Costiera di Kiri

Il suo nome. Pronunciato, quasi sussurrato.
Quasi come se a chiamarlo fosse il mare, e non un essere umano.
Kiyon all'inizio pensò che fosse sul serio un'illusione, qualcosa creato dalla sua mente. Dopotutto, a Kiri non conosceva nessuno. Come sarebbe stato possibile che qualcuno l'avesse riconosciuto...?
Il dubbio non se ne andò.
Dieci secondi dopo aver udito il suo nome, decise di voltarsi per essere sicuro.
E si trovò davanti Itai.
Sconcertato, rimase immobile, fissandolo negli occhi.
Era davvero lui...?

- Ciao Kiyon... come va?
Eh, sì. Era proprio Itai, non c'erano dubbi.
Divertenti, i casi della vita. Ritrovare un amico che se n'era andato, lasciando presupporre che non si sarebbero mai più incontrati, in un territorio sconosciuto.
Kiyon guardò il colto familiare dell'amico. Chissà, forse avrebbe dovuto avercela con lui, per essersene andato così di corsa. Non si era comportato in maniera giusta, né con lui, né con Hideki, né con Edo.
Eppure ciò che provava era solo gioia. La gioia che si prova reincontrando dopo mesi un vecchio amico.
- Beh, direi ottimamente - rispose mentre un largo sorriso si dipingeva sul suo volto.
Aydan abbaiò festoso, anche lui l'aveva riconosciuto.
- Comunque, quello che deve raccontare un po' di cose sei tu. Non sono stato certo io, a sbolognare un gatto ad un amico ed andarmene non so dove.
Parole che forse sarebbero sembrate un po' dure, se solo Itai non avesse notato l'espressione di Kiyon.
Totalmente distesa, anzi, addirittura scherzosa.

Kiyon alzò lo sguardo al cielo schermato da una plumbea cappa di nuvole, godendosi il fresco e non nascondendo un sorrisetto: Itai continuava a porre domande senza rispondere a quelle - anche se implicite - che gli venivano poste. Forse apposta, forse solo per l'inconscio desiderio di sapere cosa succedeva nei vecchi lidi.
- A Konoha tutto bene, anche troppo, sempre il solito mortorio. Non è un caso che sia venuto a fare un viaggetto qui, sai?
Si concesse una risatina che tradì i suoi veri sentimenti verso casa. L'annoiava terrribilmente, quel posto.
- Comunque, sono tutti perfettamente in salute. Sono rimasti un po' male anche loro quando hanno scoperto che te n'eri andato, ma alla fine l'hanno capito.
Prese un respiro e, abbandonando il tono profondo di poco prima - tono che nemmeno gli apparteneva, per la verità -, esclamò:
- Senti, invece di parlare solo io, che ne dici se mi racconti cosa è successo a te mentre mi mostri le meraviglie di questo Villaggio?
Si alzò, come per chiarire che non c'era argomentazione che teneva. Adesso toccava ad Itai parlare.

-Ooookay, questo è il posto più bello.
Si gettò di nuovo sulla panca con la grazia di un ippopotamo alla ventesima settimana di gravidanza.
- Suppongo che non ti schioderò di qui nemmeno con il denaro. - La frase successiva fu generalmente impercettibile, a parte le parole Nara, sempre e comunque e pigrizia.
Kiyon guardò il mare che così poche volte in vita sua aveva potuto ammirare, le onde che si frangevano sugli scogli parecchi metri sotto di loro. Per alcuni secondi, l'unico suono che si sentì furono le sue unghie che grattavano Aydan fra le orecchie. Poi Itai aggiunse un corollario alla frase precedente.
- E non sanno nemmeno fare il Ramen.
- Per quello non c'è problema, la prossima volta che vengo vedrò di portartene un po' - ribatté Kiyon divertito. Cercò un modo per rifilare all'amico una battuta del tipo vedi che succede a lasciare Konoha?, non riuscendo però a sistemarla in maniera poco polemica, lasciò perdere.
- C'è una novità, anche se credo che fraintenderai.
L'Inuzuka, incuriosito, alzò lo sguardo per portarlo sul volto di Itai. Lo vide scuotere la testa con fare teatrale, e poi mettersi in silenzio.
Passarono non meno di trenta secondi, nella più totale immobilità.
-...allora? Hai intenzione di dirmelo o ti devo fare una richiesta scritta?

