Riunione di Oto II - II otO id enoinuiR

[Amministrativo]

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    SECONDA RIUNIONE DI OTO



    First act 00.01
    ~ Seals


    Il mio fare tranquillo fu spezzato dalle irritanti parole di un ninja di cui non sapevo neanche l’esistenza. Con un fare abbastanza arrogante esordì, senza neanche presentarsi.


    CITAZIONE
    Complimenti?!?!?!? Ma che razza di testa hai? Voglio dire...sarà pure un villaggio di ninja, ma questo mica giustifica una mandria di...di...di "cose" armate che vanno in giro a disturbare la gente!..."complimenti"! Bah!

    Non persi la calma e mantenni il tono di voce basso e fioco, non mi andava di fare inutili polemiche.



    “ Il fatto che tu stia qui dovrebbe qualificarti come ninja di Oto, ma dalle tue parole non compare alcuna traccia di ciò... non penso che ti possa permettere di avanzare giudizi riguardo un qualcosa che non ti riguarda nè mi pare che nessuno ti abbia detto di poter intervenire. A...prima di rivolgere la parola in genere ci si presenta.”



    Tutto ciò nella maniera più tranquilla e disinteressata...forse un po altezzoso, ma era nella mia natura. Non persi tempo a sentire un’eventuale risposta del ninja, non mi andava continuare la discussione.

    Mi sedetti quindi vicino al gruppo, sulla destra assistendo ai battibecchi tra Yami e un ninja mai visto fin’ora. Da come si comportava, potei intuire trattarsi di un ninja esperto per parlare in quel modo. Ma la cosa non mi colpì più di tanto. Un profondo sbadiglio uscì dalla bocca...mi stavo annoiando.
    Ma la situazione di nullafacenza terminò quando alle spalle dell’amministratore comparve una figura. Anch’essa nuova alla vista dei Diogenes, esordì con strane parole:


    CITAZIONE
    ittut ivredevir em rep erecaip nu è, otO id ajnin onroignouB.

    Non ci mise molto a decifrare il messaggio, anche se l’espressione del suo “creatore” mi attraeva e incuriosiva. Continuando ad ascoltare le sua parole potei ben presto capire che quell’uomo era il Kokage. Lo sguardo ormai era concentrato verso lo stesso.


    CITAZIONE
    -Un anno fa, vi promisi dei nuovi guardiani per le Mura, creature più potenti delle precedenti, dei nuovi sigilli per i difensori delle stesse Mura e, sigilli ancora più potenti per quei ninja che ne fossero stati meritevoli...ebbene, in questo anno ho perfezionato la tecnica di Sigillo che fu del mio precedecessore e richiamato nuove creature alla guardia delle Mura, creature che già si stanno muovendo verso le stesse e vi arriveranno alla fine della nostra riunione.-

    “ Sigilli ? Cosa significa...”



    Continuando a parlare il Kokage chiarì i miei dubbi riguardo la faccenda. A ogni portone di Oto sarebbe dovuto corrispondere un guardiano in possesso di uno dei 4 sigilli minori.
    Minori...tale termine preannunciava a cosa ben più grandi. Me per il momento non mi soffermai su questo punto.
    Nidaime-sama concluse il discorso con la proposta per l’acquisizione dei vari selas ai vari ninja lì presenti. Di tutta la faccenda capii solo una cosa: ogni simbolo recava un immenso potere al suo possessore, e questo gli bastava a lottare per averne uno.
    Yami subito si propose per il gatto infernale, Behemouth...cosa che mi provocò palpitazione. Di tutti i demoni in ballo, esso era quello che mi attirava di più; forse per quell’aggettivo “infernale” che lo descriveva come un demonio, ribelle e furioso.

    Akashi espose anche le sue preferenze. Sembrava consapevole della storia dei vari demoni e seppe dare una buona descrizione e motivazione per la sua candidatura a Fafnrir, lupo a due teste.
    Così molto altri esposero le propri preferenze al Kokage il quale seppe ascoltare interessato le loro parole. Ledah, mio vecchio rivale in duello, espose la sua preferenza a non impegnarsi in nessuno dei sigilli, come lo stesso ninja con il quale il avevo avuto una discussione precedentemente.

    Tutto tranquillo fino a che un ninja, anch’esso sconosciuto, avanzò determinato bella folla.


    “ Merda...ma non conosco nessuno?!”


    CITAZIONE
    "Io non sono qui per candidarmi, nè gli chiederò di darmi il sigillo...Ma non mi limiterò ad uccidere chiunque si voglia mettere tra me e quel Gate."
    "Lo torturerò, impiccherò, lo riesumerò per picchiarlo di nuovo fino allo sfinimento e poi glielo impalerò nel suo cesso, Kokage!
    E se qualcuno di queste palle mosce qui presenti vuole provare a fermarmi che ci provi pure, ma vi consiglio di uccidermi prima che riprenda i sensi, Kokage...Oppure nel suo villaggio potrebbero succedere cose realmente spiacevoli per molte persone."

    L’ attenzione si concentrò su alcune delle parole del ninja. L’espressione sul viso cambiò in un smorfia di incredulità. Mi trovavo seduto e abbastanza disante dal centro, quindi la mia reazione fu lenta. Akshi già era intervenuto a riguardo. Nel frattempo io mi ero alzato, ma nel vedere il mio maestro e cugino di sangue intervenire nella scena mi risedetti con fare calmo. Era tutto sotto controllo...
    La vista del sangue mi recò palpitazione, il secondo me stava già per prendere il controllo.

    image


    Ma riuscii a controllare quello scatto di uforismo. Era proprio vero...continui cambiementi di umore alternando tranquillità a scatti di pazzia. Così diceva la mia cartella medica...

    Dando sfogo della sua e nostra innata, Akashi disse le stesse parole che avrei voluto dire io a quel folle ninja. Ma daltronde in assenza di Luis, era lui che rappresentava il nostro clan...toccava a lui farlo rispettare in quella sede.
    Orami quasi tutti avevano espresso i loro “voleri”, quindi decisi di alzarmi da terra e andare incontro al Kokage. Durante il tragitto mi fermai un attimo a parlare con Akashi:


    “ Certo che se volevi farlo morire dalla paura ci sei riuscito, cugino...le tue doti sono oggetto di orgoglio per me e per tutto il clan Mikawa. Mi ricordo la prima volta che ci siamo visti la nostra differenza i forza era minima...ma adesso un grande divario ci separa. Comunque non temere ti raggiungerò presto se questo torneo non ci uccide entrambi...ahah! Fafnir hai detto, bhe spero che tu lo prenda e che torni a farmi da maestro...”


    Avrei aspettato un’eventuale risposta per poi portai al cospetto del reggente di Oto e dopo un inchino dissi:


    “Nidaime sama è un onore fare la vostra conoscenza.I l mio nome è Aloyisus Diogenes Mikawa. Sono interessato alla conquista del sigillo Behemouth.”


    Lo sguardo fisso e intenso sul Kokage, la voce ferma ma bassa nel tono di natura. Dopo di che mi sarei diretto nuovamente al fianco di Akashi.



    Edited by dex91 - 9/11/2007, 20:22
     
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  2. Maximilian Liart OkamiKumo
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    La Spada di Sangue.
    L'eredità di Max.

    Max era rimasto stranamente silenzioso durante tutte quelle minaccie. Non aveva battuto ciglio, nonostante capì subito che in uno scontro contro Akashi sarebbe morto... Ma gli serviva sapere una cosa... Gli serviva conoscere un particolare e per fare ciò avrebbe momentaneamente ingoiato il boccone amaro che il ninja gli aveva somministrato.

    La ricompensa non tardò ad arrivare... Il Ninja si presentò al Kokage come Akashi Mikawa e tutti gli altri Mikawa lo trattavano come un capo... Era il cugino di Luis, il suo successore nella dinastia Mikawa.

    Maximilian socchiuse gli occhi guardandoli tutti e sorrise leggermente.
    Chissà, magari quello che stava per dire forse poteva interessare persino il Kokage...

    Il ragazzo camminò pochi passi verso Akashi Mikawa. Il suo sorriso esprimeva soddisfazione sotto ogni aspetto. Mentre camminava il ragazzo iniziò a sbottonarsi il suo giubbotto-camicia, mentre i suoi canini uscivano fuori in un sorriso eccitato. Il primo bottone si staccò, mostrando la parte superiore del petto di Max. Continuò con il secondo bottone. Un soffio improvviso di vento fece spostare la parte libera del giubbotto, mostrando il tatuaggio di un ragno sul pettorale sinistro, il simbolo dei Okamikumo.

    Arrivato a questo punto il giovane teppista si mise una mano sull'estremità superiore della camicia e strappò con forza il vestito. Un chiaro tatuaggio era messo nel pettorale destro, un tatuaggio che a quasi tutti i Mikawa suonava familiare, che difficilmente avrebbero potuto scambiare...

    "NEKO"

    Il tatuaggio di Luis Mikawa era inciso nel pettorale destro del ragazzo. Shinodari, Yami ed il Kokage, potevano vedere l'impugnatura di una katana che spuntava dai pantaloni di Max. Gli rendevano la corsa difficile, ma lui non doveva correre adesso, aveva tutto il tempo che voleva.

    "Ma quanto parli tu..."


    disse Max in uno sbuffo, mentre con forza e velocità tirava fuori la katana che portava dietro di lui.


    "Ti dichiari l'erede di Luis e sputi su di me... Hai delle prove che supportino quelle che dici? Il sangue a volte non è un legame sufficentemente forte, per stabilire un merito... ricordalo mio caro Akashi Mikawa..."


