Posts written by Jin Tsuji

  1. .
    Posto miscredenti. :sinve:
  2. .
    Volevo ringraziare Marco per il combattimento, anche se breve, mi sono divertito. Anche se immagino tu meno.

    Ti auguro un in bocca al lupo con il nuovo PG.
    Vai Marco :riot:
  3. .



    Amen
    Chapter III




    Terzo Post Attivo




    Una muta reazione manifestò l'immondo essere a quel patetico parlottare da parte di Ishimaru, che aveva come inutile fine quello di schernire lo stesso cadavere.
    Patetico, il termine giusto.
    L'inesorabile sigillo della Morte, stava per localizzarsi sulla sua esistenza. Le perpetue e lussureggianti sensazioni che in Enzeru accrescevano, erano devote alla sua follia incontrollabile. Un assassino dai dogmi precisi e meschini, come si addice alla natura di quella "razza".
    Lo osservò, mentre in sè era tardo a generarsi il più vago sintomo di compassione verso quel ragazzino. Lo stesso Jin, dalla sua distante posizione, non tediò le scelte del suo adepto, in quel momento parevano più che un'ovvietà.
    Lo amministrava passivamente, lasciandogli libera iniziativa sebbene non fosse corrisposta dal suo animo mite e puro.
    Puro?
    Il ragazzo non era conscio delle mutazioni che il suo animo esternava; Una lento cambiamento verso l'oscurità progrediva nel suo spirito, verso quel sentiero così affabile e maligno nella medesima maniera. Nel mentre di quel vaneggiare isterico, una incolta allegria si produsse in Enzeru, accondiscendendo sempre più a quegli intenti vacui di pietà. Il suo avversario giaceva inerme e provato innanzi a lui. Aveva strisciato come un deplorevole verme, infimo al pari di pochi.
    Cercava di scorgere in lui una dilettevole dote, capace di scongiurare dal suo pensiero quei pensieri denigranti circa la sua persona.
    Sfortunatamente, non ne localizzò di ben distinti.
    Un verme. Era questo.
    E doveva esser schiacciato.


    - Enzeru...Uccidilo. -




    Parole che dalle sue labbra mai avrebbe pensato sarebbero scaturite. Eppure in quel moto di convulsi pensieri e stati, ineludibile fu la loro pronuncia.
    Intanto avvertiva uno insolito trambusto che in lui si faceva fastidioso e prorompente, e che ardentemente aumentava nell'avversità della sua natura; Oscura e Leggendaria.
    Si era destato dal suo lungo sonno la Bestia, che ora assaporava nel misto di quei confusi e malsani sentimenti, il mutamento di Jin.
    Sgomento crebbe in lui, che faticava a riconoscersi in quei comportamenti, mentre il demone parve commentare, congratulandosi quasi, con tono delizioso e compiaciuto.


    - Non credevo che tu Idiota potessi veramente convertiti a come io ti predicavo...Sono oltremodo entusiasta della tua condotta...Però rimani pur sempre un Idiota. -




    Come volevasi dimostrare, l'altezzosa bestia non si smentì neanche in quel frangente, nel quale pareva aver richiamato ai propri complimenti il Genin, seppur aggiungendoci quel appellativo oltremodo discriminatorio, che provocò in lui non poca irritazione espressa attraverso l'increspatura delle sue sopracciglia. Tuttavia, i progressi nel toni del Nibi erano evidenti e lampanti;
    Ma ciò che più gli premeva in quella circostanza, più che l'obbiettività del Bijuu era il porre fine a quella pratica noiosa e ormai inutile ai fini del suo interesse. E fu verso l'imbrunire di questo pensiero che, osservando Enzeru, egli si mosse per concludere quel duello...Se così si poteva definire.


    [...]




    L'esigua distanza che separava i due contendenti avrebbe facilitato l'attacco di Enzeru. Ancor di più le condizioni gravissime e proibitive dell'avversario che versava in una situazione tragica.
    Verrà forse lodato per il suo coraggio.
    O disprezzato per la sua stupidità.
    Verrà abbracciato dalla morte, e così la redenzione per i suoi crimini verrà finalmente puntualizzata.
    Morirà per espiare le sue colpe; Morirà perchè non è fuggito, quando non avrebbe potuto far altrimenti. Morirà...Il fato lo voleva, ed Enzeru con lui vividamente.
    Non vi era scampo dalla pena Estrema ed inequivocabile, Jin sarebbe stato il Boia Maledetto, facendo le sue veci; Un crimine cruento, ma giusto. La sua perseveranza andava punita nella maniera più consona ad un simile affronto.
    Enzeru si sarebbe sporcato le mani per Jin, il quale non serbava particolare interesse verso Ishimaru, ridotto com'era aveva patito abbastanza. Ma il suo strisciare patetico e banale verso una rivalsa invisibile, come si addice ad un essere vile come quel ragazzo, meritava la massima punizione.
    Ebbe memoria il Genin di un astratto senso di angoscia, di pietà, che tuttavia scemava in quel conturbante sintomo di potere, che lo attorniava pienamente, lasciando ben poche speranze a benevolenti intenti.
    Poche parole, anzi nessuna. Enzeru estrasse la sua Wakizashi dal fodero, stringendola vigorosamente. Senza indugio, in verità sospinto da ardenti tendenze omicide, bruciava l'irrisoria distanza tra lui ed il suo avversario in evidente difficoltà. Respirava a fatica quest'ultimo, mentre in Enzeru accresceva sempre più nitidamente la voglia di interromperlo definitivamente.
    Ogni passo, ogni istante.
    La morte si avvicinava a lui.
    Ma cos'è la Morte? Non diamo un errato concetto di essa. Morire è la condizione stessa dell’esistenza, nulla più. La morte non è male: perché libera l’uomo da tutti i mali. Questa è la morte, e bisogna apprezzarla per il suo cinismo, e la sua naturalezza.
    Dopo aver annullato il metro che li separava servendosi di un passo scattante, più del normale poichè coadiuvato da un discreto impasto di chakra [MezzoBasso][Velocità: 225 ->275]
    Ben presto Enzeru giunse al suo diretto cospetto, degnandolo d'un vitreo sguardo, che lasciava trasparire una totale indifferenza, sebbene in realtà egli covasse un pressante desiderio di mutilarlo più di quanto non lo fosse già.
    Ma daltronde egli non disponeva di Misericordia nel suo spirito, e nemmeno vi era una traccia di una radice smorta di questa dote.
    Concentrò nell'affondo preciso diretto alla sua giugulare, portato avanti con la Wakizashi alla sua destra, una prestante quantità di chakra, in modo da renderla inesorabile, tentando di ucciderlo barbariamente. [Basso][Velocità: 225 -> 300]
    La morte sarebbe giunta istantanea, magari dopo una breve agonia che avrebbe percosso ogni suo nervo, facendolo contorcere in frenetiche convulsioni.


    Senza cuore.




    image
    La debolezza umana, la pietà. In quel frangente si discostava completamente dalla sua persona. Mentre Jin osservava lo svolgersi da quella lugubre pratica che lo faceva avvampare in una sublime goduria, pareva assumere una espressione folle, abbandonando la precedente, vacua e sacrale.
    Follia, solo quella lo aveva spinto ad ordinare la sua esecuzione.
    Voleva vederlo agonizzare, preda di innominabili dolori.
    E poi sarebbe sopraggiunta la morte, sotto le vesti di una figura senza volto.




    Amen.








    Energia Verde : 47/182
    Forza : 200
    Velocità : 225
    Resistenza : 187.5
    Ferite : Lieve lacerazione sul fianco destro










    [AdD] - Fukibari ~ 10x
    [AdD] - Kunai ~ 7x
    [AdD] - Shuriken ~ 5x
    [AdCC] - Kusari Fundo ~ 1x
    [Bomba] - Cartabomba lv. I ~ Tot. 1x
    [Bomba] - Bomba Fumogena ~ 1x
    [Tonico] - Tonico di Recupero Medio ~ 1x
    [Vario] - Filo di Nylon Rinforzato ~ 10m
    [Aad] - Shuriken Gigante ~ 1x
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  4. .
    Oltre a dire che è stato Geniale.
    Davvero ci sono cascato in pieno, e chi ha visto le foto che mi ha mandato, davvero...Sono credibilissime. °°

    Comunque sia, complimenti a Marco che si è vendicato. :ghu:

    Perdonatemi per quella scrittura indecente. XD
  5. .



    Una Interruzione Inaspettata...
    Chapter III



    Secondo Post Attivo




    E fù verso l'imbrunire della sua offensiva, che le radici più forti della sua risolutezza andavano scemando, in quel triste Requiem allestito per la comparsa di Enzeru.
    In lui non coincidevano più quei sintomi di tenacia e di volontà, che all'inizio del confronto spiccavano nella scarlatta colorazione delle sue iridi.
    Aveva perduto ogni minimo interesse, anche il più vago, per quel combattimento.
    Inutile, vano, privo di senso...Consisteva in un precario passatempo, improduttivo al fine di rilassarlo, anzi tutt'altro.
    Indicibile nervosismo ora importunava il suo spirito, costringendolo ad imprecare tra sè e sè all'indirizzo dello sprovveduto avversario.
    Nel bel mezzo del suo sonnecchiare saporito, quel giovane l'aveva interrotto in maniera brusca e inusuale, producendo nel suo animo non poca irritazione manifestatasi subito dopo.
    Non era chiaro fino a poco tempo prima, la ragione per cui Enzeru si dovesse misurare in campo al suo posto probabilmente...Tuttavia, in quel momento fù tutto più evidente, quando Jin con aria incurante guardava il suo avversario, rivolgendogli una muta espressione, capace di trasmettere nulla.
    Inespressivo, era impiantato nella sua immoblità, mentre nell'imperativo silenzio osservava il consumarsi dell'evocazione del suo compagno, che subitamente lo avrebbe sostituito in quel confronto, poichè il ragazzo stesso era piuttosto restio a lottare;
    Si era capito.
    Indifferente e annoiato, sbottava nel suo sdegno per quella interruzione iniziale che aveva dato vita a quella circostanza, sentimento che ancora doveva scomparire e allietarsi in lui, anzi che andava rafforzandosi vista la situazione ancora irrisolta.



