Vecchia Magione

Il Vecchio Maniero della Casata

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  1. Amanimaru
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    Per tutta la durata delle operazioni di ripristino il dannatissimo inetto continuava a lamentarsi come se gli fosse permesso, come se la cosa mi interessasse, o lo riguardasse.

    <<Raizen, ma quanto cazzo parli ! Chiusi quella fogna di merda !! >>

    Quindi avrei utilizzato una delle mie antiche tecniche d'ombra per far apparire delle catene dal suolo e sbatterlo contro una parete, dove lo avrei legato. E avrei preso in mano un secchio nero che avevo portato con me quando ero rientrato nella stanza. Dal secchio in questione usciva del fumo, sembrava che il contenuto fosse stranamente caldo. Quindi afferrai il fondo con una mano e il manico con l'altra e sparai il contenuto sulla faccia di Raizen, sulla parte sinistra. Il contenuto era acqua bollente ad altissimo calore, e oltretutto afferrai quella parte del suo viso con la mia mano destra e resi fiamme col mio chakra. Quindi stringendo la sua faccia bruciata cominciai a corrodergli il viso.

    << Ma tu chi cazzo ti credi di essere, eh? Arrivi dal nulla, ottieni un potere che non sei in grado di gestire nemmeno lontanamente e vai in giro a farti prendere a calci nel culo da degli stranieri? Te lo dico io cosa sei, sei l'ennesimo sbaglio di mio padre! >>

    Ormai nemmeno il sangue scendeva più, tanto era arsa la sua faccia. Un abominio.

    << Sai cosa c'è che non va? Che cosa mi hai fatto? C'è che sono stanco di perdere tempo con te e con chiunque altro sia come te. Sono stanco di ricevere galoppini da mio padre da addestrare, dei luridi buoni a nulla, capaci solo di chiedere più potere, quando non sono nemmeno in grado di rendersi conto, che l'uomo che li ha condotti qui, sta disperatamente cercando di rimpiazzarmi con chi mi è inferiore. >>

    Quindi sciolsi le catene e lo lasciai cadere al suolo. Afferrai la siringa di nanosiero da una tasca e me la iniettai nel collo.

    << Ascoltami attentamente, faccia di merda. >>

    Proseguii, spossato, come colpito da una febbre improvvisa, areggendomicon una mano ad un muro.

    << Tu non sei un cazzo di nessuno. Chi sei?, chi è il tuo maestro? Dove hai combattuto!? Tu non sei niente! Non hai ideali, non hai un metodo di addestramento, non hai nemmeno idea del perchè ti trovi qui! E quelli che credi di avere non sono ideali, sono sentimenti modellati sui libri di scuola! Sei stato sconfitto perchè non hai nessun motivo per combattere, nessuno per vincere, nulla da perdere!>>

    Se avesse provato ad emettere un suono gli avrei urlato di tacere con un'altra pedata sulla bocca.

    << Vedila in questo modo, per ora non sei che uno sputo sotto il mio stilvale, una merda di cane che ho incontrato sulla strada del mio destino, ma nonostante tutto sei qui, ancora vivo, e lo sai perchè? Principessa del mio cazzo? Sei qui perchè dai diamanti non nasce nulla, ma dalla merda può nascere un fiore bellissimo. >>

    Mi diressi in fretta da lui e lo afferrai per il collo, sollevandolo.

    << Ho passato gli ultimi venti anni a tradire villaggi, e ad allearmi con traditori ed assassini, violenti, e malvagi, per uno scopo, uno scopo che valeva la pena di subire ciò che ho subito, cose che tu non puoi nemmeno immaginare, ma venti anni fa anche io ho ricevuto un segno che non ho saputo gestire, anche io sono caduto contro il mio maestro e ho conosciuto la morte. Ma ho avuto la fortuna di essere torturato e di rinascere ad un nuovo mondo, la stessa fortuna che è stata concessa a te. Tu sei l'ultimo ninja che io avrò conosciuto ormai poichè la mia vita è giunta al termine. Purtroppo non sono riuscito a completare la parte finale del mio piano, che prevedeva l'annientamento di tutti i ninja. Questo era il mio scopo, l'equilibrio donato dal caos. Perchè nulla, è equo come il caos. >>

    Dal mio tantien sarebbe quindi partita una mano di chakra che avrebbe afferrato il suo, internamente. Il suo corpo avrebbe ripreso la forma originale in un rapido processo, sarebbe tornato tutto come prima, ad eccezione della faccia rimasta sciupata.

    << Adesso, che ti piaccia o meno, sei tu il nuovo erede, il tuo compito è di proteggere l'Hokage ed eliminare i traditori. Ripartirai da Oto, e tornerai alla Foglia in seguito, come chunin, proprio come è iniziata la Casata. Concentrandoti sarai in grado di richiamare l'uniforme da Ombra, e Castlevania è ora un tuo suddito. Sei legato dal giuramento delle Ombre, se le tradirai definitivamente morirai. Anche io vi sono legato, e se dopo ciò che ho fatto sono ancora vivo, dovresti capire molte cose su di me.>>

    Lo avrei quindi posato sui suoi, piedi, che lo avrebbero retto autonomamente.

