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Lasciate ogni Speranza o voi che entrate
Le prigioni si trovano in un complesso dotato dei più moderni sistemi di sicurezza posizionato in un luogo segreto nel cuore del Bosco dei Sussurri.
Le guardie preposte alla sorveglianza dei prigionieri sono shinobi addestrati per ricoprire tale incarico.
Le loro particolari abilità permettono, nel remoto caso di una fuga, di inseguire i fuggiaschi riportandoli indietro vivi o morti a seconda della richiesta da parte dell'amministrazione del villaggio.
L’ingresso alle prigioni sembra una struttura in muratura da cui si accede scendendo una rampa di scale in una piccola radura.
A prima vista può sembrare un luogo abbandonato.
L’entrata non ha una porta, ma non appena si mette piede al suo interno è come se si fosse sotto costante sorveglianza.
Una scala a chiocciola conduce all’ingresso di un vasto salone con filari di colonne illuminato da torce.
Esiste solo una strada sicura per evitare le trappole disposte al suo interno, passare sotto gli occhi di chiunque.
L’unica uscita è rappresentata da una porta che si aprirà seguendo una speciale combinazione di sigilli, emissione di chakra e parole d’ordini cambiate ad intervalli casuali. Ogni guardiano porterà, nella parte interna del braccio, un sigillo in codice, che riporterà tutte queste informazioni ogni qualvolta il possessore impasta chakra in questa parte del corpo. Per gli amministratori tale sigillo può essere sostituito da uno strumento simile, ma con durata ben più limitata, tarato sulla loro impronta di Chakra personale.
Oltre la porta uno strana visione si parerà davanti: una foresta di alberi pietrificati illuminati da torce.
In questo labirinto di cunicoli sotterranei si trovano le celle dei prigionieri che devono essere tenuti sotto massima sorveglianza.
Le celle per quanto siano semplici da scardinare sono sigillate con il chakra. Quello usato per queste celle è particolare, in quanto sigilla le abilità innate di chi si avvicina dalla parte interna della stessa, impedendogli l'uso del chakra.
Locazione conosciuta solo da:
L'amministratrice Shinodari Jaku Kazekumo
L'amministratore Yami Kabane
Il capo provvisorio della sicurezza della prigione:
Miroku Mendo [png]
Le guardie png:
Otsuki Kuro
Takeru Yamato
Le guardie pg:
Ledah
CITAZIONECartiglio Per Arruolamento
Nome Utente:
nome Pg:
Immagine Personale:
Link alla Propria Scheda:
Periodo di guardia Scelto: (giorno/notte)
Giuramento di fedeltà: (Posizione del sigillo)
Tutti i guardiani delle prigioni saranno soggetti ad un patto che li lega indissolubilmente al segreto sulla locazione delle prigioni ed alla fedeltà ad Oto previa la morte.
Edited by Shinodari Jaku Kazekumo - 6/4/2010, 21:44. -
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Dopo un lungo viaggio e con le ferite medicate, Ledah era tornato dalla propria missione, portando con se' una prigioniera. 
Con l'obiettivo di guadagnare quante più informazioni possibili dalla donna, Ledah aveva deciso di portarla alla prigione del proprio villaggio, luogo temibile dal quale molti si dice, non avrebbero più fatto ritorno, se non come cadaveri, martoriati dai supplizzi ivi patiti.
In somma, il luogo migliore per ottenere informazioni da una prigioniera recalcitrante.CITAZIONELedah arriva dopo la Quest Chunin, riceverà la lettera della promozione più avanti e Shinodari ancora non si è separata da Kayle al momento di questa giocata
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Salvo problemi o improbabili tentativi di fuga, febh avrebbe condotto il prigioniero all'interno delle prigioni, quindi, senza nemmeno darsi pena di disarmarlo, lo avrebbe fatto avanzare sin dentro una cella, per poi richiuderla. Dall'altro lato delle sbarre, Febh gli avrebbe detto di levarsi la benda.
