Ospedale di Suna

[Gestionale]

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    « Ehi, non così di corsa, o finisci col rimetterla. L'acqua non scappa, ce n'è quanta ne vuoi. »
    In modo crudele ma necessario tolse per qualche istante la bottiglietta d'acqua dalla bocca della piccola paziente, costringendola a riprendere fiato prima di lasciarla bere ancora. Ovviamente metà andò giù per la gola e metà finì sul kimono, cosa che fece sospirare Deidara, ma tanto andava cambiata in ogni caso.
    CITAZIONE

    "Bu hao yi si, Midori... dui bu qi, dui bu qi!"


    image

    « ... Ma uff. »
    Sbuffò sonoramente capendo che manco a dirlo quella ragazzina non parlava la sua lingua. Beh, guardando il kimono che la ragazzina indossava e mettendo una mano sulla fronte con aria perplessa si rese conto che solo un idiota non l'avrebbe quanto meno sospettato. Anzi, forse perfino un idiota ci sarebbe arrivato visto che Guardone Uno l'aveva capito.
    « Oh, beh, ad occhio e croce direi che è inutile andare alle presentazioni. »
    Involontariamente usò lo stesso tono di voce che si utilizzerebbe per parlare ad una gattina, della serie "massì, tanto non mi capisce, sfoghiamoci pure un po'".

    « ... E ovviamente Reverie-san non è nei paraggi, e lo stesso dicasi per le infermierine porno che lavorano qui dentro, cosa che fra parentesi conferma la mia tesi secondo cui quelle lì sono dei soprammobili con le tette. Beh, e ora a chi ti smollo io? »
    Con calma iniziò meticolosamente a tirare le tendine che isolarono il lettino della ragazza dal resto della stanza. Non poteva chiudere a chiave la porta perché altrimenti qualora fosse passata un'infermiera o la stessa Reverie avrebbero trovato chiuso, quindi usò le tendine per impedire al Porco di Iwa di trovare spettacoli interessanti appena fosse tornato. Nello slacciare le spade dai lacci che le assicuravano dietro la schiena e nell'appoggiarle a portata di mano non poté fare a meno di pensare che quello lì -eventualmente- sarebbe stato molto fortunato a farsi dissuadere dalle tendine tirate e da un eventuale mezzo urlo di Deidara, altrimenti gli avrebbe strappato gli occhi dalle orbite e ci avrebbe giocato a pachiko alla prossima visita al casinò di oto.
    Adesso comunque veniva la parte difficile... gli abiti erano sudati e sporchi e non ci voleva un genio a capire che aveva la febbre, quindi andava cambiata con abiti puliti. In pratica, andava spogliata e cambiata con uno dei camici da ospedale. La domanda è: "come cacchio faccio a dirglielo ad una che non capisce la mia lingua?"

    image

    « Pure qui c'è l'influsso del porco, ne sono sicura. E' colpa sua se finisco sempre in situazioni così imbarazzanti. La prima cosa da spiegare a questa qui è "stai lontana dal tizio con la faccia da maniaco sessuale". »
    Sussurrò piano quella frase rivolta a se stessa senza curarsi che l'altra potesse sentirla, tanto non capiva. Frattempo si guardò intorno per cercare la chiave degli armadietti, senza grosso successo. Raspò fra i cassetti senza grossi risultati, poi sospirando decise che era inutile cercare oltre, meglio agire e via. Si voltò verso di lei toccandosi la maglietta mimando più volte il gesto di sfilarla.
    « To-gli-e-re a-bi-ti. »
    Scandì sillaba per sillaba mentre compiva quei gesti sperando che l'altra la capisse.
    « Capisci, si? »
    Sperava tanto di si. Il fatto è che la ragazzina sembrava tutt'altro che cosciente, aveva la febbre alta e chissà cos'altro, temeva proprio che non riuscisse a capire bene che cosa stesse succedendo attorno a lei. Si mordicchiò il labbro inferiore indecisa sul da farsi, il buon senso le diceva di toglierle quegli abiti sporchi e sudati di dosso, ma ai sensi pratici si sentiva una maniaca a farlo. Forse doveva aspettare che arrivasse qualcuno...


    Edited by Deidara - 22/3/2009, 04:59
     
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  2. Chihou Bei Li
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    CITAZIONE (Deidara @ 21/3/2009, 10:48)

    « To-gli-e-re a-bi-ti.
    Capisci, si? »


    "To-gli-e-re a-bi-ti?"

    image

    Lo ripeté meccanicamente, come un automa, mentre si rendeva conto che il tocco della ragazza non era un'altra crudele illusione. Le sue dita erano calde, troppo calde per non essere reali, ed il suo viso non sembrava affatto intenzionato a dissolversi nel nulla come un sogno al momento del risveglio. La gioia di Bei Li fu così grande da riuscire a farle dimenticare per un poco la febbre altissima, donandole le energie necessarie per mettersi in posizione seduta sul letto, mentre gli occhi dai riflessi di fiamma indagavano sulla figura di Deidara fino a scoprirla solo vagamente simile a Midori. Certo, il colore dei capelli l'aveva indotta in errore per un istante, ma ora la giovane miko indovinava rapidamente tutti i motivi per cui non poteva trattarsi della sua ancella personale.
    In primis, il fatto che la povera Midori fosse parecchio... ecco, come dire... morta; invece la sconosciuta che la stava assistendo doveva essere viva per forza. Se da un lato i defunti nutrono una deprecabile passione per le apparizioni notturne e per le persecuzioni oniriche, infatti, dall'altro è quantomeno raro che si preoccupino di sbuffare in faccia alla gente con aria sconsolata, mimare gesti strani e brontolare come delle massaie frustrate. Un elemento in comune tra Midori e Deidara, oltre all'aspetto, tuttavia esisteva: come Bei Li comprese recitando fra sé le parole della sunese, le due parlavano la stessa lingua.
    Stando sempre in compagnia della servitrice, che aveva l'obbligo di seguirla quasi ovunque, aveva finito per decidere di impararne l'idioma: a differenza di altre sacerdotesse, le dispiaceva non poter scambiare nemmeno qualche frase con lei. Ed era solo grazie a questa scelta se adesso era in grado di costruire un discorso sensato per rispondere alla sua salvatrice, seppure compiendo un discreto sforzo mnemonico.

    "Io... non riesco da sola..."

    Spiegò timida, mostrandole nel frattempo l'obi dello splendido kimono blu, che era talmente complicato da richiedere l'aiuto di almeno un altro paio di mani per essere sciolto.
    Di sicuro la ragazza doveva pensare che fosse stupida ad affrontare il deserto indossando un simile aggeggio infernale, così stretto da lasciarla respirare a stento; ma che colpa ne aveva se, nella fretta della fuga precipitosa dal tempio, non aveva trovato il tempo di cambiarsi? Quando si assiste al massacro collettivo dei propri familiari, in genere il problema dell'abbigliamento è l'ultimo a venire in mente...

    "Grazie per... acqua..."

    Aggiunse poi con lentezza, cercando termini adeguati per esprimere la gratitudine che provava, ma senza ricordarne di migliori. Pensando con più lucidità, si accorse anche che alcuni dei borbottii pronunciati poco prima dalla coetanea suonavano molto come degli avvertimenti contro qualcosa che però le restava totalmente indecifrabile: diceva di "stare lontana da" e dopo sciorinava una serie di parole che Bei Li non aveva mai sentito.
    Abbassò lo sguardo, mentre il rossore dipinto sulle sue gote si accresceva per la vergogna di dover ammettere che non sapeva il significato di un'espressione magari ovvia, e con voce esitante chiese:

    image

    "Cosa vuol dire maniaco sessuale?"

