-ALTRO-Classe 1 - Sezione I

Sensei: Isidor Inuzuka, Keita Kitase, Shin Raven, Hante Uchiha.

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  1. Yondaime_4th Hokage
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Narrato
    "Parlato"
    'Pensato'


    Memories of Areiz Yondaime Kudo:

    CITAZIONE

    +Capitolo 2


    ~Energy




    Silenzio, concentrazione, attenzione, curiosità. Queste erano le quattro prerogative che univano tutti i ragazzi di quella classe, ammirati dalle parole del sensei, che , con clama e pazienza, oltre che con una certa soddisfazione per quella sete di sapere così spontanea, rispondeva a tutte le domande, che numerose venivano poste dai ragazzi.
    Areiz aveva fatto conoscenza con quelli che erano i suoi compagni di corso. A tutti aveva posto un cenno di benvenuto, ma con l’inizio della lezione si sarebbe più largamente lasciato andare all’amicizia. La verità era che a primo impatto, con la delusione che l’aveva colpito ed il brutto periodo che andava a superare, la voglia di fare amicizia si era spenta, ma non era stata del tutto soffocata.
    Fece un sorriso alla ragazza di nome Miu per il suo commento gentile e sincero “si, certamente!”, l’unica del corso, che sicuramente sarebbe stata la migliore…succedeva sempre così, le kuinoichi era più sveglie di tutti i bietoloni shinobi…
    Dopo si sarebbe presentato a lei e ai suoi due compagni di banco, Raizen e Jin “ Salve ragazzi….Areiz Yondaiem Kudo….un po’ lungo, ma voi potete chiamarmi Areiz” avrebbe detto sorridendo e tendendo la mano ad ognuno di loro.
    Lo stesso avrebbe fatto con l’Akimichi,mormorando un "Piacere Sashi, sono Areiz", che sembrava essere molto timido, ma che forse avrebbe potuto nascondere un carattere forte, sotto quell’aspetto tipico del suo Clan, paffuto e ingenuo.
    Ascoltò con interesse la risposta di Raven. Un jutsu formato dall’unione di più tecniche era una cosa strabiliante, ma nascondeva una difficoltà di cui subito ne capì la fatica. Bisognava saper controllare il chakra nelle sue forme elementali e combinarlo in un modo nuovo e pericoloso per ottenere colpi più potenti, ma anche più instabili, in grado sì di poter uccidere anche gli avversari, ma diventando pericolosi per lo shinobi che li andava ad eseguire, sia per l’eccessivo consumo di energia, che per la stessa potenza del colpo.
    La risposta alla sua domanda arrivò con immediatezza. Isidor-sensei era un maestro diligente, con la rara dote di ascoltare i suoi allievi e togliere ogni dubbio :

    “Areiz, la definizione di ninja è diversa di persona in persona. Non c'è una risposta oggettiva alla tua domanda ma posso benissimo dirti cos'è per me lo shinobi.
    Lo shinobi è un combattente che si mette al servizio del proprio villaggio. Secondo molti egli è semplicemente "un' arma", un oggetto insignificante che può essere plasmato a piacimento, ma secondo me non è così. Noi shinobi, noi ninja, mettiamo cuore ed anima per proteggere il nostro villaggio, ci impegniamo affinchè nessuna insidia raggiunga le persone care, perché siamo consapevoli che abbiamo le potenzialità di cambiare il nostro destino, e anche quello di un intero villaggio.
    Uno shinobi da solo può essere forte, ma contro molti non è che un moscerino insignificante. Essere shinobi è anche saper collaborare con i compagni, rapportarsi con la squadra per creare un rapporto affettivo che durante le missione, come anche durante la vita, è fondamentale…”


    Quelle parole lo fecero riflettere parecchio. Anzi gli diedero da riflettere per tutto il resto della sua vita. Essere shinobi quindi era una ricerca continua, un qualcosa che avrebbe permesso di capire il proprio posto nel mondo, proprio come il senso della vita, perché lo shinobi è uno stile di vita, duro e pericoloso, ma votato all’onore ed al coraggio. Erano parole , quelle del maestro, di esperienza viva…stava cercando di fargli capire quello che lui aveva capito dalle sue esperienze, le lezioni di vita impartitegli dal suo destino, contro cui combatteva per migliorarlo.
    Essere shinobi quindi significava essere ricercatori, anzi filosofi, dato che il filosofo è un ricercatore, di quel senso che accomuna ogni essere al suo destino, per trovare il modo di compierlo secondo quelli che sono gli insegnamenti impartitegli, ma soprattutto la sua volontà, il suo «liber arbitrius».
    Non a caso il maestro scelse quelle parole per indicargli il duro cammino da intraprendere :

    “E' questo dunque per me il ninja, ora stà a te scoprire cosa secondo te esso è. Ti dico solo che con le esperienze potrai capire cosa è per te...”