Ti lascio la tua roba armi perchè sei solo un sospettato...e soprattutto perchè per un ninja del tuo livello cambia veramente poco avere le armi o meno...sei un'arma già di tuo. Fece spallucce. Ho mandato a chiamare Diogenes, quindi mentre lo aspettiamo, che ne dici di raccontarmi un pò meglio questa tua gita a raccogliere funghi?
A braccia conserte, Febh si appoggiò al muro dalla parte opposta. Nella cella stavano una branda, uno sgabello e, in un angolo, una latrina sorprendentemente pulita. Abbiamo un sacco di tempo, dopotutto. E si esibì in un falso sorrisetto cordiale.. -
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Non diede motivo di preoccupazione al suo carceriere, non si sarebbe fatto arrestare altrimenti potendo semplicemente rivolgere le spalle a quel villaggio che osava mettere in dubbio la lealtà nei suoi confronti. Così, eseguendo alla lettera gli ordigni che l'altro gli impartiva a voce, raggiunse infine la sua cella potendosi quindi liberare dalla striscia di stoffa che gli opprimeva gli occhi.
Il primo sguardo si posò su una stanzetta spoglia, arredata del minimo richiesto per una permanenza prolungata, seppur non troppo confortevole, e mentre ne studiava l'aspetto neutro ascoltava con scarso interesse i commenti dello Yakushi, finchè non si volse, guardandolo.
Ricambiò il sorrisetto con un'espressione annoiata, le continue richieste di spiegazione iniziavano a disturbarlo e l'unica cosa per cui, al momento, riservava la sua attenzione era il tempo che Diogene avrebbe impiegato per raggiungerlo. Ma Febh aveva ragione probabilmente, avevano un sacco di tempo.
Si piegò sulle gambe poggiando i gomiti alle ginocchia leggermente divaricate, trovando un perfetto equilibrio sulle punte dei piedi ad un passo dalla grata che lo separava dall'interlocutore. Il kunai ancora in pugno sfregò sulle sbarre saggiandone la durezza.
"Sai Febh, c'è stato un momento in cui credevo che in questo villaggio avrei trovato tutto quello di cui avevo bisogno. Forza... sottoposti... ma non sono mai stati sufficienti, purtroppo. Da qui è nato il bisogno di girare in lungo ed in largo in cerca di aiuto, ma il tutto è servito solo a farmi scontrare con la realtà dei fatti. Prese un attimo di pausa, recuperando fiato. "Diversi fallimenti hanno fiaccato le mie convinzioni, dubitai perfino di me stesso iniziando a pensare alla Via che avevo scelto di seguire, preferendone altre non trovai soddisfazione alcuna. Mi arresi. Eppure una fiamma brucia ancora viva... Disse, toccandosi il petto.
Recuperò la posizione eretta solo per raggiungere la branda. Sdraiandosi con le mani unite dietro la nuca fissò per qualche secondo il soffitto, prima di nascondere le grigie iridi sotto le palpebre sospirando. "E' dura trovare dei funghi decenti di questi tempi.. -
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Girare...cercare aiuto....certo che questi funghi dovevano essere davvero importanti. Febh incrociò le braccia. Cominciava a temere che quello sarebbe stato un discorso di quelli fumosi e infarciti di mezze verità...proprio il genere di discorsi che lui adorava fare per confondere gli altri...ma subirlo era tutta un'altra faccenda.
Ma dimmi una cosa...tutta questa forza...questi sottoposti...questo aiuto. A che cosa ti servono? Voglio dire...dici che ciò che avevi non era sufficiente, ma sei sicuro che cambiando aria avresti trovato...diciamo..dei funghi più soddisfacenti? Perchè non porvare a cercarli in un altro modo nello stesso posto?
Ehi, sembrava quasi una frase profonda! Si interruppe da solo, con aria sorpresa, quindi tirò fuori dalla tasca una carta ninja. Scusa un attimo ma me la segno.
Tutto si poteva dire di Febh tranne una cosa: che fosse coerente e prevedibile. Il che sotto alcuni aspetti un pò bizzarri...e anche abbastanza patologici, era un pregio.
