddisfazione provocata dalla sua dopamina, con un gesto felino la falsa donna gli aveva infilato nella tasca una carta ninja con un messaggio da decifrare. E quel messaggio lo aveva condotto in via dell'arconte 01, dopo un breve siparietto con un uomo maiale.
    Lei sapeva ciò che dovevo fare. Ora la domanda è: mi ha aiutato di sua spontanea volontà o erano gli ordini di Kansoshita? La risposta a quella domanda avrebbe condotto il Nukenin a diverse conclusioni.

    Concentrato in quel viaggio interiore, riuscì a udire nuovamente lo schianto dei cardini e il profumo della droga che aleggiava in quelle stanze. L'ufficio era lì, a portata di mano, con i due pacchi sul divano che scintillavano come due Swarovski.
    Il pacco doveva essere consegnato da Kansoshita, ma io li ho presi da una delle sue tante case, grazie alla barista. Lì ho trovato la carta dei Fiori, i documenti e quella minaccia. Era sempre più convinto che quel foglio accartocciato fosse una semplice reliquia, qualcosa che aveva un significato storico per il seme o uno dei suoi ninja.
    Li hanno lasciati lì quattro ore prima. Possibile che il pacco che dovevo prendere fosse un altro e lì, su quel divano, vi fossero i restanti? Quindi, dovevo prenderne uno e invece ne ho presi due? Identici? Aprì gli occhi e posò lo sguardo sui due pacchi. Quelle domande erano destinate a rimanere senza risposta. Tutto quel viaggio mentale era servito solo a fare ordine nel suo cervello.
    Doveva agire, anche a costo di fallire. Continuare a pensare avrebbe aumentato solo la confusione che albergava nella sua mente. E lui odiava avere dubbi.
    Si alzò dalla sedia e le sue mani si unirono nel simbolo della Capra. [TA]

    Dalla piccola nuvola bianca emerse un settantenne sdentato, con braccia sottili come spiedi e due occhi neri contornati da rughe profonde come canyon. Una grossa pancia da bevitore sormontava i suoi addominali e la chioma di cui andava fiero aveva perso volume, specie sopra le tempie, dove i pochi capelli rimasti erano quasi tutti bianchi.
    È pronto il sacco pieno di fiori? Quanto ti devo? Se mi spari una grossa cifra dovrò portarteli a fine missione. La sua voce da cavernicolo si sposava bene con il suo nuovo aspetto. Inserì i pacchi all'interno del sacco, in modo che fossero ben coperti dai petali colorati e dei gambi.
    E dimmi, sai dov'è la tomba di Toshiro Umezawa nel cimitero qui davanti? Al fioraio la decisione se rispondere o meno. A ogni modo, gli avrebbe chiesto un ultimo favore.
    Prendi sottobraccio questo povero anziano e aiutalo ad avvicinarsi al cimitero. E iniziò a zoppicare.

    [...]



    Dall'esterno, fuori dal cancello arrugginito, il cimitero di Ame sembrava maestoso.
    Prima di quel giorno, non aveva avuto alcun motivo per visitare quel luogo. I suoi unici cari erano Jaro e sua figlia adottiva Hounkou, troppo giovani per traslocare in quella città nella città. Aveva perso il suo passato, la sua storia e chissà quanti parenti riposavano in quel luogo macabro. Se lo chiese mentre varcava la soglia del cimitero, ciondolando e zoppicando come se il suo ginocchio  destro fosse in procinto di cedergli. Le orecchia erano pronte a captare qualsiasi discussione interessante tra i presenti. [Abilità]

    Se avesse saputo dove fosse la tomba di Toshiro, Namae avrebbe fatto un giro molto largo, passando su strade sempre diverse, sostando davanti a qualche lapide per sviare eventuali osservatori. Pian pianino si sarebbe avvicinato alla pietra dell'Umezawa.

    Se non fosse stato in possesso di quell'informazione, avrebbe preso la prima strada e avrebbe cercato di capire la logica di tumulazione. Si andava per ordine alfabetico o data di morte?
    Chiedere informazioni sull'Umezawa agli addetti del cimitero era fuori discussione.





    Chakra: 94.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///
  8. .

    Non prendere le caramelle i fiori dagli sconosciuti


    Chapter IV - Villaggio Sconosciuto



    Namae non si era risparmiato.
    Nella sua voce da cavernicolo aveva racchiuso tristezza, malinconia, paura e un po' di ottimismo, fondamentale per poter innestare nel cervello della donna la falsa speranza che suo fratello fosse ancora vivo. E di fronte a lui.
    Ci vollero numerose stoccate per scardinare il suo inquietante muro di artificiosa incredulità.
    La vide chiudersi nelle spalle, guardarlo con occhi sospetti, negare di aver parlato di un suo familiare, ma poi qualcosa di lei era riemerso.
    Un sorriso si era allargato sul volto di Namae.
    Con voce sommessa e carica di dolore, la donna parlò del fratello, di nome Miyagi.
    Purtroppo, il tempo concessogli dal fuunjutsu o genjutsu fu limitato, e in breve tempo la donna ritornò ad essere una semplice cittadina di quel villaggio sul lago che celava la vera Zanna.
    Era giunto il momento di parlare con l'imbianchino.
    Forse con lui dovrò essere più incisivo. Si sgridò, convinto di essersi fatto coinvolgere dal suo passato.
    Concentrati! Sei qui per aiutare il mercenario.


    [...]


    Fu come risvegliarsi da un sogno.
    Cosa diavolo? Imprecò sotto voce nel vedersi catapultato fuori dal villaggio, quando in realtà, fino a qualche minuto prima, sostava ai margini della strada a parlare con uno dei suoi strani abitanti.
    Ora si trovava nella radura su cui erano atterrati e non ricordava affatto come ci fosse tornato.
    Non ho assunto nulla. Pensò, pronto a incolparsi e a maledire gli ormoni e le droghe della serra, ma fu sufficiente alzare lo sguardo confuso per capire in che guaio si fosse cacciato.
    Di fronte a lui, a qualche metro di distanza, vi erano tre individui e il loro sorriso lasciava intendere che non avrebbero parlato del meteo e delle mode.
    Tre contro uno. Pensò d'istinto, sentendosi come un topo in trappola.
    Era chiaro che si trovava lì, lontano dal suo alleato, per il volere dei tre, che in qualche modo erano riusciti a controllare l'ambiente o la sua psiche. O entrambe.

    CITAZIONE
    Eccoci. Non sei uno di noi, ma potresti diventarlo. Rintaro ha percepito il tuo chakra. Il Nostro Rintaro, dico. Muovere questo corpo è tedioso, quindi vorrei sapere chi sei e chi è quell'uomo con te. Nessuno dei nostri originali ci concede quell'informazione. Se lo dirai ti lasceremo andare. In caso contrario morirai...i fiori che hai in tasca possono crescere e trapassarti il cuore prima ancora che tu possa raggiungerli, sai?