    Max impastò mezzo basso nelle braccia per imprimere ancora più forza e sbattè per terra la Katana, ancora chiusa nel fodero. La sua fattura era eccezzionale, le scritte inconfondibili, il cristallo di sangue posto nell'impugnatura un marchio! La Kusanagi!


    "Io, Maximilian Liart Okamikumo, sono il leggittimo erede di Luis Mikawa e suo suo successore! La Katana che porto con me ne è la prova, la Kusanagi, che io custodirò fino a quando non tornerà Luis stesso a richiedermela!"


    le sue parole erano state ferme e dure, il sorriso sulla faccia totalmente sparito.


    "Non riconoscermi come successore di Luis equivarrebbe a disobbedire ad un suo diretto ordine e volere!"


    continuò a dire il ragazzo mentre guardava negli occhi Akashi. Poi si volse verso gli altri Mikawa.


    "I Mikawa sono famosi per la loro devozione ed obbedienza! Per il loro Onore ed il Rispetto! Qualcun'altro ha dei dubbi a chi deve rispondere adesso?"


    chiese Max seriamente. Aveva urlato, aveva voluto che tutti lo potessero sentire. Quella era la vera Kusanagi, Luis ne era stato il suo possessore. E Luis era ancora vivo, questo lo sapevano tutti.


    "Quindi, da oggi in poi, Mikawa: Obbedite al volere del vostro Capo Clan, Luis Mikawa! Io lo sostituirò per l'onore del Clan, sforzerò ogni cellula del mio corpo affinchè la terra TREMI, al nostro passaggio! Dimostrate di essere degni del vostro Sangue ed io vi dimostrerò di essere degno di questa lama!"


    continuò urlando il ragazzo. Mentre parlava sembrava una fiera chiusa in gabbia, ma stavolta la sua voce risultò tonante ed energica. Chiunque avesse guardato nei suoi occhi avrebbe visto la determinazione, non l'arroganza.

    Detto ciò Max continuò ad osservare la folla, aspettando una qualche reazione dalle sue parole, la Kusanagi ben stretta tra le mani.
     
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    Oto, sounds Good

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    Una presenza ingombrante invade lentamente la stanza dove i ninja si sono raccolti, opprimente per i più deboli e sensibili, un leggero fastidio accostabile ad un disagio per i più talentuosi, ma tutti sentono che sta giungendo e per chi ne ha memoria è un chiaro segno, una traccia inimitabile, unica.
    Passano così pochi secondi prima che la presenza percepita si palesi anche agli occhi e non è una sorpresa nel constatare che si tratta proprio di lui.
    Luis: ex-amministratore di Oto, ex-guardiano del North Gate, ex-possessore del sigillo del Serpente, uno dei membri più anziani e talentuosi del clan Mikawa, allievo di Rengoku e del famoso Kakashi, il ninja inseguitore per eccellenza, proprietario indiscusso della Kusanagi no Tsurugi.
    Chiedersi chi fosse equivale ad ammettere la propria ignoranza, questo era certo, ma tanto per chi lo conosce di persona quanto per chi ne abbia solamente sentito parlare, il suo aspetto appare diverso, l’ombra spenta di quello che è stato un tempo uno dei migliori shinobi del Suono.
    Lento ma inesorabile il suo passo lo conduce alle prime file del gruppo, un volto tirato, profonde occhiaie a segnargli il viso, magro e dal colorito spento, grigiastro. Profonde bruciature, identificabili come ustioni da ingenti quantità di chakra, ne deturpano la pelle perfetta delle mani fin sugli avambracci. Indossa capi neri come sempre, maglietta a maniche corte a collo alto, ampissimo, ed un paio di calzoni che scendono fin sotto le ginocchia, scalzo come di consueto. Un filo di barba incolta, insieme ai capelli leggermente lunghi, nascondono i lineamenti affilati di un volto incorruttibile dal tempo, ma che appare invecchiato di molto, trascuratosi per molto, eppure come due braci ardenti pregne di forza forse ancor maggiore rispetto al passato, gli occhi grigi sembrano lame inarrestabili, capaci di dilaniare la carne per insinuarsi nel profondo, giungendo all’essenza più intima di ognuno per aggrapparsi con artigli affilati allo spirito, dilaniarlo e saggiarne la consistenza con fauci fameliche riducendolo all’impotenza.
    Questo è il Sakki che palesa, incontrollato ed incontrollabile, si manifesta tanto alle percezioni quanto alla vista, una leggera distorsione della luce che oscura l’area attorno al fisico smunto del giovane(?).
    Tace per tutto il percorso, osservando con lentezza misurata ognuno dei presenti, riconosce a stento alcuni volti, altri non li riconosce affatto e non se ne cura, continua imperterrito ad avanzare ed osserva fino a giungere al cospetto del Nidaime, s’arresta quindi e s’inchina. Una riverenza profonda e piena di rispetto, palese, che dura qualche secondo di troppo come se il corpo fatichi a risollevarsi rimanendo poi ingobbito sotto un peso invisibile.
    Finalmente parla, una voce gutturale e profonda che accentua le sensazioni sgradevoli che la sua aura sa donare. Un misto di violenza, odio, rancore, brama e desiderio di combattere, uno schiaffo violento che colpisce tutti, segnando di più alcuni e lasciando indenni altri, ma tutti, nessuno escluso, ne leggono con chiarezza l’essenza e l’intensità, un concentrato che può paralizzare e sconvolgere se non si è preparati ad accoglierlo.


    “Per l’intensità di forze che ho percepito nell’arrivare ho creduto di trovare ninja di altri paesi intenti in un attacco al Kokage, eppure scopro che i cuccioli del Suono hanno tante energie da spendere solo per discorrere e litigare.

    Un tono di scherno dei più affilati che si potessero udire, così si presenta al suo villaggio Luis, andando ad occupare una delle sedie libere posta sul lato destro della sala, nell’angolo più avanzato nell’evidente desiderio di rimanere distante da quell’assurdo teatrino.

    “Signori amministratori, per il prossimo raduno sarebbe auspicabile trovare un altro metodo di consegna degl’inviti. Ho rischiato di rompere il vostro giocattolo, ed il farmaco è stato di ben scarso effetto sul fisico che ho ereditato dai miei avi.

    Un sorriso sornione, mentre volge lo sguardo sul Kabane, certo che fosse lui l’artefice dello scherzo. Prosegue poi, indifferente ad eventuali risposte o rimostranze sul suo modo di fare, ora guarda fisso Maximillian volgendo la sua attenzione interamente sul giovane.

    “Ed ecco il cucciolo che più mi mancava...Liart...credo che il tempo abbia corrotto il significato di quello che ti affidai tempo addietro, una spada e nient’altro. Non sono il capo di alcun clan, e certo non avrei lasciato in mano tua i Mikawa, avendo già chi se ne sarebbe occupato al mio posto. Desideri essere il mio erede ma evidentemente non mi conosci ancora abbastanza bene. Continua nel tuo compito e custodisci quell’arma, il resto te lo guadagnerai con il sudore e le nocche delle tue mani.

    Nuovamente non ammetteva replica di alcun tipo, un discorso che non doveva ricevere risposte di nessun genere.

    Luis è tornato, l’aspetto decadente nasconde un potere di difficile comprensione per molti, una furia latente che non controlla nemmeno più, ormai così vasta e radicata da risultare impossibile d’annebbiare e celare. Un Luis che i più “anziani” avrebbero facilmente accostato al ragazzo di un tempo, ambizioso, corrotto dal desiderio di forza, l’immagine più affine per risultare la versione adulta di quel piccolo e testardo genin di un tempo.

     
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  4. Takagi Mikawa
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    L'arrivo di Luis

    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Pensato
    Parlato


    Dopo che Maximilian aveva esposto la sua parola dicendo di essere l'erede del grande Luis Mikawa Akashi reagì con grande velocità e forza allo stesso tempo.

    CITAZIONE
    °CALUNNIA E MISCREDENZA! TU NULL'ALTRO SEI CHE UNA SAGOMA, NON ALTRO CHE UN OMBRA DI QUEL CHE E' REALMENTE LA PERSONA DI CUI STAI VANTANDOTI DI ESSERE L'EREDA! lUIS MIKAWA SPUTEREBBE A TERRA NEL VEDERE CHE UNA PERSONA DEL GENERE DICE DI ESSERE IL SUO EREDE, RAMMENTA CHE OCCUPARE QUELLI CHE ERANO LE SUE MANSIONI, NON TI RENDE NEANCHE L'UNGHIA DI LUI.°


    °Tre sono le armi che in questo momento sarebbero in grado di decretare quale delle tue pulsazioni cardiache si tramuterebbe nella tua ultima pulsazione. Ipotizzando che al posto di un aspirante al seal del Fenrir, io aspirassi alla custodia del gate di Mio cugino Luis, tu che faresti? Avresti il tempo materiale per uccidermi, torturarmi, impiccarmi, riesumarmi per picchiarmi ancora, e tramutare il mio capo in un simpaticissimo ornamento per una qualsiasi toletta pubblica? Non parlare, vantandoti quando sei in presenza di qualcuno palesemente in grado di rispondere efficentemente. Il fatto che tu sia il chiccessia di quella donna, non ti rende pari a lei, ne ti autorizza ad avanzare pretese simili. Se tu adesso morissi, che otterresti? Sayaka verrebbe ad uccidermi? Ho altrettante persone pronte a mettersi in gioco per la mia stessa vita, otterremmo soltanto che il demone più potente in circolazione, sarebbe l'Hachimata. Una sola parola, RIFLETTI.°


    °Perdono perl il mio peccato, Kokage, ma non tollero le parole vuote emesse a vanvera solo per sprecare il fiato, specie se poi riguardano i miei cari. So bene che non avrei dovuto lasciarmi agguantare dai sentimenti, ma persino io, sono un essere umano, e sbaglio. Chiedo umilmente perdono°

    Immediatamente anche Maximillian reagì alla presa di Akashi liberandosi, e rispondendogli per le rime, non stavo ascoltando molto attentamente ma delle parole giunseron alle mie orecchie.

