Posts written by Roroo 2.0

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    Saper vedere possibilità dove non ce ne sono


    Chapter XI - Amegakure



    Sì, lo sapeva. Restare in un cimitero desolato avrebbe attirato l'attenzione su di sé. Forse era ciò che desiderava, mosso da quella curiosità che ad Ame conduceva dritti tra le braccia della morte. Se ne sarebbe pentito. Quella missione era ben lungi dall'essere conclusa. Le lacrime scendevano copiose sulle sue guance rugose, sgorgate da un paio di occhi rossi che fissavano malinconici la tomba di una certa Ary Kotsuki.

    All'improvviso, a una trentina di metri dalla sua posizione, egli intravide un giovane ragazzo, senza armi né segni particolari, in compagnia di un'anziana signora che ad occhio e croce sembrava avere duecento anni. Quest'ultima avanzava con difficoltà, trascinando le gambe e i piedi gonfi; sulla mano sinistra sorreggeva un elegante ombrello nero di pizzo, che usava a mò di bastone. Procedevano lungo il corridoio principale, laddove sarebbe stato possibile raggiungere la tomba di Toshiro.
    Sono loro. Hanno superato la mia malia Per un attimo pensò di avvicinarsi ai due con una scusa. La sua mente da tossico fu lenta nell'agire. I due lo avevano già adocchiato. A quel punto decise di continuare la recita.
    La sua esperienza gli suggeriva che il ragazzino fosse sotto Henge, ma sulla signora non si sbilanciò: camminare in quel modo non sarebbe stato semplice per un giovane o un ninja di mezz'età. Più la osservava, più aveva la certezza che i suoi muscoli fossero realmente sull'orlo di cedere, fragili come quelle di un'anziana della sua età. E il suo aspetto, tra l'orrido e il malvagio, non aiutava a passare inosservati.

    I due individui si fermarono a una decina di metri dalla tomba di Toshiro, prudenti come cerbiatti in campo aperto. Osservarono il pacco, bianco come la neve, circondato dai petali profumati che Namae aveva sparso sopra per abbellirlo.
    Non si fidano. E quel dettaglio generava un ventaglio di possibilità.
    Che non sapessero della scatola? O temevano la scelta del ninja che era stato incaricato di portare lì il dono? Il sospetto li aveva resi prudenti, e come aveva desiderato, l'attenzione dei due individui planò su quel bizzarro signore in lacrime. Ma ciò che Namae non poté attendersi, fu la capacità della donna di alzare da terra, con un solo movimento dell'indice, massi e lapidi di marmo pieno.
    La convinzione di avere in mano la situazione si sciolse come neve al sole.
    Alzò lo sguardo e tremò, come un ramo investito dalla bufera. Quella manifestazione di pura forza lo aveva gettato nella paura. Non erano semplici intermediari. Rimpianse di non essersene andato e maledì quella fottuta curiosità a cui continuava a dar corda, come le droghe che la notte gli permettevano di spegnere il cervello e riposare affianco a sua figlia. Molti avrebbero perso il controllo, ma Namae non faceva parte di quel gruppo. Era un ninja dei Fiori da parecchi anni, abituato a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
    Prima che la donna lo minacciasse una seconda volta, Namae alzò le mani e, senza sciogliere la Henge, iniziò ad avvicinarsi ai due, senza fretta e movimenti bruschi.
    Sono il Fante di Fiori che è stato incaricato di prelevare quel pacco e appoggiarlo davanti a quella tomba. Rivelò, continuando ad avvicinarsi. Presentarsi con nome e cognome equivaleva a sciogliere la Henge. Per il momento, sarebbe stato sufficiente rivelare solo il suo rango.
    E di riferire della consegna Superò una fila di lapidi e si portò a dieci metri dai due individui e lì si fermò. Aveva mentito, perché la sua missione era già terminata da alcuni minuti. Se era lì a curiosare, era solo per saziare il suo desiderio di conoscere tutto, nemmeno fosse una delle Picche del suo amico Ru-Wai.
    Sciolse la tecnica e aggiunse:
    Scusate il genjutsu, piccola precauzione contro i ladri e i malintenzionati

    CITAZIONE
    Sia come sia, fai da bravo e resta qui dove la nonnina può vederti, si? Anzi, avvicinati, non essere ritroso. Madama Umezawa sa quando i suoi bambini meritano caramelle, così come sa quando meritano bastonate. Spero bene che tu non voglia essere uno del secondo gruppo.

    Impiegò qualche istante per posizionare tutti i tasselli al loro posto. Non aveva mai sentito parlare della Madama di Suna, ma quel nome, Umezawa, e la sua età, gli permisero di capire ciò che andava capito molto prima.
    Quella piccola nonnina dallo sguardo penetrante era uno dei cuori che batteva contro Lei. E con Lei si intendeva la loro diretta superiore, con molta probabilità la Regina o l'Asso. E lui gli aveva appena consegnato, senza saperlo, il pacco che avrebbe dovuto condurla alla morte.
    LEI È MADAMA UMEZAWA! Esclamò tra sé e sé, prima che il fuoco avvolgesse entrambi, lei e il suo fidato guardia spalle.
    Issato a metà altezza dai poteri telecinetici dell'anziana, il pacco era esploso con un fragore che sarebbe stato udibile, con il giusto vento, per oltre metà villaggio di Ame.
    Lingue di fuoco erano divampate davanti agli occhi shockati di Namae. L'aria bollente gli ustionò i capelli e l'abito, costringendolo ad arretrare di qualche passo, mentre davanti a lui, le fiamme consumavano qualunque cosa si fosse trovata all'interno del raggio d'azione della bomba. Una bomba che sembrava essere la somma di una decina di cartebombe.
    Ancora shockato da ciò che aveva assistito, con il bruciore che si già esteso al collo e al mento, le sorprese per l'Oleandro erano appena iniziate: vide la donna uscire dalle fiamme, illesa e colma di rabbia. Gli occhi iniettati di sangue gli uscivano dalle orbite. La sua voce squillante risuonò nel cimitero come un grido di battaglia, rivolto verso colei che aveva osato mancare di rispetto a lei e a suo figlio. Nell'ira del momento, Madama riservò un suo pensiero a Namae, colpevole di averle consegnato quel pacco. Voleva afferrarlo e spremergli ogni informazione. Per un momento, si era dimenticato del ragazzo, ancora vivo ma ustionato.
    Merda!Merda!Merda!Merda!Merda! Ci furono altri epiteti, molto più volgari. Era spacciato, qualunque fosse stata la sua decisione. Si era già accorto di avere la migliore occasione per scappare: Madama piangeva ai piedi della tomba del figlio; il ragazzino, immerso ancora nella coltre di fumo, non sarebbe riuscito ad acciuffarlo con quelle ustioni.
    Ma fuggire dove? I Fiori fedeli alla Regina lo avrebbero trovato e scuoiato vivo, mentre l'Umezawa lo avrebbe spappolato insieme a metà delle rocce presenti nel cimitero, considerato che il suo potere aveva una gittata quasi infinita.
    La sua unica speranza di sopravvivere era fuggire, seminare il ragazzo e abbandonare sia Hounko sia Ame alla prima notte utile, senza far più ritorno. Ma lui non avrebbe mai accettato di abbandonare Ame e sua figlia, perché non poteva esistere un Namae Taiyo fuori da Ame. Qualunque fosse stata la ragione.
    Una valanga di dopamina invase la sua mente. La reazione dell'organismo fu immediata: il cuore decelerò, il respiro divenne regolare e dove sembravano esserci solo problemi, difficoltà e una condanna a morte certa, l'Oleandro vide una possibilità. [Dopamina]2 Unità -> Intuito Viola+3 - 1/2 Basso. Calma Indotta

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    Uscito dal muro di fumo e fiamme, Jin avrebbe visto davanti a sé un altro uomo. Non il signore in lacrime e la schiena inarcata in avanti, bensì un brutto ceffo alto quasi due metri, avvolto in un lungo abito nero e con un volto deturpato da un vasto tatuaggio. Un uomo che aveva già visto, seppur in compagnia di una bambina dai capelli rosa. Si erano incontrati alle porte di Oto, in una notte piovosa. E se avesse ricordato bene, era stato lui a farli entrare dopo un meticoloso controllo.
    Non considerarmi un nemico, ragazzo. Non scappò. Aveva le mani alzate e la sua espressione sembrava realmente dispiaciuta.
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    Madama Uzemawa, io...non sapevo. Disse, avvicinandosi a lei. Non fu facile muovere le gambe verso colei che lo avrebbe potuto uccidere in un comprensibile scatto d'ira.
    Che possa morire se io avessi saputo che il pacco conteneva una bomba per lei. Sapeva bene cosa fare. Seppur senza memoria, la dopamina gli aveva permesso di trovare una strada dove non sembrava essercene una. Tra i due schieramenti, Sangue o Freddo, una era stata bruciata, ma rimaneva l'altra, quella del Sangue. Rivolgersi a quella fazione, dopo avergli consegnato un pacco esplosivo, sarebbe sembrata una pazzia, o un suicidio, ma non lo stava facendo nei panni di un semplice signore anonimo, bensì come Namae Taiyo, che Madame avrebbe potuto riconoscere come uno dei sottoposti di Lord Goemon. Non uno qualunque. Lui era stato il ninja che aveva spazzato via le bande rivali al suo signore e, circa un anno prima, ucciso il famigerato Kagemashira. Non solo, più voci narravano di una sua amicizia con l'Asso di Picche. Per alcuni era un bene, per altri un male, ma i più furbi avrebbero visto in lui qualcuno da poter sfruttare a proprio piacimento. Vivo, s'intende. Namae era tonto, stupido per certi versi, di nascita o forse a causa delle droghe, ma nella criminalità aveva un buon talento. 
    Ho ricevuto l'incarico, ho preso il pacco all'Esclusivo e l'ho consegnato...non ne sapevo nulla della bomba. Disse, balbettando. La paura iniziava a sopraffare gli effetti della dopamina. Sarebbe sopravvissuto solo se la Madama avesse visto in lui qualcuno da poter schierare contro la sua acerrima nemica. E Namae lo sapeva. .mi dispiace Madama. Gli si avvicinò ancora, generando altra dopamina. [Dopamina]2 Unità -> Intuito Viola+3 - 1/2 Basso. Calma Indotta
    Erano a soli quattro metri. La sua vita era nelle mani dell'anziana, che avrebbe potuto percepire l'odore di bruciato provenire dagli abiti e dalle ciocche di capelli dell'Oleandro. Un enorme prezzo da pagare per una scommessa sbagliata.
    Se vorrà uccidermi, le chiedo gentilmente di risparmiare mia figlia e di salvarla dalla vendetta di chi vorrà punirmi perché lei è ancora in vita. Concluse, con la voce distrutta dalle immagini che la sua mente stava producendo al pensiero che sua figlia potesse cadere in mano della fazione del Freddo. Un autolesionismo indotto allo scopo di creare una connessione tra lui e la Madama, fondato sull'essere genitori.

    Se invece vorrà perdonarmi e risparmiarmi, che mi permetta di aiutarla.

    Chakra: 90.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






  2. .

    Secondo Cerchio - Bambina con l'Ombrello - Youshi l'ombra di Kiri


    Chapter X




    [Harumi]

    Investiti dal tanfo che proveniva dalla pira, i due shinobi continuarono a dialogare.
    I loro sorrisi dicevano tutto e niente. Masayoshi doveva capire due cose: primo, il motivo per cui il Rokubi si stesse comportando in quel modo; secondo, la ragione per cui la Vipera si era raccomandata di non interagire con Harumi. E la principale spiegazione che si era dato, e che giustificava una delle domande dell'Erede di Orochimaru, era che la kunoichi fosse una Jinchuuriki.
    Alla sua domanda, la ragazzina socchiuse leggermente le palpebre, trasformando il suo sguardo incuriosito in due lame taglienti. Rapito dai suoi occhi, Masayoshi notò il lesto movimento delle sue pupille, che per un istante si erano mosse alla ricerca di Hebiko. Poi gli si avvicinò, con le braccia incrociate sotto al suo seno, e a pochi centimetri dal suo orecchio, la voce sommessa della kunoichi lo pervase.

    CITAZIONE
    Non è qui per proteggere me. Lo fa per il Villaggio, immagino. Non si fida che sia in grado di cavarmela da sola. Eppure il Kokage la pensa diversamente... Ma tu non devi preoccuparti, Masayoshi-kun, non hai niente da temere... Finché fai il bravo.

    Allora sarò il più bravo di tutti. Ridacchiò, alzando le mani.

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    Il Rokubi rimaneva in silenzio, tremante di rabbia, e per quanto non amasse dirlo, forse aveva imparato a capire i suoi mutamenti: la minaccia non gli era affatto piaciuta.


    [Secondo Cerchio]

    Lo Shokuto accettò di far parte della falange d'assalto, insieme ad Hebiko e a Youshi, mentre Harumi e Fudoh sarebbero rimasti indietro, a supporto e a protezione di Ukoi e della sopravvissuta.
    La furtività non era la sua dote migliore, ma se si trattava di avanzare in silenzio non avrebbe avuto difficoltà.
    Accettò di trasformarsi in un cervo, seppur a Suna vivessero solo nei libri di fauna del mondo occidentale. Fortunatamente il chunin ne aveva intravisto qualcuno, qualche anno prima, in una missione accademica. Replicarne le fattezze fu un gioco da ragazzi. [TB]
    Il kiriano diede sfoggio di una sua particolare capacità: senza comporre alcun sigillo, egli si fuse con l'ambiente circostante in modo quasi perfetto. A soli sette metri, Masayoshi non era in grado di percepirlo.
    Ottima idea. Giudicò intelligente l'idea di Youshi. Avere un secondo punto di osservazione avrebbe permesso al team di avere una chiara idea della situazione. I rischi aumentavano, ma da ciò che vedeva, quel ragazzo era quasi invisibile.

    Quando tutto fu pronto, Masayoshi stabilì un canale di conversazione con Harumi. Fu sufficiente guardarla negli occhi, come aveva fatto fino a qualche minuto prima, per creare la connessione. [Abilità]
    Potremmo comunicare. Mosse appena la bocca e la calda voce del sunese rimbombò nella mente della Jinchuuriki di Oto.
    Così potrai sapere se farò il bravo. Aggiunse, muovendo a malapena le labbra, che disegnarono un fugace sorriso.
    Prima di lasciare lo spiazzo per inoltrarsi nella foresta, il Genin si rivolse a Koinu.
    Trattami bene Fudoh-kun e Harumi-kun. Il suricato annuì, senza aspettarsi la nota malinconica del suo evocatore, che per un momento, nel vedere il suricato affianco ad altri ninja, aveva provato una strana sensazione. Gelosia, forse.
    Scacciò quei pensieri e lasciò lo spiazzo, inoltrandosi nella foresta in compagnia di Youshi ed Hebiko.

    Immersi nell'ombra perenne, il Genin ebbe molta difficoltà ad avanzare. Rovi, rami e radici sporgenti gli apparivano davanti per rallentarlo. Nel peggiore dei casi, dovette fermarsi, aguzzare la vista e trovare strade migliori. Sapeva di avere un ascia, o dei kunai, ma i fendenti avrebbero echeggiato nella foresta come rintocchi di campane. E in quel momento, il silenzio era tutto. Silenzio così intenso e assordante da costringerlo a respirare piano, perché neanche lì sembravano esserci degli animali. L'unico rumore prodotto dalla foresta era il vento e il fruscio dei rami più alti.
    Muoversi in quel modo era snervante, persino per un ninja paziente come lo Shokuto.
    Dovevamo portarci Ukoi. Pensò, mentre cercava di mantenere la calma, inspirando ed espirando a ritmi regolari. Hebiko aveva deciso diversamente e forse aveva sbagliato, ma non poteva incolparla dal momento che lui non aveva avanzato alcun piano d'azione. Distolse lo sguardo dal sottobosco e vide i due ninja precederlo di un paio di metri.
    Forse non sono abituato. Pensò al deserto, a quella distesa di sabbia dorata priva di confini e di ostacoli fisici. La parte più insicura di sé gli chiedeva di informare Hebiko della sua difficoltà, altre voci lo invitavano a fregarsene e accettare l'idea di rallentare il gruppo, con il rischio di raggiungere il clan dei guerrieri dopo la loro disfatta.
    Mise a tacere tutte quelle voci interiori, alcune provenienti dal demone, e cercò di fare del suo meglio. La sua leader lo procedeva di pochissimo, perciò anche lei trovava complesso muoversi attraverso quel delirio di rami e radici.

    Il tempo trascorse e dopo venti minuti, a circa centro metri dal secondo cerchio, i due falsi cervi e il kiriano si fermarono davanti a uno spiazzo verde e rigoglioso. Il villaggio si stagliava davanti loro, oltre una staccionata di appena due metri, che Ukoi non aveva menzionato.
    Avevano trovato la bambina. Era in piedi e di spalle, con un ombrello nero al suo fianco, lo stesso che la figlia del capovillaggio aveva descritto. Non era sola. A farle compagnia vi era un uomo gigantesco, armato di due possenti asce, molto simili a quella posseduta da Ukoi.
    I due dialogarono e quando il presunto taglialegna si scostò di qualche metro, Masayoshi riuscì a intravedere, oltre l'assassina, un uomo inginocchiato sul suo stesso sangue, in lacrime e con un braccio mozzato all'altezza della spalla.
    100 metri. Erano molti, troppi per tentare un salvataggio in extremis. Lanciò una fugace occhiata ad Hebiko, poi il movimento dell'ombrello catturò nuovamente la sua attenzione.
    Assistette a tutta la scena. La testa dell'uomo esplose come un anguria farcita da cartebombe. Pezzi di cervello e ossa schizzarono in ogni direzione e alcuni brandelli oleosi investirono la ragazzina, entusiasta del suo operato. Masayoshi digrignò i denti, inorridito da quell'esultanza intrisa di gioia e di pura malvagità. Forse fu lo sguardo carico di odio del sunese ad attrarre la bambina su di sé. La bizzarra kunoichi si voltò verso di loro e i suoi occhi rosso sangue scandagliarono la foresta, dove il trio accademico attendeva il momento propizio per avanzare. I suoi occhi diabolici le donavano un aspetto demoniaco. 
    Si è accorta di noi. Ne fu convinto e le sue dita si avvicinarono all'elsa della scimitarra, ma la ragazzina preferì abbandonare la scena. Alzò l'ombrello e le correnti d'aria la issarono come una piuma. La vide sparire in volo, laddove il vento agitava le fronde degli alberi.
    Se n'è andata senza avvertire nessuno.

