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S.O.M.A
Crisi di acquePrese la lettera del Mizukage, riponendola con furia in una tasca senza curarsi di aprirla e leggerne il contenuto. Rispose al kiriano annuendo freneticamente «Sisi, ottimo.» La sua mente era chiaramente rivolta ad altro, e, come si poteva facilmente immaginare, quel qualcosa era l'alcool. I marinai aveva bellamente ignorato la sua richiesta, lasciandolo che il dubbio e la crisi di astinenza lo divorassero. Konoha si era affidata a lui e Torke per quella missione e, giudicando l'invio di solo due genin, non la riteneva di fondamentale importanza ma fallire avrebbe portato un suo nuovo rientro nel dimenticatoio del villaggio. A dire il vero finora non gli era mai dispiaciuto, ma ultimamente la vita del reietto aveva cominciato a stargli un po' stretta. Oppure erano effetti dell'alcool anche quelli.
L'ubriacone si riunì ai suoi compagni giusto in tempo per sentire il piano di Torke. Ormai il suo viso era diventanto vistosamente pallido e la sua fronte si era arricchita di vene, probabilmente dovute al nervosismo. Rimase quindi in silenzio, lasciando il suo compagno di villaggio finire e udendo anche il logorroico discorso di Keiji. Forse nel suo stato non riusciva a sopportare due parole messe di fila, ma il kiriano sembrò raccontare l'intera storia della sua vita che, bendaggi a parte, sembrava molto più lunga di quella del giovane shinobi. Storse leggermente la bocca, se pur rimanendo in silenzio, sentendo come la possibilità di far esplodere l'entrata. Il vero obiettivo della missione era situato, almeno da quanto riportato, ad un paio di chilometri sotto il fondale e l'invasione delle acqua nella cabina, escludendo la possibile presenza di speciali meccanismi, avrebbe sicuramente compromesso la loro discesa portando al fallimento della missione oppure all'annegamento. Rimase quindi nel suo silenzio, per poi dirigersi verso una delle due imbarcazioni. Iniziava già a sentire la tensione che attanagliava gli altri membri dell'equipaggio, anche se non sarebbero stati loro ad immergersi.[ ... ]
Gli vennero fornite delle avanzate mute, i marinai garantirono loro un'efficacia fino ai cento metri di profondità, mostrando come nel casco fossero integrati dei microfoni per permettere la comunicazione con gli altri soggetti sommersi. Indossarla non fu un problema, ma, forse a causa dell'ansia, Ryo trovò un po' di difficoltà ad adattare i suoi movimenti al nuovo indumento protettivo. Non era terrorizzato dalle profondità del mare, non era terrorizzato dalla possibilità di fallire, i suoi pensieri erano rivolti alla crisi che lo stava investendo. Non gli era mai capitato di rimanere così tanto tempo senza una bevuta ed ora non aveva la minima idea di cosa potesse accadergli. Anche il mal di mare, durante il breve viaggio, rimase in secondo piano, sconfitto dalla preoccupazione. Una volta giunti al punto di sgancio, il giovane non attese nessun segnale da parte dei compagni, buttandosi nelle acque. Non vedeva l'ora di arrivare a capo di quella situazione, cercando di velocizzare il tutto.
Nelle acque sentì solamente l'ovattato rumore delle sue bracciate, il suo respiro affannoso e il fragore dei tuffi degli altri suoi compagni. Poté chiaramente distinguere il rumore del tuffo di Torke da quello di Keiji, dato l'enorme massa del suo compagno della Foglia. Attese i suoi compagni, per poi dirigersi insieme a loro verso l'oscurità del fondale.
In lontananza fu possibile distinguere una leggera anomalia. Infatti l'oscurità si interrompeva, o meglio affievoliva, in un determinato confine che, se pur la luce rasentava l'assenza, indicava il ritrovamento della carcassa metallica. Il giovane si avvicinò fino a cinque metri di distanza, notando le alghe e il calcare troneggiavano sull'ascensore. Definire da quanto tempo si trovasse lì quell'apparecchiatura fu a lui completamente ignoto ma, giudicando il suo stato, non sembrava molto recente. In quell'oscurità, il container sembrava sospeso, anche se ancorato al fondale.