    Prima di riuscire a digerire la faccenda dei cloni e di Rintaro, nome che non aveva mai udito da Feng Gu, egli capì cosa legassero quei tipi.
    I Fiori. Non la setta di Ame, ma quelli che lui aveva accettato come il più pirla degli spacciatori. Non li aveva toccati, solo odorati, ma questo era bastato per cadere in qualche jutsu a lui sconosciuto.
    Namae cambiò espressione in un istante. Paura, timore e confusione mutarono in freddezza, calma e tranquillità, come se quei tre minacciosi ninja si fossero appena trasformati in bambini mocciolosi.
    La dopamina aveva raggiunto il cervello e da lì ogni muscolo, compreso il cuore, si era rilassato. [TS - Ormoni]Manipolazione Ormonale Lv. II
    Dopamina: L'utilizzatore può aumentare la produzione di Dopamina. Aumenta l'Intuito, ogni Unità di ormone utilizzata consuma ¼ Basso e concede 2 tacche di vantaggio. L'utilizzatore sarà estremamente calmo, annulla e viene annullato dalla furia di Adrenalina. Iniettare potenzia l'Intuito. Iniettare Adrenalina velenosa da malus in Intuito e Riflessi.

    2 Unità Dopamina. (-1/2 Basso)
    L'utilizzatore diventa estremamente calmo. Intuito: Viola+3



    Feng Gu non aveva pronunciato uno dei suoi mille nomi, ma aveva rivelato di aver ricevuto lo strumento dalla stessa donna il cui clone, se aveva capito bene, era colei che gli aveva venduto i fiori maledetti. E se lei aveva chiesto informazioni su di lui, cloni e originali non condividevano i ricordi.
    O è un test?
    Sono Namae e sono un ninja mercante che è approdato qui sia per commerciare sia per indagare sul mio passato. Ho avuto un'amnesia e nessuno ha saputo aiutarmi a recuperare la memoria. I pochi indizi che sono riuscito a trovare negli anni mi hanno portato qui. Aprì le danze con una presentazione che intrecciava menzogna e verità.
    Continuò subito dopo, con voce calma e tranquilla.
    Proprio qualche minuto fa. Indicò la zona in cui aveva incontrato la ragazza. Ho scoperto che là vive una donna il cui fratello assomigliava molto al sottoscritto. Annuì, passando subito a parlare del suo amico mercenario, prima che quei tre avessero deciso di troncare il monologo con un atto violento.
    Lui abita nel mio stesso villaggio ma non so chi sia, credetemi. Lo chiamano tutti il Mastino. Gli ho fatto qualche domanda personale ma non ha voluto rivelarmi nulla. Mi ha detto che è per il mio bene e perché siamo amici. Aggrottò le labbra.
    Ci siamo conosciuti un mese fa e tra una sbronza e l'altra gli ho raccontato del mio problema e di ciò che avevo raccolto. La mia infanzia legata a un villaggio con un lago enorme, come questo. Bhè, si è offerto di portarmi qui perché doveva venirci anche lui. Non proprio offerto. Guadagnerà qualcosa dai miei ricavi.
    La sua strategia era chiara ed elementare: strappare più tempo possibile. Se la fortuna lo avesse assistito, la sua assenza sarebbe stata notata da Feng Gu e in volo sulla sua maestosa fenice avrebbe potuto individuarlo in poco tempo. Erano in una zona aperta, libera da piante e altre coperture.
    Mi ha parlato in generale dei ninja della Zanna, delle cinque Zanne e penso proprio che li conosca bene.
    Dove diavolo sei?
    Più sarebbe andato avanti nella discussione, più sarebbe stato costretto a rivelare più informazioni.
    ma ditemi, avete bisogno di veleni? Chiese sorridendo, con la mano aperta sul volto per coprire le labbra da occhi indiscreti.

    Qui si mette male!

    jpg


    Chakra:99.5/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







  9. .

    Namae e Pan-ya


    Villaggio Sconosciuto - Chapter IX



    L'oscurità avanzava e con essa la comitiva di fogliosi, sunesi, tizi sconosciuti e falsi mercanti.
    Proseguiamo. Accolse positivamente la proposta di Kao, mentendo a se stesso sull'importanza di un buon riposo. Ogni minuto fermo era un minuto perso, sessanta secondi di vantaggio per chi aveva sequestrato sua figlia.

    Dopo una manciata di minuti in cui tutti preferirono rimanere in silenzio, concentrati nei loro pensieri, gli avventurieri trovarono un abitazione. Nella mappa di Mundai, la zona era verde e non vi erano note che segnalassero la presenza di case. Ingenuo, Namae non s'insospettì né si allarmò.
    Dalla porta d'ingresso aperta fuoriusciva una lama di luce.
    Rumori di stivali precedettero l'apparizione di una donna di carnagione scura.
    Curioso come ci doni ospitalità. Erano in una zona di guerra, con territori da conquistare e da difendere, e nessun sprovveduto ospitava dei possibili nemici, soprattutto se lo erano entrambe le fazioni in conflitto: Igashi e Aimedacca.
    Chi aspettavano? Si chiese, ma la donna continuò, rivelando il ruolo di suo padre.
    Pan-ya del Pane e del Frumento Non poteva essere un caso. Lanciò un occhiata a Kao. Lui sapeva della casa e della tizia, ne era convinto, perché lei sembrava essere sicura di averlo già visto altrove.
    Non tirare troppo la corda. La sua pazienza aveva un limite e se non fosse stato per Hounko, sequestrata chissà dove, lo avrebbe già preso a ceffoni.
    Avrebbe voluto mettersi davanti a lui e chiedergli delucidazioni, ma la stanchezza gli mordeva i muscoli e le ansie avevano già messo K.O la sua mente. Aveva troppe domande in testa, troppi dubbi e questo lo infastidiva. Aveva bisogno di riposare e quel luogo poteva essere uno scrigno colmo di informazioni... o una trappola mortale.
    Pan-ya. Stiamo parlando del capo villaggio, giusto? Non conosceva quel titolo.
    E con lui parleremo del costo di tale ospitalità...immagino. Disse, severo in volto.
    Comunque ha ragione, abbiamo bisogno di riposo e di un riparo, perciò la ringraziamo della vostra ospitalità. Stemperò, eseguendo un inchino di ringraziamento.


    [...]


    Coccolato dal calore del fuoco e dal profumo del cibo appena cotto, Namae si accontentò di mangiare ciò che la casa offriva. Preferì l'acqua al vino e i sorrisi accennati agli sguardi carichi di sospetto.
    Dopo aver cenato, furono condotti verso le loro stanze da letto. Il Pan-ya li avrebbe ricevuti il giorno seguente.
    Nessun problema! Doveva riposare, mettere in ordine le informazioni e acquisirne altre, così la mattina seguente avrebbe avuto qualche domanda intelligente da porre. Forse. Sentiva il forte bisogno di cedere alla dopamina.
    Piacere Tula, il mio nome è Ryukaku, mercante ex ninja Era giunto il momento di rivelare il suo falso nome.

    Molto bene.Pensò felice, quando si accorse di avere una stanza tutta per sé. Desiderava la maggior libertà d'azione possibile, anche per godersi in pace gli effetti rilassanti dei suoi ormoni. Per curiosità, avrebbe voluto chiedere a Ryugi cosa avesse intenzione di fare, ma temeva in un sabotaggio di Kao, poco distante da loro. Confidava nel suo spirito d'azione. Si era dimostrata una ragazzina sveglia e capace.
    Bhè...buonanotte! Avrebbe salutato, per poi chiudersi la porta alle spalle. Non ci fu alcuna perlustrazione. Si fece una rapida doccia calda e si distese sul letto a quattro di spade per un breve riposo.
    La dopamina prese possesso della sua mente e l'avrebbe dominata fino a notte fonda.

