L'Arena

[Ambientazione]

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    Le lame vennero abbassate e riposte nei foderi, in segno di pace o di malcelata provocazione, ciò nonostante parve che molti di loro non era persone diplomatiche come davano a vedere di solito. Si girò repentinamente verso gruppetto di Oto, lì c’era un ninja di sua conoscenza che non avrebbe tentennato a salutare. Era sempre un piacere ricontrarlo, soprattutto dopo essersi salutati, la scorsa volta, con tanto ‘amore’.

    « Ehilà Yakushi. Non pensavo che ti saresti ridotto così male in questo breve lasso di tempo. »
    Sentenziò, riferendosi implicitamente al suo lavoro di guardia del corpo. Ovviamente, il fatto che degli Amministratori(già la parola sta a significare che sono ninja incredibili e che, sicuramente, non avessero bisogno di nessuna guardia del corpo) avessero un paio di schiavetti da utilizzare come guardia del corpo gli faceva venire il ribrezzo, che aumentò esponenzialmente quando notò quali ninja si fossero ridotti a quel mero rapporto di schiavitù. Forse lo aveva giudicato male in passato, anche se normalmente non sbagliava mai sul conto delle persone.

    A quel punto, fece l’ingresso prepotentemente la figura dell’amministratrice di Oto, che giudicò poco cortese la sua entrata. Rimase un tantino perplesso, con la faccia da ragazzo smarrita in quelle parole, per replicare agilmente.
    « Mi dispiace di averle dato questa impressione, non era nel mio interesse. »
    Pronunciò la frase con un pizzico di ironia, ma mantenendo alla base del discorso il rispetto nei confronti di una carica pubblica così importante. La stessa amministratrice non si fece pregare per mostrare alcuni dei suoi trucchetti, soprattutto quando evocò un drago fatto di tenebre. Il volto divertito divenne triste, cupo. Cominciò a provare pena per quella ragazza, si era spinta decisamente troppo oltre. Il Mondo delle Tenebre richiedeva un prezzo troppo alto per usufruire dei suoi servigi, sarebbe stato meglio che non ne avrebbe ampliato le sue conoscenza su quel nefasto mondo se reputava cara la pelle. Era un circolo vizioso, chi ne entrava a contatto non ne usciva facilmente.


    I membri di Suna e di Konoha rimasero in silenzio, senza muovere un passo né sussurrando parole. Rimasero inermi, forse divertiti dallo spettacolo che aveva allestito rapidamente Yashimata, ad osservare il susseguirsi degli eventi.

    Nel mentre, vacue minacce provenivano dallo Shinobi di Kiri che era stato messo in scacco matto, ma l’assassino non diede loro alcun conto. Non si sarebbe abbassato al livello di un insetto. Mai.
    Ciò nonostante, quell’insetto era molto caro al Kaguya che si rivelò più sprezzante di quanto Yashimata credeva. Forse un tantino ironico, lo aveva chiamato con l’appellativo di ‘testa calda’, il che, in situazione normali, avrebbe già fatto sorridere Yashimata di scherno per poi uccidere colui che lo aveva definito n tal modo. Tuttavia, in quella situazione, rimase freddo ed impassibile, senza farsi trascinare da nessuna emozione.
    « Mi spiace correggerti, nobile Kaguya, ma io non ho infierito su nessun ‘elemento’ di Kiri. Anzi, se volete delucidazioni in merito, le conviene parlare con la rappresentatrice di Oto. »
    Rimase in silenzio, aggrottando visibilmente la fronte, dopo aver risposto alle accuse che gli erano state rivolte. Il gesto che ne scaturì successivamente, lasciò perplesso anche il ragazzo della Nebbia. Mentre era rimasto ad ascoltare gli scherni del Kaguya, quello aprì la mano da dove ne fuoriuscì un osso che si avvicinava minaccioso al ragazzo. Con la medesima freddezza di prima, impastò un quantitativo di chakra abbastanza elevato tale che gli permettesse di schivare l’osso senza troppi problemi. Facendo perno sul piede d’appoggio (il destro) si diede uno slancio verso sinistra e con altrettanta rapidità, dopo aver schivato l’eventuale attacco, con il medesimo piede si diede la spinta all’indietro, in modo da allontanarsi dall’amministratore il minimo indispensabile. [Riflessi 475]

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    « Tsk, non vi credevo così belligeranti voi Kaguya. Forse sono stato uno sciocco a ritenervi persino diplomatici. »
    Rise debolmente, come gesto di derisione nei suoi confronti.
    « Bhè, forse la vostra carica di amministratore mi aveva messo un tantino fuori strada sul vostro carattere da rozzi. Ma non è questo il punto per cui sono venuto, se non sbaglio. »
    Continuò, smettendo di ridere e tornando serio.
    « Ditemi, perché non volete concedermi questo permesso. Paura che fugga dal nostro beneamato villaggio? Vi semplificherò il discorso : ho intenzione di rimanere per un po’ qui ad Oto, sperando che la nostra cara amministratrice mi permetta di soggiornare, dopodiché avevo intenzione di andare semplicemente a Suna. Questo è quanto. »
    Soffermò lo sguardo sull’amministratrice della sabbia, dopodiché riprese ad osservare il suo caro amministratore.
    « Quindi, se per le nostre amministratrici non è un problema ospitarmi per qualche tempo nel proprio villaggio, non vedo perché non debba ricevere questo permesso, no? »
    Attese, a questo punto, anche una risposta di ambo le amministratrici, oltre il sì definitivo da parte di Shiltar. Oramai era fatto, anzi, aveva ancora qualcosa da fare in quel loco...

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    Concentrò una quantità di chakra negli arti inferiori, poco dopo aver finito di parlare, e flettendo leggermente le gambe scattò in direzione dell’amministratrice di Oto. [Velocità 750] Componendo rapidamente quattro sigilli, mentre si avvicinava ad ella, scomparve nelle tenebre sottostanti, per riapparire, a sorpresa di tutti, alle sue spalle, con il capo chinato su di lei. Non aveva intenzioni malevoli nei suoi confronti anzi, la voleva solo avvertire del pericolo che incombeva su di lei, conscio del fatto che nessuno si sarebbe reso conto delle sue azioni in tempo.

    « Shinodari, ti consiglio di non entrare troppo spesso in contatto con le tenebre, richiedono un prezzo troppo alto in cambio dei loro servigi. Stai attenta, questo è un consiglio da chi ci è già passato. »
    Sussurrò, con una smorfia di dolore provocata dal viaggio nelle tenebre, facendo in modo che nessuno oltre lei potesse sentire le parole che gli aveva detto flebilmente. Era sicuro che presto avrebbe avuto di nuovo sue notizie, e, chissà, forse ci sarebbe stato un nuovo incontro fra i due, per discutere meglio sui dettagli. Gettò un occhiata sul drago di tenebre, per poi camminare, senza voltarsi, verso il centro del palcoscenico. Era giunta l’ora che le comparse di quello spettacolo recitassero la propria parte!

     
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