-COMBATTIMENTI- "Firsterd" contro "Etsuko"

[…]

Rispose con cortesia il mio avversario, capì ben presto che sarebbe stato al gioco e ne fui ben lieto…
Ma non ebbi tempo ne modo di distrarmi, l’offensiva aveva avuto inizio, così forte del mio senso sviluppato e osservando attentamente i movimenti altrui, mi preparavo alla difesa prima e al contrattacco subito dopo…

Quanta Fretta!

Pronunciai ancor quelle parole ironicamente, mentre scostavo leggermente il braccio mancino già deputato alla protezione del torace, ancor più in basso, pronto a parare l’attacco frontale ai fianchi con il prezioso ausilio delle gomitiere…
Ma la mia scarsa esperienza nel taijutsu, presto si rese palese, era quella una mera finta, il vero colpo, un calcio a girare al volto, or era sferrato da sinistra a destra. Era già appostato il pugno destro a proteggere il volto, ma ciò ch’era avvenuto in precedenza aveva contribuito ad abbassar la guardia, così non ebbi modo e tempo di difendermi adeguatamente ed incassai il colpo.
Una leggera rotazione del capo verso destra, ed il crine smosso per lo spostamento, accompagnato da una esigua fuoriuscita di vitale fluido rosso, che probabilmente avrebbe imbrattato le vesti nemiche…



° maledetto °

ristabilì prontamente la mia postura difensiva, l’attacco non era ancor terminato, la coda dell’occhio sinistro scrutava i movimenti altrui, capì che escogitava qualcosa, a confermarlo il mio udito… che prontamente captò l’estrazione d’una lamina ed il veloce spostamento d’aria sulla mia sinistra.
Concentrando il chakra nel braccio destro –Bassissimo- ancor mantenuto alto, estrassi l’ombrello nero e lo interposi di fianco a proteggere l’addome, bloccandolo con la mancina all’estremità inferiore…
Rumore metallico dell’impatto tra le lamine, l’oggetto rinforzato, resistette all’urto, mentre io con il volto or frontale e molto vicino a quello nemico parlavo…

Bene, bene… ma non avresti dovuto, la quantità di sangue perduto, il mio intendo, sarà or ripagato con un tuo almeno esponenzial tributo vitale. Preparati!

Si scostò l’avversario ponendosi in posizione di difesa mentre io con un ghigno soddisfatto mi sarei celato alla sua vista aprendo d’improvviso quell’ombrello nero, due metri l’apertura, il diametro totale sufficiente a nasconder in altezza e in larghezza totalmente la mia persona…
Senza indugio composi sigilli, ben chiara infatti era la mia strategia e celere m’apprestavo a metterla in pratica…

° Henge no Jutsu °

la celebre tecnica della trasformazione, or la mia figura sarebbe mutata, ma non nell’aspetto conformazionale, infatti sarei apparso praticamente identico a qualche istante prima, ma sol nella consistenza e nel colore…
mi presentavo or tutto di bianco, quasi uno spettro, ma il mio senjutsu non era ancor compiuto…



° Kiri Bunshin no Jutsu °

Era quella la tecnica della moltiplicazione di nebbia, un ninjutsu di kiri, ero ben consapevole della conoscenza approfondita del mio avversario di quella tecnica e della natura illusoria delle copie generate e quello sarebbe stato il mio punto di forza…
Ben 5 cloni di me comparvero a coppie dietro di me ed una affiancandomi!

° ora… °

a coppie così com’erano disposte lì celate dall’ombrello sarebbero uscite da quel riparo, prontamente in successione… due da destra, due da sinistra e due avrebbero spiccato un salto fuoriuscendo sol parzialmente dall’estremità superiore, tutte nascondevano qualcosa nel loro pugno destro posto dietro la schiena…
io che altro non ero agl’occhi del nemico una mera copia, sarei spuntato da sopra l’ombrello sol il tempo, accompagnato dal mio piccolo esercito, di lanciare due spiedi diretti all’altezza del bacino, di questi uno arrecava un cartoncino, era quella una cartabomba già attivata dalla quantità di chakra indispensabile, solo dopo aver concentrato nel braccio di lancio un –mezzo di basso- per rendere ancor più veloce l’arma.
Appena giunto in prossimità del corpo avversario quella sarebbe deflagrata causando appositi danni.

