Posts written by Waket

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    Yes, c'è il topic Ambientazioni, ma posso farti un breve riassunto delle cose principali:

    -Il gdr è ambientato a circa 100+anni dopo la fine di Naruto (non boruto, il gdr è nato molto prima che esistesse e la base canonica è, mi sembra, che sia morto prima di figliare). Di conseguenza, niente personaggi canonici, se non un Orochimaru occasionale che ogni tanto appare, ma al momento si trova nell'aldilà (literally)
    -C'è stato un accordo che ha portato alla creazione dell'Accademia, ovvero l'unione di 4 villaggi: Konoha, Kiri, Oto e Suna. I quattro villaggi accademici sono obbligati a darsi supporto l'un l'altro, senza però condividerne i segreti (non puoi prendere una Tecnica Speciale Otese se sei di Konoha, ad esempio). I villaggi esterni sono neutri o nemici all'Accademia.
    -L'Akatsuki non esiste più, le organizzazioni criminali principali (ma non le uniche) sono 3: Hayate, i Semi e i Kurotenpi. Gli Hayate hanno come unico scopo la ricerca dell'immortalità, sono sempre pronti ad accogliere nuovi membri; i Semi sono associazioni di Ame, che controllano la città in ogni suo aspetto, ed hanno come unico scopo i soldi; i Kurotenpi sono i più caotici, in tutti i sensi: vogliono solo creare caos e distruzione, e al momento confronto agli altri due sono quelli che sono apparsi un po' meno o che comunque latitano ultimamente.

    Per il resto, chiedi su Discord che è più comodo :>
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    Conti in sospeso

    I



    Il giovane Uzumaki, con i capelli tinti di bianco per mascherare la sua vera natura, osservava il buttafuori di fronte a sè con i suoi occhioni azzurri e, almeno in apparenza, innocenti, mostrando anche una certa impazienza nel voler entrare. Il buttafuori, un colosso di almeno un metro e novanta, lo scrutò incerto: era vero che appariva incredibilmente fuori posto in un luogo simile, ma era anche vero che ad Ame spesso erano proprio gli individui meno sospetti i più terribili. Il padrone del locale gli aveva inoltre anticipato il suo arrivo, assicurandosi così che non lo lasciasse fuori per sbaglio. Una volta dentro, utilizzando nuovamente il nomignolo di Kai, avrebbe rivelato una frase concordata in precedenza al barista, attendendo impaziente che chi di dovere fosse avvertito della cosa.

    Agiva come una giovane spia, e tutto grazie a un fortuito incontro del giorno precedente.


    Era arrivato da poco ai Batuman, aveva chiesto nuovamente una stanza a Feng per "questioni in sospeso", senza però perdersi in dettagli. Aveva una diversa identità, più o meno: i capelli erano tinti di bianco, non aveva più la mascherina, e il suo nome era nuovamente Kai (Yato non aveva torto nel dargli un nome che fosse quasi identico al suo, gli evitava fin troppi problemi). Il suo piano però non poteva iniziare prima che calasse la sera, ed essendo arrivato presto sarebbe rimasto nella zona bar del locale, lontano dai guai, attendendo paziente il suo momento. Proprio per l'attesa, aveva portato con sè alcuni dei suoi fumetti, lo avrebbero aiutato a mantenerlo distratto invece di agire di fretta.

    Non era solo però. Un omone robusto era chinato al bancone, bevendo qualcosa di molto alcolico. Aveva l'aria stanca, e il suo volto truce gli incuteva un leggero timore. La bambina al suo fianco però non sembrava affatto intimidita da lui, anche se sembrava troppo diversa dall'uomo per essere la figlia. Deve aver preso dalla mamma. Distratto dal pensiero, chiedendosi a chi dei suoi genitori poteva somigliare lui, avrebbe riportato l'attenzione sulla bambina quando lei fissò il suo sguardo sulla sua figura, imbarazzandolo (e anche un po' impaurendolo), portandolo a nascondersi dietro il suo fumetto per qualche secondo. Gli sguardi però si erano ormai incrociati, quindi prese coraggio, mostrandole un sorriso solare e agitando la mano in segno di saluto. Sarò vero che le apparenze ingannano, ma lui appariva realmente innocente, e persino l'omone, per quanto gli incutesse timore, se era in un locale come quello accompagnato da una bambina così tranquilla al suo fianco, doveva essere un tipo a posto.

    Il gioco di sguardi sarebbe durato qualche minuto. La bambina aveva poche altre distrazioni dopotutto, e i suoi fumetti colorati erano di certo più interessanti di qualsiasi altra cosa che potesse offrirle un bar. Sperando di fare un favore al suo mentore che la accompagnava, avrebbe scosso appena il fumetto in sua direzione, invitandola a leggere. Le avrebbe mostrato la copertina dalla distanza, con un coloratissimo Spiderboy che saltava sopra edifici tipici del paese del Fuoco, ed il simbolo di Konoha stampato sotto al numero del fumetto, indicandone la provenienza. Te lo presto se vuoi. Sorrise solare, fin troppo generoso per gli standard di quella città marcia.
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    Hello! Siamo sicuri ti troverai benissimo ✨ sentiti libero di unirti a Discord che é lì che si fanno tutte le discussioni, e se hai bisogno di aiuto per la creazione della scheda ti rispondiamo subito!
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    Hidden

    IV



    Youkai, parzialmente distratto dai cani, venne richiamato dalla domanda di Tetsuba, rispondendo con altrettanta energia. Ancora cucciolo! Ma non so nemmeno se cresceranno mai, credo che il mio animo femminile interferisca almeno in parte. Lo avrebbe detto con una certa naturalezza, anche se per qualcuno che non conosceva il reale significato suonava decisamente bizzarro. Alla sua proposta improvvisa avrebbe invece sussultato, voltandosi verso Raizen tirando con insistenza un lembo dei suoi vestiti. Perfavoreperfavoreperfavore- Qualsiasi commento su Taiyoko gli avrebbe fatto roteare gli occhi, rendendolo ancora più insistente. E' diverso!! Taiyoko è praticamente un mio pari, e sono più le volte che gli shishi hanno chiesto a lui di controllare me che il contrario! Per favooooooooooreeeeee! Certo, se anche Raizen avesse trovato un ottimo motivo e la forza psicologica necessaria a convincerlo che fosse una pessima idea, poteva sempre proporsi per dare una mano nel gestire la nuova cucciolata, recandosi spesso al quartiere Inuzuka e magari imparando e insegnando anche a Taiyoko qualcosa di nuovo per la loro collaborazione in combattimento.


    Arrivati ad un punto cieco, mentre cercavano una soluzione sarebbero stati raggiunti da Yato, già pronto ad accusarlo. Mugolò appena, toccandosi il collo. Non sono io quello ad aver fatto qualcosa, sono loro ad avermi preso di mira. L'idea di condividere qualcosa con Yato lo fece sorridere, nonostante tutto. Heh! Magari perchè dopo Ame abbiamo rafforzato il nostro legame! Raizen aveva una teoria più sensata, che lo fece sussultare. Dici che potremmo essere cugini!? Affamato di relazioni e senso di appartenenza ad un clan com'era, gli sarebbe andato bene anche un cugino di terzo grado.

    Yato commentò il suo potere con un certo rispetto ma una punta di disprezzo, che più che sul metodo sembrava essere sul fatto che proprio lui possedesse una simile abilità, che forse invidiava. N-Non è tortura! So come controllarlo, è a malapena un fastidio... Il Senju avrebbe continuato, descrivendo la loro missioncina come una di quelle barzellette che si trovavano nei giornali. Io sono la vittima qui! Borbottò, considerando quanto sembrasse stesse dando fastidio al suo compagno la sua mera presenza, nonostante fossero tutti per lì proprio per colpa dei suoi nuovi poteri risvegliatisi.

    Mentre erano ancora distratti a discutere, una persona fece capolino nel gruppo, con così tanta naturalezza da sembrare anche lui parte dello stesso, nonostante tutti si fecero leggermente confusi man mano che si avvicinava. Youkai assottigliò lo sguardo, mentre qualcosa sembrò accendersi in lui, puntando il suo sguardo sorpreso verso lo sconosciuto.


    Rimase a bocca aperta, fissandolo come se avesse visto un fantasma. Poteva giurare di percepirlo, e il suo aspetto non lasciava dubbi: era un Uzumaki. Apparso dal nulla, in mezzo al quartiere Yamanaka, con una naturalezza disarmante, come se fosse lì da sempre, come se in qualche modo i due non si fossero mai incrociati nemmeno per sbaglio. La sua ricerca non aveva prodotto risultati, tutti avevano appena finito di commentare come il suo clan fosse così raro a Konoha che non se ne vedevano da anni, e ora c'erano ben due membri l'uno di fronte all'altro. E il più piccolo ricevette uno scappellotto che non lo stordì per miracolo.

    Youkai emise un unico suono in reazione a quel dolore, ma rimase stordito a fissarlo tanto quanto prima, forse ancora di più ora che, avendo ricevuto un contatto, poteva essere certo che quella non fosse un'allucinazione ma una persona in carne ed ossa. Solamente quando l'altro sembrò andare in panico, accorgendosi di essere visto da tutti, riuscì a borbottare una parola, con tono quasi accusatorio: ...Cosa? Una catena arancione si mosse verso il ragazzino, che ancora stordito a malapena reagì a quel gesto, facendo tintinnare tutte le catene e provocando un tremendo frastuono che svanì in un istante, insieme a lui e il misterioso Uzumaki.


    I due sarebbero riapparsi in un luogo ben chiuso, senza finestre. Youkai era ancora stordito dalla sua mera presenza, mentre l'altro sembrava si stesse agitando per una copertura saltata. La sua disavventura ad Ame gli aveva insegnato una cosa: a non parlare d'impulso. Deglutì, facendo un respiro profondo per prendere fiato. Doveva valutare la situazione al meglio. Qualcuno... ha messo a soqquadro il mio chakra. Non era mia intenzione usare le catene. Avrebbe ammesso, speranzoso che la cosa avrebbe potuto calmare l'altro ragazzo. Certo, c'era il problema di questa presunta copertura. Youkai abbassò lo sguardo controllando le sue mani, tremanti. Non... Non lo so. Aveva così tante domande, era eccitato ma era anche arrabbiato. E più importante di tutte, era ben consapevole che poteva bastare una parola sbagliata per vedere la persona di fronte a lui svanire di nuovo e perderne le tracce forse per sempre.

    Il commento alle riunioni implicava qualcosa di grosso: c'erano più persone. E potenzialmente erano tutti Uzumaki. Ormai era chiaro che ognuno di loro rimasto a Konoha avesse scelto di nascondersi, e potevano essere una manciata così come potevano essere in centinaia. Inspirò, decidendo di prendersi un rischio. Lo stesso vale per me. Ma credo che le nostre catene siano una prova sufficiente della nostra identità, no? Lo osservò, cauto. Aveva bisogno di capire le sue reazioni per decidere come agire.

    C'era la possibilità che si calmasse, almeno in parte, credendo di aver con sè uno dei tanti alleati. Forse... Forse prima di fare qualsiasi altra cosa, sarebbe meglio chiedere agli altri cosa può essere successo. Non vorrei che il tuo camuffamento fallisse di nuovo. Sentiva costantemente un groppo alla gola ad ogni frase pronunciata. Doveva trattenersi, ma voleva vomitargli addosso un sacco di domande. Perchè si nascondevano, perchè nessuno era andato a cercarlo, perchè nessuno si era mai fatto vivo durante le sue incessanti ricerche. Nonostante stesse cercando di agire con cautela, infiltrarsi ulteriormente poteva non essere la migliore delle idee. Dopotutto, proprio tra di loro poteva esserci il mittente della lettera che aveva fatto da miccia a quegli eventi. Ma, nonostante la cautela, l'impazienza ancora lo faceva agire d'impulso. Ancora aveva gli incubi riguardo Amesoko e quell'irraggiungibile tempio. Non poteva farsi scappare degli Uzumaki ancora in vita. Prima o poi avrebbe dovuto pensare a come mandare dei segnali ai suoi compagni, per farsi rintracciare, ma senza i suoi poteri spettrali aveva le risorse limitate. Quelle catene avevano sicuramente delle potenzialità impressionanti, ma erano comunque nuove per lui, e non era ancora consapevole di tutte le abilità che poteva avere a disposizione. L'unica speranza che aveva era metter fretta anche al suo nuovo compagno. Cosa stiamo aspettando?? Ci siamo spostati qui vicino, vero? Tetsuba potrebbe trovarci in un attimo! Non voleva ancora ammettere la sua amnesia. L'avrebbe tenuta come "arma" di scorta, se la situazione lo avesse richiesto.

    Alla fine avrebbe fatto la cosa più rischiosa di tutte, ma sapeva di non poter sfuggire ad una presentazione. Almeno tra gli Uzumaki, qualcuno lo avrebbe riconosciuto, nonostante il suo nuovo corpo maschile? Il mio nome... è Youkai.
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    Appuntamento

    VI



    Era fortunatamente riuscita a ribaltare la situazione a suo favore, conquistandosi presto un alleato prezioso. Febh alleggeriva spesso il discorso cercando di concentrare l'attenzione su sè stesso, e sperava che le sue parole stuzzicassero anche l'ego di Kaji stesso, in modo da far sì che il suo discorso attecchisse al meglio, sperando di convincerlo a restare ancora un po', o almeno farlo tornare da lei non appena avesse avuto il suo tanto agognato corpo mortale a disposizione. Non era troppo contenta nel sentire lo stesso Yakushi sminuire il Drago infernale, non quando cercava di far pressione sulla sua pericolosità al loro ospite, perlomeno.

    Hebiko annuì mostrando un leggero sorriso. La fiducia è il più prezioso dei doni, dopotutto. Non potevo chiedere niente di meno. Alzò il suo bicchiere all'unisono con l'albino, concedendogli un rispettoso cenno del capo prima di bere un sorso, consolidando la loro nuova alleanza. Tuttavia, quell'incontro stava rapidamente raggiungendo una fine, troppo rapidamente per le aspettative della Vipera. Non aveva più presa fisica sull'anima di Kaji, ma era sicura che almeno uno dei suoi discorsi lo aveva colpito a sufficienza per convincerlo a tornare da lei. Forse doveva prepararsi al momento, assicurandosi che Febh non fosse nei paraggi. Non poteva permettere che la situazione degenerasse troppo rapidamente.

    Hebiko aveva capito perfettamente che il "dono" non era che una comodità per un contatto rapido, ma un regalo era pur sempre un regalo. Non potè fare a meno di arrossire appena, prendendo il pugnale con entrambe le mani e chinandosi in direzione di Aji Tae. La ringrazio di cuore, Aji-san. Spero che potremo rivederci presto. So che al ristorante in fondo alla via hanno un sakè di veleno di lucertola spinata che è il vanto di tutta Oto. Gli fece l'occhiolino, con le guance ancora rosee, mentre nascondeva il suo nuovo pugnale nelle vesti.