    << Per quanto mi riguarda ho ancora alcune faccende da svolgere prima di morire. Tu, al momento, sei il quarto ninja legionario che appartiene al gruppo di noi che viaggiamo tra i villaggi, alla ricerca di un mondo diverso. Il primo di noi fu Hayate, quindi Mataza, infine io. Non hai ordini, non hai limiti nè confini, fai quello che vuoi della tua vita, ma non farti sconfiggere mai più. E ora levati dai coglioni. >>

    Quindi gli avrei indicato la porta. Avrebbe dovuto trovarsi un alloggio a Oto. Ma prima che uscisse....

    << Ah, aspetta, secondo le regole io dovrei darti un nome. Quello che hai scelto puoi usarlo per masturbarti se vuoi. Ma poichè l'attuale Erede di Amano tra poco tempo sarà morto, il tuo nuovo ome da ombra, che dovrai usare con attenzione, sarà Amanimaru. Se ti servono equipaggiamenti fammelo sapere, sai dove trovarmi. Tra un mese inizieremo l'addestramento. >>

    [Il moccioso non morto torna alla propria energia]
     
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    A quanto pareva Jotaro non aveva ancora finito di straziare il corpo di Raizen, inutile la forza di quest’ultimo mentre si divincolava cercando di liberarsi dalle oscure catene che lo tenevano attaccato al muro, inutile come in precedenza, Jotaro sapeva tenerlo fermo, pur non essendo un ottimo chirurgo.
    Si avvicinò lentamente tenendo tra le mani un secchio nero che fumava per via del calore del suo contenuto.

    Che cazzo ha intenzione di fare?


    Che domanda ovvia.
    Jotaro lanciò il contenuto del secchio sulla faccia di Raizen, tentò di spostarsi il konohaniano ma i risultati non furono fra i migliori, legato stretto com’era riuscì a salvare solo mezzo volto, esponendo del tutto il resto, la parte sinistra venne del tutto compromessa, ma Jotaro non si fermò posò la mano sul volto del canuto ninja e lo strinse.
    Candido e pungente dolore.
    Serrò gli occhi e strinse le mascelle, tra un affanno, risultato di un grido soffocato e un altro, tremava, il suo corpo cercava di scrollarsi di dosso tutto quel dolore.
    Jotaro prese a parlare, ma la sua voce era lontana, calpestata dal dolore.
    Parlava di eredità e di potere.
    Cadde a terra il verme, il konohaniano, lacerato dal dolore mentre l’appello di Jotaro attirò un poco della sua attenzione, l’odore di carne bruciata invadeva l’interrato mentre parte del suo viso semi-carbonizzato scivolava via dalla mano del ninja di oto, Raizen la guardò inorridito, il dolore gli aveva impedito di realizzare ciò che veramente accadeva.
    Non ascoltò Jotaro.

    PERCHE’?

    Grande errore, venne ammutolito da un calcio.
    Non solo lui però stava male, Jotaro pareva improvvisamente stanco e febbricitante, che tutto il chakra speso per riportare in vita Raizen insieme alle trasfusioni l’avessero debilitato rendendolo vulnerabile a “quel qualcosa“ che il siero tentava di frenare?
    Però il furente ninja non aveva tutti i torti, Raizen non combatteva spinto da chissà quali ideali, combatteva e basta, aveva ormai resettato tutto, niente ricordi, niente che potesse spingerlo verso una più facile vittoria, tutto piatto, come una paludosa steppa.
    Jotaro lo afferrò per il collo sollevandolo come un fuscello.
    Si calmò, lentamente i suoi scatti si fermarono, tutto quel movimento le causava maggior dolore.
    Sentiva la mascella andare un po’ per conto suo.
    Si chinò e lentamente sfiorò la guancia sinistra con la rispettiva mano.
    Sbarrò gli occhi inorridito, rimaneva solamente un fascio muscolare e riusciva a toccare i denti.

    Cosa...cosa hai fatto al mio viso?

    Lentamente i suoi occhi calarono sul corpo, capì perché ogni soffio d’aria gli doleva tanto sulla pelle, di questa non v’era traccia!

    Cosa mi hai fatto Jotaro?

    Inorridito si guardò intorno cercando un sostegno.

    Perché l’hai fatto?