    [...]


    i suoi occhi si aprirono di scatto.
    Era giunto il momento di dare inizio al suo piano. Si sistemò l'abito, agitò i capelli per renderli disordinati e si chiuse la porta alle spalle cercando di non fare troppo rumore. Le orecchie erano tese per captare eventuali discussioni o tizi in avvicinamento. [Abilità]
    Per nulla al mondo avrebbe dovuto incrociare Kao.
    il suo piano era semplice: trovare una guardia e chiedere un incontro con Tula Akane.
    Se avesse fallito, sarebbe passato a un piccolo piano B.
    Buonasera avrebbe esordito alla prima guardia incontrata.
    Non riesco a chiudere occhio. Mia figlia è stata rapita dagli Igashi e io sono qui... distante da lei Si rattristò e quella tristezza era sincera. Era un criminale ma anche un padre. Finse solo di singhiozzare.
    E non so se riuscirò ad riabbracciarla. Sospirò.
    Sono armati di lance.
    E ora vorrei solo correre nella sede degli Igashi e recuperarla Chiese, con gli occhi fissi su quelli della guardia. Avrebbe potuto rivelare che Kao era uno degli Aimedacca, ma sarebbero finiti tutti con la gola squarciata.
    pensi sia possibile avere un incontro con Kula adesso? Avrà voglia e desiderio di aiutarmi? Affondò le mani nei capelli, cercando di farsi vedere disperato.

    Se il soldato si fossero rifiutato di scortarlo dalla donna, Namae non avrebbe insistito. Lo avrebbe ringraziato di cuore, dando inizio a un'altra sequenza di domande.
    Almeno sapete qualcosa su questi Igashi? Pregò di avere risposta.
    Qualche ora fa abbiamo incrociato un insediamento e una certa Miyari, voi li conoscete? Erano parecchio strani ma innocui...e parlavano bene degli Igashi. Non aveva sentito del loro commercio con il villaggio del Pane, ma sapeva, grazie al suo genjutsu, che per loro gli Igashi erano divinità a cui offrire esseri umani.
    Anche se hanno rapito mia figlia Concluse, senza rivelare la loro fine tragica.

    [...]



    Qualcuno bussò alla porta della sua camera.
    Namae aprì gli occhi e vide che fuori era ancora notte. Dalle tende non filtrava alcun raggio solare.
    Merda. Aveva fatto un incubo. Sua figlia, sola, nella notte, nelle mani degli aguzzini.
    Scosse la testa per scacciare quei pensieri orrendi.
    Sì arrivo. La guardia attese giusto qualche secondo, tempo di prendere le armi e di cancellare i postumi del sonno dal suo volto.
    Il Pan-ya aveva deciso di riceverli e Namae voleva presentarsi nel miglior modo possibile. Doveva approfittare dell'incontro per ricavare qualcosa di buono per la propria ricerca. Del Sarto gli importava poco.
    Buongiorno cari, dormito bene? Disse ai suoi compagni, sorridendo.
    Scortati dalle guardie, la comitiva fu condotta nel cortile che si affacciava sulla stessa boscaglia che avevano percorso la sera prima. Un brivido di freddo percorse la schiena del Nukenin. Ad Est, le nuvole rossastre preannunciavano l'imminente alba, ma il cielo plumbeo non avrebbe permesso al sole di mitigare le gelide temperature. Sarebbe stata una giornata gelida....e piovosa.
    Ad attenderli nel cortile, davanti due potenti sorgenti di luce, vi era un uomo vestito con spesse lamiere d'acciaio. Aveva immaginato un uomo grasso vestito con abiti pregiati, non un vero e proprio soldato.

    CITAZIONE
    Mia figlia mi ha parlato di voi. Buongiorno, stranieri. Sono Markona Akane, il Pan-ya del Frumento e del Pane. Che cosa ci fate in queste zone di guerra?

    ll suo tono di voce non gli piaceva.
    Non è nostro amico. Quando aprì bocca per rispondere, un boato echeggiò in lontananza.
    Un' esplosione. E pure piuttosto potente. Altrove c'era movimento.
    Il plotone di soldati giunto davanti al Pan-ya fu dirottato verso il confine del bosco.

    CITAZIONE
    Dunque, dove eravamo rimasti?

    Se la prima a parlare fu Ryugi, il secondo fu Namae.
    Gli Igashi hanno rapito mia figlia a Konoha e io sto andando a ucciderli per riaverla. Disse, freddo come le gocce di pioggia che gli scivolavano sul volto.
    Poi di quel sarto di cui ho sentito parlare m'importa pochissimoSemplice e coinciso, ma non aveva ancora finito.
    Appena avrò mia figlia indietro, me ne andrò da qui. Incrociò le braccia al petto.
    Possiamo aiutarci a vicenda? Altrimenti qua sto perdendo tempo. Chiese, serio in volto. Non avrebbe disdegnato alcun aiuto, specie da un soldato pieno di acciaio che sembrava sapere il fatto suo.
    Come avrebbe reagito Kao a quella domanda?

    jpg




    Chakra: 85.75 + (?)/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 4 Dosi
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 9

    Note
    Allucinogeno 4 Dosi
    /


  10. .

    Tsuya e Sareshigami


    Villaggio di Tsuya - Chapter I





    [14 Luglio. Sera]



    Con l'avanzare del crepuscolo, un uomo incappucciato si lasciava il deserto alle spalle, inoltrandosi nella fitta boscaglia che si estendeva fino al pericoloso confine tra Ame e Konoha, ad altri due giorni di cammino dal luogo che aveva assistito alla nascita del nuovo guerriero del Vuoto e la distruzione di una delle armi di Iwa.
    Il ricordo di Lianshi-sama gli strappò un fugace sorriso, nascosto dietro la lunga sciarpa che gli avvolgeva il collo e parte del volto.

    [La sera successiva]



    Per un viaggiatore solitario le strade sono sinonimo di guai e incontri pericolosi.
    Se di giorno ci si può spingere sin dentro la foresta per non essere individuato, di notte, lungo i sentieri illuminati dalle torce dei viandanti, le taverne diventano una tentazione anche per gli spiriti più solitari. Calore, cibo, birra e letti caldi sono meglio del gelo, dell'umidità, del vento e dei giacigli da dividere con gli animali diurni.
    Quella notte, all'interno di una locanda, tutti osservavano quello strano viaggiatore che se ne stava seduto lontano, in disparte, con un piccolo suricato sulla spalla. Sorseggiavano insieme una zuppa calda: uno da un piatto normale e la creatura da un grosso cucchiaio di legno.
    I Kijin. Pensava, serio in volto.
    Aveva giurato, in ginocchio davanti agli anziani, di non porre la sua vendetta sopra la missione.

    [...]


