L'Arena

[Ambientazione]

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    Ledah ascoltò attentamente Shinodari quando rispose a Febh, parte del suo stato d'animo era espresso dai simboli, ma le parole avevano un peso chiarificatore e quello scatto dell'iride...Ledah l'aveva già visto una volta negli occhi di Shinodari, in quel momento era arrabbiata, così gli avevano detto che si chiamava quell'emozione che ti fa' digrignare i denti ed alzare la voce, Shindoari stava esponendo la sua frustrazione per quello che era stata costretta ad organizzare, Ledah però, non poteva in alcun modo confortarla, le sue parole assenti non avevano la capacità di penetrare dentro la kunoichi, la quale aveva bisogno di venir cullata da un tono di voce che la rassicurasse e la confortasse, caldo come il grembo materno e rassicurante come la presenza di un padre.
    Ledah non era altro che un guscio, nuovamente costretto ad assistere allo svolgersi della vita altrui senza viverlo a sua volta, impossibilitato a parteciparvi.

    [...]


    Ledah incrociò lo sguardo di Shaina mentre porgeva i ripetitori alla biondina, si chiese se stesse ripensando a quella notte quando Ookami aveva fatto il suo drammatico ritorno, dopo qualche minuto, udì un urlo provenire dall'ingresso agli spalti ed un kiriano saltare addosso a Shinodari Avvinghiandosi stretto stretto a lei.
    Ledah rimase bloccato, c'era un controsenso che non riusciva a comprendere, il kiriano sembrava felice di vederla e pareva conoscerla, ma sembrava che volesse stritolarla, quando Ledah decise che per sicurezza fosse il caso di andare a staccarlo da Shinodari, il kiriano si staccò da se', per poi rivolgersi a Ledah ed a Febh, presentandosi come una delle guardie del corpo di Shiltar.
    Ledah ricambiò assente lo sguardo del kiriano, inclinando la testa di lato, come se il collo avesse ceduto improvvisamente, gli capitava spesso anche se non ne aveva mai capito la causa, si raddrizzò la testa con le mani, avvicinandosi al kiriano, il quale aveva chiamato Shinodari "Sensei", per poi fermarsi di fronte a lui e chiedergli con un tono di voce ed espressione assenti:

    "Io sono Ledah e vorrei capire perchè pur essendo stato allievo di Shinodari, tu abbia tentato di stritolarla."

    Per Ledah i sentimenti erano cosa misteriosa, a mala pena riusciva a distinguerli se non gli venivano spiegati e molte azioni legate ai sentimenti gli erano incomprensibili, al funerale di Jotaro Jaku aveva chiesto ad uno dei presenti, Kamuro Yamazaki, cosa volesse dire vendetta e perchè volesse portarla avanti, adesso si ritrovava a non capire quella spontanea dimostrazione d'affetto che è un'abbraccio.

    [...]


    Ad un certo punto, fece la sua comparsa un'uomo, apparteneva a Konoha, aveva un portamento dignitoso ed il simbolo del clan Uchiha lo indicava come un'appartenente allo stesso, Ledah si limitò a porgergli uno degli auricolari, dicendogli assente:

    "Con questo è possibile seguire ciò che appare sui monitor."

    A Ledah quell'uomo appariva diverso da molti altri ninja, anche se non molto diverso da altri Uchiha, evidentemente quella truce espressione era una delle loro caratteristiche oltre al doujutsu denominato Sharingan.
    Tuttavia, non vi badò più di tanto, chiunque fosse, non era per lui diverso dagli altri amministratori, di sicuro potente e probabilmente, abituato ad alti onori cui Ledah non faceva caso, quando la formalità gli pareva eccessiva non riusciva a rispettarla, non era altro che un costrutto fittizio, creata ad hoc per compiacere uomini potenti di qualsiasi tipo e che permetteva a quest'ultimi di gongolarsi nell'esibizione del rispetto altrui nei loro confronti, vero o falso che fosse.
     
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  2. Ookami_Warui
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    Ookami vide la femmina umana, a cui aveva rivolto quegli strani versi, risponderle con un tono che la fece sentire bene, desiderata. E' vero, non capiva bene il senso di quei versi che gli umani facevano, ma il tono e i movimenti stava iniziando a capirli meglio, ed erano il miglior modo per evitare di farsi malmenare da quelle creature violente che ti ammazzavano senza ragione.

    Poi guardò con l'unico occhio aperto(perchè l'altro era chiuso per lo shock), la femmina che aveva quell'odore poco naturale, che la fece starnutire...sembrava irritata con la capobranco...Ookami non capì perchè...forse voleva stare anche lei con la capobranco, però era lei che si era allontanata -forse era andata a caccia per mangiare da sola? o forse doveva fare altro?...no, non sentiva odore di sangue, quindi niente caccia, e comunque era un gesto di insuburdinazione andare a caccia senza il capobranco, e sicuramente se quella strana creatura era del branco, doveva saperlo, se no non avrebbe seguito la capobranco, eh si...essere uniti era la forza dei lupi... da solo vivevi poco, e poi senza un compagno non avevi prole...- quindi non doveva irritarsi, secondo la lupa.

    Mentre Kayano divagava mentalmente, e mentre Deidara andava da quell'essere disgraziato che era visto come un nemico dalla dormiente, per farsi consegnare qualcosa(che se Deidara avesse avvicinato quell'oggetto, la donna lupo lo avrebbe azzannato con odio-aveva l'odore di Ledah su- senza però fare nulla di violento nei confronti della femmina che era stata con lei e la capobranco fino a adesso), ookami vide una specie di umano -argh! un maschio! un nemico!- correre velocemente e gridando qualcosa, verso Shinodari.

    il muso di ookami si digrignò mostrando le zanne, per un secondo, mentre il tipo, come un branco di cervi, si buttava addosso all'umana a cui aveva rivolto 'parola' all'inizio.

    *Ma! ma...gli umani, che strani! sono pazzi! ma che gli prende?????* fu il pensiero di Ookami quando vide il tizio caduto addosso a Shinodari.
    Ookami sgranò l'occhio aperto, facendo un verso lupesco di sorpresa, arretrando dietro Shaina, a causa del gesto di impeto dell'umano. Tremando lo guardò mentre qualcuno dentro di sè formulava il pensiero:
    °Ma la signorina Shinodari-san, non era forse la donna di quell'altro Shinobi che ha salvato la mia Kayano, forse? Che combinano?Ma di certo lei non centra nulla, è lui che le si è gettato sopra, il provolone, Di questi tempi, questi ragazzi umani, che tendono a provarci con tutte...Ah, so io cosa farei a questi ragazzi se si avvicinano a una donna di un altro, cercando di portarla al tradimento...una bella secchiata d'acqua e poi delle torture sanguinose gli farebbero bene... pensò Go, dentro di Ookami, senza farsi sentire dalla proiezione infantile della donna lupo, che nella sua mente si era avvinghiata alla sua gamba, con lui che la tranquillizzava con delle carezze gentili.