    Guardò Jotaro negli occhi, mezzo corpo sfigurato, l’altra metà integra, mezzo viso quasi inesistente, mezzo viso intatto, lo sguardo diviso fra quello di un guerriero caduto e quello di un mostro in cerca di vendetta.
    Mezzo uomo, mezzo mostro, mezzo vivo, mezzo cadavere.
    Due facce.
    Ascoltò, quasi impietrito ciò che l’otese quasi gli urlava, svelava un pezzo di se stesso, a Raizen quasi pareva impossibile, ma ciò che udiva non era utopico o fantasioso, era il pensiero di un folle, era un folle pensiero, ma nella sua follia era giusto.
    Ciò che accadde dopo era molto simile alla sua resurrezione, quel gesto probabilmente costò a Jotaro ben più di tutte le azioni compiute fin ora, una mano, nata dal tantien del macabro ninja si tuffò in quello di Raizen stringendolo.
    Sentì se stesso rattrappirsi come se fosse stato il suo corpo a venir schiacciato a mo di anti-stress.
    Fu dolorosamente piacevole, le piastre di metallo si disfacevano a contatto con quel chakra, il distaccamento dai muscoli che vi si erano sigillati attorno doleva, pareva gli strappassero ogni singola fibra, ma era piacevole, sentiva il muscolo distendersi, come se respirasse mentre si allungava seguendo il suo osso che eseguiva lo stesso procedimento, tutto pareva rigenerarsi stimolato dal chakra di Jotaro, pareva che il sangue che aveva in circolo stimolato dal chakra del suo padrone attivasse i suoi poteri, tutto in Raizen tornò al suo posto, tutto tranne il viso, sentiva pelle e muscoli friggere, ma non venne ripristinato nulla, il dolore però parve alleviarsi, tutto ciò che doveva esserci in quella zona venne recuperato, ma solo lo stretto necessario, la guancia rimase per terra, i denti e i fasci muscolari allo scoperto.
    Chinò il capo mentre veniva rimesso a terra, nuovamente dolorante.
    Non sapeva se essere grato a Jotaro, ma vedendolo in quello stato si concesse qualche parola.

    Sai Jotaro, mi lasci sempre, in una maniera o in un’altra stupito, grazie e vaffanculo, fa un male cane.
    Ci rivediamo tra un mese, ti farò avere la lista degli equipaggiamenti che mi servono... per il viso...


    Sfiorò il suo volto sfigurato per metà.

    Spero che ad Oto, patria della" chirurgia", qualcuno sappia aiutarmi, non vorrei scomodare TUO padre.

    Allungò tristemente la mano su un rotolo di bende ancora candide, parevano fuori posto in mezzo a tutto quel lerciume e prese ad arrotolarle sulla testa per poi recuperare i suoi vestiti e indossarli.

    Mi dovrai dire perché mi hai fatto tutto questo, in tutti i sensi possibili che questa domanda può assumere, preparati la risposta “mentore”, preparati puzzi di "non so perchè l'ho fatto" e non puoi dirlo ad un erede.


    Due facce sparì oltre la porta con un frullo del lacero mantello, mentre parlava perdeva qualche lettera a causa dell'assenza della guancia, e la sua voce pareva essere più cupa quando il lato sinistro era in mostra.
     
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  3. Yugito Nii
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    [Molti Anni Prima - Il Vero Jotaro]



    CITAZIONE

    Esiste un piano nella vecchia magione, non servito da nessun ascensore, e al quale non si accede da nessuna scala. Non molti possono entrare a vedere questo piano, ma per i pochi, scelti dal fato, che il vero erede ha scelto, esiste questa possibilità.

    Esiste un muro nella vecchia magione, un muro dal quale non si arriva da nessun corridoio e che non può essere visto da nessun uomo di buona salute. Non molti possono entrare a toccare questo muro, ma per i pochi, scelti dal fato, che il vero erede ha scelto, esiste questa possibilità.


    Amanimaru aveva visto questa iscrizione posta sopra il camino nel salone, ma non vi aveva mai fatto caso. L'iscrizione non c'era ai tempi dell'edificazione della villa da parte dei Jashin, essa è comparsa non troppo tempo prima, fu Jotaro, a lasciarla, subito dopo aver passato il portale che dava sul suo mondo. Il portale stesso, è presente nella villa, lo stesso portale che permise ad Ayato di giungere dai ninja, molto tempo prima. Nascosto in un piano particolare, esso si trova sotto la villa, più in basso dei corridoi che portano alla sala di El Mundo, il re delle carcasse. Per accedere a questo portale, è necessario prestare attenzione a ciò che dice la trascrizione, incisa nel muro con un'unghia insanguinata. Il portale è ben difeso, non da tecniche ninja, o meglio, non solo da esse. Per potervi accedere, Jotaro inserì tre tipi di difese, la prima era l'impossibilità di potervi accedere direttamente a coloro che lui stesse non avesse ritenuto degni e soprattutto utili alla sua causa, la seconda era una porta particolare.

    Versando il proprio sangue sul braciere del camino, è possibile aprire una porta che dallo stesso, conduce ad un lungo corridoio, alla fine del quale è presente un arco vuoto. Un qualunque uomo, o ninja, vedrebbe un'illusione terribile, una porta di fiamme e sangue con un teschio vivente al suo interno. L'illusione non è stata creata con un jutsu ninja, ma con conoscenze che esulano dal Piano.


