Palazzo Yakushi

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  1. The Retribution
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    There is no Higher Place.

    Vecchia signora,
    porta con se un racconto
    tutt'altro che felice.


    - Sono belle queste statue a dire il vero. - Commentai interessata. - C'è qualcosa che mi sfugge della nostra famiglia, tipo il perché quel tizio non è ancora in coma ma si è già rialzato.. e a giudicare a che divinità siamo votati inizio anche a capire cosa ci possa essere sotto, anche se non comprendo come questo sia possibile, visto che sono una povera figlia di puttana che cerca di sbarcare il lunario. - Del resto era essenzialmente vero: figlia di una prostituta lo ero, che fosse anche una kunoichi passava per me in secondo piano dal momento in cui aveva scelto, per diletto, di darsi alla prostituzione come forma suprema d'arte e di guadagno. Nel complesso mi ritenevo fortunata, se avessi potuto anche solo ambire ad avere un millesimo di quel palazzo i miei problemi economici e sociali si sarebbero dissolti in una bolla di sapone ma, ovviamente, la vecchia di cui Febh pareva così timoroso, rappresentava il mio banco di prova definitivo.

    - Per quanto riguarda il guardiano del cancello, mi metterò personalmente sulle sue tracce e questa volta vedrò di portarlo dove è giusto che stia, fermo restando che nessuno mi ammazzi prima, ovviamente. E che tu mi dia il consenso di farlo. - Non volevo certamente mancare di rispetto al mio primo datore di lavoro e salvatore al secondo giorno di "lavoro" ad Oto. Pareva.. brutto. Ogen stava diventando per me l'equivalente mitologico dell'idra per Ercole, o qualcosa di vagamente simile: un mostro con dodici teste che sputava fiamme ed era pronta a carpire ogni singolo errore sia nella postura che nella modulazione dei fonemi di ogni stramaledettissima parola. In breve, mi stava già antipatica a pelle una persona del genere, ma sapevo per certo di non poter valutare a scatola chiusa senza prima averle concesso l'opportunità di esaminarmi e, magari, di valutarmi positivamente alla faccia di tutti quegli stronzi leccapiedi che si aggiravano per le corti come quella.

    Giocherellai con la spilla rubata tirandola e riprendendola un paio di volte. Poi Febh mi mostrò un giardinetto interno decisamente delizioso, che dava direttamente in quello che pareva essere un Dojo mastodontico. - Vedrò di non.. ferirla. - Aggiunsi, lievemente intimorita dall'ipotesi che potesse esplodere tutto da un momento all'altro mentre il demonio si liberava dal corpo della vecchia per massacrarci tutti. Lasciai che fosse, ovviamente, Febh a presentarmi e permettermi l'accesso al Dojo rimanendo lievemente indietro sino a che non lo vidi tentennare in un a maniera a dir poco ridicola per essere un fiero amministratore Otese e decisi di presentarmi per conto mio, con un pochino più di brio e sobrietà razionale. - L'avevano presentata come un demonio a dodici teste sputante fuoco e fiamme, Ogen-sama, invece è una rispettabile signora che vive in una dimora estremamente curata e dal palese tocco femminile. - Feci un profondo inchino prima di infilare la mano nella tasca dei pantaloni e mostrarle la spilla che le avevo rubato al mercato. - Le ho portato un regalo, non sta mai bene per una neofita presentarsi a mani vuote dalla padrona di casa, nevvero? - Magari era un pochino strano come dono, una spilletta con un serpentello dal costo approssimativo di mezzo Ryo, ma era pur sempre un dono. Per sicurezza mi affrettai anche a spiegare il perché di quella scelta tanto ardita e, per certi versi, sfrontata.

    - So che non è molto, ma una donna del suo calibro ha tutto, servitù, manovalanza, sgherri e decisamente molti soldi. Forse quello che le farebbe piacere avere è un pò di semplicità. Questo è un serpente, rappresenta l'astuzia, la flessibilità e la pericolosità degne di una persona come lei. - Detto questo attesi con la spilla protesa con un gesto umile, una risposta.
     
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215 replies since 7/9/2007, 00:11   4345 views
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