    Kayano guardò forastica la scena, ancora disabituata a vedere cose del genere, ma soprattutto impaurita da gesti così improvvisi, che sempre più le facevano credere che gli umani erano solo dei mostri folli, privi della calma che lei, lupo, apprezzava tanto.
     
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    "Salve giovane sunsese.
    Questi servono per poter seguire il torneo, passali pure a Shaina ed ad Ookami, non credo che quest'ultima gradisca la mia presenza ed in effetti, non penso che voglia il ricevitore, ma ne abbiamo un numero elevato ed in caso lo terrà Shaina."


    ... »

    Inarcò un sopracciglio appuntando le iridi azzurre sull'indigeno.
    Va bene "strani", ma questo le batte tutte.

    « Mmmh... ok... »

    Afferrò con diffidenza l'oggetto, guardandolo come se fosse infetto. Temeva di contrarre una qualche malattia tipica del posto che provocava voglie acute di vestirsi al buio con i primi stracci che capitano sotto mano e di truccarsi come se si stesse per andare in guerra (ed a quel pensiero insorse un brivido relativo all'immagine della terribile locandiera...).
    Bhè, dai, almeno l'amministratrice nonché amichetta della sensei sembra essere vaccinata al virus. Oppure è portatrice sana...?

    C'era troppo casino in quel luogo. Tutti pazzi. Sopportò con eroica rassegnazione le varie presentazioni (compresa quella TERRIBILE che la riguardava, e riuscì addirittura a non commentare ed a fare un breve inchino educato -si, proprio così: educato- rivolto al capoccia del luogo), gettò uno sguardo obliquo al pazzoide che azzardava un metodo pittoresco ed originale per attentare alla vita dell'amministratrice strangolandola con un abbraccio, poi si concentrò sulla canide mentre la sensei scambiava due chiacchere amorevolmente con la sua controparte otese e mentre in arena la gente si scannava allegramente.

    Deidara guardò Ookami.
    Ookami guardò lei.
    Deidara si domandò che cosa diavolo stesse pensando la quadrupede.
    La quadrupede si chiese perché Deidara fosse irritata con la sensei.
    Deidara concluse che cercare di ragionare con quella era roba per un domatore del circo.
    Quella concluse che Deidara non doveva irritarsi con la sensei.
    Per entrambe fu decisamente una fortuna non poter sentire i pensieri dell'altra.

    In ogni caso al termine dello scambio di sguardi decise saggiamente che un'auricolare su un canide che non capisce il linguaggio umano è utile quanto truccarsi prima di farsi la doccia, tenne per se entrambi gli auricolari indossandone uno e infilando distrattamente in tasca l'altro. Come "guardia del corpo" avrebbe dovuto starsene con gli occhi bene aperti, magari pattugliare la zona e stare attenti alla salvaguardia della propria protetta, siccome in caso di attacco era più probabile che fosse la protetta in questione a proteggere lei, Deidara prese la felice decisione di ignorare il proprio status e di godersi lo spettacolo cortesemente offerto dal branco di pazzi che si prestava ad una prova mortale per... già, per cosa?

    Rivolse alle due amministratrici uno ben poco tatto ed uno sguardo interrogativo ma per lo meno interessato.

    « Già, ma perché quei tizi si sc... combattono?? »
    Ci pensò un istante.
    « Soldi? »
    Naaah, che motivazione stupida.

    Nel palare, però, notò un qualcosa che di certo non aveva visto spesso, e che di sicuro smosse qualcosa. Shaina sorrideva, e sorrideva proprio in quel modo. Ci rimase un po' così, non avrebbe saputo dire nemmeno lei come, di certo perse interesse per la domanda appena posta e per la sua risposta, ignorandola qualunque essa fosse. Tornò a concentrarsi ostinatamente sugli schermi, sperando in qualche bella esplosione tanto per ravvivare un po' l'ambiente che altrimenti si avviava velocemente a diventare un mortorio.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    Febh poteva fare poco o niente per arginare l'amarezza che scorreva via dalle labbra di Shinodari. Tutto quello che potè fare fu chinare il capo e ascoltare...anche se non riuscì a trattenersi dal rispondere con una semplice cosa..pur sapendo bene che non era nè il momento nè il luogo.

    Capisco cosa intendi...davvero. Anche io credo che questo sia sbagliato. Però... Sollevò lo sguardo. ...Però non posso provare pietà per loro...perlomeno...non sul serio...forse per gioco potrei pensare "poveracci" sorrise, un sorriso amaro Ma non sul serio, Shinodari-dono. Loro hanno Scelto di farlo. potevano rifiutare in qualsiasi momento. Ma hanno voluto il potere. Posso compatirli per la loro fragilità che li spinge a cercare la forza senza riuscire ad accontentarsi di essere sè stessi e progredire senza scorciatoie. Posso compatirli per il loro egoismo nel mettere in gioco tutto quello che sono e, come avete detto, mettono in gioco anche quello che c'è di loro negli altri..negli amici...nei parenti...e tutto per avere un pò di forza in più..perchè non credo nemmeno un pò che lo facciano tutti per provare la fedeltà e l'attaccamento al villaggio. Sospirò Ma non potrò mai compatirli per ciò che succederà loro dopo che hanno imboccato questa strada, neanche se morissero in questa ricerca del potere...semplicemente non posso. Nè potrei sentirmi di biasimare chi si entusiasma nel guardarli. Questo è quello che hanno voluto, nella loro piccolezza.

    Sarebbe rimasto in silenzio quindi. Era passato dal Tu al Voi senza rendersene conto, ed inoltre non era stato esattamente lusinghiero nei confronti dei futuri Guardiani di Oto. Ma dopotutto era quel che pensava, la pura e semplice verità. Non che cambiasse qualcosa. Il suo compito adesso era fare la guardia, e lo avrebbe fatto.

    [...]

    Shiltar Kaguya aveva fatto il suo ingresso. Febh rispose educatamente al sorriso e chinò appena il capo, per salutare il suo sensei nonchè ex caposquadra, ma subito dopo l'ingresso del Kiriano, una nuova figura sembrò praticamente irrompere nella sala. Gridava un nome e si gettò a braccia aperte verso l'amministratrice. Febh fu troppo lento per fermarlo, ma lo fu abbastanza per estrarre uno dei kunai che nascondeva nella manica e tentare, con un gesto estremamente rapido (e perdipiù potenziato dal chakra) di affiancarglielo alla gola mentre questi abbracciava l'amministratrice.

    Se effettivamente avesse avuto successo, mentre il metallo sfiorava, pur senza tagliare il collo dell'"aggressore" avrebbe detto Tizio...non so chi sei ma... Uno sguardo all'amministratrice però gli avrebbe messo un dubbio..lei sembrava conoscerlo, e per quanto imbarazzata accettava quel saluto caloroso.