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    I pochissimi che Jotaro voleva lasciar accedere al portale, non avrebbero visto quest'orribile porta di fuoco e sangue, ma una totalmente diversa, il sangue sarebbe scomparso, così come il fuoco, sarebbe rimasto solo un lungo corridoio oscuro e una sala enorme, con alla fine, un portale in granito, scurissimo, con un enorme creatura simile ad un vampiro, sulla sua sommità. Probabilmente era stato edificato con un espediente dimensionale, essendo situato a pochi metri sotto la superficie della villa. Esso era mastodontico.

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    Dietro il portale, era situato il suo mondo, ma solo lui avrebbe chiaramente potuto attraversarlo, o uno come lui, quindi chiunque altro avesse avuto il permesso di varcare quella porta, si sarebbe trovato invece nel suo grande magazzino. Una sorta di banca dove era conservato praticamente di tutto, soldi esclusi. La grandezza di tale banca era di circa 3 volte la villa, ma chiaramente più antica. In una porzione di questo magazzino, c'era un laboratorio, qui il ninja aveva creato i suoi cloni. Ed era qui che Jotaro aveva lasciato i compiti a casa per Yugito. Qui aveva lasciato, in ottima conservazione, alcuni manufatti biologici. Ovvero boccette di sangue.

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    Le boccette erano abbastanza grandi da contenere circa 1l di sangue per ciascuna. Esse contenevano l'essenza di tutti e 4 i cloni, ovvero Yugito, Amanimaru, Ashura e Brando. La quinta boccetta conteneva l'essenza della donna di kiri ma era stata svuotata da tempo. Qui c'erano anche vecchi abiti forse appartenuti a quei ninja, e i alcuni dei loro vecchi coprifronti ed equipaggiamenti; tra cui la falce di Amanimaru. Era chiaro che Jotaro era ben presente e attivo nel mondo e aveva tenuto sott'occhio lo svilupparsi dei suoi progetti.

    Qui erano conservati anche i suoi 3 manoscritti originali sui ninja e le loro arti. Il Manuale dei Sigilli, il Grimorio dei Ninja, e le Teorie del Chakra. Da lui ideati, scritti e aggiornati.

    Erano anche presenti moltissime bare per la conservazione dei corpi, probabilmente il ninja aveva avuto a che fare con la Serpe molto più di quanto non avesse voluto ammettere. Complice il fatto che egli conosceva personalmente l'uomo che aveva ucciso lui e lo Yakushi, forse c'era ancora di più da scoprire.



    Inventario



    Essenza di:
    CITAZIONE
    Orochimaru: Link
    Kabuto: Link
    Gaara: Ho ricevuto da lui il permesso per fare ciò che ritenevo opportuno del suo pg. Presto arriverà una giocata Flashback in merito.
    Ecco il link
    Ashura/Yugito/Brando/Amanimaru: Vedi Su
    Ayato: Ho ricevuto da lui il permesso per fare ciò che ritenevo opportuno del suo pg. Presto arriverà una giocata Flashback in merito.
    Ecco il link

    Essenza da Sangue Trattato
    CITAZIONE
    Iron Tobi - Ottenuto in casa sua
    Keita Kitase - Ottenuto in combattimento in arena
    Shiltar Kaguya - Ottenuto in combattimento in arena
    Itai Nara - Ottenuto in combattimento in arena
    Jin Uzumaki - Ottenuto in Accademia
    Etsuko Akuma - Ottenuto in Accademia

    P.s. Fino a che non avrò una energia degna per evocare i ninja troppo potenti, li userò solo nel free gdr e non in combattimento.

    Edited by Yugito Nii - 24/12/2010, 13:48
     
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    Un fremito nell'equilibrio delle cose. Come un sussulto, un'esplosione di potere, un sasso che va ad increspare la piatta superficie d'acqua. Mi rimbomba nella testa, mi convince che sia qualcosa di importante; e realizzo ciò proprio quando comprendo che si tratta di una percezione sanguigna seppure i geni non sono stati azionati. Una vergenza nel Sangue di proporzioni talmente imponenti da far attivare autonomamente il Chikotsumyaku, senza l'ausilio volontario di una qualsivoglia quantità di chakra. Lo sento, percepisco quel liquido dal vermiglio colore anche se è di molto oltre la mia canonica distanza limite. Mai mi è accaduta una cosa del genere, dunque realizzo subito che si tratta di qualcosa di diverso, di completamente diverso. Guidato da questa mia sensazione abbandono il Gate, e in particolar modo la poltrona sulla quale ero seduto fino a pochi istanti fa, e mi faccio condurre nel Luogo, scenario di questo sfogio di potere. Taglio praticamente mezza Oto senza preoccuparmi delle persone per strada la cui unica soluzione per non venire trascinanti dalla mia corsa è quella di buttarsi di lato prima del mio passaggio. Nessuno lo sente…nessuno oltre me e questo mi da conferma dell’unicità dell’evento. Intanto la percezione cresce di intensità fino ad un valore critico proprio davanti un edificio; anzi proprio quell'edificio. Certo mai ho avuto il piacere di addentrarmi in quella costruzione tanto famigerata tra gli Otesi, ma riflettendoci due secondi realizzo che forse posto più scontato di quello non può esserci. La vecchia cattedrale di Jashin, il maniero...un luogo tanto mistico quanto tetro, custode di segreti difficili anche solo da pensare (come metà della parte più antica di Oto, dopotutto). Non ci penso più di dieci secondi...devo entrare. Ma perché proprio io? Chiunque altro Mikawa avrebbe potuto percepirlo? E se no, dipende solamente dal livello di abilità posseduto? Il mio clan è l’opponent naturale per i fautori del culto dell’immortalità, il cui potere richiede di un piccolo prelievo di sangue nemico, ma anche l’alleato in fin dei conti. Che questo c’entri qualcosa?

