Alle domande del ragazzo, Ato emise un lungo sospiro e chinò la testa. Trascorsero alcuni lunghi momenti, prima che la rialzasse e prendesse fiato.
«Mi sto rammollendo, non riesco più a tenere nemmeno il minimo segreto per me » disse, un mezzo sorriso amaro che gli incurvava un angolo della bocca. «Non si tratta di memoria fotografica, d'accordo. Si tratta di una droga. Hai presente quella storia dell'essere umano che utilizza solo il 10% del proprio cervello? Ecco, alcune piante officinali, se opportunamente preparate, possono arrivare a raddoppiare le tue capacità cognitive, ragionamento, memoria. Io non ho una memoria fotografica, anzi. Sono gli infusi che bevo tutti i giorni prima di andare in quella bettola, a regalarmi per qualche ora la capacità di ricordare anche il più piccolo dettaglio. Con un... Con una controindicazione. Quando finisce l'effetto, è come se un muro si richiudesse sopra di me. E' una sensazione tremenda, tornare a pensare come gli esseri umani normali. Come toccare il cielo con un dito e poi ricadere a terra di schiena. In pratica, passo un paio d'ore in cui non riesco a capire veramente nulla. Potrei essere malmenato a sangue e me ne accorgerei solo la mattina dopo. E la cosa peggiore... E la cosa peggiore è che posso diventare intelligente quanto voglio, ma non riesco a venirne a capo lo stesso. Comunque, per rispondere alla tua domanda... Quando è avvenuto l'avvelenamento, mi stavo riprendendo da un trip.» Il sorrisetto si tramutò in una smorfia, mentre una singola, grossa lacrima gli scendeva da un occhio. «Non riesco a perdonarmelo... Se avessi avuto la prontezza di riflessi e avessi agito subito, adesso mia figlia sarebbe qui con noi a conversare.»
Il laboratorio del farmacista si trovava dall'altra parte di Konoha, in periferia. Era una piccola casupola, incuneata fra due edifici che con tutta probabilità fungevano da magazzino e occasionalmente da centro dello spaccio di stupefacenti: non ci sarebbe stato da meravigliarsi, se anche in questa attività fosse stato presente lo zampino di Tensi Hakura. La porta del laboratorio era socchiusa: l'avventore che, noncurante del cartello "Chiuso" appeso fuori dalla porta, avesse deciso di entrare, sarebbe stato per prima cosa accolto da un intenso aroma di erbe, misto all'acre odore dell'ammoniaca. La stanza era fiocamente illuminata da un paio di lanterne dai vetri scuri: un tavolo rotondo capeggiava al centro, ricoperto di ogni sorta di attrezzo per l'arte erboristica. Addossati alle pareti, alcuni scaffali su cui era poggiata una collezione di barattoli contenenti liquidi dai colori più disparati. All'interno di ogni barattolo galleggiava un qualcosa dall'aspetto piuttosto raccapricciante. Nessun suono proveniva dall'interno, se non il sommesso ticchettare di un orologio lasciato chissà dove: il farmacista pareva effettivamente non essere in casa.
/* OT: Come concertato con Xander, prendo io le redini per questi due-tre post conclusivi. Decidi cosa fare, la mia risposta sarà più o meno articolata conseguentemente alle tue azioni. */ |