    In un modo o nell'altro (che questo accadesse o meno, o avesse incidenza sugli eventi) il tizio si separò dalla kunoichi. Febh in ogni caso lo guardò estremamente male per tutto il tempo. Si sarebbe presentato semplicemente come Febh Yakushi. Guardia del corpo piuttosto irritata al momento. In quel modo anche l'amministratrice di suna e l'altra ragazza avrebbero avuto il suo nome. Non gli sfuggì nemmeno il discorso tra la Sunese e Shindari...dopotutto era lì affianco, e le parole su Yami sembrarono confermare alcuni sospetti che aveva in proposito. E mentalmente si schiaffeggiò di nuovo per le parole di prima.

    Comunque la sala era quasi al completo...in pratica c'era qualcuno per ogni villaggio...tranne Konoha.
    Nemmeno a dirlo...dopo poco una figura si mostrò alla porta. Lo aveva già visto, un giorno, a Castlevania, ma quella volta era estremamente meno...come dire.."presente". Stavolta la sua apparizione sembrò schiacciante, anche se Febh non sapeva definire il perchè. Semplicemente si sentiva a disagio in presenza di quel tipo.

    Ledah invece sembrava a suo agio, e consegnò gli auricolari speciali senza batter ciglio. A suo modo è più inquietante di questo tizio...decisamente...

    SPOILER (click to view)
    OT/Dannato godsan :addit: Con questi attacchi a sorpresa mi fai perdere la faccia come guardia del corpo :addit: /OT


    Edited by Febh - 17/5/2008, 01:18
     
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    Falce dei Kaguya


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    Le due amministratrici già presenti avevano ricambiato il suo saluto, al pari di Febh, e già il Kaguya aveva preso il ricevitore che l'altra guardia del corpo gli aveva dato, ringraziandolo con un cenno del capo.
    Stava lì, ad osservare di sottecchi quella pallida guardia del corpo che scrutava la sua Falce d'Osso, probabilmente ignaro di come il vero pericolo, con uno come Shiltar era il suo corpo e le ossa, non le armi visibili.

    Comunque, l'amministratore di Kiri era lì, intento ad osservarsi intorno, quando una voce nota risuonò poco lontano da lui, una voce che stava urlando un nome sempre più distinguibile.

    §Non lo farà...§, pensò fra se il chunin, rendendosi conto che era Godsan ad urlare, ma, prima che anche solo potesse provare a fermarlo, fosse pure con uno sgambetto, il genin si era già buttato ad abbracciare Shinodari.

    Shiltar si sarebbe anche imbarazzato per quella inattesa dimostrazione d'affetto che la sua guardia del corpo stava rivolgendo all'amministratrice di Oto, ma il gesto di Febh, di prendere un kunai e puntarlo verso Godsan portò il Kaguya ad un ben più rilevante dubbio: minacciare l'ex allievo, o puntare la Falce direttamente sulla propria guardia del corpo? Fortunatamente, fu il genin di Kiri stesso ad allontanarsi dall'amministratrice otese, per poi presentarsi.

    Pochi minuti ed un'altra figura si fece avanti in quella strana riunione fra villaggi, qualcuno di ben noto a Shiltar, qualcuno che era stato suo sensei un tempo: Kaworu Uchiha, della Foglia, un uomo a cui il Kaguya si rivolse con un inchino formale.
    "Kaworu-sama è un piacere rivederla.", fu il semplice saluto che gli rivolse.

    Quando tutto fu poi calmatosi, il Kaguya andò a prendere posto al fine di osservare quella specie di "spettacolo", poggiando la propria Falce alla sua sinistra, vicino al posto che sarebbe stato di Etsuko, ma soprattutto vicino alla mano con cui era solito combattere Shiltar.
    Fu in quel frangente che sentì la guardia dell'amministratrice di Suna, quella bipede, fare una domanda ed in quello stesso frangente notò come le due amministratrici parlassero fra loro con una certa confindenza.
    Il rappresentante di Kiri, però, non vi prestò particolare attenzione, rispondendo piuttosto alla kunoichi di Suna:

    "Non combattono per soldi, kunoichi di Suna, ma per avere maggiore potere, per così dire, seppur credo che quello che qui otterranno sia più un placebo che un potere.", fu la sua prima osservazione, con una leggera nota di disappunto nella voce, "Ma non essendo intimo della politica interna di questo villaggio, direi che non posso pienamente capire se è un placebo, o solo un modo di farsi notare dagli altri villaggi...", concluse con evidente volontà di criticare.
     
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    Gli attimi che intercorsero tra l’abbraccio di Godsan e il suo distacco dalla ragazza furono fin troppo eterni.
    Febh era già partito verso il kiriano puntandogli un kunai alla gola.


    -Febh, va tutto bene, ci conosciamo da un bel po’. Ma ti ringrazio per la tua premura.-

    Commentò Shinodari.

    Non poté non cogliere una certa irritazione da parte dello Yakushi quando si presentò a Godsan.

    Inoltre a quanto sembrava neanche Ookami aveva gradito quell'abbraccio.

    Poco dopo fece il suo ingresso il rappresentante di Konoha, il sennin Kaworu Uchiha.

    Shinodari gli rivolse un inchino formale.


    -Kaworu sama.-

    Disse semplicemente.

    Shaina passato l’attimo di caos la prese da parte.

    No, non stava affatto bene, ma non poteva parlargliene in quel momento.


    -Shaina, ti ringrazio per le tue parole.-

    Sospirò.

    -No, ora non sono preoccupata per l’esito del suo esame, ma quanto metterà in gioco di lui questa prova . Ombra e luce... Yami e ...-

    Non finì la frase, ma rispose lo stesso al sorriso gentile che le aveva rivolto l’amica.

    Shinodari sapeva quanto fosse prezioso il dono di Shaina, e per un istante le sue iridi viola riprese un po’ del loro splendore.

    In ogni caso Deidara pose loro una domanda, alla quale fu proprio Shiltar a rispondere per primo.

    Shinodari si voltò verso il Kaguya.


    -Nobile Shiltar se non fossimo sotto l’egida dell’Accademia probabilmente lo spettacolo più interessante avrebbe come scenario questa tribuna.-

    Esordì la ragazza con una sfumatura nera all’interno delle iridi ametista.
    Il tono però era rimasto calmo, nessuna espressione ostile si era palesata nei suoi intenti.


    -Placebo? Potere? Siete qui come ospiti in rispetto delle regole dell’Accademia che tutelano l’equilibrio tra i villaggi. Potrete vedere con i vostri stessi occhi cosa ricerca chi concorre per i sigilli.-

    Si sedette al posto che le spettava in qualità di amministratrice di Oto. Non le piaceva occupare lo scranno di colui che aveva odiato con tutte le sue forze, ma sapeva che c’erano regole da rispettare.
    Attese che tutti prendessero posto, compresa la sua guardia del corpo Febh, e Ledah, poi come era di rito diede l’annuncio di inizio torneo.


    -Qui l’amministratrice Jaku, potete attivare gli schermi.-

    Commentò, parlando nel ricevitore che aveva lei stessa in dotazione.