    Trascorsero alcuni secondi, poi Masayoshi sciolse la sua Henge.
    Siamo giunti al Secondo Cerchio. Comunicò ad Harumi. Dovette usare parecchio chakra a causa della distanza che li separavano. [Note]Dimmi te, QM, se siamo a più di un km
    Li facciamo avanzare? Chiese alla Vipera. Comunicata la sua decisione alla Jinchuuriki, Masayoshi continuò a rivolgersi a lei.
    Avanzerò fino al cancello e proverò a mettermi in contatto con Youshi. Il kiriano si era già mosso verso la palizzata e, salvo impedimenti eccezionali, l'aveva già superata.
    Noi due potremo comunicare a distanza. Avvertì Harumi della disconnessione, poi con uno sguardo e un po' di chakra, il filo luminescente tra Hebiko e Masayoshi venne creato.

    Ricevuto il permesso della sua caposquadra, Masayoshi attivò il rivestimento mimetico. [Equip]
    Una strano abito lo avvolse da capo e piedi, permettendogli di mimetizzarsi con la foresta e ciò che aveva intorno. Non raggiungeva i livelli di furtività del Tokugawa, ma in campo aperto, chiunque avesse dato un rapido sguardo all'orizzonte non sarebbe riuscito a individuarlo con facilità.
    Così, con la concentrazione ai massimi livelli, lo Shokuto entrò nello spiazzo d'erba che circondava il Secondo Cerchio.
    Si mosse rapido, con il baricentro basso e lo sguardo puntato all'ingresso dove, da un momento all'altro, sarebbe potuto uscire Youshi o un altro dei criminali. Doveva muoversi il più velocemente possibile. Non vi erano ostacoli, alberi o altro dietro cui nascondersi. Meno tempo nello spiazzo, minori sarebbero state le probabilità di essere beccati, seppur con il rivestimento attivo. Sapeva di poter attivare la tecnica della sostituzione, ma l'unico appiglio era il corpo decapitato del pover uomo, che per ovvie ragioni, doveva rimanere lì.
    Nell'ultimo tratto si spostò verso destra, poco oltre il cadavere, in modo da dare un occhiata oltre il cancello, dove Youshi si sarebbe dovuto far vedere. Aveva il compito di entrare e perlustrare il villaggio, ma non di allontanarsi dal gruppo.
    Un sensitivo nelle vicinanze e sarebbero rimasti fregati.

    [Se Masayoshi vede Youshi.][PercezionePercezione 9]

    Hebiko, lo vedo. Esclamò a bassa voce, facendo cenno al kiriano di essere stato visto.
    Se vorrò comunicare con lui a distanza, devo interrompere questo canale e non avrò modo di riattivarlo. Aggiunse subito dopo.
    Oppure posso raggiungerlo, non vedo nemici. Dalla posizione del falegname ucciso, guardando all'interno del villaggio, precisamente lungo la strada che partiva dal cancello, non vi era alcun nemico, ma la visuale era ridotta e in fondo alla strada qualcosa sembrava muoversi. Tuttavia i due ninja accademici erano vicini e valeva la pena rischiare. I vantaggi superavano i rischi.
    Se la Vipera gli avesse dato l'ok, avrebbe camminato radente alle case, approfittando di ogni nascondiglio o anfratto, forte del meccanismo accademico che lo rendeva leggermente più furtivo.

    [Se Masayoshi non vede Youshi]

    Abbiamo un problema. Non vedo il nostro amico kiriano. Bisbigliò, con gli occhi a perlustrare i tetti delle case più vicine all'entrata.
    E se non lo vedo, niente dialogo a distanza.
    Lanciò uno sguardo alla strada che conduceva al centro del cerchio.
    Se vuoi, entrerò Sorrise, ma la Vipera non ebbe modo di notarlo. Tranquilla, sarò ben attento. E anche in quel caso, non avrebbe rischiato di farsi scoprire. Mantenendosi basso, avrebbe raggiunto la prima casa a portata di mano e con il chakra adesivo, mediante una delle pareti che davano sullo spiazzo, avrebbe raggiunto il tetto. Poi si sarebbe spiattellato a terra, sporgendosi laddove avrebbe visto qualche movimento.


    Chakra: 72/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///



  3. .

    NEl cuore della resistenza della Zanna


    Chapter VIII - Nel Lago della Zanna



    L'oscura figura fu ragionevole e Namae tirò un sospiro di sollievo. A quel giro, era stato molto fortunato. Sebbene lo avesse soccorso e asciugato, la voce neutra dello Shoga, priva di qualsiasi emozione, era così particolare da incutergli paura. Sembrava di ascoltare una voce elettronica, piatta e fredda come il lago in cui si era gettato insieme e Feng Gu.

    CITAZIONE
    Sei un uomo intelligente, Namae Taiyo. Proprio come ricordavo. Bel nuovo nome, comunque.

    Come ricordavi? Esclamò, a denti stretti, con le palpebre sgranate per lo shock, mentre il ricordo della donna incrociata nel villaggio del Lago ritornava a galla. Già in due lo avevano scambiato per un ninja originario della Zanna. Pensò di approfondire la questione con lui, ma prima che il suo cervello gli fornisse la domanda perfetta da porgli, lo strano shinobi gli lanciò il ricevitore e lui dovette allungarsi per afferrarlo al volo.
    Guardò quel minuscolo costrutto con attenzione: era intatto e sulla sua superficie bianca come la neve non vi erano crepe o parti scheggiate che avrebbero potuto mettere a rischio l'interno del suo orecchio. Alzò lo sguardo su Maschera Tre, lo ringraziò e provò a mettersi in contatto con Feng-Gu. Ristabilire una connessione con l'Asso di Ame era di assoluta importanza.
    Feng-gu, qui è Namae. Si stirò la schiena, intorpidita dal masso su cui si era svegliato.
    Mi ricevi? Son dentro. E sono in compagnia dello Shoga. Passo. L'altro se n'era già andato, invitandolo a seguire le ombre qualora avesse deciso di fidarsi di lui. E il sopracciglio si era inarcato quando lo aveva visto scomparire nell'oscurità al primo contatto con essa.
    Una volta solo, a bassa voce egli avrebbe aggiunto al suo amico:
    Gli ho parlato di te e ha accettato il mio aiuto nella guerra contro i cloni. . Tralasciò i dettagli sul combattimento con Nami e sul fatto che metà delle sue scorte di veleno fossero già state consumate.
    Interrotta la comunicazione, Namae si sistemò l'abito e avanzò, entrando in quel piccolo tunnel dove le ombre danzavano come lingue di fuoco.

    [...]



    Il cunicolo in cui si avviò fu stretto, umido e immerso nella dolce penombra del luogo. Sulle pareti rocciose, ombre simili ad artigli si muovevano come spinte dal vento, indicandogli a ogni bivio la strada da seguire.
    Namae procedette con le braccia distese lungo i fianchi, tranquillo e calmo, in attesa di incontrare qualcuno o di vedersi aprire il quartier generale della Resistenza. I suoi pensieri, tuttavia, si intrecciavano tra il proseguo della missione e l'insinuazione dello Shoga sul fatto che fosse Miyagi, il fratello scomparso della fanciulla che aveva incontrato in superficie. Non sapeva cosa credere. Il suo cuore era convinto di essere originario della Pioggia e non gli sembrava possibile un'altra casa, un luogo di nascita così lontano e poco familiare. Continuò a camminare, in silenzio, distratto dalle mille domande che gli punzecchiavano il cervello.

    Una parte di sé credeva che un incontro con delle copie fosse improbabile, almeno fino a quando avrebbe seguito quelle ombre, prodotte dal tizio o tizia mascherata.
    Ebbe ragione. Dopo una decina di minuti in quel cunicolo tortuoso, le pareti iniziarono ad allargarsi, fino a racchiudere un luogo rischiarato da una fila di braci appese su dei supporti in ferro. Assi di legno erano gettate qua e là, senza alcuna cura, mentre sulle pareti, a macchia di leopardo, erano visibili alcuni minerali non estratti.
    Sono in una miniera. Constatò, guardandosi attorno, mentre le ombre si agitavano, invitandolo a proseguire, in uno dei tunnel che da lì proseguiva verso chissà dove. Il Fiore avrebbe voluto godersi il torpore delle fiamme. Nonostante fosse stato asciugato da qualche jutsu dello Shoga, brividi di freddo gli correvano lungo la schiena. Aveva ipotizzato qualche linea di febbre. O forse il gelo del lago gli era entrato dentro, nei muscoli e nelle ossa.
    Nel nuovo tunnel, Namae incontrò Feng Gu, da solo.
    È una copia? Pensò d'istinto e riuscì a nascondere quel primo timore dietro un sorriso.
    Come si chiama la bambina? Chiese, ricordando il nome pronunciato dal mercenario quando erano in volo sulla fenice, sopra lo specchio d'acqua.
    Ricevuta la giusta risposta, Namae sorrise, sollevato per essersi ricongiunto dal suo alleato, grazie alla guida dello Shoga.
    L'Oleandro sembrava essere uscito da un combattimento contro una tigre: l'abito nero era sgualcito in più punti, dal pettorale destro alla spalla sinistra, e una cicatrice ben evidente gli deformava la spalla che Nami gli aveva morso. I capelli erano arruffati, il volto sporco di nero ma gli occhi attenti e vispi.
    Hounko Esclamò.
    Me la son vista brutta S'indicò il vestito ridotto a brandelli.E ho rischiato parecchio. Mi sono svegliato su un altare di pietra, rattoppato dallo Shoga. Sono stato fortunato... Confessò. Anche solo a riuscire a sconfiggere uno di quei draghi. Alzò il capo, fiero nel ricordare ciò che il suo veleno gli aveva permesso di fare.
    Sappiamo qualcosa in più di questi cloni maledetti? Chiese, inclinando il collo per scrocchiarsi il collo. Con una di esse aveva un debito.

    [...]



    Trascorsero cinque minuti, forse sei, prima che un tenue rumore di passi anticipò l'arrivo di qualcuno. E quel qualcuno fu una donna che di umano aveva ben poco: capelli color oro, pelle candida come la neve, corona sul capo e un portamento da principessa. I suoi abiti erano uno spettacolo per gli occhi e il rude Namae dovette controllarsi per non sgranare le palpebre di fronte a tanta bellezza. La vide avvicinarsi, elegante come un cigno, e presentarsi con un lieve inchino.

    CITAZIONE
    Sono Tsubaki, del clan Enma. Benvenuti. Spero potrete aiutarci.

    L'Oleandro rispose con un inchino, ma non si presentò.
    Rimase al suo posto, alle spalle di Feng Gu, che conosceva quella gente e aveva più informazioni di lui per scovare i cloni.

    CITAZIONE
    Mmh. Capisco la somiglianza con il fratello perduto di Nakora Gen, ma decisamente non sei lui. Mi chiedo se quello sia il tuo vero viso, o sia stato sottoposto a qualche trattamento per somigliare al defunto Miyagi.

    Le sue guance arrossirono quando l'attenzione della donna scese su di lui. Sostenere lo sguardo della kunoichi fu piuttosto arduo, per certi versi simile al combattimento con Nami. Avrebbe voluto scomparire: lui, membro dei Fiori, in imbarazzo di fronte a una donna.
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    Il mio nome è Namae Taiyo Inclinò in avanti il capo. Mi hanno già parlato di Miyagi. Fece una pausa, prima di continuare.
    Non credo che questo volto che possiedo sia quello reale. La mia storia è piuttosto complessa Guardò Feng Gu, poi di nuovo Tsubaki. Non ho memoria di ciò che mi sia accaduto due anni fa. Ho perso la memoria. Per questo motivo, quando...Nakora penso si chiami, mi ha fermato in superficie, credendo per un istante che fossi suo fratello, sono rimasto senza parole, sconvolto quasi quanto lei. Lasciò tempo a Tsubaki di digerire le sue parole.
    Spero che la vostra cordialità non derivi solo dalla mia somiglianza con Miyagi. Azzardò, sperando di non risultare offensivo.
    Accettò di ricevere il suo lasciapassare, come forse fece il suo collega.
    Entrarono nel quartier generale della resistenza. Il luogo non era nulla di eclatante, giusto una parte di miniera che i superstiti erano riusciti a impadronirsi. Si limitò a seguire Tsubaki in silenzio, lasciando a Feng Gu la possibilità di far domande e osservazioni.

    [...]



    Raggiunsero una caverna più ampia e solo in quel momento capì quanto la loro situazione fosse disperata.
    Tra barili di acqua e casse di cibo passato, distesi su stuoie di fibre vegetali intrecciate, vi erano feriti e ninja stremati.
    Alcuni di essi erano raggomitolati a terra, febbricitanti. Sembrava di trovarsi in un ospedale da campo. Inermi come bambini, tra i feriti vi erano anche dei civili, in attesa di ricevere delle cure.
    Guardandosi attorno, Namae contò solo due medici, capitanati da un tizio longilineo che Tsubaki presentò con il nome di Ataru Chiba. Lo oltrepassarono senza intrattenere alcuna conversazione. Distrarli sarebbe stata una cattiveria nei confronti di tutti quei bisognosi.
    Hanno meno della metà dei miei anni. Pensò l'Oleandro, riferendosi ai due ninja medici.
    Addentrandosi nella caverna, i due ninja di Ame fecero la conoscenza di diversi shinobi: una Mikawa della Zanna, anch'essa molto giovane, e due membri del clan Enma, di ritorno da una missione esplorativa.
    Sono sotto assedio. Lo smemorato non errava. In mancanza di viveri, quei ninja sarebbero caduti in breve tempo.
    Procedettero lungo una scalinata, opposta all'entrata, e superata una piccola porta in legno, i tre ninja entrarono in un secondo magazzino. Dalle dimensioni, sembrava più uno sgabuzzino o un infermeria.
    Attorno a un tavolo che occupava quasi tutto il locale, sedevano lo Shoga e un uomo alto che in bruttezza batteva 3 a 0 l'Oleandro di Ame.
    Li stavano aspettando. Namae rimase in piedi, alle spalle di Feng Gu, che forse si sarebbe seduto in compagnia dei ninja della Zanna. Parlarono e il Fiore si sentì fiero di essere stato definito dallo Shoga stesso come un "ninja potente". Tuttavia non gongolò, o almeno non davanti a quei tizi preoccupati per il futuro del loro villaggio. Sarebbe stato irrispettoso.
    Senza mai intervenire, l'Oleandro ascoltò con attenzione quanto i tre si dissero. La situazione volgeva a favore dei cloni, per la loro superiorità numerica e per la mancanza di viveri e di farmaci in possesso della resistenza.
    Dobbiamo capire cosa stiano facendo lì. Riflettè quando lo Shoga, o Maschera Tre, rivelò che le attività nemiche si stavano concentrando sulla zona riservata ai Genin e agli Studenti.
    La riunione fu breve e terminò con la scelta unanime di far riposare il duo appena arrivato, specialmente lo smemorato, che dallo scontro con il drago ne era uscito piuttosto acciaccato.
    Li ringraziò e una volta all'esterno, egli cercò di intrattenere un dialogo privato con Feng Gu.
    Dovremo scoprire l'obiettivo del nemico Portò la mano al mento. Pensi voglia usare i cloni per rimpolpare le fila della sua organizzazione? Chiese, senza sapere bene chi fossero gli Hayate.
    Comunque, penso che dovremo andare alla ricerca di viveri. Posso andarci io con qualcuno di loro. Continuò, incrociando le braccia al petto. Cosa ne pensi?

    Se avesse avuto l'approvazione di Feng Gu, Namae si sarebbe diretto dallo Shoga. Una parte di sé avrebbe voluto chiedergli del fratello di Nakora, ma tumulò quel desiderio, con la promessa di esaudirlo a tempo debito, quando il conflitto si sarebbe risolto con la loro vittoria. E sarebbe stata anche una sua vittoria, perché nessuna delle cinque Zanne, chiunque essi fossero, si sarebbero opposti a una futura collaborazione tra Ame e la Zanna.
    Shoga-samaEsclamò, sorridendogli. Penso sia fondamentale continuare a cercare viveri e medicine, cercando di uccidere più cloni possibili. Vorrei organizzare un team. Quali dei vostri shinobi possono affiancarmi? Lanciò uno sguardo sulla platea di ninja. Ha idea di dove possiamo dirigerci?Andare da solo sarebbe stata una cattiva idea; si sarebbe perso dopo qualche metro in quei cunicoli oscuri.

    Ricevuti i nominativi, o chiamati questi direttamente dallo Shoga in persona per le dovute presentazioni, prima di sdraiarsi e riposarsi, Namae si sarebbe avvicinato a Tsubaki. Per la prima volta da quando aveva memoria, dovette fare i conti con la timidezza, con quel senso di inadeguatezza che nel villaggio della Pioggia non aveva mai provato. Intimidito dalla bellezza della donna, l'Oleandro fece le sue domande:
    Tsubaki-sama, volevo chiederle Aveva dialogato con lo Shoga in modo informale, come fosse un suo amico, ma con lei ogni rispetto era dovere, nemmeno fosse una principessa o la regina della Zanna.
    come mai i cloni non possono entrare qui? Cosa c'è di così speciale nel suo lasciapassare? Balbettò diverse volte, ma riuscì a completare le frasi senza sembrare un idiota.
    Forse riusciamo a capire qualche loro punto debole...e a sfruttarlo a nostro vantaggio.
    Conclusi quei dialoghi, Namae si sarebbe disteso a terra, sopra a una delle stuoie disponibili. Aveva bisogno di recuperare le forze e per farlo avrebbe dovuto procedere con un riposo naturale. Niente ormoni e nessuna dopamina.


