Palazzo Yakushi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. The Retribution
        Like  
     
    .

    User deleted



    There is no Higher Place.

    No, no no, no. Dai,
    ho sentito scuse ben peggiori
    di quelle delle mura di una villa.


    Se c'era una cosa di cui potevo andare bellamente sicura, era che Ogen non aveva un amplesso da almeno settanta anni o giù di li. Almeno questa era la tempistica giusta per la profonda acredine che c'era in quelle parole, oltre che una voglia insana di ostentare il palese che mi dava più a ridere che a far venire i nervi, cosa che supponevo stesse cercando di fare con appellativi del cazzo come uccellino, topolino e compagnia. E l'atteggiamento di Febh era tutt'altro che opportuno: non avevo mai visto in vita mia un tale livello di zerbinaggio da parte di qualcuno che, ai miei occhi, si era guadagnato un posto di tutto rispetto per avermi fatto da cicerone e salvato al tempo stesso la vita. Che situazione pessima oltre ogni ragionevole dubbio era quella? Una in cui avrei preferito non trovarmi, ma visto che la vecchia sembrava saperla tanto lunga, forse era il caso che le dessi a vedere quanto realmente mi importava di quella famiglia e perché le stavo facendo perdere tempo.

    Mi massaggiai le tempie con gli indici. - Non vuole dell'acqua, vuole che tu gli spieghi perché sono qui, suppongo. Ma non temere, faccio da sola.. - il tono di voce era calmo ma una malcelata ironia traspariva da alcune specifiche parole. - Mi chiamo Ren. Ren Yakushi. Ma pensavo che una donna potente come lei sapesse già tutto di me, della mia famiglia e, a giudicare da come mi trattate, anche ogni mio singolo precedente, magari persino quando mi vengono le mie cose o se ho avuto relazioni sessuali negli ultimi sei mesi. - Alzai l'indice della sinistra proseguendo. - E.. non volevo ingraziarmi una donna come voi, non ho alcun desiderio di diventare come Febh, se è questo l'effetto che fate alle persone, ho già avuto troppi padroni e tutti stronzi fino al midollo, ergo non me ne serve un altro. Nondimeno ho cercato di essere cortese e di portare qualcosa per non presentarmi a mani vuote ma, evidentemente, c'è sempre qualcosa che non va bene, che non quadra o che non si incastra nella testa di quelli che sono troppo superiori per capire le cose con semplicità. - Ed ora stavo iniziando un pochino a perdere la pazienza, ma ancora era nulla. - Io sono qui solamente perché me l'ha chiesto Febh, lo ha fatto con cortesia, ed ho pensato che qui, dopo anni che vivo in mezzo ad una strada avrei trovato qualcuno con un cazzo di cervello in grado di comprendere la mia situazione, senza farmi fottuti apprezzamenti sul modo di fare, di vestire, di respirare. Ma poi la cosa buffa è che questa è una famiglia, mia madre, che per inciso è una troia della peggiore specie qui al neko senzai, fa parte di questa famiglia, io sono una figlia di puttana impressionante e vivo in mezzo ad una strada da diciassette anni. - Mi corressi. - No, scusi Ogen-sama, da quindici, due li ho passati in carcere per aver rotto i denti ad una puttana che cercava di prostituirmi. - Abbozzai un sorriso. C'era qualcosa che mi prudeva dentro la schiena in modo scandaloso, era come se avessi la febbre ma non era propriamente una malattia, era una sensazione di malessere diffuso in tutto il corpo che non era mai andato via nonostante le medicine e la notte di riposo dopo la baruffa al cancello.

    - Io non sono qui per chiedere soldi, per chiedere favori, ne vitto o alloggio e posso garantire che da ora in avanti probabilmente mi farò depennare la parola Yakushi dal cognome.. se devo avere paura di lei come ne ha Febh. Dico sul serio, io sono venuta solo a presentarmi a far vedere che esisto e a rendere omaggio. L'ho fatto? Si, ho esaudito anche la richiesta dell'amministratore e posso finalmente tornare a guadagnarmi onestamente una ciotola di ramen lavorando alle mura. - Poi, riflettendo bene e notando l'espressione atterrita di Febh che non accennava a cancellarglisi dal volto, mi sbrigai ad aggiungere giusto due parole, perché capisse che non mi nascondevo dietro a stupidi cavilli burocratici, come se lei alla fine ne fosse realmente intralciata alla fine. - Mi volete uccidere, torturare.. fare un lavaggio del cervello? Fatelo, cosi dimostrate la mia tesi con talmente tanta violenza da candidarmi direttamente come Kokage onoraria. Oppure mi fate tornare a lavorare e a prendere qualche antidolorifico all'ospedale. L'importante è che lasciate in pace Febh che mi ha salvato la vita e sicuramente non merita di essere trattato come un cazzo di schiavo. - Direi che le mie "due cose" le avevo dette. Certo, c'erano persone che avrebbero preferito tacere e farselo mettere dove non batte il sole, accettando a mani basse quello che offriva il convento, con pregi e difetti che questo comportava, ma dopo anni passati dentro una gabbia non volevo finire dentro un altra sottocultura familiare che aveva quella vecchia stronza come capo organizzativo. Alla fine lei cosa aveva se non un centinaio d'anni di esperienza in più? Un gran cazzo di niente. E lo potevo vedere in ogni suo gesto, smorto, lento, stupido. Persino nella scelta delle parole pareva essere rimasta a cento anni indietro nel tempo e non era quello che volevo per la mia nuova vita, non era quello che si sarebbe meritato una persona come Febh, anche se lo conoscevo da quarantotto ore era stato lui a salvarmi la vita, non quella vecchia di merda. Se dovevo qualcosa a qualcuno, ad Oto, quello era solamente Febh Yakushi, non l'intera stramaledetta famiglia. Ne ora ne mai.

    E poi attesi il colpo mortale che mi spettava di diritto. Ma col sorriso in faccia.
     
    .
215 replies since 7/9/2007, 00:11   4345 views
  Share  
.