    Come Febh accompagnò (più che volentieri) fuori il loro ospite, il freddo calò nella stanza. Il brivido che venne ad Hebiko le suggerì di chinarsi ginocchia e mani a terra in direzione di Ogen, elegante ma visibilmente frustrata e preoccupata. Sapeva già cosa le avrebbe detto, ma una corretta previsione non ne cancellava la vergogna. Ognuno dei complimenti era una lama che le sfiorava la pelle, pronta ad infilzarla non appena abbassava la guardia. Aveva la bocca serrata, non si sognava nemmeno di replicare prima che la vecchia finisse il suo discorso per intero. Mugolò appena alla menzione di Sylas, ammettendo la sua debolezza, e frustrata per l'insulto del suo the (anche se era quasi certa lo stesse dicendo apposta. Il "quasi" era il problema.). Infine, come previsto, la pugnalata. Non si era risparmiata, chiaramente aveva perso di vista uno degli obiettivi più importanti, e l'esser partita così chiusa e inospitale non l'aveva aiutata a ricevere alcun trattamento di favore. Balbettò una risposta, miserabile considerato il tono. Ho... Calcolato male le mie intenzioni. E forse sottovalutato il mio avversario. Conversazioni di un certo livello potevano diventare vere e proprie battaglie. Rimase chinata, ma rispose con tono più acceso e deciso. Però ho riparato ai miei errori! Averlo come alleato non solo mi permetterà di recuperare quell'informazione, ma anche di ottenerne di ancora più preziose in futuro! Strinse i denti. E' stato un investimento. Era decisa nel dirlo. Ma il mugolio successivo l'avrebbe tradita. ...che non mi sarebbe servito se non gli avessi chiuso le porte in faccia fin dall'inizio. Borbottò, probabilmente ricevendo da lì a poco una pacca sulla testa a ricordarle il suo errore per almeno una settimana.


    Che fosse stato Febh a riferirle il tutto, o le stesse lucertole dello Yakushi a cui aveva ordinato di riferirgli tutto l'accaduto, pena servizio fotografico da principesse, sembrava ci stesse impiegando più del previsto. Stizzita, cercò di ragionare a riguardo, ma se davvero la stava cercando e aveva ormai segnato l'Amministrazione come un buco nell'acqua, non aveva idea di dove poteva aspettarsi di trovarlo. Certo, una la aveva. Iniziò a scrivere freneticamente, ricordando la loro routine di quando erano più giovani. C'era una cosa per cui era conosciuta, colpevole di averle gonfiato l'ego contro avversari che non avevano speranze contro uno shinobi allenato.
    CITAZIONE
    Scandaglia ogni singolo locale dove organizzano combattimenti illegali. Combattimenti UMANI. Vedi di non fartene scappare nemmeno uno: sono certa che lo troverai lì. Non deludermi.

    Hebiko

    Aoda! La serpe alzò il muso, sull'attenti. Segui le lucertole e porta questa a Febh. Assicurati che la legga. ...Fattela leggere ad alta voce. E digli di muoversi. Vorrei recuperarlo prima che anche lui finisca in prigione. Consegnò la lettera alla serpe, che guizzò via seguendo i suoi ordini. Si lasciò scappare un sospiro nervoso. Avrebbe voluto fare di più, ma sapeva che poteva contare sullo Yakushi (quando indirizzato per bene), ma non poteva negare di avere una certa fretta. E poi le aspettava un altro appuntamento importante, forse una battaglia peggiore di quella contro Aji Tae.


    Alla casa del the non sarebbe stata sola. La stanza a loro riservata era il privè più costoso del locale. La donna avrebbe trovato la Vipera a capotavola, di fronte a un tavolino basso da the. Sul tavolo, il servizio da the circondato da pasticcini e stuzzichini tipici otesi, che variavano dalle semplici zampe di ragno candite ai più golosi topi caramellati. Ai lati di quel tavolino, un'elegante geisha che intonava una melodia con il suo shamisen, mentre poco distante un ragazzo dal volto femminile e ricoperto di sete preziose danzava in sintonia con la musica della sua collega. Ah, ben arrivata, accomodati. La accolse con un delicato sorriso, invitandola a sedersi al suo fianco. Non conosco ancora i tuoi gusti, quindi ho preferito prendere entrambi. Non li trovi deliziosi? Sarebbe stata lei stessa a servire il the, e stavolta non avrebbe commesso errori: Aji Tae era già disposto a darle qualcosa, mentre la donna che aveva di fronte era una cassaforte che doveva riuscire ad aprire, una combinazione alla volta. Un qualsiasi errore, e rischiava di lasciarla serrata per sempre.


    Ho scelto personalmente questa fragranza. La uso sempre dopo il lavoro, quando ho bisogno di rilassarmi. Certo, questa è la variante più raffinata... Trovo che sia un modo per condividere parte della mia personalità. Avrebbe bevuto un sorso per prima, un po' per far svanire ogni dubbio su eventuali veleni. Avrebbe poi puntato lo sguardo su di lei, con un certo interesse. Hebiko Dokujita. Probabilmente lo sapevi già, ma preferisco che questa sia una presentazione ufficiale. Dopotutto, è la prima volta che ci vediamo faccia a faccia. Sorrise cordiale, posando la sua tazza. Il kimono che indossava aveva una scollatura importante, che sperava di non dover usare, ma non voleva negarsi alcun vantaggio. Considerando che si dice non passi mai tempo al di fuori della prigione... Che ne dici di iniziare a conoscerci raccontandomi cosa succede al suo interno? Avrebbe atteso per qualche secondo, per poi reagire con un certo stupore e imbarazzo, arrossendo appena. Oh! Oh no no no, non ti ho chiamata qui per parlare di lavoro. Sono più interessata al gossip. Ridacchiò, portando una mano alla bocca. A star lì dentro tutto il giorno ci sarà da annoiarsi, sono certa che di tanto in tanto succeda qualcosa di divertente. O anche di frustrante, le solite cose. Dopotutto, anche senza avere Febh tra i piedi, immagino che qualche imbranato che distoglie l'attenzione dalla monotonia del lavoro ci sia anche lì. Ridacchiò, pendendo appena in sua direzione. Sono tutta orecchi. Voleva sapere tutto. Iniziare a conoscere i suoi colleghi poteva darle un'ottimo vantaggio, soprattutto nel selezionare i punti deboli in quali infiltrarsi. Magari, se fosse riuscita ad ammorbidirla a sufficienza, avrebbe potuto chiederle qualcosa riguardo le sue persone preferite, che fossero colleghi... o prigionieri. Sapere qualsiasi cosa di quel luogo le avrebbe dato quel minimo di vantaggio di cui aveva bisogno per scassinare quella cassaforte. Se si fosse rivelata troppo chiusa o sospettosa, Hebiko sarebbe stata la prima nel raccontare qualche episodio. Dopotutto lavorare con Febh le aveva dato tanto di quel materiale da poter andare avanti a raccontare per anni.
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    Vicolo cieco

    III



    Youkai avrebbe corrugato la fronte nel scoprire che il primo sospettato fosse Yato. Nessuno dentro Konoha sarebbe così stupido da usare la sua stessa riconoscibile maschera per camuffarsi. Qualcuno vuole incastrarlo. Raizen probabilmente lo aveva già capito senza bisogno del suo aiuto, ma la cosa lo infastidiva. Al villaggio di certo c'era chi sapeva che il loro rapporto non era dei migliori, anche se non spinoso come quello tra Senju e Hokage. Ma vista la maschera, e visto il risveglio di abilità che nemmeno ricordava di avere, era fin troppo semplice escludere Yato dalla lista dei sospettati.

    Youkai sorrise allegro all'arrivo di Tetsuba. Probabilmente era perchè era l'addestratrice della maggior parte dei cani del villaggio, e forse anche per via del suo atteggiamento più canino che umano, ma gli era sempre stata simpatica. La salutò con ampi gesti del braccio. Salve, Tetsuba-san! Era così contento che se avesse avuto la coda avrebbe scodinzolato anche lui. Il suo commento lo fece sussultare appena, non aveva idea che il suo naso potrebbe essersi accorto di un simile cambio, per quanto fosse profondo. Ah... In effetti siamo qui proprio per questo. Ridacchiò, leggermente nervoso. Il gioco l'avrebbe presto distratta, anche se si mostrò fin troppo abile col suo fiuto, impiegando pochi secondi a rintracciare almeno un dettaglio fondamentale. Intontito dall'ammirazione, sussultò quasi spaventato quando notò gli sguardi di tutto il branco su di lui, mentre Raizen gli rivelava il vero uso di quegli snack. Oh, giusto. Aprì la busta, incerto sul dafarsi, ma con un certo panico avrebbe poi lanciato l'intero contenuto del pacchetto in loro direzione, frugando con foga nelle tasche e lanciandone uno ancora chiuso a Tetsuba stessa. Si sarebbe aggrappato ad una manica di Raizen, ora incerto sul dafarsi o se avesse fatto la cosa giusta, e come prevenzione dato che se troppi cani gli si fossero avvicinati tutti insieme avrebbe iniziato ad arrampicarsi direttamente sulla sua schiena in cerca di rifugio.

    La traccia li avrebbe portati dagli Yamanaka, dove avrebbe dato un altro stuzzichino a tutto il gruppetto, facendosi coraggio per infilarsi nel gruppo e accarezzare un paio di loro con una leggera timidezza. Mentre gli altri due discutevano sul dafarsi, l'Uzumaki sarebbe intervenuto. Ci penso io! Agitò la mano per attirare la loro attenzione, prima di comporre un paio di sigilli e separare il suo spirito in decine di frammenti, sparpagliandoli in tutta la zona.

    O almeno avrebbe voluto.



    Con le braccia aperte, dalla sua schiena schizzarono almeno una decina di catene, posizionate con grazia alle sue spalle, rendendolo una figura maestosa... almeno per qualche secondo, per poi schiantarsi al suolo con un fastidioso tintinnìo. Youkai trattenne il fiato, osservando le catene con frustrazione. Aw. Dimenticavo. Borbottò, per quanto fosse parzialmente eccitato all'idea di aver finalmente ottenuto i poteri tipici del suo clan, in quella situazione avere i precedenti gli avrebbe fatto decisamente comodo. Mentre controllava di essere in grado di controllarle più o meno come faceva con la sua anima, si sarebbe rivolto a Tetsuba. Questo è il motivo del mio odore diverso.

    Forse poteva ancora fare qualcosa. Ma ne era chiaramente intimorito, anche se di poco, dopotutto la situazione lì era decisamente diversa. Um, Raizen. Prese fiato, chiaramente incerto della sua idea. L'ultima... L'ultima volta che ho usato delle catene, potevo percepire le anime e alcuni dei loro ricordi. Magari possiamo sfruttare la cosa per interrogare chi vive qui. Mi basterebbe solo un frammento della loro anima, e posso occuparmi solo di una persona alla volta. Avrebbe proposto, consapevole dei rischi ma anche della situazione controllata in cui si trovavano. Se non altro le catene stesse gli avrebbero dato un'ulteriore idea. Ah! Forse posso usarle per cercare eventuali sigilli nascosti? Se chi ha risvegliato il mio potere vuole che lo sfrutti al massimo, probabilmente si aspetta che io riesca a trovarlo, e noi Uzumaki siamo bravi con i fuinjutsu. Magari le catene reagiranno in qualche modo se ci avviciniamo ad un sigillo, e forse potremmo trovare il suo nascondiglio? Era un'ipotesi un po' azzardata, ma alzava un quesito: perchè risvegliare quei suoi poteri? E perchè di nascosto? Tutto il villaggio sapeva benissimo di quanto Youkai fosse eccitato all'idea di sbloccare e ricordare il potere del suo clan prima o poi, non c'era motivo di farlo in modo così sospetto. A meno che la cosa non avesse tremende conseguenze, naturalmente.


    Avrebbero avuto tempo di terminare la loro investigazione iniziale prima che il clone accompagnasse Yato da loro. Youkai lo avrebbe salutato con un timido sorriso, con una preoccupazione in volto che lasciava intendere non fosse stato chiamato per questioni di poco conto. Raizen avrebbe fatto le prime domande, mentre l'Uzumaki avrebbe aggiunto altri dubbi. Hai con te la maschera di Konoha? Possiamo vedere se è autentica? Dubitava che la persona che lo imitava sarebbe arrivata a tanto, c'era il rischio di rendersi più rintracciabile del dovuto. Ma assicurarsi che l'originale fosse nelle sue mani sarebbe stato un sollievo. Tirando la manica del Colosso, gli avrebbe chiesto di abbassarsi, sussurrando qualcosa all'orecchio: Possiamo spiegargli cosa è successo? Raizen avrebbe annuito, e Youkai si fece avanti, spiegando a Yato la situazione. Qualcuno ha consegnato una lettera in Amministrazione. Non sappiamo come o perchè, ma da quel momento non sono più in grado di controllare la mia anima, ma ho invece queste. Ed avrebbe estratto una delle sue catene dalla mano, lasciandosi andare ad un pesante sospiro. Sappiamo che non puoi essere stato tu. Ma qualcuno vuole convincerci del contrario. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Lo osservò, speranzoso, dopotutto la cosa riguardava direttamente anche lui. Pur sapendo i suoi problemi con l'Hokage, sperava che almeno il piccolo legame che c'era tra loro lo avrebbe convinto. O almeno il voler trovare chi voleva incastrarlo, dopotutto non era certo piacevole sapere di poter finire nei guai solo per i capricci di chissà chi.


    Edited by Waket - 24/3/2023, 10:17
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    Le alleanze sono armi potenti

    IX



    Il piano era proseguito, seppur con alcuni intoppi, uno in particolare decisamente imprevedibile: qualcun altro aveva programmato un furto lo stesso giorno. Fortunatamente non era il demone che voleva. Ma aveva reso le cose più difficili ai due, rovinando la facile via di fuga e costringendoli a correggere il piano di fretta.


    Tutto sembrava essere andato perlopiù liscio, nonostante tutto. Il cuore di Youkai ancora batteva a mille, con la finta evocazione sulla sua spalla, impaziente di nasconderlo da qualche parte. Il Fante lo raggiunse all'uscita, ancora sospettoso sulla sua presenza. Il giovane iniziò a ridacchiare nervoso, schiarendosi la voce prima di rispondere. M-Mi dispiace. Forse avrei dovuto agire in maniera diversa, mi è stato detto che ad Ame ci si può fidare di pochi se non nessuno, ma visto l'incarico del mio dottore ho agito d'impulso. E non posso biasimarla, dopotutto i suoi dubbi sono corretti. Stava forse confessando? Sapevo che il mio dottore doveva venire alla Banca e non volevo allarmare il suo cliente o fargli perdere l'incarico. Ho chiesto in giro, ho trovato un locale che si diceva frequentato abbastanza spesso dai vostri dipendenti, e una delle prostitute mi ha aiutato a individuare qualcuno che poteva aiutarmi. Dopotutto, si trattava di una questione di vita o di morte. Ridacchiò di nuovo, intimidito da quella figura. Si sarebbe fatto più mogio poco dopo. N-Non sono del posto, è mia abitudine usare le vie legali, ma mi è stato sconsigliato più volte... Non sono molto portato per questo genere di cose. Aver preparato la storia in anticipo era d'aiuto, e buttarci in mezzo qualche appropriata verità aiutava sempre. Fortunatamente lo avrebbe lasciato andare senza troppi problemi, dopo una stretta di mano. Youkai lo avrebbe osservato tornarsene in Banca, allontanandosi di qualche passo, mentre si osservava la mano, sospetto. [Nota] Li aveva visti e sentiti usare sigilli per ogni cosa, e nonostante sembrava avesse creduto alla sua storia, gli apparve comunque non troppo convinto.