    E' come un sesto senso ciò che mi conduce davanti quella scritta tanto plateale quanto ambigua. Ed è lo stesso istinto a suggerirmi di estrarre in parte Mumei dal suo fodero al fine di aprire un piccolo taglio sul polpastrello dell'indice della mano sinistra. Lentamente una goccia di sangue si va a formare sull'innocuo taglio e con delicatezza faccio cadere la preziosa goccia sul braciere del camino. Perché? E chi lo sa…Si apre una porta segreta ma non ne sono meravigliato. E’ come se avessi già vissuto tutto questo anche se sono sicuro di non essere mai venuto in questo posto. A passi lenti percorro il lungo corridoio, scuro e innaturale, fino a giungere davanti ad un arco. Quello che compare al suo interno fa perdere un solo battito regolare al mio cuore; il teschio attorniato di fiamme e sangue compare per un istante, mi scruta e si dissolve. Posso passare, il “guardiano” ha così deciso. Ma perché posso? Perché so come muovermi in quel luogo tanto anomalo quando affascinante? Cos’è questo jutsu così diverso da quelli fin’ora mai visti? Certo sempre se di un’arte ninja si sta parlando. E, cosa forse più importante di tutte, chi ne è l’artefice? Un nome balza subito alla mia mente, un nome riferito ad un ninja che ho avuto il piacere di conoscere e confrontarmi per un periodo della mia vita. Ma non voglio ancora pronunciare questo nome…posso andare ancora un po oltre. Con la stessa velocità con cui è comparso il teschio ora la porta si ingrandisce a dismisura, almeno decuplicandosi. Le ante acquistano concretezza e le inconsistenti fiamme si tramutano in duro metallo. Il corridoio si allarga e acquista le fattezze di un immenso salone. Di certo non sono più nel maniero…non so dire se solo con la mente o anche con il corpo. La creatura della notte del colore dello stesso scuro granito della mastodontica apertura mi squadra con occhi indemoniati. Anche lei non sembra voler impedire il mio passaggio. Continua a fissarmi mentre mi avvicino al ciclopico monumento. Le ante sono chiuse e normalmente sarebbe necessaria una forza sovraumana per spostarle, una forza che probabilmente non possiedo. Eppure questo posto non è soggetto alle normali legge della fisica, non è vero…Jotaro? Poggio la mano sul freddo metallo e applicando un’esigua spinta questa si smuove, come una canonica porta di casa. Senza rumore la fessura si apre sempre più e una luce intensa ma non accecante pervade la stanza illuminandola quasi completamente. Senza poter vedere oltre vi entro dentro, facendo si che il raggio luminoso mi avvolga.