    - Enzeru...Divertiti. -




    E nel mentre di quel sussulto da parte di Jin verso Enzeru, quest'ultimo avrebbe ben presto dovuto far fronte ad una minaccia portata avanti dal suo nemico, che denotava muovendosi in tale sciocca maniera, particolare ingenuità.
    Il ragazzo si avvicinò con fare spavaldo e spudorato.
    Attaccava da una distanza di circa 6 metri o poco più, incedendo rapidamente, rendendo nota evidente scaltrezza nei movimenti.
    Il Genin precedentemente aveva dato il via libera al suo assistito affinchè si divertisse; Non era precisato tuttavia, in cosa poteva consistere tale spasso, sebbene l'espressione fredda e distaccata di Enzeru non lasciava presagire alcunchè di buono e piacevole.
    Una melodia acuta e stonata partì dalla sua bocca, un volgare urlo che probabilmente serviva a farlo attingere ad una più completa ed avvolgente determinazione, mentre armato di una Wakizashi, avanzava all'apparenza in modo sconsiderato verso Enzeru, che perplesso osservava l'evolversi di una stramba offensiva, le cui basi strategiche semmai vi fossero, ancora giacevano nell'oscurità della sua azione.
    Percorse tre metri, per poi divulgare le sue reali intenzioni, mostrando dimestichezza, ma fin troppa foga.
    Nel dilemma di intendere le sue autentiche intenzioni, il cadavere sapientemente meditava, che quel giovane gli volesse tendere qualcosa di losco e fittizio tranello, degno dei più sinistri ninja.
    Ciò lo poneva ad uno stato di tensione, sebbene realmente non temesse quel microbo, che con l'ego di un leone, si stava preparando ad un subdolo attacco.
    Lanciò una bomba tra i suoi piedi servendosi di una velocità grandiosa, che mise in seria difficoltà Enzeru.
    La tensione era palpabile nell'aria, e il culmine di quel mistero che s'era creato, venne ben presto svelato con quella decisiva mossa da parte di Ishimaru, che con una vigorosa forza, riuscì a concetrizzare molto bene le sue aspettative
    Il cadavere vide partire questo attacco, e ricorrendo al chakra di Jin riuscì appena in tempo ad evitarlo, potenziando i suoi arti inferiori con una cospicua quantità di chakra [MezzoBasso] [Riflessi: 200 =>250]. Si mosse rapidamente di 3 m alla sua destra facendo quasi un balzo, così da tornare alla posizione originale dell'inizio del combattimento, innanzi al suo avversario precisamente.
    Enzeru riuscì a scamparla in maniera provvidenziale, poichè sicuramente avrebbe riportato gravi ferite da quel colpo, all'apparenza innocuo, ma che celava tenebrosi pericoli...
    Ma era giunto il tanto agoniato momento...Il suo momento.
    Dopo anni, forse secoli, interminabili, indissolubili, distinti ed infiniti.
    Poteva dar libero sfogo alle sue manie omicide, violente e grottesche, nell'isteria grandiosa della nuova liberazione dal vincolo della morte.
    Attendeva questo momento, come mai aveva aspettato nient'altro.
    Era il suo scopo quello; E per nulla al mondo si sarebbe sottratto a quel dovere, se così si può intendere, che febbrilmente bramava; Smaniosamente voleva che si consumasse l'offensiva che si apprestava a condurre, nella foga e nel desiderio frenetico di Uccidere.
    Osservò Jin, pacato ed immobile, il quale a braccia conserte e tese scrutava l'evolversi delle azioni avversarie; Per l'appunto, una cosa bizzara, era riuscita ad attrarre la sua attenzione in quello stato di disappunto;
    Che diavolo stava architettando quel losco individuo?
    Lesto e scattante, si dirigeva oltre quella parete di ghiaccio formatasi, distanziandosi da Enzeru furbescamente; Chissà quali idee, pensieri, emozioni, balenavano nella mente di quel ragazzino, poco arrendevole; Ma sarebbe stato istruito quel giorno; Un insegnamento fatale e meschino, innominabile per la cruenza cui vantava. Spietato e privo di sentimenti avrebbe agito Enzeru, ignorante circa un sentimento chiamato Misericordia...

    Era difficoltoso avvicinarlo.
    Si era allontanato fin troppo, ed in maniera irreprensibile.
    Impeccabile fù il tempismo della sua azione, che riuscì a mettere in seria difficoltà Enzeru...Un evento impensabile, contemplava Jin.
    Eppure doveva ammetterlo, in modo coscienzioso. Ostentava un certo talento nel combattimento, addirittura lodabile, che andava esaltato. Tuttavia, era pur realtà, che mai avrebbe lambito nella maniera più distante la potenza di Enzeru, il quale decantava una straordinaria forza, accostabile a ben poche.
    E ora doveva metterla in atto, approfittando del fare indaffarato e concentrato del suo avversario, che lasciava trasparire una ardente essenza che andava incrementandosi rapidamente.
    Un noto episodio, a lui familiare. Ma chi era quel ragazzo?
    Nel mentre di quei dubbi e sospetti, non c'era tempo da perdere; Bisognava chiudere la questione, senza indugi.

    Raggiungerlo risultava complicato.
    E bisognava interrompere bruscamente quel processo, che non arrecava buoni pensieri alla coscienza di Jin.
    Annuì con la testa quest'ultimo, consentendo ad Enzeru di cimentarsi nella laborazione, e consumazione, della sua offensiva.
    Sentì l'affievolirsi delle forze il Genin; Queste si disperdevano in una aurea energia che andava convogliandosi verso Enzeru; Simile ad un lento tracollo andava il suo spirito, che foscamente svigoriva in un moto prepotente e viscerale.
    Il cadavere al contrario si focalizzava sulla sua ombra, stabilendo un legame perfetto con quella del suo avversario vincolandosi definitamente, sfruttando il clima sereno e i rami degli alberi che acconsentivano al formarsi delle stesse.
    Prima il braccio.
    Poi il busto.
    Quindi testa e gambe.
    Si sgretolarono tutte con una velocità inverosimile, e nella medesima maniera, lo svigorimento che in Jin produceva surreale dolore, cessò pienamente.
    In un viaggio dimensionale, ad una velocità inequiparabile a nessun altra conosciuta -il cui secondo è un limite effimero-, riuscì nel suo astuto intento, sottraendosi da uno stordimento che avrebbe dovuto comparire arrembante sul suo capo. Tuttavia grazie all'insensibilità del suo sistema nervoso, conseguenza della sua morte, egli non riusciva a capacitarsi di un dolore che in realtà non avvertiva.
    Sconfisse l'abissale distanza che lo separava dal ragazzo, materializzandosi a circa 20 cm da lui, al suo fianco sinistro, lì dove si palesava la sua ombra.
    Ishimaru difficilmente si sarebbe accorto del suo avversario, dato l'intenso stato di concentrazione in cui riversava la sua mente ed il suo corpo. In ogni caso Enzeru, sfruttando un effetto sorpresa che si sarebbe quasi sicuramente rivelato fatale, stava per agire secondo i dogmi che contemplava, e che avevano influenzato il suo spirito maligno; La morte sicuramente ne aveva accentuato il condizionamento.
    Morte e morte sola, era la sola compagna del suo animo. Unica amica, leale e pressante, su cui potesse far affidamento.
    Prese una Cartabomba dal suo equipaggiamento, e con una velocità impressionante, tentò di appiccicarla all'altezza del rene sinistro convogliando chakra nella sua mossa, in maniera da renderla inevitabile ed inesorabile; Immediatamente dopo, avrebbe tentato di farla esplodere sul punto prestabilito attivandola con il Chakra. Una mossa fatale e completamente debilitante. [Basso][Velocità: 225 => 300]
    Voleva neutralizzare quella fastidiosa minaccia, e sicuramente una ferita di simile entità, avrebbe prodotto ingenti danni in tutta l'area interessata. Danni potenzialmente mortali, o quasi sicuramente.
    Spina Dorsale.
    Rene sinistro.
    Polmone sinistro poco sopra.
    Se avesse preso quel colpo, sarebbe potuto andare in contro ad una morte certa, se qualcuno non lo avesse salvato tempestivamente, poichè parti vitali sarebbero state condizionate.
    In quel punto, sarebbero scaturite emorragie, che avrebbero compromesso irrimediabilmente lo scontro da parte sua. Non poteva sottrarsi al suo destino, ormai era deciso. Niente avrebbe fermato Enzeru, nulla al mondo.
    Neanche se bontà divina, nella sua infinita misericordia gli avrebbe permesso di scampare, all'irreparabile e all'ineludibile.
    Avrebbe continuato a combattere fino a che, non sarebbe stato sazio e soddisfatto del suo tenebroso operato.
    In ogni caso il Genin, a causa della sfibrante mossa, che provocò un ingente dispendio di chakra, avrebbe ingerito un Tonico di Recupero, per rinvigorirsi da quella specie torpore che andava propagandosi nei suoi muscoli.
    Quest'ultimo in preda a tali siffatte debolezze, non riuscì a carpire bene l'entità dell'attacco di Enzeru, ma gli aveva ordinato di agire in maniera che terminasse lo scontro, aveva fiducia in lui.


    Non poteva salvarsi, era finita...Enzeru ci credeva e con lui anche Jin.



    Energia Verde : 72/182
    Forza : 200
    Velocità : 225
    Resistenza : 187.5
    Ferite : Lieve lacerazione sul fianco destro










    [size=0][AdD] - Fukibari ~ 10x
    [AdD] - Kunai ~ 7x
    [AdD] - Shuriken ~ 5x
    [AdCC] - Kusari Fundo ~ 1x
    [Bomba] - Cartabomba lv. I ~ Tot. 1x
    [Bomba] - Bomba Fumogena ~ 1x
    [Tonico] - Tonico di Recupero Medio ~ 1x
    [Vario] - Filo di Nylon Rinforzato ~ 10m
    [Aad] - Shuriken Gigante ~ 1x
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    SPOILER (click to view)
    Satsugai Kurai: Killing in the Darkness
    Villaggio: Tecnica Esclusiva del Jinchuuriki del Nibi No Nekomata
    Posizioni magiche: 2 (Veloce)
    Richiede: Nekomata I
    Tale tecnica sfrutta il potere del Nibi No Nekomata di muoversi nelle ombre.
    Fondendo il chakra del Jinchuuriki a quello del demone, il ninja attraverso la sua ombra sarà in grado di trasferirsi al suo interno; e subito dopo ricomparire dalla ombra del suo avversario, se quest'ultimo si troverà in un raggio di 18 m.
    Questa tecnica non potrà mai sortire effetto in aree completamente prive di illuminazione, poichè ovviamente non si potranno formare ombre.
    Il ninja una volta eseguito il Ninjutsu subirà uno stordimento, e consumerà insieme allo Slot Tecnica Avanzata, anche uno Slot Azione.
    Inoltre se tale tecnica partirà da un'area semi-ombrosa sarà più difficile per lo Shinobi compiere la tecnica, poichè la padronanza del chakra del Bijuu è ancora scarsa, e dunque oltre ai già citati malus perderà anche un ulteriore Basso per consentire alla tecnica la buona riuscita.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 3 / Consumo: Alto)


    SPOILER (click to view)
    Tonico di Recupero Minore [Tonico]
    (Attacco 0)
    (Costo in Crediti 40)

    Ingerendo questo farmaco il ninja recupera una quantità di chakra pari ad un consumo Medio. E' possibile non ingerire il tonico e lasciarlo nel cavo orale fino a due round, al termine dei quali la salivazione distruggerà il sottile involcuro facendo attivare il tonico involontariamente.
    Dosaggio: Massimo uno per turno, Massimo due in cinque turni.




