Posts written by Deidara

  1. .

    Aveva sussultato leggermente quando si era sentita sollevare, la sensei le aveva cinto le spalle e l'aveva sollevata da terra senza sforzo, come si fa con i bambini. Lo zio provò a dire qualcosa, sbatté le mani sul tavolo e Deidara sentì chiamare il suo nome, ma non le importò. Chiuse gli occhi con forza e premette i pugni al viso, mentre un fumogeno riempiva la sala scatenando il panico ed una finestra andava in frantumi. Si ritrovarono così fuori dalla villa, sole, con le voci dei domestici e degli zii che le inseguivano.

    « Chiedo scusa... »
    Disse con tono di voce indefinibile, mentre Shaina correva con lei in braccio attraverso il giardino. Stesse parole, stessa voce di pochi giorni prima, quando si era presentata di nuovo a lei dopo tanto, tanto tempo in cui era mancata. L'avrebbe capito? Quando sotto la pioggia era scoppiata in lacrime chiedendo ripetutamente scusa per mille cose, era compreso anche ciò che aveva fatto. "Scusa se non ti ho detto niente", le aveva detto anche questo quel giorno, anche se non aveva osato confessare. Adesso però lei sapeva. Aveva paura, una paura terribile. Paura di ciò che avrebbe pensato la sensei, paura per ciò che sarebbe successo dopo.
    Fu depositata delicatamente a terra, ma bisognava subito riprendere la corsa. Deidara voleva mettere più terreno possibile fra se e casa degli zii. Possibilmente per non tornare mai più...

    CITAZIONE

    Il passato è passato. Voglio saperne di più, ma non è necessario che tu me lo dica adesso, l'importante è andarcene da qui prima che mi venga l'impulso di spaccare la faccia a tuo zio. Ne parleremo a casa.


    LouiseScans7

    « Sen... sei... »
    In un primo momento rimase stupita.
    A casa... sì: andava bene. Le piaceva l'idea... era lì, dopotutto, che voleva andare.
    A casa.

    Sorrise debolmente ed annuì, in qualche modo rinfrancata.
    Poi riprese a correre al fianco di Shaina, provando a buttarsi tutto alle spalle almeno per questa volta.

    Già: il passato è passato. Torniamo a casa, sensei.

    Grazie un sacchissimo per la bellissima giocata, sensei ^*^
  2. .
    CITAZIONE (Shaina Otori @ 20/4/2012, 21:50) 
    Sapevo che non avresti resistito, Hoshi-kun sleepy

    ...si, sto usando la faccina caffé tanto cara a Shinny >.>

    Sensei, ho trionfato su tutta la linea!!! *_*v
  3. .

    « Ecco, vedi... »
    Iniziò lei, esitante.
    « Io, prima... »
    Fece per proseguire confessando la sua terribile colpa circa la cosa importantissima che aveva appena smarrito, ma l'idillio fu interrotto dal un tenue bussare alla porta della camera, cui Hoshi rapidamente rispose. Deidara fu piantata in asso sul letto, proprio mentre stava per rivelare l'arcano, e dovette assistere con uno sbuffo infantile al Chikuma che rispondeva ad un cameriere. Non udì lo scambio di battute fra i due, però incrociò le braccia con aria piccata per l'attesa. Ce l'aveva messa davvero tutta per spiegare al Rosso che quella situazione era davvero importante, e lui che fa?? La appende lì per recuperare degli stuzzichini. Come se riempirsi la pancia di schifezze gratis offerte dalla reception fosse più importante della cosa che doveva dirgli!! Bah. Scemo di un Hoshi...

    CITAZIONE

    -Ehi Deidi sto entrando!.. guarda un po’.. l’albergo ci manda questo omaggio.. lo ha portato lo stesso tizio che ci ha accolto quando siamo arrivati.. è davvero gentile!.. hai visto.. non tutti qui a Kiri sono poi tanto male!.. su forza.. se vogliamo trovare le tue.. si quelle dobbiamo recuperare le forze.. a te gli onori di casa.. mangiamo qualcosa così magari ti viene in mente qualche particolare o qualche idea.. a stomaco vuoto è difficile pensare!..-