    Sarebbe stato distratto da lì a poco da Kitori, accogliendolo con un'espressione colpevole. M-Mi dispiace... Borbottò a bassa voce e con un sorrisetto forzato. Gli avrebbe sfiorato appena la guancia, guardando il segno lasciatogli, sentendosi tremendamente colpevole. Arrossì di colpo alla proposta dell'altro, restando senza fiato per qualche secondo. Certo. Fu tutto ciò che riuscì a borbottare non appena riprese aria, pentendosene un secondo dopo. Sussultò, ridacchiando nervoso. V-Voglio dire. Sì, mi piacerebbe molto. Ma, uh. Ho bisogno di un po' più di tempo. Per, sai. Non morire. Lo disse in modo più casuale e scherzoso, ma si sarebbe spiegato meglio. Ho bisogno che il dottore faccia qualche test per assicurarsi che sia realmente tutto a posto, e tende ad impiegarci un po' per colpa di tutte le precauzioni che vanno prese. Si massaggiò il collo, ricordandosi perchè avere una mascherina costantemente addosso a tappargli la bocca fosse una buona idea. Stasera. A cena. Pago io, naturalmente! Si fece avanti, offrendogli uno stretto e caloroso abbraccio. Ci incontreremo alla locanda poco prima, e da lì decideremo il dafarsi.


    Alla locanda, si sarebbe fermato nella zona del bar, chiedendo delucidazioni sulla questione Cuori. E pareva che il loro divieto fosse più che giustificato. Youkai strinse I denti, preoccupato. Avrebbe preparato un bigliettino, passandolo poi a Medo. Vorrei incontrarmi con uno di quei dipendenti stasera. Ma è un bravo ragazzo. Sono più che certo che, nonostante lavori per loro, fortunatamente sia ancora fuori dal loro vero giro. Non voglio però creare fastidi a nessuno, se la cosa creerà disagio a Tendora, mi assicurerò di portarlo via immediatamente. Solo, se un certo Kitori arriverà chiedendo di me, vi chiedo di avvertirmi e ce ne andremo subito. Ancora arrossiva al pensiero.

    Sarebbe finalmente andato in camera, reliquia tra le braccia, emotivamente esausto. Rimase seduto sulla porta, chiusa a chiave, per qualche minuto buono, lasciando che il suo cervello realizzasse pian piano cosa aveva appena compiuto. Ho rubato un demone. Pensò, con una certa eccitazione in corpo. Eccitazione che si spense in fretta, facendolo avvolgere alla reliquia terribilmente preoccupato. Ho rubato un demone. Si sforzò di ripendersi, analizzando a modo il contenitore. Sapeva due cose a riguardo: doveva esserci un sigillo per contenere il demone stesso, decisamente più complesso di quanto le sue conoscenze permettevano, e avevano scoperto ci fosse un sigillo di locazione. Non sapevano ancora se aveva un tracciamento completo, anche se lo dubitavano, dato che avrebbero dovuto percepirlo immediatamente al momento del furto, ma sapevano che sarebbe scattato se fosse uscito dalle mura di Ame. Un sigillo del genere era probabilmente molto facile, forse addirittura una robetta da genin se non includeva un tracciamento completo. Gli ci sarebbe voluto un po', ma aveva tutto il pomeriggio, e quella era solo la prima parte del piano.

    Sarebbe eventualmente arrivato Yato, trovando Youkai seduto al centro della sua stanza, reliquia in mano e decine di fogli con strani segni. Ci sto lavorando, devo prima fare una cosa. Interrogato ulteriormente, pennello in mano e senza staccare lo sguardo dal suo lavoro, avrebbe continuato a parlare: Sappiamo che c'è un sigillo di tracciamento, sto cercando di replicarlo. Commentò con semplicità. Non sono ancora bravo a disattivarli, e c'è il rischio che farlo li metterebbe ancora più in allarme di quanto non siano già. Se non ci sono già alle costole però, significa che questo sigillo è in grado di avvertirli solamente quando la reliquia arriva fuori un certo raggio, che è quello delle mura. Un sigillo simile non dovrebbe essere affatto complesso, ci sto impiegando un po' solamente perchè non è uno di quelli che già conosco, ma credo di esserci vicino. Ormai c'era sopra da un paio d'ore. Si sarebbe anche preso la briga di spiegargli il suo ragionamento, ruotando il sigillo in sua direzione. Vedi? Qui sembra che il sigillo sia uno solo, ovvero quello del demone, che è decisamente al di fuori del mio livello. Ma l'altro è nascosto nelle vicinanze, probabilmente camuffato da qualche finto kanji. Avrebbe disegnato un piccolo schemino su uno dei fogli, continuando la sua spiegazione. Come puoi vedere, c'è uno schema base che ogni sigillo possiede, e varia in base alla complessità. Io so l'effetto che questo sigillo produce, e la cosa già mi permette di individuare alcuni dei kanji, tra cui "allarme" e "spostamento" ad esempio. Individuati abbastanza kanji corretti, basta seguire lo schemino corretto. Considerato che il sigillo non ha nemmeno un tracciamento completo, non può avere uno schema più difficile di ciò che un chunin può ottenere. Forse persino un genin con un po' di esperienza. Quindi gli schemi più complessi sono esclusi. Fece una croce su di essi, lasciando un gruppo più piccolo visibile. Ora, avendo fretta di ottenerlo uguale in breve tempo, mi basta capire da quanti veri cerchi è composto. A quel punto, per un occhio esperto diventa facile capire quali sono i kanji extra sui quali non va applicato chakra. Mentre parlava, sembrava che qualcosa si fosse acceso nel suo sguardo, prendendo un nuovo foglio e ricominciando a tracciare il sigillo. Quindi, usando ognuna di queste conoscenze... Dovremmo... Finalmente riuscire... A concluderlo. Tracciò ogni pennellata con cura, ed una certa eccitazione nel suo sguardo. Trattenendo il respiro, avrebbe posato il foglio per terra. Ed ora, la prova definitiva. Se fosse riuscito ad infondere chakra e far brillare i kanji, significava che il sigillo era stato replicato in modo corretto.

    Se quello fosse stato il caso, sarebbe balzato in piedi, saltando sul posto entusiasta, prima di lanciarsi in un istintivo abbraccio a Yato. Wooohooo!! Abbiamo la copia!! Si sarebbe presto staccato (sempre che non ci avesse già pensato il Senju con ben poca grazia), scusandosi per l'emozione. Con questo dovremmo riuscire a distrarli da noi stessi e magari crearci anche un alibi migliore. Quanto tempo libero hai? Dobbiamo catturare quanti più animali possiamo. Attaccare il sigillo su di loro, e lasciare che il loro andare e uscire dal confine delle mura li mandi in panico. Sarebbe stato Yato a suggerire di usare anche i mercanti, includendo così umani che avrebbero dovuto perdere tempo ad investigare. E' un'ottima idea! Un po' rischioso avvicinarsi a delle merci incustodite, ma ora che so replicare il sigillo mi basterà un attimo. In questo modo, se riusciremo a stancarli abbastanza con sufficienti falsi allarmi, potremmo probabilmente riuscire ad uscire senza problemi. Dopotutto la strategia era quella: sfinirli con decine di falsi allarmi ogni ora, in modo che gli scagnozzi più impazienti semplicemente abbassassero la guardia di fronte a gente poco sospetta, lasciandoli passare solamente dopo un rapido controllo e permettendogli così di tornare a Konoha lasciando Ame in confusione per almeno un'altra settimana dalla loro sparizione.

    Nasconderlo era un problema diverso. Ah... Beh, pensarci ci ho pensato, ora devo solo sperare che gli shishi siano d'accordo... Deglutì poco convinto. Mentre il Senju impiantava il suo seme tracciante, gli domandò le sue intenzioni con Kitori, ottenendo solamente un'espressione profondamente offesa. Oh davvero? Non commenterò quanto mi disgusta il tuo volerti liberare così facilmente di una vita, ma persino tu dovresti sapere che, se proprio Kitori venisse ucciso, tutti i sospetti ricadrebbero immediatamente su di me, e di conseguenza sul mio "medico". Replicò sprezzante. Avrebbe raccolto gli altri fogli di prova, facendo un mucchietto per bruciarli, visibilmente infastidito. Proprio lui potrebbe essere la nostra garanzia. Lo so che sono stato stupido a dirgli di sì, ma se il piano della reliquia funziona, sarà proprio lui stesso a poter testimoniare che non era in mano mia se passiamo tutta la serata insieme. Si sarebbe voltato verso di lui, con fare quasi altezzoso. Anche tu sembri avere i tuoi problemi con una certa signorina. Non fare mosse più azzardate di quelle che devi. Siamo entrambi legati, se uno dei due si scopre colpevole, automaticamente lo diventa anche l'altro. E si da il caso che fino ad ora solo uno di noi due abbia rivelato il suo piano. Alzò il naso offeso, liberandosi della cenere rimasta dai fogli.

    Ora, mettiti comodo. Devo fare una cosa importante. Dopo un grosso sospiro, un paio di gesti delle mani avrebbero aperto un brillante portale, mostrando il faccione severo di un pelosissimo shishi, che avrebbe salutato l'Uzumaki con un semplice cenno di capo, mentre il ragazzino gli dedicava il più rispettoso degli inchini. Tenjō-sama. Ho bisogno della vostra collaborazione. Prese un grosso respiro, sicuro di ciò che doveva dire ma terrorizzato dalla sua risposta. Dobbiamo nascondere una reliquia importante. So che non mi permetterete di lasciarla nel vostro regno o portarla a Konoha. Resterà qui in Ame. Quello... Huff... Quello che chiedo... Respirava leggermente affannoso. Io... Credo the Taiyoko sia troppo giovane per un simile incarico. Vorrei... Vorrei poter chiedere l'aiuto di Tsukishira. Niente di meno che la madre di Taiyoko, già incontrata in precedenza insieme a suo marito, anche se ai tempi avevano usato i loro nomi in codice. Occupandosi quasi giornalmente del loro cucciolo, aveva ottenuto abbastanza confidenza da conoscerli. La leonessa aveva una corporatura più sottile ed elegante, con una criniera morbida ma meno ingombrante del marito, un manto nero con delle macchie su di esso che risplendevano come stelle nella notte. Sono certo che lei stessa sia consapevole che una simile reliquia metterebbe fin troppo a rischio Taiyoko. E considerando l'importanza di questa missione, sarebbe un onore avere uno dei vostri membri al mio fianco. [NOTA]


    Se tutto fosse andato come previsto: il duo avrebbe avuto in mano qualcosa di estremamente importante: un sigillo da replicare, e una potente alleata. Alla leonessa sarebbe stata affidata la reliquia, inserita nella sua criniera grazie alle loro peculiari abilità, e dato un semplice ordine: Nasconditi in città. Prediligi le fogne, e i luoghi meno affollati, o più remoti. Non uscire dalle mura per nessun motivo: non vogliamo far scattare l'allarme. Puoi usare i tuoi portali, ma resta al sicuro e non farti vedere da nessuno. Sarò io ad evocarti personalmente per aggiornarti. Avrebbe riflettuto per un po', richiamando anche Taiyoko. Prima di andare però, ho bisogno che mi catturiate un po' di animaletti. Decine, di animaletti. Specialmente uccelli migratori, ma anche ratti e scoiattoli. Devo disegnare un sigillo su di loro. Dei mercanti se ne sarebbe occupato il giorno dopo, o la notte stessa col favore delle tenebre.

    Avrebbe avuto tempo per lavarsi, usando quei minuti per distogliere la tensione, e preparandosi per il suo appuntamento. Riuscire a passare la serata all'interno del locale avrebbe potuto offrirgli un alibi ulteriore, ora che la reliquia era ben nascosta dalla leonessa, ma solo se gli avrebbero permesso di fare quell'eccezione. In caso contrario, quando Kitori si fosse presentato alle porte, gli avrebbe spiegato rapidamente la situazione, e avrebbe consigliato un locale poco distante. Gli avrebbe sorriso solare, genuinamente contento di vederlo. Taccuino alla mano, gli avrebbe ripetuto l'essere dispiaciuto da quella mattinata. Spero non ti abbiano dato ulteriori problemi alla Banca. Offro io anche stasera, sento il bisogno di farmi perdonare. Stavolta però non ti pago più di tre drink. Ridacchiò, tranquillo ma leggermente guardingo. Era certo che presto sarebbero stati tutti in allarme, e non voleva farsi trovare troppo impreparato. Non avrebbe fatto altro che godersi il suo appuntamento con calma, facendogli di tanto in tanto qualche altra domanda personale. Da quanto lavori per la Banca? Forse mi sono fatto influenzare dalla brutta esperienza di stamattina, ma... ti piace realmente lavorare lì? Ed altre domande più generiche, che potevano tornare utili per la missione ma erano più curiosità per sè stesso. Com'è vivere in Ame? Io alla fine sono qui solo da un po', e non esattamente per scelta. Mi hanno tutti messo in guardia che questo posto non è come i villaggi nel paese del Fuoco. Hai mai pensato di trasferirti in un posto... meno pericoloso?
  8. .

    Aspirante Genin

    I



    Un passerotto, messaggero dell'Amministrazione, avrebbe fatto capolino alla finestra del giovane Uchiha. Avrebbe cinguettato con insistenza, fino a che qualcuno non avesse raccolto la lettera legata alla sua zampetta. Il timbro rosso al suo interno ne confermava l'autenticità. Il testo era semplice: riconoscevano gli sforzi del giovane shinobi, e lo invitavano a recarsi ai pressi delle mura in mattinata, per la sua prova d'esame Genin, dove un Chunin lo aspettava. Non c'era molto altro, se non la richiesta di portare con sè tutto il suo equipaggiamento... e che il diretto responsabile di quella missione non era altri che il segretario dell'Hokage.

    Uno studentello come lui difficilmente avrebbe avuto molte info a riguardo. Dalla lettera avrebbe saputo almeno l'info principale, il nome: Youkai Uzumaki. Un cognome che non si sentiva spesso, considerato che sembrava fosse l'unico Uzumaki noto di tutta l'Accademia. C'era da domandarsi che tipo poteva essere, e forse l'Uchiha già si sarebbe sentito intimorito. Se durante la sua camminata verso le mura avesse deciso di chiedere qualche informazione a giro, avrebbe avuto diversi tipi di risposte: tutti avrebbero confermato il suo cognome, che sembrava fosse l'unico del suo clan in tutta Konoha, e che era il segretario dell'Hokage. Alcuni avrebbero anche aggiunto che era il suo figlioccio, apparso anni addietro quasi dal nulla. L'età era contrastante: c'era chi sosteneva fosse un giovane adulto, chi un ragazzino. Poteva anche giurare di aver sentito qualcuno bisbigliare che fosse morto, ma com'era possibile?? La sua lettera era arrivata in mattinata, che si fossero forse sbagliati in Amministrazione?