    Nella striscia di foresta al confine tra il Fuoco e la Cascata, in barba alla tenue foschia mattutina, il neo Chunin riusciva ad ammirare l'enorme albero di cui gli avevano parlato. Lo avevano descritto come grande, immenso, imponente, ma Sagemashira era qualcosa di più, anche a chilometri di distanza. Era una montagna di legno il cui tronco era vasto quanto Suna, con rami così alti da perforare il cielo in più punti. Se non fosse il prodotto di qualche diavoleria, quell'albero doveva avere la stessa età della Terra.
    Mancavano due ore per raggiungere Tsuya. Aveva seguito le indicazioni dell'amministrazione sunese: costeggiare i confini, svoltare verso il Fuoco e proseguire verso Nord. Il briefing era stato breve ma intenso. Dopo il giuramento, aveva ricevuto l'ordine di studiare i resoconti di una missione avvenuta cinque anni prima. Il fascicolo pesava più di un chilo e in tutti quei fogli ingialliti dal tempo era riuscito a memorizzare solo una manciata di nomi e luoghi.

    Due ore dopo, nella radura ombreggiata che conduceva all'ingresso di Tsuya, lo shinobi si rese visibile.
    Avvolto da una lunga veste bianca che ne celava i lineamenti, per tre giorni la sua chioma bicolore era rimasta nascosta nelle profondità di un cappuccio dorato come la sabbia dell'Anarouch. Non aveva alcun coprifronte con sé.
    Sotto l'immenso Sareshigami, il neo chunin abbassò il proprio cappuccio. Uno dei pochi raggi di sole che filtravano dai rami delle pianta gli illuminò gli occhi verdi smeraldo.
    Avanzò piano, senza fretta, guardandosi intorno come un bambino in un parco giochi. Se sopra di lui la fitta ramificazione forniva una protezione quasi perfetta contro il sole e la pioggia, a terra le radici avevano fatto scempio del suolo.
    Alla soglia del piccolo Gate, nessuna guardia armata gli sbarrò la strada.
    Non ne fu sorpreso. Aveva già visitato luoghi in cui era permesso entrare ed uscire senza limitazioni.
    Dove saranno? Si chiese, perplesso, grattandosi il capo.
    Conoscendo Hoshikuzu non deve essere difficile scovarlo. E invece le strade erano deserte e silenziose. Non poteva saperlo, ma altrove era accaduto qualcosa di terribile.

    [...]



    Tra sbadigli e lamenti sussurrati a mezza voce del neo Chunin, un uomo si avvicinò a lui.
    Le rughe che solcavano la sua fronte lasciavano pensare che quel tizio, vestito in modo elegante, dovesse avere all'incirca il doppio degli anni di Masayoshi. Ciò nonostante, appariva in forze.
    Sì, sono uno dei ninja. Masayoshi di Suna. Rispose, staccandosi dalla parete su cui si era appoggiato.
    Li ho raggiunti in ritardo. Il malus in furbizia era stato speso per aumentare la fortuna, infatti, Kyoshiro non era un semplice cittadino, ma il sacerdote eletto del culto di Sareshigami.
    Sì, andiamo. Gli si affiancò, cercando di ricordare se quel tizio fosse menzionato nei verbali che aveva sfogliato qualche giorno prima. Poi capì che sarebbe stato meglio chiedergli cosa fosse accaduto, specie alla figlia e alla moglie.
    Aprì un piccolo vaso di Pandora.

    CITAZIONE
    A quanto pare c'è stata un'aggressione, se vuoi il mio parere è colpa dei peccatori, che non onorano Sareshigami! Sono morte già quattro povere anime peccatrici! Il dottor Amano, la signora Akane ed il figlio, il povero vecchio Yoshi, tutte anime che ora torneranno alla natura, poverine. Altro che scimmie! Si tratta di blasfermia, dico io! Povera mia figlia che ha perso la via della fede!

    Già quattro morti. Storse le labbra.
    Ci sono analogie con quanto accaduto cinque anni fa? Chiese, curioso ma pronto ad ignorare il suo pensiero. Diffidava dai fanatici, specie dopo aver conosciuto gli Hayate. Le fedi, qualunque esse fossero, offuscavano i giudizi.
    Non fece altre domande. Per il momento.

    [...]


    Aaaah eccolo Fudoh. Sapeva della sua convocazione. Gli anziani di Suna glielo avevano rivelato per convincerlo a mettere da parte la sua vendetta, requisito imprescindibile per poter partecipare alla missione.
    Lo avrebbe riconosciuto anche da cieco. Nessuno come lui andava in giro vestito in quel modo. La promozione a chirurgo non lo aveva allontanato dalla strada.
    Con lui vi era Akira Hozuki, il guerriero del Vuoto che all'Abete aveva salvato tutti. Il terzo componente della squadra era Yato Senju, il ninja che molti anni prima lo aveva abbandonato nel bel mezzo della missione.
    Fudoh! Sempre insieme. Sentirsi nominato come guerriero del Vuoto lo imbarazzò.

    CITAZIONE
    Masayoshi? Credo che noi due ci conosciamo.

    Sì ci conosciamo. Rispose al foglioso, sorridendo.
    Dal giorno in cui si erano incontrati nel villaggio della Neve, aveva sognato di incrociare il suo cammino per vendicarsi, ma ora, dopo anni dal misfatto, Masayoshi non avrebbe preteso le sue scuse. Non erano necessarie, anzi, a dirla tutta, il desiderio di ricambiare quell'umiliazione lo aveva spinto ad allenarsi ogni giorno, abbracciando il potere del demone, del Vuoto e del Kiseki incastonato all'altezza del suo cuore.
    Spero tu stia bene.

    CITAZIONE
    . Ci faremo una chiacchierata più tardi, magari, sono curioso di sapere i tuoi progressi... Ma adesso...

    Certamente. Rispose, senza aggiungere altro. Era chiaro che avesse interrotto una discussione.
    Rimase in silenzio e non mise bocca nelle decisioni di Akira; era appena arrivato e non sapeva nulla di ciò che avevano scoperto.
    Sì, verrò con te. Sapeva già di cosa avrebbero parlato e il neo Chunin avrebbe voluto scomparire pur di non dover confessare che il suo potere del Vuoto non era ancora germogliato. Ciò nonostante si sarebbe comportato da uomo.
    Ammettendo le proprie difficoltà, l'Hozuki avrebbe potuto aiutarlo.
    Ma quella era un'altra storia.


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///



  11. .

    Frammenti di vita. La sorella e l'imbianchino


    Chapter III - Villaggio Sconosciuto



    Con un sorriso appena accennato, la fioraia accettò di buon grado il dono del Nukenin.
    Uno come Feng Gu sarebbe stato capace di abbordarla a suon di lusinghe e complimenti, ma il Fiore era estraneo a certe smancerie e si limitò a ricambiare il sorriso della donna, chiedendosi se si fosse ricoperto di ridicolo con quella mossa.
    Facendo attenzione a non entrare in contatto con le rose, non illusorie e forse innocue, infilò queste nella tasca del suo abito.