    « Uff. »
    Gonfiò le guance arrossate e guardò altrove, come una bambina che fa i capricci.
    « Non ho fame, non la voglio quella roba. »
    Sbatté le mani sul letto, arrabbiata.
    « Ma insomma, Hoshi!! Avevi promesso che mi aiutavi, e pensi al cibo??! Sono seria!!! »
    Era chiaro: il Rosso doveva arrischiarsi ad aprirle il vassoio da sotto gli occhi per rivelare il suo piccolo inganno. Ed anche così, perfino con il batuffolo roseo di stoffa davanti agli occhi, la biondina faticò non poco a inquadrare che c'era qualcosa che non andava su quel vassoio da portata, tant'è che per un po' proseguì tranquillamente a parlare anche mentre aveva davanti le sue stesse mutandine. D'altra parte chi mai avrebbe immaginato di trovare quella particolare cosa in quel particolare punto?
    « Insomma, ricordi che prima eravamo su quella panchina?? Ecco, non so come, ma io credo che in quel momento... uh? »
    In un primo momento le erano sembrate una salvietta. Poi notò il piccolo fiocco proprio al centro, e le parve familiare.
    Al che le prese, e in un gesto istintivo le aprì.

    « KYAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!! »
    Trenta secondi dopo si udì un grido riecheggiare nell'albergo, ed Hoshizuku Chikuma era conficcato con il cranio nel soffitto, dove si incastrò con la capoccia rimanendo a penzolare come una specie di lampadario supplementare, pena terribile per il malvagio atto di aver visto ciò che nessun uomo dovrebbe mai vedere.
    « Oh!! »
    Poi il suo sguardo tornò (più o meno) normale, e si rese conto di aver un po' esagerato nel dosare la forza.
    « Ehm, scusami Hoshi: devo fare una cosa. »
    E così dicendo spalancò la porta della sua camera con furia assassina, irrompendo nel corridoio.
    « Chi è il bastardo che è entrato nella mia stanza??! »
    Sangue, morte e distruzione per colui che aveva osato tanto. Un simile scherzo rivolto proprio a Deidara Yagi era passibile di condanna a morte!!
    Ovviamente non poteva immaginare che quel "regalo" era in realtà il frutto del pentimento di un ladro professionista, sicché saltò alla conclusione più logica possibile che verteva sullo scherzo. Non si chiese nemmeno come quel cameriere disgraziato vittima della sua ira avesse potuto introdursi nella sua stanza senza far rumore, ma di certo decise prontamente cosa farne: vendetta! Terribile, terribile, terribile vendetta! Ciò che avvenne a quel poveretto rimase negli annali dell'orrore di Kiri, mormorati sottovoce e solo di rado rievocati a terzi, poiché troppo disumano e troppo violento per essere descritto. In pochi vorticosi attimi i racconti dell'orrore sfumati nelle leggende di quando Kiri era chiamato villaggio della nebbia di sangue vennero eclissati, sostituiti dal tremendo incidente di quel giorno fatale. Non esistono né esisteranno mai parole adatte a descrivere ciò che Deidara Yagi di Suna inflisse ad un innocente inserviente. Fatto sta che rientrò nella sua stanza poco dopo, sbattendo le mani l'una sull'altra come a voler dire "lavoro terminato".

    « Dicevo: »
    disse rivolta ad Hoshi, di nuovo più o meno calma nonostante la brutta sorpresa.
    Il "tesoro" del Rosso era ormai irreperibile, perduto per sempre.
    « Ce ne andiamo da questa topaia. Adesso. Devi assolutamente aiutarmi a ritrovare quella cosa che ti dicevo! »
    Riguadagnò almeno qualche stilla della carineria suprema che aveva esibito nella scena di pianto che poc'anzi aveva sciolto il cuore avido del Rosso.

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    « Davvero, Hoshi, è importante: temo che i rotoli jutsu mi sono caduti quando eravamo sulla panchina. »
    Giusto per fare chiarezza: Deidara non si era nemmeno resa conto del furto delle sue mutandine, almeno finché non se le era trovate davanti nel vassoio...
    « Se li ritrova qualche maniaco, io, io... potrei perdere le mie spade per sempre. Li tenevo fra gli abiti, nello zaino: non è che uno di quei cani strani che hai può ritrovarmele seguendo il mio odore, o qualcosa del genere...? »

  4. .