    I misteri non finivano lì. Alcune persone, principalmente possessori di un negozio o una piccola attività, avrebbero parlato con gioia di lui, sostenendo che spesso il giovane segretario si poteva trovare in città ad aiutare chiunque avesse bisogno, spesso senza nemmeno pretendere alcun guadagno. Sembravano orgogliosi di un simile cittadino. Altri invece, commentavano più aspramente la sua persona, giudicandolo come un buono a nulla distratto che aveva solamente avuto la fortuna di essere finito sotto l'ala protettiva dell'Hokage. Soprattutto nel quartiere Senju si erano sparse voci di quanto fosse poco affidabile e come avesse la testa vuota. Buffa coincidenza.

    Eventualmente, sarebbe riuscito ad arrivare dove richiesto. Si trattava di una piccola zona di allenamento ai piedi delle mura, grande un paio di campi da calcio. C'erano bersagli di vario tipo posizionati in giro, alcuni mobili, un paio di percorsi ad ostacoli in legno, e proprio di fianco ad uno di essi quello che sembrava un adolescente, distratto a scribacchiare qualcosa sul suo taccuino, osservando alcune incisioni nel legno. La chioma rosso fuoco avrebbe permesso al giovane Uchiha di capire subito di chi si trattasse. Se approcciato, avrebbe sussultato appena, distratto, mostrando un solare sorriso allo studentello. Ah! Ben arrivato! Io sono Youkai, sarò il tuo sensei per oggi. Proclamò, gonfiando il petto con un certo orgoglio. Col quadernino semi aperto, il giovane studente avrebbe potuto notare qualche scritta al suo interno: c'erano un sacco di domande, alcuni luoghi appuntati, un sacco di triangoli disegnati intorno, e una scritta in grande, sottolineata più volte: "Illuminati". Avrebbe presto chiuso quel quadernino, riponendolo in uno zainetto coloratissimo posato lì vicino, con il faccione enorme di Spiderboy, un popolare fumetto konohaniano. La sua attenzione ora era rivolta interamente allo studentello. Hm. Abbiamo ancora una mezz'oretta. Hey, che dici di mostrarmi un po' cosa sai fare? Che ti hanno insegnato a scuola? Lo osservava con fare allegro e curioso, decisamente amichevole. Per l'Uchiha sarebbe stato semplice considerarlo come un sensei, anche se non sembrava poi così tanto più vecchio di lui, soprattutto considerando quanto fosse infantile il suo zaino? E, dopo tutto ciò che aveva scoperto durante la passeggiata, che opinione o che domande avrebbe avuto per il giovane Uzumaki?

    As always, si parte con un semplice post introduttivo. Voglio sapere com'è la quotidianità del tuo pg: ha qualche amico? Un professore preferito? Com'è in casa con i suoi genitori? Sei libero di decidere da chi ottiene le varie informazioni, tecnicamente puoi anche decidere di non chiedere niente a nessuno, ma in generale è buona norma prepararsi bene per qualsiasi missione, e la ricerca di informazioni è fondamentale. Raccontami che conclusioni trae lui stesso, che domande decide di fare, e in che modo cercherà di farsi notare dal suo sensei. Userà il suo intelletto o tenterà una prova fisica? Fammelo conoscere insomma!


    Edited by Waket - 19/5/2023, 12:35
  9. .

    Talpa

    II



    Youkai sorrise di rimando, contento di aver dato la risposta "giusta". Le parole successive avrebbero mostrato uno sguardo più incerto, sapeva bene quanto si intestardisse quando trovava una pista, ma non avrebbe avuto nemmeno il tempo di pensare a una risposta. Uno dei dipendenti avrebbe consegnato una lettera all'Hokage, e sulla busta le uniche lettere erano una P e una Y. Subito portò la testa in avanti, curioso. Oh! E' per me? Chi è P? Aggrottò la fronte, pensieroso. Devono essersi sbagliati e aver scritto male la R. La busta era stata stampata a macchina. Youkai non era uno dei detective più brillanti. Nell'udire il contenuto, sbiancò all'improvviso. Certo, la frase poteva essere criptica, ma non giustificava una simile reazione. Non sento più la mia anima. Riuscì a borbottare, con tono incredulo. Probabilmente Raizen avrebbe chiesto qualche chiarimento, dopotutto l'anima tendeva ad essere una di quelle cose che non venivano esattamente percepite. Oh, ah, ecco. Da che ho ricordi più o meno sono sempre riuscito a percepirla. Non so bene come spiegare... Hai presente quando metti la mano sul petto e senti il cuore battere? E-ecco, più o meno è una cosa simile, solo che è più costante. Era abbastanza agitato, dato che l'anima aveva smesso di "battere" così all'improvviso, e non era nemmeno abituato a non avere quella sensazione addosso. M-ma ora non sento niente, non capisc- Aveva provato ad estrarre la sua anima dal corpo, un po' per assicurarsi di averne ancora una (cosa neanche troppo scontata visto il suo passato complicato). Ma dalla sua schiena fuoriuscì una grossa manciata di catene di chakra, che andò a schiantarsi sul pavimento con un discreto tonfo. ...HUH.

    Andò in apnea per qualche secondo, osservando dietro di sè, incredulo. Avrebbe preso a roteare lentamente su se stesso, seguendo le catene come faceva un cane con la propria coda. Si spaventò appena quando toccò a Raizen stesso agitarsi, interrogando sul posto il povero impiegato che aveva fatto da tramite. Quel momento di distrazione gli permise di connettere i neuroni per capire meglio la situazione. Rise, anche se nervoso. Sono un Uzumaki?? Il respiro leggermente accelerato lasciava intendere che ci fosse altro oltre all'eccitazione di quella scoperta. Si irrigidì quando l'Hokage prese a dare ordini, ben consapevole della serietà della situazione. Dopotutto, se era arrivata una simile lettera, e con un simile effetto, qualcuno non solo aveva sentito i loro discorsi, ma di certo non poteva essere una persona che passava di lì proprio in quel momento, e col fortuito caso di essere un qualcuno con una simile abilità. C'era una sola spiegazione, e al momento solamente Youkai e Raizen potevano supporre la risposta corretta: sapevano che la Radice era ancora attiva. Non poteva essere nessun altro se aveva udito il loro discorso proprio in quel momento. Stavano ascoltando da chissà quanto, qualsiasi informazione che passava, e la cosa più terrificante era che in qualche modo avevano controllo di Youkai, anche se nessuno dei due ancora sapeva fino a che punto.

    Il giovane konohaniano zompettò nel suo ufficio, mettendo il suo cappottino pesante e svuotando uno dei cassetti di merendine, riempiendo invece le sue tasche. Era pronto a partire. Mi piacciono gli Inuzuka. Hanno cani simpatici. Youkai sapeva essere Youkai anche nei momenti peggiori. Avrebbe osservato Raizen creare i suoi cloni, vedendone uno sparire con l'impiegato ormai coinvolto. Controllare i video dell'Amministrazione poteva sicuramente aiutarli a trovare altri indizi. L'altro clone non fece che mettersi alla scrivania, restando in ufficio. Al gruppetto rimasto non restava che uscire e trovare la capoclan. Kubomi apparve, accolto dal giovane con un grosso sorriso, che in breve si spense in un'espressione corrucciata. Non ho rubato niente! E anche fosse, se ho preso qualcosa erano solo doppioni. Alzò il muso offeso, prima di ricordarsi qualcosa e frugare in un altro dei suoi cassetti. Oh, però avevo trovato la figurina olografica del Primo. A me non serve. Fece per porglierla, ma la ritrasse subito dopo, incerto. Ma è una carta rara, quindi devi scambiarmi qualcosa. Annuì con convinzione.


    Usciti dall'Amministrazione, bastarono due balzi di Raizen perchè entrambi capissero che uno dei due era decisamente troppo lento per l'urgenza richiesta. Youkai già ansimava cercando di restare al passo. Anf, anf... Un attimo! Il rosso fece abbassare il Colosso, arrampicandosi sulla sua schiena e stringendosi sulle spalle, circondando il collo con le braccia. Era la soluzione più rapida, e anche quella che divertiva di più l'Uzumaki. Strinse appena la presa sentendo parlare dell'Archivio, e di come con le nuove informazioni ottenute dopo la loro ultima avventura, e forse anche quel repentino cambio delle sue abilità, avevano più chance di capire chi fosse in quella vita. Raizen non poteva vederlo, ma si fece più turbato quando gli venne proibito di usare le catene, anche se per motivi più che ragionevoli. Mh-mh. Borbottò appena, ancora ben saldo sulla sua schiena. La successiva richiesta invece sarebbe stata più difficile da accontentare. Ah- N-Non lo so. Immagino sospetti anche tu della Radice. Ma non conosco nessun P. Forse lo conosceva la mia vita precedente... O forse era l'iniziale del mio cognome? Era pensieroso, anche se poco convinto della sua teoria. Dopotutto c'eravamo solo io e te in ufficio. Magari P è il mittente, e sperava che lo riconoscessi per andare da lui. Dalla sua voce sembrava poco convinto di ognuna di quelle teorie, nonostante potessero avere un senso. Spero solo che... Uh... Non importa. "Siano amichevoli", avrebbe voluto dire. Dopotutto la Radice era composta da konohaniani. Magari avevano metodi più bruschi, ma lavoravano pur sempre per il bene, no? Eppure, forse ormai influenzato dalle recenti esperienze e gli insegnamenti di Raizen, temeva che la realtà fosse ben più cupa di quello che sperava.

    Youkai prese un grosso respiro, ridacchiando. Hehe. Sanno di cagnolini! Gli sarebbe piaciuto avere un animaletto domestico, soprattutto un cane. Taiyoko non poteva essere considerato tale, era più un suo pari. Anzi, a dirla tutta, per gli shishi era Youkai l'animaletto domestico. Tornato coi piedi per terra, trotterellava dietro Raizen, facendosi di tanto in tanto distrarre dai cani più amichevoli, mentre quelli più guardinghi lo riportavano sui suoi passi. Avrebbero presto trovato la capoclan, alla quale venne richiesta una missione importante, ma con tono decisamente giocoso. L'assistente dell'Hokage non voleva essere da meno. Avrebbe estratto un pacchetto di snack croccanti al bacon, puntandoli in direzione della donna. Ho gli snack. Commentò, corrucciato e col petto gonfio, cercando di mostrarsi professionale di fianco al Colosso. Ancora non aveva capito a cosa servissero gli snack, ma dopo aver visto la richiesta era chiaro: dovevano essere un incentivo per spingerla a fare un buon lavoro.
  10. .

    Dominare il Ciclone

    V



    Parla il nativo della Zanna. Borbottò a bassa voce, in modo che solo Febh e non altre orecchie indesiderate potessero sentire. Sta ad Oto almeno da quando è ragazzino, di Kumo gli è rimasto solo il colore della pelle... E l'astuzia. Non era un complimento. Giustificato o meno, in pochi ad Oto nascondevano il loro odio per Kumo. Lo conosco e basta! E' una storia troppo lunga, e se anche te la raccontassi tutta ne interpreteresti più della metà a modo tuo!


    Una delle prime cose che Hebiko aveva imparato era di leggere i segnali di Ogen. Con Febh era facile capire quando sbagliava, dopotutto c'erano sempre conseguenze più fisiche, ma la vecchia tendeva a punire in modi che la segnavano sul lungo periodo, e riconoscere e correggere gli errori il prima possibile era diventato fondamentale per mantenere la sanità mentale. L'aveva ignorata appositamente: per lungo tempo voleva dimostrarle che non le serviva il suo corpo nè sedurre per portare qualcuno dalla sua parte, e che il potere che aveva era sufficiente. C'erano solo due piccoli problemi in quella sua ribellione: ancora non aveva potere a sufficienza per potersi permettere di farsi grossa senza conseguenze, e probabilmente aveva pesantemente sottovalutato l'ospite di fronte a lei, credendo di avere molto più controllo del previsto sulla situazione. La realtà era che Ogen, dall'alto della sua pluricentenaria esperienza, aveva ovviamente ragione. Tutto poteva essere un'arma, anche il suo corpo. Stava a lei capire come una donna del suo calibro avrebbe dovuto usarlo. In fondo, la capoclan Yakushi, per quanto i suoi addestramenti le sembrassero assurdi e provocatori, non aveva fatto altro che abituarla alla lussuria, ma non le avrebbe mai insegnato a diventare una mera prostituta. No, il suo obiettivo era quello di apparire potente, sicura di sè e del suo essere, fiera... Ma lasciare uno spiraglio di speranza per far sì che gli assetati di potere ed esclusività ne fossero attratti come mosche al miele. Aveva troncato quella speranza, e doveva riuscire a riaprire la strada in un modo o nell'altro.

    Avrebbe colto l'occasione proprio dopo che Aji Tae cercò di giustificare l'innocenza del Tiranno. La Vipera non se l'era bevuta: poco importava fossero anime, rispettare il loro ciclo era compito degli shinigami, non delle mezze persone, degli "invasori", per quanto involontari, non avevano il diritto di decidere del loro destino. Se poteva in qualche modo giustificare un mondo pacifico come quello della Santa, raccontatole da Raizen, più della metà degli altri regnanti non erano che tiranni che agivano per i loro scopi e seguendo le loro idee. Se le cose stanno così... Vi pongo le mie più sentite scuse, Aji-san. Avrebbe fatto un profondo inchino, dando ulteriori spiegazioni dopo essersi ricomposta. Le mie esperienze con le mezze persone sono state... turbolente, per essere gentili. Immagino le avranno tenuto nascoste le vere intenzioni del Vendicatore nei miei confronti, e gli innumerevoli segreti di Kaji non hanno aiutato. Ma lei sembra... diverso. Forse la sua esperienza sulla vita terrena l'ha aiutata ad essere più umano. Arrossì appena, dopotutto si eracostretta a chiedere scusa, e aveva dovuto ammettere sconfitta non solo di fronte e nei confronti di Ogen, ma anche dell'Asceso. Forse l'ho giudicata con troppa fretta, non avrei dovuto farmi influenzare dalle mie pessime esperienze. Spero che avremo altre occasioni per approfondire questo rapporto. Curvò appena le labbra in un leggero sorriso, quasi impercettibile, come se le fosse sfuggito dell'affetto che voleva in realtà nascondere.