    CITAZIONE
    "Quindi, da oggi in poi, Mikawa: Obbedite al volere del vostro Capo Clan, Luis Mikawa! Io lo sostituirò per l'onore del Clan, sforzerò ogni cellula del mio corpo affinchè la terra TREMI, al nostro passaggio! Dimostrate di essere degni del vostro Sangue ed io vi dimostrerò di essere degno di questa lama!"

    Mi rifiuto di ascoltare uno che non sa neanche che cosa significa essere un Mikawa, tu non puoi reputarti il nostro capoclan solamente perchè Luis ti ha affidato la sua Kusanagi!!
    Dopo che ebbi parlato Luis fece la sua apparizione.
    Affermando ciò che io avevo appena detto, ma non intendevo farne una colpa a Maximillian, se Luis gli aveva affidato quella straordinaria spada ci sarà stato pure un motivo.
    Poi mi avvicinai a Luis per presentarmi:
    Luis Mikawa io sono takagi Mikawa, volevo solamente presentarmi, dato che lei è come una leggenda e un modello da seguire per noi del clan
    Dopo aver ascoltato un'eventuale sua risposta avrei cercato di stringergli la mono e poi sarei andato da Miximillian per dirgli queste parole:
    Mi dispiace di aver usato dei termini abbastanza offensivi, non intendevo offenderti stavo solo esprimendo il mio parere.
    Spero che ciò non possa ostacolare una futura amicizia

    poi allungai una mano per stringere la sua.
     
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  5. Shinken Takatsui
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    La discussione che prima animò Shinken si spense con l'arrivo del Kokage. I suoi occhi ardevano d'odio per quel piccolo ninja presuntuoso anche se, purtroppo, non manifestò nessun atto di offesa fisica nei suoi confronti; almeno non in quel momento. Ascoltò con piacere ogni singola parola di quei "piccoli cuccioli" notando che l'arrivo del Nidaime non aveva assolutamente placato gli animi di questi. Forse erano troppo presi dalla brama di dimostrare chi era il più forte e chi meritava di essere considerato di più degli altri. E tutto in presenza dei più forti combattenti di Oto che, probabilmente, li vedevano come dei piccoli bambini.

    Molti furono i candidati a quei bramati sigilli. Molti probabilmente non ne erano degni. Questa volta il Kokage sembrò promettere nuovamente i sigilli e Shinken rise leggermente di questo. Un anno fa aveva già promesso di risanare le difese di Oto ma, invece, era scomparso lasciando i Gate senza demoni protettori che, impensabilmente, lui stesso aveva distrutto per suo puro piacere. Lo fissò con rispetto ma dentro di lui non lo stimava realmente. Tempo prima fu proprio lui che disse di non donargli subito fiducia ma che questa avrebbe dovuto guadagnarsela... cosa che tuttavia non fece.

    - Spero che lei, questa volta, mantenga le promesse fatte e ricordi le parole che con tanta eleganza pronunciò un anno fa. Io, Shinken Takatsui, sono ancora qui al fianco del villaggio e sto ancora aspettando che lei dimostri a noi che tiene a questa terra. Se mai lo farà, cosa in cui spero vivamente, allora, se mai vorrà, divverrò volentieri la sua Ombra. -

    Ancora in silenzio ma con occhi ardenti, Shinken sorrise all'arrivo di Luis. Molte cose erano cambiate e quello che ora si presentava come una Legenda, nella mente di Shinken era solamente un suo veccio compagno che vedeva come quel ragazzo sempre preso dalla voglia di migliorare. Era felice che fosse arrivato, finalmente qualcuno avrebbe posto fine a tutte quelle pocho piacevoli discussioni ma questa forse era solo una scusa... Shinken ne era felice e basta. Lo guardò dalla sua postazione mentre si faceva largo nella folla come se fosse un Eroe, spavaldo come al solito e furbo come una volpe. Ora all'appello mancava solamente Sayaka, e poi le vere forze di Oto sarebbero state completamente riunite...

    - Non si saluta più? -


    Shinken emanò all'improvviso il suo Sakki che sino a poco tempo prima aveva tenuto assopito. Sperò che Luis si sarebbe degnato di guardarlo salutandolo, sperò che non provasse più l'astio di un tempo nei suoi confronti. Infatti con quella dimostrazione non voleva imporre la sua superiorità spirituale, anche se fosse stata tale, ma solamente "giocare" con quello shinobi con cui ultimamente, aveva avuto qualche pesante litigio. Oto stava ricrescendo e lo shinobi dai capelli blu ne era felice...
     
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  6. Yami Kaguya
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    Nessuna nuova parola arrivò dall' ex-Fedaikin, anche se il suo sguardo chiariva come mi fossi fatto un nemico, probabilmente. Continuavo a non capire perchè gli risultassi odioso fino a quel punto.
    Ma le lamentele, erano appena iniziate.
    CITAZIONE
    Che faccia poco onore al clan è noto da anni in tutto il quartiere proprio per questo fa la guardia al palazzo e non al villaggio..solo che ora mi tocca sostituirlo comunque..sai quanto me ne frega se gli fanno un favore! Anche perchè mi deve già una marea di turni di sostiituzione....bah.. Ciao spero davvero sia così...già devo partire a giorni per il corso...

    A quelle parole, lo sguardo sullo Yakushi perse ogni traccia di allegria. Il tono ora era di fredda pazienza, rispondendo seriamente, visto che pareva intenzionato a mostrare come l'avesse indignato, quel metodo.

    image
    Ti ho sopravvalutato, Yakushi? "sai quanto me ne frega se gli fanno un favore"? Bene, allora la prossima volta ci metto il veleno in quelle siringhe, che dici? Così glielo faccio sul serio il favore, e lo uccido, visto che lo mettete a fare da bersaglio, più che da guardia, mi pare.
    E per informazione, l'effetto dura una giornata, tempo che torni a casa e hai già perso metà delle ore in cui lo sostituirai. Se cerchi delle scuse non le troverai, Febh, sappilo.


    Accettavo rimostranze, ma Febh stava esagerando al pari di Shinken, con le sue lamentele.
    Quando risposi a Kosuke, lo Shinobi si limitò a battermi una mano sulla spalla, per poi allontanarsi.
    Quando Ledah si accorse del mio sguardo, unito a quello di Shino, chiarì come non fosse stata una sua scelta quell'abito. Comunque, doveva tenerselo, ormai. E poi, nessuno pareva farci molto caso.

    Non ti ho inviato nessun vestito per la riunione, che io ricordi.

    Dopo, Febh si esibì in una nuova invettiva contro il metodo di convocazione. Ma ci provava gusto o cosa? Almeno il ragazzo dei Mikawa gli rispose a tono, evitandomi di dover di nuovo rispondere.
    Infine, arrivò Akashi. Che ascoltata la discussione con Shinken, ebbe anche lui qualcosa da dire.
    CITAZIONE

    °Yami, forse la mia infermiera era più scadente? No dico ciò perchè con me non ti sei adirato...non mi avrete mandato uno scarto di lavorazione, non è così, vero?°

    Voltai il mio sguardo verso Akashi, sorridendo leggermente. Ascoltai anche la risposta alla mia compagna, prima di commentare.

    Come già detto, ho solo pensato non fosse carino tirarti addosso esplosivi dopo tanto che non ci si vede. E inoltre, direi che il buco nella tua casa è sufficiente come pareggio. Anche se non so Luis come la prenderà.

    Sarei stato quasi felice, se Luis fosse tornato a lamentarsi del danno. Avevo conosciuto troppo poco, il mio predecessore alla carica amministrativa. E da quando Mataza era sparito, sembrava che anche lui l'avesse seguito, in un suo viaggio. E Oto era rimasta con pochi chunin.

    Max si era dimostrato invece abbastanza pacato nella sua risposta. Forse un pò cambiato lo era.
    CITAZIONE
    "Bravo, queste cose te le ha insegnate la tua tatà...?"

    No no, ho una sola sensei, purtroppo. Tutto ciò che so in campo medico, lo devo alla "tua" di tata, Okamikumo.

    Usai il suo secondo cognome del teppista, per far capire che mi riferivo a Sayaka. Cognome che in effetti fece uno strano effetto, usato su di lui. Ero abituato a riferirmi solo a una donna, di solito.
    Poi iniziarono le candidature per i sigilli. E la discussione che il Kokage aveva sedato, stava per essere sostituita da un'altra.
    Akashi si pronunciò per il lupo del Sud, mentre Takagi scelse il Serpente del Nord. Poi, fu il turno di Max. che chiarì come voleva per sè, il cancello che era appartenuto a Luis. Annunciando che era l'erede del Mikawa, per poi voltarsi verso di me, e fissare tutti.
    Probabilmente non fui l'unico, a cui passò il pensiero "e da quando". Ma il resto delle sue parole, mostravano solo il modo di fare del teppista. E perchè avrei dovuto fermarlo? Tutto ciò che non era collegato a Behemouth, non mi disturbava. Che provasse pure.

    Urla parecchio, per essere uno che finora ha solo detto che conosce il Kyuubi e il portatore della Kusanagi.