    Nessuna tregua per il rosso. Nessun posto dove fuggire. Nessun modo di implorare pietà, di fronte agli occhioni azzurri di Deidara umidi dei bei lacrimoni luccicanti che minacciavano da un momento all'altro di rompere gli argini e rigare le guance da ragazzina, che non sembravano per niente quelle di una quasi-diciottenne. Perché quando voleva Deidara sapeva far emergere tanto il suo lato giusto un pochino in linea con il profilo mentale di uno psicopatico maniaco omicida, tanto il lato completamente opposto. Sapeva essere infantile e capricciosa, intrattabile e irragionevole, tanto da far pensare ad una mocciosa di sei anni invece di una giovane donna del triplo dell'età dimostrata. Ed il suo aspetto grazioso non aiutava per niente il povero Rosso a resistere ai suoi attacchi involontari, e quelle lacrime erano più taglienti di qualsiasi spada, perfino delle letali wakizashi che pure la biondina sapeva maneggiare in battaglia con maestria letale.

    « Hoshi... »
    Riprese con quel tono di voce che solo le ragazze riescono ad assumere. Al contempo si avvicinò tantissimo al Chikuma, e con le lacrime che scendevano lentamente unì le manine in un gesto di preghiera accorata, come se stesse supplicando. E in effetti, da tutti i punti di vista era esattamente ciò che stava facendo in quel momento...

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    « Se ti dico cos'è successo e che cosa ho perso, mi giuri che mi aiuti e fai tutto quello che puoi
    per ritrovare quella cosa che ho perso??? Ti prego, Hoshi... sei l'unico a cui posso affidarmi.
    »
    In questi casi la frase corretta sarebbe "sei l'unico che conosco nelle vicinanze", però Deidara non l'ha fatto apposta di sbagliare frase.
    Giuro. Davvero: non l'ha fatto apposta...!

  5. .
    CITAZIONE (Manu © @ 20/4/2012, 16:17) 
    diciamo simile a quello di full metal alchemist (non ricordo il nome del biondino).

    Edward Elric, la protesi si chiama automail:

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  6. .

    « ... Il fatto che vuoi togliere il disturbo in fretta è molto positivo. »
    Parafrasò a modo suo le stesse parole pronunciate da Rinnen poco prima, mentre si trovavano al gate. Deidara aveva speso a malapena una mezza frase per un paio dei suoi sottoposti, spiegando loro che avrebbe scortato la straniera per il suo giro ad Oto come da protocollo. Questi, un po' stupiti, avevano tentato invano di abbozzare una rimostranza a quella decisione semplicemente perché non era quello il protocollo da seguire, ma tant'è: dopotutto il fatto che Deidara si allontanava dal gate per loro non era necessariamente un male. Così Deidara Yagi aveva ottenuto del lavoro per le prossime ore, mentre Rinnen Raikawa aveva guadagnato una pessima guida, che però quanto meno era ben conscia di esserlo...
    « Ora ti porto da un'amica, lei saprà dirti dove trovare quel che cerchi. »
    Ci pensò su, sollevò gli occhi azzurri al cielo per un unico, inquietante istante, poi aggiunse un poco convinto:
    « ... credo, »
    che era tutto fuorché rassicurante.