    Oh, conosco bene i desideri di Kaji. Un'altra delle ferite che mi sono state inflitte dalle mezze persone, anche se ai tempi non conoscevo tutta la compagnia. Un sospiro pesante avrebbe richiamato il dolore emotivo che ancora provava per quel giorno. Dopotutto in quella situazione entrambi volevamo solamente sopravvivere. La mia era stata una proposta pacifica, volevo aiutarlo a trovare la sua strada, ma non al prezzo di perdere Febh. Lui però aveva deciso di non potersi fidare di me. Per quanto volessi il suo bene, non potevo sacrificare la mia vita per lui. Era certa che l'anima ancora dentro la spada l'avrebbe sentita forte e chiara. Ancora mi chiedo come sarebbero andate le cose se solo mi avesse dato una chance... Quando l'altro nominò Amesoko, certo che la sua influenza non fosse più un pericolo, Hebiko puntò uno sguardo può severo sull'albino. Sottovalutarlo significa essere già vittime delle sue fauci, Aji-san. Sono certa che Kaji lo sappia bene. Non è stato semplice per lui sfuggirgli, e se voi mezze persone siete riuscite ad avere almeno un alleato nel regno dei vivi... davvero crede che un drago millenario non possa averne decine, se non centinaia? Avrebbe fatto una breve pausa viziandosi con il suo the, osservando la tazza fumante, pensierosa. Lo abbiamo conosciuto di persona, sa? Il drago infernale. Nonostante sia un dio, un qualcosa di così immenso e potente che noi meri umani possiamo a malapena immaginare... anche lui ha le sue debolezze. E i suoi vizi. Per quanto i tre grandi draghi sembrino tanto più saggi e potenti dell'intera umanità, sembrano condividere alcuni dei peggiori tratti umani. Orgoglio, invidia... Si fece seria, ma il suo tono era quello di un preoccupato consiglio: Dopo tutta la fatica fatta per uscire, il minimo è assicurarsi di rendere la permanenza nel regno dei vivi più lunga possibile.

    Hebiko si lasciò andare in un tenero sorriso quando l'altro le chiese subito di saldare il suo debito. Oh, quanta fretta, la mia compagnia è così tanto spiacevole? Scherzò, ovattando la sua risatina portando la manica davanti alla bocca. Beh, un'idea la avrei. Posò la tazza ormai vuota, seduta elegantemente sul suo cuscino. Se lei è un mercante, non c'è onore più grande di essere la sua cliente preferita. Lo osservava con aria calma, cercando di leggerne le reazioni. Ma non mi fraintenda: non le chiederò sconti, favori, nè lavori extra. L'unica cosa che voglio per saldare il suo debito è onestà. Io verrò a cercarla, o, se ha bisogno di denaro, o altri tipi di favori, sarà lei a venire da me, e qualsiasi informazione che riceverò sarà ben pagata. In pratica, lei dovrà solo fare il suo solito lavoro, e quando verrò a cercarla vendermi le informazioni che pensa potrebbero interessarmi, senza mercanteggiare troppo sul loro reale valore. RIdacchiò, prendendolo in giro scherzosamente. C'era comunque la possibilità che rifiutasse, al che Hebiko si sarebbe fatta visibilmente più triste, coprendo la bocca con la manica del kimono. Oh. Pensavo stessimo scherzando, prima... Un sospiro avrebbe riportato il suo volto alla normalità, pur mantenendo un velo di tristezza e delusione. In tal caso, non posso accontentare la sua richiesta così in fretta. Avrò bisogno di tempo per pensare.

    Non è un Uzumaki. Rispose più brusca, sforzandosi al massimo per non dare a vedere come quelle novità su Sylas la turbassero. Il respiro si fece più accelerato quando venne a sapere che era finito a lavorare in un bordello, e non bastasse proprio per colpa di quel lavoro era stato poi incastrato nella storia dell'omicidio. Internamente estremamente alterata, avrebbe trattenuto il possibile all'esterno, ma una risatina sarcastica le sarebbe sfuggita. La nostra cara Carceriera non sa nemmeno cosa voglia dire essere gelosi. Si schiarì la voce poco dopo, resasi conto della sua reazione. Vogliate scusarmi. Certo, le aggiunte di Febh non aiutavano a tenerla tranquilla, soprattutto considerato come lo stava fulminando con lo sguardo una parola dopo l'altra. Ma iniziò a farsi più calma mentre ragionava. Di sicuro avrebbe potuto sfruttare un simile odio per creare confusione, e se anche qualche prigioniero fosse fuggito... le colpe non potevano certo essere di nessun altro se non di chi gestisce la prigione stessa. Non preoccuparti, Febh. Credo che questa sia un'occasione d'oro per pensare a come rimediare agli errori del passato. Fammi un favore, assicurati di preparare qualche regalo da portarle, hm? Dopotutto l'Amministrazione è cambiata parecchio, sarà ora di dimostrarglielo. Sarebbe solo cambiata in peggio. Ma il piano era quello. Nessuno doveva passarla liscia se metteva mani su ciò che era proprietà di Hebiko.

    La situazione di Kaji era piuttosto scomoda, e per quanto non avesse modo di non credere alle parole di Aji, avrebbe sicuramente preferito un approccio più diretto. Aggrottò appena la fronte, mentre rifletteva sulle sue parole, domandandosi se la telepatia della spada potesse in qualche modo permetterle di comunicare anche con lo spirito al suo interno. Un tentativo non le costava niente. Scappi, ancora? Come pensi di riuscire a procurarti degli alleati fedeli se non ti prendi la briga di affrontare nemmeno un singolo problema? Avrebbe comunque trovato il modo di comunicare la stessa cosa a voce, anche se usando parole molto diverse, non voleva far intendere agli altri che la comunicazione mentale aveva avuto successo, poteva usarlo come un vantaggio e per testare l'onestà di Aji Tae. La fiducia dev'essere reciproca, per valere realmente qualcosa. E risolvere i problemi è uno dei passi fondamentali per constatare quanto ci si possa fidare l'uno dell'altro. Si sarebbe quindi voltata verso Febh, uno dei passi fondamentali per convincere Kaji era forse proprio quello di convincere lui. So bene che la situazione non ti rende per niente a tuo agio. Ma devi ricordarti che tu hai già vinto: hai un ricco palazzo in cui abitare, persone che ti hanno accolto nella loro vita e che hanno promesso di starti vicino nel bene e nel male, e diventato nel tempo uno dei migliori shinobi del continente, anche e soprattutto ai tuoi agganci. Non ti riempirebbe d'orgoglio dimostrare a Kaji che, nonostante lui fosse nato prima, tu, Febh Yakushi, sia il Kaji migliore? Non era facile chiamarlo a quel modo, ma sapeva che era necessario per entrambi. Era abbastanza sicura che un simile discorso avrebbe ben attecchito sullo Yakushi, e se il carattere di Kaji era almeno simile al suo, era certa che avrebbe smosso qualcosa anche in lui. E' rincuorante sapere che qualcun altro ha preso a cuore Kaji, Aji-san. Commentò, nascondendo quanto fosse stizzita nel sentirgli dare quell'ordine. Ma non nego che speravo di poter passare ancora un po' di tempo con lui. Certo, non sarà semplicissimo comunicare, ma se riuscissimo a risolvere una piccola questione personale, il nostro caro amico potrebbe vantare almeno un alleato in più. E, con l'alleato giusto, si aprirebbe la strada per avere un reale posto nel regno dei vivi, nonostante la sua storia turbolenta. Dopotutto, un corpo in cui vivere non è che un mero accessorio senza un vero posto in cui sentirsi accolti. Sospirò, triste. I miei non sono che consigli. Non posso certo costringerlo, ora è quasi letteralmente uno spirito libero. Una velatissima frecciatina a quelli che sembravano ordini dati da Aji, che, nonostante le sue parole, non aveva nemmeno lui vero controllo su Kaji, a meno che non le nascondesse qualcosa. Ma sa, se dovesse restare, avremo una scusa in più per un secondo appuntamento, no? Sorrise appena, mantenendo lo sguardo sulla spada.


    Hebiko sarebbe stata accompagnata a casa da Febh, dove avrebbe mostrato un atteggiamento drasticamente diverso, anche se l'addestramento aveva comunque ingentilito e reso più eleganti persino le sue sfuriate. Wow. A cosa devo questo onore? Commentò con tono piatto, visibilmente stremata da quella giornata. Si massaggiò la fronte con frustrazione mentre ascoltava le conseguenze di quella pillola, immersa in fin troppi pensieri. Per gli dei, va bene! Scommetto che c'erano modi decisamente meno invasivi per finire a modo questo addestramento, ma lascerò che il principino Yakushi mi droghi a suo piacimento. Borbottò frustrata, prima di puntellargli un dito sul petto e puntargli la faccia disturbatamente vicina alla sua. Ma TU questa settimana fari setacciare tutta la città alle tue lucertole, e mi rintraccerai la persona che mi cercava. Spera che nel mentre non sia ficcato in chissà quale problema, altrimenti non saranno le tue magiche droghe ad impedirmi di strangolarti! Avrebbe quindi aperto la sua porta di casa, facendovi un passo all'interno, con Ssalar ora sulla sua spalla (probabilmente in un misto di depressione per la vicinanza con la Strega e di gioia per vederla soffrire durante l'addestramento), ascoltando eventuali risposte. Se avesse nuovamente chiesto perchè le importava così tanto di un guercio qualsiasi, la sua risposta sarebbe stata solamente MI IMPORTA E BASTA. prima di sbattergli la porta in faccia e chiudere così la loro giornata.


    L'addestramento era stressante, ma per motivi ben diversi da quelli dell'anno appena passato. Nessuno le stava addosso, la svegliava all'improvviso, nè invitava spogliarellisti a tradimento a casa sua. No, ciò che la asfissiava era dover risolvere quel maledetto problema alle prigioni. Certo, una possibilità era quella di impersonarsi detective in qualche modo per risolvere quel caso, dopotutto era più che certa Sylas fosse innocente, specialmente dopo la "fortuita" coincidenza della scoperta di quell'omicidio. Era ovvio che lo avessero incastrato, e se anche lui fosse stato solamente il pollo sfortunato da usare come distrazione e il vero assassino non avesse un particolare odio per la sua persona, non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Oto avrebbe presto imparato che c'era una nuova Regina in città.

    Con i pensieri perennemente concentrati su altro, aveva ormai perso il conto di tutte le tazze e bicchieri che aveva rotto, arrivando alla triste conclusione di dover usare solamente plastica per quella scomoda settimana, non importava quanto cercasse di convincere Ssalar di poter imbrogliare almeno per pulire i disastri combinati. Sospirò, con una singola lacrimuccia. Meno male che ci sei tu a farmi compagnia, non so cosa farei senza di te. In qualche modo riusciva sempre ad avere abbastanza presa per convincerlo a prendersi un bacio sulla fronte, e poco importavano gli insulti che le rimandava indietro, a volte sembrava come non fosse in grado di comprenderlo, o fraintendesse le sue parole peggio di come Febh fraintendeva le relazioni.

    Avrebbe trovato dei momenti più tranquilli durante le giornate per riflettere sull'addestramento, cercando di liberare la mente quanto più possibile dai suoi pensieri. Da quando Amesoko si era ripreso il frammento, doveva ammettere che riuscire a svuotare la testa era diventato incredibilmente più facile, anche se di tanto in tanto non avere più una presenza costante la faceva sentire sola. Si sarebbe limitata ad autodiagnosticarsi una sindrome di Stoccolma, prima che in qualche modo si convincesse che le mancava una vocina minacciosa nella testa. Durante il suo addestramento, la cosa che le aveva impedito di cadere era stata l'istinto. E ora Febh voleva che per una settimana intera usasse solamente quel metodo per fare qualsiasi cosa. Il motivo era abbastanza ovvio, doveva rendere quel gesto così automatico da farlo tanto facilmente quanto respirare. La pratica era un'altra cosa, ma capire l'obbiettivo era un ottimo passo avanti. I primi giorni erano stati abbastanza disastrosi, le minime distrazioni annullavano del tutto la sua presa, rendendola inutile, e guardare la sua mano così stupidamente aperta e rigida non faceva che irritarla ancora di più, peggiorandone la concentrazione. Ma non era la concentrazione ciò che le serviva, doveva solo rendere quel gesto automatico, in modo che a prescindere dal pensiero in cui si perdeva non l'avrebbe lasciata. Dopotutto, nessuno deve sforzarsi di pensare a tenere una mano chiusa su una tazza per non farla cadere, è un gesto automatico, istintivo.

    Da metà settimana, aveva iniziato a capire meglio il meccanismo. I gesti più semplici, come le stesse prese, erano diventati sempre più facili da replicare istintivamente, ma le leve come le maniglie le davano più problemi. Un conto era stringere qualcosa, un altro fare un gesto meccanico che richiedeva diversi livelli di pressione. Ma poteva lavorare anche su quello. Avrebbe preso una semplice pallina antistress (più di una, dopotutto il rischio di farla esplodere inavvertitamente era alto), cosa che non solo sembrava aiutarla ad essere più tranquilla durante quel periodo difficile, sia per lei che per i dipendenti amministrativi costretti ad affrontare una Hebiko più nervosa e meno produttiva del solito, ma anche per mantenere la mano libera costantemente allenata in quel gesto. Spesso notava che, dopo ore ad essersi concentrata a scrivere per ore, la mano libera impegnata con la pallina antistress era in grado di compiere azioni precedentemente più difficili e calcolate con sorprendente facilità. Era sulla buona strada.

    Negli ultimi giorni, i gesti quotidiani erano ormai diventati facili da compiere, come fossero naturali. Doveva ancora abituarsi a gesti più imprevisti, come poteva essere dover prendere qualcosa al volo, cose più complesse come dover piegare un fazzoletto che richiedeva un costante "prendi e molla", e, così come si era allenata con il bastone, prendere cose più fragili senza romperle. Aveva sostituito la pallina antistress con delle uova, sfruttando il disgusto della sensazione del tuorlo spiaccicato tra le sue mani per comprendere al meglio quale fosse il limite massimo. Ma, in alcuni momenti, si sarebbe anche allenata nel fare il contrario, cercando di stringere qualcosa di abbastanza resistente al punto da spezzarlo il più rapidamente possibile. A quel punto, era solo questione di rendere automatici anche quei gesti, al punto che le sembrava quasi di usare la mente per prendere, spostare e stritolare qualcosa. Di sicuro un addestramento che l'avrebbe aiutata anche con la kusanagi, dopotutto doveva imparare a controllare anche quella in modo più istintivo e meno meccanico, viste le sue peculiarità.