    -Prego nobili ospiti, spero che lo spettacolo sia di vostro gradimento.-

    Disse senza mostrare nessun sentimento nel tono della voce.
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    L'azzurra Spira

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    *Uno Shinobi con un kimono nero aveva fatto il suo ingresso. Dai saluti che gli furono rivolti, Shaina lo riconobbe come Kaworu Uchiha. Lo conosceva solo di nome, gliene aveva parlato Shiraki qualche volta. Era un Sennin, e l'Amministratore di Konoha. Gli rivolse un lieve inchino, presentandosi con poche parole come l'Amministratrice di Suna.*

    *Finite le formalità, riuscì a scambiare qualche parola con Shinodari.*

    CITAZIONE
    -Shaina, ti ringrazio per le tue parole.-

    -No, ora non sono preoccupata per l’esito del suo esame, ma quanto metterà in gioco di lui questa prova . Ombra e luce... Yami e ...-

    §...Orochi...§

    *Shaina lo sapeva. L'aveva sentito, durante l'addestramento a Castlevania. Shukaku aveva riconosciuto quello che si nascondeva nel corpo di Yami, e comprendeva benissimo la preoccupazione dell'amica. Abbassò lo sguardo. Lei stessa divideva il suo corpo con un demone, anche se nel suo caso la situazione era diversa, ma a volte lei stessa ne aveva paura, temeva di perdere il controllo e di rimanere schiacciata dal demone dentro di sé. Quindi riusciva a capire quello che Shinodari provava in quel momento, e molto di più poteva capire quello che doveva provare Yami, combattuto tra la luce e le tenebre del suo cuore, perché lei stessa spesso si sentiva così, e nel suo caso, soltanto il pensiero di colui che più amava era la sua ancora di salvezza.*

    *Il fatto che Shinodari avesse risposto al suo sorriso, mitigò leggermente la sua preoccupazione, ma il nero che si era sovrapposto alle sue iridi di ametista era qualcosa che non aveva mai visto. Forse anche lei stava lottando con le sue tenebre in quel momento.*

    *La domanda di Deidara si perse per un attimo nell'aria. Quando Shaina si riscosse dai suoi pensieri e fece per rispondere, fu Shiltar a prendere la parola un attimo prima di lei.*

    CITAZIONE
    "Non combattono per soldi, kunoichi di Suna, ma per avere maggiore potere, per così dire, seppur credo che quello che qui otterranno sia più un placebo che un potere."

    "Ma non essendo intimo della politica interna di questo villaggio, direi che non posso pienamente capire se è un placebo, o solo un modo di farsi notare dagli altri villaggi..."

    *Non era di certo un commento favorevole. Shiltar sembrava fortemente critico rispetto a quello che stava accadendo a Oto. Sinceramente, anche lei non si sentiva a suo agio in quella situazione. Perché Oto chiedeva continuamente un tributo di sangue ai suoi abitanti che volevano servirla al meglio? Perché gli uomini erano assetati di potere al punto di sacrificare se stessi? Shaina sapeva che nulla di buono poteva venire da un potere malvagio, malvagio come quello che si portava dentro. Sorrise, sapendo che lei era l'ultima che potesse criticare.*

    *Le sottili manovre politiche tra Shiltar e Shinodari le interessavano poco, ma era evidente che tra quei due doveva essere successo qualcosa, che stessero parlando in qualche modo di qualcosa che solo loro conoscevano. Stavano giocando un gioco strano, sembravano provocarsi apposta per vedere fino a che punto potessero spingersi. Shaina si allontanò leggermente da loro, parlando a Deidara in modo che solo lei potesse sentirla, mentre si faceva consegnare l'auricolare a lei destinato.*

    Quello che ha detto Shiltar-sama potrebbe essere vero, anche se solo in parte. Ci sono molti motivi per cui gli uomini decidono di combattere e di rischiare la vita, così come ci sono molti motivi per ricercare il potere. *La sua mano sfiorò la sciarpa rossa, alla base del collo, dove si trovava il marchio di Shukaku.* Alcuni lo fanno solo per dimostrarsi forti, altri perché vogliono proteggere qualcosa, altri ancora per schiacciare i più deboli. Ma ti assicuro, ottenere il potere non ti rende felice, anzi, è solo qualcosa che ti intrappola e rischia di lasciarti solo.

    *terminò la frase, con lo sguardo che sembrava oltrepassare la ragazza che aveva davanti, poi tornò a guardarla per un momento, prima di prendere posto sullo scranno che le era stato riservato.*

    *Shinodari diede il via alle prove. Shaina mise l'auricolare al suo posto, e cominciò a guardare.*
     
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    Quando si ritrovò davanti i capelli argentati e lo sguardo non proprio amichevolissimo di quello che il giorno prima si era presentato come l'amministratore di Kiri, lei non poté far altro che abbozzare un sorriso di circostanza desiderando intensamente trovarsi da qualche altra parte. Viste le circostanze le sarebbe andato benissimo anche stare fra le fauci di un serpente gigante, oppure persino nella locanda in mezzo a quel simpatico arredamento a conversare amorevolmente con quella simpatica locandiera.
    CITAZIONE


    "Non combattono per soldi, kunoichi di Suna, ma per avere maggiore potere, per così dire, seppur credo che quello che qui otterranno sia più un placebo che un potere."


    « Aaaah, capito... »
    Rispose lei in una più che convincente interpretazione di chi ha capito tutto.
    E nel frattempo pensava: che cacchio vuol dire "placebo"???
    Fece un mezzo passo in direzione della sensei mascherando quel movimento da un educato tentativo di liberare la visuale all'amministratore di Kiri, giacché prima si era sporta dalla ringhiera che dava sull'arena e quindi era proprio in mezzo alla visuale. In realtà desiderava allontanarsi da quel tipo senza darlo troppo a vedere...
    CITAZIONE

    "Ma non essendo intimo della politica interna di questo villaggio, direi che non posso pienamente capire se è un placebo, o solo un modo di farsi notare dagli altri villaggi..."


    La domanda "vi prego qualcuno mi dica cosa diavolo è un placebo prima che fugga via urlando" era ancora di attualità, però la kunoichi colse una mezza critica abbastanza aspra rivolta molto probabilmente alle politiche del villaggio del suono, infatti l'amichetta della sensei rispose con un mezzo tono di stizza che Deidara gradì molto di più del "commosso-e-colmo di gratitudine" che aveva usato per rivolgersi all'amministratrice di suna.
    Anche così, però, Deidara fece un altro mezzo passo verso Shaina e la quadrupede, mentre Shinodari rispondeva per le rime al kiriano.
    CITAZIONE

    -Placebo? Potere? Siete qui come ospiti in rispetto delle regole dell’Accademia che tutelano l’equilibrio tra i villaggi. Potrete vedere con i vostri stessi occhi cosa ricerca chi concorre per i sigilli.-


    Si vabbeh, se poi qualcuno mi dice che diavolo è un placebo magari posso partecipare pure io alla conversazione, pensò lei.