     
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    CITAZIONE

    "To-gli-e-re a-bi-ti?"


    Annuì interdetta, domandandosi se la ragazza aveva capito o se -come sembrava- stava ripetendo semplicemente a pappagallo ciò che le stava dicendo. Per sicurezza mimò nuovamente il gesto di slacciare gli abiti, apparentemente senza grandi risultati.
    CITAZIONE

    "Io... non riesco da sola..."


    « Uhm... »
    Ci pensò su ancora qualche secondo, prima di decidere che -si- la ragazza sembrava proprio capirla. Che sollievo! Almeno c'era la possibilità che avesse capito cosa intendeva e non rischiava di passare per una maniaca. Lei sembrava un po' tanto timida e Deidara non poté far altro che interpretare il forte rossore che l'aveva colta come un chiaro riferimento al fatto che aveva compreso che doveva spogliarsi. Beh, c'era poco da fare, se non l'aiutava a toglierlo probabilmente ci sarebbe morta in quel kimono!!

    Invece, lei la sorprese, creando una situazione che riuscì ad imbarazzarla.
    In quel momento non poteva immaginare che sarebbe stata la prima di una lunga serie...
    CITAZIONE

    "Cosa vuol dire maniaco sessuale?"


    image

    « Ah... »
    L'espressione di Deidara mutò immediatamente all'interdetto dando alla sua interlocutrice una misura decisamente precisa sul quanto l'avesse colta in contropiede, molto più di quanto qualsiasi frase potesse riuscire a fare. Si bloccò un secondo come un computer a fronte di un bug insormontabile, poi dopo un lungo istante di silenzio imbarazzato riuscì a sciorinare qualcosa di passabile per una erudita esplicazione tecnica da perfetto vocabolario.

    « Beh, è semplice... »
    Si sporse in avanti sedendo sul letto e iniziando ad armeggiare con la serie infinita di nastri e corde che fissavano l'asfissiante obi del kimono cerimoniale, chiedendosi nel frattempo chi diavolo aveva progettato quella trappola infernale. Fortuna che lei, a sua volta, da piccola aveva indossato un kimono in almeno un paio di occasioni, quindi bene o male sapeva dove mettere le mani.

    « Uhm, si tratta di individui maschi che tendono a risultare pericolosi per qualsiasi genere di ragazza ingenua che si lascia avvicinare anche solo di poco, per questo sono persone da evitare e da trattare con i guanti bianchi, allontanandoli in ogni modo se necessario. Poi ti farò un esempio pratico per mostrarti un individuo che appartiene alla categoria. »
    Sorrise fiera di se quando riuscì a slacciare la prima cordina, attaccò la seconda mentre la sua pazienza stava avendo un netto calo.
    « Com'è che ti hanno fatto indossare 'sto cavolo di robo assurdo??? »
    Esclamò a denti stretti, costringendosi a non urlare dalla frustrazione. Riuscì a levare pure la seconda, ma giunta alla terza si arrese dopo tre secondi netti.
    « Seh, no, senti: così è impossibile. Ce la fai ad alzarti, da seduta non ci riesco. »
    Sapeva che doveva avere la febbre alta ma togliere quell'abito era vitale e ci avrebbe messo una vita facendola stare sdraiata. C'era un'altra soluzione un po' più brutale -cioè tagliarlo con delle forbici- ma le dispiaceva rovinare un così bel vestito, oltretutto sembrava un'imitazione di uno di quei mega super kimoni da cerimonia sacra di stoffe pregiatissime fatti dai maestri tessitori come offerta ai templi, quindi doveva valere una cifra. A proposito: chissà come se l'era procurato? Le venivano in mente solo soluzioni molto fantasiose, quindi evitò di pensarci passando ad una domanda ben più vitale mentre l'aiutava a levarsi in piedi e si ributtava sull'obi del kimono con rinnovato vigore.

    « A proposito, come ti chiami? Io sono Deidara. Come mai sei venuta a Suna? »
     
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  4. Chihou Bei Li
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    Il silenzio imbarazzato con cui la danzatrice sunese accolse la sua domanda le causò il sospetto di avere introdotto nella conversazione un argomento inaspettatamente delicato; un'impressione che ricevette ulteriori conferme quando vide lo sconcerto diffondersi sul volto dell'altra, come ad indicare che non solo c'era da stupirsi di una tale ignoranza, ma soprattutto che non era molto comune che qualcuno osasse chiedere a voce alta quell'informazione. Convinta pertanto di aver ficcato il naso in chissà quali questioni di stato, stava già per scusarsi della propria impertinenza, quando Deidara le rovesciò addosso una spiegazione pronunciata in modo troppo veloce e con espressioni troppo allusive perché le fosse possibile intercettare più di qualche parola qua e là.

    CITAZIONE (Deidara @ 24/3/2009, 21:14)

    « Beh, è semplice...
    Uhm, si tratta di individui maschi che tendono a risultare pericolosi per qualsiasi genere di ragazza ingenua che si lascia avvicinare anche solo di poco, per questo sono persone da evitare e da trattare con i guanti bianchi, allontanandoli in ogni modo se necessario. Poi ti farò un esempio pratico per mostrarti un individuo che appartiene alla categoria. »


    Sommersa da questa improvvisa valanga di fonemi misteriosi, e completamente all'oscuro riguardo al vero significato di locuzioni figurate come "trattare con i guanti bianchi", Bei Li annaspò mentalmente fino ad aggrapparsi ai pochi vocaboli che riusciva per miracolo ad afferrare di tanto in tanto, con l'angoscia di un naufrago in balia delle onde, ma senza lasciar trapelare all'esterno il suo disorientamento. Anzi, fintanto che il discorso progrediva si impose di sfoderare un mezzo sorriso accondiscendente, per fingere di capire al volo ciò che le veniva detto. Annuì persino, mentre dentro di sé plasmava un'idea tutta particolare del maniaco sessuale: mettendo insieme con molta difficoltà i pezzi annessi a "individui maschi", "pericolosi", "evitare" e "categoria" (la cui definizione, secondo lei, doveva corrispondere all'incirca a quella di "gruppo organizzato"), la giovane arrivò infatti a persuadersi che fosse un ninja appartenente alle squadre speciali del villaggio, una specie di assassino specializzato da temere e da rispettare.
    Niente di più sbagliato, ovviamente.
    Se Deidara avesse potuto intuire l'equivoco e gli errori madornali che ne sarebbero derivati in seguito, probabilmente si sarebbe affrettata a fornire chiarimenti invece di continuare a lavorare sulla miriade di corde e di nastri che fissavano l'obi; purtroppo per entrambe, tuttavia, la forestiera seppellì il prodotto finale del suo ragionamento sballato sotto una maschera che sprizzava sicurezza da tutti i pori.

    CITAZIONE (Deidara @ 24/3/2009, 21:14)

    « Com'è che ti hanno fatto indossare 'sto cavolo di robo assurdo???
    Seh, no, senti: così è impossibile. Ce la fai ad alzarti, da seduta non ci riesco. »


    Accantonata così la faccenda, al volere dell'altra si alzò in piedi con fare docile, sopportando le vertigini benché vacillasse vistosamente. Avrebbe voluto aiutarla nell'impresa, ma non era abituata a trafficare con il kimono dato che in passato erano le assistenti ad occuparsi della vestizione, quindi rinunciò con dispiacere abbastanza relativo.