Lasciò quindi la fase di esplorazione a Keiji, ascoltando il suo rapporto sullo stato del meccanismo di apertura. La sua idea sembrò molto valida, d'altronde erano tre shinobi, di cui uno poteva vantare una notevole massa muscolare, e non forzare la serratura sarebbe sembrata un'ingenuità. «Bene.» Si limitò ad esprimere. Avrebbe aiutato a forzare l'apertura nel caso ce ne fosse stato bisogno e, nel caso di successo, sarebbe entrato per primo aiutando dall'interno l'ingresso dei soi compagni.
Nel caso in cui la forzatura della porta non avresse portato nessun risulato avrebbe espresso la sua opinione, cercando di fermare il posizionamento delle cartebomba da parte dei suoi compagni. «Fermi.» La sua voce si fece più decisa, anche se era possibile udire un sottile strato di sofferenza. «Se facciamo saltare la porta, chi ci garantisce che la struttura rimanga intatta anche per la risalita? » Effettivamente aveva esposto ciò che poteva essere balzato in mente anche agli altri membri. Non possedeva altre valide alternativa, ma voleva fare in modo che anche questa possibilità prevedesse un piano per un corretto e prudente ritorno.
La muta non riuscì a separarlo dal freddo delle profondità, i brividi lo tormentavano di tanto in tanto. Deglutì nervoso, ormai era arrivato lontanto e anche se fosse ritornato in superfice non avrebbe ottenuto nessun tipo di liquore da nessuno. Tanto valeva osservare quanto sarebbe resistito senza il potente "afrodisiaco". Spostò lo sguardo sulla sua mano destra, vedendola freneticamente tremare. -
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Domani arriva il post che ora devo tornare in coma! -
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Postato allo Spettro, chiedo scusa per il ritardo ma lavoro e febbre mi hanno messo le ruote tra i bastoni. -
.Postato allo spettro, di sicuro nessuno viene con me ad aiutare Ryo, ma ci ho provato.
Danke!
Io guardo se riesco a fare un miracolo e postare stasera, se no domani sera/sabato mattina. -
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A me va bene, tenete conto che venerdì sera/sabato mattina posto. -
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Incontri di Sangue
Tortura lo spettatoreLa donna incominciò a dare qualche segno di vita. Le cure che Sho gli aveva diligentemente applicato avevano iniziato a fare effetto, migliorando notevolmente le ferite subite. Ryo non gioì di certo a quella visione, sapeva che era strettamente legata all'inizio dell'azione. Mandò giù un altro sorso, stava cercando di assumere una quantità tale da renderlo almeno brillo. Si fermò invece ad osservare gli insetti della kuonoichi che andava a posizionarsi in determinati punti, non riuscì a capire il loro intento, magari sarebbero serviti come ulteriore strumento di tortura, ma capì comunque che non erano un buon segno. Nel frattempo, vedendo che la donna stava dando segni di ripresa, il chunin della Foglia cominciò ad eseguire la sua mansione. Ancorò saldamente la donna alla sedia, sfruttando i nodi che aveva precedentemente eseguito suo fratello, imbavagliandola. O meglio, le fece quasi ingoiare un canovaccio. Infine, tanto per rincarare la dose, la colpì con un paio di schiaffi. Un inizio a dir poco brillante che dava spazio a numerosi pensieri su come si sarebbe evoluta la situazione.
Dopo essere stata colpita, la ragazza si riprese completamente andando in preda al panico. Ritrovarsi dopo una forte esplosione seduta lì, circondata da faccia sconosciute non fu proprio il massimo. Ryo si limitò ad osservarla, sempre impassibile anche se in realtà provava una certa pietà. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del più anziano dei fratelli Saitama, la tortura era quindi iniziata. Iniziò una serie di inquietanti affermazioni, Sho stava letteralmente giocando con le emozioni della prigioniera, una freddezza unica nel suo genere. Ryo deglutì, totalmente assorto nella scena. Aveva creato un ambiente vuoto, non aveva con se molti strumenti, ma comunque riusciva a terrorizzare il suo paziente. Dopo poco, ai vari gemiti di terrore si unirono anche quelli di dolore. Sho aveva iniziato a martellare le dita della donna, colpì ben mirati e duri che riempivano la stanza di sordi tonfi.