    Il commento del demone risuonò annoiato. Ma c'era un intero clan che non l'avrebbe preso troppo bene, come intervento, e non sarebbe certo rimasto zitto. Fatto che accadde in pochi secondi.
    Dalla mia posizione, vidi come Akashi si fosse inflitto una ferita. E come avevo visto con Sou, per loro era solo un vantaggio. E il colosso lo dimostrò subito, facendo prendere vita al suo stesso sangue.
    La sfuriata fu peggiore di quella cui avevo assistito in taverna. Mi chiusi le orecchie, troppo sensibili per quell'urlo che pareva sfondarmi i timpani, mentre rispondeva a ogni singola parola di Max.
    Tuttavia si ritirò senza ferire il teppista, porgendo le sue scuse al Kokage. Ma c'era la fila, per parlare a Liart.
    Kodachi chiarì come poco gli interessasse il cancello, ma solo del sigillo. Come non aspettarsi che scegliesse il serpente. Coincidenza quasi divertente. Nella mitologia biblica, il Leviatano e il Behemoth erano fra le creature più potenti. E fra esse, era inevitabile lo scontro, di conseguenza. Pareva proprio che io e la vipera non saremmo mai stati dallo stesso lato. Cosa diversa per Akashi. Mi era sfuggito, il momento in cui lui e kodachi avessero deciso di essere così amici. Gli altri Mikawa non diedero segni evidenti come Akashi di irritazione, ma era chiaro come non gli fosse piaciuto il discorso. Kosuke era già con la mano sulla spada.
    Subito dopo, lo Shinobi che aveva apprezzato il metodo di invito, si presentò come Alosyus, e si propose per acquisire il West Gate, come il sigillo del gatto. Non mostrai reazione, mi limitai solo a fissarlo. Bene, almeno un avversario. Senza, non avrebbe avuto senso provare a conquistare quel Gate.

    Ma Max non aveva ancora finito il suo spettacolo. Con un sorriso in volto, si aprì il giubbotto, strappandosi la maglia. Mostrando due cose. L'aggiunta di un tatuaggio sul pettorale, e una spada. Non ci fu bisogno di fissarla. Yamata stesso vi reagì come una parte di sè. Per la prima volta, io e lui guardammo la stessa cosa con le stesse emozioni. Soppesa. Come irritazione, quando sbattè a terra quella lama come fosse un pezzo di legno. Lo sguardo fissava il tutto senza nessuna emozione. Troppo sorpreso per muoversi. Troppo indignato, per fare qualsiasi cosa se non attaccare.
    Il chakra corse al tantien, connettendo i due sistemi, richiamando il demone, per staccare quella lama dalle braccia di un genin che non aveva dimostrato nulla, che gli desse il diritto di impugnare la Kusanagi. Non vedevo Luis da mesi, come Sayaka. Quello che diceva poteva pure essere una fandonia. Se credeva che una scritta sulla pelle bastasse a legittimare il suo possesso della lama di Yamata, era fin troppo ottimista.
    Tuttavia, qualcun'altro arrivò, annunciato dall'aria.
    Per qualche motivo, il chakra di Yamata non fluì più. I due sistemi non si erano connessi, e il demone continuava a fissare il ragazzo, come in attesa. Spiazzato, mi rivolsi al serpente, per spiegazioni.

    Perchè ti sei fermato?!

    Zitto...

    Ti ho chiesto perchè ti sei fermato!

    E IO TI HO DETTO DI TACERE, UMANO!

    I nostri sguardi si incrociarono. Lui spazientito, io irritato. Non era uno dei soliti litigi per ordini di idee, c'era solo rabbia in quello scambio. Il tempo fuori si era fermato, e il silenzio fra noi sembrò durare secoli.

    Se ti liberassi del patetico egocentrismo che caratterizza voi umani, potresti osservare le cose in maniera più chiara. C'è qualcosa in arrivo, piantala di urlare e alza la guardia.

    Mi concentrai, per tornare calmo, mentre il chakra del demone fino ad allora accumulato, tornava nel secondo sistema. Ora era chiaramente percepibile qualcosa, l'aria sembrava essersi fatta più pesante. Drizzai le orecchie, guardando oltre gli Shinobi lì riuniti. In quel momento, l'ex-amministratore di Oto fece la sua comparsa. Il mio sguardo lo fissò con sorpresa, quando fino a pochi giorni prima sapevo fosse in missione. Cosa che in effetti non doveva essere falsa. Il fisico dello Shinobi era diverso, da come lo ricordavo. Profonde ferite ne solcavano le braccia, e quando fu più vicino, apparvero nella loro natura. La pelle, bruciata, doveva essere l'effetto derivato dalla densità del chakra impastato, un danno inflitto dal corpo a sè stesso. Ma per quanto fosse debilitato a una prima occhiata, lo sguardo che rivolgeva non era cambiato, da quando apriva ancora le porte del North gate. E quella sensazione di fastidio, quasi dolore, confermava che lo spirito non era cambiato.
    Un inchino al Kage, fu seguito da una voce che non doveva essere stata usata da molto. E anche lui, commentò l'atmosfera tesa della riunione. Scherno, particolarità di ogni chunin di Oto, a quanto pareva.
    Si sedette poi in disparte, rivolgendosi a me e Shinodari. Lo fissai, ascoltando altri commenti.

    Ti credevo in viaggio, Luis. Ho inviato un infermiera a cercarti giusto per essere sicuro. Devo ringraziarti, allora, se hai mostrato premura per il messaggero.

    Un unico commento, probabilmente ignorato, mentre volgeva lo sguardo su Max.

    ...Lascia correre. Non toccare quella lama.

    Cosa??

    Il mio sguardo nella realtà non cambiò, mentre nella mia mente un nuovo dialogo aveva luogo. E come prima, solo l'irritazione era palese nelle mie parole.

    Per quanto sembra che la morte di Orochimaru abbia fatto dimenticare a tutti il valore di quella spada, cosa vuoi fare? Prenderla con la forza? Non essere arrogante. I tuoi pensieri su come quel genin ne sia entrato in possesso senza aver dimostrato nulla, valgono anche per te, moccioso.

    Rimasi in silenzio, fissando come Luis faceva la paternale a Max. Il demone riprese a parlare quasi subito.

    Pare gli sia solo stata lasciata in custodia. Per quanto non ho mai visto un custode gettare nella polvere l'oggetto affidatogli con tanta facilità. Ma ha ancora un proprietario legittimo, se l'ha scelto il ragazzo del Tulipano Stregato. Evita pretese. Non hai la forza per averle, e lo sai.

    ...Tsk.

    Un ultimo sguardo alla spada. Fissandone la foggia, ricordando mesi prima, quando Luis l'aveva ottenuta.

    ...D'accordo.

    ..Sei più sopportabile, da remissivo lo sai? E comunque, non fraintendere. Finchè la possiede uno Shinobi decente, non mi importa. Ma se riterrò che il proprietario della Kusanagi non la meriti, ti donerò di nuovo il mio potere. Il tuo compito è solo capire quando sarà il momento. Ora non lo è, quindi controllati.

    Pochi avrebbero potuto notare qualcosa di più del fastidio, sul mio volto, durante quella situazione. A differenza del Kyubi, Yamata non aveva chakra a sufficienza per creare l'effetto aura, tanto scenico quanto inutile. Cosa che tornava utile per certi versi. Rimasi semplicemente dov'ero, fissando Max, e poi Luis.
    Solo una spada...come no. Luis la stava facendo troppo semplice. Forse non era il simbolo che intendeva Max. Ma rimaneva la spada appartenuta al Sennin del villaggio, così come a un Bijuu, prima di lui.
    Fissai un attimo il Kokage, come Shinodari. Per poi tornare sul chunin, cui nel frattempo si era avvicinato Shinken. Quasi tutti avevano detto la loro. Quella riunione si era fatta rovente già dal primo argomento. Solo che al Kokage non parevano piacere, tutte quelle scintille.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Le parole di Yami lo colsero un pò di sorpresa..sembrava essersela presa parecchio...ma febh, dalla sua posizione, chiaramente non vedeva il problema.

    Penso che tu non conosca bene mio cugino Yasu... Poi all'affermazione sul veleno e l'uccisione non potè trattenere un sorriso E penso che tu non conosca bene nemmeno noi Yakushi... poi continuò, visto che voleva far capire bene all'altro..e, per inciso, quando sono uscito per venire qua quel deficiente era di nuovo in piedi, ma "per lo shock" non se la sentiva di continuare con i turni oggi Marcò bene la frase il "per lo shock" muovendo le mani a imitare delle virgolette Quindi ora tocca a me farli! LUI si distrae a pensare se quell'infermiera ci sarebbe stata e ora IO mi trovo a fare il suo lavoro, mentre LUI può poltrire tutto il giorno! Sbuffò, per poi concludere Attento a dire che un comportamente richiede delle scuse senza cognizione di causa, Kabane; se c'è una cosa di cui mi importi più del villaggio è il mio clan.

    Quando invece non riuscì a trattenere il suo commento, ebbe come risposta una tranquilla spiegazione da quel tizio, che gli pareva fosse un mikawa.

    Febh Yakushi, piacere. disse brevemente. Detto questo..quindi per te un ninja di Oto è uno che trova normale che delle cose non identificate camminino per il villaggio simulando attacchi mentre il cittadino medio sta lavorando o simili...vabbè...pazienza, vorrà dire che sono atipico... Piuttosto, essendo una riunione...tutti hanno diritto di parola finchè non arriva il Kokage a presentare gli argomenti..

    Mosse una mano, come a dire che preferiva lasciar perdere la discussione, tanto non avrebbe portato a niente.