    Un magazzino. Una sala praticamente infinita, molto più grande di quanto mi fossi immaginato. Al suo interno c’è di tutto, e quando dico tutto intendo proprio qualunque cosa ti può venire in mente; e questa è una consapevolezza che acquisisco dopo pochi metri passati ad osservare quegli scaffali e quei banconi. Jotty perché hai messo tutta questa roba in un posto così inaccessibile? Volevi portare un pezzo del nostro mondo con te, ovunque tu sia? Devo dedurre che allora è questa la tua vera “casa” ? Un sorriso si stampa sulle mie labbra nel vedere tra le altre cose una paperella di gomma proprio su una mensola lì vicina. L’assenza del denaro, poi…Che l’immortale reputasse l’odore dei soldi meno importante di quel giocattolo di gomma? Meno utile? Oppure, avendo timore che qualcuno riuscisse a penetrare in questo posto, ha preso la decisione di non far trovare ricchezza infinita? Certo che rivendendo tutta questa roba si potrebbero fare bei soldi…E se non si potesse portare nulla fuori da questo magazzino? O almeno nulla che Jotaro non abbia deciso poter essere…
    Mentre tutte queste domande affollano i miei pensieri quasi involontariamente (?) il mio andare mi porta in una sezione particolare di quel posto. Un laboratorio, per l’esattezza. E’ dunque qui che mi volevi far arrivare? Le taniche di sangue e gli armamenti lì vicini…i manoscritti…le bare…le prove del reale passaggio di Jotaro nel nostro mondo. Una presenza di certo non indifferente, una figura che ha lasciato segni evidenti su tutto ciò con cui entrasse in contatto. Sono oramai a conoscenza da tempo del fatto che avesse ospitato diversi corpi, seppure mai ne ho capito il funzionamento. Essendo venuto a contato con due di essi riconoscere gli armamenti dell’Immortale e di Brando è un gioco da ragazzi. Poi ci sono altri tre contenitori, di cui uno vuoto. Nella baracca ai confini del Bosco dei Sussurri eravamo rimasti che Itai avrebbe dovuto sbloccare il corpo di Kiri, cosa che non è mai avvenuta. Riguardo l’involucro della foglia, invece, gli accadimenti mi sono totalmente ignoti. Ne rimane ancora uno…ed il coprifronte è di Oto! Il vestiario non mi suggerisce nulla ma lo avrei osservato attentamente in modo da riconoscerlo una volta ritornato…Prestando poi la mia attenzione sugli scritti non posso che notare i titoli di grande fascino. Di certo Jotty si era interessato ad una vasta aria del sapere ninja, addentrandosi in conoscenze ignote ai più. Se ne avessi avuto modo, avrei provato a prenderli e leggerli, a vedere quanto in là si era spinto quel ninja geniale. Riguardo le bare, invece, avrei provato ad aprirne un paio per accertarmi del loro contenuto. La loro presenza non mi è del tutto chiara; forse sono i corpi di cui Jotaro era riuscito ad impadronirsi…


     
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  5. Yugito Nii
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    Da una porticina cigolante, a pochi metri da quelle bare, fa capolino una figura ammantata, i lineamenti suggeriscono una donna, poco esce dal cappuccio ma quel poco fa intuire dei capelli color dell'oro.

    - Non c'è più niente in quelle bare, da molto ormai. -

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    La donna si avvicina al Mikawa e gli sorride, quindi procede verso il tavolo con i contenitori di sangue, ne prende uno, vuoto e con residui secchi di decenni, e lo lancia a colombella al Mikawa.
    Quindi con una mano solleva parte della maglietta fino a sotto il seno. La pelle molto chiara, rassomigliante un cadavere, ha un grosso simbolo lasciato da un sigillo. Esso si attiva, e i suoi occhi diventano viola.


    - E' un piacere conoscerti, Diogene. -

    La voce è maschile, profonda, e molto tetra, trasuda vecchiezza, quasi fosse antica quanto la magione stessa. La donna esegue un cenno con la mano, e una poltrona creata con l'ombra, nasce dietro al Mikawa, viene quindi invitato a sedersi; la donna avrebbe fatto lo stesso.

    - Questa è la prima volta che parliamo io a te, anche se per ovvie ragioni, questa non sono io; ma diciamo che sto utilizzando Yugito come trasmittente per la mia voce. Lei è la mia preferita. -

    C'è qualcosa di maniacale nelle parole dell'uomo, un abile oratore come il Mikawa avrebbe capito che quella voce sembrava come monotòna, come fosse trasmessa da un pupazzo, era qualcosa di svincolata dal corpo che aveva davanti, un dettagli oche si ricollegava al corpo originale, era priva di emozione, di sfumature, come fosse trasmessa da una marionetta.

    - Sono mortificato di non averti contattato prima, ma non pensavo ce ne sarebbe stato di bisogno, ovviamente tu hai già capito chi sono, no? -

    La donna avrebbe atteso in vista di considerazioni o domande, quindi avrebbe proseguito, coprendo di nuovo il suo ventre.

    - So che hai conosciuto ciò che ho lasciato in giro di me, quel monaco pazzo e il bombarolo di Suna, fallimenti. Mai avrei pensato che non avrebbero eseguito il compito per cui erano stati creati, ero convinto di aver imparato a controllare i replicanti del mio corpo, ma fortunatamente, almeno il metodo per eliminarli ha funzionato. E mi è anche piaciuta molto la tua riunione con i tuoi nuovi gregari, e anche se sono convinto che tu lo sappia già, quel Drake è un potenziale pericolo per i tuoi piani, ne sei cosciente vero? -

    La donna gingilla con le mani, probabilmente questa connessione crea nervosismo all'anima reale che ospita il corpo.

    - Perdonami se mi dilungo in chiacchiere, ma non parlo con qualcuno da molti anni, qualcuno che non sia un risultato di un esperimento genetico s'intende. L'ultima volta che ho chiacchierato con un ninja di Oto è stato con Orochimaru, ed è proprio qui che entri in gioco tu. -

    La donna si alza e si dirige verso un tavolo presente lì accanto, passa la mano, con un cenno, copra uno dei tanti bauli, e un suono di chiavistelli interni al baule, annuncia l'apertura dell'oggetto in questione. All'interno è presente solamente un rotolo scuro.