Proprio alla fine della prima fase di tortura Sho si rivolse all'ubriaco. Quest'ultimo si fece ancor più vicino al muro, come se lo sguardo del chunin lo stesse schiacciando. Aveva riservato un compito anche per lui, uno dove doveva stare in stretto contatto con la vittima. Guardò sconsolato la sua bottiglia, per poi riporla. «Non sono io quello da torturare.» Si limitò ad esprimere con aria rassegnata. La serietà con la quale era stato interpellato fu abbondantemente sufficiente a fargli capire quanto non avesse possibilità di scelta. Ormai era dentro quella stanza insieme ai suoi compagni e la prigioniera. Si avvicinò quindi al torturatore, raccogliendo la fialetta, per poi posizionarsi alle spalle della donna. Il suo sguardo non poté non fermarsi sulle menomate dita. Un lungo sospiro prima di distogliere lo sguardo e, involontariamente, spostandolo verso Sho che nel frattempo stava cucendo le palpebra della sventurata. Distolse velocemente lo sguardo, finendo per guardare il soffitto. Avrebbe dovuto somministrare una goccia in entrambi gli occhi, ciò significa che in qualche modo doveva osservare. Strinse i pugni, schioccando la lingua, stufato e impaurito. Forse lei lo stava guardando, non riusciva a capire, si limitò soltanto a mettere le gocce negli intervalli di tempo prestabiliti, spostando lo sguardo di tanto in tanto. La ciliegina sulla torta fu innescata dalla seconda parte del trattamento. Sho si era infatti messo a staccare, tirando con delle pinze, le dita della malcapitata. Una visione a dir poco atroce, condita dalle urla di dolore, se pur soffocate, che avevano iniziato ad essere una fastidiosissima costante. Distogliere numerose volte lo sguardo aiutò lo stomaco del giovane, anche se per somministrare quella specie di collirio doveva comunque posare lo sguardo sulle varie scene. «Nove e die...» Stoppò il conteggio dei secondi, fermandosi sorpreso. Vari schizzi di sangue lo aveva investito, macchiandogli viso e vesti. Rimase immobile per qualche istante, con lo sguardo fisso sull'enorme ferita che aveva provocato quella fuoriuscita. Purtroppo, non era ancora finita. Freddo e spietato Sho stava procedendo con una nuova fase della sua tortura. In un men che non si dica, stava spellando la prigioniera. Aveva effettuato un taglio nel braccio e da lì era partito tirando verso il polso, provocando le urla terrorizzanti, di pura agonia, della donna. «Coff! Coff!» Il giovane tossì, sentendo il sapore amaro del vomito in bocca, il tutto dimenticandosi di somministrare il siero negli occhi della malcapitata..
Riuscì a deglutire numerose volte, resistendo fino alla fine del trattamento. Proprio lì sentì un nuovo strattone, stavolta non sarebbe riuscito a resistervi. Uscì dalla stanza, per poi rimettere pochi metri dopo l'entrata. Non si curò di eventuali spettatori, forse Oda era lì presente, ma non fu certo una cosa piacevole. Ryo Iwao era coperto di sangue, non suo, e dal pallore del suo viso si poteva di certo dire che aveva assistito a qualcosa di anormale.
Rientrò poco dopo, pallido come un morto. «Coff! Coff!» Tossiva ancora, segnalando il suo rientro agli altri. Non subì quel diabolico trattamento, per fortuna, ma da così vicino quella abominevole visione riuscì comunque a far sentire lui il torturato di turno. -
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Sei un folle quasi quanto Freezer.
Mii metto sul post alle prigioni. Per quanto riguarda lo spettro dovrei farcela in serata, altrimenti slitta tutto a mercoledì sera. -
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Dedicata al nuovo personaggio di [tag:Tupazzo] -
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Incontri di Sangue
Bevi per dimenticareInsomma, tra tutti quei buoni propositi, tra i quali il tenersi sobrio, e tutto quell'impegno nell'eseguire ciò che gli venne detto, il suo aiuto fu inutile. Come del resto fu inutile anche l'aiuto degli altri due chunin. L'unica consolazione poteva essere il fatto di non aver mandato all'aria tutto, anche se sarebbe stata un'impresa alquanto difficile. Infatti, l'Aburame rivelò il suo piano o, meglio, lo eseguì senza aver dato agli altri una minima informazione. Ryo, dopo aver notato qualche strano movimento dell'uomo, fece qualche passo per avvicinarsi e vedere meglio la scena. L'uomo si rivelò essere un clone di insetti, tanti esseri preso il volo da quel punto, lasciando di stucco sia la donna sospetta che il resto del gruppo. Nella sua breve carriere avevano notato cose strane, ma non era mai stato così fortunato da vedere un Aburame all'azione. Adesso mancava soltanto un componente all'appello, l'Aburame stessa.