    CITAZIONE
    Tutto questo ovviamente avviene prima dell'arrivo del Kokage

     
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    No, non riusciva a mandare giù quel suo atteggiamento arrogante, di chi si crede padrone del mondo solo per la forza acquista lontano dal suo villaggio.
    Ma sapeva che rispondere in quel momento non sarebbe giovato a nulla. Che credesse quello che voleva di loro, per ora Oto veniva al primo posto.
    Shinken aveva dimenticato i momenti in cui i sopravvissuti del primo torneo di erano riuniti sotto la guida di Luis per far risorgere un paese dalle ceneri, dimenticato dallo stesso Orochimaru.
    L’arrivo del Kokage e le sue promesse di potere avevano risvegliato l’animo di molti shinobi di Oto, ma la sua successiva scomparsa aveva dato il colpo di grazia.
    Gli shinobi di più alto grado erano scomparsi, lasciando il villaggio in balia dei capricci degli shinobi stranieri.
    L’amministrazione non aveva più un capo.
    Ognuno cercava di sopravvivere come meglio poteva cercando fortuna altrove.
    Le promesse non erano state mantenute, come poteva biasimarli?
    Eppure Oto era anche la loro casa sia per nascita che per scelta.
    Nel momento del bisogno erano quasi tutti scomparsi, solo una manciata di shinobi era rimasta e si poteva contare sulla punta delle dita.
    Lei e anche Kayle avevano preso le redini dell’amministrazione per cercare di mandare avanti il villaggio, supervisionando anche i gate ormai praticamente abbandonati dai loro guardiani.
    Serrò i pugni ma non disse nulla, sostenendo lo sguardo di Shinken.
    Non intervenne neanche quando lo shinobi continuò a stuzzicare il compagno.
    Doveva mantenere il sangue freddo e analizzare la situazione in maniera distaccata.
    Kayle gli rispose a tono, un velato sorriso si dipinse sulle labbra della kunoichi, che scomparve subito dopo.

    Il gigantesco Mikawa aveva commentato alle sue parole facendo capire quale fosse la mentalità che seguiva, tanto da cancellare un suo parente se non si fosse dimostrato degno del clan.

    -Akashi san il tetto si ripara facilmente in fondo, ma una convocazione portata da un normale messaggero sarebbe stata normale routine. Visto che ad Oto sembra prevalere l’uso della forza è stato un metodo per scremare i partecipanti. Se non sono in grado di sfuggire ad una infermiera come potrebbero difendere Oto?-

    osservò seria la ragazza.

    Per quanto riguardò Ledah, Shinodari non poté fare altro che scuotere la testa.


    -No, non mi sono sbagliata, ti pare che a questa riunione ti avrei fatto andare vestito così?-

    Considerò la kunoichi.

    Rivolse un sorriso a Kosuke Mikawa e annuì in risposta a Febh.


    -Nessun errore del passato... L’attesa è terminata...-

    Commentò.

    Lasciò Kayle a parlare con Febh mentre si guardava attorno.

    Una situazione in continuo mutamento in virtù del successivo arrivo del Nidaime.
    Una fiamma azzurra accompagnò la comparsa del Kokage, una presenza che si palesò tangibile solo dopo le sue parole.


    CITAZIONE
    ittut ivredevir em rep erecaip nu è, otO id ajnin onroignouB.

    Il Nidaime si pose tra I due amministratori mentre il suo sguardo era rivolto verso il compagno, Shinken ed Oneru e non prometteva nulla di buono, come non lo furono le parole che pronunciò nel mentre.

    CITAZIONE
    - ittepsid i onnaf is ehc inizziagar a non, icapac ajnin a onam ni oiggalliv li otaicsal reva id ovareps otnauq erP-

    E purtroppo era un commento a cui non poteva dar torto.

    La kunoichi si inchinò formalmente al Kokage, senza proferire parola per il momento.

    Il giovane signore di Oto rivolse poi uno sguardo in direzione di ciascun shinobi presente a quella riunione riprendendo a parlare nella loro lingua.

    Nuovi guardiani sarebbero giunti entro breve per proteggere i gate e presto nuovi guardiani umani li avrebbero affiancati.


    Nuove prove erano in preparazione per testare i futuri guardiani, e la ragazza annuì mentre il Kokage ne faceva menzione.

    Poi ascoltò i nomi dei quattro guardiani, ben sapendo che presto qualcuno a lei caro si sarebbe proposto come portatore di uno dei sigilli.

    Behemouth, il Gatto infernale...

    E così fu... Kayle fece il primo passo...

    CITAZIONE

    Yami Kabane, mi propongo per tentare l'acquisizione del Sigillo del gatto, come del cancello a esso correlato.

    E ne' mentre parlava, ne’ subito dopo il suo sguardo fu rivolto verso Shinodari.

    La candidatura di Max accese animi già infiammati.

    In effetti lo shinobi sapeva mettersi nei guai con grande maestria e il tatto era l’ultimo dei suoi pregi.
    Per fortuna Akashi seppe contenersi se non altro per rispetto del Kokage.
    Ma Kodachi continuò reclamando per sé il potere del serpente Jourmungander parlando con una voce che quasi non sembrava la sua.
    Shinodari si accorse che lo stava fissando.


    §E’ ipnotico e letale come una vipera...§

    Pensò tra sé, ascoltando le ultime parole di Kodachi, una minaccia rivolta verso Max.

    Liart dal canto suo sembrava indifferente alle minacce tanto da continuare in quello che sembrava un sermone, dai toni fin troppo infervorati.

    Poi successe l’impensabile...

    Quella presenza che non percepiva da mesi...
    Non poteva non riconoscerla...


    §Luis...§

    Si voltò alla sua ricerca, ma quando questi si palesò quasi non lo riconobbe.

    Era cambiato, eppure in quello sguardo poteva sentire l’aura dello shinobi che aveva conosciuto.

    Ascoltò le parole rivolte a loro...

    Ma forse i cuccioli di Oto sapevano solo fare questo?

    Poi le sue parole furono dirette a loro due.


    CITAZIONE
    “Signori amministratori, per il prossimo raduno sarebbe auspicabile trovare un altro metodo di consegna degl’inviti. Ho rischiato di rompere il vostro giocattolo, ed il farmaco è stato di ben scarso effetto sul fisico che ho ereditato dai miei avi.”

    Commentò.

    Fu Kayle a rispondere, a prendere per primo la parola, forse perché la ragazza aveva rivisto in Luis il suo avversario al torneo di Oto... Non il Luis che aveva imparato a chiamare “tomodachi”.


    -La prossima volta penseremo a qualcosa di più stimolante Luis san.-

    Commentò gelida.

    Il legame creatosi ai tempi della prima prova del Torneo si era probabilmente infranto.


    §In fondo a Oto è normale dimenticarsi degli amici e dei debiti di vita...§

    Rifletté distogliendo lo sguardo da Luis.

    Era venuto il suo turno di parlare.

    Fece alcuni passi in direzione del Kokage, nuovamente rivolse un inchino formale.

    Nella sua mente ancora echeggiavano le parole di Shinken rivolte al Nidaime...


    CITAZIONE
    - Spero che lei, questa volta, mantenga le promesse fatte e ricordi le parole che con tanta eleganza pronunciò un anno fa. Io, Shinken Takatsui, sono ancora qui al fianco del villaggio e sto ancora aspettando che lei dimostri a noi che tiene a questa terra. Se mai lo farà, cosa in cui spero vivamente, allora, se mai vorrà, diverrò volentieri la sua Ombra. –

    Serrò ancora una volta i pugni quasi conficcandosi le unghie nella carne.

    Le iridi ametista erano sfumate nel nero.


    -Nidaime sama... Io non richiedo per me alcun sigillo, come non lo feci in nessuna delle occasioni passate... neanche quando potevo diventare guardiano del gate essendo uno dei tre vincitori del Torneo, che vide l’assegnazione dei vecchi sigilli. Non mi serve un legame per dimostrare la mia fedeltà ad Oto, ne’ aspettare di vedervi mantenere le promesse fatte un anno fa per vegliare sul villaggio. L’ho sempre fatto anche quando molti shinobi hanno cercato altrove stimoli per diventare più forti... anche quando eravamo solo una manciata a difendere il nostro paese da shinobi stranieri. In fondo sembra sia questa la politica di Oto: il più forte è colui che conta, ma la forza di pochi può davvero essere superiore allo spirito di squadra di un gruppo di shinobi che difendono il loro villaggio? Un tempo pensavo che coloro che avevano assistito agli orrori del Torneo, che avevano solo Oto come unica casa potessero far risorgere questo paese dalla sue ceneri. La vecchia amministrazione ne ha passate tante prima del vostro arrivo, Nidaime sama, ma si è sempre battuta per difendere il villaggio dai tradimenti, dagli attacchi dei paesi stranieri, sapendo che non avrebbe mai potuto contare su Orochimaru. Eppure perché dopo la vostra venuta quegli shinobi, un tempo guardiani dei gate sono diventati più una leggenda che una presenza costante a difesa di Oto? I guardiani demoniaci erano stati distrutti, i guardiani umani scomparsi con il passare del tempo e solo pochi volontari alle mura per difendere i loro concittadini a costo delle proprie vite. Bene Nidaime sama, visto che per me Oto è importante o non avrei assunto la carica di amministratrice, vi chiedo che non vengano più commessi gli errori del passato. Non più shinobi che una volta appropriati del potere dei demoni cerchino fortuna tradendo il proprio villaggio o che le loro missioni li portino via per tempi così lunghi da lasciare indifeso il loro gate. Chiedo che la pena per il tradimento per i nuovi guardiani sia la morte e so che è possibile darla attraverso il sigillo. Per coloro che invece non assolvessero gli impegni di guardiano che venga sigillato il loro potere consegnandolo a qualcuno di più affidabile. Oto non ha bisogno solo del potere ma anche di shinobi che difendano il villaggio. Il potere deve essere anche una responsabilità. Dovere non solo onori...-

    Concluse con voce gelida, mentre con un cenno deferente del capo tornava accanto a Kayle, senza però incrociarne lo sguardo.



