Respirai profondamente l'aria salmastra che proveniva dal mare tentando di riempire i polmoni, nonostante avessi passato un lungo periodo in acqua per tornare da Cantha, quelle del mio continente erano diverse, l'odore, il colore,
i dolci riflessi che la luce imprimeva di di esse. Bellissime. Le acque del paese del fuoco come quelle di Kiri, non vi era differenza, erano entrambe meravigliose; diverse eppure unite, così come volevo fossero tutti i ninja del territorio , così da poter fronteggiare il potere di Shiro e del suo terribile maestro.
Non era passato molto tempo da quando ero giunto sul posto, pochi giorni prima avevo mandato una lettera all'amministrazione del villaggio della nebbia,
simile a quella che avevo spedito ad Oto, richiedendo un incontro segreto presso le scogliere con il Kage o, se questo non fosse stato disponibile, con il più forte e fidato dei suoi sottoposti, ancora una volta stavo lavorando nell'ombra per poter fronteggiare il nemico misterioso che, per mia sfortuna, conoscevo meglio di tutti.
Sospirai malinconico osservando l'ambiente che mi circondava, non mi dispiaceva che l'uomo o la donna con cui mi sarei dovuto incontrare mi facesse attendere, in questo modo potevo rivivere preziosi ricordi avvenuti in quel luogo. Padre... Sussurrai. Era in quel luogo che avevo conosciuto Keiji Kagome,
l'uomo che si era rivelato essere il mio padre biologico, tanto allo scuro del fatto quanto lo ero io.
Quasi come guidati dal destino ci eravamo incontrati in quel luogo in un modo assolutamente casuale e, per tanto altrettanti casuali eventi, ero stato costretto a riportarlo a Konoha con me, era così che lo avevo scoperto. Se avessimo avuto più tempo. Avrei voluto parlare con Keiji, reclutarlo per il forte guerriero che era, dirgli che, nonostante questo nuovo volto, suo figlio era ancora vivo, ma non mi era stato possibile. Cantha infatti, prima di prendere me, aveva preso la sua vita, nel terribile assalto a Kiri. Un padre ed un figlio, entrambe vittime della stessa insensata guerra. Anche per lui avrei salpato verso la terra di Shiro, non si trattava più solamente di decidere il "se", ma solamente il "quando".