Qualche instante dopo, dietro la donna, qualcosa stava accadendo anche se non riuscì a vedere bene i dettagli. La fontana al centro della piazza scomparve, lasciando il suo posto alla kunoichi stessa. Era riuscita a trasformasi in qualcosa di unico e poco scontato, mimetizzandosi perfettamente senza lasciare alcun sospetto. Chiaramente, chi ci rimise da tutta questa pianificata strategia fu proprio la donna che aveva raccolto la busta. Un forte scoppio la investì, lasciandola priva di sensi e con evidenti ferite. Ryo corse verso il luogo dell'esplosione, la sua aria era impassibile come sempre, quasi come non gli importasse di ciò che aveva appena visto, ma dentro di lui iniziò a fiorire qualche rammarico. Aveva nuovamente assaggiato il sapore dell'azione e, adesso che non era rimasto molto da fare, si sentiva quasi deluso.
Annuì, accettando di aiutare il trasporto della donna alle prigioni. Di sicuro la donna non avrebbe passato del buon tempo all'interno di quelle stanze, ma di già era in una situazione tale da non poter esprimere le proprie opinioni. Estorcere informazioni era uno dei doveri di uno shinobi, la tortura poteva essere un mezzo alternativo e, dato la compagnia, sembrava il metodo più affabile. Insomma, dopo quella notte molto probabilmente avrebbe avuto nuovi ricordi da scacciare con qualche bevuta.[ ... ]
Una volta arrivati alle prigioni vi furono nuove direttive. Sho, il più vecchio dei due fratelli, volle allontanare il fratello minore, quasi per proteggerlo da ciò che poteva succedere oppure da ciò che sarebbe diventato. Eppure fu una sensazione strana, di primo acchito non sembrò un ninja incline alla violenza, ma, è risaputo, alcuni sono disposti a tutto pur di potere a termine il proprio dovere. Ryo, si limitò ad appoggiare il corpo della donna su un sedia al centro della stanza. Trasportare quel corpo in quella breve distanza non fu di certo un compito arduo, ma vedersi quelle ferite di bruciatura a stretto contatto non fu di certo un toccasana.
Una volta scaricato il pacco si allontanò di qualche passo, per poi posizionarsi dietro il tavolo e spalle appoggiate al muro, in modo da trovarsi davanti la futura interrogata e non dare intralcio a chi doveva lavorarsela. Con un cenno salutò il giovane, che acconsentì ad uscire dalla stanza. Nel frattempo osservò Sho rimettere in sesto la donna, di certo tutte quelle ferite curate sarebbero state poi una futura arma contro di lei, per poi allungare la mano al taschino ed estrarre la sua fidata bottiglia. La osservò per qualche istante, c'era ancora abbastanza liquido per finire la nottata in bellezza. Sospirò rassicurato e fece per buttare giù un sorso. Di lì a poco, molto probabilmente, sarebbero successe cose poco felice, per utilizzare un eufemismo, meglio prepararsi per tempo. Chi può dirlo, magari da ubriaco si sarebbe fatto qualche risata. -
.Io devo riflettere, non so quanto sia saggio lasciare quell'ubriacone di Ryo da solo
Ma scherzi? Vai tranquillo che andrà tutto bene.SPOILER (clicca per visualizzare) -
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Postato! Sorry Tupazzaccio se Ryo non ti cagherà molto durante il viaggio ma ha il mal di mare e astinenza da alcolici (comincia già a sentirla dopo qualche ora non passata a bere). -
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S.O.M.A
Approdo dei tipi StraniCi aveva decisamente preso gusto, o almeno non si era ancora schifato. Era riuscito a trovare un buon equilibrio tra la sua vita da reietto, accecato dal desiderio di isolarsi utilizzando il liquore, e il suo nuovo inizio di carriera accademica. Non aveva mai pensato di unire entrambe le cose, probabilmente perché troppo ubriaco. Aveva soltanto bisogno di continui incentivi, altre persone che riaccendessero quella motivazione, quella voglia di agire di mettersi in gioco, anche a rischio della propria pelle. Stava forse ricominciando a prendere fiducia in se stesso e nelle sue capacità, ignaro degli effetti che avrebbe potuto avere sulla sua mente. Al momento, non desiderava certamente mettersi al costante servizio del villaggio, e quindi anche dell'Accademia, ponendo fine a dieci anni di continua ebrezza. Non che avesse realmente tenuto il conto.