    CITAZIONE (Deidara @ 24/3/2009, 21:14)

    « A proposito, come ti chiami? Io sono Deidara. Come mai sei venuta a Suna? »


    Nell'udire il nome del luogo, il suo cuore mancò un battito. Se si trovava davvero a Suna, voleva dire che c'era riuscita: aveva attraversato il deserto ed era pervenuta a destinazione, a dispetto delle avversità.
    Avrebbe quasi voluto urlare dalla gioia, ma si sentiva ancora troppo stanca; e poi doveva presentarsi alla sua salvatrice. Per un istante rifletté sull'ipotesi di inventarsi una nuova identità, cosa che sarebbe stata utile per non rischiare di essere collegata alla setta, scartando però l'idea in ultima analisi: pensò che era estremamente improbabile che nel paese delle sabbie fosse giunta voce della famiglia Chihou e del tempio dipendente da essa, poiché perfino ad Oto la loro esistenza veniva tenuta segreta.

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    "Mi chiamo Bei Li, del clan Chihou. Sono qui perché..." cercò un motivo plausibile "...mi hanno cacciata di casa."

    Forse non era un granché come scusa, ma per fortuna poteva contare sulla sua ridotta padronanza della lingua locale per giustificare la scarsità di informazioni.
    E non era neppure una bugia. Una mezza verità, piuttosto.

     
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    Beh, strana era strana, però sembrava aver capito. Per un attimo si era chiesta se avesse dovuto essere più esplicita, però il vago cenno del capo di Chiu sembrava proprio significare che aveva capito tutto, o che almeno avesse collegato la cosa ad un aggettivo qualsiasi che sia sinonomo di "schifoso maiale che ci prova con tutte e spia le ragazze mentre si cambiano".
    Il problema era che... quel dannato kimono non voleva togliersi e ora Deidara rischiava sul serio un attacco improvviso di rabbia.
    CITAZIONE

    "Mi chiamo Bei Li, del clan Chihou. Sono qui perché...
    ...mi hanno cacciata di casa."


    « Waaaah... non si toglieeeeh!!!! »
    Non rispose subito. Continuò a tirare i fili e le mille cordine con scarso successo. Alla fine, stressata, tirò malamente l'obi in un gesto di stizza facendo traballare l'esile ragazzina e dovendo affrettarsi a tenerla per paura che le cadesse a terra. Subito dopo gemette sull'orlo del pianto.
    Le forbici erano un'opzione troppo allettante. Per Deidara quella di fare a pezzi ogni cosa era un po' una filosofia di vita, d'altronde è normale per una pazza invasata che in missione va in giro in status berserk armata di spade, il problema è che questo cozzava decisamente con la sua natura di amante delle cose belle (e sopratutto degli abiti belli) e le impediva di fare ciò che non avrebbe sicuramente esitato a fare se al posto dell'obi ci fosse stato quel dannato maiale di Tatsumaru.
    Pensandoci un attimo le venne in mente che se lei non riusciva a togliere il kimono magari sarebbe tornato indietro e ne sarebbe uscito con qualcosa tipo "lo tolgo io", magari riuscendo a convincere delle sue intenzioni falsamente buone quell'ingenua ragazzina al solo scopo di cercare di toccarla. Il solo pensiero bastò a rinnovare le forze psicologiche della bionda danzatrice che tornò a gettarsi sui nodi elaborati con rinnovata ferocia.

    Si rese conto solo dopo qualche istante che aveva praticamente ignorato la risposta di Chiu.

    « Oh, scusa!! Scusa, non volevo ignorarti! »
    Le rivolse un sorriso tirato prima di tornare a concentrarsi sull'obi e rispondere sovrappensiero.
    « Così ti hanno cacciata di casa? Benvenuta nel club. »

    Anche Deidara era stata buttata fuori di casa propria dai genitori, quindi per la gioia di Chiu aveva tutto il tatto ed il buon senso di non porre altre domande in merito. D'altronde lei stessa si sarebbe innervosita se la sua interlocutrice le avesse chiesto ragguagli in merito, proprio per questo non voleva approfondire la questione.

    « Sei qui per fare la kunoichi? Ti capisco... Magari poi quando sarai guarita ti presenterò alla sensei. Ah, forse ci sono riuscita!! »
    Finalmente una corda fra le peggiori riuscì a slacciarsi, illuminando il volto di Deidara che riuscì miracolosamente a sbrogliare la matassa e liberare l'obi che si aprì. Intonò mentalmente l'alleluja.
    « Ok, ok, ok, ora aspetta che ti prendo qualcosa. »
    La lasciò mentre il largo kimono si afflosciava cercando freneticamente qualcosa per non far prendere freddo alla ragazza. Con tutta la calma, la pazienza e la delicatezza che poteva l'avrebbe aiutata a coprirsi con un piccolo lenzuolo bianco prima di aiutarla a sfilare definitivamente l'abito lussuoso che avrebbe ammassato su di una sedia in un angolo sorprendendosi per quanto era enorme, per poi infine aiutarla a stendersi di nuovo nel letto. Un'operazione lunga e complicata che richiedeva fra le altre cose una certa collaborazione da parte della ragazza straniera, la quale però fino a quel momento era stata assolutamente docile, quasi fosse abituata a quel genere di operazioni.
     
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  6. Hanzo Hattori
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    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ~ ... ~ = Titolo
    *...* = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    §...§ = Pensato
    Corsivo preceduto da [flashback] = flashback


    * Era da qualche minuto che rimbalzava per tutto l'ospedale come una pallina di flipper, quando ad un tratto da un angolo sbucò quell'angelo che stava cercando fin dall'inizio: Reverie! *

    CITAZIONE
    Tatsu-kun! Eri tu alla reception? Cosa è successo?

    * Lo sguardo di Tatsu si allietò come neanche se gli si fosse parata dinnanzi nuda (cosa per cui -tra l'altro- ci sperava da tempo) e arrestò la sua corsa, per evitare di finirle in braccio (e a quel punto sapeva bene dove sarebbe andato a finire con il viso). Non c'era tempo nemmeno per prendere fiato e la chunin si sarebbe accorta di quanto il ragazzino fosse diverso dal solito, anche solo per come appariva concitato ma non scosso. *

    " Revie-chan, abbiamo trovato una ragazzina fuori dal villaggio svenuta...!
    Sembra che abbia attraversato da sola il deserto ed ha la febbre alta... vieni con me!... "


    * Senza un attimo da perdere, si voltò per iniziare a correre verso la stanza dove aveva lasciato la moribonda sola con la Yagi, sperando che nel frattempo quella disgraziata non la avesse uccisa del tutto, con i suoi modi tanto materni. Ormai la velocità del ragazzino era aumentata e Reverie non lo avrebbe seminato come era capitato altre volte, ma anzi: a dire il vero, gli sarebbe risultato difficile anche raggiungerlo. Non era però una gara che dovevano fare, bensì recarsi quanto prima da un paziente bisognoso di cure adeguate. Tatsumaru si arrestò dinnanzi all'uscio, attendendo Revie se ce ne fosse stato bisogno. *

    " Ecco, sono qui dentro...!
    Io aspetto qua... ma sarebbe meglio facessi uscire anche la Yagi...! "


    * Perchè? Ma perchè lei era lesbica e avrebbe pagato per poter rimanere lì a toccarsi, mentre magari Reverie spogliava la paziente. Non c'era però tempo di stare a spiegare un simile scenario alla chunin, per cui, se avesse domandato, le avrebbe risposto che non era nulla di vitale e glielo avrebbe spiegato dopo con più calma, quando la situazione si fosse normalizzata. *
     
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    La figlia del Vento

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    dal cielo e dal mare...