Successivamente io ed un clone saremmo ricaduti dietro l’ombrello , mentre gl’altri sarebbero rimasti leggermente scostati… l’attacco era stato frontale, ma tutti i cloni erano a quella latitudine. Come avrebbe individuato l’originale?

Atto Secondo
Ecco La Nebbia

Erano vacue le parole che egli mi volgeva, sol un sorriso m’avrebbero procurato, nessun’altra emozione…

Peccato che un attacco banale sia riuscito a scalfir seppur lievemente il tuo esile corpicino, ma non temere “amico” avrai di che crucciarti a breve, tant’è che dimenticherai quel graffio e lo farai grazie al lancinante dolore che ben altre ferite ti procureranno…

Vidi egli muoversi agilmente era veloce certo ed io impedito nei movimenti a causa di quei pesi alle caviglie, ma presto le cose sarebbero mutate, dovevo agire anticipando le sue mosse sol così avrei potuto reggere alla sua velocità. M’accorsi della direzione intrapresa, così lasciai che le copie che stazionavano dietro di me, s’avvicinassero ulteriormente. Or il nemico era alla mia sinistra, interposto tra me e le copie che avevo di fronte, erano 2 pure quelle. Ma non si curò di loro e prese ad attaccare nella mia direzione, gli spiedi lanciati da egli, non avevano reale intenzione d’offesa, quanto quella di svelare la mia identità. Così alzai il braccio destro lasciando che le armi vi impattassero contro cadendo al suolo data l’esigua distanza compiuta non ebbero modo di lacerare la mia pelle. Afferrai nuovamente l’ombrello ancor aperto, ma mentre compivo quel gesto, intento a spostar nuovamente l’oggetto a suo favore, un fendente lo colpì di striscio, così prese ad agitarsi e a ruotare vorticosamente. Lo lascia andare era meglio così, ormai era divenuto ingestibile, ma prima di farlo lo direzionai verso il volto nemico… gl’avrebbe così procurato fastidio impedendogli per alcuni istanti la visuale, così approfittando di quei momenti concitati, concentrando un bassissimo nella gamba d’appoggio,avrei dato uno scatto all’indietro scostandomi di un metro appena permettendo alla copia che m’era affianco di prendere il mio posto…
Neppur il tempo di terminare lo spostamento che vidi quella svanire trafitta dalla lama avversaria. Di sicuro sarebbe stata tanta la sorpresa di Firsterd, che credeva nelle reali fattezze di quel corpo che gl’era innanzi…

Sai Compaesano a Volte l’essere Banali è un presupposto per un successivo non Esserlo…

Or era il mio turno… immediato composi dei sigilli…

Due per l’esattezza ed ecco che un fitto e profondo strato di nebbia sarebbe calato sul campo di battaglia, ultimato ciò avrei compiuto 15 metri all’indietro, distanza che percorsi senza mai voltar le spalle al nemico e che m’avrebbe portato spedito nel fitto della vegetazione. A circa metà percorso lanciai però 2 spiedi diretti d’innanzi ad a me, ove stazionava il nemico e che avrebbero sicuramente bloccato un qualsiasi tentativo d’incedere avversario, mirando all’altezza della gola o dell’alto busto, ed uno shuriken alla mia destra in modo che impattasse contro le fronde della vegetazione, tale da distorcere l’analisi avversaria, riguardo alla direzione intrapresa da me medesimo.