    L'addestramento era al suo ultimo giorno, ma aveva anche un'altra missione da compiere. Dal nulla, si sarebbe presentata la Consigliera in persona, alle porte delle prigioni. Accolta forse con incertezza dai guardiani principali, avrebbe chiesto di poter parlare con la Carceriera, concedendole un profondo inchino non appena si fosse mostrata a lei. Per favore, non mi fraintenda. La mia è una mera visita di cortesia. E' un onore incontrarla. Commentò, con tono dolce e pacato, indossando il suo miglior kimono e lasciando che le sue forme parlassero da sole. Oh, il motivo della mia visita non è altro che un invito. In pochi sono all'oscuro del suo astio verso l'Amministrazione, e verso il mio collega... E la comprendo. Dopotutto, tutta Oto era spesso vittima dei disastri dello Yakushi, chi più chi meno. Sono qui solamente perchè molte cose sono cambiate... e stanno cambiando tutt'ora. L'Amministrazione stessa è cambiata drasticamente. Oserei dire in meglio, ma il mio parere sarebbe di parte. Ridacchiò delicatamente, portando la manica del kimono a corprire parte del suo volto. Si era assicurata di tener ben nascoste le sue mani durante quell'incontro, anche sfruttando il suo attuale addestramento, in modo che la manica non si spostasse di un centimetro dalla sua posizione. Dopotutto, noi due non abbiamo mai avuto modo di conoscerci. Nonostante faccio parte di un ambiente che non le sta a cuore, tutto quello che le chiedo è di concedermi una chance. Dopotutto, presto potremmo dover lavorare fianco a fianco, è mio più sincero interesse far sì che possiamo essere entrambe a nostro agio e sperare di poter aprire un rapporto di fiducia. Un velato riferimento ad un Kage assente, e ad un cambio di potere che sarebbe potuto avvenire da un momento all'altro. Posso contare sulla sua presenza, alla Sala del The, questo fine settimana? Domandò, alzando le sopracciglia in un'espressione speranzosa e innocente, come un cerbiatto inconsapevole di aver chiesto al lupo il permesso di entrare nella sua tana.

    Certo, c'era la possibilità che la donna si rifiutasse, magari con la scusa che le Prigioni non erano un luogo che poteva abbandonare così facilmente. Oh. La sua espressione e il suo tono si sarebbero fatti più seri, leggermente corrucciata. Questo è un problema. Se la principale amministratrice delle Prigioni non può garantire la sua sicurezza in sua assenza, devono esserci delle gravi falle nel sistema. Hmm. Una simile situazione mi costringerebbe ad inviare dei miei dipendenti a lavorare qui, in modo da capire cosa sta causando questo grave problema e risolverlo alla radice. Era sua la scelta se decidere che l'Amministrazione mettesse il naso nei suoi affari per una sua ammissione di debolezza, o se accettare un noioso pomeriggio tra donne. Mentre per Hebiko entrambe le strade erano valide. Rifiutare il suo supporto, dopotutto, significava solamente nascondere ulteriormente qualsiasi problema presente. Era certa di averla in pugno, in un modo o nell'altro.

    Se avesse accettato l'appuntamento, che fosse prima o dopo il suo intervento sulla sicurezza, avrebbe mostrato un delicato sorriso solare, dedicandole nuovamente un inchino. E' deciso dunque. Sono impaziente di conoscere dal vivo la nostra Carceriera. E' raro trovare donne del suo calibro di questi tempi. Se ne sarebbe andata a testa alta, sparendo con grazia dalla vista delle guardie. Il piano era appena cominciato. Tieni duro ancora un po', sto arrivando.
  11. .

    Fiducia

    IV



    Oh, per favore. So bene come tu dimostri affetto. Borbottò, a malapena appesa a quel fragile bastone. Anche se continuo a preferire simili dimostrazioni in privato, e non di fronte a ospiti a sorpresa. Era certa che non fosse colpa di Febh visto il fastidio provocatogli, ma era anche vero che non era disposto ad ingentilire mai niente per dare spazio ad altri, al massimo il contrario. E non poteva permettersi errori.

    Iniziò ad agitarsi ulteriormente quando Febh le raccontò dell'ospite in amministrazione. Coi capelli bianchi!? Sibilò, tentata di salire da quella botola per prenderlo a schiaffi. Perchè quegli idioti insistono a mandare gente da te e non farli aspettare, soprattutto se cercano ME! ...Stavi ancora frugando tra le mie cose in ufficio, non è vero!? Sbuffò, scomodamente appesa e con Ssalar che aveva appena aggiunto ulteriore peso alle sue caviglie. Quel maledetto ha un pessimo senso dell'orientamento, chissà dove diavolo è finito ora! Non appena avremo finito qui, verrai a cercarlo con me. Se lo Yakushi avesse protestato, Hebiko avrebbe alzato la voce, agitandosi per il rischio di mandare all'aria quell'addestramento e finire in liquami poco identificati. Perchè è colpa TUA! Non starò a spiegarti perchè è così importante proprio adesso! Non avevano mai parlato del suo vecchio team. A dirla tutta, non ne aveva mai parlato praticamente con nessuno, era un po' come se avesse lasciato indietro quella parte di sè. Ma prima Sylas e poi lui, il passato stava lentamente tornando da lei.


    Il confronto con l'ospite misterioso sarebbe stato solo in apparenza più tranquillo. Hebiko era in un certo senso a suo agio nelle prove più fisiche, mentre quello era un mondo nuovo per lei, in cui aveva imparato ad entrare lentamente e solo nell'ultimo anno aveva intrapreso con dedizione. Oh, servizio di classe. Ero impaziente di fare la sua conoscenza. Febh diventava spesso intrattabile con qualsiasi cosa riguardasse Kaji, ma la Vipera era pronta a tranquillizzarlo. Lo so. Tu hai qualcosa che Kaji si rifiuta di comprendere, e finchè questo non accadrà, rimarrà niente più che un fantoccio con le tue sembianze. Avrebbe dedicato una lunga occhiata ad Aji Tae, lasciandogli intendere che sapesse bene che Kaji stesso stava sentendo tutto in quel momento.


    Un respiro più duro del solito avrebbe tradito la sua calma, reagendo alla reazione di Ogen. Ringraziava che Febh fosse presente ad allentare la tensione, il suo punzecchiare continuo era una piccola distrazione necessaria per resistere e affrontare a modo simili avversari. Si manteneva leggermente sospettosa della cordialità mostrata dal mercante, anche se poteva trattarsi solamente di abituarsi alle lusinghe da ricevere grazie al suo nuovo portamento. Ascoltò con attenzione ciò che aveva da dirle in risposta Aji Tae, lasciando che lui e Febh discutessero tra loro prima di intervenire. Molto toccante. Commentò rapidamente la condizione delle mezze persone. Con un simile titolo, dev'essere una persona deliziosa. Se posso... come scegliete voi mezze persone i vostri alleati? Devo pensare che abbiate liberato un possibile genocida solo per una piccola qualità in comune, oppure vi assicurate che ognuno dei vostri membri non cerchi di inimicarsi il primo che passa solo per capricci personali? Il suo sguardo cercava di penetrarne l'anima, mandando un ulteriore avvertimento all'ospite ancora nascosto nella sua spada. Chi di voi è il vero capo? Era quieta, controllava il suo respiro, e appariva come se avesse la situazione sotto controllo. Devo pur sapere con chi sto facendo un accordo. Ad esempio, puoi anche proclamarti come la Testa delle mezze persone, ma a quel punto chi ha la priorità, loro, o il vostro padrone? Le sottili pupille avrebbero osservato ogni variazione del suo volto. Ancor peggio se lei è solamente un sottoposto. Come può essere garantita lealtà, se è stata promessa a qualcun altro? La sua espressione si fece leggermente più preoccupata. Un leggero segnale per dire senza bisogno di parole che poteva essere disposta ad aiutarlo a liberarsi dalla sua situazione, ma per farlo aveva bisogno di conoscere meglio la situazione.

    Non riuscì a trattenere il rossore sul viso per via del commento di Febh, usandolo per assumere un'espressione docile ed innocua. Non mi aspettavo nulla di diverso da Kaji. Ma tutto ciò che voglio è proteggerlo. Febh era già abbastanza nervoso, ma sapeva che avrebbero presto dovuto avere un confronto. Avrebbe cercato di tranquillizzarlo, mandando poi un chiaro messaggio a tutti e tre. Non c'è una via alternativa. Ci sono solamente due persone, con una simile anima e delle scelte di vita molto diverse. Non troppo diverso da me, dopotutto. Ma lei lo sa bene. Si riferiva naturalmente a Naga, e visto che Aji Tae lo aveva considerato un argomento da usare come scambio, era più che certa che fosse al corrente della sua situazione. Avrebbe sorriso gentile quando il mercante confessò che tutte le altre mezze persone erano ora libere di vagare nel mondo dei vivi. Immagino che dovremo far riferimento a lei qualora vorremo saldare il loro debito. Avrebbe presto chiarito qualsiasi confusione, comportandosi lei stessa leggermente confusa, come se stesse dicendo ovvietà. E' solamente grazie al mio intervento, di Febh e di Raizen... E Youkai- Borbottò il suo nome, sperava solamente che Raizen stesso si sarebbe occupato della cosa. -che ognuno della vostra combriccola è ora libero. Sarebbe scortese e creerebbe inutili tensioni. Già iniziate da parte vostra, se posso aggiungere... Ma saremo pronti a perdonare, alle giuste condizioni. Dopotutto abbiamo rischiato la vita contro il vostro stesso alleato pur di non chiamare Amesoko con uno schiocco di dita, uscendo da lì senza fatica. Avrebbe sorriso, alzando appena le sopracciglia mostrandosi fragile. Non avere nulla contro noi o l'Accademia mi sembra il minimo dopo tutti i nostri sforzi.

    Fece dei respiri più duri nel sentir parlare di Sylas. Ogen confermava la sua versione, cosa che la rendeva ancora più sospettosa sul come fosse finito lì. Sylas si trovava in ospedale. Come è arrivato da lì ad una denuncia di omicidio? Una domanda che si era lasciata scappare riflettendo tra sè e sè più che verso il suo ospite, tradendo il suo nervosismo. Lo scambio di persona lo giustificava in parte, anche se visto il luogo in cui si trovava c'era di mezzo sicuramente qualcuno in grado di sviare i controlli, e che probabilmente aveva agito dall'interno. Non avrebbe avuto pietà per il colpevole. La mia autorità non serve a soddisfare dei capricci, ma a far luce sulle ingiustizie. Almeno quelle che la riguardavano. Non voglio trarre conclusioni affrettate, ma se è rimasto la stessa persona che ricordo, c'è sicuramente qualcuno che ha commesso un grosso errore, e spero per lui che il suo gesto non rischi di farmi finire in una trappola, o dovrò provvedere personalmente a rimediare i suoi errori. Replicò con un certo astio, dopotutto la versione di Aji Tae confermava i suoi dubbi.

    Mantengo sempre la parola. Febh, ti chiedo di portare pazienza solo per pochi minuti. So che saprai mostrarti superiore. Un complimento necessario per cercare di colpire il suo orgoglio, in modo da guadagnarsi qualche momento senza imprevisti. Raddrizzò appena la schiena, estraendo la Kusanagi e tenendo la lama di fronte a sè, delicatamente posata sulle sue gambe. Una volta apparso Kaji, avrebbe preso parola per prima. Spero che tu abbia avuto modo di riflettere durante tutto questo tempo. Teneva lo sguardo sul suo ospite, nonostante fosse rivolta a Kaji. E' arrivato il momento di fare la tua scelta. Ancora mi fido di te. "Ancora" era la parola chiave. Implicava che gli stava donando fiducia nonostante i problemi con il Vendicatore, ma anche che l'avrebbe persa se avesse deciso di pugnalarla alle spalle per l'ennesima volta. Dopotutto, se aveva realmente sentito tutto il discorso fino ad ora, avrebbe forse capito che non aveva intenzione di mettergli i bastoni tra le ruote, gli aveva promesso che aveva intenzione di portarlo fuori. Ma non avrebbe di certo lasciato a piede libero un suo ulteriore nemico, se non con la promessa di rispedirlo ad Amesoko alla prima occasione buona. Il suo sguardo si spostò su Kaji, lo sguardo di un cerbiatto innocente, di qualcuno che stava donando tutto sè stesso a quella persona. Forse era sempre la somiglianza di Febh, forse il suo modo di parlare, ma la fiducia che stava ponendo in lui era sincera. Doveva solo sperare che la ripagasse.
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    Amici di Furto

    VIII



    Il piano procedeva senza intoppi, Youkai poteva vedere tutto dal punto di vista del finto topo a cui aveva fatto aggrappare il suo frammento, e non sembrava esserci alcun problema. Yato aveva dovuto litigarsi il possesso delle armi, mentre lui, avendo già subito il trattamento il giorno prima, si era presentato senza armi, solamente qualche protezione addosso. Non aveva intenzione di rischiare di attirare l'attenzione vista la loro missione delicata.

    Kitori non tardò ad approcciarlo, trovandosi Kai ad annuire allegro, facendogli posto. Purtroppo sì. Mi sarebbe anche servito un caffè, non so come faccia la gente a non addormentarsi dopo ogni riga. Ci sono solamente tre striscie comiche e sono tutte su argomenti che non conosco! Borbottò, ridacchiando, mentre l'altra parte di sè era intenta a restare ben aggrappata alla spalla di Yato, preparandosi al momento importante. Alla domanda di Kitori arrossì a sua volta, coprendosi la faccia con il giornale. Non ci penso neanche a risponderti qui dentro, avremo modo di parlarne di fronte a un buon drink. Replicò, imbarazzato ma scherzoso. Certo, poteva forse cavarsela con un banale "sì", ma non poteva rischiare di distrarsi ad immaginare cosa raccontargli.

    Si sarebbero distratti a chiacchierare del più e del meno ancora per poco, dato che presa la reliquia dal piano di sotto, Kai si sarebbe scusato facendosi indicare il bagno, un po' pallido vista la tensione del momento, ma almeno sarebbe risultato più realistico, e svenendo di colpo, esanime. Peccato che c'erano altri imprevisti di sotto, che fecero fermare il topo, osservando la situazione, anche se mostrava di avere una certa fretta. Purtroppo non poteva sapere dello scambio mentale che Yato aveva, quindi non era al corrente del perchè stesse perdendo ancora tempo. Ma qualcuno sarebbe presto arrivato ad avvertire anche quel gruppo del ragazzino svenuto di sopra, e sentendo le parole di Yato, avrebbe fatto scattare il topo di sopra, facendolo infilare nella maglia, prima di rimettere il suo spirito all'interno. I forti colpi di tosse mentre i polmoni si riempivano nuovamente d'aria lo avrebbero mostrato riprendersi, anche se leggermente stordito e col cuore che batteva a mille. Sto bene! Sto bene. Prese fiato, ancora sdraiato, facendosi aiutare per levarsi almeno dal pavimento, facendosi accomodare sulle sedie o, se fosse stato più fortunato, in una saletta più privata, probabilmente dove i dipendenti facevano pausa.

    Euo sembrava dubbioso nei suoi confronti, e cercando di rallentare il respiro, Kai si fece coraggio per rispondergli, arrossendo visibilmente. Beh... E' una domanda un po' privata, ma se è per la sicurezza della banca... Osservò Kitori con un sorrisetto imbarazzato, rivolgendosi nuovamente ad Euo. Ci siamo conosciuti in un locale, e vista la mia malattia, più persone intorno a me sanno come agire rapidamente, più si alzano le possibilità di salvarmi agendo tempestivamente. N-Non volevo provocare un trambusto simile. Disse il ragazzino appena morto e risorto. Avrebbe anche risposto alla sua rapida ripresa, facendo spostare il topolino sulla spalla. Oh, è merito suo. E' un'evocazione del mio dottore, e grazie ad una connessione che ha fatto con me è in grado di percepire se ho avuto un attacco, e fare un primo soccorso. Per ora pare sia bastato, spero solo che finisca quel che deve fare in fretta. Ridacchiò nervoso, anche se sapeva che la scusa avrebbe funzionato. Dopotutto, grazie alla tecnica di Yato e il frammento di Youkai, Kitori avrebbe potuto confermare che la creatura possedeva entrambi i chakra, l'unico dettaglio necessario per confermare il suo alibi. [Abilità]

    A quel punto gli sarebbe bastato rassicurare Kitori, visto il panico dimostrato non voleva che premesse per chiamare comunque Yato, rovinando così i suoi piani. No-non preoccuparti. Un solo svenimento può capitare, certo non è piacevole ma non è grave come sembra. Se ricapita, beh... Significa che l'evocazione non basta. Sorrise nervoso. Ma hey, c'è il topo, ci sei tu. Sono protetto abbastanza. Sorrise più sincero, anche se non nascondeva il suo stato turbato. Turbato per la missione in corso naturalmente, ma chi non gli avrebbe creduto se avesse detto che fosse stato turbato per la sua vita?