Comunque riprese a parlare. Ti dirò la verità...noi due non abbiamo mai parlato granchè...ma suppongo che, dato che eri amministratore...e soprattutto dato che lo eri per meriti e non per obbligo, credo di aver avuto una certa dose di rispetto nei tuoi confronti.
Ma sapere che eri sparito mi ha lasciato un pò spiazzato. E non solo perchè in questo modo quel pazzo di yami è stato nominato al tuo posto, così da rendermi la vita un inferno in più occasioni.....anzi, no. In effetti sono rimasto spiazzato solo per questo. Aggiunse con aria dubbiosa. Ma ad ogni modo...non sei una persona da cui ci si potesse aspettare una sparizione del genere. La tua ricerca di funghi era così impellente da non riuscire a organizzarti un permesso, anche a tempo indeterminato? Non credo.
Perchè agire di nascosto e sparire a quel modo? Sinceramente la tua risposta non mi convince granchè..... -
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" E firmare uno stupido pezzo di carta avrebbe fatto la differenza, Febh? Il villaggio avrebbe seguito la stessa strada intrapresa. Dunque la vera domanda è: Luis, saresti tornato a difendere il villaggio in caso di vera necessità? La tua ricerca di potere è finalizzata ad uno scopo più alto del semplice vedere il tuo fisico più prestanze e le tue conoscenze più profonde?"
Una voce nel buio innaturale di quei luoghi ma talmente inconfondibile nei toni che essa stessa basta a svelare l'intera mia figura che passo dopo passo si fa più nitida ai due esperti shinobi.
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Quando la lucertola di Febh mi convoca alle prigioni capisco subito che qualcosa ha spezzato la monotonia che da tempo caratterizza Oto e il mondo ninja intero. Per mia fortuna l'evocazione si propone anche di guidarmi verso l'entrata di quel posto la cui esatta ubicazione è ignota ai più. Perlomeno se la mia iniziale intuizione fosse stata smentita qualcosa di nuovo lo avrei comunque appreso. Come ho da tempo intuito ci incamminiamo nei meandri dei bosco dei sussurri e quando raggiungiamo l'ingresso non posso che rammaricarmi di quanto ci sia andato vicino l'ultima volta che ho tentato di trovarle.
Nonostante la strada che la piccola ma esperta creatura mi fa intraprendere sembra tranquilla mi accorgo della complessità di quel luogo, dei pericoli che può nascondere e della semplicità per chiunque non conosca l'esatto percorso di incappare in qualche trappola o peggio. Poi arriviamo in un cunicolo dai toni più freddi...sento gli echi di due voci in lontananza.
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"Sei un Mikawa di Oto, come suggerisce il tuo coprifronte, o di quella Rosa che tanto hai avuto modo di conoscere, Luis-sama?"
Le domande per il vecchio sensei sono molte di più e probabilmente anche lui ne ha diverse per me. Ma questo non è il luogo ideale; meglio sbrigarsi con questa assurda idiozia.. -
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Ascoltò, senza replicare, apparendo probabilmente arrogante nel suo mutismo di fronte a qualcuno che, senza mezzi termini, diede voce al suo risentimento, ma non potè trattenere un mezzo sorriso di compiacimento quando la voce del Mikawa s'intromise nella chiaccherata. "Dritto al punto Diogene. Si mise seduto così da poter posare gli occhi sulla figura del gigante. "O preferisci forse essere riconosciuto con il nome di Garth? Gli occhi si fecero affilati, come la domanda stessa nella sua semplicità. Diogene parlava come colui che era stato un suo allievo, come un parente o, semplicemente, come il leader del clan a cui appartenevano entrambi? La risposta che avrebbe ricevuto pesava come un macigno.