    Mentre la ragazza proseguiva l' attività di vendita nella strada che si affacciava sulla sponda del lago, attorno ai due protagonisti erano apparsi altri cittadini, tra cui spiccava un pescatore con in mano una bestia marina di diversi chili.
    Forse sono copie fisiche... Disse, dando fiato ai suoi pensieri. Le rose era vere, come lo erano i poderosi colpi che il fabbro infliggeva sull'acciaio incandescente.
    ...che in qualche modo non hanno accesso alla memoria dell'originale Aggiunse, più insicuro di prima. Per qualche secondo aveva riflettuto sull'esistenza di un veleno così potente da annullare i ricordi per giorni, ma non sarebbe stato il modo migliore per nascondersi e a lungo termine i possibili effetti deleteri avrebbero ucciso anche i ninja più forti.
    Continuarono ad avanzare chiusi nel loro silenzio carico di sconforto. Senza un'idea illuminante, Namae poteva solo ammirare il lago alla sua sinistra, con le imbarcazioni che sostavano sul pelo dell'acqua in attesa che i pesci finissero intrappolati nelle loro reti.

    CITAZIONE
    E ci sono molti altri che conosco qui, ma sembrano non riconoscermi.,

    Intanto potresti parlarmi di loro. Rispose, affamato di informazioni. Oltre alle loro abilità nel combattimento, utili in caso di uno scontro che il Fiore avrebbe evitato, quest'ultimo era interessato al carattere e all'indole di ciascuno di essi. Non aveva partecipato a molte trattative, ma ne aveva studiato i trucchi e sapeva che il rischio di farle naufragare con una parola sbagliata era molto alto.
    Mi ser...
    In lontananza una ragazza aveva appena svoltato l'angolo e d'istinto Namae aveva posato lo sguardo su di lei. I loro occhi si erano incrociati con innocenza, ma quelli della fanciulla si erano riempiti di stupore e incredulità. Le sue sottili mani si erano aperte e la brocca si era frantumata ai suoi piedi. Di fronte a quella reazione, Namae dimenticò cosa stesse cercando di dire.

    CITAZIONE
    Fratello mio! Sei tu? Ma come è possibile?

    jpg
    Eeeh? Gli sfuggì dalla bocca, prima per l'espressione basita della fanciulla, poi per la corsa fulminea con cui l'aveva raggiunto. Nessun civile era in grado di correre in quel modo, ma un solo pensiero rimbombava come un grido disperato nella mente del Nukenin.
    Io..tuo fratello? Fu come ricevere dal nulla un gancio al mento.
    Indietreggiò di un passo, con le palpebre sgranate, il cuore all'impazzata e le gambe deboli. Per un uomo che aveva dimenticato il proprio passato e che aveva cercato in ogni modo di far luce sulla sua vita, il delirio di una sconosciuta rischiava di stravolgergli non solo la missione, ma l'intera esistenza.
    Si sforzò di ricordare una cascata ma il suo primo ricordo continuava a essere Ame, i suoi palazzi e quell'inspiegabile sicurezza di essere nato in quel luogo dimenticato dalle divinità. Come un naufrago si aggrappò a quella consapevolezza per non lasciarsi travolgere dagli eventi.
    Io...sono sicuro di essere nato ad Ame. Sussurrò, quando in altre occasioni lo avrebbe urlato con fierezza. Il dubbio cercava di penetrargli nel cuore come uno spillo arroventato, ma quando fece per chiedere altre informazioni la ragazza ritrattò tutto, disinteressandosi della faccenda.
    La rapidità con cui cambiò idea era stata spaventosa.

    CITAZIONE
    Namae-san, per caso ti sei dimenticato qualcosa che avresti potuto dirmi?

    No....io non ricordo. Rispose, sconsolato. Tentare di accedere alla sua mente era inutile. Ci aveva provato in ogni modo, anche drogandosi. Era così sconvolto che dovette allontanarsi di qualche passo per riprendere fiato e voltare pagina.
    Sono di Ame..ne sono convinto. Ripeté come un mantra, più e più volte. In qualche modo riuscì a mettere da parte la questione e a concentrarsi sulla reazione della ragazza. Era chiaro che qualcosa di oscuro e impalpabile fosse intervenuto a preservare il travestimento.
    Anche Feng Gu si era fatto un idea della situazione.

    CITAZIONE
    Sembrerebbe quasi che questi ninja siano loro sotto un genjutsu, qualcosa che gli permette di mantenere un perfetto travestimento. Tu, però, in qualche modo hai prodotto uno shock sufficiente ad interrompere tutto ciò per qualche istante.
    Ci deve essere una logica di fondo.

    Le informazioni chieste al mercenario prima del siparietto giunsero in quel momento. Namae cercò di memorizzare ogni nome e abilità ma parte del suo cervello continuava ad elaborare ciò che aveva appena visto. L'Asso aveva centrato il problema, ma non la soluzione, meta a cui Namae puntava.
    Prima di separarsi, quest'ultimo fermò il suo alleato.

    È un'idea, ma tienila in considerazione qualora i tuoi tentativi dovessero fallire. Fece un grosso respiro.
    Devono ricordare chi sono. Non si aspettò che l'altro fosse sorpreso. Feng Gu ci aveva già provato con la mercante di fiori, ricordandogli il proprio nome e l'airone, ma secondo lui doveva esserci qualcos'altro in grado di farli rinsavire, un ricordo così intenso da scuotere i loro cuori e per sicurezza in possesso esclusivo dei loro alleati.
    Come un fratello morto. Per la ragazza dai capelli neri che continuava a vivere senza ricordare lo shock avuto.
    O una famiglia persa. Per lui.
    O la vendetta per Feng Gu.
    Cosa ti definisce come persona? Le tue abilità? La tua forza? I tuoi successi? O i tuoi traumi e sogni? Chiese, per poi aggiungere.
    Sono sicuro che tu conosca un loro trauma, una gioia o qualcosa di simile con cui puoi spezzare questo presunto genjutsu. Esclamò, meno rassegnato.

    Diamoci da fare. A me la ragazza e l'imbianchino.


    [...]



    Aveva un piano d'azione per la tipa che lo aveva scambiato per il fratello deceduto: le avrebbe instillato nel cuore la speranza che quell'uomo apparso dal nulla, senza memoria e con uno strano simbolo sul volto, fosse la persona che aveva perso. Una piccola vendetta per aver messo in discussione la sua appartenenza ad Ame.
    Servirsi del dolore altrui non gli rendeva onore, ma Namae non era una brava persona.
    Si avvicinò a lei, alla sua sinistra, da solo.
    Ora che siamo soli, senza quel tipo, posso parlarti liberamente Esclamò a bassa voce. Sul suo volto sfigurato brillava un sorriso carico di tensione. Non aveva il talento della recitazione, ma gli fu sufficiente pensare a cosa avrebbe provato se qualcuno gli avesse rivelato di conoscere (realmente!) parte della sua vecchia vita.
    Io...ho perso la memoria e non conosco il mio passatoAbbassò lo sguardo.
    La prima cosa che ricordo è di essermi svegliato in una terra lontana. E oggi un airone che mi ha portato qui. Se tu dici che sono simile a tuo fratello...forse... Annuì, con lo sguardo fisso sui suoi occhi, alla ricerca di quel bagliore di speranza che avrebbe usato per continuare a scardinare la sua difesa.
    forse potresti essere mia sorella. Ti prego, parlami di lui. Come si chiamava? Incalzò senza pietà, sicuro di potersi accorgere della buona riuscita del suo piano.
    In quel caso, Namae avrebbe fatto incetta delle informazioni confessate dalla donna per dar man forte alla sua recita.