    - Io non ho piani per questo mondo, li lascio a voi mortali, l'unica cosa che mi interessa è proseguire nei miei esperimenti, e per farlo, ho bisogno che il Kage di Oto sia morto. Per questo necessito del tuo aiuto. Per quanto forte, non posso agire attraverso Yugito, lei è debole, e senza di me non potrebbe nemmeno mostrarti quello che ora ti mostrerò, ma in cambio del tuo aiuto, io posso offrirti molto ovviamente. Non inizio nemmeno una compravendita senza avere qualcosa di buono da offrire. -

    La donna compie alcuni sigilli, e borbotta qualcosa. Dal terreno del maniero fuoriesce una grande bara di legno, tecnica ben conosciuta da Diogene senza dubbio. La bara sembra socchiudersi, e il coperchio cade a terra con un tonfo.

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    - Sono sicuro che al momento non ti sovviene chi sia questo ninja, eri piccolissimo quando lasciò il villaggio della sabbia, o forse non eri ancora nato. Fu lui a fondare l'istituzione che tu disperatamente cerchi di distruggere. Non ti mentirò, il mio obiettivo finale è la comprensione totale e assoluta del chakra, e per farlo ho bisogno che il Kokage sia morto, ma non come fine, come mezzo, egli ha qualcosa che io posso utilizzare solo se sarà defunto, poichè il mio fine, purtroppo non è facile da ottenere senza quello che il Kokage possiede. Mi serve per raggiungere la Samehada, è questo che io voglio dal vostro mondo. -

    La bara subito si riuschiuse, e scomparve nel terreno senza lasciare traccia....
     
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    " Finalmente Jotaro...mi chiedevo quando mi avresti fatto aspettare."

    Mentre guardo quell'involucro lanciarmi quel contenitore cerco di scorgere la vera essenza del ninja mio interlocutore dentro quei occhi ora tinti di una innaturale luce violacea. La tanica viene afferrata e posata a terra mentre mi siedo sulla comoda poltrona gentilmente concessami da Jotaro.

    " Il piacere è mio "

    Parla e mi ci vogliono un paio di battute per abituarmi a sentire quella voce mascolina e vecchia uscire da quelle labbra sottili. Avrei voluto conoscere le vere sembianze di quel ninja tanto fuori dalla norma, anzi, non collocabile in nessuno schema. Lui usa l'aggettivo "ovvie" per descrivere le ragioni che lo portano a non presentarsi nella sua vera forma...eppure a me sembrano tutt'altro che ovvie. Come la natura di questo posto d'altro canto. Poi cita i miei piani...cosa che non mi stupisce dopo quanto visto fin'ora. Probabilmente si è servito di qualche ninja all'intero di Oto, abbastanza vicino a me da raccogliere qualche informazione, e scommetto anche all'insaputa della spia stessa ahahaha.

    " Si Drake bisognerà gestirlo nel tempo. Se la situazione lo richiedesse non esiterei a terminarlo."

    Quando il nome di Orochimaru spunta nella conversazione. In sostanza altra carne a cuocere in quella grigliata apparentemente senza fine. Ed eccoci giunti al perchè i tutto quello. A Jotaro serve il mio aiuto e non per accompagnarlo a fare spesa; il bersaglio è forse quanto di più difficile potrebbe chiedermi: l'uccisione del Kokage. E senza darmi il tempo di rispondere mi lascia a bocca aperta con quella sequenza di sigilli. HAHAHAHA L'Edo Tensei! La bara sbuca con irruenza dal terreno, il coperchio cade a terra e il corpo contenuto al suo interno diviene visibile. Non mi ci vuole più del tempo necessario a Jotty per finire il suo piccolo discorso per farmi tornare alla mente chi fosse quel ragazzo dal volto serio e dai capelli rossicci. Incredibile.

    " So bene chi è questo ninja. La sua immagine è su tutti i libri di storia...il quinto Kazekage, nonchè controllore delle Sabbie e forza portate del Demone ad una Coda, l'Ichibi no Shukaku, il Cercotero Tanuki reliquia della Sabbia: Sabaku No Gaara."

    Avrei provato ad avvicinarmi al corpo rianimato tramite la tecnica della Resurrezione Impura. Tante sono le storie che si narrano dietro questa figura dal carisma ineguagliabile e dal potere sconfinato. Dopotutto per fare quello che ha fatto almeno qualcosa di tutte queste dicerie deve pur essere vera. Come l'aver spostato mezzo deserto per difendere il suo villaggio dall'Akatsuki, oppure aver contrastato il primo Jinchuuriki del Nove code, Naruto Uzumaki. E Jotaro può controllarlo...forse solo in quel momento realizzo con chi realmente sto avendo discussione. Ma egli non me lo concede; la bara sprofonda nelle terre da dove è risalita e di nuovo l'anima del Kage di Suna ritrova momentanea pace.