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    *Tatsu aveva un'espressione che non gli aveva mai visto sul viso, e gliene aveva viste tante, ma quella era la prima volta che lo vedeva così serio. Male. Doveva essere successo qualcosa di grave.*

    CITAZIONE

    " Revie-chan, abbiamo trovato una ragazzina fuori dal villaggio svenuta...!
    Sembra che abbia attraversato da sola il deserto ed ha la febbre alta... vieni con me!... "


    *Lo sguardo negli occhi viola scuro di Reverie si fece improvvisamente serio, mentre il suo corpo reagiva ancora prima della sua mente seguendo il giovane Azuma nei corridoi dell'ospedale. Era una vecchia abitudine da ninja, se dovevi seguire qualcuno, meglio partire immediatamente, ma anche così, dopo pochi passi si ritrovò a fissare la schiena del ragazzo. Sorrise, pur non perdendo la concentrazione.*

    §Sei cresciuto, eh, ragazzino? Tra un po' non potrò più prenderti in giro...§

    *Arrivò alla porta della stanza con una manciata di secondi di vantaggio su di lei, avendo così tutto il tempo di voltarsi e parlarle.*

    CITAZIONE

    " Ecco, sono qui dentro...!
    Io aspetto qua... ma sarebbe meglio facessi uscire anche la Yagi...! "


    *Yagi? In effetti Tatsu aveva parlato al plurale ma non le aveva detto chi c'era assieme a lui, e del resto anche Ai le aveva detto che erano in tre. Guardò dentro, riuscendo a scorgere una figura stesa sul lettino e una massa di stoffa che al suo occhio esperto sembrava di valore abbandonata su una sedia. Quello, e una Deidara Yagi agitatissima che sembrava stare per soccombere ad un attacco di panico. Sorrise, poi poggiò una mano sulla spalla del ragazzo.*

    Grazie Tatsu-kun, qui ci penso io...

    *gli disse con una strizzatina d'occhio, poi entrò. Le implicazioni nascoste nella battuta del ragazzo riguardo a Deidara non le passarono neanche per la testa. Lei non era ingenua come Shaina, era vero, però una cosa del genere di certo non avrebbe nemmeno sfiorato il cervello di una persona mentalmente stabile.*

    *I suoi passi la portarono all'interno della stanza, dove normalmente la prima cosa che avrebbe notato sarebbe stato il ricco e preziosissimo kimono cerimoniale che doveva valere un mucchio di soldi, ma in quel momento c'era ben altro a cui pensare, quindi si diresse senza indugi dalla ragazzina stesa sul letto.*

    *Per prima cosa le poggiò una mano sulla fronte, ritraendola subito quando si accorse che bruciava, poi la guardò bene in viso. Sembrava abbastanza sconvolta. Le sorrise dolcemente, passandole piano una mano tra i capelli. Quando parlò quella che raggiunse le sue orecchie era una voce bassa e roca, quasi ruvida, che in quel momento cercava di comunicare con la maggiore dolcezza possibile, e visto il mal di testa che probabilmente doveva avere, Bei Li le sarebbe stata grata della premura.*

    Ciao Piccola. Il mio nome è Reverie Lee Flameheart. Sono un medico, sei al sicuro ora. Come ti chiami? *controllò la reazione della ragazza, attendendo una sua eventuale risposta, poi si voltò verso Deidara con un bel sorriso che le illuminava il viso, senza smettere di carezzare gentilmente i capelli della ragazzina.* Sei stata brava Deidara-Chan. Hai fatto quello che c'era da fare, meno male che le hai tolto quell'affare...Tatsu ha detto che l'avete trovata fuori dal villaggio...se ha attraversato il deserto con quel coso addosso ci credo che ha avuto un colpo di calore...

    *Guardò di nuovo la ragazza, con fare materno, spiegandole quello che secondo lei aveva.*

    Allora Tesoro, come ti senti? La tua temperatura è salita di molto, e hai perso anche un bel po' di liquidi, qui però siamo esperti nel trattare i mali scatenati dal caldo, non ti preoccupare. Deidara-Chan, puoi farmi un favore? Vai in bagno, ci dovrebbero essere un paio di bacinelle, sai, per l'igiene personale dei malati, riempile d'acqua fresca e portale qui. Guarda se trovi anche una spugna.

    *Si alzò in piedi, ritornando alla porta dove Tatsu attendeva.*

    Tatsu-kun, mi servirebbe qualche bottiglia di bibite zuccherate, ma non troppo fredde. La ragazza è parecchio disidratata, ma finché puo' bere da sola preferirei non attaccarle flebo. Se vai giù alle cucine dovremmo averne qualcuna, qui i colpi di calore sono all'ordine del giorno. *si voltò, e fece per rientrare, poi si fermò un attimo sulla porta, lanciandogli un bacio.* Grazie! *cinguettò.*

    *Se nel frattempo Deidara fosse tornata con l'acqua, si sarebbe fatta aiutare a bagnare il lenzuolo che avvolgeva la ragazza, per poi cingerlo di nuovo attorno al suo corpo, lasciando fuori gambe e braccia. Dopo di che, Reverie avrebbe chiesto alla Danzatrice di usare la spugna per continuare a bagnarla, mentre lei apriva la finestra e la porta in modo che la stanza si ventilasse abbastanza da far scendere la temperatura della ragazzina. Nel frattempo, la donna spiegava per filo e per segno alla loro ospite quello che stavano facendo. Era un'abitudine che le aveva trasmesso suo padre, comunicare con i pazienti li fa sentire più tranquilli e in generale li distrae dai loro mali.*

    *Mentre attendevano il ritorno di Tatsu, Reverie controllò per scrupolo se avesse qualche altro problema a parte il caldo e la stanchezza.*

    Dimmi, Piccola. A parte il caldo, come ti senti? Ti fa male da qualche parte?