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    Chakra: 78.75/100
    Vitalità: 10/18
    En. Vitale: 14.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  4. .

    Conversazione prima della tempesta


    Post XI - Villaggio della Cascata



    Il falso sunese prese in mano la situazione. Non era la prima volta che la sua dote di leader emergeva. Yukine lo ascoltò e si accigliò non poco quando l'altro consegnò la collana a Kyuke descrivendola come una prova tangibile. Perché non l'aveva mostrata prima? Gli lanciò un occhiata infastidita, nulla di più.
    Non erano nel luogo migliore per dare inizio a una discussione. Oltretutto, erano ancora in alto mare e tra di loro doveva esserci la miglior collaborazione possibile, soprattutto nel tranello che avrebbero messo in scena a breve.
    Potrei seguire Eraya. Commentò, con una sottile nota di insicurezza. Non ne era convinto. Lasciare Kyuke a gestire la folla sarebbe stato un azzardo. Le guardie avrebbero forzato per prenderla in custodia e sottrarla dalle loro mani, ignari della trappola. Dovevano impedirglielo. Far capire a tutti che la donna sarebbe rimasta nella loro stanza, a loro completa disposizione. Solo così, la trappola avrebbe funzionato.
    Dovremo far capire loro che la ragazza sarà sotto la nostra custodia. L'Henge dovrà essere sciolta quando avremo trovato il colpevole. Forse un po' troppo.

    [...]


    Yukine fece segno ai due ragazzi che sarebbe rimasto nella sala grande. Aveva deciso di fidarsi di Kyuke e del suo desiderio di godersi la reazione di Eraya alla notizia che Irune fosse viva e vegeta. Avrebbe riattaccato bottone con una scusa e alimentato la conversazione con domande sul nuovo nascituro. Non vi era argomento migliore per stemperare la situazione prima della tempesta. Non sarebbe stato strano visto il suo ruolo di medico.
    Così, quando i due salirono le scale verso le loro camere, Yukine ritornò al suo tavolo, si riempì un calice di acqua e si avvicinò ad Eraya, forse ancora in compagnia del suo Akashi, che sarebbe stato un ottimo interlocutore da osservare.
    Giunto davanti alla coppia, Yukine eseguì un dolce inchino. Si spostò dei ciuffi biondi dalla fronte e prese parola.
    A differenza dei miei due colleghi, prima di essere un ninja, sono un medico e volevo rinnovarvi le mie scuse personali per avervi dato noie. Indicò il ventre di Eraya. Congratulazioni per il nuovo arrivo. Nel suo stato, lei non dovrebbe agitarsi o deprimersi. Necessità della tranquillità. Fra qualche ora, ce ne andremo e potrete voltare pagina. Poi fece finta di essere imbarazzato per poter guadagnare alcuni secondi, utili a Kyuke e il falso sunese per imbastire la scena.
    Se posso chiederle: a quanti mesi è arrivata? Desidera un maschietto o una femminuccia? Rise all'ultima domanda. Era strano vedere un undicenne chiedere di una gravidanza, ma i tempi erano cambiati e il mondo si era evoluto. Yukine rappresentava la nuova generazione ninja, in cui anche un bambino poteva rivestire i panni di un ninja medico.

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    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///
  5. .

    Freddo o Sangue


    Chapter X - Amegakure



    La tomba di Toshiro Umezawa si ergeva di fronte a lui, immersa tra i vasi, i fiori e i cimeli d'oro e argento che nessuno aveva osato rubare.
    Il cielo plumbeo si era aperto in due, come per magia, e le goccioline di pioggia che correvano sulla lapide la facevano esplodere di luce, come una lampada. Il suo genjutsu aveva allontanato tutti, dai netturbini alle spie. Attorno a lui, salvo sorprese, non vi era nessuno: solo Namae, piccolo pesce dei Fiori, nei panni di un vecchio con in mano un bizzarro sacchetto colmo di fiori. Ai suoi occhi incorniciati da profonde rughe, Toshiro Umezawa era un nome senza volto né storia; una semplice scritta sulla lapide che segnava il luogo in cui avrebbe dovuto depositare uno dei due pacchi.

    Aveva già compiuto la scommessa. E non era stato facile. L'ago della bilancia era rimasta in equilibrio tra i Sangue e il Freddo per molto tempo. Le mani avevano tremato dal fioraio fino alla tomba, poi ad un tratto, con il cuore che batteva come un tamburo e la fronte madida di sudore, un attimo prima di effettuare la consegna, il Fiore si accorse che la pietra era stata manomessa.
    A giudicare dai residui di polvere e dall'erba schiacciata, qualcuno aveva spostato i vasi e i fiori. Oltre questi, un piccolo cumulo di terra ai piedi della lapide costituiva una prova che qualcuno avesse profanato il sepolcro.
    Attratto dal marmo scintillante, rischiarato da sole, Namae allungò la mano destra su di esso. E quando lo toccò, percepì chiaramente un movimento oltre il mondo visibile. Qualcosa di piccolo, come un pugno serrato, batteva ritmicamente all'interno, come se quel marmo tiepido al tatto fosse in realtà un artefatto simile a quello posseduto dal fioraio, dentro cui si era gettato solo qualche ora prima.
    Qualunque cosa fosse, pulsava a una frequenza ben precisa, con pause costanti e ben definite, immersa in una pozza d'acqua in cui avrebbe potuto immergere la sua mano.
    Un cuore. Un cuore vivo e pulsante. Non era difficile intuirlo. Ben più complesso era capire perché fosse lì.
    Avrebbe potuto strappare l'organo da quel mondo, portarselo a casa e studiarlo, ma Namae seppellì la curiosità sotto tonnellate di soffocante paura di trovarsi invischiato in qualcosa di ancora ancora ancora più grande.
    Non indagò oltre. Aprì la busta, scansò i fiori e posizionò a terra, davanti alla lapide, il pacco che aveva sceltoFREDDO.


    Come la prima missiva gli aveva comandato di fare.

    [Qualche minuto prima]




    La dopamina aveva invaso ogni fibra della carta e, come relitti di una nave colata a picco, emersero parole che formarono l'ennesimo maledetto messaggio criptico da decifrare. Non un enigma, bensì un vero e proprio racconto da interpretare, almeno nella prima parte. Namae ne aveva le scatole piene, per non dire altro, ma quelle frasi riuscirono a catturare subito la sua attenzione.

    CITAZIONE

    Due cuori battono assieme anche se non dovrebbero
    Una donna piange un figlio perduto
    Una donna esulta di un padre perduto

    Un fiore freddo voleva fermarne uno
    Ora due battono contro di lei
    A destra sei col freddo. A sinistra sei col sangue

    Non c'è giusto o sbagliato
    Solo una scommessa
    Lei, o noi?

    I Fiori


    Lesse il messaggio due volte, a bassa voce.
    Chi è il Fiore Freddo? Per quanto si illudesse di contare qualcosa nelle fila dei Fiori, Namae era solo un novizio, un minuscolo Fante, un pesciolino in mezzo a un acquario popolato da squali e cetacei. E lui era troppo stupido per accorgersene. Quella faccenda scottava parecchio, come la lava di un vulcano. Persino le Picche, con quel tizio dal volto di porco che aveva incontrato nel Terzo Livello, erano ben felici di non immischiarsi negli affari interni dei Fiori.
    Rilassato dalla dose di dopamina, in grado di acuire il suo intelletto, seppur di poco, Namae aveva posto la sua attenzione sull'ultima frase; quel "lei, o noi" che lo aveva accompagnato fino alle porte del cimitero, nei panni di un vecchio rimbambito con in mano un sacco colmo di fiori.
    Lei o noi?
    Si lasciava intendere un golpe, un'alleanza tra membri dei Fiori per opporsi a una kunoichi che, a giudicare dal messaggio, doveva essere piuttosto potente. Forse più di Lord Goemon, il Principe dei Fiori che serviva da anni. Che ci fosse il suo zampino? Difficile dirlo. Non lo aveva mai incontrato e ogni sua comunicazione gli era stata consegnata da Jaro-sama e Lianshi-sama. Quel tizio era avvolto nel più totale mistero. E la cosa non gli piaceva, non dopo anni di onorato servizio.
    La scelta di usare la carta dell'Asso di Fiori, conficcata a muro da un coltello insanguinato, non doveva essere stata casuale. Che l'Asso fosse una donna? Di ritorno dal Terzo Livello, a Namae non erano sfuggite le parole del fioraio. Scherzando su un possibile recupero da parte del Joker, individuo che l'Oleandro non aveva mai sentito nominare, l'uomo aveva menzionato a una signora di cattivo umore. E non si sentiva di escludere che fosse stata questa ad aver organizzato quella stramba missione. Era la stessa persona che nel messaggio criptato compariva con il semplice "Lei"?
    A destra sei col freddo. A sinistra sei col sangue. Con un po' di fortuna, o per il semplice desiderio di qualcuno, Namae aveva afferrato il motivo della doppia scatola, seppur il messaggio parlasse di un solo pacco. Per un eccesso di zelo, lo smemorato aveva avuto la brillante idea di avvicinare il volto ai due doni. Con grande sorpresa e stupore, il Fiore aveva notato come quella di sinistra fosse meno impolverata, prova che era stata posizionata lì da minor tempo.
    Potrebbe essere una trappola Si morse il labbro inferiore, infastidito. Appena riusciva a far luce sui punti oscuri di quella strana missione, l'oscurità avanzava e guadagnava terreno, approfittando della sua ignoranza e del suo intelletto che non tralasciava alcuna ipotesi.
    Qualsiasi nemico del suo seme di appartenenza si sarebbe firmato in quella maniera. O erano dei Fiori ribelli, come aveva pensato sin dall'inizio?
    Il figlio perduto. Il padre perduto. Che si stesse parlando di Toshiro Umezawa? Namae non lo sapeva e, salvo altri miracoli o colpi di genio, non avrebbe avuto elementi utili per intuirlo.
    Un altro buco nell'acqua, con cui dover fare i conti, era la carta che aveva trovato nel cassetto, su cui era stata scritta la minaccia di morte firmata dai Fiori.
    Freddo o il Sangue? La sua sarebbe stata una scommessa, come un testa o croce, pistola alla tempia, prima di lanciare la moneta in aria. In un villaggio normale, ci sarebbe stato un confronto, modo e tempo per gli attori in scena di poter riflettere su quale parte schierarsi. Ad Ame, no. Dovevano esserci delle ragioni che a lui sfuggivano, ma non amava quel modo di fare.
    Continuare la missione significava afferrare il pacco a destra, percorrere una strada tracciata da qualcuno che sedeva in cima ai Fiori. Optare per i ribelli, o possibili nemici, lo avrebbe condotto ad afferrare la scatola a sinistra, appoggiata dopo l'altra, e a dar vita a qualche evento fuori controllo.
    Solo dopo essersi inserito nel corridoio principale del cimitero, tra le tombe, i mazzi di fiori e il profumo dell'incenso, Namae era riuscito a prendere la sua decisione: Fare ciò che gli era stato ordinato, rispettando le gerarchie.
    Chiunque fosse quella donna. Qualunque fosse il suo peccato.

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    [...]



    Consegnato il pacco, Namae si allontanò a passo svelto.
    Non uscì mai dal cimitero. Prese uno dei tanti sentieri paralleli, raggiunse la tomba di una donna che non conosceva, e senza sciogliere la Henge rimase in attesa, sforzandosi di riempirsi gli occhi di lacrime, per apparire come un anziano disperato per la morte della moglie.
    Non aveva avuto il coraggio di afferrare il cuore vivo e pulsante. Tuttavia, era curioso di vedere con i propri occhi chi sarebbe giunto a prendere il pacco. Namae attese il suo arrivo a una trentina di metri di distanza, defilato, dietro il sepolcro in cui faceva finta di piangere.
    Sarebbe stato scoperto? Una parte di sé desiderava essere scoperto, perché qualcosa gli suggeriva che l'individuo giunto da chissà dove, solo per prendere il pacco,  lo avrebbe poi condotto dagli artefici del complotto. E voleva scambiare qualche parola con loro. Se Namae aveva deciso di porre la propria fiducia sul Freddo, era solo perché odiava i complotti e le coltellate alle spalle. 
    Ma nulla era perduto per i ribelli. Per avere la spada di Namae dalla loro parte, essi avrebbero dovuto almeno mostrare il proprio volto, avere il coraggio di rivelare i loro pensieri e i motivi per cui remare contro al seme.
    Ame aveva una struttura piramidale, con Fanti, Principi, Re e Assi. E le leggi di Ame, con la sua gerarchia, andavano seguite alla lettera.


    Chakra: 92.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///
  6. .

    Il vero o il falso Shoga?


    Chapter VII - Nel Lago della Zanna



    Emerse dal sonno dei sensi.
    Sono vivo? Fu questo il suo primo pensiero, quando si accorse di essere sdraiato su qualcosa di duro, freddo e liscio.
    Una bara? O uno scherzo della coscienza ancorata al mondo terreno?
    Fu il dolore a fornirgli la risposta che stava cercando.
    Era vivo e la spalla destra dolorante ne era alla prova, insieme alle fitte lancinanti alle gambe e alla sensazione di non avere ossigeno a sufficienza.
    Dove si trovava? Impiegò diversi secondi per riacciuffare gli ultimi ricordi che la sua mente aveva immagazzinato. Vide il lago, le fiamme emesse dal Mercenario e i denti della draghessa bucargli la spalla, da cui era fuoriuscito tutto quel sangue che gli aveva permesso di nascondere il mix di veleni proprio sotto il muso del nemico, di cui rammentava il nome e la furia omicida.
    Il combattimento si era concluso all'ultimo suo respiro, con la lama che aveva squarciato il mento e la testa della creatura.

    Sono entrato nel villaggio? Riuscì ad aprire gli occhi e la Zanna gli apparve come un pozzo tetro, oscuro e angusto, con aperture scavate nella dura roccia, collegate l'una con l'altra da una rete di passerelle costruite con robusti assi di legno.
    Dal piedistallo su cui era stato disteso, sembrava di avere davanti una fitta ragnatela, oltre la quale, simile a un sottile velo di seta azzurro, vi era il lago da cui era stato espulso.
    Ce l'ho fatta! Mormorò, trattenendo a stento un esclamazione di pura gioia. Con il fiato corto che tentò invano di rallentare senza ricorrere alla dopamina, Namae cercò subito di mettersi seduto. Piantò le braccia sul cemento umido, caricò l'arto sinistro con il suo peso e mediante uno sforzo degli addominali si sedette sullo spigoloso bordo del piedistallo.
    Aveva bisogno di guardarsi intorno, capire dove fosse e chi, dopo essere precipitato dal lago, aveva avuto la grazia di asciugarlo, chiudergli le ferite e appoggiargli l'arma ai piedi, ancora imbevuta del sangue del drago sconfitto.

    CITAZIONE

    Questo immagino sia tuo.


    Una voce lo raggiunse da dietro.
    Dolorante, si voltò verso le tre aperture che, da chissà quale luogo, conducevano al piano in cui si trovava.
    Il cuore gli schizzò in gola. Chiunque stesse camminando verso la sua direzione, poteva essere una copia o uno dei pochi ninja della Zanna rimasti. E lui era rimasto da solo, con le poche informazioni che Feng gu gli aveva fornito prima di tuffarsi nel lago.
    Dal velo di oscurità emerse un individuo magro, alto, incappucciato e con il volto coperto da diverse bende bianche, da cui spuntavano due occhi sinistri e taglienti come katane appena affilate.
    Gli mostrò il ricevitore d'osso, avvolto da quello che sembrò essere del fumo nero. Dalla sua voce neutra, metallica e priva di sfumature, era impossibile percepire alcuna emozione, ma sembrava estremamente calmo. O calma. Il suo sesso era uno dei tanti misteri che avrebbero aleggiato, forse per sempre, su quella figura leggendaria.
    Parlò del drago sconfitto, della loro superbia e dei pericoli a cui lo smemorato sarebbe andato incontro nel malaugurato caso in cui i loro destini si fossero incrociati di nuovo. Per il Fiore, Nami era solo un ricordo, uno dei tanti ostacoli che era riuscito a superare. La soddisfazione di essere entrato nella Zanna era già scomparsa, come l'adrenalina che gli aveva permesso di spingere i muscoli oltre il loro limite.

    CITAZIONE
    Un Clone non avrebbe motivo di tenere uno di questi, a loro bastano le piante per comunicare. Inoltre un clone non sfiderebbe un drago. Ma al contempo, un passante non farebbe nulla di tutto questo. Chi sei?



    Si mise in piedi e senza dare le spalle allo Shoga, lo smemorato afferrò e rifoderò la Doppia Lama nel supporto in pelle allacciato sul fianco destro.
    Esatto. Non sono un clone Confermò, passando alle presentazioni.
    Il mio nome è Namae Taiyo Accennò un inchino. Provengo dal villaggio di Amegakure e accompagno Feng Gu in questa terra di cui non avevo mai sentito parlare. Non mentì.

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    Crede...e lo credo anche io...che la fazione di cui faccio parte possa rivelarsi utile alla Zanna. Per questo mi ha portato con sé. Ma non voglio dilungarmi su questo, vista la situazione. Quando tutto sarà finito, lui saprà spiegarsi meglio E con situazione si riferiva alla battaglia in corso...o al semplice fatto che quell'individuo, fingendosi suo amico e uno dei ninja originari della Zanna, avesse approfittato del suo stato di incoscienza per impiantargli un seme così da ottenere informazioni su di lui e Feng Gu con quelle semplici domande.

    CITAZIONE

    Mi era parso di percepire il suo chakra. Mi è meno chiaro come mai ti abbia portato con sè. Io sono lo Shoga della Zanna. Personalmente non approvo quell'individuo o le sue ingerenze, ma i miei pareri sono secondari, privi di importanza. Non sono un clone, e gestisco la debole resistenza che siamo riusciti ad approntare.