    OT

    CITAZIONE
    Per assenza prolungata non intendo a causa di problemi gravi in real

     
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    -No, non mi sono sbagliata, ti pare che a questa riunione ti avrei fatto andare vestito così?-

    Ledah alla fine scrollò le spalle e disse:

    "Comunque sia, ora non importa, tantovale che io prenda a lavorare."

    E le si affiancò mettendo mano al ventaglio, pur non cominciando a sventolare, ma semplicemente, a prepararsi a farlo.

    [...]



    Maximillian era decisamente abile nel creare zizzania, un abilità tale da portare contro di se' praticamente tutti i Mikawa, oltre che i suoi diretti avversari nell'acquisizione del seal.

    Ledah osservò le varie reazioni dalla sua postazione, continuando a sventolare Shinodari apparentemente senza prestare attenzione a ciò che stava accadendo, di certo, Maximilian stava alzando troppo il tiro dichiarandosi erede di Luis, senza contare che nonostante tuto, Luis non era il capoclan, nonostante fosse uno dei ninja più potenti di Oto ed il secondo che il clan Mikawa potesse vantare dopo Garth ed il possessore della Kusanagi, della quale aveva visto l'assegnazione un anno prima.
    Tuttavia, Liart era sempre in grado di sorprendere, a quanto pare, Luis gli aveva lasciato la Kusanagi in custodia, ma Liart era anche molto fantasioso nell'intessere le lodi di Luis, o Lulù Chan, come usava chiamarlo in classe.

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    Tuttavia, qualcosa di familiare percorse la sala, il Sakki, un Sakki familiare, avvertito da Ledah al suo primo corso come Aiuto-Sensei, ma in qualche modo, differente, quel Sakki, non permetteva a Ledah di pensare lucidamente, solo con grande sforzo riuscì a non perdere di vista gli avvenimenti che avvenivano nella sala, Luis, anche se molto cambiato dall'ultima volta, era tornato.
    Violenza, odio e rancore si fecero strada facilmente in Ledah attraverso il Sakki di Luis, un Sakki più irruento dell'ultima volta, un Sakki i cui effetti si rivelarono più faticosi da contenere, tramite la Maschera, in quei momenti, Ledah si sarebbe chiesto cosa sarebbe accaduto se la Maschera non gli avesse impedito di perdere totalmente la ragione, ma le prime incrinature, cominciarono a venir fuori tramite lo sguardo di Ledah, il quale fissò la piccola folla di Shinobi del suono, pendere dalle labbra di Luis.

    image



    Un altro Sakki si fece strada verso Ledah, il Sakki che comprese, apparteneva a Shinken, Ledah aveva faticato a reggere gli effetti del Sakki di Luis, ma un secondo Sakki, sommato al primo, sembrava troppo per la Maschera, le cui incrinature forse cominciavano a venire pesantemente a galla.
    Sayaka aveva ragione, quando diceva che non avrebbe potuto intraprendere la carriera medica, la Maschera gl'impediva di cedere a degli istinti a lui sconosciuti in qualsiasi momento, ma un Sakki di tale potenza, l'aura del Kyubi, o la semplice vista del sangue in battaglia, creavano dei conflitti che quella Maschera non riusciva ad arginare efficacemente, in quel momento, la Maschera gli serviva, infrangerla in quella maniera, lo avrebbe portato rapidamente alla morte e non era questo quel che voleva, la voleva infrangere, ma su basi solide che gli permettessero di appropriarsi della sua vita e dei suoi sentimenti, non di lasciar sfogare quel qualcosa che non capiva e che lo faceva sentire molto, troppo vicino, a demoni come il Kokage.

    Il respiro si fece affannoso, mentre cercava di conservare la lucidità necessaria a ripetere una semplice azione, sventolare, il movimento ipnotico del ventaglio, avrebbe potuto aiutarlo a non lasciarsi influenzare dai Sakki.
    Ma Shinodari, con le sue parole, gli diede qualcosa di più efficace su cui far leva.

    Il tono gelido di Shinodari, lo sorprese in effetti, ma il senso delle parole era chiaro, Shinodari era attaccata al villaggio, lo aveva dimostrato varie volte, questo desiderio, si fece largo tra i due Sakki che opprimevano Ledah, l'attaccamento al proprio villaggio, il desiderio di proteggerlo assieme ai suoi abitanti, anche se non tutti ne valevano la pena, le leggi dure, ma eque di Oto, lo fecero riemergere dall'abisso generato dai due Sakki, tornando ad una fase più razionale, il respiro si normalizzò, lo sguardo, rimase uguale ed i movimenti, più naturali, i lineamenti, inespressivi, come al solito.
    Era arrivato a sconfiggere almeno in parte e controllare le sensazioni generate dai due Sakki, non era detto che ciò che era passato attraverso le incrinature della Maschera non avesse lasciato conseguenze, ma una cosa era certa, ora era più sicuro del suo motivo d'essere lì, l'odio e la violenza, andavano dirette verso l'impegno per il proprio villaggio, se avesse dovuto odiare, avrebbe odiato i nemici di Oto, se avesse dovuto usare violenza, sarebbe stato sui nemici di Oto e sopratutto, sui suoi traditori.
    Questi pensieri, gli permisero di non cedere sotto la spinta dei Sakki, se ci fosse stata una contaminazione o una liberazione dei suoi sentimenti, sigillati sotto la Maschera, non lo sapeva, ma ora, aveva raggiunto un piccolo equilibrio, sufficente a reggere il peso di quei Sakki, a controllare degli istinti irrazionali, a mantenere la Maschera in maniera da poterla infrangere efficacemente in futuro, aveva imparato a non lasciarsi dominare, in un certo senso, era come se si sentisse in grado di essere utile in ospedale, forse, Sayaka aveva avuto ragione a dargli una seconda possibilità, ora, la sua mente era vramente più stabile, aveva trovato un nuovo riferimento, dopo la distruzione del primo ad opera di Kojitsu e della sua morte.
     
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  10. Nidaime
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    Animi inquieti


    Il Kokage memorizzò tutti i nomi, sia di coloro che al suo arrivano risposero con il medesimo linguaggio, sia degli altri che gli si presentarono.
    Dopo, il capovillaggio ascoltò con sguardo impassibile il susseguirsi delle parole degli abitanti di Oto: non replicò quando i primi tre si proposero per diversi sigilli; non batté ciglio, mostrando la sua fredda noncuranza, dinanzi alle altezzose parole di Maximiliam, né alla sfuriata che, in tutta risposta, questi ricevette da due dei presenti.
    Ancora continuò ad ascoltare gli altri aspiranti ai sigilli, che si proponevano, chi per uno, chi per l'altro; finché non fece il suo ingresso Luis di Oto, il chunin a cui lui aveva donato la Kusanagi, ora nelle mani del genin Liart.
    Ancora ascoltò le parole del chunin, così come aveva fatto con quelle di Shinken prima di lui e poi, in ultimo, parlò l'altra chunin presente: Shinodari, non per chiedere un sigillo per se, bensì per proporre come migliorare Oto, semplicemente.

    Quando anche la kunoichi ebbe finito di parlare, fu il Nidaime a prendere la parola.

    Il primo a cui si rivolse fu Shinken, con un metodo che già, l'anno prima, aveva utilizzato, copiandone voce ed intonatura:


    CITAZIONE
    Spero che lei, questa volta, mantenga le promesse fatte e ricordi le parole che con tanta eleganza pronunciò un anno fa. Io, Shinken Takatsui, sono ancora qui al fianco del villaggio e sto ancora aspettando che lei dimostri a noi che tiene a questa terra. Se mai lo farà, cosa in cui spero vivamente, allora, se mai vorrà, divverrò volentieri la sua Ombra.

    - Non credo che sia con le parole che, il mio interesse e legame per il vilaggio potranno essere rivelati, chunin, solo dalle mie azioni.
    Osserva il Torneo che sarà indetto, guarda, o vivi su te stesso se vuoi ancora la custodia di uno dei Gate, le prove con cui saranno scelti i vincitori, studia ciò che sarà fatto a livello politico nei confronti degli altri villaggi, dopo, torna a cercarmi e sappimi dire se, effettivamente, ho dimostrato di tenere al Suono. -


    Esordì il Kokage, prima di fermarsi e guardare con attenzione il chunin

    - E' anche vero, Shinken, che, malgrado la tua innegabile forza, tu non hai dato, almeno non che io ricordi, segni del tuo legame con il villaggio.
    Quindi, mi sento in condizioni di chiederti altrettante dimostrazioni, prima di averti come mia guardia personale. -


    Dopo quelle parole, il Kokage si volse verso Luis Mikawa, il cui aspetto era, apparentemente, ben diverso da quello che aveva potuto vedere un anno prima, malgrado il suo sakki, facilmente sostenibile dal Nidaime.