    Il luogo dove condusse Rinnen non era affatto prossimo alle mura, tant'è che servì una discreta scarpinata per arrivarci. Era la parte alta di Suna, dove gli edifici erano meno brutti, meno aggrovigliati fra loro, e sopratutto meno simili a delle capanne malconce. Le case in muratura mantenevano lo spartano stile del deserto, ma avevano l'aspetto di abitazioni vere e proprie ed ospitavano una famiglia ciascuna, tant'è che a Sunagakure le chiamavano ville in maniera un po' impropria. Quella a cui suonò Deidara aveva un imponente cancello che dava su di un cortile di quattro-cinque passi di ampiezza, una rarità nella scatola di fiammiferi racchiusa fra le rocce che era il villaggio ninja della sabbia. Il cancello fu aperto a distanza, e così anche la porta, da cui apparve una ragazzina di quattordici-quindici anni dall'aria timida, che squadrò le due da dietro la porta socchiusa come un animale timido.
    « Ciao, piccolo mostriciattolo. Dov'è tua sorella? »
    Dalla fessura della porta sbucò un braccio della ragazzina, che indicò la parte destra della villa, dove era visibile una rimessa. Subito dopo la porta si chiuse con uno schianto, un gesto che lasciò del tutto indifferente Deidara ma che presumibilmente causerebbe non poche perplessità in chiunque non fosse abituato ai modi della minore delle sorelle Otonashi.
    « Ai, ci sei?? Sono Deidara, mi apri?? »
    L'enorme saracinesca fu sollevata un attimo dopo, e da dietro di essa fece capolino una ragazza sopra la ventina in abiti blu scuro da lavoro, su cui spiccavano ditate e macchie d'olio. Aveva i capelli scuri che le ricadevano sulle spalle e gli occhi da gatta, lo sguardo amichevole con cui sorrise frettolosamente all'amica, salvo poi appuntare gli occhi neri su Rinnen.
    « Piccola Dei! Che ci fai qui? Uhm, chi è la nuova? »
    « Rin... Ri... »
    A quel punto anche Deidara guardò l'otese con un sopracciglio inarcato.
    « Com'è che ti chiamavi? »
    « Scusate, sono nel bel mezzo di una cosa: saltiamo un attimo i convenevoli ed entrate. »
    Porse ad entrambe degli spessi google da lavoro con le lenti oscurate, di quelli che si usano in saldatura. Poi richiuse la saracinesca, lasciando la stanza nel quasi buio totale, spezzato solo dalla luce di alcune lampade da lavoro appese ad un banco da lavoro e al luce elettrica che sfrigolava dentro una specie di groviglio di cavi.

    « Dicevo: dovevo far fare un giro del villaggio a questa qui, ci dai una mano...? »
    « Oh, certo! No problem: se non salta tutto in aria un'altra volta, naturalmente. »
    « Eh...? »
    Ai si avvicinò ad un pannello infisso nel muro che sembrata tanto quello dell'impianto elettrico della stanza.
    « Allora, ragazze: vi sentite fortunate...? »

  7. .

    « Dannazione!! »
    Rimase sotto il letto per cinque minuti buoni, con la fortuna che quell'hotel era il migliore di tutta Kiri e le domestiche che vi lavoravano erano notevolmente scrupolose nel pulire, perché altrimenti ne sarebbe uscita impolverata e ancora più irascibile di quanto non era. Dopo il letto ordinò ad Hoshi di sollevare uno ad uno i cinque grandi mobili che si trovavano in quella stanza: canterali, armadi con abbastanza ante da poter contenere il guardaroba di una grande star del cinema, il tavolo circolare e perfino i quadri, sebbene perfino lei fosse dubbiosa di riuscire a trovare quello che cercava dietro un quadro (ma Hoshi lo sapeva bene: Deidara di tanto in tanto non era esattamente coerente con se stessa). Girava per la stanza senza sosta, con nervosismo crescente, come se fosse davvero una tigre in gabbia. Ad un certo punto chiese di risollevare di nuovo un mobile già alzato, e quando nemmeno quell'operazione dette i frutti sperati diventò rossa in viso -per una volta non per la rabbia- e iniziò a diventare davvero preoccupante...

    wrewaqra

    « Dannazione, dannazione, dannazione, non è possibile, non posso averle perse. »
    Prese lo zaino e cominciò a svuotarlo di tutto quanto, spargendo sul letto gli abiti che indossava prima del bagno.
    « Fatti gli affari tuoi, eh??! Guarda altrove, mi dai fastidio!!! »
    Gli ringhiò contro e tornò a rovistare disperatamente nello zaino, di nuovo siglando un buco nell'acqua, costretta di nuovo a riporvi
    i suoi indumenti e richiuderlo con aria affranta.
    « Sei un inutile, Hoshizuku Chikuma!!! Inutile, inutile, inutile: ti chiedo qualcosa una volta, UNA SOLA VOLTA, e tu non riesci nemmeno a trovare una stupida cosa in una stupida stanza di uno stupido albergo!!! »
    Si alzò con rabbia e prese a calci lo stipite della porta del bagno.
    « ODIO QUESTO VILLAGGIO DEL CAVOLO, LO ODIO, LO ODIO, DANNAZIONE!!!! VOGLIO TORNARE A CASA!!! »
    Non ruppe niente, stavolta. Per fortuna il legno di quella porta particolare era molto pregiato e Deidara molto poco combattiva. Di fatto si stancò subito e tornò a sedere sul letto, rimanendo in silenzio per un lungo istante prima di girarsi con i lacrimoni agli occhi, un po' come fanno i bambini.