Proprio così, tra una bottiglia e l'altra, un'altra avventura comincerà a ridergli nuovamente in faccia. Un ordine proveniente dal Decimo stesso riguardava lui ed un altro genin della Foglia. Non aveva letto di preciso il suo nome, ubriaco com'era non fece caso a nessun dettaglio. Si limitò a fare spallucce, accettando anche questo nuovo compito. Magari da sobrio avrebbe dedicato più tempo in una riflessione, valutando i potenziali rischi e il suo compagno di viaggi, ma d'altronde ormai non poteva più fare affidamento sui suoi rari momenti di sobrietà.
Si recò quindi al porto, osservando la nave che lo avrebbe trasportato a destinazione. Ah, la sbornia stava cominciando a svanire, meglio rimediare subito. Portò velocemente la mano alla sua tasca più sicura, un gesto rapido e fulminante per aprirla e una mossa altrettanto veloce per prendere il suo contenuto. «Uhm?!» Si fermò quasi terrorizzato da ciò che aveva scoperto. «Vuota?» Non poteva essere, non si era mai trovato in una tale situazione in tutto quel tempo. Stette immobile per chissà quanto tempo tenendo lo sguardo fisso sull'imbarcazione. Non mancava molto tempo prima della partenza ma poteva ancora fuggire, cercare il suo prezioso liquido e concentrarsi solo su di esso, o magari avrebbe tentato la fortuna, chiedendo un po' di sakè ai membri dell'equipaggio. Sì, l'ultima idea non gli dispiaceva, era comunque un compromesso tra dovere e piacere che si era abituato a tirar fuori negli ultimi tempi. Forse sarebbe stato addirittura il suo nuovo modo di agire.
Si imbarcò quindi dopo qualche minuto, iniziando le ricerche del suo nuovo collega. Un genin anch'egli, di stazza incredibilmente fuori dal comune. Non aveva mai visto tanta muscolatura in un solo essere, se essere si poteva definire. Nel frattempo, l'astinenza da alcool stava già iniziando a dare i suoi frutti, donandogli un insolito pallore, molto probabilmente una volta partiti avrebbe anche risentito del mal di mare. Una volta partiti cercò di avvicinarsi all'altro genin della Foglia, avrebbe affidato a lui la sua vita e voleva almeno capire con chi aveva a che fare, non che lui fosse stato così rassicurante. «Ryo. Burp.» Ruttò, lo stomaco aveva già iniziato a fare le bizze. «Mi chiamo Ryo E tu sei?» Finì a stento la frase per poi ritrovarsi a vomitare a terra, vicino ai piedi del suo nuovo compagno. Una presentazione degna di nota.
Nei tre giorni di viaggio a seguire non si fece vedere molto a giro. La voglia di bere gli era repentinamente passata e il mal di mare aveva ormai preso il sopravvento. Strano fatto per uno shinobi, che avrebbe potuto comodamente utilizzare il chakra per sopperire, o almeno alleviare, quell'indesiderata situazione. Ma, dopotutto, lui non poteva certo definirsi uno shinobi come tutti. Si sarebbe affacciato soltanto di tanto, in tanto, per rispondere ad eventuali domande del suo compagno, anche se non è che possedesse così tante risposte.