    [...]



    L'imbianchino era ancora a lavoro.
    Armato di pennello e in piedi su una piccola scala, spargeva una vernice color bianco perla sulla parete esterna di una casa.
    Wow! Sta venendo proprio bene Esordì come un vecchio pensionato, avvicinandosi a passi lenti e con le mani raccolte dietro la schiena. Il tizio aveva circa la sua età. Sarebbe stato difficile destarlo dal sonno della sua mente. Di lui non conosceva nulla.
    Le serve una mano? Non poteva accontentarsi di una o due domande, perciò doveva trovare una scusa per restargli accanto.
    Gratis eh! Sai sono arrivato in questo paesino con un amico sul dorso di un bellissimo airone. Rivelò, fissandolo con i suoi sottili occhi neri.
    Il mio nome è Taiyo. Il suo? Poi avrebbe continuato.
    C'è un capo qui? Qualcuno che comanda a cui posso rivolgermi? Oppure potrei parlare con qualcuno che vi difenda dai nemici... Che ne so...tipo i ninja dell'accademia... Come avrebbe reagito?

    jpg





    Chakra: 100/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







  12. .

    Segreti e diari nella stanza di Takashi


    Post Attivo VIII - Villaggio della Cascata



    Come era normale aspettarsi, la stanza di Takashi era immensa, grande più del doppio dell' intera dimora del piccolo Yukine.
    Il ragazzino dai capelli dorati non ne fu sorpreso e non provò alcuna invidia per la disponibilità di spazio del secondogenito.
    La camera da letto si affacciava sul giardino della residenza e oltre il vetro trasparente, privo di aloni, la cascata rovesciava la sua acqua limpida sotto il palazzo e il ponte che avevano attraversato con il funzionario del villaggio ospitante.
    Da fuori sembrava più piccola.
    Non si soffermò ad ammirare i numerosi quadri appesi e il lussuoso mobilio. Ne aveva le "scatole piene" di tutto quell'inutile sfarzo, specie se sotto di essa si celava una storia di omicidio/suicidio.

    Si diresse verso il bagno e l'odore del sangue lo investì come un treno in corsa.
    A dispetto dei suoi undici anni, come era accaduto nella camera mortuaria, Yukine rimase indifferente al fatto di trovarsi nella stanza in cui un uomo aveva vissuto i suoi ultimi secondi di vita.
    Avanzò verso gli schizzi di sangue coagulato ben visibili sin dalla soglia del bagno.
    Si abbassò in corrispondenza del bordo della vasca, dove l'uomo si era dissanguato. Come dita scheletriche, rivoli rossi arrivavano fino al pavimento, ma altrove non vi erano tracce. Tutto era accaduto in quei pochi metri quadri.
    Perché si è suicidato? Parte di sé iniziava a convincersi che in fondo... Akashi avesse ragione. Ciononostante, per emettere la sentenza definitiva, aveva bisogno del movente e non vi era luogo migliore per trovarlo.
    Uscì dal bagno e si diresse nella camera da letto, determinato a mettere a soqquadro ogni oggetto, dai cuscini ai cassetti dei mobili, alla ricerca di un diario o un segreto. E fu lì dove nessuno nasconderebbe qualcosa che Yukine trovò un cassetto chiuso a chiave.
    Prima di forzare e rompere qualcosa che non gli apparteneva, il Genin cercò qualcosa di sottile e rigido con cui scassinare la serratura. [Abilità]Non ci azzecca molto
    Se non avesse trovato nulla, non avrebbe esitato a spingere il cassetto verso sé con tutta la sua forza.

    Ciò che trovò a suo interno fu un altro scompartimento, perfettamente nascosto a chi non era stato addestrato alle arti ninja. Un doppio fondo semplice ma ben fatto, realizzato per porre all'interno un diario in pelle intagliata. Il sorriso del ragazzino si allargò, compiaciuto della scoperta.
    Diario di Takashi. Materiale che scottava.
    Forse troverò il movente del suicidio. Continuò a sfogliarlo, leggendo tutto ciò che vi era stato scritto. Investì una decina di minuti per tentare di carpire in poco tempo i pensieri e i segreti che Takashi aveva affidato alle pagine del suo diario adolescenziale. Indipendentemente da ciò che avrebbe scoperto con quel tentativo di avere rapide risposte dal diario, Yukine lo piegò con forza e lo infilò nella tasca più ampia dei suoi pantaloni.
    Quando si voltò per andarsene e ricongiungersi con uno dei suoi compagni, per puro caso il suo sguardo si posò sul camino costruito lungo la parete opposta a quella del scena del delitto. Nella fretta di dare un occhiata alla stanza e al bagno, aveva tralasciato la struttura muraria che collegava l'interno della camera di Takashi all'esterno.
    Dove il fuoco consumava i ciocchi di legno, qualcuno sarebbe potuto entrare e uscire dall'esterno.
    Ricordava che Takashi era stato ucciso (così disse Masu) in una stanza chiusa dall'interno, ma valeva la pena non tralasciare nulla, nemmeno un canale stretto e pieno di cenere.
    E fece bene!
    Quando le sue mani si appoggiarono al basamento del caminetto, balzarono alla sua attenzione delle pietre anomale: avevano un colore più chiaro, come se fossero state risparmiate dal calore, e la loro geometria stonava con il resto della costruzione.
    [Abilità]
    Il cemento distribuito sui contorni non era preciso; sembrava che qualcuno lo avesse sostituito e con poca grazia aveva macchiato le pietre adiacenti con delle scie grigiastre.
    Sono state sostituite. Sporgevano all'esterno di pochi millimetri. Senza esitazioni, il piccolo Yukine iniziò a spingerle verso l'interno fino a quando una di esse scivolò dentro il basamento. Qualunque meccanismo si celasse dietro al caminetto, l'intera struttura iniziò a traslare verso destra. Davanti allo sguardo sbalordito, vi era un piccolo passaggio da cui erano visibili delle scale che conducevano al piano superiore.

    Senza pensarci due volte, avanzò nel pertugio e iniziò a salire verso la nuova stanza.

    jpg


    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità: 200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///
  13. .

    Tracce e sopravvissuti


    Chapter VIII



    Dimenticare ciò che aveva visto sarebbe stato impossibile.
    Teste mozzate, arti strappati, squarci così profondi da solcare le ossa, sangue a fiotti...troppo anche per qualcuno che aveva vissuto le bizzarrie follie del demone che albergava dentro di sé.

    Da chi pensi abbia imparato.