    « Mhh... »

    Fu tutto ciò che rispose mentre il suo sguardo passava poi sulla sensei che aggiunse il suo nome al seminario di filosofia che si stava svolgendo.
    CITAZIONE

    Quello che ha detto Shiltar-sama potrebbe essere vero, anche se solo in parte. Ci sono molti motivi per cui gli uomini decidono di combattere e di rischiare la vita, così come ci sono molti motivi per ricercare il potere.
    Alcuni lo fanno solo per dimostrarsi forti, altri perché vogliono proteggere qualcosa, altri ancora per schiacciare i più deboli. Ma ti assicuro, ottenere il potere non ti rende felice, anzi, è solo qualcosa che ti intrappola e rischia di lasciarti solo.


    « ... »
    Sorrise tranquilla, fingendo di elaborare attentamente quanto aveva visto e udito.
    Ok. Pensa a qualcosa di intelligente da dire. Sei in mezzo a tre delle più alte cariche del continente e stai facendo la figura della ragazzina stupida. Pensa a qualcosa di intelligente, di MOLTO intelligente e che faccia sembrare che hai seguito la conversazione e che sei interessata. Qualcosa tipo...

    « E quindi, Shiltar-sama, forse le sembrerà una domanda inopportuna ma sono parecchio curiosa a riguardo... che lei sappia ci sono stati ninja di Kiri che in passato hanno tradito la nebbia per ottenere i benefici questo... placebo...? »

    Si rendeva conto che fra gli amministratori del suono e della nebbia non correva buon sangue, e con quella domanda stava buttando benzina sul fuoco e come se non bastasse si era rivolta proprio all'ultimo tizio in quel posto con cui voleva avere a che fare. In compenso... ehi, la domanda era addirittura sensata!!! A patto di non aver cannato l'uso della parola "placebo", ovviamente.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Non fu tanto la prima replica della guardia del corpo dell'Otori ad attirare l'attenzione di Shiltar, non appena ebbe finito di parlare, quanto quella dell'amministratrice di Oto.

    Parole che mettevano in mezzo l'egida dell'Accademia per celare quella che era una simpatica minaccia, o almeno così, fra se, la definì Shiltar.
    Il Kaguya dovette forzare la propria natura per frenare sul nascere un sorriso di sfida che si sarebbe potuto rivelare sul suo volto.
    L'unica cosa che concesse a Shinodari fu uno sguardo tranquillo di chi o non aveva compreso la minaccia, o non la temeva, stava all'altra interpretarlo.

    L'amministratrice di Oto, comunque, non si limitò a quelle prime parole ed allo sguardo curiosamente intarsiato di nero, assicurando che ben presto, in conformità con le leggi dell'Accademia, avrebbero potuto vedere cosa cercava chi concorreva per quei sigilli.
    "Più o meno posso immaginare cosa ricerchi, vedremo cosa i fatti dimostreranno.", replicò pacatamente Shiltar, con un semplice gesto del capo rivolto verso Shinodari.

    Quando già l'amministratrice di Oto aveva dato il via allo "spettacolo", come lo avrebbe più correttamente definito il Kaguya usando un termine abbastanza diplomatico, la giovane kunoichi di Suna gli rivolse una domanda.

    "Ninja di Kiri che hanno tradito, purtroppo, ve ne sono stati parecchi, è una piaga che da quando ero studente infetta il mio villaggio natio...", esordì, rivolgendosi direttamente alla kunoichi, "i benefici dei facili poteri, dei placebo che Oto, o altri luoghi possono offrire, sono sempre stati causa di tali tradimenti.
    Nel particolare caso di questo Torneo, la prima edizione dello stesso, fatta quando io ero ancora un genin, portò al tradimento di almeno uno shinobi della Nebbia, da ciò che so; per questa riproposizione dello spettacolo, non ho saputo di alcun tradimento, ma, malgrado ciò, non ho dubbi che vedrò qualche ex Kiriano fra i partecipanti."


    Quelle ultime parole, poi, portarono lo sguardo di Shiltar prima a dirigersi verso Shinodari, unica amministratrice di Oto presente in quel luogo, poi verso gli schermi, in cerca di almeno un volto che già immaginava di trovare.
     
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    L’amministratore di Kiri aveva abilmente nascosto la sua espressione al velato commento di Shinodari.
    Il torneo aveva avuto inizio, ma non tutti i partecipanti sembravano concentrasi su di esso.


    CITAZIONE
    « E quindi, Shiltar-sama, forse le sembrerà una domanda inopportuna ma sono parecchio curiosa a riguardo... che lei sappia ci sono stati ninja di Kiri che in passato hanno tradito la nebbia per ottenere i benefici questo... placebo...? »

    Shinodari finse di non aver sentito la domanda, mantenendo un’espressione fin troppo serafica.
    Deidara aveva il dono di essere fin troppo “angelica” o “diabolica” nelle sue uscite.
    In un altro momento ci avrebbe anche riso sopra, ma sapeva che entro breve la piega che avrebbero preso gli eventi non le sarebbe affatto piaciuta.

    CITAZIONE

    "Ninja di Kiri che hanno tradito, purtroppo, ve ne sono stati parecchi, è una piaga che da quando ero studente infetta il mio villaggio natio..."


    Esordì il Kaguya rivolgendosi a Deidara.


    §Calma Shinodari...§
    CITAZIONE

    "i benefici dei facili poteri, dei placebo che Oto, o altri luoghi possono offrire, sono sempre stati causa di tali tradimenti.

    §Ricordati che sono ospiti, sotto la protezione delle leggi dell’Accademia.§

    CITAZIONE
    Nel particolare caso di questo Torneo, la prima edizione dello stesso, fatta quando io ero ancora un genin, portò al tradimento di almeno uno shinobi della Nebbia, da ciò che so; per questa riproposizione dello spettacolo, non ho saputo di alcun tradimento, ma, malgrado ciò, non ho dubbi che vedrò qualche ex Kiriano fra i partecipanti."

    Shiltar incrociò lo sguardo della kunoichi per poi dirigerlo verso lo schermo circolare.

    Le unghie della ragazza graffiarono i braccioli dello scranno, mentre le dita si chiudevano a pugno.

    -Shiltar Kaguya quello che vedrete oggi non è un effetto placebo, né uno spettacolo per il vostro divertimento. Le persone che concorrono per i sigilli sono cittadini di Oto a tutti gli effetti, che stanno provando al villaggio la loro volontà di servirlo al meglio come guardiani. Se non si fosse messa di mezzo l’Accademia, non stareste qui come onorevoli ospiti, ma avremmo tenuto il Torneo come un affare interno al villaggio. A differenza del defunto sennin io ho un grande rispetto dell’Accademia, per cui non mi sono opposta alla vostra venuta.-


    Il tono di voce non era affatto calmo, si notava una rabbia repressa.

    Shinodari cercò lo sguardo del Kaguya.


    Le iridi così nere da voler inghiottire la luce del giorno.

    -Il vostro metro di giudizio sui tradimenti si basa solo sulla ricerca del potere che il villaggio di origine non ti può dare, non è vero?-

    Commentò seria.