Or mi sarei nascosto dietro un ampio tronco in modo da poter analizzare al meglio la situazione… dietro di me udivo indistintamente il rumore del mare a pochi metri.

l'acqua inclemente continuava a cadere, fluente nelle fessure di quell'arbusto, fradici i capelli ormai completamente appiattiti sulla fronte e sulla nuca, cancellava le macchie del carminio fluido rosso sulla schiena, il brucior tuttavia essa non riusciva a placare... strinsi l'altra mano sulla spalla a tentar di placare in qualche modo il dolore, da qualche istante tutto s'era appiattito, nessun rumore nessuna voce, sol il gocciolare veemente del cielo, che evidentemente quel giorno aveva motivo di piangere...

proprio così, da bambino m'era stato detto che la pioggia deriva dal lacrimar di Dio, sofferente delle colpe e cattiverie dell'uomini...

ma spesso avevo pensato crescendo, perchè allor ci sono le giornate di sole? che motivo ha il signore di rallegrarsi? non è forse malvagia la natura dell'uomo, non è soggetto e assoggettato al male, sempre e comunque? chi avrebbe saputo rispondere...
pensieri folli e inadeguati quelli, nel pieno d'un combattimento e per lo più difficile come lo era stato quello sino ad allora.
non potevo continuare a nascondermi, aveva ragione Firsted, a nulla sarebbe valso contro egli, ma or potevo finalmente fronteggiarlo con un vantaggio in velocità relativo a quei pesi...
fissavo le caviglie finalmente privandole di quel carico che sin'ora avevano dovuto sopportare...

° devo andare, sarò fulmineo e spietato °

così mi gettai veloce e lateralmente da quell'arbusto concavo, sull'umida sabbia fredda, volgendo subito lo sguardo in direzione ove sarebbe dovuto provenir il nemico... ma non vi scorsi nulla a prima vista... girai spasmodicamente lo sguardo

° impossibile, m'ha teso una trappola, dove si nasconde... °

poi un rantolo, un latrale stridulo quasi d'un cane morente, una mano semimossa e sospesa a mezz'aria a richieder aiuto...

" Etsuko... "

mi chiamava... adagiato al suolo, semi immerso in quella fanghiglia v'era Firsted... inespressivo il mio volto lentamente m'avvicinai ad egli, che si trattasse di strategia la sua? non poteva di certo essere una copia, il sangue sul suolo e quello sulle vesti ne confermava le reali fattezze...
mi chinai ad osservarlo, voltandolo a pancia in aria e pulendo il volto. mai in vita mia avevo provato compassione, mai avuto timore per la vita di qualcun altro... ma lì, quel giorno in quel posto avevo capito cosa si provasse...

Il più rabbrividante dei mali, la morte, nulla è per noi, perchè quando noi ci siamo, la morte non è presente, e quando è presente la morte, noi non ci siamo più...

parole sagge quelle di Epicuro, ma se così fosse cos'era qualla luce negl'occhi dell'uomo giacente ai miei piedi, cos'era quel velo di tristezza e sofferenza che gli sfiorava il volto? fluiva sangue sulle gote proveniente dalla cavità orale, veloce ed irrefrenabile, non s'arrestava... pian piano l'esile vita d'un mortale s'arrestava, la labile fiammelle presente in lui si spegneva, insulsa d'innanzi alla potenza di un uragano...
la morte, l'angelo oscura ancor una volta aveva mietuto una vittima, ancor una volta aveva vinto sulla vita ed or poteva tornar lì dove riposava trionfante...

" Etsuko... ti prego... "

aveva ancor forza di parlare il ninja di kiri, avvicinando la sua bocca al mio orecchio con l'ultime forze residue, stringendomi con il pugno chiuso la maglia sul collo...
sospiri profondi seguirono...interminabili, perenni, poi poche parole.

" ti supplico porta questo a Kamuro "

il pugn chiuso conteneva il copricapo della nebbia... ancor intriso di sangue, poi non avrebbe più parlato, due spasmi concitati, ed il silenzio, l'ultimo e triste saluto ad un valido ninja di Kiri. lo posizionai in modo dignitoso coprendolo di foglie lisce ed umide, e lo lasciai su quell'isola disabitata, che sarebbe stato simulacro e casa di morte...

Addio Firsted...