Il pezzo mancante

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  1. t1m0
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    Fine di un temporare


    Non ci fu alcuno scoppio. In qualche modo erano riusciti ad interrompere il timer. Il piano di Fuu era completamente fallito. Troppa poca lucidità, troppa fretta, troppo sangue perso. Non ce l’aveva fatta a ragionare coerentemente. Avrebbe dovuto ucciderli prima. Ne aveva tutte le opportunità ma non le aveva sfruttate. Ormai era troppo tardi, le forze gli stavano mancano. Gli occhi, come coperti da un velo di nebbia, riuscivano ad intravedere il gruppetto che si stava dirigendo fuori dalla tenuta. Ce l’avevano, fatta, tutti salvi. Aveva sacrificato due suoi compagni per poter salvare sé stesso ma non c’era riuscito. Non sarebbe dovuta finire così, quella sera avrebbero dovuto festeggiare un grande successo, magari con qualche morto in più sulla coscienza.
    La pioggia stava lentamente calando. L’acqua che scendeva dal cielo si mischiava al sangue del medico che ancora copioso sgorgava dal suo corpo. Si sentiva prendere dai crampi allo stomaco, proprio come accade quando si fanno delle semplici analisi del sangue. Lui lo sapeva bene, ne aveva fatte da giovane in apprendistato. Aveva buttato la sua vita. Cominciò a ricordare dei suoi primi anni da apprendista, quando per la prima volta entrò in contatto con il mondo serio ma affascinante della medicina. Era il suo scopo sin da giovane salvare le vite, sottrarle a quel destino crudele chiamato comunemente Morte. Si era sempre prodigato per farlo, e spesso ci riusciva. Lo considerava sempre con un successo il vedere i parenti del paziente gioire con lui e ringraziarlo di cuore. Erano veramente bei ricordi per lui, anche se lontani. Adesso si era ridotto ad un semplice assassino, che si sostituiva alla signora con la falce solo per interesse. Scoppiò in un fragoroso pianto, forse l’avrebbero sentito distintamente sebbene la pioggia continuava a scrosciare. Da quel fatale incidente la sua vita era cambiata. L’unico errore in anni ed anni di onorata carriera. E aveva sbagliato proprio con sua figlia. Stava per diventare nonno. Era terribilmente emozionato all’idea. Era deciso ad essere lui il capo dell’equipe medica che l’assisteva. Sembrava tutto perfetto. Analisi, stato fisico della paziente, condizioni della sala. All’improvviso, una complicazione. Gli prese il panico più totale, non sapeva cosa fare. La mente gli si stava annebbiando di colpo. Troppa la pura di sbagliare, soprattutto con sua figlia. Doveva prendere una decisione in fretta, ma quella condizione non glielo permetteva. Stava indugiando eccessivamente, quando, un rumore sinistro segnò l’elettrocardiogramma piatto. Era morta. Aveva perso sua figlia. Da quel momento, la sua vita cominciò a declinare. La radiazione dall’albo, l’approccio alla vita criminale. Tutto troppo in fretta per prevederne gli effetti. Tutto estremamente lento per notare che quella era la via più rapida per auto-distruggersi. Come un senso inconscio di poter essere fermato od ucciso. La via breve per raggiungere sua figlia ed il suo nipotino. Sarebbe stato un maschio. Forse l’avrebbe istruito alla medicina in modo tale da poter seguire le orme del nonno, oppure sarebbe stato protettivo e geloso. Non lo sapeva. Non l’avrebbe mai più saputo da quel giorno. Nel suo animo, in qualche modo sperava che potesse finire così, che potesse incontrare qualcuno che potesse fermare quel cammino che stava intraprendendo. Quel giorno era finalmente arrivato. Stava lì, poggiato su quell’albero, completamente indifeso, sanguinante e senza forze. Aveva accanto a sé quel vaso. Non sapeva che farsene adesso. Un semplice pezzo di porcellana ormai inutile. Non l’avrebbe curato, non avrebbe ricucito tutte quelle ferite che portava dentro di sé. I ragazzi uscirono tutti dalla villa. Erano sani e salvi. Non scoppiò niente, in qualche modo oscuro al medico erano riusciti ad interrompere il timer. Non c’erano più possibilità di fuga. Erano 4 contro 1. Anzi, nemmeno 1. Non aveva più risposte dal suo corpo. Aveva perso troppo sangue e sentiva i suoi sensi mancare lentamente.