    -Ma non è così. Il mondo non è luce o tenebra; esiste la penombra e spesso è quello il cammino che lo shinobi segue. Tradire o essere costretti a tradire? E anche se fosse stato per il potere, per seguire un’illusione? Si è condannati e basta? Eppure sbagliare è nella nostra natura, a meno di non sentirci degli esseri infallibili. Dai propri errori s’impara e si diventa persone migliori. Io so che siete qui per qualcuno. So che sperate che questo torneo non vi tolga la soddisfazione di occuparvene personalmente di dargli la morte. Una sfida tra voi due... certo... ma non vi permetterò nobile Shiltar di mettervi tra me e quella persona. Per nessun motivo. La sua vita non è vostra, ma mia. Tenetelo bene a mente.-

    Concluse, stavolta in tono di sfida.
     
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  11. Ookami_Warui
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    Stava iniziando ad annoiarsi. Come al solito, gli umani muovevano la bocca per tirare fuori quegli incomprensibili versi...quando il silenzio poteva essere loro amico.
    la umana del mini branco a cui lei apparteneva, prese anche la parola...e da qui si scatenò, non privo di tensioni, fra la femmina dagli occhi viola e il tipo dai capelli color di neve(che parevano avere l'autorità di capobranchi...uhmmmm...), una discussione che provocò uno sbadiglio dalla donna lupo...che non capiva cosa dicevano, ma che se fosse stata in sè non avrebbe capito molto comunque, perchè erano cose che lei non concepiva.

    Ma le concepiva l'altro. Si.
    O per lo meno, le conosceva, ne era stato a contatto, tanto tempo fa...ne era stato distrutto, e ora era qui, con lei, che non sapeva chi lui fosse ma lo apprezzava e lo amava, quanto lui la amava e la odiava allo stesso tempo.
    L'uomo accarezzo la proiezione mentale di Ookami,sorridendo con aria di chi la sapeva lunga.
    -Signor Go, di cosa stanno parlando?-chiese la piccola Kayano, con l'innocenza dei bambini, e con le orecchie giù che esprimevano le sue perplessità.
    Sapeva che lui le avrebbe insegnato con pazienza e dedizione, era quello che doveva fare in contemporanea con la capobranco. Lei doveva insegnarle a essere un umana, e lui doveva darle una mano a capire gli umani. Kayano lo considerava come una guida, una specie di capobranco mentale, e si, lui era forte, molto più forte della capobranco li fuori...e a volte le faceva paura ma era perchè lui era autorevole e forte e non si impara nulla solo dalla gentilezza. si, si...pensò guardandolo adorante e pendendo dalle sue labbra, mentre lui considerava le parole da scegliere per parlarle.
    -Stanno rispondendo alla biondina che sta con la signorina Shaina-sama.Ti spiego, ha chiesto perchè si combattono e quel tizio ha risposto del perchè. Combattono per il potere, e ti dico anche che ha lanciato delle provocazioni alla signorina Shinodari-san.-Cominciò l'uomo, accarezzandole la testa come si fa al proprio fedele cane, come se lei fosse solo un animaletto da compagnia e non una persona a cui stava insegnando la sua 'saggezza'.

    -Ma...stanno anche parlando di tradimento. Molte delle persone che vedremo su quello strano palcoscenico, parmi aver tradito il loro villaggio, una cosa che non sembra andare a quel tizio, e io condivido con lui.-
    -Quindi ha ragione lui? Ma cos'è un villaggio? E cosa ci fanno con il 'potere' che prenderanno qui? Non ha senso...disse confusa la bambina.
    -Oh, stupida Kayano. Ha molto senso. Lui ha ragione,perchè lei e gli altri di questo villaggio...'branco', per dirlo con parole che tu comprendi,hanno chiamato a loro gente in cerca di potere, che non sono riusciti a ottenere nel loro stesso 'branco', e che quindi cercano qui, a scapito della loro vita...infatti combatteranno alla morte, e ciò significa che probabilmente se falliscono sono morti. Ma non diamo torto subito alla signorina Shinodari-san. Quei traditori che vengono qui, otterranno potere e poi? che altro? a cosa ti serve il potere se perdi i tuoi affetti, e la tua famiglia? e anche se non hai qualcuno che ti apprezza da vicino, ogniuno in un villaggio ha un suo scopo e ruolo.-
    -Anche in un branco! E anche li a volte certi lupi se ne vanno, ma perchè hanno perso contro il capobranco, quindi...anche loro tradiscono, secondo te, signor Go?-chiese con innocenza la figura infantile.
    -No, non tradiscono. quelli sono coperti dall'onta di aver perso. E poichè sono deboli ma disubbidienti vengono cacciati. in effetti hanno tradito il capobranco quando lo hanno attaccato...ma non centra nulla con questa situazione. Ora, Kayano...sappi che chi tradisce deve sempre morire. Non merita la vita è una persona inaffidabile, perciò chi morirà qui per per venire qui, deve crepare, è meglio che la sua linea di sangue si estingua prima che imbecilli del genere si riproducano! Ricordati, non fidarti di nessuno, solo di me, e soprattutto non fidarti dei traditori...sono sempre li a colpirti alle spalle in cerca di promozioni e potere...e questo villaggio attrae i traditori...non hanno colpe loro, ma quelli che tradiscono.-
    -Quindi in questa discussione, non ha torto nè lei nè lui...se vengono qui tradendo è una loro scelta...no? E comunque non saranno felici vivendo da traditori, ne sono certa! perchè ho l'impressione che ciò che cercano...questo potere...potrebbe rivolgersi contro di loro...- disse la piccola, senza capire però da dove veniva questo pensiero...non era suo.
    Il ragazzo giocherellava con la manica del kimono blu, sogghignando. oh...lui sapeva da dove questo pensiero veniva e ne era soddisfatto.
    -Proprio così, Kayano. alla fine rimarranno con un pugno di mosche in mano. Non otterranno nulla, e quando se ne accorgeranno sarà tardi, e non torneranno indietro, perchè non è come svegliarsi da un incubo, che stai sudato accalorato ma non è successo nulla...se torni in dietro, comunque muori!-la guardò spettrale, e con una punta di avvertimento nello sguardo e nella voce. come a dirle tu non osare tradire, altrimenti sei morta.
    E era sicura che sarebbe stato così...
    Già...perchè sapeva, ma non sapeva perchè, se avesse tradito la capobranco sarebbe morta.


    La donna lupo parve più attenta, all'improvviso, guardò i due 'capibranco' come se stessero girando intorno, pronti a azzannarsi, ben sapendo che però ciò sarebbe costato 'qualcosa' a loro, ma quasi intenzionati(viste le provocazioni)a scannarsi.
    Kayano spostò l'unico occhio verso la capobranco. Con un espressione di affetto, penso che nel caso fosse iniziato qualcosa di violento, le avrebbe evitato di esserne 'coinvolta'.

    La ragazza lupo si alzò barcollando su due zampe.