    Edited by Jin Tsuji - 17/2/2009, 16:07
  6. .



    TUTT'IDE'!!1'!!111'
    E' BUONISSIMO!!11!!''

    Da Ronco, San Crispino, bere buono ogni giorno. :zxc: [cit.]


    Edit: Inserito il video.


    Edited by Jin Tsuji - 12/2/2009, 12:38
  7. .
    Perchè? :pwn:
  8. .
    Postato al Chunin. :riot:
  9. .



    Una Interruzione Inaspettata...
    Chapter II



    Primo Post Attivo




    Si dice che l'irridere un avversario equivale ad accrescere il nostro potere nei suoi confronti.
    Schernirlo sminuisce il credito della sua reputazione, e fà sentire chi compie questa azione, l'essere superiore, capace di evidenziarne i difetti.
    Così predicava uno dei tanti scienziati d'una dottrina dimenticata. Tuttavia quest'ultimo, non si curò del fatto, che magari tale constatazione non era universale, e che avrebbe potuto riscontrare alterazione nel suo significato quantomai essenziale e chiaro.

    Erano solo stupidaggini quelle.

    Situazione avversa a quanto affermato, in quell'istante, si era generata.
    Non era sua intenzione però, farsi beffa dell'altezza del suo avversario, sebbene essa forse davvero comica, ma giustificata dalla sua età.
    Ad occhio e croce, pareva assai arrabbiato il piccoletto, e in un certo qual modo, il Genin fù accontentato. Non ci sarebbero state inutili e lunghe discussioni, neanche una parola anzi;
    Dotato della peggior specie di permalosità, con irruenza procedette ad attaccare Jin. Quest'ultimo però non denotava particolare volontà nel misurarsi con chi in quel momento, desiderava solo quello; Magari per recuperare l'onore, o forse perchè non aveva niente di meglio da fare, se non arrecare fastidio al Genin, che di per sè non aveva fatto nulla.
    Nulla?
    Beh forse, denigrarlo in quel modo era stato fin troppo eccessivo, se ne accorse.
    Rimase indignato da quella sfida lanciata in un modo talmente spudorato da causar non poca irritazione.
    Evitò di imprecare al suo indirizzo, mentre continuava a desiderare ardentemente un pò di riposo, dove sostava prima...Senza dar fastidio a nessuno.
    Tuttavia, mai avrebbe immaginato, cosa realmente lo attendeva. L'aveva fatta grossa...

    - Eh va bene...Accontentiamolo...-





    Difesa




    Una esigua distanza separava i due.
    Non più di 6 m intercorrevano tra Jin e il misterioso ragazzetto, che ancora non si era presentato, data anche la foga di cimentarsi in quel combattimento.
    Poco male, pensò, era piuttosto irrilevante tale informazione.
    Doveva stare attento il Genin, anche se la sua tendenza d'animo, rivolta alla stanchezza debilitava la sua attenzione.
    Se poi si aggiunge anche la scaltrezza avversaria, coadiuvata da una ingegnosa strategia...Beh risulta parecchio difficoltoso limitare i danni.
    E accadde proprio questo.
    Rapido il ragazzo, celando la mossa tramite il mantello, riuscì a cogliere di sorpresa Jin, che non si aspettava come prima mossa chissà cosa...Al contrario meditava circa la possibilità di allietare le tensioni del suo avversario, e magari scusarsi dell'approccio non troppo felice.
    Non ne ebbe il tempo.
    Dal corvino mantello, sbucò una arma temibile; Tale pericolosità in quell'oggetto, era denotata da una caratteristica piuttosto vistosa: La grandezza.
    Le lame affilate di quel particolare tipo di Shuriken che superava l'ordinario, erano quasi ricurve e acquistavano velocità man mano che fendevano l'aria.

    [...]

    Assai preoccupato, quando vide il materializzarsi dell'offensiva avversaria.
    L'espressione del suo viso mutò nettamente.
    Non più quell'aria annoiata, bensì vivo timore si palesò sul suo volto.
    Tentò quantomeno di evitarlo, benchè quell'effetto sorpresa era stato fondamentale.
    Maledetto.
    Impastò nelle gambe una discreta quantità di chakra [Mezzo-Basso][Riflessi: 200 ==> 250] che gli avrebbe sicuramente permesso di contar su maggiori probabilità di uscirne illeso dall'attacco.
    Dunque, si spostò rapidamente verso sinistra, forte d'uno slancio derivato da entrambe le gambe, che simulando una sorta di salto non troppo lungo, permisero a Jin di scostarsi da quella posizione fin troppo scomoda e sconveniente. [Slot Difesa 1]
    Tuttavia non bastò.
    L'attacco fù percepito troppo tardi, e permisero in minima parte, la riuscita dell'offensiva avversaria.
    I vestiti vennero lacerati minimamente, tanto però da favorire il contatto dell'arma con la cute di Jin.
    Una sensazione non piacevole, ovviamente, crebbe nel suo animo. Come una campanella, fastidiosa e petulante, sollecitava senza conoscer pausa ad alzare la guardia. Chi aveva innanzi, non era un avversario da niente.
    [Ferita Lieve fianco destro]

    image



    Non ebbe nemmeno modo di stabilizzare il malessere prodotto dalla ferita, che si ritrovò immediatamente bersaglio d'una nuova, e potente offensiva.
    Neanche lontanamente la precedente sfiorava, in termini di pericolosità, quella che si stava consumando in quel momento.
    Gravava ora in lui, sintomo di inquietudine, e l'obbligo di ottemperare una difesa che gli consentisse di salvaguardare la sua persona.
    Nè Shuriken, nè Kunai, nè qualsivoglia oggetto contundente, bensì il fuoco in tutta la sua atrocità, capace di provocare non benigne sensazioni.

    Appena rivolse lo sguardo sul ragazzo, notò una particolare concentrazione nei suoi occhi. Nulla pareva distrarlo, e tantomeno sminuire la sua attenzione verso quell'atto, nuovamente mascherato dal mantello.
    Meditò su cosa stesse tramando, benchè non ebbe modo di vedere chiaramente. Però, tale posizione, e nella medesima maniera quella concentrazione, non potevano che arreccare timore in Jin, e una particolare riflessione.
    Quest'ultima risultò ben presto vera.
    Avvampò Jin, mentre osservava il ragazzo dar manforte ai suoi polmoni, che in maniera vorace, aspiravano molta aria, che un attimo dopo, esattamente alla sua espulsione, si tramutò in fuoco. Rosse fiamme di ardente fattura, si diressero verso il Genin, questa volta attento e concentrato.
    La distanza, immutata rispetto all'iniziale situazione, fù fattore di grande vantaggio per il Genin, che sfruttandola riuscì a capacitarsi dell'offensiva in tempo.
    Accorse immediatamente a saltare, questa volta indietreggiando. [Slot Difesa 2]
    Non concentrò chakra questa volta nella sua azione difensiva, non vi era bisogno, sebbene l'attacco fosse davvero pericoloso. Un salto di appena 2 m all'indietro, lo esulò da qualsiasi danno, benchè la tecnica arrivò non molto lontana dal colpirlo.
    Paura ora, e dubbio attanagliavano il suo spirito. Tutto per quel maledetto disturbatore, per nulla deciso a mollare.

    Ed eccolo nuovamente, all'attacco.
    Spinto da chissà quale rabbia, presumibilmente dettata dall'affronto subito, il piccoletto ancora pervenì all'attacco.
    Ancora dalla distanza, servendosi di un Kunai.
    Esso fù minuziosamente indirizzato verso Jin, che lontano ora 8 m, non era più precisamente difronte al suo avversario, bensì occupava una posizione più defilata, giustificata dalla sua azione difensiva precedente per evitare l'Uchiha Shuriken. Esattamente si trovava più a sinistra.
    Quindi offriva come obiettivo designato dall'attacco del suo avversario la sua spalla destra, posta in una miglior visuale per il suo avversario.

    Quest'ultimo attacco non era come i due precedenti, entrambi impostati secondo lo schema d'una strategia ben precisa, ed assortita.
    Pareva più semplice e meno misterioso.
    Ma per niente scompose Jin, il quale sempre determinato e concentrato osservava la traiettoria che esso prendeva, in modo da reagire di conseguenza.
    Chissà quali altre armi nascondeva quel ragazzo, imprudentemente preso di mira dalle sue parole di scherno.

    Preciso il Kunai sembrava diretto verso la sua spalla destra; Sebbene non fosse dotato di inverosimile velocità, tale arma poteva nascondere particolari insidie a lui non rivelate.
    Timoroso Jin, preferì scongiurare ogni rischio, schivando l'offensiva abbassandosi sulle sue gambe rapidamente.
    Decise di supportare questa movenza, impastando chakra un quantitativo basso di chakra nelle gambe [Bassissimo][Riflessi: 200 ==> 225]
    Ed immediatamente si abbassò, lasciando che il Kunai sfiorasse soltanto il capo, per poi andare a conficcarsi nel tronco di uno dei tanti alberi che popolavano quella vasta radura. [Slot Difesa 3]
    Subitamente riprese posizione eretta; Scrutò nuovamente il ragazzo, rivolgendogli uno sguardo torvo. Era ormai palese che non aveva per nulla apprezzato la sua reazione, benchè a suo modo fosse quantomeno giustificata.
    Non se lo aspettava di venir attaccato così spudoratamente, tuttavia, profondamente covava infinito desiderio di continuare tale scontro, visto che l'entusiasmo accresceva, e nello stesso modo l'indignazione spariva, fino a lasciar un vuoto, subito rimpiazzato dalla determinazione, evidente nelle sue iridi.