    *Le chiese in tono di sincera preoccupazione. Reverie poteva essere chiassosa e maliziosa, ma quando aveva un paziente era il miglior medico del mondo.*

    SPOILER (click to view)
    OT Non sapendo se hai qualche ferita io chiedo, Reverie ti fa un check up completo, donna scrupolosa XD
     
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  8. Chihou Bei Li
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    CITAZIONE (Deidara @ 27/3/2009, 04:05)

    « Sei qui per fare la kunoichi? Ti capisco... Magari poi quando sarai guarita ti presenterò alla sensei. Ah, forse ci sono riuscita!! »


    Kunoichi? Non le era proprio venuto in mente. Arrivare a Suna (più o meno) sana e salva era stato l'unico obiettivo che aveva occupato i suoi pensieri fino a quel momento; ed ora che era riuscita a raggiungere lo scopo si accorse che in effetti non aveva la più pallida idea su come avrebbe potuto guadagnarsi da vivere una volta entrata nel nuovo villaggio. Turbata, tentò di compilare un elenco delle cose che sapeva fare meglio... rendendosi conto, con enorme sconforto, che probabilmente la letteratura e la matematica non l'avrebbero aiutata granché a sopravvivere. Se non altro, era in grado di pulire e di cucinare in modo che riteneva abbastanza soddisfacente; inoltre le avevano insegnato a disporre artisticamente i fiori secondo le regole dell'ikebana, suonare il flauto e danzare con la grazia di una farfalla... ma le pratiche dei ninja erano ben al di là delle sue conoscenze. Scosse leggermente la testolina, prendendosi l'inusuale libertà di mostrare un viso corrucciato: la ragazza chiamata Deidara, che nel frattempo stava portando vittoriosamente a termine la lotta furibonda con l'abito della coetanea, aveva detto di volerla presentare alla propria sensei, eppure Bei Li dubitava di possedere le qualità per diventare un'allieva. Era sempre vissuta all'interno di quel tempio che poi era diventato il suo incubo, in totale isolamento, e lontana da esso si sentiva un pesce fuor d'acqua. Il mondo esterno era un labirinto nel quale faticava ad orientarsi.
    Il kimono si allentò e cadde a terra proprio mentre pronunciava la risposta, accompagnando il suono della sua voce con un fruscio suadente.

    "Sarei... felice di conoscerla."

    Trasse un respiro profondo, mentre per la prima volta dopo molti giorni gustava il piacere di avere il petto sciolto dalla feroce morsa della fascia, e la semplice scomparsa della sensazione provocata dalla stoffa calda e sudata le dipinse un alone di beatitudine sul volto, tanto che per un istante parve quasi guarita.
    Malgrado la nudità del suo corpo, bianco come l'anima dell'inverno, non dava segni di imbarazzo. La pelle era innaturalmente chiara, e non solo in confronto a quella delle fanciulle ambrate di Suna: sembrava un raggio di luna che per magia fosse stato indotto a prendere forma umana. A vederla, non sarebbe stato difficile credere che non avesse mai messo piede fuori dal santuario fino ad allora: era palese che il sole aveva avuto solo rarissime occasioni per lambire con la sua luce quella superficie di ghiaccio.

    CITAZIONE (Deidara @ 27/3/2009, 04:05)

    « Ok, ok, ok, ora aspetta che ti prendo qualcosa. »


    Quando un capogiro la riportò alla cruda realtà, Bei Li afferrò il lenzuolo offertole dall'altra con un timido sorriso e se lo avvolse attorno come meglio riusciva, sforzandosi di non apparire troppo goffa benché non fosse abituata doversi arrangiare così; dopodiché prese ad industriarsi insieme a Deidara per sistemare il kimono su una sedia senza sciuparlo. Mentre riponeva con estrema cura l'abito, il suo sguardo cadde sul raffinato disegno che il tessitore aveva ricamato appositamente per lei sul lato interno: si trattava di uno stormo di gru che volava nel cielo notturno, e che sembrava davvero acquisire il dono del movimento se si sfiorava appena la stoffa, facendo ondeggiare le figure in essa ritratte.
    Nel suo genere, era un piccolo capolavoro. Le dita ingenue della sacerdotessa, che indugiavano sul complicato arabesco come solevano fare, erano del tutto inconsapevoli del suo valore astronomico, pari soltanto a quello delle altre vesti cerimoniali conservate nel gineceo del tempio e andate ormai perdute. Bei Li comunque pensò che forse poteva renderle qualcosa, sebbene la vendita fosse un atto sacrilego, dato che quell'oggetto era stato consacrato alla divinità e di conseguenza poteva essere indossato esclusivamente dalle prescelte durante le funzioni religiose. Se era scampata al massacro ed alla traversata del deserto, tuttavia, significava che il desiderio del cielo era che lei vivesse: e dal momento che il kimono era l'unico bene di cui disponeva, doveva fare affidamento su di esso per ottenere una somma anche minima di denaro da qualche sarto, sperando che il ricavato fosse sufficiente a procurarle da mangiare per almeno una settimana. Chiese mentalmente perdono all'abito ed al maestro che lo aveva creato per il gesto profano che aveva intenzione di compiere, ma non le restava molta scelta.

    "Cosa devo fare per diventare una kunoichi, di preciso?"

    Mormorò la domanda mentre prendeva di nuovo posto sul letto, cercando di mettere ordine tra le idee. Aveva sentito spesso parlare dei ninja, ed in fondo era proprio per loro che la famiglia Chihou sacrificava sia la carne che il sangue dei propri esponenti, ma nessuno le aveva mai spiegato nel dettaglio in cosa consistesse il loro addestramento. Il destino che la attendeva, in teoria, era alquanto diverso... a questo punto, però, non poteva che seguire la via indicatale dalla sorte, per quanto ardua fosse.
    La danzatrice non ebbe però il tempo di risponderle, perché finalmente il medico di turno fece il suo ingresso nella stanza, rovesciando addosso alle due ragazze un fiume di parole e affaccendandosi intanto con l'efficienza e la velocità di chi è avvezzo alle situazioni di emergenza. Era una donna adulta dai capelli di grano, così bella da incutere soggezione; Bei Li avrebbe voluto alzarsi dal giaciglio per salutarla in maniera formale, ma il tocco e la voce di Reverie giunsero immediatamente a sedare il suo tentativo per mezzo di un'inaspettata dolcezza che, anche se un po' ruvida, le ricordava quella materna.

    CITAZIONE (Reverie Lee Flameheart @ 3/4/2009, 01:59)

    Ciao Piccola. Il mio nome è Reverie Lee Flameheart. Sono un medico, sei al sicuro ora. Come ti chiami?


    "Mi chiamo Bei Li Chihou, nobile Reverie." replicò dopo un secondo di riflessione (speso nella doverosa ricerca di un titolo onorifico adeguato al caso), ripagando la carezza con un sorriso luminoso. Pur perdendosi in chiacchiere, l'altra non smise di prendersi cura di lei con la massima urgenza, mandando Deidara e Tatsumaru al lavoro con l'autorità di una generalessa. Condiva i suoi ordini con sorrisi e formule di cortesia, ma non c'era da dubitare che non prevedesse affatto l'ipotesi di un rifiuto da parte di quegli infermieri improvvisati. Le piacque; assomigliava alla Decana quando dirigeva le cerimonie ufficiali.
    Fu anche per questa fortuita somiglianza che decise di fidarsi, nonostante fosse in grado di capire sì e no metà di ciò che le veniva detto; inoltre era rassicurante continuare a udire il brusio calmo di sottofondo.
    Deidara sparì dalla sua visuale e ricomparve in compagnia di una bacinella d'acqua. Bei Li si comportò come una bambola inanimata, affidandosi passivamente alle mani esperte e insospettabilmente premurose della dottoressa, per poi apprendere con un certo sollievo di iniziare già a sentirsi meglio. Perfino l'aria afosa di Suna, che penetrò dalla finestra adesso aperta, le sembrò fresca come una brezza di montagna.

    CITAZIONE (Reverie Lee Flameheart @ 3/4/2009, 01:59)

    Dimmi, Piccola. A parte il caldo, come ti senti? Ti fa male da qualche parte?


    Esitò, mordicchiandosi le labbra con fare dubbioso. Sì, c'era dell'altro oltre al caldo, ma non era sicura di volerlo mettere in mostra. Infine si rassegnò a scostare piano le ciocche rosate dal collo, rivelando così alcuni brutti segni di un colore blu livido, che davano l'impressione di essere stati causati da un tentativo fallito di strangolamento.