    Lo Shoga. Non riuscì a nascondere una certa sorpresa nel trovarsi davanti all'evocatore del drago che era stato messo a guardia dell'intero villaggio.

    CITAZIONE
    Con tutto quello che hai fatto pur di venire qui, immagino tu abbia almeno un buon motivo per stare qua sotto. Cosa intendi fare?



    Alzò lo sguardo verso il soffitto liquido, poi sorrise.
    Le mie intenzioni? Feng Gu mi ha proposto di unirmi a lui e io ho accettato. Ora che ci siamo separati, il mio obiettivo primario sarebbe ritrovarlo e avere da lui gli ordini Alzò l'indice della mano destra. Aveva altro da aggiungere. Tuttavia, vista la situazione e gli attriti che abbiamo già avuto con i cloni in superficie, non disdegnerei aiutare sin da subito i ninja della Zanna a liberarsi di quelle piante infestanti.Alla stregua dei Nukenin e degli accademici che pullulano nei luoghi di potere della Pioggia, comportandosi come se fossero loro i veri padroni, avrebbe voluto aggiungere, ma preferì non calcare troppo la mano. Dall'uccisione di Kagemashira, Namae aveva maturato dentro di sé l'insana idea di sottrarre potere ai ninja non originari di Ame, colpevoli di sfruttare il suo amato villaggio natio per mero interesse, senza essere disposti a combattere e morire per essa. Nella lunga lista di ninja colpevoli sarebbe dovuto comparire anche Feng Gu, dal passato oscuro e misterioso, ma per il momento, promettendogli una scalata nei Fiori, Namae era disposto a chiudere un occhio qualora in futuro il suo amore per Ame si fosse rivelato fasullo. (ma non nocivo.)
    Con quella dichiarazione di guerra contro i cloni, sapeva di aver rischiato, ma era pronto a correre l'ennesimo pericolo.
    Penso sia la cosa giusta da fare. Senza considerare che mi hai risparmiato dopo ho ferito una delle tue creature. Ma... I suoi occhi divennero due fessure. converrai con me che non posso escludere a priori che tu sia un clone dello Shoga, intelligente abbastanza da guadagnarsi la fiducia di un forestiero da usare contro altri ninja della Zanna e lo stesso Feng Gu. Si pulì le labbra, il naso e il mento con il dorso della mano destra, in modo poco elegante. Sovrastava quel tizio, o tizia, di almeno venti centimetri, ma al suo cospetto si sentiva piccolo come una pulce.
    Infondo mi vengono in mente almeno cinque modi con cui potresti avermi ingannato. Quindi, con tutto il rispetto, prima di mettermi al servizio della resistenza, fornendo tutte le informazioni che abbiamo raccolto sui cloni in superficie, penso sia necessario avere qualche prova del fatto che tu non sia un clone.
    Anche se, quando toccai le rose, ricordo di aver avuto dei momenti di lucidità. Scacciò le insicurezze. Fino a quando non si fosse svegliato in un altro luogo senza sapere come ci fosse arrivato, quell'opzione non doveva essere presa in considerazione.
    Il Fiore di Ame avrebbe potuto porre qualche domanda sui ninja che aveva incontrato insieme al Mercenario, ma avrebbe messo in cattiva luce il suo amico, con il rischio concreto che l'altro non sapesse rispondere correttamente al suo test, apparendo così come un falso nemico.
    Ad esempio, qualora tu lo desiderassi, potresti riconsegnarmi il ricevitore così da poter tranquillizzare Feng Gu.
    Era una situazione di stallo senza apparente soluzione, se non quella di fidarsi e farsi condurre, se possibile e con la massima attenzione, dal Mercenario e Asso di Ame.
    In cuor suo, qualcosa lo supplicava di lasciar stare, di ignorare la possibilità che quell'individuo fosse un clone, infatti, qualora lo fosse stato, ad avere la peggio tra i due sarebbe stato lo smemorato. Ma Namae aveva il brutto vizio di non ascoltare quella parte di sé più esperta e un giorno, forse non troppo lontano, ne avrebbe pagato le conseguenze.


    [...]



    Salvo il caso in cui quest'ultimo avesse confessato di essere un clone, Namae avrebbe dato la sua disponibilità ad aiutare la fazione della Zanna. Seppur senza abbassare la guardia.
    Bene, direi che possiamo collaborare. Incrociò le braccia al petto. Come intendi procedere? Sai come possiamo riconoscere i cloni senza chiedere del passato di un ninja?




    Chakra: 78.75/100
    Vitalità: 10/18
    En. Vitale: 14.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






  7. .

    Centro comunicazioni e strani odori


    Villaggio di Tsuya - Chapter VI





    Chiuse gli occhi, come suggeritogli dallo spadaccino, mentre la voce di Akira gli riempiva la mente, guidandolo in un viaggio molto simile a quello intrapreso il giorno prima, quando il sigillo del Vuoto si era manifestato al centro della sua fronte.
    Quando sentì parlare di oceano, Masayoshi vide un mare di sabbia formarsi attorno a sé, granello su granello, circondandolo.
    Sapeva di non trovarsi nel Vuoto. Ciò che percepiva era il semplice frutto della sua immaginazione, o l'insieme dei ricordi che univano lo Shokuto all'Anaroch. Aveva la sensazione di essere sotto il torrido sole del deserto, investito da quelle sferzate di vento secco e polveroso che erano tipiche della zona occidentale da dove proveniva.
    Sollecitato dalle parole di Akira, il chunin pose la sua attenzione all'orizzonte, scorgendo quella sottile linea nera che divideva i due mondi, Cielo e Terra, che nessuno aveva mai fuso insieme. Doveva farlo lui. Prendere quel confine e distruggerlo. O cancellarlo. O usarlo in un modo diverso. Stava a lui capire come manipolare quello spazio. Si sarebbe rivelato un compito difficile, arduo e faticoso, ma necessario.

    CITAZIONE
    Allora, che ne dici?


    Lo schiocco sulla sua fronte lo riportò alla realtà, facendolo sobbalzare per lo spavento.
    Ahio! Esclamò, accigliato. Impiegò diversi secondi per riprendersi dal torpore generale. Si era talmente concentrato da aver rilassato troppi gli occhi e i muscoli degli arti.
    La smorfia di disappunto scomparì presto, lasciando posto a una gradevole sensazione di appagamento.
    Il Vuoto di Confini Mormorò, incuriosito da quel nome che lo spadaccino aveva ideato a titolo di esempio. Gli piacque, seppur dentro di sé aveva la certezza che non fosse quella la sua declinazione. Sarebbe stato un ottimo punto di inizio. Aveva la mattina per riflettere, per fare tabula rasa di ogni insicurezza e e interrogarsi sulla sua vera declinazione. Tutto questo per arrivare al pomeriggio, quando il Sigillo del Vuoto sarebbe riemerso sulla fronte.

    CITAZIONE
    Abbandona la tua insicurezza, non ti servirà dove stiamo andando...


    Lo farò. Rispose, incrociando i suoi occhi di ghiaccio.
    Camminandogli affianco, lontano dagli altri due ninja, Masayoshi colse l'opportunità per rivelare la sua vera natura, con quella voce timida, preoccupata e insicura che lo faceva apparire agli occhi dei suoi colleghi come uno studente alle prime armi. Usare quel tono sottomesso, da cane impaurito, non lo aveva mai aiutato durante i confronti verbali con il demone. Erano rari, ma quando si trovava faccia a faccia a battibeccare con il Bjuu, separati dalle sbarre chakrice erette da Hoshikuzu, il Rokubi aveva sempre la meglio.
    Il kiriano sembrò fregarsene dell'informazione e per un momento Masayoshi si ritrovò a fissarlo con un espressione piuttosto confusa. Era chiaro che l'Hozuki sottovalutasse il potere del demone codato. Non era sufficiente essere convinti del proprio controllo per tenere a bada il demone. Se fosse stato così, i Bjuu sarebbero stati innocui, simili ad animali domestici da cui però prelevare il chakra a bisogno.
    La realtà era diversa.
    Un Jinchuuriki inesperto come lo era Masayoshi poteva trasformarsi in una bomba ad orologeria. Immerso nel chakra acido del Rokubi, non ci sarebbero stati né amici né nemici, solo uomini da schiacciare in un mondo da bruciare. In quei frangenti, come lo era stato all'Abete, l'odio instillato nel cuore del Jinchuuriki andava oltre l'umana comprensione.
    Ok va bene. Si limitò a pronunciare, deluso dalla piega che la loro discussione aveva avuto.

    [...]



    Raggiunto il centro di Umari, davanti alle sei strade che correvano lungo i diversi quartieri del centro abitato, Akira divise il team in due gruppi: Masayoshi e Fudoh si sarebbero diretti verso il centro radio, con l'obiettivo di scoprire qualcosa sulla comunicazione inviata all'accademia da Amano, quando lui era già morto; mentre il Jonin e Yato si sarebbero occupati di Midori. Avrebbero avuto due ore di tempo per aggiungere più tasselli possibili alla brutta vicende su cui stavano indagando. Oltre alla verità sugli omicidi avvenuti a Tsuya, il team non doveva perdere di vista il combattimento che sarebbe avvenuto il giorno successivo.
    Sarà ottimo guadagnare un vantaggio sui nemici. Pensò, con lo sguardo sul chirurgo di Kiri. La sua espressione era strana, enigmatica, e il Chunin non riuscì a decifrare con chiarezza a cosa stesse pensando. Si aspettava di ricevere un sorriso, invece, il kiriano sembrava preoccupato. Avrebbe voluto chiedergli cosa lo turbasse, ma evitò di essere invadente, specie davanti agli altri due ninja.
    Ricevuto Akira-sama. Faremo attenzione. Stava già pensando a come approcciare l'eventuale funzionario del centro radio. Erano a Taki e i loro coprifronti accademici erano solo placche di metallo prive di valore.

    Divisi dagli altri, Masayoshi decise di impiegare nella ricerca anche il suo amato suricato. Si picchiettò sul petto con la mano destra e in meno di un secondo Koinu apparve sotto il suo mento. La sua testolina era così piccola da rimanere tutta nella zona d'ombra del suo abito.
    Sai già tutto Koinu-san. Cerchiamo tracce di nemici qui ad Umari; qualsiasi cosa sia legato alla sabbia che abbiamo trovato da Rasetsu. Gli riferì a bassa voce e il suricato annuì, felice di muoversi dopo essere stato tutta la mattina a sonnecchiare nei vestiti scomodi e freddi del suo giovane evocatore.
    Per il chunin era giunto il momento di fare la propria parte. Non aveva dimenticato quel fastidioso senso di inadeguatezza che lo aveva colto quando, alle prime luci dell'alba, ai piedi del tempio, Yato e Fudoh avevano riassunto ciò che avevano scoperto durante le ore notturne, mentre lui dormiva beato.
    Ho intenzione di sfruttare le abilità percettive di Koinu. Rivelò a Fudoh, troppo silenzioso per essere il barbone di Kiri che conosceva. Tuttavia, il kiriano decise di evocare un'altra sua creatura, Myk ,per accompagnare il suricato.
    Bene, quattro occhi sono meglio di due. Aggiunse, salutando con un cenno della mano le due piccole creature.
    Si trovavano a circa duecento metri dal centro radio. Per loro fortuna, la struttura non era molto distante dalla piazza centrale. Un paio di cartelli muniti di frecce avevano facilitato il loro lavoro e trovarlo era stato un gioco da ragazzi.
    Davanti all'edificio, Masayoshi si chiese se non fosse stata una buona idea camuffare il proprio aspetto con la Henge.
    La sua fama e le sue gesta in combattimento non erano mai uscite fuori dal Paese del Vento, figurarsi oltre i territori dell'accademia, dove il suo nome sarebbe stato solo un ammasso di lettere senza senso. Senza coprifronte, nessuno lo avrebbe riconosciuto come uno dei nuovi chunin della Sabbia. Discorso diverso per Fudoh, chirurgo di Kiri, o per Akira, Jonin accademico. Lo Shokuto appariva come un semplice ninja, dai capelli bizzarri e in compagnia di un suricato che, fino a qualche secondo prima, se n'era stato nascosto dentro l'abito del sunese.
    Prima di entrare, Il suo sguardo scivolò sulle finestre e sui tetti degli edifici che, a partire dal centro di comunicazione, si affacciavano sulla loro strada. [Abilità]Percezione 12
    Sembra tutto pulito. Pensò, varcando la soglia della struttura da cui partivano le comunicazioni scritte verso i Paesi Accademici. Avanzarono al centro di una sala ampia e ben illuminata, con sedie e piccoli tavoli su cui poter scrivere le lettere da spedire. Sotto a due quadri raffiguranti una cascata e un edificio arroccato su una montagna, vi era la reception, da cui spuntava la testa squadrata di un impiegato basso e tarchiato, con una chioma nera simile a un ventaglio o a una coda di un pavone. Aveva uno sguardo piuttosto annoiato e l'arrivo dei due ninja non sembrò entusiasmarlo.
    Con gli occhi abbassati su dei fogli scarabocchiati, l'uomo prese parola prima i due lo disturbassero inutilmente:
    CITAZIONE

    Che volete? Per inviare una missiva ad una qualsiasi città del Paese della Cascata dovete compilare il modulo lì giù.
    Per territori accademici, servono i documenti approvativi da parte del villaggio di Taki.
    Per territori extra accademici, serve un lasciapassare speciale.


    Piuttosto sgarbato. Nascose una smorfia di disappunto. Non sarebbe stato facile trattare con lui. Estrarre i coprifronti per sciogliere la sua lingua era fuori discussione, almeno per il momento.
    Vorremmo visionare tutte le comunicazioni che sono partite da qui dal 9 Luglio al 12 Luglio. Avrete sicuramente dei registri, no? Appoggiò i gomiti al bancone, così da poter sbirciare meglio oltre il ripiano e la scrivania del tizio.
    Se lo strano individuo avesse chiesto chi fossero, Masayoshi si sarebbe presentato nella seguente maniera:
    Siamo shinobi e siamo stati incaricati di indagare e intercettare alcuni soggetti accademici non desiderati qui a Umari e Tsuya. Crediamo che qualche comunicazione, destinata a loro, sia partita da qui. Non menzionò di proposito la loro provenienza e per un momento si pentì di aver mandato Koinu in avanscoperta. Grazie alle sue piccole dimensioni, il suricato avrebbe potuto aggirare il bancone e rubare di soppiatto il registro di Luglio. Sperò che tutto andasse per il meglio: nel migliore dei casi, l'uomo si sarebbe fidato di loro e senza perdere troppo tempo i due ninja avrebbero potuto consultare l'archivio. Ma era scontato che quell'uomo dai capelli orribili aveva il volto di uno che provava piacere a rendere difficile la vita agli altri. Il Guerriero del Vuoto si aspettò una certa resistenza.
    Lei è l'unico a lavorare qui? In quel periodo ha visto arrivare qui un certo dottore Amano o una donna dai capelli viola? Chiese, piegando il capo di lato, con un tono di voce più aggressivo.

    [Koinu & Myk]



    Pochi esemplari di suricato nell'Anarouch potevano vantare una vista e un olfatto come quelli di Koinu. Compensava la sua debolezza fisica con dei sensi fuori dall'ordinario. In compagnia di Myk, nelle strade poco affollate di Umari, l'evocazione di Masayoshi annusò un odore famigliare, molto simile a quello che aveva odorato nella caserma di Rasetsu, distrutta dal potente attacco dello spadaccino. Avvisò la tartaruga della traccia e la seguì con più cautela.
    Se vuoi ritornare da Fudoh, nessun problema. Io continuo Non poteva lasciarsi sfuggire quella traccia, soprattutto ora che nessuno l'aveva ancora scoperto. [Abilità]Seguire le Tracce + Vista Perfetta + Percezione intermedia + Movimenti Silenziosi


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  8. .

    Lacrime e Rabbia


    Villaggio Sconosciuto - Chapter X




    Kao si congedò subito dopo aver consumato la cena e Namae lo salutò distrattamente con un cenno del capo, concentrato su quanto Tula aveva narrato al loro arrivo. Di Kao non c'era da fidarsi, lo sapeva e ormai si era stancato di ripeterselo.
    Li stava usando per arrivare al sarto. Per quale motivo? Non per giustizia, come aveva cercato di far credere, infatti, dai racconti della donna, l'Aimedacca si era divisa i possedimenti del Pan-ya insieme agli Igashi.

    [...]




    Aprì la porta e si gettò nel corridoio.
    La guardia di scorta lo colse di sorpresa. Sobbalzò, trattenendo a stento un imprecazione molto in voga nella Pioggia. Aveva la mente così affollata da problemi, speranze e paure, che non aveva previsto di poter avere qualcuno alle calcagna.

    CITAZIONE

    Tutto bene? Volete dell'acqua, delle coperte più calde o qualcos'altro?


    No, tutto ok, non riuscivo a prendere sonno. L'aria stanca e gli occhi contornati di nero lo aiutarono. Dopo essersi scusato per lo spavento, il Fiore pose la sua prima domanda. Ciò che scoprì fu interessante, e al tempo stesso spaventoso.