    Attacco



    Stralunato dalle incessanti offensive nemiche, non poteva concedersi nessuna interruzione. Pareva aver terminato il ragazzino di averlo a bersaglio dei suoi attacchi, e con tale situazione, sperava di aver placato le sue tensioni, lasciandolo sfogare.
    Tuttavia, le sue tendenze non erano quelle a cui si poneva di solito. La docilità d'animo che in lui era abituale, era stata alterata da un profondo sdegno; Tutto per averlo interrotto dal suo sonnecchiare beatamente accarezzato dal fruscio del vento.
    Febbrilmente ora desiderava il confronto; Quel ragazzino, aveva ormai assopito tutta la sua stanchezza, lestamente tramutata in determinazione e vivida concentrazione.
    Aveva sapientemente studiato una strategia, in brevissimo tempo, adoperando gran parte della sua intelligenza, e del suo ottimo spirito di osservazione.

    Immediatamente, estrasse tre Kunai dalla sua gambiera porta oggetti, impugnandoli saldamente nella mano destra. Non ebbe nè dubbio, nè esitazione, prima di prepararsi alla messa in atto delle sue intenzioni.
    Osservò il ragazzo, e subitamente, lanciò le tre armi in modo da formare una linea obliqua, mirando oggetti ben precisi, e mantenendo sempre la stessa distanza dal suo avversario. Preferiva non misurarsi nel corpo a corpo...Non ancora. Forse timore, oppure semplice e pura strategia, lo portò a non avvicinarsi.
    I suoi obbiettivi erano chiari; Mirava alla spalla sinistra con uno, l'altro indirizzato al petto, mentre l'ultimo al fianco destro. [Slot Azione 1]
    Attacco vero e proprio, oppure...Diversivo?
    Subitamente dopo il lancio, ad intervallo di un secondo scarso, dalla schiena prese l'unica arma che poteva garantire di attuare la sua offensiva.
    Uno Shuriken Gigante.
    Enorme e potente, sarebbe stato perfetto.
    L'afferrò saldamente, per poi concentrare una quantità efficace di chakra, in modo da rendere più forte e veloce il lancio. [Bassissimo][Forza 200 ==> 225][Velocità lancio 250]
    La traiettoria non era evidente, anzi sembrava palese che avesse Jin, qualche problema di mira; Tuttavia, l'obbiettivo era stato inquadrato perfettamente. Il ramo d'un tronco di quercia che sovrastava il ragazzo.
    L'arma tranciò nettamente il legno, lisandolo. Quest'ultimo non più largo di 35 cm, e lungo circa 3 m, avrebbe tentato di colpire in pieno il capo del ragazzo; Se ciò fosse avvenuto, sicuramente un forte stordimento avrebbe prodotto e forse anche una leggera ferita. [Slot Azione 2]
    Sperava che l'effetto sorpresa avrebbe garantito buone probabilità di riuscita, mentre il consumarsi del suo attacco terminava, attendendone i risultati.
    In ogni caso, avrebbe utilizzato una tecnica unica nel suo genere, inimitabile, che solo egli possedeva. Estraendo uno speciale rotolo dalla sua sacca porta oggetti, lo osservò bene, delineando nota sicurezza sul suo volto.
    Misterioso e ignoto ciò che esso conteneva; Lo aprì lentamente, per poi irrorarlo di chakra oscuro, violaceo, e maligno.
    In un lampo, comparve una specie di bara. Una cassa in legno, con un kanji sopra marchiato, come di fuoco.
    Il Genin osservava il compiersi di quell'atto, sorridendo malignamente. Ostentava particolare compiacimento, mentre i suoi lineamenti parevano come mutati.
    Immediatamente il jutsu avvenne, e tutto in lui tornò alla normalità.


    - Ebbene...Enzeru tocca a te...-




    image
    La bara si aprì, mentre un putrido tanfo, eccessivamente maleodorante, si espanse, come uccidendo l'aria.
    Pochi passi, e uno strano uomo, ne uscì. I suoi lineamenti parevano devastati; profonde lacerazioni erano palesi sul corpo, dove i suoi vestiti presentavano lacerazioni. La cute era terribilmente pallida, cosìcchè fù considerato con un ribrezzo indescrivibile, persino dallo stesso Jin, che però non divulgò questo suo pensiero.
    Un uccellaccio nero, dalle fattezze proprie di un corvo, era appollaiato sulla sua spalla, mentre si esprimeva nel tipico grachiare stridulo della sua specie.
    Un silenzio peggio che tombale, accompagnava il lento incedere di Enzeru, mentre brividi calavano sulla schiena di Jin, provocando un irresistibile tremore.
    Come se l'aria si fosse gelata, in quel misto di sensazioni poco piacevoli.
    I suoi abiti malconci, parevano risalire a tempi antichi, seppure non si discostavano dalla fattura di quel tempo. Sporchi ed unti, non rappresentavano certo un esaltante spettacolo per gli occhi.

    Egli si dispose a difesa del suo padrone, considerandolo tale. Non avrebbe mai obbiettato su nessun suo comando, era come schiavizzato alla volontà del Genin, che come un bambino con il suo giocattolo preferito voleva divertirsi.



    CITAZIONE

    Energia Verde : 132/182
    Forza : 200
    Velocità : 225
    Resistenza : 187.5
    Ferite : Lieve lacerazione sul fianco destro








    <p align="right">

    [AdD] - Fukibari ~ 10x
    [AdD] - Kunai ~ 7x
    [AdD] - Shuriken ~ 5x
    [AdCC] - Kusari Fundo ~ 1x
    [Bomba] - Cartabomba lv. I ~ Tot. 1x
    [Bomba] - Bomba Fumogena ~ 1x
    [Tonico] - Tonico di Recupero Medio ~ 1x
    [Vario] - Filo di Nylon Rinforzato ~ 10m
    [Aad] - Shuriken Gigante ~ 1x
    © Meriu's Rights.
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    SPOILER (click to view)
    Controllo dei Morti - Deddo No Seishi
    Villaggio: Tecnica Esclusiva del Jinchuuriki del Nibi No Nekomata
    Posizioni Magiche: Nessuna
    Richiede: Nibi No Nekomata I
    Concentrando una quantità di chakra pari ad un MedioAlto in uno speciale rotolo, l'utilizzatore potrà controllare un cadavere appena attraverso la manipolazione di spiriti, senza che questo possa opporsi. I parametri del cadavere rianimato saranno, data anche la scarsa possessione del demone, pari ad alla stessa energia dell'utilizzatore; la distanza massima che può percorrere in un round, invece, è relativa a due energie inferiori l’utilizzatore. Il resuscitato potrà essere manipolato per 4 turni, il primo dei quali non potrà attaccare.
    Il morto avrà un malus di - 2 tacche in resistenza.
    Non sarà possibile, anche sacrificando un essere umano, resuscitare un morto, neanche temporaneamente; il cadavere avrà l’equipaggiamento datogli dal ninja evocatore, per muoversi dovrà utilizzare gli slot dell’utilizzatore, ma ne avrà uno gratuito solo per muoversi. Potrà usare il chakra dell'evocatore per effettuare tecniche dell’evocatore, aumentare i propri parametri o compiere azioni simili. Il cadavere, anche subendo ferite, non ne risentirà dato che il proprio corpo è morto. Sarà comunque impossibile manipolare parti amputate del cadavere. Per mantenere la tecnica sarà necessario un consumo basso ogni round per ogni essere manipolato.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 4 / Consumo: MedioAlto - Mantenimento: Basso ogni Round)
    [Nibi No Nekomata I: può controllare fino a un cadavere
    Nibi No Nekomata II: può controllare fino a due cadaveri
    Nibi No Nekomata III: può controllare fino a tre cadaveri
    Nibi No Nekomata IV: può controllare fino a cinque cadaveri]


    SPOILER (click to view)
    Shuriken Gigante [AaD]
    (Attacco 25)
    (Costo in Crediti 45)

    Uno Shuriken molto più grande del normale.
  10. .



    Una interruzione inaspettata...
    Chapter I





    Jin Tsuji - Ishimaru Uchiha




    Nello spaccato d'un giorno triste, cupo, senza suono, vissuto all'insegna dell'ozio; Un giorno in cui le nubi, come non riscontrava da tempo, non pendevano opprimenti, basse nei cieli; Il genin decise di avviarsi fuori dal villaggio, uscendo da quella paradossale e snervante noia. Percorse un tratto di regione singolarmente desolato, finchè era venuto a trovarsi nei pressi di vecchie casupole, abbandonate e malinconiche. Al primo sguardo che rivolse quasi con timore verso le costruzioni, un senso intollerabile di abbattimento invase il suo spirito, mentre ancora tentava di scorgere del buono dove non v'era. Contemplava la scena che gli si stendeva dinanzi, la casa, l'aspetto della tenuta; i muri squallidi, le finestre simili a occhiaie vuote, e i tetti sovrastati da crepe profonde, spaccature nette nelle tegole. Rimase allibito di come questa gente, non cercasse miglior riparo, magari meno umiliante e più confortevole. Mistero a cui non seppe dar risposta suo malgrado, sebbene s'interrogò su tale concetto.

    Tuttavia, ciò che allietò quel senso invincibile -invicibile poichè, non gli riuscì di trovar miglior prospettiva in quella visione- senso di disgusto, e di dispiacere, fù quella splendida giornata; Ben lontana dall'addensarsi delle
    ombre della sera e delle nubi.
    Il sole illuminava quella mattinata, mentre una serica frescura, lo fece rabbrividire, provocando in lui viva irritazione.
    Mentre la sua cute s'aguzzava per via della brezza, meditò sul quel clima talmente odioso, da importunare l'animo del giovane.
    E agendo sotto l'influsso di questo pensiero frenò il suo incedere, per procedere a coprirsi accuratamente. Quella passeggiata, fino a quel momento era stata tutt'altro che piacevole.