    "Mi fa male quando respiro." ammise a voce bassa, distogliendo gli occhi pieni di tristezza.

    Se Reverie avesse intuito che quello non era l'unico problema ed avesse saggiamente deciso di controllare anche il resto del corpo, avrebbe scoperto altre ferite: lividi sui polsi e sulle gambe, numerosi graffi sul viso, e addirittura un'impronta di denti umani sulla mano sinistra, prova di un morso abbastanza forte da lasciare un solco duraturo nelle carni della giovane. Niente di grave, fortunatamente; ma veniva spontaneo chiedersi cosa diavolo le fosse successo, anche se Bei Li non aggiunse neppure una sillaba per giustificare quelle strane lesioni.

     
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    Sei stata brava Deidara-Chan. Hai fatto quello che c'era da fare, meno male che le hai tolto quell'affare...Tatsu ha detto che l'avete trovata fuori dal villaggio...se ha attraversato il deserto con quel coso addosso ci credo che ha avuto un colpo di calore...


    « Già! »
    Replicò annuendo al seguito della donna, in realtà più rivolta alle lodi che le aveva rivolto che alle parole circa quell'assurda trappola mortale che la ragazzina si era trascinata dietro per tutto il deserto.
    Mentre Reverie parlava Deidara si alzò verso il lavandino più vicino e lo aprì per poi chinarsi verso di esso scostando i capelli biondo grano per bere un meritatissimo sorso d'acqua. Frattempo la dottoressa stava visitando velocemente Chihou. Anche quando l'aveva spogliata, Deidara non aveva visto i lividi ed alle piccole ferite che ricoprivano il corpicino della ragazzina, o meglio non vi aveva prestato troppa attenzione e gli aveva catalogati come causati da improbabili cadute in giro per il deserto. Per arrivare a formulare ipotesi circa il perché quella ragazza fosse giunta in quelle condizioni bisognava per prima cosa domandarselo, cosa che Deidara con una certa insensibilità ed egoismo prettamente infantile non fece neanche minimamente, più che altro era concentrata sul difficile compito di scacciare l'orribile sensazione derivante dal fatto di aver quasi ucciso qualcuno con la propria negligenza e che proprio Guardone Uno aveva evitato quella tragedia. Aveva tutta una serie di rimorsi di coscienza ed era anche un po' scossa per questo. Aprì l'acqua al massimo e pose le mani a coppa sotto il getto, sciacquandosi il viso scacciando quella sensazione sgradevole di sporco e di disagio.
    CITAZIONE

    Deidara-Chan, puoi farmi un favore? Vai in bagno, ci dovrebbero essere un paio di bacinelle, sai, per l'igiene personale dei malati, riempile d'acqua fresca e portale qui. Guarda se trovi anche una spugna.


    « Ah? Si... si, subito. »
    Tatsumaru aveva detto niente a Reverie circa il perché ci fosse anche lui?
    Che sarebbe successo se l'avesse fatto? Reverie a chi faceva rapporto?
    ... Alla sensei?
    Improvvisamente tutta una serie di implicazioni a cui non aveva pensato subito le piombarono addosso. Che avrebbe fatto la sensei se avesse saputo della sua negligenza? Non sarebbe stata contenta... lei, così ligia al dovere. Avrebbe perso fiducia in lei... non che ora come ora certo la considerasse affidabile.
    Si toccò la fronte. Improvvisamente aveva la nausea, aveva voglia di vomitare.
    "Se lo ammazzo poi come lo nascondo?" Formulò quella domanda poi subito dopo si riscosse dandosi della cretina, ma che andava pensando? Che soluzione era ammazzare Tatsumaru? Poi avrebbe dovuto uccidere anche Reverie. E anche la ragazzina, certo. Che senso aveva un'azione simile? Nessuno. Allora perché l'aveva pensato?
    Uscì fuori dalla porta e la richiuse dietro di se, poggiando la schiena su di essa e gettando uno sguardo su Tatsumaru in attesa dietro di essa, fissandolo in silenzio per qualche istante.
    « Vado a prendere della roba per Reverie-san, mi accompagni? »
    Gli voleva chiedere che cosa intendeva fare, ma forse doveva stare zitta. Stava pensando troppo, in realtà non sarebbe successo niente. E se anche la sensei avesse saputo tutto non sarebbe cambiato nulla, perché in fondo non era successo nulla. Anzi: la ragazza era salva, quindi aveva adempiuto al suo dovere di guardiana.

    Sorrise e si avviò verso i bagni.
    E aveva ancora un po' di nausea.
     
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  10. Hanzo Hattori
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    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ... = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    °...° = Pensato
    [Flashback]...[/Flashback] = Flashback


    CITAZIONE
    Grazie Tatsu-kun, qui ci penso io...

    Dopo la corsa per i corridoi dell'ospedale, i due giunsero dinnanzi alla porta dell'ambulatorio. Reverie sapeva essere molto sensuale quando voleva e Tatsu la frequentava volentieri proprio per quello. Quando la chunin gli strizzò l'occhio, quelle splendidi iridi color ametista, il ragazzino sorrise in maniera tirata, perchè si sentiva un po' in imbarazzo, vista la situazione di emergenza. Rimase fuori dalla porta ad attendere e senza fare strani scherzi, perchè non ne era proprio dell'umore; dall'interno giungevano le voci di Revie e della paziente, che fortunatamente si era ripresa. Dopo alcuni minuti, la dottoressa si affacciò dalla porta, ma non pareva avere l'aria particolarmente preoccupata, cosa che sollevò un poco i pensieri del giovane.

    CITAZIONE
    Tatsu-kun, mi servirebbe qualche bottiglia di bibite zuccherate, ma non troppo fredde. La ragazza è parecchio disidratata, ma finché puo' bere da sola preferirei non attaccarle flebo. Se vai giù alle cucine dovremmo averne qualcuna, qui i colpi di calore sono all'ordine del giorno.

    Grazie!

    " Ci vado subito... ma come sta? "


    Ottenne risposte e subito dopo uscì dalla stanza la Yagi, con in volto un'aria seria e preoccupata, che non gli aveva mai visto prima.

    CITAZIONE
    « Vado a prendere della roba per Reverie-san, mi accompagni? »

    Naturale, visto che Revie-chan lo aveva domandato a lui.

    " Certo, andiamo... "


    Si sentiva un po' a disagio per quel silenzio, mentre percorreva i corridoi con la ragazzina, per recarsi nelle cucine. Forse la sensazione di stranezza e novità gli era data dal fatto che non stessero litigando, non si stavano beccando e nemmeno insultando e ciò era davvero inedito, sopratutto perchè lo stato durava ormai da svariati minuti. Scesero una rampa di scale e, dopo un lungo corridoio, raggiunsero le cucine: Tatsu spinse la porta e si mise di lato, per far entrare prima la biondina... non ci aveva fatto caso, ma era la prima volta che la stava trattando da ragazza, da quando la conosceva. Giunti in cucina, i due si sarebbero messi a cercare delle bevande dolci e l'Azuma si recò immediatamente all'enorme frigorifero, anche se le bibite che vi erano contenute rimanevano troppo fredde, per soddisfare le richieste di Revie. Guardò Deidara come a volersi concentrare su qualcosa e poi la esclamò, ricordandosi improvvisamente di ciò a cui stava pensando.