    - Ti rivedo dopo un anno, Luis del clan Mikawa, secondo solo a Genzo fra i possessori di quest'abilità nel nostro villaggio.
    Non criticherò la tua scelta di affidare la custodia della Kusanagi ad altri, cui poi mi rivolgerò; posso solo dirti di essere lieto di saperti ancora fra i ninja del villaggio. -


    Il Kokage, poi, si volse proprio verso Liart:

    - Trovo le tue minacce simili all'abbaiare di un cucciolo rinsecchito; hai di certo delle virtù, shinobi, se Luis ti ha affidato la custodia della Kusanagi, ma non farti fregio di simboli, o oggetti per mostrare la tua forza; né con quelli, né con le parole sembri intimorire alcuno qui.
    Con fatica dovrai prenderti il diritto per ottenere una forza sufficiente anche solo a far rispettare degli ordini come quelli che hai dato poc'anzi, altrimenti ti sarà impossibile.
    Come già il Mikawa ti ha spiegato: non hai alcun diritto di dirti capoclan, o suo erede, sei solo un genin che ha la fiducia di Luis; mostra rispetto per Oto ed i Mikawa e forse, quando Luis vorrà, ti sarà lasciata la Kusanagi, altrimenti, se egli non la vorrà più, tornerà al villaggio. -


    Quindi il Kokage si volse verso Akashi, che fosse, qualora fosse ancora inchinato, avrebbe invitato ad alzarsi:

    -Tu, Akashi, che possiedi il sangue e le abilità dei Mikawa, non devi mostrarle in questo modo, senza alcun motivo; le minacce, se legate a semplice potenza, sarebbero di per se stesse sufficienti, ma sono comunque inadatte a questo luogo.
    Ricordati dinanzi a chi sei e per quale ruolo ti candidi, Mikawa, fa che, se sarai tu il nuovo guardiano del South Gate, il sangue e la forza del clan a cui appartieni siano il sangue e la forza che controlleranno l'impetuoso Lupo, così che non debba forgiarsi una Gleipnir anche per te così come fu forgiata, per Fenrir in tempi antichi.-


    Quindi si volse verso l'altro che aveva risposto alle parole del Liart:

    - Anche tu, Kodachi, non hai bisogno di minacciare un compaesano in questa sede; non vi deve essere odio fra i ninja di Oto, poiché divisi, siete forti, questo è innegabile per una parte di voi, ma uniti sarete, e lo sarà il Suono stesso, invincibili.
    Possiedi doti che ti rendono simile al mio predecessore, ma non commettere il suo stesso errore, non isolarti dal luogo in cui vivi, poiché questo potrebbe distruggerti.-


    Quelle ultime parole non suonavano come una minaccia, bensì come un avviso, quasi un consiglio da sensei a discepolo.
    Fu, infine, il turno di volgersi verso Shinodari:


    - Kunoichi degli Jaku, lodo ogni tua parola che dimostra l'interesse per il villaggio e già ti posso assicurare che avevo pensato a come rendere i sigilli letali per chi tradisce Oto e su come scioglierli dal corpo di chi non si dimostrerà degno di portarli.-

    Si complimentò, prima di volgersi verso tutti i ninja presenti.

    - A voi, che avete dimostrato interesse per i vari sigilli, posso dire che avrete modo di provare le vostre virtù per ottenerli.
    Sappiate però che, ben presto, messaggi saranno distribuiti in tutti i territori neutrali, al fine di raggiungere gli altri villaggi, così che anche gli shinobi di Suna, Kiri e Konoha possano, se vogliono, provare a conquistare uno dei sigilli.
    Delle prove diverse dalle precedenti saranno attuate, tutti potranno parteciparvi come ninja dei rispettivi villaggi e se vinceranno il loro gesto sarà ritenuto un passaggio ad Oto dalle terre natie, almeno di diverse scelte da parte delle varie amministrazioni.
    Oltre questo, sarà sancito un incontro fra gli amministratori dei quattro villaggi; quelli di Suna, Kiri e Konoha saranno qui invitati a discutere d'affari territoriali ed economici con colei che ha la mia fiducia.
    Ricordate un ultima cosa però, miei ninja, chi fra voi di Oto parteciperà alla prova e fallirà, potrà rischiare la propria vita, ma cadrà con onore, chi invece si arrenderà, perderà quello stesso onore.-


    Concluse il Kokage, attendendo ora le parole dei presenti.
     
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  11. P y r o m a n c e r
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    Rimasi inchinato. Ebbi orecchie soltanto per le parole del Kokage, che suonarono come un invito quando mi accordò il permesso per rialzarmi. Le parole che seguirono, mi fecero riflettere molto, rimurginai parecchio prima di prendere la parola. Fissai dunque il Kokage negli occhi, tentando di sostenere il suo sguardo cupo e profondo.

    °Nobile Nindaime Kokage, spero di non essere confuso con un mero peccatore di superbia, se m'azzardo a ribattere sulla vostra parola, specificando che le mie azioni, non erano atte a sbandierare ai quattro gate i segreti del mio nobile clan. Preferisco piuttosto considerare che si sia trattata di una banale dimostrazione di quello di cui si diventa capaci nel momento stesso in cui si entra a far parte del clan Mikawa, e soprattutto di quali siano i requisiti per potersi fregiare dell'appellativo di Capo del Clan.
    Poi, permettetemi una domanda, perchè dovrei "controllare il Lupo, se potrei instaurare un rapporto di complicità reciproca?°
    Feci una pausa, poi ripresi a parlare°Ah! Una gleipnir! mi dica Kokage, chi sarà disposto a perdere la mano per incatenare un lupo ribelle?°

    Taccui, attendendo risposte. Poi si parlò di come i seal potessero rivelarsi letali per chi tradisse il villaggio. Sorrisi, se fossi diventato guardiano, avrei portato la morte dentro di me, mentre se traditori sudici fossero candidati eroneamente a gurdia dei gate, sarebbero stati puniti.

    Poi, udii parole che avrei preferito non udire. Ribattetti subito:

    °Nobile Kokage! Davvero permetteremo a ninja impovvisatisi otesi, di difendere le nostre mura? Sono in disaccordo su questo punto, assolutamente! <che almeno dimostrio un briciolo di fedeltà alla nostra terra!°

     
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    Shinodari ascoltò le parole del Kokage, ritenendosi soddisfatta.

    Sagge parole quelle proferite dal Nidaime nei confronti degli shinobi presenti.
    Quando per ultimo si rivolse a lei nello specifico, la ragazza gli rivolse un nuovo inchino.

    -Vi ringrazio Nidaime sama.-

    Disse semplicemente.

    Le parole che seguirono non la colsero di sorpresa... In fondo il torneo poteva anche essere un banco di prova per reclutare nuovi shinobi tra le fila di Oto, se si fossero dimostrati meritevoli.

    Però...

    CITAZIONE

    ...Ricordate un ultima cosa però, miei ninja, chi fra voi di Oto parteciperà alla prova e fallirà, potrà rischiare la propria vita, ma cadrà con onore, chi invece si arrenderà, perderà quello stesso onore.

    L’ultima frase pronunciata dal Kokage gelò il sangue nelle vene della kunoichi.
    Il suo sguardo rimase impassibile, ma aveva già provato sulla propria pelle il significato di quelle parole.
    Aveva già perso una persona cara...


    §Non si ripeterà più...§

    Per quanto si ostinasse a ripeterlo come un mantra, sapeva che l’esito non era certo.

    §Se mai dovesse avverarsi, sfiderò l’inferno per riportarti indietro... E’ il mio giuramento in rispetto alla tua scelta...§

    Promise a se stessa.

    Pensieri che, però, vennero interrotti dall’intervento di Akashi.

    Shinodari si voltò verso di lui, fissandolo con un’espressione indecifrabile.


    CITAZIONE
    °Nobile Kokage! Davvero permetteremo a ninja improvvisatisi otesi, di difendere le nostre mura? Sono in disaccordo su questo punto, assolutamente! che almeno dimostrino un briciolo di fedeltà alla nostra terra!°

    La kunoichi fece un passo avanti rivolgendosi in un primo momento al Kokage.

    -Nidaime sama perdonate la mia intromissione, ma è un argomento che sento in prima persona e desidererei rispondere al qui presente Akashi san.-


    Commentò rispettosamente.

    -Akashi san quanti in questa sala sono nativi di Oto? Quanti traditori di altri villaggi ricoprono cariche di responsabilità? Comprendo le vostre parole e vedrete che solo coloro che sapranno dimostrarsi fedeli ad Oto potranno difendere le nostre mura. Ma vedete a volte sono i traditori a trasformarsi in shinobi fedeli al loro nuovo villaggio e questo dovreste saperlo bene. Se shinobi esterni ad Oto infoltiranno le nostre fila saranno ben accetti, ma se si dimostreranno poco fedeli avranno la giusta punizione. Lo stesso varrà per chi tradisce. E’ ora che Oto risorga e il torneo sarà un primo passo. Il mio esempio, quello di Yami, che siamo gli amministratori di questo villaggio... non pensate, Akashi san, che potrebbe essere una valida dimostrazione del fatto che non bisogna per forza essere nativi di Oto per poterlo difendere? Per essere ad esso fedeli?-

    Sottolineò la ragazza in toni pacati.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Il clan Mikawa non sembrava composto da persone con tutte le rotelle a posto..decisamente...anche quando Luis, un ninja che aveva avuto l'onore di sfidare tempo addietro, fece la sua apparizione, saltarono fuori tuoni e fulmini. Una sensazione di gelo e pericolo si emanava dalla sua figura e da quella di shinken, l'altro allegrone della giornata.

    Comunque quelle beghe erano poco importanto, e Febh aveva già un clan a cui pensare..l'unica cosa da fare era gustarsi la scena come fosse una telenovela....e a conti fatti ci si andava vicino...capacità omicide a parte. Leggermente innervosito dalla manifestazione di potere dei due abili chunin, Febh si limitò a salutare l'ex amministratore con un cenno di mano..non era certo che la sua voce non avrebbe tremato se avesse parlato...e dire che era ben conscio del suo alto tasso di invulnerabilità...