    -Arami, ecco a te. Questo ti spetta. Scusa il disagio. Ogni tanto, deposita qualche fiore sulla tomba di mia figlia. Forse, io non potrò più uscire dal carcere.



    La sua risposta non fu improntata sulle parole, ma solo su semplici gesti. Gli sorrise, come se lo avesse perdonato. Anche lui conosceva la sua terribile storia, ed in un certo senso lo comprendeva. Raccolse il vaso e lo tenne in braccio. Nel frattempo, quell’avversario che sembrava tanto pericoloso chinò il capo svenuto e fradicio per la pioggia. Avrebbe cominciato a raccontare la storia di Fuu ai 4 shinobi che l’avevano protetto, solo perché si sentiva in dovere di farlo, non per altri particolari motivi. Al termine della storia, nel mentre di eventuali commenti, arrivano 2 ninja chiamati dall’accademia. Erano stati allertati dopo gli omicidi della villa.



    -Ragazzi, ma cosa è successo? E chi è quello, uno dei responsabili? Ci hanno chiamato delle persone che hanno partecipato all’asta e mi hanno indicato voi, signor Arami. Spero che stia bene.



    Accennò solo un sì con la testa, nulla più. Si sentiva abbastanza stanco e non aveva molta voglia di parlare. Avrebbe lasciato le risposte alla sua scorta. Doveva molto a loro, in qualche modo li avrebbe ringraziati tutti. In quel momento finì di piovere. Anche il cielo sembrava aver terminato il suo tormento



    ~1 settimana dopo: villa del signor Arami


    -Spero che abbiano accettato l’invito, Saya. Mi farebbe piacere incontrarli di nuovo quei mocciosetti.



    Li aveva invitati a cena non appena Saya si era ristabilita. Erano riusciti a ricucire i rapporti, dimenticando da entrambi le parti l’avventura passata da tutti e due. La casa presentava ancora i segni della battaglia, ma una squadra d’operai ci stava lavorando su. Avrebbero trovato un signor Arami in gran forma, radiante e solare. La cameriera, invece, aveva ancora le bende per quella ferita sul dorso. Le avrebbe tolte Pen solo tra qualche giorno.



    -Si, si, vedrai che verrano. Saranno qui a momenti.





    Quest conclusa. Si attende solo il post conclusivo dei partecipanti.


     
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  2. Køn
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    CITAZIONE
    Narrato
    °Pensato°
    «Parlato»

    La fine di tutto
    Post Conclusivo [1/1]



    Finalmente vidi tutti i miei compagni uscir fuori dalla villa, eravamo sani e salvi, ed ora eravamo lì poco lontano dal corpo di Fuu tutti ad attendere lo scoppio della casa, ma le nostre attese furono ben presto deluse, non ci fu nessuno scoppio, la casa rimase intatta nella sua bellezza. Nel frattempo la pioggia cominciò lentamente a calare, come per accompagnare quelle scene che non erano altro che un mix tra felicità e tristezza, anch'io preferii non dire alcuna parola e restare in silenzio, o meglio in quei secondi in cui quell'uomo assaporava gli ultimi attimi della sua vita. Fuu si rivolse ad Arami dicendogli che poteva prendere il vaso e gli strappò una promessa: portare dei fiori sulla tomba di sua figlia, dicendo che per tutto il tempo che sarebbe stato in prigione non ci sarebbe potuto andare, forse non aveva ancora compreso che erano davvero poche le chance di rimanere in vita. Dai miei occhi cominciò a scendere una lacrime, non ci pensai, in quel momento poteva benissimo essere scambiata per una goccia di pioggia; Arami sorrise alle parole di Fuu e prese il vaso tra le sue braccia e proprio in quel momento quell'uomo appoggiato all'albero svenne. Anche Arami, che voleva sempre apparire scontroso, ora sembrava commosso, tanto che ci raccontò la storia di Fuu: un medico il cui unico piacere era quello di salvare le vite altrui e non per un tornaconto personale, purtroppo il suo unico errore lo commise con sua figlia e da quel momento fu prima radiato dall'albo dei medici e in seguito si alleò con i fratelli Mosu uccidendo sempre più persone grazie alle sue conoscenze mediche, davvero un grande uomo caduto in basso per un piccolo errore. Non mi sarei mai immaginato che la vita di Fuu fosse stata così tremenda, si poteva anche spiegare il motivo di cotanto odio verso gli altri. Quel momento fu interrotto dall'arrivo di due funzionari dell'accademia, che sembravano essere alquanto allarmati e ci chiesero cosa fosse successo, chiedendo se quell'uomo che era in fin di vita era uno degli organizzatori dell'asta, erano stati avvisati da qualcuno che aveva assistito agli omicidi avvenuti durante l'asta, infine uno dei due chiese ad Arami se stesse bene, il medico annuì col capo e dato che nessuno sembrava riuscir a dare risposta a quei due funzionari dell'accademia, così mi feci in avanti per spiegare gli avvenimenti.