    Guardò Shinodari...

    -'hin...-richiamò la sua attenzione per poi fare un verso preoccupato.
    -ch...ch...cal...ma...- disse a bassa voce, con molta fatica. non sapeva cosa significava la parola, ma gliela aveva suggerita il signor Go...
    La guardò come per dirle che un capobranco doveva essere paziente...

    Non voleva che iniziasse una disputa se no i branchi dei due si sarebbero attaccati...e cosa? cosa sarebbe successo?
    Morte...
    Sofferenza...
    Va bene, erano umani, e lei li odiava...ma non così tanto da volerne la morte non così...no...no...NO.
    Perchè sarebbero morti senza senso...per motivi stupidi. non per una ragione naturale ma per colpa di stupidi che avevano generato la discussione...i traditori....si, era sempre colpa loro....

    Kayano scosse la testa, poi dopo aver barcollato, ancora una volta, come se non fosse capace di stare in piedi si rimise sulle quattro zampe e si sedette vigile accanto la capobranco.
     
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  12. Godsan
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    L'azione di Febh, alquanto minacciosa, non fu notata nel primo momento da Godsan ma solo Shinodari lo "risvegliò" facendo sì che con la coda dell'occhio il kiriano notasse un'arma tornare al suo posto.

    Come siamo suscettibili pensò Godsan.

    Febh Yakushi era il nome di colui che aveva tentato di proteggere Shinodari.
    Ledah era il secondo, quello più strano. Già la testa cascò di lato rendendo la scenetta piuttosto divertente; ma Godsan evitò di commentare continuando a fissare l'otese come nulla fosse accaduto.
    Gli venne rivolta una domanda, una domanda inquietante.

    Stri...stri...stritolarla??? avrebbe voluto urlare incredulo mentre la bocca lentamente si apriva in segno di sbigottimento.

    E chi la vuole stritolare? domandò il kiriano L'ho solo abbracciata rispose sorridendo e sdrammatizzando la situazione.

    In quel frangente arrivò un ennesimo ospite che grazie alle parole degli altri individuò come un tale Kaworu sembrando tutti ne portassero rispetto.
    Mai sentitone parlare Godsan lo guardò e il massimo che avrebbe considerato in quel momento era un semplice accenno del capo in forma di saluto.

    Di lì a poco prese piede una discussione su Oto, il potere, Kiri e i traditori. Un argomento quasi ricorrente che effettivamente poteva interessare in parte ed indirettamente Godsan.
    Quindi rimase solamente ad ascoltare pensando invece a come avrebbe seguito lui la situazione delle prove che i prescelti dovevano sostenere.
    Infatti a tutti era stato dato una specie di auricolare ma non a Godsan il quale si stava domandando il motivo.
    Nel frattempo il discorso tra la guardia del corpo di Suna, Shinodari e Shiltar si faceva sempre più infuocato.

    Pareva che nel passato kiriano vi fosse qualche vittima del potere logorante. Vittima kiriana, traditore infine, giunta ad Oto per potere. Ancora più interessante e preoccupante con carichi di rabbia per il genin di Kiri, sapere come vi fosse una possibilità di osservare durante le prove un ex nebbioso.
    E tutto ciò non fu bello da sentirsi. Era proprio curioso di sapere chi fosse costui.
    Sicuramente uno dei traditori in lista a Kiri, ma chi? Non li conosceva e non ne ricordava i nomi. Il tempo avrebbe senz'altro dato le risposte cercate.

    E Shinodari non tardò a replicare alle dure parole di Shiltar. Una persona in comune tra i due amministratori. Un conto in sospeso. Tutto ciò era molto ma molto interessante a sentirsi. Portava rispetto per entrambe le persone coinvolte ma non poteva fare a meno di appoggiare il suo amministratore in quanto kiriano e forse avrebbe deluso Shinodari se lui si fosse esposto con i pensieri.
    Non voleva farlo ma alcune frasi proprio non le concepiva, non dalla sua sensei.

    Shinodari. Shiltar li interruppe Scusate se interrompo il discorso che volente o nolente penso tocchi più o meno tutti i kiriani, in fatto di tradimenti. Tradire per potere è riprovevole. Tradire per sbaglio è umano ma sinonimo di debolezza d'animo. Tradire perchè non si è accettati è debolezza d'animo anch'essa. Tu, meglio di chiunque altro conosci la mia storia. Avrei potuto tradire ma non l'ho fatto e non trovo giusto che un kiriano lo faccia per un qualsiasi motivo. Mi spiace, ma Shiltar non è l'unico a pensarla in tal modo.

    Avrebbe potuto finire lì e invece no, il suo buttarsi a capofitto nelle cose lo trascinò anche questa volta.

    Inoltre, riprese mi stupisce molto come tu, Shinodari, possa parlare in questo modo. Come puoi possedere una persona? Non eri tu quella ragazza dall'animo gentile e altruista? Quella sempre disposta a sacrificarsi per i suoi studenti? E ora...reclami la proprietà di una persona? l'accusò senza però alzare la voce.

    Il tono mutò subito.

    Shinodari, cosa ti è successo? domandò rassegnato.

     
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    Lo sospettava Shiltar, quando rispose alla giovane guardia sunese, e quindi non fu una sorpresa che, alla lunga, Shinodari interrompesse il suo fare quieto, replicando alle parole dell'amministratore Kiriano, parole che, a ben vedere, volevano proprio punzecchiare.

    Ancor prima di rispondere, il Kaguya sostenne con calma, senza alcun cenno di nervosismo lo sguardo dell'altra, incuriosito dalle iridi dell'amministratrice che cambiavano colore con l'umore, piegando solo il viso in una smorfia sulle ultime parole, ben più dirette, relative a quella persona in comune, come diceva Shinodari, confermando ciò che già, durante l'ultimo corso genin svolto assieme, il ninja di Kiri sospettava.

    Poi due persone si intromisero nel discorso, quelle che forse, meno si aspettava che lo facessero.
    La prima fu l'altra guardia del corpo dell'amministratrice di Suna, che, in modo stentato, disse poche parole, il cui significato fu però chiaro: calmarsi, anche se si rivolgeva solo a Shinodari.
    La seconda fu Godsan, che diede ragione al Kaguya, relativamente ai traditori, citando anche argomenti che Shiltar non conosceva, argomenti relativi al passato del genin, che sembrava essersi confessato con la kunoichi di Oto in altri luoghi e circostanze.

    Quando entrambi ebbero finito di parlare, Shiltar decise che era tempo di dire la sua: "Non sono certo qui per divertirmi, anzi, devo dire che di questa piccola vacanza ad Oto che mi sono permesso, forse il torneo è la parte che meno m'aggrada. Lo spettacolo, che lei crede mi interessi, Nobile Shinodari, non è di certo di mio gusto: vedere ninja che si ammazzano fra loro per avere un potere che Oto potrebbe donare in altro modo, un potere che, alla fine, non li fa evolvere ma li lega a qualcosa di esterno a loro stessi.", un modo semplice per descrivere il suo pensiero, il pensiero di chi nel proprio sangue aveva trovato la fonte di tutte le sue capacità ninja.