    Areiz si alzò ed inchinando il capo , ringraziò con un “ Arigatò, Sensei” . Aveva capito il messaggio che gli aveva spiegato…ora doveva solo metterlo in pratica…ma per quello c’era tempo…

    La seconda lezione iniziò con una spiegazione di ciò che era il chakra. Una parola comune nel linguaggio e soprattutto nella vita di un ninjia, anzi il suo pilastro. Ma cos’era davvero? Le parole del maestro diedero una prima ombra a quello che sembrava essere qualcosa di molto complicato ed oscuro, anche se insito così a fondo nella mentalità di tutti da non essere considerato così estraneo:

    “Bene ragazzi, è giunto il momento di parlare di Chakra. Il Chakra è la perfetta unione tra energia corporea ed energia psichica. L'energia corporea si sviluppa tramite il duro allenamento e la fatica, mentre l'energia psichica viene aumentata tramite un processo che coinvolge molto più la mente e lo spirito, la "meditazione".Noi ninja creiamo la fusione tra queste due energia, formando il chakra, in un punto posizionato intorno all'ombelico, chiamato tantien. Grazie a questa energia riusciamo ad eseguire le tecniche ed otteniamo molti altri effetti positivi. Ad esempio i ninja più esperti, creando dei cuscinetti di chakra sotto il plantare del piedi riescono persino a camminare sull'acqua o a risalire gli alberi. Inoltre impastando chakra negli arti possiamo ottenere diversi potenziamenti: Aumentare la velocità dei movimenti, Aumentare la forza, Aumentare la resistenza. Tutto questo chiaramente per un tempo limitato e secondo un certo limite. Ricordatevi sempre che si esagera con l'impastare il chakra rischierete di procurare dei danni al vostro fisico, piuttosto che dei benefici. L'abilità con cui riusciamo ad impastare il chakra dipende da ninja a ninja.
    Ma il chakra non è solamente un'energia, ma è vita. Il chakra ci permette di eseguire anche le azioni quotidiane, di tutti i giorni. E' risaputo anche che il chakra si accumuli in ogni cellula del corpo...”

    ‘Per poterla rigenerare…’ concluse nel suo pensiero il giovane Areiz…aveva sentito parlare del potere del chakra già una volta, anzi due. Ricordava le fresche lezioni di Ledah-sensei, ma anche le criptiche parole del maestro Musashi.
    ‘Il chakra è la fusione della Stamina e dello Spirito nel Tatien grazie alla meditazione e al duro allenamento fisico. La prima serve per imparare a richiamare quest’energia e a controllarla al meglio, mentre il secondo serve ad aumentarla. Il chakra è alla base di tutto. È energia e l’energia si trasfroma , ma non si distrugge né si crea. Essa deriva da ciò che noi mangiamo, dal nostro «carburante», che permette al nostro organismo di sopravvivere. Inoltre è incrementata dalla forza dell’energia prodotta delle onde celebrali, che possono avvertire il chakra, richiamarlo e potenziarlo…’ si ritrovò a pensare, riordinando tutto ciò che sapeva…erano tante le cose di cui si poteva parlare. Se il chakra fosse stato studiato con metodo scientifico dai ninjia, forse si sarebbero potuti scoprire segreti ben al di là delle cose mortali. Ma forse era ancora presto per un passo del genere.
    “Ma se il chakra è energia e l’energia può essere controllata, significa che si può controllare anche chakra non nostro grazie ad un tipo di allenamento particolare, Isidor-sama?” si ritrovò a dire, dopo che il sensei aveva finito di spiegare citando la frase a cui già una volta aveva fatto riferimento per soddisfare la sua sete di sapere “Se questo fosse possibile non si potrebbe attingere all’energia di altri esseri viventi o a quella degli elementi?l’energia può essere scambiata tra due corpi, questo è un dato di fatto…e se è scambiabile, allora è anche attingibile?” concluse sperando di far capire bene il filo del suo discorso, dato che si stava avventurando su sentieri oscuri e pieni di incognite…

     
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50 replies since 26/9/2007, 21:04   966 views
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