    « All'asta siamo stati attaccati da quest'uomo e altri due che sono nella casa, sono due fratelli, si chiamano Nito Mosu e Lan Mosu, uno è morto, l'altro penso che sta per raggiungere il fratello. Prima di lasciare la casa dove è stata organizzata l'asta io e il signor Arami abbiamo visitato degli uomini che sono stati colpiti da degli spiedi e sono tutti morti. Se volete vi posso accompagnare. Inoltre c'è una ragazza che è stata ferita, ma penso che sia in buone mani con il signor Arami. »


    Dissi ciò indicando prima Fuu, poi la casa dove vi erano i due fratelli Mosu, e infine indicai anche Saya.

    [...]

    Da quel giorno non ci eravamo più visti, o meglio solo una volta per organizzarci riguardo la rimpatriata a casa del signor Arami, avremmo dovuto incontrarci alle porte di Konoha, dove avremmo atteso l'arrivo di Hoshikuzu e poi da lì saremmo partito verso casa della persona che ci aveva invitati a cena. Fui il primo ad arrivare alle porte di Konoha, non vi era nessuno, solo i guardiani. In quei momenti di solitudine ripensai a tutto ciò che avevo vissuto durante quella missione, davvero un' avventura durante la quale avevo imparato molto, ma avevo anche fatto delle grandi amicizie e avevo rinforzato quella con Kiyon. Di lì a poco sarebbero arrivati i miei due compagni konohesi e insieme avremmo attraversato le porte di Konoha per attendere l'arrivo del quarto membro del gruppo.


    °Wow... sembra passata una eternità...°


    Una volta arrivati Kiyon e Auron li avrei salutati entrambi con un abbraccio.


    « Ciao ragazzi, è da tantissimo che non ci vediamo. »


    [...]

    In seguito avremmo atteso l' arrivo di Hoshi, una volta arrivato il sunese lo avrei salutato con un gran sorriso cercando di raggiungere i suoi stessi picchi di esuberanza.


    « Ciao Hoshi!!! Come va?? »


    Ed avrei riservato un abbraccio anche per il ragazzo dai capelli rossi.
     
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  3. Hoshikuzu
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    -Parlato-
    ..Pensieri..
    -Terze Persone-