    tasdfas

    « Hoshi... vero che finché non ritroviamo la cosa che ho perso non usciamo di qui...?? Mi aiuti, eh?? Mi aiuti??? Non voglio lasciarla qua, se poi la trova qualche maniaco sarà... sarà... »
    Minacciò di fare fumo per quanto era diventata rossa, chiuse gli occhi e strepitò al soffitto
    « Non voglio nemmeno pensarci!!! DANNAZIONE, MA PERCHE' CAPITANO TUTTE A ME??? VOGLIO TORNARE A CASA!!! »
    C'era una volta un Rosso e una Tigre...

  8. .

    Ah, beh, il Rosso non apriva nonostante i richiami-barra-calci contro la porta...
    No problem.

    « MI VUOI APRIRE, ACCIDENTI A TE??? »
    Non si degnò nemmeno di girare la maniglia per assicurarsi del fatto che fosse effettivamente chiusa, di fatto fece volare via la porta dai cardini schiantandola in faccia al Rosso, che non per la prima volta in vita sua si ritrovò una porta sbattuta in faccia -e non metaforicamente parlando-, solo che laddove la prima volta la porta in questione era quella della cameretta di Deidara, stavolta si trattava di una pesante e costosissima porta di un lussuoso hotel di Kiri. Poco male: alla biondina non faceva tanta differenza, non era il tipo che andava sul sottile. E meno male che era Hoshi e non la kage bushin che il Chikuma le voleva propinare, altrimenti si sarebbe ritrovata da sola con il suo terribile problema.
    « Beh, dove cavolo sei?? Ti sei nascosto, guarda che non ti faccio niente. »
    Si guardò attorno senza vedere il Rosso, il quale per la cronaca era spiattellato dietro la porta sradicata e usata in luogo della biblica scarpetta da lancio. Deidara si rese conto di dove fosse Hoshizuku più o meno contemporaneamente a quando notò la sua guisa non proprio adeguata alla situazione, e rincarò la dose di mazzate gratuite con un mobile, due sedie, un televisore, il tappeto, una abat-jour, il lampadario, due soprammobili di marmo nero, una specchiera, un costoso centrino da soprammobile in seta, un gatto di passaggio e non ultima la sua scarpetta, che rimbalzò innocua sul mucchio di roba che si era accumulata sulla testa del Chikuma e fungeva da "abito" momentaneo. C'erano danni per un bel po' di Ryo, ma poco male: tanto a pagare non sarebbe stata lei.

    « Riportamela, quella. »
    Ordinò Deidara mentre si voltava per tornare in camera sua.
    « E vestiti, cielo santissimo. Possibile che ti trovo sempre in queste pose vergognose?? »
    Disse dal corridoio, la voce che si allontanava.
    « Sono in camera mia! Datti una mossa. »
    Così ordinò Deidara Yagi. Fulmini e saette a chi rifiutava...

    _____________________________

    Più tardi, se Hoshi fosse stato abbastanza coriaceo da sopravvivere al tiro al bersaglio di poc'anzi e sufficientemente accorto da eseguire l'ordine imperioso della biondina, avrebbe trovato la porta aperta come promesso e la ragazza carponi sul lato del letto vicino al bagno, mentre frugava con una mano sotto il letto in cerca di qualcosa.
    « Ce ne hai messo! »
    Gli avrebbe ringhiato contro.
    « Solleva questo cavolo di letto!!! Ho perso una cosa. »
    E' sempre gentilissima, Deidara...

  9. .