...evidentemente, sarebbe occorsa una richiesta scritta per cavare di bocca ad Itai almeno qualche dettaglio sulla sua novità.
- Ho la vaga impressione che non resterò per sempre solo sulla faccia della terra, almeno, non solo con Yui...
Kiyon alzò gli occhi al cielo. Quella frase si prestava ad una miriade di significati.
- Capisco... Avvertimi almeno un mese prima del battesimo però, o non riuscirò a noleggiare lo smoking.
Abbozzò un sorriso. Stavolta la battuta gli era venuta quantomeno decente.
- Penso che tra non molto mi manderanno a fare l' esame Chunin, lo sai?
- Ah sì? Beh, che dire, complimenti ragazzo - commentò l'Inuzuka mollandogli una pacca sulla spalla. Aveva colto l'improvviso quanto volontario cambio di discorso, ma, ormai rassegnato a non poter estrapolare altre informazioni all'amico, l'aveva accettato di buon grado.
- Ne abbiamo fatta di strada da quel combattimento.
Eh, sì. Era stata davvero una bella lotta, quella durante la quale si erano incontrati la prima volta. Più che strategia ninja si erano scambiati tanti cazzotti, ma si erano divertiti davvero tanto. Senza contare che quel combattimento aveva sancito la loro amicizia.
- Tanta, tanta strada sul serio - confermò Kiyon, - però io vedo già il casello.
Lasciò quest'ultima enigmatica frase in sospeso.
Non era l'unico ad avere novità.

Wow, il mio ingresso a Kiri non era certo stato dei migliori e le mie considerazioni sui Nebbiosi già stavano partendo, ma quel panorama mi mieté l'animo, addolcendolo per quanto possibile.
Eh già, perché si sapeva, il mio era un carattere difficile.. ero molto arrogante ed io stesso lo ammettevo: ma mai come un difetto, anzi. In un mondo così collerico come quello ninja poteva essere sì sconfortante avere una tale caratteristiche, tuttavia ti permette di comprendere i veri spiriti delle persone.
Spesso mi ero fatto domande sul perché tempo fa nacque una civiltà così sanguinaria ed ancora oggi si protrae, e le risposte potevano essere tanto semplici, quanto complesse. Ma non potevo dare io una risposta ad un quesito così relativo. Non ne avevo il diritto né la possibilità.
Fatto sta che nei cuori delle genti, seppur alimentandosi sempre più un sentimento di rabbia, difronte ad una natura così pura e limpida gli animi non si riscaldassero, lasciando posto a qualche pensiero gioioso.
Certo è che quello non era il momento giusto per fare pensieri filosofici! L'unico motivo per cui ero venuto a Kiri era allenarmi e non potevo continuare a passeggiare lungo la costa durante tutta la mia permanenza.
Tuttavia notai che la folla era troppa, e sarebbe stato molto difficile riuscire a trovare uno spazio abbastanza ampio.
Ma, ad un tratto..

« Whoa! »

Posta verso oriente rispetto alla mia posizione, vi era un'isola interamente coperta da un manto bianco... la rinomata isola delle insidie: Genosha.
Famosa per le sue ostilità ed il suo clima tutt'altro che arido, forse poteva esser quello il luogo giusto per allenarsi e decisomi in fretta, subito tentai di informarmi a riguardo.
Essendo nei pressi del villaggio nebbioso, sicuramente qualche imbarcazione mi avrebbe potuto trasportare lì nel giro di poche orette.. quindi toccava a me sveltirmi per arrivare quanto prima possibile.

« No. »

- Intendi lasciare la vita del Ninja?
Il tono di Itai, piatto e privo di qualsivoglia reazione, lasciava trasparire una mal dissimulata sorpresa.
Prevedibile, d'altronde. Lui stesso ci sarebbe rimasto quasi male, se gliel'avesse detto uno dei suoi amici.
- Diciamo che la mia Yui vuole farmi fare ciò.
Abbozzò un mezzo sorriso. La scelta finale era toccata a lui, tutto sommato.