    " La dispensa! "


    Sì, forse il grosso dei viveri era conservato lì al fresco, ma non al freddo. Il ragazzino si fiondò nel locale attiguo, da cui si accedeva direttamente dalle cucine, per poi accendere la luce e iniziare a cercare le bevande, sperando che anche la Yagi gli desse una mano. Lui o lei, alla fine avrebbero trovato le casse con delle bottigliette di succhi di frutta e Tatsumaru decise di prenderne una intera, visto che oltretutto la avrebbe portata lui (e la cosa non era assolutamente in discussione).

    " Trovati! "


    Ritornarono sui loro passi, ma quel silenzio era davvero fin troppo assordante. Lo voleva fare senza dirglielo, ma, pur di rompere quella situazione, le avrebbe finanche letto l'oroscopo del giorno.

    " Senti, Yagi...
    Per il tuo rapporto che dovrai fare...
    ...
    Se Shaina mi dovesse domandare... "


    Non sapeva come comunicarglielo, senza farglielo sembrare come un favore o qualcosa di simile.

    " ...
    Nel mio rapporto, scriverò che non ti ho trovata, quando sono arrivato a casa tua...
    Al che, mi sono recato verso le mura e ti ho incontrata mentre provenivi dal gate, con la ragazza in braccio...
    ...
    E siamo a posto così!... "


    Da che lo aveva già intenzione di fare, rimase però stupito di essere riuscito a dirglielo e in quella maniera... con tutto quel tatto.

    [...]


    Arrivati nuovamente dinnanzi alla porta della camera, Tatsumaru si arrestò e mise in mano alla danzatrice il cartone con i succhi di frutta.

    " Io sono arrivato...
    Se serve, sono qui in giro...! "


    Si sentiva strano, ma tutto sommato non era fastidioso il non litigarci, anzi...
     
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    La figlia del Vento

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    dal cielo e dal mare...

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    "Mi chiamo Bei Li Chihou, nobile Reverie."

    *Seppure stanca e indebolita, la ragazzina era davvero carina quando sorrideva. E a quel che sembrava, anche ben educata. Quel particolare, e la foggia particolarmente elaborata del prezioso kimono che indossava, le fecero pensare che non fosse una persona qualsiasi che si era persa nel mezzo del deserto.*

    *La lasciò per un attimo per chiedere un favore a Tatsu, favore che il ragazzo non mancò di concederle, non prima di essersi sincerato delle condizioni di Bei Li.*

    CITAZIONE

    " Ci vado subito... ma come sta? "


    *Reverie sorrise, un sorriso tranquillizzante e luminoso.*

    Non è grave, per fortuna me l'avete portata subito e Deidara-Chan le ha tolto quel coso pesantissimo che indossava prima che la facesse soffocare. Vedrai, la rimetteremo in piedi prima di quanto pensi.

    *Tornò dalla sua paziente, mentre Deidara usciva, richiudendo la porta dietro di sé. Probabilmente tutto quel trambusto l'aveva agitata parecchio, a giudicare da quante volte l'aveva sentita risciacquarsi il viso. Meglio per lei se si fosse distratta facendo un giro per l'ospedale con Tatsu.*

    *Bei Li ci mise un po' a rispondere alla sua domanda. Sembrava avere qualche difficoltà con la lingua, e in effetti Reverie non poteva biasimarla, anche lei ci aveva messo un'eternità ad impararla. Ma più che difficoltà ad esprimersi, sembrò che la ragazzina semplicemente fosse un po' restia a parlare delle sue eventuali ferite. Alla fine però capitolò, scostando i capelli che mostrarono segni difficilmente fraintendibili.*

    CITAZIONE
    "Mi fa male quando respiro."

    *Disse la ragazzina, distogliendo lo sguardo, triste.*

    Blessed Mary...

    *A quella vista, le sfuggì un'invocazione nella lingua di suo padre, e la mano destra andò istintivamente al ciondolo che portava al collo, una croce d'oro su cui era appeso un piccolo omino dall'aria sofferente, probabilmente il simbolo di una religione straniera. Altro che colpo di calore...tutto il corpo della ragazzina era pieno di lividi e ferite che una camminata nel deserto non giustificava.*

    *Per prima cosa si concentrò sul curare le lesioni più gravi. Avvicinò lentamente le mani al collo della ragazzina, attivando il chakra curativo in modo che si sentisse meglio il prima possibile, chiarendole prima quello che stava per fare, in modo da non spaventarla.*

    Allora, Tesoro, adesso userò il mio chakra per farti stare meglio, tu rilassati e lascia fare a me.

    *Lentamente un chakra di colore verde emanò dalle mani della Dottoressa, penetrando nella parte lesionata e alleviando quasi subito il dolore. Pochi minuti, e i lividi erano quasi del tutto scomparsi. A quel punto Reverie passò al segno sulla mano, erano segni di denti umani quelli, e come ogni buon medico sa, la bocca umana è un ricettacolo di batteri non indifferente, la ferita rischiava di infettarsi e non sarebbe stato certo piacevole. Mentre lasciava che il chakra curativo fluisse nella ferita, disse qualche parola alla ragazza.*

    Cosa ti è successo davvero, Bei-Chan? Queste ferite...non sembrano per nulla accidentali...se ora non vuoi dirmelo fa lo stesso, l'importante è che tu ti rimetta presto, però non vorrei che tu fossi ancora in pericolo.

    *Aveva un tono gentile nonostante la sua voce fosse di natura un po' ruvida. Seriamente, non voleva farla agitare troppo, ma da una parte sentiva di volerne sapere di più, in modo da guarirla anche psicologicamente. Perché ne era sicura, quelle che portava sul corpo non erano le uniche ferite di quella ragazza, e nemmeno le più profonde.*

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    OT mi fermo qui aspettando che Deidara rientri nella stanza con le bevande, spero di aver azzeccato i tempi /OT
     
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    Questa scena si svolte in tempi diversi da quella precedente, e continua da QuI



    Il fagotto che trascinava con una mano era Moccioso II; alias Bombarolo del Cavolo; alias "Accidenti a te se provi di nuovo a tirare una di quelle bombe vicino a me mentre cerchi di beccare l'avversario giuro che ti uccido"; alias "Se lo fai di nuovo ti ammazzo"; detto anche Hohenheim Kakita almeno per gli amici.

    « Reverie-saaaaaaaan! C'è un mezzo morto da sopprimere. »
    Siccome aveva entrambe le mani occupate, Deidara sferrò un calcio alla porta dell'ospedale per entrare. In effetti era una cosa da non farsi, considerando che teneva in una certa considerazione l'opinione della signorina Reverie, però in quel momento era un po' nervosa causa mancanza di sonno sicché non ci fece caso. Non fece nemmeno caso ad un'eventuale risposta, si limitò a muoversi con una certa sicurezza nei corridoi dell'ospedale trovando subito la porta che dava all'ambulatorio, che per fortuna era aperta. Entrò, richiuse la porta spingendola con un piede e gettò alla meglio Moccioso Due sul lettino. Fatto ciò, prese un bicchiere di carta e lo riempì d'acqua fresca, avvicinandolo alla bocca del ragazzino come per farlo bere.

    Dopodiché glielo rovesciò in faccia per svegliarlo.