Arrivato a destinazione sarebbe sbucato dal nulla, con rinomato vigore ma sempre pallido e con una strana aria. Ogni tanto si guardava intorno, come se fosse alla ricerca di qualcosa, adesso che il mal di mare se n'era andato, la voglia di bere era tornata prepotentemente a fargli visita. Si presentò in maniera minimale con altri possibili nuovi arrivati. Voleva bere, voleva bere tanto e voleva non farlo, voleva riuscire a vincere quella sua voglia di isolarsi, dando spazio alla sua vecchia dote da ninja. Ormai non erano rimaste molte, ma utilizzarle avrebbe impedito di dimenticarle per sempre. Forse era ancora in tempo per rimediare, si schiarì la voce, emettendo un rauco verso, per poi rivolgersi al kiriano che li aveva raggiunti. «Ryo Iwao. E tu?» Avrebbe ascoltato la spiegazione e eventuali domande della nuova conoscenza, per poi indicare le navi poco distanti. «Spero che il viaggio sia breve. Anzi... potrei...» Le ultime parole sembravano un ragionamento ad alta voce, si recò di fretta verso uno dei marinai. «Tu! Tu! Avete del sakè, del liquore, qualsiasi altra cosa a bordo?» Fece quasi per prenderlo per la collottola e strattonarlo, ma fortunatamente fu abbastanza lucido da trattenersi. Di lì a poco quell'uomo lo avrebbe portato a svolgere la missione per la quale era stato scelto, anche se sembrava andare in secondo piano a confronto con la voglia di bere. -
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Ritorno a Tanzaku
The King of The Drunken Fist TournamentPassarono altri istanti, Ryo sempre immobile a strattonare quel pover uomo. Non aveva la minima idea sul genere di risposta che avrebbe ottenuto, ma non gli importava nulla, voleva quella risposta qualunque essa sia stata. Purtroppo, la risposta che ottenne fu molto diversa dalle sue aspettative. Un colpo rapido e preciso finì sulla sua nuca, riempendo con il suo fragore la strada. Qualcuno ebbe l'idea di spaccargli una bottiglia sulla testa e, a quanto sembrava, ci aveva pure messo una certa grinta. [1 Leggera] Mollò la presa che aveva sul povero passante, stupito dal dolore che aveva improvvisamente provato. Sentì i frammenti di vetro che tagliarono la sua carne, si trattava poco più di tagli superficiali, ma fu proprio il fattore sorpresa ad aumentare la sensazione di dolore. Tentò di riprendersi, indietreggiando di qualche passo, per poi cadere proprio nella presa di uno dei nuovi interlocutori. Ci mise qualche istante per capire che qualcosa, o meglio qualcuno, stava limitando i suoi movimenti, non che sarebbe riuscito a fare qualcosa per svincolarsi. Fece per afferrare la mano che lo stava tenendo, fermandosi una volta udite le parole dell'avversario. Si voltò leggermente, in modo da vedere le figure che lo avrebbero, di lì a poco, cercato di pestare.
Dal locale si affacciò un uomo abbastanza in là con l'età che possedeva i classici tratti di un boss criminale. Una delle stesse bandi criminali responsabili dell'incendio di dieci anni fa? Non seppe rispondersi a questo quesito, ma il luogo sembrava lo stesso e il numero di bande criminali non era, almeno a quei tempi, così alto da confondersi. Che avessero preso possesso del casinò dopo averlo distrutto? Dopo aver bruciato la sua famiglia?
Strinse i pugni, senza distogliere lo sguardo dall'uomo. Poteva anche essere in errore, era passato molto tempo e chissà cosa era diventato il suo vecchio locale, inoltre, non poteva dire di aver visto prima quegli uomini. Passarono pochi secondi, dei brevi dialoghi, prima che l'uomo diede l'ordine di malmenare lo shinobi, che per l'appunto non poteva vantare il meglio della sua forma fisica e mentale. Ryo venne improvvisamente mollato, ormai aveva sfruttato la presa dello scagnozzo per bilanciarsi, quindi, al momento del rilascio non poté evitare di retrocedere di qualche passo. Appoggiato l'ultimo piede a terra, un forte pugno si scagliò sulla parte sinistra del suo volto, colpendolo. Il colpo lo sbalzò leggermente indietro, lasciando la sua guardia, per quanto un uomo ubriaco possa mettersi in guardia, vulnerabile all'attacco successivo. Per fortuna, utilizzò il chakra per rafforzare leggermente la zona prima del colpo, anche se avrebbe potuto fare di meglio. [Slot Difesa I: Resistenza 300 + MezzoBasso = 350] [2 Leggere] Pochi istanti dopo venne investito anche dal secondo colpo, un calcio all'altezza del bacino che lo colpì sul retro. L'avversario doveva averlo scagliato più o meno allo stesso istante del suo compagno ma, per colpa degli arretramenti dell'ubriaco, giunse leggermente in ritardo. [1 Leggera] Il ninja venne leggermente sbalzato in avanti, spinta che, alla facci della sua lucidità, utilizzò per aiutarsi contro la terza offensiva. Non dovette sforzarsi molto, lasciò trasportarsi verso il basso dal colpo ricevuto al bacino e dal suo stato di ebrezza, cercando di piegare le ginocchia il più possibile, in modo da raggiungere l'altezza del pugno che gli stava arrivando. Una volta giunto