    -QUEST-
    ..Tristezza e Gioia..
    Post Conclusivo



    L’espediente escogitato dal giovane Chikuma sembrava aver sortito il suo effetto, le lezioni di sensei Yami e Ledah avevano dato i loro frutti. La bomba posizionata da Fuu infatti non diede cenno di esplodere, unta del sangue di Hoshi aveva cessato il fatidico conto alla rovescia che giunto a termine con molta probabilità avrebbe divelto l’intera facciata della grande villa del signor Arami. La corsa del rosso terminò non appena giunto vicino ai suoi compagni, era felice di essere riuscito a mettere in salvo tutti, felicità che in quell’istante non riuscì ad essere velata nemmeno dal fiatone e dall’estrema stanchezza che lo aveva preso. La pioggia sembrava voler smettere di cadere, per tutto il giorno aveva fatto da contorno a quella strana ed eccitante avventura ed ora come voler segnare la fine stava diminuendo di intensità fino quasi a scomparire. Vicino ad un albero il corpo di Fuu stava accasciato immerso in una pozza di sangue, l’uomo era ancora vivo ma palesemente prossimo alla morte, vicino a lui il vaso sembrava ancora intatto. La ferita che Hoshi gli aveva inferto lo aveva condotto rapidamente verso i cancelli degli inferi, ormai non gli restavano molte speranze di sopravvivere. Un ultima esalazione di vita, le sue parole si rivolsero verso il signor Arami.

    -Arami, ecco a te. Questo ti spetta. Scusa il disagio. Ogni tanto, deposita qualche fiore sulla tomba di mia figlia. Forse, io non potrò più uscire dal carcere-

    Il volto di Arami si fece così dolce, non aveva risposto con alcuna parola all’uomo ma la sua espressione e i suoi gesti lasciavano trasparire la fermezza della promessa che gli aveva fatto. Hoshi in silenzio rimase a guardare la scena, ora l’uomo che aveva ferito gli faceva una gran pena, sensazione che divenne quasi insopportabile per il Chikuma una volta sentita la triste storia del dottore radiato. Quell’uomo che ora giaceva accasciato vicino all’albero aveva già sperimentato cosa volesse dire vivere in un inferno, dal volto di Hoshi grandi lacrime di tristezza cominciarono a scendere dal suo viso lasciando intravedere il dispiacere che provava verso quel povero uomo. Se solo non avesse scelto quella strada ora sarebbe stato vivo. Non appena Arami finì di raccontare la storia due nuove figure si fecero avanti presentandosi come ninja mandati dall’accademia.

    -Ragazzi, ma cosa è successo? E chi è quello, uno dei responsabili? Ci hanno chiamato delle persone che hanno partecipato all’asta e mi hanno indicato voi, signor Arami. Spero che stia bene-

    Le parole degli shinobi giunsero solo in parte alle orecchie di Hoshi che ancora teneva fisso il suo sguardo languido verso il poveretto. Lasciò che fosse Kon a rispondere ai due, la sua ente era ancora turbata e mai avrebbe dimenticato quell’uomo che aveva tentato di ucciderlo ben due volte nell’arco di una giornata ma che alla fine si era dimostrato una persona estremamente disperata e triste. Aveva appreso molto da quella esperienza, il ragazzino che era partito da Suna ora era pronto a tornare come ninja più completo ed esperto, quella missione avrebbe segnato per sempre il suo essere shinobi.


    [...]


    Era ormai trascorsa una settimana da quella avventura e tutta la squadra era stata invitata a casa del signor Arami per festeggiare la riuscita della missione e fare una bella rimpatriata. Il viaggio da Suna a Konoha era sempre stato uno strazio per Hoshi, ma non quella volta che sembrò solo una semplice passeggiata. Non vedeva l’ora di incontrare tutti i nuovi amici che si era fatto, Auron, Kon e Kiyon lo aspettavano all’entrata principale di Konoha. Quando giunse a destinazione la sua espressione di gioia sembrava essere ancora più espressiva di tutte le altre volte, davanti al portone i suoi compagni Konohosi lo attendevano, sembravano più maturi di quando li aveva conosciuti la prima volta, l’esperienza doveva aver fatto crescere anche loro. La voce di Kon tuonò all’arrivo del sunese che non trattenne un grido di gioia.