"Per rispondere alla domande di entrambi, posso semplicemente dire che non ho mai abbandonato il villaggio, questo è palese nella stessa apparente scomparsa poichè se avessi tradito mi avreste cercato, mi avreste braccato. Una pausa che servì più all'oratore per studiare le reazioni, cercando ci comprendere quanto i suoi interlocutori avessero colto di quell'ultima affermazione, per poi proseguire alzandosi in piedi. "Sono tornato di mia spontanea volontà, non perchè catturato. Sono tornato come l'uomo che è partito. La Rosa mi ha solo dato un pezzo del mio passato, non ha mai avuto alcun tributo di fedeltà o appartenenza da parte mia, poiché sono uno shinobi del Suono, tanto quanto voi due. I pochi passi lo portarono nuovamente a ridosso delle sbarre, a cui si aggrappò. "Quello che ho cercato è il potere, la forza di servire il mio villaggio e l'ho fatto nel modo che più ritenevo giusto al momento. Chi doveva conoscere era al corrente di quello che stavo compiendo ed è per questo che la mia schiena non è mai stata un vostro bersaglio. La dritta si distese oltre la soglia della cella, in attesa di qualcosa. "Sono tornato a casa fratello e sono pronto a servire, amministratore. Non sorrise cercando di rabbonire gli astanti, tutt'altro. Il grigio sguardo divenne solido come il metallo, fermo come una montagna.
La serietà con cui pronunciò le ultime parole era granitica.. -
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Per quanto ne so potrebbero anche averti cercato...sfortunatamente non c'è nulla che ti riguardi in amministrazione...nel bene o nel male. Sbuffò lo Yakushi, non capendo esattamente di che diavolo stessero parlando i due mikawa. Dopotutto si sa che sono gente strana. Alla fine dell'oratoria, quello tese la mano oltre le sbarre, professandosi fedele servitore del villaggio.
Certo che la fai facile tu... Commentò con tono piatto, quindi si voltò verso Diogenes. Io non sono così propenso a lasciarlo uscire così facilmente, sai?. poi nuovamente si rivolse all'ex-amministratore. Facciamo così....io mi prendo il tuo braccio, che ci stai così gentilmente porgendo attraverso le sbarre. Lo riavrai dopo aver provato la tua fedeltà. Un sorrisetto attraversò il volto dello Yakushi.
Non credo ci saranno problemi a conservarlo..e nel mentre potresti tenere su una protesi. Non aveva fatto nemmeno un movimento, ma lasciò trasudare il suo intento omicida..appena accennato, giusto per far capire che stava facendo sul serio. Forse Luis aveva davvero avvisato i piani alti, ma dopotutto stando lontani per tanto tempo possono sempre venire delle strane idee, quindi meglio premunirsi. E alla peggio gli avrebbero restituito il pezzo mancante.
Qualche commento in proposito, Gene? Abbozzò un cenno del capo al Mikawa. Avrebbe difeso il suo consanguineo?. -
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" Dai Febh apri questa cella e finiamola qui. Tagliare il braccio a Luis non lo renderebbe più fedele al villaggio di quanto non abbia detto; priveresti solo un Mikawa di una buona fetta di sangue, cosa che non giova nè ad Oto nè all'abile combattente che Luis è. Ci sono altri modi per legare con il sangue un ninja "ribelle" al suo villaggio e nello specifico un Mikawa al suo clan. Dovrà rispondere al volere del suo capoclan o, se lo ritieni opportuno, a quello del Kokage. Tuttavia reputo che la famiglia possa gestire la situazione al meglio per lei e per il villaggio intero. "
Dopotutto Luis cercava solo più potere, come posso non capirlo? Il suo unico errore sta nel pensare che Oto non abbia le risorse necessaria a soddisfare ogni suo desiderio...ma di questo avremmo discusso successivamente.
Dopo la perdita di akashi il clan si è indebolito notevolmente; l'arrivo di un fratello come Luis è da considerarsi una benedizione.
Forse parlare a Febh come capo di un clan mi avrebbe permesso di acquisire maggiore peso decisionale sulla questione. La mia proposta avrebbe privato il villaggio e l'amministrazione di inutili rogne...i panni sporchi si lavano a casa propria.
Con un largo sorriso avrei infine detto:
" Piuttosto, invece di nasconderlo al villaggio intero, mettilo a guardia di un Gate che siamo scoperti sia ad Est che ad Ovest. Siamo penetrabili come uno scolapasta e sai bene che di questi tempi vedersi Jonin della Nebbia o di Konoha alle porte non è assurdità ma concreta possibilità. In questo modo potrai anche accertarti che segni giornalmente la sua presenza al servizio di Oto."