    Sbuffò annoiato.
    Non gli andava, sebbene profondamente desiderasse il dolce far niente, di starsene ad oziare, magari dormendo tranquillamente ai piedi d'un albero, ammirando l'infinita magnificenza della natura.
    Un pensiero difficile d'atturare tuttavia ad Oto, dato che quest'ultimo villaggio non vantasse esattamente fantastici paesaggi, dovette ammetterlo.
    Però, continuava a procedere, per lenti passi verso una meta ignota, invisibile, che in verità ancora doveva essere attestata.
    Attese paziente, come poche volte fece, l'ispirazione che in lui producesse un vago stimolo ad impegnarsi in qualcosa, ma sfortunatamente niente pareva ergersi alla sua vista di particolarmente interessante.
    Rattristato, imprecò silenziosamente, quando un leggero senso di stanchezza era palese in lui.
    Febbrilmente desiderava il calore; Sognava le coperte del suo letto, e il morbido cuscino che lo ponesse in stato di goduria. Ma purtroppo, si era allontanato fin troppo dalla sua abitazione, e le sue gambe imploravano una pausa.
    Era forse questa mancanza, rimuginava, che in Jin provocava sdegno e noia.


    [...]



    Pervenì nei pressi di una radura.
    Non era molto vasta, ma dall'aria pura e confortevole, liberava appieno i suoi polmoni, un vero toccasana.
    Si sdraiò ai piedi di una quercia, d'origine millenaria, almeno così pareva, posizionando la testa nel modo a lui più congeniale, sperando di abbandonarsi a quel sonno, che ormai era l'unico passatempo degno di
    essere chiamato tale.

    CITAZIONE
    « Chi sei? Vieni fuori o non metterti sulla mia strada, non ho tempo da perdere.. »

    Attonito, e basito da tale voce, che con un tempismo perfetto, lo aveva indotto a destarsi dal suo dormire.
    Irritazione furibonda, peggio che infernale crebbe in lui, che con aria parecchio scocciata, si fece largo tra i cespugli per scoprire chi importunasse, con così poco tatto, il suo sonno.
    Dunque uscì, come invocava quella voce.

    image



    - Uh?...Qual è il tuo problema nano?... -



    Chiese spontaneamente, con tono irritato e ancora stordito dal brusco risveglio.
    Un ragazzino; Doveva essere stato sicuramente lui, il fautore, di quella frase.
    Minuziosamente lo guardò, non riscontrando in lui particolare pericolosità, al contrario gli pareva assai dolce, sebbene già lo odiasse per quel grave misfatto di cui si era macchiato, a sua insaputa.
    Attese una risposta plausibile, nessuno doveva permettersi di disturbarlo mentre dormiva.
    Era per lui, il male più fastidioso che gli si potesse arrecare.
    Sperava di non dover dilungarsi in inutili conversazioni, cosa piuttosto fuoriluogo in quel determinata situazione, dato anche il suo stato.








  11. .



    Un Incontro Poco Piacevole
    Chapter II






    Se lo avesse raccontato, mai si sarebbe sorpreso se qualcuno, per schernirlo e farsi beffa delle sue parole, lo avesse considerato un pazzo. Effettivamente,
    pretendere che si presti fede a un fatto a cui persino i suoi sensi respinsero
    la loro stessa testimonianza, era davvero difficile.
    Non era un miraggio, o una qualsiasi stranezza piovuta fuori da chissà quale fantasticheria. Era la nuda e cruda realtà.
    Eppure pazzo non lo era mica, e non vaneggiava.

    Quel ragazzo, era veramente avvolto da una superba aura, che emanava in tutto il suo fascino, una staordinaria potenza.
    Tutto ciò era avvenuto, nel concatenarsi di quella zuffa sleale. Il ragazzino fortunatamente, fù libero di scappare alla volta della sua salvezza, dalle grinfie di quello strano "essere".
    I suoi occhi, intensi e malvagi, non rappresentavano alcunchè di buono, solo loschi e brutti presagi. Nulla più...

    Eppure un intelletto meno impressionabile di quello del giovane, più logico, ed essenzialmente più macabro e maligno, avrebbe scorto una strana attrazione, magari di fratellanza...
    Tale strana aura di cui era dotato quello Shinobi, era comparabile con quella di Nekomata, che ostentava analogalmente simili fattezze, seppur più maligne ed oscure.
    Il pericolo era palpabile nell'aria, e ovviamente in Jin. Sintomi di timore lo invansero fin nelle viscere, in un impeto di paura. Tutto ciò ebbe termine soltanto quando, ripreso dall'essenza leggendaria che in lui accresceva ardentemente, non lo destò da tali cattive sensazioni.
    E questa medesima forza, che con potere mistico e ancestrale inebriava i muscoli del Genin, si manifestò sotto forma di aura fantastica, oscura e malvagia.

    image




    - Non sei l'unico essere speciale...-



    Disse, accenando ad un senso di vanto. Lentamente perdeva la sua docilità e la sua mitezza d'animo, lasciando il posto a delle tendenze contrastanti quelle dettate dalla sua indole.
    Lo stesso timbro di voce cambiava, e quasi irriconoscibile era come se la sua anima originaria gli si fosse a un tratto spiccata dal corpo, e una malvagità peggio che infernale, alimentata dalla sua ira, pervase ogni fibra del suo essere.
    Era evidentemente cambiato; Gli occhi, la bocca, il volto medesimo. Tutto. Nulla pareva essersi salvato dalla metamoforsi che aveva subito.
    Tuttavia, il Nibi ancora doveva essere sprigionato. La sua potenza fù trattenuta deliberatamente dal giovane, che avrebbe perso sicuramente il controllo di sè stesso se avrebbe acconsentito all'influenza del demone.
    Eppure immensa forza lo pervase, utilizzata tutta per un Jutsu derivante dal Nibi.
    Compose brevi sigilli, prima che un vortice d'oscurità di leggendaria essenza non avvolgesse il Genin celandolo. Di immensa goduria fù privilegiato Jin, che lasciandosi andare a tale mistica aura, utilizzò uno dei suoi Ninjutsu più potenti.

    Non si colse appieno cosa realmente fosse avvenuto in quel frangente, fatto è, che il giovane subitamente dopo si ritrovò proprio alle spalle del suo avversario.
    Incredibile come la sua persona, sia stata come teletrasportata dal quel manto oscuro.
    Il Kunai, saldo nella sua mano, venne rivolto con tarda movenza verso la schiena dello Shinobi che precedentemente, sostava immobile innanzi a Jin.
    Sperava il giovane che l'effetto sorpresa si rivelasse arma vincente e soprattutto teatrale. Predicava il Nibi al giovane, che la teatralità e l'inganno fossero strumenti potenti...Evidentemente aveva seguito i suoi insegnamenti.
    Lentamente poi, gli sussurrò

    image




    - Non mi và di giocare...Vattene all'istante...Oppure non risponderò di quello che ti accadrà. -



    Sicuro di sè, lo dava a vedere. Non gli sarebbe piaciuto tirarla per le lunghe, odiava le questioni che richiedevano tempo.
    Eppure era cosciente che non poche rogne avrebbe pervenuto sfidando quel giovane.
    Era speciale, non come gli altri. In lui c'era qualcosa di simile a Jin. Un fratello o un nemico?
    Non sapeva ancora cosa si sarebbe rivelato.
    Ma con certezza sapeva che non sarebbe stato noioso. Anzi.

    SPOILER (click to view)
    Satsugai Kurai: Killing in the Darkness
    Villaggio: Tecnica Esclusiva del Jinchuuriki del Nibi No Nekomata
    Posizioni magiche: 2 (Veloce)
    Richiede: Nekomata I
    Tale tecnica sfrutta il potere del Nibi No Nekomata di muoversi nelle ombre.
    Fondendo il chakra del Jinchuuriki a quello del demone, il ninja attraverso la sua ombra sarà in grado di trasferirsi al suo interno; e subito dopo ricomparire dalla ombra del suo avversario, se quest'ultimo si troverà in un raggio di 18 m.
    Questa tecnica non potrà mai sortire effetto in aree completamente prive di illuminazione, poichè ovviamente non si potranno formare ombre.
    Il ninja una volta eseguito il Ninjutsu subirà uno stordimento, e consumerà insieme allo Slot Tecnica Avanzata, anche uno Slot Azione.
    Inoltre se tale tecnica partirà da un'area semi-ombrosa sarà più difficile per lo Shinobi compiere la tecnica, poichè la padronanza del chakra del Bijuu è ancora scarsa, e dunque oltre ai già citati malus perderà anche un ulteriore Basso per consentire alla tecnica la buona riuscita.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 3 / Consumo: Alto)







  12. .



    Un Incontro Poco Piacevole
    Chapter I





    In quel tardo mattino, che trascorreva all'insegna dell'ozio e della noia, il giovane Genin, ormai tardo a trovare una occupazione, pianificò di gironzolare per Oto come non faceva da tempo.
    Ebbe nostalgia, appena fuori dalle mura di casa, di tutto quel paesaggio, che al limite dell'inverosimile, risultava così sconosciuto e singolare.
    Stranamente l'aria di malessere e pestilenza che in Oto era di tradizione, non vi era più, ed in simultanea le usuali urla di chi veniva aggredito anche in pieno mattino, non arrivavano più distintamente alle orecchie di Jin; Come scomparse in una gelida brezza che irrigidiva le fibre muscolari del giovane.
    Eppure in quel misto d'insoliti eventi, c'era qualcosa che chiaramente non poteva che rimembrare Jin; Giunto nei pressi del bosco dei sussurri, come avvolto da una atmosfera sognante e magica, prese a ricordare dei fantastici momenti vissuti con Keita. Era tempo che non lo incontrava, eppure sentiva che qualcosa fosse avvenuto. Temeva per lui, benchè non sapesse dove fosse, e cosa facesse.


    Con incuria iniziò a fantasticare con la mente, perdendosi nei suoi meandri, e distaccandosi dal mondo. Probabilmente, la nostalgia che in lui si crebbe, era antica e potente;
    Vivida emozione ebbe nel tornare al suo villaggio, dopo il periodo di permanenza a Konoha; Periodo in cui affinò grandemente le sue doti di ninja, di cui andava particolarmente fiero, e che costituivano sempre argomento di vanto.


    Infine fù destato dal suo vagare con i ricordi, da strani rumori che indisti e confusi giungevano al suo udito, e che per qualche strana ragione suscitavano in lui chiaro interesse.
    Non era tipo invadente, ma in lui abbondante curiosità venne risvegliata all'udire di quegli strani rumori.
    Man mano che si avvicinava, sempre più limpidi e riconoscibili divennero; E sembravano provenissero da un viottolo poco frequentato.
    Non provò timore ad avvicinarsi, al contrario sintomo di attrazione crebbe in lui.
    Eppure stranamente qualcosa non quadrava. Che Oto fosse tornata ad essere quella d'un tempo?
    Il mistero si celava in quel ghetto, maleodorante e putrido.
    Vi si affacciò il Genin e non trovò una situazione felice, anzi tutt'altro.


    image



    - Uh?...-



    Una zuffa, o ne aveva tutte le sembianze. Indistinguibili erano i due, tuttavia particolare non da poco scorse il giovane, che scatenò il suo spirito patriottico che lo indusse all'azione.