    Il demone aveva iniziato a ridersela di gusto, soddisfatto che le fantasie usate per torturarlo si fossero trasformate in realtà in qualche zona del mondo.
    Ukoi era ancora lì dentro, distrutto nell'animo e nel corpo. Riusciva a sentire le sue urla strazianti, il rumore secco del suo cuore che si sbriciolava come un grissino secco al sole. Non aveva mai sentito qualcuno piangere in quel modo. A ripensarci, nemmeno Masayoshi aveva pianto così dopo essersi lasciato alle spalle il villaggio in fiamme.

    jpg



    Consapevole che il tempo fosse cruciale per poter raggiungere i nemici, il Genin si mise a lavoro per individuare tracce e informazioni su chi avesse compiuto quel massacro.
    Insieme a Fudoh si avvicinarono alle case costruite a Est, spazzate via dalla furia omicida che non le aveva risparmiate. Le porte erano state divelte e i mobili distrutti.
    Con il cuore sepolto da una tonnellata di apparente indifferenza, il sunese avanzò a passi misurati tra i resti delle case, scorgendo macchie di sangue, armi e vittime, uccise con colpi tremendi. Non si soffermò su di loro. Stava a Fudoh stabilire l'orario e la dinamica esatta della loro morte. Strinse con maggior forza l'elsa della sua scimitarra.
    Speriamo che Koinu trovi qualcosa di utile.
    Quando pensò di tornare dai suoi compagni a mani vuote, il suo piede destro calpestò della terra rialzata. Tra i fili d'erba piegati dal peso della rugiada, vi era un impronta umana.
    I suoi occhi verdi smeraldo si riempirono di speranza quando si accorse che tra la foresta e il centro del villaggio vi erano quasi un centinaio di orme, pari a quelle prodotte da circa sedici persone.
    mmmh però sembrano di bambini e donne. Il sorriso si trasformò in una smorfia di disappunto.
    Si guardò indietro, verso la cavità, poi le case, come se cercasse di ricostruire la storia delle orme sotto di sé, fino a quando Koinu non lo raggiunse, saltando sulla sua spalla.
    Vicino alla fossa ci sono impronte. I bastardi hanno disposto bambini, donne e uomini in fila indiana e li hanno portati nella foresta. Rivelò senza fronzoli.
    Li hanno visti morire.
    Io...penso di sì. La sua voce tremò. Doveva parlarne con la caposquadra e i suoi compagni.
    Prima che tu vada in avanscoperta, parliamone con Hebiko. Il suo ordine era stato chiaro: nessuno poteva allontanarsi dal centro non più abitato.


    Si diressero alla casa del Capoclan perlustrata dal kiriano, dove la caposquadra si era recata per un possibile sopravvissuto percepito dalla sua evocazione.
    Se Ukoi fosse stato con lei, Masayoshi si sarebbe chiesto come i suoi amici fossero riusciti a farlo rinsavire. Certo, sembrava un morto che camminava, ma era già un miracolo vederlo operativo.
    In religioso silenzio, curioso di capire chi fosse l'individuo e quali notizie avesse, il Genin avrebbe atteso che il presunto tizio nascosto si fosse palesato. In un attimo di calma, per non farsi sentire da Ukoi ( se fosse stato presente), a distanza di sicurezza, il Genin avrebbe rivelato alla Vipera ciò che avevano scoperto. [Abilità]

    Ci sono impronte di bambini e donne che dalla foresta arrivano al centro del villaggio. Sedici persone. E Koinu ha trovato altre impronte vicino alla fossa che da lì entrano nella foresta.
    Un po' contorto, ma non avrebbe saputo spiegarsi meglio.



    Chakra: 74.75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///
  14. .

    Una chiave?


    Chapter II - Villaggio Sconosciuto




    Seduti sulla groppa della fenice, con le nuvole appena sopra la loro testa, la pioggia continuava a flagellare i loro corpi e fare da sfondo all'inizio della loro avventura.
    Alla domanda di Namae, Feng Gu rivelò che lo strumento gli era stato consegnato da uno dei capi del villaggio della Zanna. L'uso di un sostantivo femminile non sfuggì all'oscura figura dei Fiori.

    L'apertura della preziosa fiala avvenne quando Ame era già scomparsa alle loro spalle.
    Qualsiasi sostanza ci fosse all'interno, essa si espanse sopra di loro, investendo i protagonisti con il suo odore pungente e selvatico.
    Con la mano destra sotto al naso, gli occhi di Namae ruotarono verso destra. Dove pensava di aver visto un semplice luccichio, ora vi era un possente e luminoso airone. Lo osservò librarsi nell'aria, incurante della loro presenza e della pioggia che man mano diveniva meno intensa.
    Non è un evocazione. Pensò Namae, meravigliato dai colori e dalle sfumature biancastre delle sue ali.
    Ignaro dei bizzarri poteri in possesso dei ninja della Zanna, egli pensò prima a un ninjutsu, poi a un genjutsu e infine a qualche arte ninja di cui non era a conoscenza. Deglutì la sua curiosità, rimanendo in silenzio, calmo e sicuro di sé, del mercenario e della fenice.
    Quest'ultima si era già posizionata sulla scia dell'airone che presto li avrebbe condotti nel luogo dell'incontro.

    [...]


    Dopo aver sorvolato l'occidente del continente ninja per diverse ore, la creatura distese le ali e iniziò a scendere di quota.
    Con il volto inghiottito dall'oscurità del suo cappuccio, Namae pose il suo sguardo sui primi dettagli di quel fantomatico villaggio della Zanna che iniziava a prendeva forma sul margine di uno vasto specchio d'acqua. Non vi erano mura né torri di difesa, solo un manipolo di case e costruzioni poco dissimili da quelle che aveva visto nei suoi lunghi viaggi. Solitamente non si soffermava su paesini del genere per condurre nuovi affari.
    Prima di esternare giudizi affrettati, il Fiore attese di mettere piede a terra.

    CITAZIONE
    Scendiamo al suolo, Sorella, lasciaci pure qui, se avrò bisogno, ti richiamerò di nuovo.

    Con una sferzata la fenice cambiò direzione, così da portarli poco lontano dal villaggio.
    CITAZIONE
    Mi hanno dato quella guida che anche tu hai visto, Namae-san, ma penso che ora dovremo capire da noi come arrivare alla Zanna, forse questo villaggio di campagna avrà qualche loro contatto... onestamente non so cosa aspettarmi, ma da quel poco che so, i loro ninja non vivrebbero in un posto simile.

    Annuì.
    Direi di investigare. Disse, abbassandosi il cappuccio, così che il suo volto fosse visibile agli abitanti. Se l'airone li aveva condotti lì e la creatura stessa era la prova del possesso dello strumento che conduceva alla Zanna, le loro risposte erano in quel paesino di pescatori e ottenerle non avrebbe richiesto molto sforzo.
    Entrò nel villaggio avanzando al fianco di Feng-Gu.
    jpg
    Non sono ninja. Pensò, perplesso di non aver intravisto ancora un'arma. Non pretendeva che fossero equipaggiati con katane e zambato, ma con pugnali sì.
    L'Oleandro non se n'era accorto, ma il mercenario si era appena fermato e con espressione basita fissava un grosso fabbro a lavoro presso una bottega che si affacciava sulla strada. Fece per chiedere spiegazioni ma l'altro iniziò ad avvicinarsi a una donna appena uscita da una dimora.
    Solo un ferreo autocontrollo permise a Namae di ignorare il suo fisico leggiadro. Ad Ame donne così belle si contavano sulle dita di una mano e tutte erano troppo pericolose per essere abbordate.
    Sull'avambraccio sorreggeva un cesto colmo di fiori.
    Spendere dei Ryo non sarebbe stato un problema, specie per aggraziarsi una donna e avere qualche informazione sulla Zanna, ma Ru Wai lo prese da parte. Aveva avuto la sensazione che Fen Gu avesse notato qualcosa di strano.