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Prima che Diogene potesse replicare alla proposta dello Yakushi, Luis non potè che scoppiare in una risata sguaiata trovando assai comica la situazione tanto analoga ad un'altra, quando i due, ora suoi superiori chi per un verso chi per un altro, nemmeno erano avviati alla carriera ninja. "Ti concederei pure il mio braccio destro, seppur non sia propriamente mio. L'originale, diciamo, mi fu strappato dalla sensei Rengoku, o Sayaka come voleva farsi chiamare nell'ultimo periodo. Ed il motivo non era poi così differente, una prova di fedeltà a Lei, che rappresentava il Suono, ai tempi. Sembra che le tradizioni non siano venute a mancare dopotutto. Trattenne un altro moto d'ilarità, a stento. "Assicurati solamente di avere sufficiente competenza, poichè ancora non posso vantare un controllo tanto elevato del mio sangue da permettermi di non morire qui solo per darti una dimostrazione, come se il mio lavoro passato in questo villaggio non fosse abbastanza... ma sono concorde con te, mai dare fiducia senza una prova tangibile, quindi... Protese il braccio, teso questa volta, aspettando il corso degli eventi. Era tornato per rimanere e se l'unico modo per farlo era quello di vedersi mutilato era accettabile, d'altronde, come appena raccontato, non sarebbe stata la prima volta.
Le parole che seguirono da parte del consanguineo, seppur sembrassero rivolte a proteggerlo, non gli lasciarono che un senso di pericolo, quasi dovessero nascondere una velata minaccia, ma come ben stava dicendo: i panni sporchi vanno lavati a casa.. -
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Fammi capire, Gene...per te dovrei lasciar correre, delegare a te la faccenda, e nel mentre premiarlo conferendogli una carica importante come quella di Guardiano?
Per un attimo lo Yakushi accarezzò con MOOOLTA cura l'idea di mollare l'inarico a Luis, così da lavarsene le mani...ma non gli andava proprio di cedere una carica pubblica a uno che sembrava più che disposto di correre dietro a qualunque fonte di potere pur di farsi bello davanti alla propria autostima. Spero proprio che tu stia scherzando. Lo spero davvero.
Sbuffò...odiava quel ruolo, e odiava dover prendere decisioni. Ma se avesse sgarrato troppo poi se la sarebbe dovuta vedere sia con Shinodari che con la sua Capoclan...e la prospettiva non era allettante in nessuno dei due casi. Diciamo che può entrare senza mutilazioni...però non potrà uscire dal villaggio senza un permesso amministrativo. E ovviamente niente cariche pubbliche...ci mancherebbe!
Quanto al vincolo di fedeltà...buon per te se hai un modo per imporglielo, ma sinceramente preferisco avere a mia volta una piccola assicurazione. Aggrottò la fronte, mentre con una mano carezzava il mento. Si voltò verso Diogenes. Per stasera è libero, sotto la tua responsabilità. Domani voglio che si presenti all'ospedale...ho in mente una cosetta.
Quindi si avvicinò alle sbarre, e dopo aver fatto allontanare il prigioniero aprì la porta. Forza, esci.
Li avrebbe fatti uscire dalle carceri, restando solo all'interno. Doveva cercare un certo carceriere per organizzare la faccenda.. -
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Seppur pronto mentalmente, il sapere che non avrebbe sofferto per l'asportazione di un arto era un sollievo innegabile che di certo si mostrò nell'espressione rasserenata del volto, ma non era del tutto tranquillo nell'animo. I due, nonostante tutto, non sembravano propensi a lasciarlo libero senza aver prima posto il loro controllo su di lui, in modalità che ancora non gli erano state svelate e forse, proprio per questa sua ignoranza, pur conoscendo diversi trucchetti per nulla graditi, non riusciva a compiacersi del tutto della momentanea libertà.
Uscì dalla cella, squadrando per bene i due, le mani tornate come un lampo nelle tasche dei calzoni. Se pensavano di poter giocare con la sua persona senza prima chiedere un permesso, avrebbero scoperto che il ragazzo tanto oscuro e minaccioso di un tempo non era svanito del tutto.