    CITAZIONE

    Tutti i nostri compagni, le nostre mogli, alcuni dei nostri figli sono stati rapiti e sottoposti ad indicibili agonie: sono stati vittima di alcuni esperimenti genetici, mutazioni, riti oscuri. Il Villaggio del Frumento e il Villaggio del Pane sono quasi ritenuti un unico villaggio per via dell'unica Kekkei Genkai di questo territorio presente in entrambi questi luoghi. Questo è il motivo per cui hanno anche un solo proprietario terriero comune, il Pan-ya Markona. La Kekkei Genkai che li accomuna è quella del Clan KÅÂÂÂÂbo. Tale Tecnica Innata rendeva i membri del Clan capaci di produrre col corpo piccoli organismi capaci di manipolare l'aria. Potevano così volare ingrandendo parti del corpo come piccoli (o grandi) palloni o gestire i flussi di aria compressa per aumentare la potenzialità e la letalità dei loro colpi. Gli Igashi e l'Aimedacca erano interessati a tutti i membri di questo clan che riuscivano a rapire per sottoporli ad alcuni esperimenti. Così hanno letteralmente usato tutti gli abitanti dei due villaggi per i loro sporchi fini. Alcuni di loro adesso sono vivi e vegeti, lobotomizzati e convinti di aver vissuto vite che non hanno mai vissuto, altri invece sono completamente usciti di testa o peggio, morti tra atroci sofferenze. Io stesso e molti dei miei compagni abbiamo dovuto affrontare anche nostri familiari mutati in questo modo dall'Aimedacca e dagli Igashi, senza poter fare niente. È stato ... straziante.


    Distolse lo sguardo dal soldato.
    Chissà cosa hanno patito quei tipi che ho ucciso. Pensò, con una nota di tristezza. Quella gente non era sana di mente per vivere, in riva al mare, convinti di dover servire un Dio bramoso di vite umane. Sì, aveva già collegato quelle offerte agli Igashi, e si sentiva scemo a non aver approfondito la questione, ma più di tutto si sentiva in colpa per averli trattati da carnefici e per aver riversato su di loro la sua frustrazione.
    Non meritavano di essere uccisi in quel modo. Prima che il suo pensiero planasse su sua figlia, Namae pensò alla Kekkai Genkai descritta dal soldato, diversa dalle abilità in possesso dai pescatori. Poi inevitabilmente l'attenzione del Fiore si posò sul fatto che entrambe le organizzazioni, Aimedacca e Igashi, erano dedite a tali esperimenti.
    I muscoli facciali del Fiore si rilassarono. Le labbra screpolate dal freddo si abbassarono per formare un sorriso indifferente. La dopamina aveva invaso il suo corpo. Era il solo modo per mantenere la calma. Kao non solo li aveva traditi, ma era membro di un organizzazione non diversa dagli Igashi.
    Mi dispiace tanto. Disse, con voce neutra.
    S..s...spero che mia figlia..mia figlia stia bene. Singhiozzò, con la dopamina già in parte assorbita dal suo corpo.
    La ringrazio per queste informazioni. Fu sincero e per un momento pensò addirittura di abbracciarlo. Quell'anonimo soldato armato di lancia poteva capire ciò che stava passando.

    La seconda guardia con cui parlò quella notte, che presto gli avrebbe divorato il cuore e avvelenato l'anima, lo condusse dalla figlia del Pan-ya. Non aveva ancora idea di cosa lo avrebbe atteso.
    Percorsero diversi corridoi abbelliti con quadri, candelabri d'oro e mobilio di tutto rispetto. Diverse finestre si affacciavano sul bosco che a quell'ora appariva come una distesa nera senza fine. La prima fila di alberi emergevano dalle tenebre grazie ai coni di luce emessi dalle lampade esterne, ma oltre la zona illuminata, nell'oscurità di quella notte che il Fiore non avrebbe più dimenticato, gli parve di scorgere diversi flash.
    Rallentò e aspettò la finestra successiva, distante pochi metri. Non era stata un allucinazione.
    Vide una grande luce, simile a un flash prolungato, muoversi da un ramo all'altro, a una velocità tale da far supporre che ve ne fossero più di una. Gli alberi rendevano difficile capire se fosse qualcosa di intermittente o continuo. Davanti a sé, la guardia non prestava attenzione a quel fenomeno.
    Un ninja? O un jutsu? Si fermarono davanti a una bizzarra porta rossa, munita di un morbido cuscino da cui spuntavano due maniglie d'ottone. Attese che la guardia aprisse la porta.
    Tula si fece trovare a dieci metri dall'ingresso, di spalle, con un abito da sera che gli scivolava addosso con grazia e leggerezza. Sedeva su un trono in legno pregiato, intagliato lungo i suoi contorni chiari e spigolosi.
    Fu lei a rompere il ghiaccio, con una domanda a bruciapelo che Namae non si attese.

    CITAZIONE

    Non so quanto tu sappia, a questo punto, ma ho alcune domande da farti. Tua figlia possiede una Kekkei Genkai?


    Ehm io penso...penso di no. Balbettò, imbarazzato da quella risposta non degna di un vero padre. Non conosceva nulla della famiglia di Kounko, ma prima di raggiungere la Pioggia, le aveva detto di aver vissuto nel Paese del Fuoco. I Nukenin che l'avevano costretta a spacciare nelle vie fangose della Pioggia erano originari di Konoha.
    Akimichi, per la precisione.
    Non avevano mai più affrontato quell'argomento.
    L'ho adottata, perciò non ne sono sicuro. Lei... La donna lo interruppe.

    CITAZIONE

    Se questo caso, invece, non si dà ... bhè, è probabile che tua figlia sia morta in qualche laboratorio o gettata, pazza, da qualche parte in questo ormai inferno sulla terra.


    png
    Rischiò di cadere e di non rialzarsi più. Le gambe cedettero e l'ambiente ruotò ai suoi occhi come se un gancio destro si fosse schiantato sui denti. Il mondo gli cadde addosso e gli seppellì il cuore. Gli sembrò di non riuscire a respirare, come se la gola gli si fosse chiusa sotto le tonsille.
    Il terrore di non poterla riabbracciare e averla al proprio fianco si era trasformata in una possibilità reale.
    Allungò la mano su una sedia e si sedette, con gli occhi colmi di lacrime. Namae non aveva mai pianto. Ma in quel momento non riuscì a trattenersi e due lacrime gli rigarono il volto dietro le sue grosse mani.
    Non è possibile, tu menti, io...io non posso accettarlo. Il vero sfogo avveniva dentro di sé, lontano dagli sguardi di Tula e della guardia. Desiderò morire piuttosto che sapere della morte di Hounko. La colpa era sua, solo sua...
    Sono debole, lento... Vi erano mille di ragione per non doversi perdonare; una su tutte, il rapimento era avvenuto sotto ai suoi baffi, mentre era strafatto di dopamina.
    Si sentiva una nullità, uno scarto umano, il peggior genitore possibile per quella bambina che aveva già sofferto moltissimo.
    Se solo l'avesse lasciata con la gatta di Oto... sarebbe diventata una prostituta, ma almeno sarebbe stata viva.
    Devo trovarla subito. Non m'importa della condizione in cui la troverò. La curerò. Ma devo trovarla viva Non poteva permettersi di cedere alla disperazione. Lei poteva essere viva...e confidava in lui. Aveva sempre avuto fiducia di suo padre adottivo, criminale di bassa lega che l'aveva liberata dallo sfruttamento del suo ex capo Akimichi.
    L'avrebbe raggiunta anche al centro dell'inferno. E nel caso in cui non fosse stata in grado di ricordarlo, come gli uomini che avevano ucciso prima di trovare quella villa, Namae l'avrebbe presa di nuovo con sé, provvedendo al suo futuro.
    Tula lo avrebbe sentito singhiozzare in modo sommesso.
    Devo trovarla. Pensò di "iniettarsi" adrenalina fino a farsi esplodere il cuore. O assuefarsi con litri di dopamina al fine di spegnere il suo cervello. Ma non lo fece. Qualcosa glielo impediva, come una forza o un energia che, apparsa dal nulla, lo obbligava ad andare avanti, ad ogni costo. Nulla del genere era giunto in suo aiuto nei periodi di difficoltà.
    Si asciugò le lacrime e si alzò in piedi.
    Ti ringrazio per l'ospitalità e per aver accettato di incontrarmi. Abbassò lo sguardo su di lei.
    La troverò e schiaccerò sia gli Igashi sia l'Aimedacca, però ho bisogno di informazioni. Conoscete il tipo che ci accompagna? L'abbiamo trovato davanti Konoha, pestato a detta sua da Jinpachi, il capo degli Igashi. In realtà è lui che sto cercando, ma voglio sapere di più su Kao, perché di lui...non mi fido ma è l'unico che potrebbe condurmi da lei.
    Alla seconda domanda, alzò l'indice.
    Ho visto delle luci nel bosco. Cosa sono? Fuggire era fuori discussione. Sapeva di aver bisogno di aiuto per trovare sua figlia e la ragazzina di Suna era un elemento valido da avere al proprio fianco.
    Alzò l'anulare.
    Chi stavate aspettando da qui a cinque mesi?

    [...]



    Ritornò in camera ciondolando a destra e a sinistra, come uno zombie, dietro la guardia che l'aveva visto piangere come un bambino. Si sentiva uno straccio, debole, ma pronto e determinato a continuare la ricerca contro ogni difficoltà. Davanti alla tremenda possibilità di perderla, la sua carriera nei Fiori e ad Ame era priva di significato.
    E nel momento in cui la tristezza sembrò affievolirsi, vide Kao incrociare il suo cammino.
    Sorrideva, felice, senza alcuna scorta a limitare i suoi movimenti. Quell'ennesima menzogna fu come uno sputo in faccia. Con la dopamina in corpo, necessaria per tenere a freno i bollori e le lacrime, Namae si limitò a ringhiargli.
    Spera che io la trova in tempo. Avrebbe voluto pestarlo a sangue, sentire le ossa del volto spappolarsi sotto i suoi pugni, ma non era tempo né luogo per certe pazzie. Doveva comportarsi come un Fiore di Ame, conosciuti, temuti e ammirati per la loro freddezza e scaltrezza. E poi vide la porta di Kao, non sorvegliata. Non pensò a nulla. Voleva solo restare solo.

    Disteso sul letto, avvolto dal silenzio della sua stanza, Namae non riuscì più a trattenere la sua tristezza. Si lasciò andare e pianse come un bambino.
    È normale! Tutto normale! Sfogò la tristezza e la disperazione che aveva in corpo, cercando di non farsi sentire dalla guardia davanti la porta della sua camera. Riuscì a dormire solo un paio d'ore, grazie alla sua amata dopamina.
    Sognò molto, alternando incubi e stralci di ricordi felici che, senza Hounko nelle vicinanze, ebbero un sapore molto amaro.

    [...]



    Il Pan-ya fornì altri dettagli sulla situazione militare del luogo. Gli Igashi si erano allargati e ora controllavano anche una cava ad Est. Namae pensò subito di recarsi lì, soprattutto quando, dallo stesso capo dei Markona giunse il suggerimento di trovare il Sarto. Chiunque fosse Dorian Aka qualcosa, era legato al destino di Hounkou più di quanto non lo fosse Namae stesso.
    Vedrò di tirarlo fuori e riportarlo a Oto Gli rispose, illudendosi della bontà del Pan-ya, mentre quest'ultimo rispondeva a Kao, stranamente euforico e desideroso di muovere le forze dei Markona verso un certo Himan. Il Kage aveva altri progetti per loro, progetti che non combaciavano con quelli di Kao, tanto meno con quelli Namae, interessato solo di trovare sua figlia.

    CITAZIONE
    Sì, c'è qualcosa che potreste fare per me. Potreste rimanere qui ed attendere. Ci farebbero comodo dei ninja, al momento opportuno.



    Questo non posso farlo. Devo trovare mia figlia...e il Sarto Quelle parole innescarono una reazione inattesa. Quattro soldati armati di lancia serrarono i ranghi e iniziarono ad avanzare verso di loro, così da spingerli all'interno della Villa. Dietro la falange vi era Tula. Per un momento, si sentì tradito da quella donna. Come poteva remargli contro? Come poteva impedire a un padre, seppur adottivo, di trovare sua figlia?
    Sentì qualcosa spezzarsi dentro di sé.
    ORA BASTA!!!! Serrò i pugni e fece un passo avanti, posizionandosi davanti ai soldati in arrivo, senza entrare nei fasci di luce bianca che illuminavano a giorno la zona posteriore della villa. Bolliva di rabbia. Quel tentativo di imprigionarlo e di impedirgli di avanzare gli aveva fatto perdere il lume della ragione. E due metri di uomo in quello stato avrebbero fatto un certo effetto ai presenti.
    AHAHAHAHHAH Idiota! Come osi pensare che io me ne stia qui ad aspettare, come un prigioniero, un tuo ordine o chissà cosa mentre mia figlia è in mano agli Igashi? Per giunta, ricevo questo trattamento dopo la mia disponibilità ad aiutarvi. POI TU!!!! Indicò Tula. Tu mi hai preso in giro. Mi dissi che non vi era alcun prezzo da pagare per l'ospitalità e invece... ll suo dito accusatorio si spostò su Markona Akane. Mi trovo minacciato da questo individuo qua, messo in esilio da quattro stronzi e costretto a vivere in questa villetta isolata sperando che né gli Igashi né l'Aimedacca lo trovino. AHAHAHAHAHAHAHAHHAH Rise come un completo pazzo, con il cuore in fiamme e gli occhi iniettati di sangue. Era fuori di sé, in balia delle emozioni che, solo in parte, aveva liberato qualche ora prima sotto forma di lacrime. Ma vi era molto altro che doveva essere vomitato all'esterno.
    E quando pensate VOI soldati di liberare le vostre case e vendicare i vostri cari? FRA VENTI ANNI? Avanzò verso i soldati in avvicinamento, guardandoli negli occhi, uno a uno. E forse in quel momento, fu chiaro a tutti che Namae non era un ex mercante.
    Io avanzerò nel Pane e nel Frumento, mi farò strada nel sangue di ogni Igashi e Aimedacca che incontrerò fino a quando non avrò mia figlia e il Sarto. A costo della mia vita! Sguainò la Doppia Lama, la fece ruotare sopra la testa per poi lasciarla scivolare con eleganza al proprio fianco, a mò di lancia. [Velocità: Viola]
    A voi la decisione se unirvi a me o lasciarmi andare da solo Si era appena rivolto anche a Kao e la Nekki, liberissimi di prendere altre strade.
    Ma se proverete a fermarmi, vi farò vedere di cosa sono capaci i Fiori di Ame.I tendini sul collo emersero come cavi di acciaio in tensione. Gli spiedi avvelenati erano pronti a saettare verso i nemici.

    Due metri per cento chili, colmi di rabbia. rancore e odio per se stesso. E il sistema endocrino non era ancora stato attivato dal chakra del Nukenin.

    png




    Chakra: 89.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 4 Dosi
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 9

    Note
    Allucinogeno 4 Dosi
    /


  9. .

    Ultimi tentativi


    Post X - Villaggio della Cascata



    La reazione del suo compaesano lo sorprese. Con il diario al centro del tavolo, il ragazzo non moderò la voce e nell'eccitazione del momento rischiò di rendere pubbliche le scottanti confessioni del secondogenito. Ma tutto giocò a suo favore, perché ciò che desiderava era osservare le reazioni di Akashi, Eraya e Masu. Il primo sembrò allarmarsi alla vista del diario, Eraya continuò a consumare il proprio pasto e il capitano si mostrò perplesso, incuriosito da quel quadernino che, forse, non aveva mai visto.

    CITAZIONE
    Yukine, dove sbucava il passaggio segreto? io ho seguito delle tracce dalla camera delle serve di Takashi fino alla cascata, sembra che siano state gettate nel lago, era lì vicino che portava?

    Gettate nel lago? Soffocò lo stupore dentro di sé, senza mostrarlo ai suoi colleghi. Rispose alla domanda del sunese.
    Conduceva altrove, fuori dai possedimenti della famiglia. Bevve un secondo sorso d'acqua. Sembrava molto un passaggio per scappare in caso di pericolo. Ma di questo non ne era sicuro.

    [...]



    Al cospetto di Akashi, fu il sunese a porre la prima domanda. Chiese informazioni sul tipo di affari che stava portando avanti, se fossero di carattere militare o politico, menzionando Takashi, con l'obiettivo, forse, di intuire qualcosa dalla sua reazione.
    Egli rispose come previsto, con fastidio e stizza, ma rispetto al loro primo incontro nella sala grande, i suoi occhi si inumidirono a tal punto da far ricredere il giovane Yukine sulla possibilità che fosse lui il mandante dell'omicidio.
    Eraya intervenne, cercando di calmarlo, e fu in quel momento che menzionò al figlio in attesa.
    BINGO! Ma la vera sorpresa giunse dopo, quando Akashi chiese di Irune e della sua compagna di stanza.
    Che non sappia...Dovette correggere il suo pensiero, perché nella lista dei non informati si aggiunse Masu, il quale non sembrava a conoscenza del tragico destino delle due ragazze della servitù. In quell'istante, una guardia giunse a informare il capitano delle novità. Dopo avergli sussurrato nell'orecchio destro, Masu trasalì, ma non perse il controllo.
    Eraya. Digrignò i denti. L'aveva vista sorridere, poi le sue labbra rossastre si erano distese in un espressione neutra. Masu si congedò e con esso si allontanarono anche loro. Fu il sunese a rompere il loro silenzio, ribadendo ciò che Yukine aveva intuito tra le righe della sua precedente domanda.

    CITAZIONE
    Le ragazze sono probabilmente morte, ne ho parlato con una guardia che ha avvertito tramite ricetrasmittente qualcuno circa un'ora fa. Quel qualcuno non era Masu e si è premurato di non dire niente fin'ora, forse Asuna ha qualche uomo tra le guardie?

    A bassa voce, il suo compaesano propose di dividere le forze: Yukine avrebbe perlustrato la camera di Eraya e Akashi mentre loro due avrebbero affrontato Masu e la guardia. Il biondo rimase in silenzio, dubbioso sul modo più incisivo per costringere il colpevole, o uno dei complici, a uscire allo scoperto. Sarebbe stato difficile convincere la coppia a rinunciare la loro privacy.
    Potrei entrare di soppiatto. Una mossa rischiosa, forse inutile se la moglie avesse già provveduto a cancellare ogni traccia del suo coinvolgimento. Fu in quel momento che gli balenò in mente un'idea.
    Potremmo mettere in giro la voce che abbiamo trovato Irune, e che l'abbiamo lasciata riposare in una delle nostre stanze...È una mossa rischiosa, ma chiunque l'abbia eliminata si rifarà vivo e noi lo faremo parlare. Ma non ne era sicuro, perché nessuno conosceva il suo viso. Avrebbero potuto chiedere alla servitù. In caso di fallimento, l'Accademia non sarebbe stata felice di quell'epilogo. Il tempo a disposizione stava per scadere.
    Ciò che temo è che la camera di Eraya sia stata ripulita. Comunque, potremmo pensare di architettare questo teatrino per prendere più tempo. Che ne dite? Basterà conoscere il suo aspetto Li guardò. Cosa avevano intenzione di fare? Mettere in piedi il teatrino o procedere con l'idea del sunese?