    Uscì dal bagno due minuti più tardi, di nuovo vestita con abiti puliti, shorts di jeans ed una maglietta attillata su cui prima di uscire mise la giacca, mentre li abiti sporchi giacevano abbandonati lì dove Hoshi li aveva lasciati. Era furiosa: il suo sacrosanto bagno era stato interrotto, l'idillio che aveva creato con se stessa infranto! Si meritava almeno due ore di relax, invece quei dannati Kiriani non le avevano lasciato non più di una manciata di minuti pidocchiosi!!! Irruppe nel corridoio come una furia, constatando che non c'erano manifestazioni di allarme, né persone in preda al panico che fuggivano via. Di fumo o fiamme, poi, nemmeno l'ombra. Tutto era tranquillo nell'hotel, fin troppo. Era un albergo costoso, non si sarebbe meravigliata troppo di apprendere di essere l'unica inquilina, assieme al Rosso che pagava il conto. Scese le scale impettita ed ebbe un breve e violento confronto con il portiere. Questi fece finta di niente, nonostante neanche cinque minuti prima era venuto a disturbarla urlando all'incendio. Deidara salì con le ginocchia sul bancone per afferrarlo per il bavero e scuoterlo con ferocia, urlandogli addosso di tutto.
    Si calmò solo dopo che il poveretto le giurò di non aver fatto niente del genere, al che le venne il dubbio che non fosse lui ma qualcun altro che gli somigliava. Hoshi fu molto fortunato, in quel frangente: la memoria di Deidara faceva acqua da tutte le parti non solo riguardo i nomi, ma anche e sopratutto per i volti delle persone. Se la cavava a stento con le persone che aveva visto due, tre, quattro volte... non aveva speranza di rammentare le sembianze di un anonimo inserviente visto mezz'ora prima. Alla fine si arrese all'idea che quel disgraziato era innocente, e pensò di setacciare l'albergo in cerca dello scocciatore che l'aveva disturbata nel bel mezzo del suo bagno. Di rientrare nella vasca non se ne parlava: ormai l'acqua si sarà raffreddata, e non aveva voglia di riprendere il complesso rituale che obbligatoriamente precedeva il bagno. A questo punto tanto valeva cercare del relax nel letto, poi magari avrebbe dato fastidio ad Hoshi, doveva solo inventarsi un modo per rendergli il soggiorno a Kiri un inferno. Sfortunatamente non aveva una gran fantasia per quelle cose, quindi non arrivò al di là del trovare una scusa plausibile per spiaccicargli al faccia contro una scarpa lanciata a cento chilometri orari. Mentre saliva le scale, tuttavia, iniziò a rimettere insieme i pezzi. Il dettaglio più fuori posto in tutta quella faccenda era il portagioie che aveva rinvenuto vicino alla porta: come c'era finito? Di sicuro non era lì quando era entrata, altrimenti ci avrebbe inciampato sopra.

    Con i capelli ancora umidi e legati in una crocchia da due fermagli che spuntavano dai capelli, analizzò con uno sguardo la stanza sentendo puzzo di guai. C'era qualcosa che non andava, anche se non riusciva a capire che cosa. Prese il portagioie, se lo rigirò fra le mani aspettandosi di trovare chissà cosa, poi si arrese e lo buttò sul letto senza tanti complimenti. Forse avrebbe dovuto chiamare quello scemo di Hoshi per sentire se aveva qualche idea, però non sapeva che cosa chiedergli. Controllò i suoi effetti personali tenuti nello zainetto e appurò che c'era tutto quanto, al che si buttò nel letto dove si rigirò per un po' buttando all'aria i quattro cuscini del matrimoniale e tirandosi addosso le coperte salvo poi rigettarle al loro posto. Decise che invitare il Rosso nella sua stanza non era cosa da farsi: la sola idea di restare da sola con lui in una camera da letto la ripugnava e le faceva venire voglia di pestarlo a sangue. Poteva aspettare il ritorno di Hamano, ma la presenza ingombrante di due uomini nella sua stanza le dava la nausea. E poi non aveva ancora inquadrato bene la situazione: sapeva che qualcosa non andava ma non riusciva a capire che cosa.
    Questo almeno finché non le venne in mente che non era il caso avere gli abiti sparsi per casa se per caso in un futuro
    prossimo quei due avrebbero messo piede là dentro.

    « HOSHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!! »
    A momenti sfondò la porta di camera del Rosso. A dire il vero, data la foga, l'avrebbe abbattuta sicuramente, se non fosse stata aperta.
    Deidara non andava molto d'accordo con le porte chiuse, come avevano appreso sulla loro lignea pelle gli ingressi delle case di Tatsu, Shaina
    e pure dello stesso Chikuma.
    « HOSHIZUKU CHIKUMA!!! VIENI SUBITO QUI!!! »
    Ed ecco a voi la Deidara furiosa affacciarsi all'ingresso della camera di Hoshi con la grazia di una belva assetata di sangue, l'espressione inferocita e impaziente dipinta in viso... Non un'immagine così rara, a ben vedere. Chissà come avrebbe reagito il Rosso? Non colto sul fatto, ma quali prove aveva lasciato dietro di se...?