Scivolò con una certa fretta fuori dall'edificio senza curarsi di osservare se il compagno Mikawa aveva realmente intenzione di seguirlo come una balia. Voleva gozzovigliare e sapeva perfettamente dove si trovava il vero divertimento ad Oto.. -
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E' da quando Febh mi aveva permesso di scoprire l'ubicazione delle prigioni che desidero tornarvi. Lì tra le mortali trappole e potenti guardiani vi sono i ninja di maggiore crudeltà del villaggio. A mio avviso, un potenziale che Oto non può permettersi di scartare così brutalmente. Quegli abili ninja, se ve ne sono realmente, vanno rieducati; si, li avrei piegati al mio volere e soggiogati al mio comando. Dopotutto offro loro la libertà in cambio di un reciproco beneficio. Già, forse la parte più difficile non sarebbe stata convincerli ad unirsi a me, quanto più farli uscire da lì!
Discretamente arrivo all'entrata segreta che piccola compare tra le radici dei giganteschi alberi. Chissà quante volte ero passato per di qui senza mai scorgerla; come la tana di animale selvatico, così gli Inferi del Suono proteggono e nascondono al mondo la vergogna del villaggio.
La scorsa volta non una guardia si era presentata a noi, ma forse Febh aveva dato quest'ordine. Superato il varco privo di portone prendo a scendere la lunga scalinata ed, arrivato nel grosso salone, mi arrestato dicendo con voce ferma:
" Pensavo che Oto tenesse di più ai suoi piccoli ribelli. Allora, c'è qualcuno che fa il suo lavoro in questo posto?"
Provocatoria e imperativa la mia vocia rimbomba nella stanza desolata. Solo le torce accese sembrano osservarmi minacciose puntandomi con le loro evanescenti fiamme. Un buio innaturale, tuttavia, mi impedisce di guardare oltre la quinta colonna come ad avvertirmi del male che impregna l'aria oltre l'unica uscita della sala. HAHAHA Oto hai così vergogna dei tuoi figli più scalmanati? Oppure il tuo comportamento vuoi solo proteggerli?
Purtroppo quest'oggi non avrei trovato la risposta a queste domande ma avrei di certo alleggerito, anche di poco, la responsabilità che il villaggio aveva nei confronti di quei ninja. Avanti, mostrati guardiano.
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Le boriose parole di Diogene non ottennero risposta, tanto che il Mikawa continuò a non udire alcun suono all'infuori del crepitio delle torce e del proprio respiro.
Ma dopo alcuni minuti, qualcosa spezzò quel silenzio surreale, una serie di rumori che si ripetevano a cadenza regolare ed il cui tono aumentava gradualmente man mano che il loro eco si faceva più vicino, si trattava indubbiamente di passi ed era evidente che chiunque si stesse avvicinando, lo stesse facendo dai più oscuri meandri del cunicolo che sembrava volersi estendere sino ai più oscuri meandri del sottosuolo.
Chiunque si stesse avvicinando lo stava facendo senza fretta e probabilmente, questo poteva indicare una grande sicurezza da parte di chiunque si stesse avvicinando, in quanto la voce di Diogenes era nota a molti degli abitanti di Oto assieme alla sua temibile fama, percui se c'era una cosa poco saggia da fare, era farlo aspettare.
Ed ecco che finalmente, i passi coincidono con l'apparizione d'una sagoma in penombra al di là della quinta coppia di colonne e che presto, avanzando sempre con passo moderato, arriva a mostrarsi alla luce delle torce fermandosi ad una distanza di sicurezza di circa dieci metri dalla quale sia la guardia che il Mikawa possano distinguere i reciproci lineamenti, ma senza che uno dei due non avesse possibilità di reagire di fronte ad un attacco improvviso.
La figura tanto attesa si rivelò essere una donna che indossava un ampio kimono dal colore rosso-sangue con una scollatura che mostrava dei seni prosperosi, ella aveva lunghi capelli neri che le scendevano lungo la schiena, ad eccezione d'alcuni raccolti in una crocchia posta dietro ad un diadema dorato, fermata un paio di lunghe stecche dai riflessi metallici.