    Il coprifronte di Kiri era palese alla vista del Genin, che subito riconobbe nello strano tizio un ninja della nebbia.
    Sebbene non vantasse grande conoscenza del suddetto villaggio, era ovvio altrettanto che l'aggredito, o almeno così pensò, fosse un abitante di Oto. Adornato di stracci, e indumenti sporchi era in netta difficoltà quest'ultimo, ed evidente era che servisse che qualcuno fermasse lo Shinobi affinchè non commettesse niente di grave nei confronti del povero disgraziato.
    Per nulla scrupoloso, e incurante del pericolo, si gettò immediato per salvare il suo compaesano, sperando in qualche modo, di placare gli animi.







    Edited by Jin Tsuji - 26/1/2009, 23:41
  13. .



    Choice...Right Choice.
    Chapter III




    Torneo di Oto


    Quelle esili larve di sangue, si levavano alte e quasi ardevano scarlatte, pallide e immote.
    Il festino lentamente si consumava intanto, crudo e intenso provocando primitive emozioni e stati, quali il dolore e la morte. Gravava su i briganti che con fierezza e entusiasmo maniacale si accanivano su i poveri ed inermi giovani, la pestilenza d'averli crudelmente assassinati.
    Sentiva Jin il pesante sguardo dei defunti che ora giacevano privati della loro vita, stroncati da fatali parole, pronunziate da chi in quel momento, pentito sentiva il suo essere colpevole e vuoto di pietà, manifestando il suo dolore nel rigurgito.
    L'amarezza di quegli occhi vuoti, spenti, erano la più tremenda pena cui potesse subire. Con incuria e disinvoltura, Wakamaru s'avvicinò al giovane in evidente stato di malessere. Una pacca sulla spalla e complimenti al Genin furono rivolti, anche se, appuntò puntiglioso una certa disapprovazione nell'interpretazione del canto...Un sorriso poi.
    E intanto, nel più furioso dei baccani, eran tutti in allegria...Una sorta d'isterismo accompagnava le percosse dei briganti. Morte, e morte sola era l'ideale che accompagnava quei folli che con lascivia quasi, si accanivano sul corpo della donna.
    Dunque, un cenno bastò, e un innaturale silenzio si crebbe. Le parole di Wakamaru risuonavano fragorose ed autoritarie mentre ordinava l'arresto del festino, prolungatosi forse troppo per i suoi gusti.
    Riposo quasi con lo sguardo implorava Jin.
    Non gli fù concesso tuttavia.
    Immediatamente successive alle parole che interdivano il continuo del divertimento, il capo, beato dell'esaltazione dei suoi uomini prese nuovamente parola...


    CITAZIONE
    Basta così! Il festino è finito ragazzi. Preparatevi, dobbiamo finire il lavoro adesso. C'è un intero villaggio che attende solo la nostra parata nuziale. E il nostro nuovo arrivato, che da oggi prende il Velo, verrà assieme a noialtri. Se non sbaglio il suo cavallo è sopravvissuto all'attacco no?




    Violato nel profondo il suo animo, pareva dovesse ancor conoscere vera crudeltà. Cruda come quella di qui era stato testimone, e per unica sua volta artefice, lo fece sbroccare, condannandolo a pena dura e indomabile come il dolore, manifestato in quel rigurgito.
    Era follia però nel frattempo addolorarsi e pensare, tale ordine precludeva ogni minima possibilità di rifiuto...La missione sarebbe stata mandata a monte in quel modo.
    Non poteva permettersi d'errare, sebbene profondamente abbattuto psicologicamente. Doveva sopprimere tale incessate senso di colpa, e il dolore con esso sarebbe tramontato in un respiro.
    Respirò dunque, a fondo, lasciandosi dietro ogni paura e dubbio. La missione aveva la priorità, per Oto e per il Gate.

    - Per Oto...e nessuno più. -


    Pensò.

    Se l'udito non gli avesse teso burla, pareva di aver sentito pronunciare "cavallo" dal capo, Wakamaru.
    Non sapeva bene, come avvene di trovarsi nella bolgia di quella cella, e di suo neanche osava immaginarlo.
    Proprietario d'un cavallo, ancor meno s'immaginava, Oto aveva pianificato tutto in maniera mostruosamente minuziosa.
    Sottratto quasi con virilità, venne condotto al suo puledro.
    Vi riconobbe sulla sella, effetti personali di sua appartenza.
    Posò una mano sulla fronte. Meditava forse, di non essere in preda a qualche fantasticheria...
    Era realmente uscito da quel teatro rosso scarlatto.
    Questo nei suoi pensieri, e nulla più.
    Attenzione destò in lui, il prender parola di chi, in quel luogo, gli diede il primo caloroso benvenuto. Non apprezzato, dettagli forse, ma sempre a suo modo...un benvenuto era.


    CITAZIONE
    Ora ascoltami bene, dobbiamo assalire il villaggio oltre la montagna. Non ci dovrebbero essere guerrieri, o se ci sono saranno dei contadini armati di forcone al massimo. Il piano è semplice: nessun piano. Si carica e si stermina quante più persone possibile, poi arriva la seconda ondata che fruga tra le case. Tu farai parte di questa ondata. Vedi di non tenere per te il bottino o ti facciamo fuori. vedi di non lasciare nessuno in vita o ti facciamo fuori e in ultimo vedi di chiamare il capo se ci sono bambini ancora in vita...potrebbe volerli come assistenti.



    Anche i cuori degli esseri più sfrenati e crudeli hanno corde che non possono essere toccate senza che vibrino di emozioni...Tuttavia tali esseri che di umano avevano solo le sembianze, differivano.
    Inverosimile con quanta incuria e fredezza venivano pronunciati questi ordini.
    Eppur vero che si era detto, che la missione prima di tutto. Ma Jin dall'animo mite e docile, stentava ad agire in modo così privo di decenza e animalesco.
    Mietere ancora vittime, quasi non si riconosceva più. Mutazioni aveva subito, evoluzioni dell'antro maligno del suo essere erano palesi; Palesi quanto l'essere immondo e millenario che lo possedeva. Schifato, forse non appaga abbastanza lo stato in cui si trovava...Ma come già detto, la missione prima di TUTTO.

    In sella dunque, il tempo trascorreva, tediato da quella attesa che tuttavia, per la sua gioia, non si protasse a lungo.
    La paura s'insinuò nel cuore di Jin. Timoroso circa l'esito della missione, e soprattutto riguardo al possibile salvataggio di innocenti vite, che avrebbero potuto attirar oscuri sospetti su di lui, e dunque avrebbero reso Wakamaru meno docile di quanto non lo fosse già.
    Eppure stranamente, in lui sfida lo aizzava ad ingannare attraverso loschi soprusi il capo, forse per vendetta, o forse solo per quelle povere di persone, che di male non avevano arrecato proprio a nessuno.

    Nel moto di quei pensieri, la prima ondata, non si fece scrupoli ad avanzare, e nello stesso modo a schiacciare barbariamente le persone che cercavano di sfuggire a quella bolgia succinta e assassina.
    Contadini per la maggior parte ed allevatori, che come unica minaccia e mezzo di loro offesa, avevano un piccone o attrezzi da lavoro. La loro difesa era rappresentata in quelle rudimentali armi...
    Gli zoccoli dei cavalli calpestavano vigorosamente i corpi di uomini, donne e bambini. Nessuna esitazione neanche nei confronti di chi, oggettivamente non avrebbe avuto neanche avuto la forza per opporsi. Mutilati i corpi, erano agghiaccianti alla vista di qualunque essere. I briganti in preda ad isterie, contemplavano il dolore delle loro vittime, mietendone altre...Ancora ed ancora.
    Come innocuo brusio per Wakamaru quella situazione. Osservava quest'ultimo intanto con espressione soddisfatta e goduriosa, non molto distante da Jin. Freddo ed inespressivo, non accingeva a cambiar espressione...Felice e mostruoso. Non commentò il Genin, come poteva...Solo, ed inerme, osservava il compiersi di quell'atto meschino e crudele...Senza, suo malgrado, levar mossa per alleviare le pene dei poveri abitanti.

    Non trascorse molto tempo tuttavia. Immediatamente sarebbe toccato al Genin, ripulire la zona. Ondata la osavano chiamare quella che in quel momento si accingeva ad entrare in scena. Dieci uomini e forse meno, sarebbero stati più che sufficienti per quel piccolo pezzo di terra.
    Si avviarono dunque, atti a saccheggiare le abitazioni, tutte. Rubare anche dalle carni dei cadaveri qualunque oggetto di valore portassero. Niente doveva esser tenuto per sè tuttavia, gli ordini erano fin troppo chiari per essere fraintesi, chi voleva far il furbetto era avvisato.
    Procedette insieme al gruppo con incedere rapido verso le abitazioni. Il lezzo presente in quella zona era disgustoso; Più agghiacciante però i cadaveri che ostruivano le vie del villaggio, agonizzanti alcuni imploravano aiuto, sapevano bene forse che non ne avrebbero ricevuto.

    Un silenzio tombale presiediva ogni casa. Ugual valenza riservata anche alla prima casa che Jin ispezionò. All'esterno, nulla pareva destare sospetti in quell'abitazione; nessun rumore; tutto spento; Probabilmente uscito in strada per il baccano e il massacro infernale, il padrone potrebbe esserne stato anch'egli vittima. Guardingo tuttavia, il Genin pareva esser ancora scettico, quando ad un tratto, con un potente calcio sfondò la porta.
    Paziente e lento, si guardava intorno, facendo attenzione anche al minimo cenno sospetto. Piano e con passo felpato, si fece strada nel corridoio. Rustica come abitazione appariva, elegante a suo modo e molto accogliente. Tenuta bene, buona fraganza poteva esser riscontrata nel respirare l'aria di quella casa.
    Sorpresa e incredibile paura provò Jin, in quel brivido che scosse ogni fibra del suo essere.