    "Sul tradimento poi, abbiamo già avuto modo di parlarne, se ben ricordo: chi tradisce non può sperare nella comprensione del proprio villaggio, o clan.", disse il Kaguya, sottolineando in modo più indiretto dell'altra il vero argomento in questione, "Tradire la fiducia di altri non è qualcosa su cui si può tornare indietro, se ne deve avere coscienza ed accettarne le conseguenze, non cercare scuse. Nessuno obbliga nessuno a tradire e, qualsiasi cosa lei pensi, la vita di uno shinobi è solo sua, è il ninja a dover decidere dove e come viverla, consapevole di cosa si troverà ad affrontare come ostacoli.", continuò il chunin.

    "E, per inciso, io non voglio la vita di quella persona... no, mi accontento di molto meno, anche se so che quando sarà, poiché è solo una questione di tempo, rischierei di strappargli anche quella, nell'estrarre ciò che mi interessa.", concluse alla fine: di Kayle, Yami, Kaguya o Kabane, come si faceva chiamare, a Shiltar interessava solo un punto di vista: il suo tradimento come membro del clan e questo, forse, Shinodari non lo aveva compreso a pieno.
     
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    Ledah non rimase soddisfatto della risposta datagli dal kiriano, con espressione assente, insistette rivolgendogli un'altra domanda:

    "Cosa cambia tra un'abbraccio e lo stritolamento?
    Semplicemente, non la stringi fino a soffocare e per quale motivo se non cerchi di farle del male?"


    Assurdo come qualcuno potesse avvicinarsi con tanta noncuranza agli altri, i contatti principalmente sono legati ad una necessità ed il più delle volte, non potevano che innervosire chi li subiva, c'era una distanza naturale tra le persone ed era giusto rispettarla salvo necessità.

    [...]


    Dopo il discorso, Ledah si sarebbe ricordato di passare anche al kiriano uno degli auricolari, se era lì, doveva essere una delle guardie di Shiltar, pertanto ne aveva diritto, glielo passò dicendogli assente:

    "Per seguire le prove."

    Per poi allontanarsi, seguendo però il discorso che si era venuto a creare, mentre le prime immagini del torneo cominciavano a scorrere sullo schermo globulare, Ledah fissò gli occhi di Shinodari, le espressioni dei kiriani e lo stupore della sunese mentre Ookami, si sforzava a modo suo di calmare la situazione, il suo collo s'inclinò, come al solito, ma non di scatto, pertanto, quasi non se ne accorse e si avvicinò agli amministratori con espressione assente, sollevando la mano libera in modo da poter sottolineare con un gesto le sue parole e darsi un minimo di carisma, carisma che un ragazzo con l'espressività di un fantoccio non possiede e con lo sguardo vacuo, si rivolse prima a Shinodari, scrutando le sue iridi nere, le quali colsero l'attenzione di Ledah più del volto del Kaguya e del kiriano, non tanto per il fascino che possono esercitare gli occhi di una donna, ma per il sentimento che li aveva generati, un sentimento interessante, sopratutto in Shinodari.
    Ledah disse assente gesticolando con la mano e fissandoli di volta in volta:

    "Ognuno è qui per diverse ragioni, pertanto non è motivo d'interesse il fatto che le prove incontrino i gusti degli spettatori o meno, per gli otesi è motivo d'interesse invece assistere alle prove per sapere chi avrà diritto al seal e renderle pubbliche, aumenta le entrate del villaggio.
    Chi ha scelto di competere per il seal, lo ha fatto per le sue personali ragioni, condivisibili o meno, irrazionali o razionali, allo steso modo della parte precedente, non è motivo d'interesse, io di fronte a quella scelta ho semplicemente soppesato i pro ed contro e mi sono detto che per me non fosse conveniente competere, chi è stato d'altro avviso, potrà avere in mano la custodia di un gate e si ritroverà il potere per farlo."

    image



    Prese poi l'elenco (Tenendolo oblicuo, in linea con la testa) dei partecipanti, scorrendovi col dito e dicendo assente ai kiriani:

    "Al momento, nessuno ha tradito per competere nel torneo, il fatto che tra di loro vi siano dei traditori, è irrilevante ai fini dell'evento, in quanto erano già otesi da diverso tempo, pertanto, lo stesso discorso sui tradimenti che avete avviato è privo d'interesse, quei ninja hanno deciso tempo fa' se gli convenisse restare nei loro villaggi natii o se cercare un'altro luogo dove rifugiarsi, evidentemente gli è parso più logico venire qui."

    Raddrizzandosi infine la testa, Ledah disse loro in tono assente studiandoli uno ad uno con lo sguardo vacuo:

    "Alla luce di ciò, come potete andare avanti in simili ed inutili discorsi?
    Non lo capisco, è illogico."


    E veramente a lui risultava incomprensibile come ci si potesse infiammare contro il tradimento, forse la fedeltà a Ledah nel villaggio non era assoluta, era il posto dove si trovava meglio, dove avevano accettato la sua diversità, dove una kunoichi aveva saputo rivolgergli la parola come se fosse un'essere umano e più volte lo aveva aiutato a comprendere l'illogica natura dei sentimenti ed in fondo, anche quella volta era solo curioso di capire.
     
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  15. Godsan
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    Quella strana guardia del corpo mise non poco in difficoltà Godsan.

    Ma tu...sei normale? gli domandò sbigottito cercando nel contempo qualcuno che lo aiutasse ad uscire da quella situazione alquanto assurda.

    Tentò una risposta, la prima che gli veniva in mente, seppur illogica.

    Stritolare una persona equivale a porre fine alla sua vita, farla morire. Abbracciare, invero, è segno di amicizia, di voler continuare a vivere.

    Due risposte opposte che sperava avessero riacceso l'intelligenza a quella guardia. Non era lì per caso, eppure credeva che non ci fosse gente più imbranata di se stesso.

    Piano piano, sperando Ledah l'avesse lasciato con le sue insolite domande, si sarebbe defilato in parte.

    [...]

    Ricomparve poco dopo a porgere un ricevitore.
    Ecco la risposta alle domande appena postosi.

    Gr...Grazie... era ancora titubante su come comportarsi con esso.

    [...]

    Intervenne Ledah, di nuovo, con aria assente - sempre più uno strano personaggio...inquietante - sull'argomento traditori.

    Godsan sentì di rispondergli. E forse si stava cacciando in un grosso guaio.

    L'esser otesi esula dal fatto che si possa essere anche traditori. Quindi, se qua ci sono traditori di Kiri, è compito della stessa e nel proprio interesse, che tali vengano riportati alla loro terra natia, processati e nel caso giustiziati. Laddove ciò non fosse possibile avverrebbe in campo aperto. Tradire la fiducia che un Villaggio ti dona...non è ammesso... secche le parole di risposta ...esserne consapevoli...cambia poco...

     
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