    -Ciao Hoshi!!! Come va??-

    -YAHOOO!!!.. ciao ragazzi è un gran piacere rivedervi tutti!!!.. scusate il ritardo ma la strada da Suna a Konoha è parecchio tortuosa!.. Forza andiamo ad abbuffarci a casa del signor Arami!!!.. AH.. e mi raccomando che nessuno provi a toccare Saya altrimenti deve vedersela con me.. AHAHAH!!!-

     
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  4. Aydan
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    Chapter 7
    "Una fine... Un inizio... Entrambi"


    Soundtrack: A Tale That Wasn't Right - Helloween


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    ~Pensato~
    Parlato



    Here I stand all alone
    Have my mind turned to stone
    Have my heart filled up with ice
    To avoid its breakin twice

    Thanks to you, my dear old friend
    But you cant help, this is the end
    Of a tale that wasnt right
    I won't have no sleep tonight...


    La deflagrazione non avvenne. Le fiamme, così affamate, così bramose, non riuscirono a lambire una vittima pregiata come casa Arami. Un sottile velo del sangue del ragazzo con i capelli rossi aveva impedito loro di raggiungere l'obiettivo.
    Ed ora il gruppetto che ormai non era più male assortito osservava la scena che in qualche modo aveva deluso le loro aspettative, seppur soddisfacendoli in quanto erano riusciti in tutto. Solo una delle sei persone là fuori, al freddo inesorabile della notte, non era minimamente interessata a quello che gli succedeva attorno. Strano, cosa ti riserbi la vita. Solo due ore prima, probabilmente, non avrebbe esitato a contemplare ammirato la vista della villa così pomposamente arredata che saltava in aria, quasi con grazia. Ma adesso, sia che fosse accaduto, sia che tutto fosse rimasto come prima, non se ne sarebbe curato. Le fiamme del dolore, del rimorso, del rammarico lo stavano bruciando da dentro. Se avesse avuto un futuro, lo avrebbe passato dietro le sbarre del carcere. Bella vita che gli si prospettava.
    Poco lontano, Pen Arami lo guardava con commozione; non c'era ombra di risentimento nei suoi occhi, solo lacrime che si mescolavano alla pioggia incessante. Fuu mormorò dolcemente qualcosa alla sua vittima, facendo un cenno impercettibile verso il vaso miracolosamente illeso, dopodiché le parole si fecero sempre più fievoli. L'ultimo refolo di vita si spense, forse non per sempre, ma comunque sarebbe durato a lungo.
    A partire da quel momento il dottor Arami narrò ai suoi giovani compagni una storia di ordinaria drammaticità, quella di un medico despresso che si era lasciato tentare dall'allettante idea di denaro facile. Tutti lo ascoltarono interessati, contenti di voltare le spalle e il pensiero alla villa maledetta. Ci fu chi mostrò evidenti segni di commozione all'apprendere il triste passato dell'uomo; Kiyon Yuriko non era fra essi. Per lui, l'aver perso una figlia non era una scusa per aver tentato di porre fine alla vita di altre persone innocenti. D'altronde, di persone con un passato discretamente tragico ce n'erano, probabilmente anche nel loro gruppo, però nessuno era un criminale.
    Era un pensiero duro, poco aperto, se ne rendeva conto, ma non poteva fare a meno di credere che nella vita si possano fare delle scelte, non c'è mai niente di obbligato.
    Una voce sconosciuta si insinuò fra loro. Apparteneva ad un ninja mandato dall'accademia, stavolta non fasullo come Fuu, almeno si sperava.

    CITAZIONE
    -Ragazzi, ma cosa è successo? E chi è quello, uno dei responsabili? Ci hanno chiamato delle persone che hanno partecipato all’asta e mi hanno indicato voi, signor Arami. Spero che stia bene.

    Kon fu rapido e preciso nel rispondere, Kiyon non si sentì in dovere di aggiungere nulla. Lasciò semplicemente che le emozioni di quella notte gli scivolassero via di dosso, lasciando un segno indelebile nel suo animo.

    [...]