    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità: 200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///
  10. .

    Scarecrow!


    Chapter VI - Nel Lago della Zanna



    L'aveva colta di sorpresa!
    Per alcuni istanti nuotò nel sangue dell'essere acquatico, rosso come il rubino e caldo come la lava di un vulcano.

    CITAZIONE

    Creatura inferiore! Come osi ferirmi! La mia vendetta sarà implacabile!


    Sebbene lo squarcio fosse ampio e le carni del drago esposte alla gelida acqua del lago, Namae non gioì. Finché non si fosse trovato al di là di quella barriera naturale, nel misterioso villaggio della Zanna di cui Feng Gu gli aveva parlato, la sua vita continuava a essere appesa a un filo. Doveva rimanere concentrato. Ogni distrazione gli sarebbe stata fatale, soprattutto ora che Nami era stata umiliata e bruciava dal desiderio di vendicarsi nel modo più sadico possibile. I suoi occhi ardevano di rabbia, come un incendio fuori controllo. Si preparò al peggio e per un momento pensò che forse, morire con la gola squarciata, sarebbe stato più onorevole che morire con i polmoni pieni di acqua. Ma non aveva intenzione di darsi per vinto.

    La draghessa non lo attaccò in modo diretto, ma iniziò a nuotargli attorno, come il più classico dei predatori, chiudendogli ogni via di fuga. Si muoveva nell'acqua come un sottomarino, mantenendo una distanza tale da risultare occultata alla vista limitata dal Fiore.
    Maledizione. L'acqua gli gorgogliava attorno, accecandolo e assordandolo con il suo ruggito.
    Fu costretto ad affidarsi agli altri sensi, dall'udito al sottovalutato tatto. Se si fosse concentrato, forse sarebbe riuscito a percepire l'origine di quel suono assordante, ovvero Nami stessa, che con il suo corpo affusolato squarciava il fluido come fosse semplice aria.
    Quando capì di essere al centro di un mulinello, fu troppo tardi. Il cuore gli schizzò in gola, con i muscoli contratti da quell'adrenalina che solo lui, e pochi altri nel mondo, riuscivano a sintetizzare a comando. Gli ormoni si erano riversati sull'organismo come un fiume in piena, spazzando via la sensazione di debolezza che lo aveva pervaso quando aveva capito di essere al centro di una trappola.
    Gli arti ripresero forza, i sensi si acuirono e la massa d'acqua rallentò ai suoi occhi. Dimenticandosi di essere in carenza di ossigeno, con una rabbia bestiale che riuscì a controllare a fatica, lo smemorato decise di non cedere a quel dolore sopportabile che si stava diffondendo su tutto il corpo. Rimase fermo come una statua, con l'arma impugnata a mò di lancia. [Danni]Due Leggere (diffuse su tutto il corpo) + Stordito
    È solo una trappola Sapeva che il drago continuava a nuotargli attorno, pronto ad azzannarlo quando avrebbe tentato di uscire dal mulinello. E invece Namae era rimasto lì, con le orecchia dritte e gli occhi ben aperti, pronto a intercettare ogni attacco in arrivo. Nami non si fece attendere e di certo non deluse il Fiore. L'acqua in movimento si arrestò di colpo nel momento esatto in cui la draghessa cambiò direzione, lanciandosi verso di lui, da davanti, con gli artigli esposti e bramosi di sangue.
    Il ninja non dovette nemmeno voltarsi; quando la sagoma nera gli apparì a poco più di un metro, tremolante per l'acqua in movimento, Namae ruotò il polso della mano sinistra, in senso antiorario, per coprire il volto con la lama e il cuore con il manico. L'impatto tra acciaio e artigli fu così violento da spingerlo un metro indietro. Il piatto della lama si era piegata verso la sua fronte, impattando con essa. [SD I]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina)
    Il drago non arrestò né rallentò la sua corsa; gli scivolò alle spalle per colpirlo dove la sua vista non poteva arrivare. Il cervello annebbiato dall'adrenalina gli urlò di voltarsi, di pensare alla schiena, al collo o alla giugulare, eppure non lo fece, come suggerito da quell'esperienza, sepolta nei meandri della sua mente, che gli stava impedendo di sottovalutare la pinna colorata che si stagliava sull'estremità della coda.
    Quando vide l'appendice piegarsi nell'acqua, con il timore che il drago avrebbe potuto azzannarlo alle spalle, il Fiore contrasse gli addominali, inarcò la schiena e senza pensarci due volte eseguì una rapida capriola all'indietro con le gambe piegate sulle ginocchia. Nella rotazione riuscì a intravedere il nemico, la sua coda e quello sguardo assetato di sangue che apparteneva più al mondo dei demoni che a quello degli umani. [SD II]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina)
    Era pronto a colpirlo. Ma dove? La coda lo mancò per pochi centimetri, sferzando l'acqua sopra il suo sterno. Intimorito da ciò che era riuscito a intravedere durante la capriola, il Fiore non attese di ritornare in posizione eretta; disteso con il petto rivolto verso il cielo, Namae capì di dover annullare ogni probabilità di essere colpito al cuore, al collo o al volto. Sentiva il fiato di Nami addosso, il suo desiderio di sottrarre al lago il piacere di uccidere quell'essere inferiore che aveva osato ferirla. Consapevole di essersi abbassato al di sotto del nemico con la mezza capriola, era probabile che quest'ultimo lo avrebbe attaccato di lato o dall'alto.
    Ma dove precisamente? Nascose il volto e il collo tra i suoi arti, evitando di ferirsi con la doppia lama con cui l'aveva umiliata. [SD III]Riflessi: Viola + 3 (Basso+1/4 Adrenalina) [SA I]Braccio DX era semi paralizzato

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    Mi dispiace Hounko. Era in completa balia del drago. Se fosse stata rapida quanto Feng Gu, era probabile che riuscisse ad arpionargli il collo o il volto e in quel caso la sua vita sarebbe finita lì, lontano da casa, in un lago oscuro e freddo, come un semplice Fante di Fiori. Davanti ai suoi occhi tristi e terrorizzati vi erano solo bolle d'acqua, rumorose come gli scrosci dei tipici temporali della Pioggia.
    Ad un tratto, un dolore lancinante all'avambraccio destro lo accecò e lo fece gridare in modo disumano, come un animale colpito a morte dallo sparo di un cacciatore. [Danni]Due Leggere e Mezze.
    Percepì i denti di Nami trapassargli la carne, quei muscoli che, saturi di adrenalina, non lo sottoponevano ancora alla reale sofferenza di quel colpo che era stato vicino dall'essere mortale. Con la mascella serrata per trattenere dentro di sé un altro grido di dolore, egli si mise nuovamente in posizione eretta, nuotando nel suo stesso sangue, pronto a difendersi da un altro attacco del mostro marino.

    Ora o mai più. Pensò, in mezzo a quell'acqua rossastra che gli impediva di vedere dove e come il suo nemico si era posizionato. Aveva intuito dove si fosse allontanato, ma non riusciva a vederlo con chiarezza con quell'acqua rossastra che si muoveva in tutte le direzioni.
    Non poteva perdere più tempo.
    Ultimi due respiri. Con uno slancio delle gambe si portò dove aveva visto il drago allontanarsi. [SG]Movimento 3 metri
    Vide la fiera draghessa lì dove aveva pensato di trovarla, in attesa del suo arrivo, con quei due piccoli occhi che divampavano ancora di odio e ferocia. Gli era stato sufficiente incrociare il suo sguardo per avere l'assoluta certezza che quel morso sarebbe stato solo l'inizio di molte altre ferite. Se fosse morto in quelle acque, il drago avrebbe fatto scempio delle sue carni, frantumando ogni suo osso, per poi sparpagliare tutto nelle profondità del lago.
    E forse era ciò che Namae attendeva!
    ORA! Approfittò di quella rabbia corrosiva per eseguire il suo genjutsu preferito, con la mano destra che era già uscita dalla sacca porta oggetti, posta appena sotto il rispettivo fianco. [SA I]Movimento Braccio DX Un movimento dell'arto che Namae sperò con tutto il cuore fosse passato inosservato, nascosto da quel sangue che continuava a muoversi attorno alla sua figura.
    Il dolore alla spalla ferita era stato insopportabile, seppur l'adrenalina circolasse ancora nel suo organismo.
    Per la prima volta nella sua nuova vita, il Fiore non combatteva per la sua ambizione, per il desiderio di conquistare un rango più elevato o per ingraziarsi un Asso del suo amato villaggio. Solo ora che la signora morte gli stava affilando la sua lunga falce davanti agli occhi, sogghignandogli, Namae capì finalmente ciò a cui teneva di più al mondo. Non i Fiori. Non Ame. Solo Hounkou. Era lei il suo presente e il suo futuro. Aveva così tanti progetti e prospettive per quella bambina che non poteva accettare di morire in quel villaggio sconosciuto.
    Una voce umana echeggiò sotto di loro, dove quelle piccole luci, simili a torce, illuminavano l'intero lago. Simile a una frase pronunciata da un uomo nascosto, quel suono illusorio era stato creato per catturare l'attenzione del nemico e per imbrigliare la sua mente in una malia piuttosto fastidiosa. [TA]
    Namae si era appena giocato tutto, con un coraggio che non aveva mai saputo di avere. Aveva appena scommesso la sua esistenza sul fatto che il drago fosse troppo arrabbiato con lui per allontanarsi. Sarebbe bastato che il nemico abbassasse il proprio volto in basso, verso quella voce illusoria, affinché il veleno, rilasciato dalle fiale spaccate al momento dell'attivazione del jutsu nel palmo destro del Fiore, che nel mentre si trovava aperto appena sotto il muso del nemico, fluisse nelle sue branchie e in tutto il corpo. [SA II]2 Dosi di Allucinogeno (Scoordinato)+ 2 Dosi Veleno C1 (Riflessi)
    Erborista Illegale -> Modalità assunzione ingerimento. (Sì, so che nell'abilità si parla di Tonici, ma penso sia una mancanza non voluta, perché nel resto delle abilità si parla di Tonici o Veleni. )
    Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2).

    Se devo morire... Grazie alle conoscenze del Fiore, le due sostanze miscelate avrebbero dato vita a un composto in grado di penetrare nell'organismo prevalentemente per ingerimento.

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    Che io usi le mie armi!!!La morsa del genjutsu e i primi probabili sintomi causati da quel mix di veleno, con cui Namae avrebbe dovuto catturare l'attenzione delle cinque Zanne, sarebbero stati (forse) più che sufficienti per distrarre il nemico per quel microsecondo necessario a sferrare l'affondo decisivo.
    Il braccio sinistro sarebbe scattato dal basso verso l'alto come un fulmine, con l'arma posta in verticale affinché la lama superiore, più vicina al nemico, si conficcasse nel suo mento, uscendo dalla sommità del suo capo allungato dopo avergli trapassato le mucose, la lingua e il cervello. L'adrenalina fluì nel suo corpo in quantità così elevate da cancellare il dolore prodotto dalle fibre muscolari che si strapparono per lo sforzo.
    Avrebbe potuto sferrare un fendente orizzontale, ma aveva deciso di minimizzare la corsa del suo arto per poter prendere alla sprovvista quel maledetto drago che era riuscito a metterlo in difficoltà. [SA III]Velocità: Viola+ 4 (Mediobasso)+3(Adrenalina) -> Nera+3 (OverCAP - CAP a 3 tacche + 4 Nukenin C) -> Semi paralisi
    Forza: Viola
    Potenza 25


    Tra i cunicoli di roccia in cui Feng Gu si trovava, quest'ultimo avrebbe udito un gemito al ricevitore. Sopra di lui, nelle fredde acque del lago, Namae aveva consumato tutto l'ossigeno a disposizione.


    Chakra: 78.75/100
    Vitalità: 10/18
    En. Vitale: 14.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Spostamento
    3: Parata
    Slot Azione
    1: Braccio DX semi paralizzato
    2: Veleni
    3: Affondo
    Slot Tecnica
    1: Tecnica del Richiamo Ammaliante
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  11. .

    Verso il secondo villaggio


    Chapter IX



    Mentre gli accademici cercavano di far uscire la sopravvissuta dal suo nascondiglio, Masayoshi volse lo sguardo sulla pira funeraria. Le lingue di fuoco artigliavano l'aria, alimentate dalle carni e dal vento che sospingeva la fuliggine e il nauseante odore di carne bruciata in ogni angolo della piazza.
    All'improvviso, una voce femminile lo chiamò a sé. Era Harumi-kun, la kunoichi che Hebiko-sama gli aveva ordinato di evitare il più possibile.

    Masayoshi-kun, cosa ne pensi di questa situazione? Credo che seguire le tracce che avete trovato sia l'unica cosa fattibile. Dobbiamo fermare i colpevoli prima che la situazione peggiori!

    Accennò un lieve sorriso.
    È stato Koinu a trovarle. Indicò il piccolo suricato che, naso a terra, continuava la sua perlustrazione.
    Dobbiamo inseguirli e fermarli. Sarebbe utile sapere qualcosa in più su questi assassini. Non aveva intenzione di troncare la conversazione di netto, ma al secondo incrocio di sguardi, Masayoshi percepì con chiarezza il Rokubi sollevarsi dietro le gabbie di chakra. Le antenne sporsero fuori, come due fari puntati sulla kunoichi. Lo percepiva teso come una corda di violino. O come una tigre pronta a scattare per azzannare un'ingenua gazzella.
    Ehm... Sobbalzò quando si accorse di averla fissata per almeno dieci secondi senza dire nulla. Immerso in un turbinio di pensieri, Masayoshi si era chiesto se fosse una buona idea chiedere delucidazioni al suo Bjuu, che qualche anno prima aveva ignorato il Kazekage, Incendio dei Kurotempi e persino il Mizukage, ma che ora, per qualche strana ragione, in quella foresta fuori dal mondo e ancora avvolta nel mistero, stava fissando con astio e interesse quell'anonima kunoichi, alta un metro e cinquanta e con due braccia sottili come grissini. E perché la Vipera gli aveva ordinato di non avvicinarsi a lei, dopo avergli dichiarato di essere un Jinchuuriki?
    Dimmi..la Vipera mi ha detto che è qui per proteggerti. Come mai? Non mi sembri una piccola Genin La punzecchiò, senza menzionare al divieto di quest'ultima.
    Ci tiene parecchio ai suoi compaesani.

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    [...]


    Direi di avvicinarci a loro. Chiusa la conversazione, il Genin si avvicinò al resto della truppa, raccolta davanti all'abitazione del capovillaggio. Tra di loro vi era la superstite, ancora sotto shock. Era stato necessario l'intervento di Ukoi per farla ragionare e per farla uscire allo scoperto.
    Come biasimarla. Nei singhiozzi e nelle lacrime della ragazzina, il Genin si rivide davanti alle mura di Suna, con il volto prosciugato dalla fame, dalla sete e dal dolore per la distruzione del suo paese natale. Aveva appena dodici anni e aveva già conosciuto la crudeltà del mondo. E sotto quella sofferenza indicibile di cui aveva memoria, oltre al senso di colpa per essere stato l'unico sopravvissuto di un intero paese si era nascosta una rabbia selvaggia che avrebbe scoperto solo qualche anno dopo.
    La bambina avrebbe affrontato i suoi stessi demoni e Masayoshi sentì il bisogno di rincuorarla.
    Kiko-san, tua mamma è là fuori e noi la salveremo, ma abbiamo bisogno del tuo coraggio. Disse, in ginocchio davanti al suo volto distrutto e con Koinu disteso sulla sua spalla. Come per Ukoi, ingannato dalle kunoichi di Oto, nelle vene della bambina era stata iniettata della speranza. Una mossa azzardata, forse nociva, ma la situazione lo richiedeva.
    Dovremmo portarla con noi. Pensò, limitandosi ad ascoltare le opinioni dei suoi colleghi. Non potevano lasciarla lì, tra i resti di un villaggio distrutto che odorava di morte e carne bruciata. Tuttavia, seguendo le tracce sarebbe stata solo una questione di tempo prima di ingaggiare un combattimento contro quei macellai. Con tutti i rischi connessi. Davanti ai nemici o ai superstiti, la bambina poteva rivelarsi una mina vagante. La decisione spettava a Hebiko-sama. Se avesse dovuto rimanere nelle retrovie per proteggerla, Masayoshi si sarebbe offerto volontario.

    [...]



    Risolta la questione di Kiko, Ukoi commentò quanto scoperto dal team accademico, rivelando la presenza di un secondo villaggio, abitato da clan in grado, secondo lui, di respingere gli invasori. Il Genin storse le labbra, in una smorfia di disappunto. Non gli era chiara la strategia dei nemici; perché avanzare verso guerrieri con ostaggi al seguito? Appoggiò la mano al mento, mentre il falegname euforico non vedeva l'ora di proseguire. A prendere parola fu Fudoh e il suo discorso non deluse il Jinchuuriki.
    Penso sia utile capire quali abilità questi Hangyaku abbiano e il motivo del conflitto. Quali sono i loro obiettivi? Un eventuale risposta alla seconda domanda avrebbe consentito al gruppo di intuire le mosse degli inseguiti. Masayoshi non credeva a un attacco frontale, specie se Ukoi non stesse mentendo sull'effettiva capacità combattiva dei guardiani.
    Posso affiancare Youshi o rimanere nel mezzo. Per me è indifferente. Fece spallucce, anticipando l'intervento del piccolo Koinu.
    Koinu potrà dare una mano davanti. Le sue abilità percettive non avevano uguali e sarebbe stata un ottima spalla per chiunque avesse fatto da apri pista.
    Poi mi pagherete un pasto Scherzò il suricato. O forse no.