    Interessante. Erano circondati da ninja della Zanna nei panni di semplici e innocui abitanti.
    Potrebbero fingere. Azzardò, poi dovette convenire con l'Asso che si trattavano di copie fisiche che molti ninja usavano nei combattimenti. Il ninja di Ame preferiva affidarsi ai muscoli distribuiti sui suoi due metri di altezza. E agli ormoni.
    No, purtroppo non ho esperienza. Rispose alla domanda, senza guardarsi intorno.
    e non penso ci osservino da qualche parte. Sicuro che non conosci qualche altro dettaglio sulla Zanna che possa aiutarci? Se fosse stato l'ideatore dello strumento consegnato al signore delle Fenici, Namae avrebbe tenuto in conto la remota possibilità di un furto.

    Senza perdersi d'animo, i due si avvicinarono nuovamente alla fanciulla. Feng Gu prese parola, cercando con la retorica e le informazioni raccolte nella sua lunga carriera di guadagnare l'accesso al vero villaggio. Se il tentativo fosse andato a vuoto, Namae avrebbe fatto un passo in avanti, verso la donna, con lo scopo di acquistare i suoi fiori. Cinque per la precisione, come il numero delle Zanne.

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    Ecco qui i sette Ryo. Sorrise. me ne dia quattro. Una è per lei. Lanciò uno sguardo a Feng Gu, cercando di nascondere il suo imbarazzo. Afferrati i gambi per mezzo delle lunghe maniche dell'abito, Namae ne studiò il baccello e i petali, facendo attenzione a non odorare il suo profumo, ottimo mezzo per avvelenare una persona. E lui lo sapeva bene.  


    Chakra: 100/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







  15. .

    Verso le Zanne


    Chapter I - Villaggio Sconosciuto



    Pioveva.
    E quando le nuvole permettevano alla luce argentea di raggiungere quel villaggio dimenticato dalle divinità, per i poveri disgraziati di Ame la luna sembrava un grande lampione appeso sopra di loro.
    Namae sedeva sulla sua poltrona preferita, davanti alla finestra che si affacciava sulla strada che conduceva al centro del Secondo Livello, distante almeno un chilometro.
    L'intera casa era avvolta dalle tenebre, ad esclusione di una lama di luce che illuminava la parte sinistra del suo volto.
    Sulla mano destra il Fiore stringeva un calice di vino rosso e con maestria, nemmeno fosse un sommelier, lo faceva roteare per lasciare che gli aromi pungenti aleggiassero attorno a lui.

    Al suo fianco, sopra un piccolo tavolo circolare, vi erano veleni, spiedi, allucinogeni e ormoni ricavati direttamente dal suo sangue.
    Non aveva mai dedicato così tanto tempo e cura alla preparazione delle sostanze.
    I suoi clienti erano sbandati, tossici, piccoli truffatori, gente di bassa lega che in caso di proteste sapevano di rischiare una lama conficcata in gola.
    Con Ru-Wai, invece, i loro interlocutori sarebbero stati ninja di alto rango, capi di un villaggio anti-accademico di cui non aveva mai sentito nominare. La loro segretezza era un punto a loro favore.
    "Sotto" al suo volto rilassato si celavano mille emozioni e aspettative. Mai come ora si trovava sul punto di intraprendere una delle missioni più importanti per lui e per il seme che lo aveva quasi sempre trattato come uno schiavo da comandare a bacchetta, ad esclusione di Jaro-sama, un altro membro usato come semplice messaggero.

    Aveva atteso a lungo e la sua pazienza fu presto premiata. Due colpi alla porta echeggiarono all'interno della dimora oscura.
    Se era sempre stata Hounkou ad occuparsi dell'accoglienza degli ospiti, quella sera fu Namae a doversi issare dai comodi cuscini.
    Hounko era stata affidata a una donna fidata e come sempre le aveva promesso il suo ritorno.
    Sì, andiamo! Disse al messaggero dell'Asso, in attesa all'uscio della sua dimora.

    [...]



    Una figura ammantata di nero scivolò al fianco di Ru-Wai. Erano all'uscita Nord del villaggio. Non era stato necessario studiare la posizione della luna per capirlo. Conosceva tutta Ame, ad eccezione dei luoghi a lui ancora inaccessibili.
    Ru-Wai. Sussurrò, felice di non trovare altri ninja con lui. Quadri e Cuori dovevano rimanere al loro posto. Non si sognò di manifestare quel pensiero davanti a colui che gli aveva permesso di essere lì, perciò si limitò a rimanere serio, pronto a eseguire gli ordini dell'uomo di cui, tutto sommato, non conosceva nulla.

    CITAZIONE
    Inizieremo il nostro viaggio via terra, Namae-san. Non conosco di preciso come raggiungere il villaggio della Zanna, ma ho uno strumento che mi indicherà, non so bene come, la strada.

    Annuì, con lo sguardo che si perdeva all'orizzonte, indistinguibile per colpa della pioggia che non smetteva mai di cadere.
    Per tutta la prima parte del viaggio lo smemorato rimase in silenzio, concentrato ad anticipare predatori, briganti o ninja in agguato nelle zone d'ombra della foresta in cui transitavano. Gli alberi erano alti e le ramificazioni così fitte da impedire alla luce, e di conseguenza alla pioggia, di raggiungere il terreno.
    Accompagnati dal canto dei grilli, Namae non chiese né domandò nulla. Non pensò nemmeno di mostrare cosa aveva portato per i ninja della Zanna.

    Giunti in una zona meno piovosa e con pochi alberi, Ru-Wai evocò una creatura infuocata, con corpo di uccello e testa di drago, grande quanto un palazzo e con una coda lunga almeno due metri.
    Aveva già visto la tecnica del Richiamo ma nessuno aveva evocato una bestia simile. Una sola fiamma che sembrava rilasciare per caso era in grado di incenerire un umano.
    Non vi erano motivi per trattenere in sé le sue emozioni: la mascella cadde verso il basso e gli occhi si illuminarono.
    Suzaku era degna di un Asso di Ame.

    Quando ne udì la voce, l'attenzione di Namae si focalizzò sul nome usato dalla fenice.
    Feng-ren. Non si permise di chiedere delucidazioni, ma fece ciò che gli venne richiesto: con un balzo salì sopra la groppa della creatura, senza paura né timori, e si sedette di fronte al mercenario, con le mani strette sulle piume della fenice, preparandosi al decollo. Aveva già volato prima, precisamente la notte in cui aveva combattuto contro un robot vestito di rosso insieme ad altri accademici.

    CITAZIONE
    Oleandro-san, se te lo fossi chiesto, Feng-Ren, significa Fratello delle Fenici, nel loro modo di esprimersi. A molti, infatti, sono anche noto come Feng Gu, Fenice Ossea, anche presso la gente dove stiamo dirigendoci.

    Ok, direi di usare quel nome...Feng-gu. Per l'Oleandro un nome valeva l'altro. Ciò che definiva uno shinobi era ben altro. I suoi occhi si abbassarono su un oggetto che il mercenario aveva estratto e aperto.
    Non riuscì a trattenere la sua curiosità.
    Scusami se mi permetto, è quello lo strumento che ci permetterà di trovare il villaggio? Domandò, accavallando le gambe.

    Chakra: 100/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///







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