    « Se io fossi un infermierina probabilmente mi prenderei cura delle tue ferite. »
    Disse con un sorriso feroce dipinto in viso, rovistando in una tasca della gonna.
    « Siccome i feriti sono brava a produrli e non a curarli, prenditi 'sto tonico e se devi crepare almeno crepa in silenzio. »
    Estrasse il tonico e lo infilò direttamente in bocca al ragazzo con un gesto indelicato, costringendolo a inghiottirlo. Dopodiché sedette sul letto, guardando con aria antipatica ed incrociando le braccia sul petto.

    image

    « Qualunque cosa sia successo sei privo di giustificazioni. Si può sapere chi ti ha ridotto così e perché? »
    Partì diffidente fin da subito. Lei avrebbe anche mentito, in un caso come quello. Il piccolo Hohe, a quanto pare, avrebbe fatto bene a rispondere in modo diretto e onesto, altrimenti non avrebbe esitato a riferire alla sua sensei, o peggio. Figuriamoci se Deidara può avere riguardi per un compagno... o per un compagno ferito.


    SPOILER (click to view)

    Tonico di Ripristino Medio
    Ingerendo questo farmaco il ninja ripristina i danni e la perdita di sangue ricevuti a seguito di una ferita Media. E' possibile non ingerire il tonico e lasciarlo nel cavo orale fino a due round, al termine dei quali la salivazione distruggerà il sottile involucro facendo attivare il tonico involontariamente.



    Edited by Deidara - 3/8/2009, 12:50
     
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    Di certo fu un risveglio traumatico quello che spettò all'artista.
    Ancora più di là che di qua il piccolo prese ad aprire gli occhi...era palesemente stanco e le riserve energetiche del proprio corpo erano completamente prosciugate. Non tentò nemmeno di rigettare quel qualcosa che gli era stato imboccato, non ne aveva le forze. Lentamente prese a trituralo e poi ad ingerirlo...subitò si sentì meglio, per quanto lo si possa dire in quelle condizioni fisiche.

    Fu il tono della voce a far capire al giovane chi fosse la sua salvatrice. I contorni dell'indeterminata forma presero a marcarsi e così l'esatta figura si palesò allo shinobi.
    La piccola ribelle della sabbia, sua compagna nei sand scorpion, nonchè rompiballe di prima categoria era davanti a lui, seduta nella spocchiosa posa di chi vuole fare una ramanzina. Eppure Hohe non sarebbe stato in grado di tenerle testa quel dì nè tantomeno ne aveva voglia: la sconfitta sarebbe stata davvero difficile da smaltire per lui che mai aveva fallito in un duello, che mai si era arreso difronte qualunque rivale. Non c'erano stati errori o mosse avventate...e questo faceva infuriare il giovane; quel tipo era semplicemente più forte di lui. Un errore avrebbe spiegato tutto; se ne sarebbe fatto una ragione e ci avrebbe riprovato. Così, invece, sapeva che riaffrontarlo senza alcuna nuova arma avrebbe ricondotto allo stesso risultato.

    In risposta alla domanda della kunoichi disse con un filo di voce e con lo sguardo perso nel vuoto:

    " Non ricordo il suo volto nè il suo nome...però portava un corpifronte rigato di Suna sulla coscia... - Continuò cambiando argomento - Bisogna organizzare un temporaneo gruppo di controllo all'entrata e ripulire la zona...avverti Hoshi per il recupero dei cadaveri. Le loro famiglie devono essere informate...e...e...grazie per avermi soccorso."

    Mentiva. Si ricordava di Aloysius e del perchè lui fosse lì...Un connubio di emozioni e sensazioni pervadeva il giovane. Le sue certezze erano oramai cadute; il dubbio e l'insicurezza lo stavano avvolgendo come non mai. La lettera era stretta nella sua mano...inconsciamente l'aveva tenuta serrata nel suo palmo. Amanimaru questa volta aveva mandato avanti un pezzo pregiato della sua scacchiera, estraneo perfino dai d10, e gli effetti erano stati devastanti soprattutto sulla psiche del ragazzo.

     
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    " Non ricordo il suo volto nè il suo nome...però portava un corpifronte rigato di Suna sulla coscia...
    Bisogna organizzare un temporaneo gruppo di controllo all'entrata e ripulire la zona...avverti Hoshi per il recupero dei cadaveri. Le loro famiglie devono essere informate...e...e...grazie per avermi soccorso."


    image

    « Ah. Si. Certo. Le famiglie. Come no? »
    Deidara si prese la briga di chiudere le finestre, e già quello doveva essere un campanello d'allarme sufficiente per il ferito. La ragazzina rivolse lui un sorriso dolce, rivolgendosi con un tono al miele che celava tanta di quell'ironia da far scoppiare la testa. Ignorando il fatto che era ferito, serrò la mano sul bavero dei suoi abiti, per sollevarlo ed avvicinarlo al suo volto. Se voleva estorcere informazioni doveva farlo adesso: di lì a poco sarebbe arrivata Reverie o una delle sue assistenti, inoltre in quel momento se voleva romperli qualcosa poteva dire che era una ferita che aveva subito durante lo scontro.

    image

    « Non prendermi per il culo. Voglio che mi dici tutto: aspetto preciso, segni particolari, tecniche, ferite subite durante lo scontro e sopratutto cosa diavolo ci faceva alle porte di Suna. Mi avete svegliata con il vostro casino ed ora sono nervosa, tutto per colpa vostra. Inoltre ho dovuto uscire senza farmi una doccia e sistemarmi come si deve, senza contare la gente morta ammazzata. Stai cercando di farmi bere la storiella secondo cui è arrivato un nukenin traditore di Suna e così, per sport, si è messo ad ammazzare gente per poi ridurti così lasciando vivo solo te? Cos'è che hai di diverso dai disperati fatti a pezzi ai portali? Tu sei più bello? »
    A quel punto l'avrebbe ributtato sul letto, fissandolo ironica.
    « Ma chi vuoi prendere in giro. Adesso dimmi tutto quanto o finisce male. »
     
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    Deidara non si era fatta ingannare da quelle parole dette cdallo stesso Hohe con poca convinzione. Di certo in quel frangente, viste sie le sue condizioni psichiche che la testardaggine della tipa che aveva difronte, le sue doti interpretative non gli sarebbero servite a molto.

    " E va bene...Il suo nome non lo so per davvero. Ma era di Oto, era enorme e sulla quarantina. Mi ha fatto vedere ben poco di quello che sa fare, secondo me. Mi ha praticamente ucciso a furia di pugni! Di anomalo, oltre l'impressionante forza dei suoi colpi e velocità dei suoi movimenti, sa manovrare delle spade con il solo pensiero; un'abilità per noi ricollegabile a quella del terzo Kazekage...e che usa il chakra elettrico..."

    Forse Deidara avrebbe capito da sola il perchè della sconfitta di Hohe. Quel tipo aveva le esatte caratteristiche necessarie ad annientare un manipolatore di Argilla. Abilità da combattente corpo a corpo, chakra elettrico, controllo aereo. Eppure l'Artista ancora una volta non avrebbe detto del reale motivo per cui quello fosse lì [interpretazione].

    " Ha detto che aveva sentito parlare delle mie capacità ed era curioso di sapere se sarebbe stato in grado di battermi...le sue azioni parevano quelle di uno schizzato voglioso solo di combattere.

    Adesso bisognerà controllare gli archivi e vedere se è presente nella lista dei traditori. Parlare magari con Shaina o Hanzo per vedere se lo hanno mai visto o se magari ne sono venuti a contatto."

     
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