Il colore della pelle non era semplicemente pallido, era completamente bianco e gli occhi avevano una tinta dorata, con l'iride sottile come quella d'un serpente e la dentatura affilata come quella d'uno squalo, le sei mani che emergevano dalle ampie maniche del kimono erano piccole ed affusolate.
Era pertanto evidente che questa donna appartenesse al Clan dei Geni del Ragno Dorato ma nonostante lo sguardo che rivolse al Colosso di Oto fosse leggermente seccato, era chiaro che più che avercela con lo shinobi, fosse infastidita dal fatto d'aver interrotto ciò che stava facendo in santa pace prima che lui arrivasse e con un tono assolutamente cortese, gli parlò con chiarezza nonostante i tre fili che le pendevano dalla bocca e che molto probabilmente, aveva secreto lei stessa allo scopo di portare avanti la propria attività."Scusa il ritardo, ma come vedi ero un pò occupata e nonostante io ne abbia sei, non ho una mano libera da porgerti al momento.
Vengono così pochi visitatori qui che se non avessi qualcosa da fare impazzirei dalla noia, anche perchè gli ospiti non offrono grandi spunti per una conversazione, visto che in genere si lamentano della qualità dei pasti.
Ad ogni modo, qual buon vento porta un così illustre membro del Clan Mikawa in questo buco dimenticato da tutti?
Spero che tu non voglia assaporare la sbobba che preparano qui, anche se a quel punto, avresti un popolare argomento di conversazione coi detenuti."
Due cose erano evidenti, uno, che quella donna avesse una tale passione per il cucito che sfruttava le proprie abilità per sferruzzare ben tre capi in contemporanea e due, che non avesse molta voglia di menare le mani o portare avanti con serietà il proprio ruolo.
Probabilmente, entrambe le cose erano derivate dal fatto che difficilmente si temessero attacchi di qualsiasi genere o evasioni da parte dei detenuti...oppure, che si volesse dare l'impressione che sarebbe stato estremamente semplice irrompere lì sotto e realizzare ogni proprio capriccio.SPOILER (click to view)Ecco il PNG che muoverò, Possiede i Geni del Ragno Dorato ed è una Chunin Verde (Grado massimo concessomi da Febh), se vuoi, può anche farti una sciarpa.
Le creerò al volo una scheda 3.0 (Tu hai una 3.0 se non erro) mentre attendo la tua prossima risposta in caso di combattimento.. -
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Che insolita kunoichi, di certo una delle ultime figure che mi sarei aspettato di vedere in un posto come questo. Tuttavia le sei braccia sono sicuramente sinonimo dell'appartenenza ad un certo clan, e quindi di un certo potere. Nonostante le mie conoscenze a riguardo siano molto superficiali sono scuro che il "gene del ragno" (e sì, perchè con mio grande stupore sono venuto a sapere che non si tratta di una kekkai genkai) sia una di quelle creazioni di cui Oto può andar veramente fiera. Gli aracnidi sono esseri davvero affascinanti, sinolo di una buona dose di terrore e di fascino. Vedere all'opera un'abile shinobi dello sconosciuto clan dei sei braccia dovrebbe essere una grandiosa esperienza. Comunque la ragazza sembra conoscere il mio nome...questo avrebbe, anche se di poco, facilitato il tutto.
" Non ci sei andata molto lontana, guardiana ahaha. Si è mio interesse parlare con i detenuti e porne alcuni sotto esame, se meritevoli. Inoltre nella remota possibilità che qualcuno catturi il mio interesse è mio intento prelevarlo da questa prigione e rieducarlo. Penso sia giunto per alcuni di questi il momento di scontare realmente la loro pena al servizio di Oto."
Sincero. Diretto. Preciso.
La ragazza avrebbe potuto credere o meno alle mie parole; avrebbe potuto riflettere a fondo sul quel mio dire o avrebbe potuto semplicemente accettare la mia richiesta, continuando nel suo amato passatempo. Qualunque fosse stata la sua decisione avrei agito di conseguenza..