    [...]



    Qualunque fosse stata la disposizione scelta da Hebiko-sama, Masayoshi avanzò nella foresta con i sensi ben in allerta, nella remota possibilità di un agguato a sorpresa. Non si sentiva tranquillo. Da quando si erano lasciati alle spalle quel piccolo villaggio, insieme all'intenso odore di morte, la vegetazione gli appariva oscura e maligna. Nella penombra che copriva ampie zone di bosco, il Genin immaginava volti, presenze maligne e nemici pronti ad attaccarli.
    È solo la mia immaginazione. Si convinse, mentre respirava banchi di aria sempre più fredda e umida. Sopra di loro, i rami si intrecciavano come una moltitudine di serpenti, nascondendoli a quel sole da cui aveva sempre ricavato forza e coraggio. Continuò a camminare, ripensando alle parole della musicista che avevano incontrato prima di partire per quel villaggio così lontano. Sebbene ci fossero state già delle vittime innocenti, non si trattava altro che di un inseguimento a un gruppo di nemici da sconfiggere. Perché avrebbero dovuto perdere la loro memoria? Dentro il suo zaino aveva ancora una parte delle scorte, l'ascia e la lettera a suo nome. Per un momento, se n'era dimenticato. Ed era sicuro che anche altri avevano la loro lettera dopo aver visto quella fossa comune. .
    La marcia durò quattro ore. Ukoi guidava la spedizione, rinvigorito da quella bugia che prima o dopo gli avrebbe avvelenato il cuore e la mente. Abile a scovare i passaggi migliori per oltrepassare la vegetazione senza l'uso di armi, riuscirono a muoversi parallelamente al gruppo centrale, seguendo quelle orme che dovevano appartenere ai colpevoli del massacro. Una di quelle impronte appartenevano a un'adolescente. E la bambina aveva parlato di una ragazza armata di ombrello.

    La sua attenzione schizzò alle stelle quando Ukoi arrestò l'avanzata. Li chiamò a sé per informarli di dove fossero e cosa li avrebbe attesi più avanti: il secondo villaggio aveva una struttura simile al primo, con una piazza e diverse case attorno, popolate da guerrieri. Erano troppo distanti per udire i suoni di una battaglia in corso, ma se quei tipi erano forti quanto Ukoi li descriveva, forse sarebbero riusciti a intervenire in tempo per supportarli. Ma dovevano accelerare. Ogni secondo sarebbe stato fondamentale.
    Come ci muoviamo? Chiese alla Vipera di Oto. Dal canto suo, poteva fare da apripista o seguire la testa d'ariete come ninja di supporto.

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    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///
  12. .

    Declinazioni e Umari


    Villaggio di Tsuya - Chapter V




    [Mattina pre addestramento]



    Riunitisi alle prime luci dell'alba, ai piedi di un Sareshigami colmo di rugiada, Yato chiamò il gruppo a raccolta.
    Masayoshi gli si affiancò, incuriosito dalle bizzarre tartarughe che se ne stavano a parlare in disparte, di guardia, evocate dal suo amico Fudoh.
    Chissà se andrebbero d'accordo con i suricati. Era appena giunto Akira, visibilmente assonnato.
    Sono pronto. Gli rispose, quando il Jonin lo minacciò di farlo strisciare a letto dopo l'addestramento per il Vuoto. Il mattino successivo ci sarebbe stato l'incontro con i ninja nemici. E non sarebbe stato un incontro pacifico.
    A giudicare dalle loro battute, capì di essere stato l'unico a trascorrere la notte sotto le calde coperte. Il resto della truppa si era data da fare con le indagini. Il potere del Vuoto gli aveva prosciugato le energie e riposare era stata una scelta obbligata.

    CITAZIONE
    Tutto comincia cinque anni fa agli eventi che hanno portato alla distruzione dell'Arma di Iwa. Alcuni cittadini erano stati rapiti e sostituiti con un rituale da alcuni uomini-scimmia,........

    Il foglioso iniziò a raccontare ciò che aveva scoperto. La sua indagine si era concentrata dapprima sugli individui che erano stati rapiti cinque anni prima, poi le informazioni raccolte lo avevano costretto a virare su Amano, sui suoi presunti segreti e contatti con un certo "R.", che Masayoshi pensò fosse Rasetsu. Poi a sorpresa, dopo aver confessato di essersi imbattuto in diversi vicoli ciechi, Yato tirò in ballo la storia del clone di Itai Nara, Mizukage della Nebbia. Non proprio un clone, ma un doppione, diverso dall'originale.
    Il Senju fece anche di più, perché su un tavolo, il chunin fece apparire i due Kage, uno di fianco all'altro, insieme a delle scene in cui compariva anche Rasetsu, che il chunin aveva intravisto da uno dei suoi disegni. La storia del secondo Itai non era nuova, infondo, la sera prima, era stato lo stesso spadaccino di Kiri ad anticiparlo ai tre shinobi, ma Yato aveva raggiunto quella stramba tesi con una seconda pista.
    Un ottimo lavoro. Si complimentò Masayoshi, sincero. Era riuscito a seguire tutto il discorso senza perdersi. A differenza dei suoi colleghi, non commentò alcunché, ma si limitò ad ascoltare i dubbi di Fudoh e le osservazioni dell'undicesimo guerriero del vuoto. Il riassunto del foglioso aveva gettato luce su qualche punto rimasto ancora oscuro nella mente del Jinchuuriki.
    Qualunque fosse il motivo per cui i Guerrieri del Vuoto erano stati attirati lì, il chunin doveva farsi trovare preparato.

    [Addestramenti]



    Avevano deciso di recarsi ad Umari e di investire il mattino nell'addestramento per il chakra repulsivo. Akira aveva acconsentito a rinviare il loro allenamento nel pomeriggio. Tuttavia, prima di iniziare, il Jonin accennò alla necessità per il chunin di trovare la propria declinazione.

    CITAZIONE
    Devi prima capire cos'è il vuoto. E chi sei tu.

    E quelle semplici parole lo accompagnarono per tutta la durata dell'addestramento.
    Cos'è il vuoto? La prima risposta che si era dato era semplice: assenza di tutto, dai colori, agli odori e a qualsiasi cosa potesse essere percepito. Ma non era sicuro che fosse la risposta giusta.
    Si può percepire il vuoto? Si chiese quando, distribuito in malo modo il chakra sotto ai suoi piedi, spostò lo sguardo accigliato sul grosso ramo che presto avrebbe dovuto sopportare il suo peso. Si sentiva inadatto, incapace di dare una risposta a quelle due semplici domande. Presto dovette arrendersi.
    Meglio pensarci dopo. Scese e riprovò, cercando di migliorare la sua abilità. Tra il chakra distruttivo e quello repulsivo, il primo lo trovava più semplice. Se la spiegazione di Akira fu utile, quella di Fudoh lo aiutò parecchio. Si sentì motivato e pronto a riprovare. Lo fece, sgombrando la mente da ogni pensiero inutile. Non era quello il momento di pensare al vuoto. Senza il chakra repulsivo, non sarebbe stato in grado di farcela, con o senza il potere regalatogli da Lianshi.
    Dopo una breve rincorsa, appoggiò il piede al tronco e iniziò la scalata verso la cima.
    Schivò diversi rami, balzò su un secondo albero e al momento del salto non piegò neppure il ginocchio destro. Dal Tantien, il chakra fluì sotto al suo piede, concentrandosi in un punto, come suggerito dal barbone. Il botto avvenne. Percepì una forza pazzesca lanciarlo in aria, come un piccolo razzo.
    Ce l'ho fatta. Sorrise soddisfatto, sebbene la strada per padroneggiare quella spinta fosse ancora lunga. Yato, Fudoh e Akira erano più avanti. Continuò a esercitarsi fino a quando si sentì soddisfatto del livello raggiunto.
    Sarà solo questione di tempo.E aveva ragione.

    Conclusa la sua sessione di addestramento, Akira lo chiamò a sé, con un rapido cenno della mano. Il chunin si avvicinò a lui con lo sguardo un po' rassegnato, di chi sa che era giunto il momento di scalare una montagna senza il giusto equipaggiamento, perché se la chiave per padroneggiare il vuoto fosse trovare la propria declinazione, non sarebbe riuscito a diventare un guerriero del vuoto in poco tempo.
    Bene, devo solo fare pratica. Rispose, senza dilungarsi in inutili discorsi. Era chiaro che la vera questione non fosse quella.

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    Mancanza di obiettivi. Ci pensò un po', pronto a scaricare la propria colpa sulla lenta amministrazione sunese. Tuttavia, anche allenandosi da solo, sotto il sole cocente del deserto, difficilmente sarebbe riuscito a sopportare il potere del Vuoto. Gli avrebbero riso dietro a parlargli di Lianshi, troppo lontana per aiutarlo. Aveva bisogno di Akira, di qualcuno che gli indicasse la via da percorrere.
    Oh. Sussultò, quando le dita del kiriano impattarono sulla sua fronte sudata, come a richiamarlo a sé.

    Non lo so Akira. Non ne sono sicuro. La prima cosa che ho pensato sul vuoto è la semplice assenza di ogni cosa. Abbassò lo sguardo. So che è basilare, elementare... Ripensò a quando il ramo di Sareshigami lo aveva solo sfiorato. Il deserto, la sabbia così strana e il cielo perfettamente monocromatico.
    Quando sono svenuto mi sono trovato al centro di un deserto senza colori, suoni, odori e vibrazioni..nulla che potesse indicarmi una strada o una direzione.. Piegò le labbra in una smorfia. Come se i quattro punti cardine fossero collassati in un punto. Disse, senza trovare parole migliori per esprimere ciò che aveva provato sulla pelle. Penso sia stata la reazione della mia mente al Vuoto. Sono nato nel deserto, ci sono cresciuto e quando sono a Suna trascorro parte del mio tempo nell'Anarouch. E quando si è nel deserto, è fondamentale avere un punto di riferimento, per capire dove andare. E per sopravvivere. Sai, gli scorpioni del deserto non perdonano. Gli scappò un sorriso.
    E chi sono? Se dovessi spiegarlo in poche parole, sono un profugo di un paese distrutto dai Kijin, che per molto tempo si è allenato con la sola speranza di avere vendetta. Ma con gli anni sono cambiato e ho capito che il mio paese fosse in realtà Suna. Ho cambiato strada e ora ciò che voglio è proteggere la Sabbia e l'Accademia. Sarebbe servita quella confessione ai fini del Vuoto o aveva frainteso la domanda?
    Comunque, ci penserò su. Ora che cosa mi consigli di fare? Manca poco tempo. Sarebbe riuscito a trovare la sua declinazione?
    Prima di separarsi e unirsi a Yato e Fudoh, Masayoshi decise di affrontare il discorso Bjuu. Ne aveva già parlato a Fudoh e alla Vipera di Oto. Era giunto il turno dello spadaccino. Nello scacchiere delle forze in gioco, avrebbe dovuto sapere di avere una forza portante nel proprio team. Jinchuuriki che, senza un sensei specializzato nei Bjuu, non era ancora riuscito a controllare il potere del Rokubi.
    Akira, riguardo al combattimento di domani, devi sapere che sono un Jinchuuriki. Lo rivelò con una nota di tristezza, come se convivere con una bestia codata fosse motivo di vergogna.
    Del sei code. Aggiunse. E niente, cercherò di non usarlo perché il mio controllo su di lui è praticamente inesistente. Percepì i suoi movimenti, il suo sorriso sotto le antenne di chakra acido.
    Mi dispiace. Non seppe cos'altro dire, perché in fondo gli dispiaceva evidenziare solo le sue carenze, come la sua incapacità di sopportare il vuoto e di controllare il Rokubi.

    [Umari]



    Non aveva creduto di dover superare mura enormi, sorvegliate da guardie armate, per mettere piede nelle vie di Umari, ma fu sorpreso di trovarsi in quella piazza semicircolare dopo aver valicato un piccolo accesso. Chissà quanti uomini e donne fossero entrati e usciti senza alcun controllo. Ciò complicava la ricerca. Dal lato opposto da cui erano giunti, vi erano sei archi e sotto ciascuno di essi partiva una strada.
    Sei. E loro erano solo tre. Avrebbe potuto evocare Koinu e affidargli la ricerca in una delle sei strade.
    Potremmo dividerci. Propose, giusto per dare aria alla bocca, per infrangere quel silenzio che stava schiacciando tutta la zona. A decidere doveva essere Akira, che da qualche ora era diventato il suo sensei.

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    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  13. .

    La prova dei Draghi


    Chapter V - Nel Lago della Zanna



    Ru-Wai appariva come un angelo di fuoco, fermo immobile davanti a un Namae estasiato e impaziente di assistere al potere distruttivo di un Asso di Ame. Sopra di loro, l'entità acquatica era stata bloccata dal chakra eruttato dall'ex Mizukage.
    Quale migliore occasione per sferrare un attacco? Il mercenario avrebbe potuto ucciderlo in diversi modi e senza impedimenti i due avrebbero potuto oltrepassare la tenue luce che brillava sotto di loro. Tuttavia, i secondi trascorsero inesorabili, e mentre le fiamme continuavano a liberarsi nel lago, non ci furono attacchi o dialoghi.
    L'Oleandro non arrivò alla conclusione esatta, quella di una conversazione riservata che stava avvenendo in un mondo diverso, con bizzarri troni sotto un sole nero, ma ipotizzava che qualcosa stesse accadendo a sua insaputa. Il cosa era tutto da scoprire.
    Era troppo motivato per restarsene fermo lì. Rifletté, cercando di mantenere la calma per non consumare quel poco ossigeno che era rimasto nel respiratore. Non avevano molto tempo a disposizione.
    L'aria stava divenendo sempre più pesante e irrespirabile.

    Ad un tratto, la timida luce azzurrina del fondale aumentò d'intensità e risalì per acciuffare il mercenario, avvolgendolo come una coperta, soffocando al suo interno le ali di chakra e l'intera nube di cenere incandescente. L'evento era stato così improvviso da infrangere il muro di tranquillità dietro il quale Namae si era nascosto.
    Lo smemorato sobbalzò, spingendosi indietro con le braccia. D'istinto si ritrovò con le palpebre serrate; quando le riaprì, di Feng-Gu non vi era più traccia. E con lui erano scomparse le fiamme che avevano illuminato a giorno l'intero lago. L'acqua gelida e il buio lo riavvolsero, scuotendolo come una foglia investita dai primi venti autunnali. Fu come tuffarsi una seconda volta. I muscoli furono attraversati da un'altra serie di brividi. Ma non fu quello a preoccupare lo smemorato: mentre le pupille si dilatavano, egli udì la voce del mostro marino echeggiare sopra di lui. Si sentì schiacciato dall'infinito odio che il drago stava riversando su di lui.

    CITAZIONE
    Lui è stato invitato. Tu no. Tu sei un intruso, ma dato che sei suo ospite potrei decidere di estenderti il suo lasciapassare. I
    Dimostrati degno sconfiggendo Nami e forse avrai una possibilità.

    L'enorme entità scomparì per lasciar spazio a un secondo drago acquatico, più piccolo ma non meno agguerrito.
    In un certo senso, lui e Nami erano simili, spalla di qualcuno più potente a cui dover dimostrare, in ogni momento, la loro utilità. Cosa stava provando quel Nami, gettato nella mischia come carne da macello? Se lo chiese, ma schiacciò sul nascere quella fastidiosa briciola di empatia.
    Doveva combattere per la sua sopravvivenza; nulla che non avesse già fatto in altri luoghi e in altre condizioni, ma lì, nell'oscurità del lago, con il poco ossigeno rimastogli, la difficoltà della sfida rasentava l'impossibile.
    Il drago si lanciò su di lui, muovendo il suo corpo allungato come un'anguilla.
    Quando gli passò affianco, quasi sfiorandolo, Namae aveva già estratto la sua Doppia Lama e con una rotazione antioraria, eseguita con entrambe le mani, aveva tentato all'ultimo istante di intercettare il nemico con una delle due lame.
    Gli artigli del draghetto furono più rapidi. L'abito fu strappato, il corpetto squarciato e il fianco sinistro lacerato in maniera consistente. [Danni]Resistenza: Viola +2 (1/2 Basso)
    Corpetto in cuoio Potenza 25
    Danno Leggera e Mezza

    Argh.Serrò i denti, dolorante, mentre i suoi occhi seguivano con attenzione la scia generata dal drago, il quale sembrava aver virato verso l'alto per portarsi sopra di lui.
    È troppo veloce. Non riesco a vederlo. L'acqua in cui il nemico riusciva a muoversi come un sottomarino rallentava ogni suo movimento. Tra le mani aveva un'arma lunga simile a un remo di un'imbarcazione, con un manico al centro e due lame agli estremi, che avrebbe potuto sfruttare per muoversi in acqua, se solo avesse imparato a usarlo in maniera efficiente. Per lui sarebbe stata una questione di minuti. Tempo che non aveva.
    Quando si voltò per anticipare il secondo attacco del mostro, Namae riuscì a vedere solo una porzione della scia che si era lasciato dietro. E questa gli fu d'aiuto per avere un'idea di dove si trovasse.
    È salito! Gridò dentro di sé, con lo sguardo che si alzava sempre di più per seguire la turbolenza dell'acqua. E proprio da sopra Namae percepì qualcosa in avvicinamento. Qualsiasi cosa fosse, il Fiore pensò solo a spostarsi di lì.
    Con gli arti ingrossati dagli ormoni e dal chakra, egli mosse la Doppia Lama verso destra, così da ricevere una spinta dalla parte opposta per il principio di azione e reazione. La velocità di esecuzione non fu elevata, ma la forza con cui aveva spostato l'arma in quel fluido denso fu tale da farlo schizzare verso sinistra. [SD I]Riflessi: Viola+3
    Forza: Viola+2 (Somatotropina)
    Basso + 1/4

