Palazzo Yakushi

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  1. The Retribution
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    There is no Higher Place.

    Ho costruito un castello
    con alte mura di cemento
    per chiuderci il mio orgoglio ferito.


    Mia madre mi aveva accolta per una notte nel suo appartamento. Non la vedevo da due anni e stranamente non mi dispiaceva moltissimo, solo a rivederla vestita, o per meglio dire, svestita a quel modo mi venne un conato di vomito. Perché fosse brutta? No, affatto, era uno splendore, ma era pur sempre mia madre e per lei avrei preferito qualcosa di più dignitoso come un bel kimono dorato o una casetta privata con un piccolo giardino. Mi sarei anche aspettata che trovasse un uomo con cui passare la propria vita, ma la verità era bella e chiara: mia madre adorava fare sesso con tutte quelle persone e se la pagavano a lei non poteva far altro che piacere. Non so se avesse capito i miei sentimenti o se, semplicemente, fosse una donna estremamente empatica ma dopo la doccia, un cambio d'abiti ed un sonno completo mi offrì dei soldi per prendere un appartamento mio finché non mi fossi economicamente stabilita. Era un'offerta decisamente gentile, ma non restai abbastanza per sentirla finire di parlare, avrei trovato la mia strada da sola ad Oto. Non avevo bisogno dei soldi di una prostituta. Non dei suoi.

    [ ... ]

    Il palazzo Yakushi era bello grande a dire il vero. Più grande di quanto mi sarei aspettata in verità, ma questo non fece altro che semplificarmi notevolmente la difficoltà nel trovarlo. Non sapevo cosa volesse la vecchia Ogen in regalo, magari un mazzo di fiori, forse una delicata ghirlanda, o magari un coltello pregiato. Per andare sul sicuro rubai da una bancarella quello che mi pareva essere l'oggetto più significativo da regalare ad una capoclan autoritaria che viveva in un complesso del genere: una spilla rotonda con disegnato un serpentello stilizzato.

    La villa era circondata dalle mura di cinta, cosa da non poco, quindi era sconsigliabile cercare di fare gli stronzi saltandoci oltre e attirandosi le ire degli eventuali guardiani. Febh mi avrebbe sicuramente fatta entrare comodamente dall'ingresso principale, mi sarebbe bastato fare il suo nome una volta raggiunto il cancello. Non ero molto agitata, il che era strano, ma in compenso il dolore alla schiena non era per nulla attenuato dal giorno prima, forse il letto era scomodo visto che altro non era stato se non una tavola di legno con delle coperte improvvisate, ma il fatto che non stessi migliorando mi destava problemi psicologici ben più gravi del dover discutere qualcosa con una signora anziana che, probabilmente, mi avrebbe preso a male parole ricordandomi che a diciassette anni non ho il mondo in mano e bla bla bla..

    Solite Stupidaggini.

    Arrivata al cancello mi presentai alle guardie. - Buongiorno, sono Ren, Febh dovrebbe avervi avvertito che sarei passata, nel caso potete comunicargli che sono qui per vedere Ogen-sama? -
     
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