    Shinodari prese la parola per chiedere pene più severe per i i traditori, e un maggior controllo su chi riceveva cariche e potere. Non si aspettava tanta durezza da parte della ragazza...ma in fondo la conosceva appena, e di certo non era amministratrice di oto per raccomandazione. In ogni caso si trovava parecchio daccordo, e annuì vigorosamente in risposta alle sue parole. Certo..dalla sua aveva anche il fatto che non aveva la minima intenzione di tradire..e men che meno di mettersi in pericolo per qualche briciola di potere..

    Ledah nel emntre sventagliava... e sventagliava e sventagliava, nel suo ridicolo costume..e di certo la cosa aiutava a distrarsi dal sakki dei due ninja più esperti. Mi chiedo perchè sventagliare...è quasi inverno...fa freddo....mah..e quella roba poi..è...grottesca...si..decisamente grottesca...

    Il Nidaime infine parlò. Ancora sigilli...sigilli, sigilli e ancora sigilli...perlomeno aveva dato ragione a Shinodari..e si era messo a tirar fuori nomi strani parlando con Akashi, riprendendolo per esibizionismo, più o meno..L'unica cosa interessante fu un accenno al Torneo..ma anche quello per i Seal. Che palle..ma quando tira in ballo la squadra speciale? E' quella che mi interessa...non ne posso più di Sotyo che rompe che lui è uno specialista...che è un eliminatore di cadavari e bla bla bla...voglio anche iio una cosa del genere da schiaffargli in faccia! pensò..in effetti la squadra gli interessava anche per altri motivi...dava un ruolo più attivo nel villaggio, consentiva di difenderlo meglio...lo avrebbe alluntanato dal palazzo, e quindi avrebbe avuto meno lavoretti da fare...una bella dose di fattori positivi, insomma! E poi pure il Clan aveva chiesto la sua partecipazione nelle attività del villaggio!

    Alla domanda di Akashi su "chi sarà disposto a perdere la mano" dovette fare uno sforzo supremo di volontà per non alzare la sua e dire: "Ok, tanto ricresce..". La tentazione era davvero forte..ma probabilmente sarebbe stato linciato in seguito...ed era meglio evitare...anche se probabilmente sarebbe sopravvissuto. Per gli estranei che conquistavano i Gate...non aveva un'opinione precisa...probabilmente solo chi si dimostrava leale a Oto avrebbe potuto superare iil Torneo, quindi non vedeva per quale motivo preoccuparsi.

    Solo una volta terminato lo scambio di battute tra il Nidaime, Akashi e Shinodari, Febh si sarebbe fatto avanti..appena un passo, ma era comunque nervoso...si sentiva un pò ridicolo a prendere la parola...e la cosa era paradossale vista la tentazione alla battutaccia di poco prima..ma si sà, l'uomo è complesso..ad ogni modo disse

    Ehm..Nidaime-sama, mi chiedevo...ehm...si schiarì la voce Per quanto riguarda la rinascita della squadra speciale di Oto...ecco, sarà un evento secondario al torneo, e alla visita degli amministratori degli altri villaggi..oppure verrà affrontato contemporaneamente, se non prima? Perchè, beh, simili eventi espongono comunque Oto a un rischio..aprire i confini, accettare dei visitatori..potrebbe essere pericoloso affrontare tutto questo senza un gruppo addestrato appositamente, giusto?

    Era stata posta decisamente male, ma pazienza, ormai era fatta.
     
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  14. Takagi Mikawa
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    Indifferenza

    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Pensato
    Parlato


    Nessuno sembrava interessarsi a me, nè Luis nè Maximillian avevano risposto al mio saluto, forse il Kokage non aveva neanche considerato la mia candidatira per il sigillo del serpente leviatano.
    Inoltre Soufalein mi aveva lanciato un'occhiata poco rassicurante, infatti anche lui si era proposto per il sigillo del serpente leviatano, ciò significava che saremmo stati rivali e che se ne avesse avuto l'opportunità mi avrebbe ucciso.
    Intorno a me i cittadini e gli amministratori del villaggio continuavano a discutere delle promesse fatte un anno fa e che non erano state mantenute; ma io ero indifferente a tutto questo, continuavo a pensare all'indefferenza verso di me dei miei compaesani, molto probabilmente accadeva tutto questo perchè ancora non mi ero distinto e perciò mi credevano un novellino. Ma si sarebbero sbagliati, avrei dimostrato ancora una volta il mio valore riuscendo così ad ottenere il sigillo tanto agognato.
    Intanto sentivo distrattamente Shinodari parlare, ma non stavo seguendo e in più anche volendo non avrei potuto partecipare al discorso dato che non avevo partecipato alla riunione dell'anno prima.
    A quel punto prese di nuovo la parola il Kokage:

    CITAZIONE
    - Non credo che sia con le parole che, il mio interesse e legame per il vilaggio potranno essere rivelati, chunin, solo dalle mie azioni.
    Osserva il Torneo che sarà indetto, guarda, o vivi su te stesso se vuoi ancora la custodia di uno dei Gate, le prove con cui saranno scelti i vincitori, studia ciò che sarà fatto a livello politico nei confronti degli altri villaggi, dopo, torna a cercarmi e sappimi dire se, effettivamente, ho dimostrato di tenere al Suono. -

    Anocora una volta nessuna allusione a me, i miei interventi erano stati del tutto nulli, nessuno miu aveva preso seriamente in considerazione, probabilmemnte si erano accorti del mio arrivo solamente Akashi, Yami e Shinodari.
    Mentre il discorso scorreva intorno a me tornai a chiudermi in me stesso del tutto indifferente a ciò che stava accadendo, si sarebbero accorti della mia vera potenza.



     
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    Oto, sounds Good

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    Ti credevo in viaggio, Luis. Ho inviato un infermiera a cercarti giusto per essere sicuro. Devo ringraziarti, allora, se hai mostrato premura per il messaggero.

    CITAZIONE
    -La prossima volta penseremo a qualcosa di più stimolante Luis san.-

    I nuovi amministratori risposero alle parole del chunin, in un velato ironismo che aveva caratterizzato le stesse parole del ragazzo che ora, ignorandoli, stava rivolgendosi a Maximillian, come era nelle sue intenzioni attratto poi dal movimento di un ragazzo che non riconobbe. Evidentemente intenzionato a presentarsi Luis semplicemente non si mosse, attendendo le sue parole.

    CITAZIONE
    Luis Mikawa io sono takagi Mikawa, volevo solamente presentarmi, dato che lei è come una leggenda e un modello da seguire per noi del clan

    Scetticismo negli occhi del Mikawa sentendosi definire una leggenda ed un modello da seguire. Se il clan trovava in lui una guida, attualmente, era destinato ad estinguersi in una ricerca che avrebbe portato ogni singolo membro della famiglia all’autodistruzione. Inevitabile epilogo che chiunque, lo stesso chunin ne mostrava i segni, percorrendo quella via avrebbe raggiunto.
    Come suo solito non si mostrò in atteggiamenti amichevoli o cortesi verso il nuovo famigliare che si era presentato, lo guardò soppesandone lo spirito con il solo sguardo. Una pratica che probabilmente ai più sarebbe risultata semplice dimostrazione di superiorità, considerando il suo mutismo come un irrispettoso gesto rivolto a chi non si considera proprio pari, una valutazione delle più errate, trovandosi lo stesso Luis consciamente divorato da una stupida brama di potere a cui, però, non aveva la forza di sottrarsi, condizione che lo portava a ritenersi egli stesso uno dei personaggi di minor valore in quella sala.

    CITAZIONE
    - Non si saluta più? –

    Voce nota all’orecchio quanto quel Sakki allo spirito, Shinken volle così dare omaggio al ritorno del suo vecchio compagno d’armi. Di tutta risposta Luis diede freno alla sua emanazione omicida, ma senza occultarla completamente, chiunque, capace di simili analisi, avrebbe trovato quell’azione piena di sofferenza e fatica, ulteriore dimostrazione di come, ormai, lo stesso chunin possedesse un controllo limitatissimo di quella forza interiore che lo stava consumando. Sollevò appena di qualche millimetro i lati della bocca nella brutta imitazione di un sorriso, ma ancora le labbra non si discostarono l’una dall’altra prolungando il mutismo in cui si era chiuso al momento.

    CITAZIONE
    - Ti rivedo dopo un anno, Luis del clan Mikawa, secondo solo a Genzo fra i possessori di quest'abilità nel nostro villaggio.
    Non criticherò la tua scelta di affidare la custodia della Kusanagi ad altri, cui poi mi rivolgerò; posso solo dirti di essere lieto di saperti ancora fra i ninja del villaggio. –

    Solo le parole del Kokage, rivolte direttamente alla sua persona, distolsero l’attenzione che aveva rimesso nello studio dei presenti facendola confluire in un solo e rapido commento di risposta.

    “Secondo ancora per poco, Signore, e la stessa fiducia che dimostraste un anno fa, facendomi dono della Kusanagi no Tsurugi, richiede che qualsiasi mia scelta riguardo quest’arma venga rispettata senza commenti. Qualora dimostrassi palesemente di non meritarla più sarò ben lieto di restituirla al villaggio, ma fino a quel momento non vi sarà nulla su cui discutere in merito.

    Parole che ovviamente esulavano dal voler riprendere il sovrano di Oto, ma permisero al giovane di chiarire, con tutti, quale fosse il suo parere sulla questione così che nessuno, in futuro, s’arrogasse il diritto di criticarlo o consigliarlo in merito al destino che doveva esser riservato alla spada leggendaria.
    Il resto degli argomenti trattati erano ormai di ben poco interesse per lo shinobi che si limitò ad ascoltare, con orecchio distratto, le varie proposte e candidature.

     
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63 replies since 21/10/2007, 14:21   3051 views
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