    Nonostante gli sforzi fisici, non riuscì a portarsi fuori dal raggio d'azione della tecnica. Percepì la vibrazione dell'acqua aggrapparsi al suo braccio destro, entrargli nei muscoli e nelle ossa. Il dolore fu sopportabile, ma l'arto sembrava paralizzato, come attraversato da una scarica elettrica. [Danno]Due Leggere. Semiparalisi al braccio destro.
    Non ebbe il tempo di elaborare le informazioni ricevute dall'arto danneggiato. Senza allontanarsi, il drago sferrò un'artigliata al volto. Usando l'arma che aveva ora sulla mano sinistra, lo smemorato non si fece trovare impreparato: con una rotazione del polso parò il colpo d'artiglio con la lama d'acciaio che si trovava vicino al suo capo.
    Aveva già considerato la possibilità di doversi difendere da attacchi al respiratore. Infondo era ciò che gli permetteva di vivere in quel luogo oscuro. [SD II]Riflessi: Viola+3
    Basso + 1/4


    In quel frangente di calma, con il nemico scomparso davanti a lui, si accorse della pesantezza dell'aria che stava respirando. Aveva accelerato il respiro e consumato più ossigeno del previsto.
    Devo rallentarlo e ferirlo, così da poterlo trovare con facilità. Per il primo obiettivo, pensò al suo genjutsu preferito e ai suoi veleni. Li aveva portati con sé per mostrarli ai ninja della Zanna e invece, per uno scherzo del destino, sarebbe stato costretto a impiegarli in uno scontro contro una specie di mostro marino. Tuttavia, qualcosa di buono c'era. Una parte cospicua delle sue sostanze era contenuta in alcune fialette all'interno dell'abito.
    Continuando a muovere le gambe, con il braccio intorpidito vicino al rispettivo fianco, Namae passò all'azione.
    Per la prima volta in diversi anni di carriera, nei bassifondi di Ame e nei territori accademici, non avrebbe iniziato uno scontro con il suo solito genjutsu. Il rischio di aumentare la distanza con il nemico era troppo elevato, e lui non poteva permettersi di perdere tempo in un faticoso inseguimento. Doveva accorciare le distanze e impedirgli di allontanarsi, perciò con una spinta delle gambe bruciò quei sei metri di distanza, portandosi più in profondità, dove aveva visto la scia del rivale scomparire [I SA]Movimento sei metri in acqua. Velocità: Viola
    Sentiva che il braccio destro era ancora intorpidito, perciò, per quel primo scambio di colpi, decise di utilizzare solo il sinistro. E per farlo nel migliore dei modi, doveva nascondere l'attacco ai sensi acuti del drago.
    All'improvviso, a distanza quasi zero con il nemico, che aveva intravisto davanti a sé, dove pensava di trovarlo, i suoi capelli neri si rizzarono ed esplosero verso il nemico, in una selva di capelli appuntiti che miravano al suo volto. Un attacco poco pericoloso, seppur subdolo per la rapidità, l'area di estensione e la capacità di creare una zona "d'ombra". [TS]
    Lo schiverà verso l'alto. Pensò, convinto della sua manovra, ma prima di sferrare il suo secondo colpo, Namae attese la mossa del nemico. In reazione alla difesa al jutsu, con la doppia lama impugnata a mò di lancia, il Fiore avrebbe tentato un affondo al volto del drago. Ormoni e chakra si unirono in un mix in grado di spingere il Fiore quasi oltre i propri limiti. [SA II]Velocità: Viola+3 (Adrenalina)
    Forza: Viola+3
    Consumo Chakra: Basso + 2 Unità (1/2 Basso)
    Potenza: 25

    Non è abbastanza. Digrignò i denti, perché ciò che realmente voleva, seppur contro i suoi stessi interessi, era avvelenare quel mostro. Ma come fare in acqua? Al minimo contatto con il lago, la concentrazione del veleno sarebbe crollata, rendendolo innocuo come uno sciroppo per la tosse.
    Aveva diverse opzioni e tutte prevedeva l'uso di un braccio che ora non rispondeva ai suoi comandi. I muscoli gli formicolavano e solo muovere le dita sembrava piuttosto faticoso. Ma il suo non era un combattimento normale. Altri pochi secondi e l'ossigeno lo avrebbe abbandonato.
    Non ora. Si fece forza, cercando di placare la paura e la rabbia, generata dagli ormoni, che insieme tentavano di assalirlo dall'interno. In quel lago si stava giocando tutto: la vita, la reputazione e persino sua figlia adottiva, lasciata a casa con la promessa di un suo ritorno.
    Con l'arma già vicina al nemico, Namae sferrò un fendente ascendente da destra verso sinistra, in direzione del volto e di conseguenza della sua zampa sinistra, posta sotto e dietro le sue fauci. Un attacco rapido, reso pericoloso dagli ormoni e dal chakra che dal Tantien fluiva copioso nella zona superiore del corpo. [SA III]Velocità: Viola+3 (Adrenalina)
    Forza: Viola+3
    Consumo Chakra: Basso + 2 Unità (1/2 Basso)
    Potenza: 25

    Gridò come un ossesso, liberando in quel lago che lo voleva morto tutte le intense emozioni che stava provando, dalla paura, alla disperazione, alla rabbia, indotta anche dall'adrenalina
    Posso farcela. Ripeté, tentando di convincersi che la strategia scelta fosse la migliore: evitare che il nemico si allontanasse e rinviare l'uso dei veleni all'attacco successivo. L'ossigeno era agli sgoccioli e fra poco avrebbe dovuto trattenere il fiato.

    Devo farcela per Hounko...e per Ame. Mise la Doppia Lama davanti a sé, pronto a difendersi dagli attacchi del pesce/drago.




    Chakra: 87/100
    Vitalità: 14.5/18
    En. Vitale: 26.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Spostamento
    2: Parata
    3: ///
    Slot Azione
    1: Avvicinamento
    2: Affondo
    3: Fendente
    Slot Tecnica
    1: Mille aculei
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  14. .

    Ru Wai Feng Gu - La Fenice di Fuoco


    Chapter IV - Nel Lago della Zanna



    La strategia di Feng Gu fu vincente.
    I tre cloni vennero colti alla sprovvista e i ninja di Ame riuscirono a scappare senza subire attacchi.
    In volo sopra il lago, il suo alleato gli fornì maggiori informazioni sui membri della Zanna.
    Namae cercò di memorizzare ogni dato: i nomi, l'aspetto, utile per riconoscerli, la domanda da sottoporre e la risposta che li avrebbe definiti come loro amici.
    Sarà difficile ricordare tutto.

    [...]



    Più si spingeva nell'oscurità degli abissi, più l'acqua diveniva gelida e pesante.
    Il respiratore del mercenario funzionava alla perfezione; esso combaciava perfettamente con il volto spigoloso del Fiore e l'acqua non riusciva a filtrare all'interno.

    L'ossigeno.. Se n'era accorto alla prima boccata d'aria e il cuore gli era schizzato in gola. Di fronte alla possibilità di morire asfissiato, il freddo e l'assenza di luce erano diventati problemi secondari, quasi trascurabili.
    Sarebbero riusciti a percorrere i quaranta metri? E se fossero stati di più?
    Domande dolorose come spilli incandescenti. Doveva scacciare l'ansia e usare la paura come propulsore per avvicinarsi al fondo, dove la pressione dell'acqua avrebbe messo a dura prova il suo corpo allenato.
    Con gli occhi socchiusi, Namae aveva percorso i primi sei metri con la sola forza delle braccia. Ora doveva accelerare, spingere i propri muscoli al limite, più di quanto non avesse fatto in precedenza, cibandoli, se necessario, con gli ormoni e tutto il chakra possibile. [Distanza percorsa] 6 metri - post precedente.
    2 Slot Azione: 6 metri + 9 metri (1 Basso in Forza + 1 Unità Somatotropina +0.25 Basso -> +4 Forza) -> 21 metri. ->Apparizione del Drago.


    Cosa?! Esclamò quando, privo della vista, dell'udito e dell'olfatto, il Fiore riuscì a percepire il suo alleato a un passo da lui. Solo con uno sforzo degli addominali riuscì a non tamponarlo.
    Perché ti sei fermato? Avrebbe voluto chiedergli, infastidito da quella sosta inutile e deleteria, con il villaggio ancora lontano. Non aveva intenzione di morire in quelle acque scure, distante da Ame e da sua figlia.

    CITAZIONE
    Non sono ammessi estranei. Nessun altro può accedere al Villaggio finchè io sarò di guardia. Lo Shoga deve ancora risolvere la ribellione.

    Un istante dopo aver udito quella flebile voce, proveniente dagli abissi, la sua pelle captò una vibrazione nell'acqua, d'intensità crescente, come se qualcosa si fosse mosso vicino a loro. Non ebbe il tempo per reagire perché una forte corrente lo investì in pieno, sulla zona frontale, all'altezza del petto, e l'impatto lo fece indietreggiare di un metro, leggermente stordito. [NB]Sarei dietro Feng Gu. Ho considerato solo Stordimento. Dimmi te al prossimo post
    Erano stati attaccati, ne fu certo, ma chi era stato? Serrò i pugni, disorientato dall'oscurità.
    Feng Gu lo aveva protetto e lui non riusciva a vedere nulla. Percepiva il suo amico vicino a sé e questo gli fu di sollievo. Sperò solo che non si muovesse senza avvertirlo, perché con quell'oscurità non sarebbe riuscito a restargli addosso.
    Merda...dovremmo continuare. Pensò, inchiodato sul posto dallo stridio fastidioso che proveniva da ogni direzione.

    Feng Gu, dotato di sensi molto più acuti dei suoi, era di un altro avviso; l'Asso di Ame aveva deciso di sconvolgere l'intero ambiente acquatico.
    Attorno al Fiore, ignaro dei piani del suo collega, l'atmosfera si fece calda, bollente, e prima che riuscisse a chiedersi cosa stesse accadendo, a due metri dalla sua posizione, due immense lingue di fuoco divamparono nell'acqua, sprigionando una luce così intensa da rischiarare la superficie e l'abisso.
    Namae fu costretto a chiudere le palpebre. Quando li riaprì, con difficoltà, essi si riempirono di meraviglia.

    jpg



    È..una...una fenice umana.
    Davanti ai suoi occhi estasiati, Ru-Wai aveva sfoderato il suo vero potere.
    Cenere incandescente si agitava attorno a lui come nuvoli di polvere, facendo evaporare l'acqua attorno alla sua figura quasi ultraterrena. Sulle scapole si aprivano due grosse ali infuocate. I suoi occhi erano in grado di fondere l'acciaio. In alto, a diversi metri da loro, serpeggiava un mostro marino, lungo diversi metri e dall'aspetto minaccioso.
    Era stato quell'essere ad attaccarli.
    Spostò lo sguardo in basso, verso cui avrebbero dovuto nuotare, e per un attimo gli sembrò di intravedere delle tenue fonti di luce.
    Aveva paura di non farcela, di essere stato sopravvalutato da Feng Gu. Dentro quelle acque, lui era debole, lento e qualsiasi avversario, forse persino un semplice squalo, non avrebbe avuto problemi a ucciderlo.
    Senza poter usare la dopamina per calmarsi, perché i suoi muscoli dovevano rimanere attivi e pronti al massimo sforzo fisico, Namae attese il da farsi, felice di riuscire almeno a vedere con chiarezza il Mercenario e il nemico.
    Ma cosa stava accadendo?
    Entrambi erano fermi, immobili nelle loro posizioni.



    Chakra: 94.75/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  15. .

    Il Labirinto della Congrega


    Bosco dei Sussurri - Chapter III



    Gocce di sangue gorgogliarono dal piccolo taglio che si era inflitto sul palmo della mano destra. Esse seguirono il profilo del polso e poi si schiantarono sul pavimento in pietra, macchiandolo. Dolorante, Yukine si guardò intorno, speranzoso di assistere a qualche mutamento della stanza, mentre con l'altra mano provvedeva a chiudersi i lembi di pelle squarciati dal kunai. [TB]Consumo Basso
    Non accadde nulla e il dolore si trasformò in fastidio.
    Sbatté il piede a terra e mise il broncio, allontanandosi dalla chiazza rossastra che si era allargata sotto di lui. Al fianco dell'amministratrice non si sentiva giudicato, ma non voleva sfigurare e commettere alcun errore. Ci teneva al giudizio della Vipera.

    CITAZIONE

    Se vuoi accecarlo col sangue temo te ne servirà un po' troppo. Hai altro con cui... hmm... Oscurargli la vista?


    No. Rispose seccato. Era chiaro che fosse arrabbiato con se stesso.
    Insieme entrarono nella prima galleria a destra. Dopo pochi passi vennero inghiottiti dal buio e per diversi metri il neo Genin camminò senza l'ausilio della vista. Alle spalle di Hebiko, che lo precedeva di un metro, Yukine avanzò basso, guardingo, con la mano destra sull'elsa della wakizashi. Si sforzò di sostituire il senso annullato con l'udito e l'olfatto, ma ci sarebbero voluti secoli prima che il ragazzino fosse stato in grado di percepire un nemico nell'ombra.
    Raggiunsero un blocco di pietra umida su cui era stato scolpito il volto mostruoso di un volatile, munito di becco e altri dettagli. La scultura era illuminata da una tenue fiamma che danzava sopra una candela consumata.
    Perché un volatile? La vecchia strega non aveva mai menzionato a un Dio dal volto di uccello come quello che aveva davanti, munito di becco e con due orecchie quasi inesistenti. Era quello uno dei loro Dei? Glielo avrebbe chiesto se la signora fosse rimasta lì con loro, invece, aveva deciso di ritornare nella sua strana dimora. Salvo idee da Hebiko, Yukine si sarebbe arreso subito all'idea di tornare indietro.

    Ritornati nella sala, Hebiko decise di numerare ogni galleria. Yukine approvò quella mossa, ma si limitò ad annuire in modo quasi impercettibile. Ora dovevano scegliere quale strada intraprendere.
    Fece fare tutto alla Vipera. Il broncio era quasi scomparso ma aveva bisogno di tempo per superare l'umiliazione e recuperare fiducia in se stesso.

    [Stanza 4]



    Stesso cunicolo del tunnel precedente. Stavolta ciò che apparve davanti al duo fu un piedistallo in legno marcio, su cui qualcuno aveva appoggiato un cuscino così nero da confondersi con l'oscurità. Sopra, lucente come una stella, vi era una sfera rossa.
    Yukine la fissò a lungo, curioso e intimorito. Voleva afferrarla ma non si fidava di quel rosso acceso. Tuttavia, con tutte quelle gallerie che si aprivano nella stanza centrale, il Genin temeva di dover tornare indietro e perdere tempo prezioso per fermare il rito delle streghe.
    Possiamo prenderla? Chiese ad Hebiko. Forse ci servirà da qualche parte. Non lo so. Le piccole labbra del bambino tremarono.
    Se avesse ricevuto una risposta affermativa, il Genin l'avrebbe toccata prima con un dito, poi nel caso in cui sarebbe sembrata sicura, l'avrebbe afferrata con entrambe le mani.

    [Stanza 3]



    Nel passaggio tre, dopo l'ennesimo tratto di oscurità in cui si immerse di controvoglia, il giovane Yukine vide una nuova parete emergere dalle tenebre, questa volta diversa dalla prima. Sui mattoni umidi vi era il rilievo di un uccello con le ali aperte e distese verso l'alto. Sulla sommità di ciascun'ala vi era una cavità di forma sferica. Se a sinistra non vi era nulla, nell'altra brillava una sfera azzurra, molto simile a quella rossa.
    Eccitato alla vista del secondo globo, Yukine si affrettò a scrivere "stanza con il grande uccello" sotto la scultura, servendosi di un altro dei suoi kunai. Non era la più felice delle frasi, ma l'undicenne aveva il dono dell'ingenuità.
    Guarda! Esclamò poi, sorridente. La sfera azzurra aveva scalfito l'ultima traccia di tristezza per l'errore che aveva commesso prima. Ora era felice, quasi allegro, specie se nella stanza 4 fosse stato in grado di convincere Hebiko a prelevare la sfera rossa.
    Possiamo mettere la rossa lì dentro, no? Assomigliava a un gioco che aveva a casa e che sua madre gli aveva acquistato due anni prima. Solo perché il venditore glielo aveva scontato.

    [Se nulla fosse accaduto]


    Mmhh dove possono essere andate le streghe? Chiese ad alta voce, con lo sguardo sull'apertura circolare sotto cui Hebiko aveva scritto il numero 2. Da qualche parte, le donne dovevano essere andate. Nella stanza oltre la galleria due si ergeva una statua in pietra di un mostro possente, con un occhio solo, grande almeno la metà della sua testa. Di primo acchitto, Yukine rabbrividì, poi la sua parte analitica prese il sopravvento e si tranquillizzò. Se fosse esistita un'entità del genere, il suo campo visivo sarebbe stato molto ridotto.
    Su una specie di targa realizzata sul piedistallo che sorreggeva il peso del demone, vi erano le seguenti parole:

    CITAZIONE

    Onore e Gloria a Jun,
    Dio della fortuna e della ricchezza.
    Tramuta in oro tutto ciò che vedi sul nostro cammino
    e divora i nostri nemici nelle tue divine fauci.


    Lesse le parole ad alta voce.
    Sono questi i loro dei. Sospirò. Pensi sia una buona idea rubare questa statuina? Chiese, curioso di sapere cosa fosse accaduto se l'avessero distrutta.

    [...]


    Presa la galleria 1 nel tentativo di ritornare indietro, il duo otese si sarebbe trovato davanti a una stanza identica a quella che si erano lasciati alle spalle. Cinque cunicoli, stesso occhio al centro ma nessuna scritta né macchia di sangue.
    Mannaggia...io odio i labirinti. Piagnucolò.

    jpg



    Chakra: 28/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 300
    Velocità: 300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Lama Interna × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///

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