    Sapeva che Kitori aveva il suo turno da terminare, e non lo avrebbe trattenuto. Non preoccuparti. Ormai la creaturina qui ti ha visto, se dovesse succedere qualcosa scatterà sicuramente da te. Ormai ci fidiamo entrambi. Sorrise solare, impaziente di restarsene da solo nella stanza. Sarebbe andato nuovamente in bagno se non avesse avuto l'occasione di avere un po' di privacy, ma non appena fu solo, avrebbe composto un altra serie di sigilli, prima per creare un secondo frammento, e poi per far sì che, una volta arrivato da Yato, fosse entrato in lui, rinvigorendolo e potendo comunicare. [Tecniche] Che sta succedendo? Perchè non siamo già a casa? Avrebbe potuto controllare i dintorni lui stesso, senza interferire con le azioni del compagno, aspettando che gli venissero date nuove istruzioni. Avrebbe spiegato qual'era la sua situazione, mettendolo al corrente di tutto. Sperava solo che non ci fossero stati altri imprevisti. Sarà meglio che la tua nuova amica abbia un piano impeccabile per rubare la sua roba! E comunque rubare agli altri è sbagliato, noi ci stiamo solo riprendendo solo ciò che è già nostro!
  13. .

    Despite everything, it's still you

    I



    Prima di chiudere l'interfono, Raizen avrebbe potuto sentire la vocina di Youkai emettere un suono lamentoso. Più volte gli era stato detto che se avesse preso il suo lavoro tanto seriamente quanto i suoi esperimenti artistici, sarebbe probabilmente riuscito a ricevere diverse promozioni, ma il lavoro non era divertente quanto il suo hobby.

    Avrebbe aperto l'immensa porta distrattamente, anche se una volta richiusa alle sue spalle iniziò a sentire la tensione già presente nella stanza, ammutolendolo prima che potesse lamentarsi di essere stato interrotto in un momento importante. Allungò appena il collo verso la grande scrivania, osservando da lontano l'unico oggetto in bella vista, per poi scattare in avanti quando gli venne ordinato di sedersi, non nascondendo un certo timore. Non aveva ancora aperto bocca, segno che aveva intuito la serietà del momento. Si limitò ad annuire silenzioso, concentrandosi più sull'oggetto di fronte a lui che l'Hokage: in quei pochi momenti in cui si mostrava serio lo intimoriva non poco, e in generale significava che ciò di cui doveva parlare non poteva esser preso sotto gamba. Alzò lo sguardo solo quando gli venne avvicinata la gemma, invitandolo ad ispezionarla da vicino, cosa che fece con molta cautela, avvicinando la mano esitante e toccandola appena, prendendola poi in mano con più convinzione. Huh. Assottigliò lo sguardo, osservandola controluce come se potesse scrutarne l'interno. Sento... me? Più o meno. Avrebbe spiegato cosa intendeva se interpellato a riguardo. Um, la sensazione è simile a quando uso i miei frammenti di anima. E sento che quella che c'è dentro è indubbiamente la mia. Ma sembra... diversa? Avrebbe riflettuto un po' sulla cosa, cercando di spiegarla a modo suo. Un po' come uno sticker normale e uno coi glitter. Chiuse gli occhi ed annuì, soddisfatto del suo paragone.

    Non si aspettava che il percepirsi in quel modo aveva un significato così importante, restando a bocca aperta quando Raizen riassunse cosa c'era realmente all'interno. Sbattè gli occhi, con la gemma ora stretta a pugno nella sua mano, come avesse paura di farsela scappare. E che cos'è?? Devo- Devo entrare nella gemma e riavrò le mie memorie di questa vita? Raizen però lo incalzò con una domanda, fondamentale per capire la sua situazione.

    Youkai era agitato dalle notizie appena ricevute, lo si vedeva da come sembrasse star scomodo su quella sedia, e nonostante lo sguardo di Raizen fosse gentile e forse solo genuinamente curioso, la domanda era piuttosto difficile e personale per permettergli di sentirsi realmente a suo agio. Io sono... Esitò, osservando la gemma nella sua piccola mano, facendo saettare lo sguardo qua e là, incapace di concentrarsi a modo. Aggrottò le sopracciglia. Io sono Youkai. Borbottò, con decisione ma comunque distratto, quasi volesse convincersi della cosa. Sapere della Ribelle mi incuriosisce parecchio. Conoscere le mie vite precedenti mi incuriosisce. Forse quando ho abbandonato le mie memorie sapevo benissimo che sarebbe successo. Una specie di prova per vedere che via avrei scelto se non fossi stato influenzato da nulla. Le parole fluivano, dimostrando che aveva già pensato più volte a quella domanda, ponendosela da solo. Però so bene che non posso essere lei. La mia vita è differente. Sono ciò che è nato dopo, anche se mi è stato portato via quasi tutto. In un certo senso l'assassino era riuscito realmente ad ucciderlo, anche se non come sperava. E questo mi ha fatto pensare. Dopotutto, se ho dimenticato tutto, anche se è la stessa vita, come posso dire di essere la stessa persona? Tu dici che già ci conoscevamo, eppure non mi hai riconosciuto. Di certo l'esser passato da femmina a maschio non ha aiutato... ma avresti potuto riconoscere la mia personalità. Aveva lo sguardo basso, perlopiù fisso sulla gemma e sul poco che c'era nella stanza. Chiunque fossi prima... abbiamo fatto diverse esperienze. Nonostante sia rimasto a Konoha, e nonostante ti abbia incontrato di nuovo, le nostre vite erano probabilmente molto diverse.

    Avrebbe riposto la gemma, unendo le mani e strofinando i pollici, ancora nervoso. Vorrei ancora sapere cosa c'è nel mio passato. Incontrare le persone che conoscevo prima, sapere chi fossi, e quando capirò come, magari sistemare anche la mia anima e darle un corpo femminile. Sembrava ancora abbastanza deciso a riguardo, anche se si poteva leggere un barlume di insicurezza. Ma resterei comunque diverso. Sospirò, doveva crederci lui prima di chiunque altro. Non so se riuscirò mai ad essere realmente ciò che ero prima. Anche se di punto in bianco recuperassi le mie memorie, le mie nuove esperienze hanno cambiato ciò che avrei potuto essere. Accennò un sorrisetto poco convinto. Alla fine, a prescindere dalle memorie, sono sempre io. Voglio solo essere la mia versione migliore.
  14. .

    The Plan

    VII



    L'innocenza di Youkai lo portò a considerare il lato più positivo del suo commento da medico. Forse a ripensarci a modo c'era un qualcosa di deviato nelle sue parole, ma la sua missione al momento non era quella di giudicarlo, meglio non distrarsi. Non sapendo niente di come fosse il Paese del Vento se non grazie a qualche accenno da Feng, avrebbe scritto di provenire dal Fuoco. Avrebbe sorriso sotto la maschera, scribacchiando il suo commento: A papà interessa solo che sia felice, soprattutto vista la condizione in cui mi ritrovo. E poi, lavori in una Banca!! Ad un sacco di gente basta quello per decidere di tenerti in simpatia, anche se non li si più chiamare realmente amici. Ormai da parte sua si sentiva in sintonia, per non parlare di come non dovesse fingere nulla quando l'argomento si spostò ai fumetti, e gli occhi iniziarono a brillare. Prese a scrivere con foga, avendo finalmente trovato il suo argomento preferito. Ha un suo fumetto?? Ho letto tutte le sue apparizioni in Spiderboy, che è un sacco più famoso al Fuoco. Devo recuperare i suoi numeri mentre sono qui ad Ame. Se ci dovessero rivedere, mi ricorderò di portare qualche numero da prestarti. Almeno ti terranno compagnia durante le pause in Banca. Certo, se avessero realmente avuto una chance di rivedersi. Da un certo punto di vista Yato poteva aver ragione: Youkai non era abituato a quell'ambiente. Creare legami non era sicuro, e rischiava di portare alla rovina. Ma sarebbe riuscito a dimostrargli che, nel cercare di creare un legame più profondo, potevano forse avere un alleato d'emergenza? Certo, dire che il konohaniano lo stesse facendo per quel preciso motivo sarebbe stata una bugia. Ma lui ci credeva, che in ognuno ci fosse del buono, e che sotto sotto tutte le persone sapevano sempre qual'era la cosa giusta da fare, anche se c'era chi optava per una diversa strada. Riuscire a "salvare" almeno uno dei corrotti di Ame lo avrebbe reso più orgoglioso di recuperare il demone stesso.

    In camera, sapere di quella protezione extra del fuunjutsaro poteva rivelarsi utile. L'avrebbe condivisa con Yato una volta tornato a casa, calcolatore com'era lui sapeva sicuramente sfruttare quell'informazione meglio di Youkai. Lo stress che mostrò all'idea di doversi mascherare con la trasformazione era sincero, anche se non esattamente per i motivi che credeva Kitori. Mi sento già nervoso all'idea... Spero che non mi servirà più mascherarmi in questo modo. In quel momento si riferiva di più al suo attuale travestimento che a quello per il giorno dopo, ma il biondino non poteva saperlo. Se il piano fosse andato come previsto, avrebbe sicuramente pensato se raccontargli la verità prima o poi, almeno tramite una lettera, o un incontro sicuro fuori Ame. Era certo che sia Raizen che Yato sarebbero stati contrari all'idea... Ma sarebbe stato così male avere un alleato fidato all'interno di Ame, o salvare qualcuno dalla vita criminale per offrirgliene una più onesta?


    Il gran giorno era arrivato. Kai chiese al chitarrista una canzone che parlava di vittorie. Aveva bisogno della giusta spinta quella mattina. Non appena furono fuori dalla locanda, appartatosi, avrebbe usato la trasformazione, scegliendo un volto Uchiha. Il loro vantaggio era spesso quello di avere un volto anonimo, nonostante la fama che un tempo avevano a Konoha.
    Avrebbe quindi estratto il suo frammento d'anima, attaccandoselo addosso, in modo da esser pronto a trasferirlo a chi doveva senza dover mostrare sigilli nel bel mezzo della Banca. [Tecniche+Attivazione TS] Avrebbe quindi preceduto Yato anche se di poco, passando senza problemi i controlli e sistemandosi in attesa, con un giornale preso poco prima. Gli sarebbe servito non solo per distrarsi, ma anche per mascherare il suo svenimento. Per ora non avrebbe fatto altro che sfogliarlo in modo distratto, attendendo che Yato entrasse e, mentre passava oltre i controlli, sarebbe andato in bagno, nascondendosi quel poco che bastava per comporre un paio di sigilli, mentre faceva scivolare il suo frammento dal pavimento, ai piedi del compagno, fino ad entrare nella creatura. [TA] Ora poteva muovere liberamente il "topo", in realtà la reliquia. L'illusione di Yato sarebbe stata molto utile, considerati i goffi movimenti che successivamente sarebbe stato costretto a fare come vaso, mentre l'illusione lo avrebbe semplicemente mostrato come un "normale" topo semitrasparente.

    Youkai si sarebbe messo in posizione, giornale sul muso, leggermente stravaccato sulla sedia, mani nascoste dal giornale. Avrebbe anche estratto dal suo corpo parte del suo spirito, principalmente testa e braccia, per creare meglio l'illusione che si fosse addormentato. Difficilmente qualcuno sarebbe andato a disturbarlo, il suo unico problema poteva forse essere Kitori, col quale era pronto ad interagire. Se fosse arrivato prima del previsto, avrebbe re-inserito la sua anima al suo posto, chiacchierando cercando di essere tranquillo, pur mostrando una certa agitazione, che come detto la sera prima era data dal doversi camuffare. Ma confidava che Yato avrebbe fatto in fretta, considerando la sua esperienza di spionaggio qualche giorno prima.

    Il frammento invece attese che Yato pronunciasse la parola trappola, per saltar giù col favore della nebbia. Con un rapido gesto, si sarebbe spinto verso la vera reliquia, trascinandosi in modo da mantenere il piedistallo sempre premuto, e cambiandosi di posto non appena la vera reliquia iniziò a cadere. Il suo alleato impiegò poco a mutare la nuova reliquia facendola apparire come un topo, e la finta evocazione potè tornare rapidamente dal suo padrone, passando dal basso e arrampicandosi all'interno del mantello. Non appena la vera reliquia fu in mano loro, il vero Youkai si sarebbe alzato in piedi, ovunque fosse, che stesse o meno parlando con Kitori, scusandosi dicendo di volere andare in bagno... Ed estraendo tutta la sua anima dal corpo, ben nascosta nel pavimento, sarebbe collassato dopo pochi passi. Il cuore e i polmoni completamente immobili.

    Se Kitori non avesse reagito come previsto, ovvero controllandolo e cercando di richiamare quello che sapeva essere il dottore (dopotutto Youkai gli aveva detto che era una delle due guardie che seguivano il loro prezioso cliente), sarebbe stato il suo stesso frammento, tramite il topo, a dare il segnale a Yato che, come concordato la sera prima, gli serviva per sapere che il suo paziente aveva avuto un attacco. La via di fuga perfetta, o almeno così sperava. Qualora fossero stati vicini, il topo-reliquia si sarebbe mosso verso Youkai, restandovi vicino in modo che potesse custodirla. Avrebbe permesso al dottore di fare una finta manovra per salvarlo, rigorosamente dal pavimento (avrebbe reso più semplice il tornare nel suo corpo) e avrebbe posseduto nuovamente il suo corpo, iniziando a tossire per la mancanza d'aria. M-Mi dispiace... Avrebbe borbottato, come se fosse consapevole di aver interrotto un importante impegno. H-Ho paura. Ammise. Era un'ottima recita, considerando il sudore freddo, l'iperventilazione il cuore che batteva all'impazzata e lo sguardo vagamente sgranato. Certo, la sua paura non era realmente quella di morire per la sua finta malattia, ma quella di essere scoperto proprio lì in mezzo alla banca. Come insegnava Raizen, recitare era solo una questione di mezze verità. Strinse a sè il "topo", insistendo per tornare alla sua stanza, dove c'erano le presunte macchine salvavita.