    - Gatti...Maledetti gatti. -



    Simile a bestemmia partorirono le sue parole. Immonda creatura capace di spaventarlo, quel gatto. Unica minaccia dunque, dopo aver appurato la totale assenza di un qualunque proprietario.
    Veloce, prese a rovistare tra i cassetti, comodini, credenze, e casseforti. Nulla fù risparmiato alla sua ricerca, neppure il materasso del letto, dove sicuramente qualcuno si recava per riposare. Credenze popolari volevano che pregiati bottini potessero essere nascosti tra i tessuti d'un materasso...Meglio era controllare.
    Il risultato però, fù poco incoraggiante. Poca roba, giusto qualche bracciale e vecchie cianfrustaglie, banconote di piccolo taglio e nulla più...Questo era tesoro che celava il proprietario di quell'abitazione. Ciò, pensò Jin, la diceva lunga, sulla scelta di razziare quel villaggio, popolato da gente comune, normale, posta solo alla ricchezza d'animo più che materiale.
    Uscì dunque dall'abitazione scoraggiato, guardando in modo torvo quel gatto che prima aveva arrecato non pochi timori, oltre che ad un tremendo spavento al giovane Genin.
    Delegato a razziare ciò che rimaneva di quella landa desolata, non si perse d'animo, allorchè proseguì la ricerca di qualcosa che vantasse un valore materiale non indifferente...Del resto ciò che più bramava Wakamaru.
    Adiacente all'abitazione saccheggiata, per modo di dire, si ergeva altro edificio, dalle fattezze pressochè simili alla precedente.
    Aggraziata ed accogliente si prestava all'esterno, desolata tuttavia all'apparenza. Non particolarmente turbato, non fù restio ad addentrarsi al suo interno. Sempre vigile tuttavia, scrutava ogni membra delle pareti, dei mobili, e di tutto ciò che vantasse composizione materiale.
    Vi mancava in ogni cosa un profondo senso di vita e di gioia, sebbene quell'abitazione fosse dotata d'una fraganza ardita e profumata.
    Era immersa nell'ombra più nera. Una spenta mestizia che a tratti bella, ma pacata vi pervadeva ogni cosa. Alcune piante, d'una specie a lui sconosciuta erano buie di colore, luttuose di forma e atteggiamento, e si torcevano in pose tristi, solenni e spettrali che evocavano l'idea di dolore mortale e morte prematura. Anche quella maledetta casa, piangeva la probabile morte del suo padrone.
    Procedette, sconsolato e inaridito dato lo scenario, al solito rovistare senza ritegno, non risparmiando nemmeno i più celati buchi nelle pareti.
    Affanno e sudore, in quella ricerca; Nulla di valore, giusto qualche spicciolo. La cassaforte, nascosta bene dietro un quadro, non nascondeva nulla. Vuota, letteralmente, popolata e arredata da splendidi ragni con le loro ragnatele, trappole infittite dal buio che regnava in quell'abitazione.
    Risultato oltremodo sconfortante, rincarato al già non entusiasmante precedente.
    Le tasche piangevano vero bottino, così come Jin, preoccupato circa la soddisfazione di Wakamaru, che in quel modo non sarebbe stata facilmente accomodata.
    Nella lontana e discreta speranza di poter asservire ai suoi compiti, bramava in lui vividamente di non esser mai soggetto a possibili sospetti del capo. Tale evento avrebbe in parte compromesso ciò a cui doveva riuscire, quella missione, difficile e molto.
    E dunque, consapevole dell'eventualità di esser preda della diffidenza di Wakamaru, voleva ad ogni costo riuscire a quantificare un cospicuo bottino, così da ricevere complimenti e fiducia che meglio avrebbe amalgamato la sua posizione all'interno delle Spose.
    Uscito dunque dalla buia dimora d'un povero contadino, si diresse in preda alla foga dettata da una insolita sete in lui di moneta, verso un'altra abitazione non particolarmente distante.

    Vacillava la sua ragione. La convinzione assoluta che la gaia festa di morte s'era consumata in modo pieno e intenso, ebbe varie fratture, quando dall'imposta dell'abitazione che grande distanza da Jin non vantava, si intravedevano movimenti sospetti, che per nulla allietavano tensione nel Genin.
    Smorzato quindi quel silenzio innaturale e grottesco del villaggio, con suo inverosimile stupore, che quasi denigrava il suo senso folle d'avidità. Una vita sembrava essersi salvata, ipotesi che accolse con gioia, tuttavia anche con rammarico poichè, le sue tasche ancora piangevano bottino.
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    Si avvicinò, quatto quatto, all'imposta; Quasi per meglio spiare chi si celasse tra le fosche luci di quelle mura. Un'ombra; Si muoveva goffa, senza lasciar trasparire alcuna immagine. Indistinguibili le fattezze dell'uomo o donna che lì, in quel trambusto chissà con cosa stesse armeggiando. Occupato evidentemente, non si accorse per fortuna del giovane, che lentamente tentava di mantere un basso profilo. Desiderava febbrilmente comprendere le condizioni e soprattutto l'occupazione di quella figura, che così immersa nel suo da fare, prestava attenzione nulla a ciò che avveniva intorno a lui, precisamente allo sguardo indiscreto del giovane che spiava celato dal silenzio, il tutto.
    Immeditamente, si fiondò innanzi all'entrata dell'abitazione. Unico ostacolo che lo separava dall'infernale desiderio di svelar identità della figura.
    Decise di intraprendere la via a lui più congeniale e intelligente. Sfondare la porta avrebbe soltanto alimentato agitazione e nervosismo, e probabilmente anche una disperata rivalsa di quella strana "Ombra".
    Meditò dunque, cercando di non farsi notare.
    Esitazione tuttavia, pervase il suo animo, già attanagliato da un sentimento debole e ambiguo come la pietà.
    Cercava forse giustificazione a ciò che inevitabilmente avrebbe commesso, anche se puerile, sicuramente avrebbe arrecato flebile conforto al suo essere, già martoriato.
    Composto, e soprattutto in maniera silenziosa, mosse mano verso la maniglia; L'afferrò con presa salda, in modo che nulla avrebbe permesso che gli sarebbe sfuggita. Mirava ad un'entrata cauta e soprattutto "invisibile". Non voleva essere scoperto; L'effetto sopresa, pensò, sarebbe stata la mossa vincente.
    Violò quindi l'entrata. Lento e silenzioso, faceva scivolare la porta aprendola man mano, con furtività. Guardingo, aizzò i suoi sensi portandoli all'inverosimile; e quando pose lo sguardo, sempre immobile sull'uscio della porta, alla cucina che inizialmente luttuosa e tetra, si prestava difronte a lui, non notò nessun vanto che quell'abitazione presentasse rispetto alle già precedenti "saccheggiate".
    In effetti, suscitò in lui attenzione quello scenario. Così cupo e triste. Oscuro stranamente, a differenza del resto della dimora, che seppur tenebrosa, almeno godeva d'una flebile illuminazione, che quantomeno serviva a distinguere i vari oggetti e mobili che ne riempivano le stanze. Guardò bene dal ravvedersi dal sottovalutare quella gente. Sapeva che qualcuno, chissà aiutato da quale santa grazia, era sopravvissuto. E il suo nascondiglio, ormai era evidente.

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    - Oh Cazzo...-



    Un rumore e dunque svelato il mistero. Uno spostamento d'aria proveniente dalla già sospetta stanza, si risolusse in una sorta d'attacco disperato al ragazzo, che tese in Jin non particolare stupore, tuttavia ne suscitò vivo timore, poichè incredibilmente quell'uomo armato di Katana, era davvero rapido e ardito.
    Ferito, stanco, innumerevoli stati lasciava trasparire l'espressione facciale dell'uomo, che in un impeto di coraggio ed adrenalina, non si risparmiò minimamente da scagliarsi anima e corpo contro il giovane. Sotto le mentite spoglie d'un ladro, d'un furfante, mischiato alla massa di quei vili briganti, pena provava il Genin, ma soprattutto paura. Paura dettata d'una scaltrezza unica, propria di quell'uomo, che seppur ferito gravemente trovava vigore nel suo coraggio, e soprattutto nella disperazione paradossale di quella situazione.
    Non fù da meno il Genin tuttavia. Impreparato a quell'attacco fulmineo, fece ricorso alla sua lucidità. Rapido nella mano destra, con presa salda tirò il più velocemente possibile la maniglia verso di lui, e con essa la porta quindi, impastando un Basso nella manovra. [Vel: 225 =>300]
    Tale manovra fù parecchio agevolata dalla distanza, non superiore ai 4 metri che separava i due contendenti, per nulla decisi a rimanere immobili, chi per un motivo, chi per un altro.
    Immeditamente dopo a quella scaltra mossa, si scostò dall'entrata, gettandosi con balzo felino alla sua destra. Intendeva chiudere quel varco che lo avrebbe lasciato sicuramente scoperto, e vittima del probabile trucidare dell'uomo. Non avrebbe permesso di lasciarsi colpire; Soprattutto da quell'affondo che sarebbe stato probabilmente fatale, e chissà se poi ne sarebbero seguiti altri.

    Uno schianto pauroso. Un fracasso tremendo, e la porta cedette. Con foga l'uomo e incapacitato ad arrestare la sua offensiva, trovò ostacolo che non gli permise di colpire il Genin, che dal canto suo s'era dimostrato lesto, furbo e soprattutto lucido.
    Allorchè riuscì caparbiamente ad abbattere quella barriera, crollò esanime al suolo il povero tizio, in un misto di spasmi terrificanti. Rabbrividito a dir poco, Jin. La forza d'animo sospinta dalla disperazione e dalla voglia di lottare, aveva reso un normale cittadino, il più forte di tutti. Inverosimile con quanta tenacia riusciva a non oscillare per poi cadere vorticosamente al suolo seppur ferito ed esausto. Tutto ciò fece meditare il ragazzo, che sopreso e allarmato lo vedeva lì, in preda alla follia che si dimenava, evidentemente per il dolore lancinante.
    Compassione, pena Jin provava...Quell'uomo non aveva più nulla da dare al mondo; Ora soffriva tremende punizioni dettate da quella violenta e cruda lacerazione alla gamba destra, e nei suoi occhi, la paura...La paura di spegnersi definitivamente, propria di ogni essere.
    Quell'emozione primitiva come la pietà, che tanto faceva ardere l'animo del giovane, scompose in lui ogni sintomo ardente e smodato di denaro.
    Voleva porre fine a quello strazio per nulla imperturbabile. La vista del sangue che lento e scarlatto sgorgava dalla ferita, unite a quelle urla terribili, fecero sbroccare il giovane.
    E fù in quel momento che decise...Tutto doveva aver fine, in quell'istante.
    Armato di Kunai affilato posto nella sua mano destra, si alzò, lentamente e in maniera piuttosto scossa s'avvicinava all'uomo, inerme e malandato.
    Gli afferrò il capo, precisamente i capelli con la sinistra, quasi tirando su il suo collo.
    Quasi un grido del giovane, e fitte lacrime scoscese le sue iridi lasciavano cadere vorticose....
    Il tempo d'un affondo al collo...rapido ed indolore, e nuovamente il silenzio tornò a dimora di quel villaggio.