più o meno all'altezza dello sterno, spostò il braccio destro, aprendo la mano in modo da avvolgere il polso avversario con tutto il palmo. Spingendo, con tutta la sua forza, verso il lato opposto al braccio utilizzato si ritrovò quindi aiutato anche dal suo movimento di caduta, che puntava proprio verso il lato destro. Quando stette per toccare il terreno si accorse di aver schivato il colpo, deviandolo pochi centimetri sopra la spalla sinistra. [Slot Difesa II: Riflessi 200 + Basso = 275] Toccò terra, rimbalzando leggermente al contatto. Da lì riusciva a vedere soltanto le gambe dell'avversario al quale aveva precedentemente schivato il colpo. Sì, certo, le gambe. Inspirò con la bocca, spezzando il piccolo fiume di bava che si era creato tra la sua bocca ed il terreno, per poi alzarsi leggermente appoggiando entrambi i palmi a terra. Allungò la gamba sinistra, tenendo il piede disteso, mentre piegò quella destra assicurandosi di posizionare bene la punta del piede sul terreno, in modo da ottenere un buon perno. Ruotò quindi il polso sinistro con tutta la sua forza, aiutandosi con il perno creato con la gamba opposta e con il bacino, in modo da imprimere una rotazione. A circa metà della rotazione avrebbe appoggiato l'intero gomito del braccio sinistro, in modo da alzare leggermente il bacino e, quindi, spostare verso l'alto il proprio colpo. La gamba sinistra, sempre distesa, puntava poco sopra la caviglia destra del suo bersaglio, il criminale con il tirapugni. Avrebbe cercato di falciarlo completamente in modo da farlo cadere o almeno fargli perdere l'equilibrio, sfruttandoforza e velocità aumentate [Slot Azione Extra I: Forza 450 - Velocità 350] e cercandolo di colpire con la parte laterale tra la caviglia e lo stinco.Vento della Foglia - Konoha Senpuu Villaggio: KonohaPosizioni Magiche: Nessuna (0)L'utilizzatore può sferrare due devastanti attacchi: guadagna 2 slot azione extra per attacchi con gli arti inferiori. Entrambi gli attacchi hanno Velocità o Forza incrementati di 2 tacche. Tipo: Taijutsu(Livello: 5 / Consumo: Medio ) [Da studente in su]
Nel caso il colpo fosse andato a segno, lo shinobi avrebbe continuato la sua rotazione cercando di distendere la sua gamba piegata, la destra, e spingendosi con le braccia verso l'alto. Ne sarebbe venuto fuori un nuovo calcio, anch'esso derivato dalla rotazione, sempre con la gamba sinistra che stavolta puntava verso il busto dell'uomo. Avrebbe sfruttato la caduta, od uno spiazzamento, per rendere il suo colpo più efficace, in maniera tale da spingerlo a terra. Infatti, modificò la posizione del piede passando, da quella posizione distesa, ad una posizione a martello. Un movimento dall'alto verso il basso, con il chiaro intento di schiacciare il suo avversario con un colpo di tallone in modo da aprirlo a future vulnerabilità. [Slot Azione Extra II: Forza 450 - Velocità 350] Alla fine del colpo si sarebbe ricomposto, cercando di sfruttare lo spazio che aveva cercato di crearsi. Indipendentemente dal successo del precedente colpo, avrebbe cercato di colpire il suo avversario al volto con un diretto destro. Un movimento piuttosto lento, dato che esitò qualche attimo durante il caricamento del pugno. Mirava al naso, o comunque a volto visto che non poteva permettersi una mira precisa. [Slot Azione I: Forza 400 - Velocità 300]
Nel caso il primo colpo non fosse andato a segno, il ninja avrebbe continuato la sua rotazione per poi aiutarsi con la gamba piegata e le braccia nel rialzarsi. Avrebbe quindi eseguito un breve passo in avanti, chiudendo le distanze con l'uomo con il tirapugni per poi alzare la gamba destra verso di lui. Un calcio diretto, dal basso verso l'alto che mirava proprio ai gioielli di famiglia. D'altronde era ubriaco e in quello stato riusciva soltanto a pensare a questo genere di strategie. Si aiutò quindi con un deciso movimento del bacino, accompagnando la gamba nella sua direzione. [Slot Azione Extra II: Forza 450 - Velocità 350] Avrebbe quindi sfruttato la carica data dal colpo per colpire il medesimo punto anche con la gamba sinistra. Eseguì quindi un breve balzo in avanti, spingendosi proprio con il piede sinistro, per poi abbassare velocemente la gamba destra in modo da ritrovarsi alla fine su un punto di appoggio. In contemporanea, avrebbe portato la gamba sinistra nuovamente verso l'inguine avversaria, un movimento rettilineo come il precedente. [Slot Azione I: Forza 400 - Velocità 300]
Dopo essersi concentrato sul nemico equipaggiato di tirapugni, indipendentemente dal successo dei suoi colpi, si voltò verso gli altri due. Gli squadrò leggermente e, per quanto poteva capirci, quello con la folta capigliatura riccioluta e la sigaretta in bocca attirò la sua attenzione. Sarebbe stato lui il prossimo bersaglio, infatti pochi istanti dopo vi si era già precipitato contro. A contrasto con ciò che era avvenuto prima, i suoi movimenti si fecero un po' più goffi, quasi più lenti del normale.