    La sagoma di Kon si stagliava nitida contro il cielo azzurro del Villaggio della Foglia: era arrivato per primo, e aspettava Kiyon e Auron. Il primo si avvicinò lentamente, lasciando andare avanti il lupacchiotto che aveva salvato nella foresta pochi giorni addietro. Aydan, si chiamava. Possedeva l'esuberanza e l'allegria propria di tutti i suoi "coetanei" animali, ed adorava giocare. Nel momento in cui fiutò l'odore già conosciuto di Kon, gli si gettò incontro per poi sederglisi sulle scarpe; Kiyon arrivò pochi secondi dopo, sorridendo per il comportamento del cucciolo, quindi si avvicinò all'amico e gli lasciò andare un piccolo pugno sulla spalla, lasciandosi poi abbracciare.
    CITAZIONE
    « Ciao ragazzi, è da tantissimo che non ci vediamo. »

    Mica così tanto, sai... Solo pochi giorni! scherzò Kiyon. Appena Auron arrivò, fece le dovute presentazioni con Aydan, lasciandolo libero di andare ad annusare il nuovo venuto, dopodiché si incamminarono tutti insieme verso i confini del villaggio, per incontrare Hoshi.
    Hoshi, questo è Aydan. Aydan, questo è Hoshi. Ora, Aydan, fagli vedere sulle sue gambe come marchi il territorio.
    Avrebbe riso, probabilmente, nel vedere l'espressione del compagno quando avesse detto queste parole.
    Poi tutti insieme si sarebbero diretti verso villa Arami.
     
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    GIUDIZIO DEL QMA DioGeNe - Il pezzo mancante




    Quest / Zona OT / Schede pg




    Quest di rango C composta da sette post attivi. Per il qm si trattava della prima missione in relazione a tale incarico; quattro utenti giocanti. Il livello generale della quest è sufficiente con picchi sia positivi che negativi a tratti. Nel complesso il filo della vicenda è chiaro e non vi sono discordanze temporali o logiche. L’impegno risulta presented a parte di tutti i player giocanti, cosa che emerge anche da un OT ricco di proposte e interventi.

    - Il premio base della quest imposto dal qm è OOOO, ma considerando che il premio massimo per una quest di tale rango è OOO, sono necessari cambiamenti. Per tanto:


    t1m0, QM - OOO

    Prima missione, ma dai post emerge voglia di mettersi alla prova e inventiva. Riesce e creare situazioni stimolati per i plyer, il tutto mantendo un livello alto sia stilisticamente che nei contenuti. Preciso nelle indicazioni, soprattutto temporali, cosa che rende il susseguirsi delle azioni e degli eventi più chiaro se non chè elemento facilitatore per i giocatori. Il livello di difficoltà proposto è consono al livello C assegnato alla missione. Buon lavoro.
    Consiglio personale: troppo buono in OT, faciliti spesso il lavoro del player, “limando” i piani d’azione proposti a seguito di sviste o altro^^. Per gusto personale non mi piace protendere le missioni per lunghi periodi di tempo, in quanto l’importanza del tempo stesso e la specificità dell’azione, in questo modo, viengono meno.

    Hosikuzu - OOO

    Il migliore dei tre giocatori. Ottime capacità sia di analisi, inventive ma soprattutto interprtazione del pg. Post ben curatia arricchiti delle immagini pienamente calzanti. Impegno costante e bravura nel risolvere le situazioni proposte dal qm. Null’altro da aggiungere.

    Marq1 - OO

    Sempre partecipe nei piani d’azione e spesso è lui ha dare l’idea iniziale di avanzamento. Post ricchi di tutto: buono il lessico e la correttezza grammaticale. Manca un po di personificazione…il pg risulta, a mio avviso, troppo schematico, non “reale”. Comunque ottimo lavoro; qualcosa in meno del compagno sunese.

    Aydan e Kon - OO

    Buon lavoro anche da parte vostra. Anche voi prendete parte alle azioni ed in particolare ai combattimenti. Mantenete un livello constantemente sopra la sufficienza. Vi ho apprezzatto molto più nella parte combattiva che nel gdr puro. Il carattere dei pg emerge, infatti, molto più nelle fasi pre e post combattimento che negli avvenimenti generali. Daltro canto non mancano pensieri e sensazioni che conferiscono “vita” ai pg. Buon lavoro di intesa tra i pg e senso del gruppo.

    Lieto di avervi giudicato la quest.

    Chiudo, sposto e aggiorno



     
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34 replies since 23/1/2008, 18:42   1004 views
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