    - Come posso io fare questo...E perchè accade a me...PERCHE'!?! Non resisto più...Non resisto più!! -



    Il pianto frenetico del Genin racchiudeva tutto il suo rimorso per quel vile e crudele gesto. Tuttavia, non solo quell'episodio fece esplodere in lui tutta quella tristezza che si manifestò in quel lacrimare indecente, ma anche le vecchie vite estirpate alla presenza e per la gioia di Wakamaru, attraverso le proprie mani, poi con un suo ordine.
    Calcando quei sentimenti, che in lui lo facevano risentire tremendamente, decise di proseguire il suo cammino; Proseguire in quella missione in cui morte, e morte sola era protagonista assoluta della scena.
    Prima di lasciare quel luttoso luogo, si voltò verso il cadavere rivolgendogli un ultimo triste sguardo, indi, s'avvicinò ed prese dalle dita del corpo la Katana, unico bene di valore che quell'uomo possedeva. Voleva a tutti i costi estirpare in qualche maniera, anche con la più cruente pena, le sue colpe, così da liberare il suo spirito dalla prigione del rimorso, impresa ardua, dettata dal continuo e indossolubile rammentare di quelle azioni tristi e lugubri, che di lui avevan fatto uno qualunque della massa in cui veniva a trovarsi.
    L'aria rarefatta e mortuale era come un virus che ampliava maggiormente il timbro delle sue colpe, la vista dei cadaveri stecchiti, distesi al suolo, erano tutt'altro che un toccasana per il suo essere, già profondamente segnato.
    Raggiunse l'eccesso il suo disgusto e la sua tristezza, quando volto l'angolo, attirato da un sospetto rumore, per immetersi in un'altra via del villaggio; Un bambino, avente poco più di dieci anni, era lì, in quel orrendo scenario. La sua palla, con la quale giocava in maniera disinvolta e spenta, era d'un rosso che accendeva gli occhi, e tristemente era il colore più vivace in quel tugurio di morte.
    La colorata sfera rimbalzava rapidamente prima verso il muro, dipinto da chiazze presumibilmente di sangue. Intorno a lui per completare il malinconico scenario, v'erano all'incirca sette cadaveri, tutti palesavano tremende lacerazioni in varie parti del corpo, addirittura alcuni non rammentavano chissà quale cruenta battaglia, poichè le gambe spezzate potevano essere state solo provocate da una indomabile forza, che s'era abbattuta con tutta la sua potenza sugli arti dei poveri uomini; Gli zoccoli dei cavalli presumibilmente.
    Allorchè, la candida mano del ragazzetto mancò la palla, sfiorandola soltanto. Quest'ultima cadde al suolo, e immediatamente il suo padroncino si chinò per raccoglierla; E fù in quel momento che le fredde e vuote iridi del bambino incontrarono la vista di Jin, che lì giaceva inerme difronte a quello spettacolo che poco lasciava desiderare alle sue fantasie.
    Terrorizzante per il Genin, quell'espressione spenta e pallida...non lasciava trasparire alcuna emozione, morta...Esattamente come lo scenario in cui si trovava il ragazzino.
    Ma ciò che inevitabilmente funestò l'avidità che ardentemente in Jin riapparve, fù la vista d'un gioiello di rara fattura; Una collana, d'oro massiccio, che anche il più ignorante in materia si sarebbe ravveduto dal giudicarla diversamente. Valeva e molto, e sicuramente avrebbe ripagato in parte i precedenti buchi nell'acqua. Difficilmente se la sarebbe fatta sfuggire, tuttavia, unico cruccio che lo turbò frenandolo dall'agguntare il piccolo, fù il pensiero che magari, l'avere quel pregievole oggetto avrebbe richiesto come compensamento la vita del ragazzetto. Ma prima che il Genin potesse crearsi simili paradossi psicologici, il bambino lesto nel raccattare la sua palla, scomparve voltando l'angolo, non lasciando minima traccia, se non un potente fracasso proveniente proprio verso la direzione in cui si era rapidamente dileguato.
    La severa voce che destò Jin, proveniva non lontano da lui. Wakamaru che con aria seria e autoritaria in sella al suo cavallo bianco incitava il ragazzo a seguire quel qualcuno, che era riuscito a burlare il Genin
    Fù allora, che Jin fece ricorso a tutta la sua velocità, nel tentativo disperato di non perdere di vista il ragazzetto, che quasi aveva seminato il suo inseguitore, il quale era per nulla intenzionato a lasciarselo sfuggire.
    A lesti passi procedeva il Genin, imperterrito in quel folle inseguimento;
    Immeditamente dopo aver svoltato l'angolo, apparve alle sue iridi una porta scoperchiata, sfondata letteralmente, come se fosse passata in una mietitrebbia. Scenario reso ancor più agghiacciante da una macchia di sangue che regnava in quel paesaggio desolato e davvero inquietante...
    Guardingo e attento, procedeva a tardi passi. Quella porta resa quasi a macerie non prometteva nulla di buono. Ad alimentare le sue tensioni, strani rumori e gemiti provenivano dall'interno dell'abitazione. Cauto tentò di aguzzare i suoi sensi, tale da percepire con minuzia quei suoni. Erano singhiozzi flebili quelli che destavano in lui tensione.
    Pietà ebbe a quella vista, entrando nell'abitazione. Una povera donna che accudiva il proprio neonato tra le braccia, era rannicchiata in un angolo dell'entrata. Una scena incantevole nella sua tristezza, deturpata anche da uno scenario pauroso. Il sangue faceva da padrone.
    Implorava la donna il Genin, di lasciarli salva la vita, mentre lacrime scoscese cadevano dalle sue iridi. Il bimbo piangeva come normale che fosse, mentre l'oggetto del suo interesse rimaneva pietrificato e silenzioso accanto alla donna e il suo bimbo.
    Quasi con incuria non rispose alle suppliche della povera madre; Quindi avvicinandosi al ragazzo, con avidità gli strappò il ciondolo dal collo. Lo guardò Jin, i suoi occhi timorosi e così profondi, pieni di paura e tristezza...Fecero rabbrividire il Genin, richiamando in lui sintomo di pietà. Non era un mostro, non avrebbe mai ucciso indifesi, che di colpa avevano solo quella di trovarsi lì in quel giorno di razzia e follia.
    Aveva paura però il giovane. Lasciarli salvi avrebbe potuto compromettere la missione. Conosceva l'ingegno e l'intelligenza di Wakamaru, che probabilmente non si sarebbe fatto ingannare dalle parole del Genin, fin troppo dilettante nel riuscire a mentire. Tuttavia in lui ardentemente premeva la sua bontà d'animo, che in quell'occasione, era riuscita a scacciare il male di Nibi, cui facilmente riusciva a influenzare Jin.
    Abbandonò l'entrata dirigendosi verso il soggiorno, magari in cerca di denaro o forse, spinto dal desiderio di salvare quelle tre innocenti vite.

    Fortunatamente, gli venne in aiuto la sua abilità d'osservazione. Osservando l'abitazione potè notare una botola nel soggiorno, o almeno ne aveva le forme. Impiantata nel pavimento si sarebbe rivelato posto sicuro, o almeno così sperava il giovane. Dopo una attenta analisi della situazione, colse che era l'unica soluzione, ben più sicura dell'idea di farli scappare per i viottoli secondari, che si districavano in quella zona.
    Accorse nuovamente dai tre, e rivolgendosi alla donna in particolare

    - Presto, seguitemi di qui...-



    Lesto, facendo leva sulla sua forza, riuscì ad aprire quella botola. Tanfo incredibile investì il giovane; Aria colma di polvere si fece strada nei polmoni del Genin che non potè esimersi dal tossire.
    Appariva vuota e buia, con una apertura d'aria forse sufficiente a farli resistere qualche ora; Stranamente non era presente alcunchè all'interno. Probabilmente non era stata mai usata.
    Da tempo immane sicuramente quella botola non veniva aperta, e con gioia palpabile negli occhi della donna, Jin si capacitò che forse era l'idea buona.
    Immeditamente gli fece sgattaiolare dentro, tentando di guadagnare tempo. Rivolgendo un ultimo sguardo alla donna, tentò di sorriderle sebbene la situazione non fosse delle più rosee, quindi disse

    - Appena non avvertite nessun rumore. E intendo il silenzio più assoluto, uscite e andatevene. State attenti. Addio -



    Immeditamente chiuse la botola, tentando di mascherarla per metà da un piccolo e leggero tappeto, indi si rivolse nuovamente verso l'uscita, stringendo con forza il bottino che probabilmente avrebbe salvato le tre vite.
    Wakamaru spuntò all'orizzonte sempre in sella al suo cavallo, dall'aria spazientita per l'attesa. Jin temeva subitamente il suo sguardo; Non riusciva a guardarlo negli occhi, covava vero terrore. Se non fosse riuscito a convincerlo avrebbe indubbiamente messo a rischio la sua vita innanzitutto, successivamente anche quella di altre tre persone.
    Non poteva permettersi il lusso di fallire, era una opzione che non era assolutamente ammessa.
    Giunse dunque al cospetto del grande capo, il quale dall'alto della sua posizione lo guardava con aria torva e spazientita

    - Wakamaru-sama...Ecco il ciondolo del ragazzo, che ha pagato con la vita la sua fuga. -



    Il gioiello era deturpato della sua bellezza da visibili macchie di rosso scarlatto. Il sangue, di cui erano colmi anche gli abiti del bambino, dato il suo giocare tra i cadaveri, era fortunatamente anche sullo stesso prezioso. Ciò avrebbe sicuramente aumentato le chance di convincere Wakamaru, dell'uccisione del portatore del gioiello.
    Non rimaneva che attendere, con incandescente timore, cosa avrebbe risposto Wakamaru.






  14. .
    granada hotel °°
  15. .
    Avete visto che tette assurde Cristina del GF? °_°
    Paurose. :blink:

    Ecco solo questo.
137 replies since 5/2/2007
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