Alzò il braccio destro, il modo da caricare un nuovo diretto. In quei pochi passi che li separavano, poté invece preparare quel che si era il suo reale colpo. Il movimento con il braccio destro non fu nient'altro che unamaldestra finta , infatti, il vero colpo era un montante eseguito con l'altro arto. Un colpo laterale che mirava al viso del nemico, di preciso avrebbe sperato di colpirlo proprio sotto il mento anche se non riuscì bene ad indirizzarlo. [Slot Azione II: Forza 400 - Velocità 300]Non riusciva a rendersi conto di quanto l'alcool lo stesse penalizzando, o fortificando, in quel combattimento. Riusciva solo ad agire, trasportato dalle emozioni e da ciò che riusciva a vedere. Non aveva una reale strategia in mente e non aveva la minima idea di cosa avrebbe fatto nel caso fosse riuscito a sconfiggere tutti e tre i suoi avversari. Un ragionamento un po' troppo lungimirante, dato le circostanze. Dopo il montante avrebbe cercato di mantenere la sua attenzione sempre sul riccioluto. Non fece caso alla riuscita del colpo, anzi, non riuscì proprio a capirne l'esito. Nonostante ciò si sarebbe comunque diretto verso il medesimo bersaglio, stavolta una carica vera e propria, trascinato dalla sua rabbia alcolica. Piegò leggermente le ginocchia, abbassando di poco la testa e inarcando le spalle. Si diresse quindi verso lo scagnozzo, con la speranza di sbatterlo contro un muro o buttarlo a terra, magari immobilizzandolo. [Slot Azione III: Forza 400 - Velocità 300 + Basso = 375]Fintare Migliorato [1] Abile: L'utilizzatore, una volta al round, può effettuare una finta come slot gratuito Istantaneo.
Non riusciva a ricordare come era finito in quella situazione, forse c'entrava qualcosa il locale o forse il passante che aveva importunato. Non gli importava. Aveva tre tizi davanti che condividevano l'intenzione di metterlo fuori gioco, lui, in quelle circostanze e condizioni, non poté altro che assecondare la loro richiesta. Era forse questo che cercava? Rischiare la vita per potere espiare i suoi dieci anni di inattività? Oppure era soltanto il liquore che lo spingeva a comportarsi in quella maniera?Statistiche Status2/6 Leggere alla Testa
2 Leggere al bustoForza: 400Velocità: 300Riflessi: 200Resistenza: 300Agilità: 300Precisione: 300Concentrazione: 300Intuito: 300
Vitalità
ChakraSlot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti
1°: Impasto in Resistenza
2°: Deviazione del colpo
1° Extra: Falciata con gamba sinistra
2° Extra - IP1: Calcio a martello eseguito con tallone dall'alto verso il basso
2° Extra - IP2: Calcio con gamba destra verso i genitali
1° - IP1: Diretto al volto
1° - IP2: Calcio con gamba sinistra verso i genitali
2°: Montante verso il volto
3°: Carica verso il muroVento della Foglia - Konoha Senpuu Villaggio: KonohaPosizioni Magiche: Nessuna (0)L'utilizzatore può sferrare due devastanti attacchi: guadagna 2 slot azione extra per attacchi con gli arti inferiori. Entrambi gli attacchi hanno Velocità o Forza incrementati di 2 tacche. Tipo: Taijutsu(Livello: 5 / Consumo: Medio ) [Da studente in su]
Movimenti perno durante la rotazione
Finta maldestra con pugno destro
«Lorem ipsum» -
.Credo che ci sia una regolarità inquientante x'D
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