    Se tutto fosse andato liscio, in poco tempo sarebbero stati nuovamente alla locanda. Con la reliquia in loro possesso. E, forse, ancora nessun sospetto. La scarica di adrenalina che aveva provato per un colpo simile era qualcosa che aveva provato solamente quando aveva attivato il suo Vuoto. Cosa che, se avessero avuto successo, una volta chiusi nella loro stanza lo avrebbe portato a ridere sguaiato per una decina di minuti buoni, non riuscendo a controllarsi finchè non avesse scaricato tutta la tensione. La loro impresa, se impeccabile, sarebbe stata motivo di invidia di molti.
  15. .

    La prima Prova

    III



    C'era sempre un certo orgoglio nel ricevere quegli impercettibili complimenti da Ogen. In un certo senso era allenamento anche quello: se non prestava sempre la massima attenzione rischiava di non notarli, e questo l'avrebbe sicuramente aiutata a notare ogni minima reazione facciale di chiunque altro avesse avuto a che fare. E un po' tutti gli addestramenti che comprendevano l'ego avevano una spinta in più... Un po' come quello che le aveva preparato Febh.

    Hebiko fulminò lo Yakushi, controllando il suo tono di voce per evitare scenate di fronte ad ospiti ancora sconosciuti. No, naturalmente. Replicò, sibilando appena. Mi sembra semplicemente sospetto che un qualsiasi tipo di addestramento da parte tua possa essere di natura meditativa o lasciarmi tutto il tempo che voglio per impararlo. La sua espressione mutò in un flirt provocatorio, con un tono di voce timido, un qualcosa di alieno per la vecchia sè.

    Oppure mi stai forse confessando che ti ho addolcito?



    Gli fece occhi da cerbiatta prima di tornare a concentrarsi sul suo lavoro, cambiando completamente atteggiamento in una frazione di secondo, ma osservando con la coda dell'occhio la sua reazione. Un vago accenno di timidezza o sorpresa le avrebbe fatto apparire un ghigno soddisfatto sul volto.

    Era stato abbastanza facile intuire che si trattasse del chakra (dopotutto Febh non mancava di vantarsi dei propri talenti, e lo conosceva abbastanza bene per poter capire quali fossero reali e quali si fosse inventato ad hoc per la persona di fronte a sè), ma non sembrava afferrare il concetto di quel preciso addestramento. Almeno finchè non le ricordò il suo anno infernale. Oooh.... Ma certo, gli Hebiton! Pensavo ti servisse solamente potenziarmi per usarmi come arma a tradimento! Esclamò eccitata, cercando di comprendere come usare al meglio quell'informazione. Dopotutto io sono fatta di serpenti, non è improbabile pensare che anche il mio chakra sia adattato al mio corpo. Se tu sei riuscito ad usarlo come un serpente, immagina cosa posso fare io! Sì, un pochino si stava vantando volontariamente, ma dopotutto era una questione di logica e, vista la sua anatomia, anche un po' di orgoglio.

    Come incantata, osservò l'esecuzione della tecnica, ascoltando con avarizia tutte le informazioni, iniziando già a pensare come replicarle per sè stessa. Sibilò alle sue provocazioni con gioia, raddrizzando la schiena e ricambiando il sorriso di sfida. Sei troppo generoso, prima o poi mi costringerai a ricambiare il favore. E poi il sorriso dello Yakushi mutò. E l'espressione di Hebiko, che ora aveva compreso, si spense all'improvviso. Oh. Ecco il vero addestramento. Tenendosi ben salda al bastone, riuscì a rimanerne appesa quando il terreno sotto ai suoi piedi svanì, facendosi sfuggire solamente un versetto acuto. Hai visto che avevo ragione? Non sei tipo da meditazioni. L'odore che proveniva dal basso non era affatto piacevole, ma dubitava che la punizione si limitasse a quello, soprattutto considerando le abilità generative di entrambi (anche se gli Yakushi erano indubbiamente superiori, la sua Muta aveva poco da invidiargli). Ugh, c'è dell'acido lì sotto, non è vero? Diede un'occhiata veloce, tornando a concentrarsi sul Consigliere, con espressione infastidita. Lo sapevo, tu come tutti gli altri non cercate di far altro se non spogliarmi! Era perfettamente consapevole che non fosse vero. Ma, se Febh aveva realmente buttato nel mischione degli acidi, forse aveva dimenticato che oltre a sciogliere la pelle della sua adorata allieva, anche la delicata seta che la ricopriva ne avrebbe risentito. Cercare di addolcire un addestramento, soprattutto considerando che c'era un ospite nei paraggi palesemente interessato a lei, era fondamentale. Purtroppo, se anche avesse convinto Febh, dubitava sarebbe riuscita a fare lo stesso con Ssalar. Ah, Ssalar, il mio principino. Commentò con voce spezzata. Guarda cosa ti costringono a fare. Non preoccuparti, ti difenderò io da quel mostro, tu pensa solo a... non fare quello che ti ha chiesto. Aveva quasi gli occhi lucidi, pur senza effetto: poteva giurare di percepire il suo sorriso sadico crescere a dismisura. Di certo era offeso perchè per uno degli ultimi photoshoot aveva trovato solo tessuti di bassa qualità. Non avrebbe più fatto un simile errore.

    Aggrappata come meglio poteva a quel misero bastone, dovette concentrarsi su come utilizzare il chakra nel modo indicato. Aveva parlato di istinto, ma era una cosa che lei usava di continuo, e ancora non era mai riuscita ad "inventare" qualcosa grazie ad esso. Di certo non bastava. Facendo dei respiri profondi (a volte soffocati dai fumi provenienti dal basso) chiuse gli occhi, e come faceva durante la yoga, iniziò a rilassarsi per poter percepire ogni parte del suo corpo, sentirne il chakra fluire ovunque. Lei era uno, ma era tanti. Il suo corpo era quello di un singolo "serpente", ma era anche composto da migliaia di diversi serpenti. Il suo chakra avrebbe potuto fare la stessa cosa. Non filamenti però, sapeva che non sarebbe bastato. Doveva sfruttare l'istinto, ma nel modo in cui le era stato ordinato. Controllare l'istinto non era per niente facile, dato che ciò che suggeriva era ovviamente di allungare gli arti e avvolgersi a modo al bastone. No, si erano addestrati anche nell'utilizzare meno abilità possibili. Doveva convincere sè stessa che in quel momento muovere il proprio corpo non era possibile, e che invece solo la sua energia interiore poteva salvarla. Il suo chakra si accumulò in tutto il corpo, facendo apparire per qualche momento la testa di un grosso serpente, l'accumulo di tutto il suo chakra. Lo riassorbì in fretta, concentrando invece solo parte di quel potere nel braccio appeso, usando il chakra stesso non solo come estensione, ma come se fosse il suo stesso arto. Ancora aveva la forma della sua mano, anche se sembravano semi visibili dei piccolissimi serpenti mischiati ad esso, ma una sorta di braccio fantasma composto di chakra era ora avvolto al bastone. Resistere non sarebbe stato semplice, doveva minuziosamente aumentare la presa senza però sacrificare il bastone stesso.

    I primi pesi attaccatele a tradimento le fecero sfuggire un secondo gridolino, quel brusco cambio di peso era decisamente più del previsto. E la presa ne aveva risentito. Il chakra che la manteneva appesa era diventato più instabile e fragile. Aumentarne la potenza sarebbe stato problematico, visto che non solo la sua stretta ma ora anche il peso extra sembravano avere un pessimo effetto su quella sua sottile ancora di salvezza. Tre rapidi sospiri, un cambio di braccio per scaricare la tensione, e rilasciò stavolta più chakra, ricoprendo il bastone quasi della sua interezza, in modo da avere più appoggio e scaricarne meglio il peso. Stavolta era riuscita a mutare quel braccio di chakra facendo apparire delle scaglie. Era sicura che riuscire a dargli la forma di un serpente vero e proprio avrebbe aiutato con la potenza e la precisione di quella sua presa di salvezza. Sbuffando appena, soprattutto per il fastidio di quel peso extra, puntò lo sguardo verso il Consigliere. Sai... Sto iniziando ad annoiarmi. Perchè non mi racconti qualcosa, mentre aspettiamo che tutto questo finisca? Ansimò appena. Aveva bisogno di distrarsi un minimo per non sentire la fatica e smettere di percepire secondo per secondo, rendendo il tempo più dolorosamente lungo di quanto non fosse.

    Altri pesi le vennero attaccati addosso, facendola sudare freddo. Fe-Febh. Il bastone... Non regge il peso extra. Aveva già sentito degli scricchiolìì sospetti, e sospettava anche che Ssalar avesse esagerato con la quantità di peso, o perlomeno sperava che non fosse sua intenzione far sì che il bastone si spezzasse a prescindere da quanto lei fosse stata precisa. Oh no, non oseresti... Oh sì, avrebbe osato eccome. Ne aveva avuto la prova per un anno intero. Ma non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione. Doveva portare pazienza però. Quel peso ancora lo reggeva, ma doveva tenersi pronta per l'inevitabile rottura che presto sarebbe stata causata da quel peso. E, non appena Ssalar si avvicinò per attaccarle le ultime manette ai piedi, sapendo che non avrebbe avuto una seconda chance, si sarebbe lasciata andare all'istinto così come consigliato: avrebbe posato entrambe le mani sul bastone, rilasciando stavolta due serpenti luminosi di chakra, che avvolgevano il bastone e loro stessi, piantando i denti ai limiti della botola, così da scaricare il peso non solo sul misero bastone ma sul terreno stesso, permettendo a quell'unica ancora di salvezza di resistere gli ultimi minuti necessari, mentre lei consumava con minuzia goccia dopo goccia del suo chakra, non una di troppo, non una di meno. Quell'equilibrio era fondamentale per evitare di doversi presentare in condizioni a dir poco orribili verso il nuovo ospite.


    Che avesse salvato la sua dignità o che fosse stata costretta a presentarsi nel peggior modo possibile a chissà chi (e considerandolo ospite di Ogen, un probabilmente importante chissà chi), come previsto sarebbe stato lui ad avvicinarsi, mentre la kunoichi riprendeva fiato, dedicandogli un delicato inchino di saluto e ringraziamento per i suoi complimenti. Grata di averla allietata con uno spettacolo di suo gusto. In piedi, al fianco di Febh, reagì con moderata sorpresa alle parole (e presentazione) di Aji Tae. Vedo che la mia fama mi precede. La stavo aspettando, Aji-san. Non avrebbe impedito a Febh di fare alcuno dei suoi commenti, anche se roteò gli occhi alla sua bizzarra idea di orgoglio della sua allieva. Ma far scontrare il nuovo arrivato con qualcuno che, anche se a modo suo, aveva se non altro fatto intendere che fosse la sua protetta, non avrebbe fatto altro che elevare la sua importanza e sicurezza. Se Aji Tae voleva farle qualche tiro mancino, ora aveva la certezza che lo Yakushi, e forse tutta la casata, sarebbero stati conto di lui.

    Sarebbe stato complesso eliminare del tutto il leggero accenno di sorpresa nelle sue parole. Dopo la loro avventura, sapeva bene che l'Asceso l'avrebbe presto raggiunta, dopotutto Kaji era uscito dall'inferno, ma senza un corpo da possedere era ancora prigioniero della sua spada. Di certo non si aspettava che fosse così informato sul suo conto. Capisco. Ha fatto le sue ricerche. Si sarebbe voltata verso Ogen, anticipando un inchino alla sua richiesta. Se non è troppo disturbo, vorrei far preparare una delle stanze del the. Vorrei concedere al suo ospite parte del mio tempo. Ottenuto il permesso, si sarebbe rivolta invece al Consigliere. Febh, anche tu. Aji Tae non può confrontarsi solamente con metà del suo associato. Non aveva nulla da nascondere, perlomeno non agli Yakushi, al peggio ricordi imbarazzanti delle sue avventure da teenager. Di certo nulla che potesse giustificare il privarsi di due menti informate come i due Yakushi. Se voleva liberare Sylas e trovare una soluzione per Naga, aveva bisogno dell'aiuto di ognuno dei suoi alleati. Oh, naturalmente è libero di approvare o negare la presenza di Ogen nella stanza. Ma sarebbe rude cacciare la padrona di casa dalla propria dimora. Dopotutto è un suo ospite, e stiamo già rubando tempo prezioso che avreste potuto godervi da soli. Attese la sua risposta, voltandosi con grazia per incamminarsi all'interno.


    All'interno, si sarebbe presa tutto il tempo necessario per eseguire a dovere la cerimonia del the. Gli insegnamenti di Ogen l'avevano aiutata a raffinarla, ma la sua passione per la cosa le aveva dato un grosso vantaggio iniziale. Aveva sempre amato il the e il rituale che lo precedeva, una forma di meditazione che la aiutava a rilassarsi. E, visti gli argomenti presentati, fondamentale in quel momento. Con pazienza, avrebbe versato il the a tutti i presenti, una miscela scelta appositamente delle migliori erbe di Oto. Dopo aver preso un singolo sorso, il primo assaggio, un po' per dimostrare all'ospite della sicurezza di quella bevanda, si sarebbe rimessa elegantemente in posa, seduta ordinata di fronte a quel basso tavolino da the. Come ha già detto, è vero che il suo associato è fisicamente sotto la mia custodia. Volontaria o meno, dato che temeva che qualcosa fosse andato storto nel suo piano se era finito incastrato nella sua spada, invece di essere libero all'uscita. Ma non solo io ho in mano il suo destino. Sia Febh, sia il mio adorato compagno, hanno contribuito alla sua liberazione dall'Aldilà. Avrebbe messo in chiaro, osservando con espressione neutra le possibili reazioni di Aji Tae. Dubitava che non fosse preparato ad una simile risposta. Naturalmente nessuno di noi vuole tenerlo prigioniero per sempre. Se permette... Inclinò la testa quanto bastava per far sbucare l'elsa ed estrarre, con innaturale grazie ed eleganza considerato il gesto, la Kusanagi dalla sua bocca. Sapeva bene quanto alcune delle sue abilità potessero essere disgustose, ed aveva imparato come rendere la cosa un trucco da illusionista. Mantenne la spada in bella vista per qualche secondo, posandola infine sulle sue gambe. Ascolterò con attenzione le informazioni che ha da darmi. Se mi soddisferanno, sarò disposta a dare il consenso per il vostro colloquio. La Kusanagi resterà in mano mia. Se il suo interesse riguarda invece la sua liberazione... Lo sguardo si indurì appena. ...allora spero che le sue informazioni siano realmente preziose. Avrò bisogno di una discreta spinta per convincere Febh e non avere guai con il mio compagno per una simile decisione. Assunse un'espressione più preoccupata, con un triste sospiro. L'aria da perfetta vittima che dava l'impressione di non aver controllo sulla situazione senza che Aji Tae cedesse le sue informazioni, quando la realtà che aveva dimostrato era ben diversa. Di certo avrebbe colto il messaggio. Tutto dipendeva da lei, e se la conosceva realmente non solo per nome ma anche per fama, sapeva sicuramente quanta influenza avesse su Febh, e probabilmente anche quanto lui fosse restio su tutto ciò che riguardava Kaji.


    Edited by Waket - 19/1/2023, 19:29
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