  10. .
    Elucubrando sul nuovo regolamento, non ho potuto fare a meno di pensare... e se fosse tutto uno scherzo?? Diamine se è una roba assurda: ed è il primo aprile!!! In più certe uscite viste in quel topic sono sospette: troppo assurde, troppo fuori dal mondo. Oh, se è un pesce di aprile giuro che mi arrabbio! XD

    EDIT: ah, okkey. VI ODIO, MALEDETTI, ERA VERAMENTE UN PESCE D'APRILE!!!
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    CITAZIONE (Hoshi @ 1/4/2012, 11:35) 
    E questa è quando scappo dall'Hotel con l'aquilone attaccato alla moto guidata a terra da Hamano! :sisi:

    Trovati un'altra Fujiko, bestia. emotvaz6
  12. .

    Deidara stava combattendo la sua battaglia più difficile. Una battaglia terribile, contro un nemico subdolo e malvagio, una lotta impari che non aveva speranze di vincere senza una buona dose di fortuna. Il problema era che... non ne aveva minimamente idea!!! Impegnata com'era a tirare a lucido i bei capelli biondo grano, mai avrebbe sospettato che un predatore tanto vorace (e particolare...) aveva osato mettere piede nello spazio intimo e segreto che si era creata ed in cui era dedita con ammirevole dedizione alla cura del proprio corpo. Questo, almeno finché un colpo sordo non la fece sobbalzare, strappandole di gola un grido di sorpresa che fu accompagnato dallo spiacevole presentimento frutto del puro istinto femminile che nella stanza stava qualcosa di brutto, di molto brutto.

    « Che cos...??? »
    Agguantò l'asciugamano mentre si rialzava, usandolo per coprire disperatamente le proprie grazie, e fu solo grazie a quella fortuita accortezza che non finì col prestare uno spettacolo gratuito e non voluto al parassita celato sotto il suo letto. Era stranita, ma sopratutto sorpresa: qualcuno bussava con foga alla porta, sbraitando cose a proposito di incendi e di uscire. La sua prima reazione fu di inaspettato panico, poi però vide il portagioie che giaceva a terra proprio di fronte alla porta e sussultò.
    « Di che cosa diavolo state parlando??! »
    Ringhiò all'inserviente fuori dalla porta, mentre con una mano reggeva l'asciugamano che si era avvolta addosso e con l'altra tentava in qualche modo di domare i capelli bagnati, che gocciolavano senza pietà sulla moquette della stanza. Scalza e intirizzita, ma sopratutto terribilmente irritata da quell'assurda situazione, si mosse con cautela verso la sua porta, dove poggiò una mano sulla maniglia mentre restava con tutto il corpo protesa all'indietro, al di fuori del campo visivo di chi si trovava al di là di essa. Poi aprì, ma lasciò soltanto uno spiraglio a malapena sufficiente a permetterle di vedere con chi aveva a che fare.

    « NON ORA!!! »
    Gli ruggì con foga, sbattendogli di conseguenza la porta in faccia. E se l'albergo doveva bruciare... che bruci, dannazione!!!
    Con solo un asciugamano addosso lei non sarebbe di certo uscita dalla stanza...

  13. .
    Sinceramente avrei posizionato la falce a metà fra "Shiltar" e "Kaguya" con la lama che sporge oltre la "r" e la "a" sottostante, in modo che l'asta funga da "divisore" rendendo tutto più armonico e piacevole. Poi, altra cosa, farei in modo che la lama superiore della falce risulti più lunga di quella inferiore, rendendo la forma della falce più armoniosa.

    Per il resto è un bell'avatar, non deve essere stato semplice farlo.
  14. .
    CITAZIONE (Shiltar Kaguya @ 31/3/2012, 21:46) 
    Potrebbe essere che non sia il mio miglior post per uno scontro, ma purtroppo (per il mio pg più che altro) domani non sarò a casa tutto il giorno, quindi ho dovuto fare mò il post dello scontro, ma spero sia gradito :sisi:

    E' gradito, è gradito!!! *-*/
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    CITAZIONE (S h a y @ 30/3/2012, 14:07) 
    Amiche :solerò: che parola ricca di gaudio e Gioia.

    Gaudienza.
1031 replies since 8/9/2007
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