    " Non ti nego, Jotaro che ho da tempo il progetto di uccidere il Nindaime. Una idea che ho coltivato nel tempo e tale da aver contribuito a farmi diventare il ninja che sono e al quale tu adesso stai chiedendo aiuto. Non ho motivo di impedire il raggiungimento del tuo obiettivo; inoltre per il momento i nostri interessi sono comuni. Io ucciderò il Kokage, in un modo o nell'altro, quindi si, posso consegnarti il suo corpo...anzi, potrei darti anche un'informazione per te di inestimabile valore: l'attuale ubicazione della Shameada. Ma come hai detto tu, tutto ciò ha un costo...allora, Jotaro, con cosa bilancerai il peso di ciò che posso darti? Puoi realmente mettere a mia disposizione i tuoi cadaveri e il tuo sapere? "

     
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    ::: in un altro tempo :::

    “Quello che mi chiedi è tanto...”

    Nella sala completamente avvolta da una fitta oscurità era calata un'atmosfera greve. Una figura ammantata di nero camminava lentamente avanti e dietro per la stanza, riflettendo su quello che gli era stato appena detto.

    “Quella ragazza è troppo ingenua, troppo avventata. Non potrebbe reggere alla pressione che padroneggiare una tecnica del genere comporta! E se si lasciasse prendere la mano? Si ritroverebbe braccata da tutto il mondo ninja, senza contare il rischio che ciò comporterebbe per me..”

    La voce dell'uomo era pacata, sebbene da essa emanasse un certo nervosismo.

    “ Fidati di me Eiatsu, quella ragazza nasconde molo più di quello che traspare e sarò io stesso a guidarla .Senza contare che verrai ben ricompensato.”

    Disse la voce proveniente da un angolo della stanza.

    “Mi lusinghi con promesse che non sei sicuro di poter mantenere. Le persone cambiano, Amanimaru, e la ragazza che hai rinchiuso anni fa potrebbe non essere la stessa che ti ritroverai di fronte. Senza contare che in quel momento gli avrò già dato gli strumenti per soggiogare la tua mente e la tua volontà:sai non sono tutti come me, disposti a lasciare esprimere i propri servi...”

    La figura nell'angolo rimase appoggiata alla bara che poco prima conteneva il suo corpo esanime. Passarono qualche decina di secondi in completo silenzio. L'eliminatore rimuginava sulle possibilità di avere ad Oto un altro praticante dell'edo tensei...

    “Va bene, farò quello che mi chiedi, ma conosci le condizioni. Quella ragazza non dovrà mai sapere chi sia il suo maestro...”

    […]

    A Yugito sarebbe arrivata una lettera color crema di sottile filigrana. Una volta rotto il sigillo in ceralacca color vermiglio, avrebbe trovato una sola scritta, vergata da una penna dalla punta sottile. Il testo citava:

    “Vieni a mezzanotte alla Magione”

    La calligrafia era quella di Amanimaru.

    […]

    La vecchia magione si stagliava solitaria contro il cielo quella sera privo di nuvole. Oltre al suono del vento , che faceva sbattere le imposte marce della casa, si potevano sentire gli schiamazzi e tutti i rumori della vita notturna di Oto, soprattutto in quei quartieri “a luci rosse”.Davanti all'imponente cancello in ferro battuto, esattamente al momento predetto dalla lettera, Yugito avrebbe potuto scorgere una figura completamente ammantata fare capolino all'interno dei confini della tenuta. Certo per lei non sarebbe stato un problema superare quel cancello, lei che era l'erede di tutto quello che il vero Amanimaru aveva creato.

    Avvicinatasi a sufficienza, la ragazza avrebbe potuto scorgere qualche altro dettaglio. La figura che aveva davanti indossava un pensate mantello, di una stoffa spessa e grezza. Intuitivamente la figura era alta un metro e settanta, di corporatura leggermente più piccola della media. In volto aveva una maschera completamene nera, senza alcun segno distintivo così che, guardando sotto il cappuccio, si aveva l'impressione che lo sguardo , e la luce in generale, fosse risucchiata in un buco nero.

    Ovviamente l'eliminatone aveva modificato la sua corporatura e la sua altezza, così come gli era stato insegnato, per non dare alcun tipo di informazione alla nuova venuta sul suo conto.

    Quando i due furono separati solo da una decina di passi, la figura si voltò facendo frullare il mantello e si diresse, spettrale, verso la vecchia casa che gli attendeva con le fauci spalancate. La Magione della famiglia Jaku era palesemente in rovina. Anche quando Amanimaru era in vita l'ordine non aveva mai preso il sopravvento su anni e anni di trascuratezze. Così la casa , abbandonata a se stessa, aveva perso quell'eleganza e quel senso di prestigio che pure una volta, al tempo di Ayato, doveva avere. Adesso era un rudere in decadimento, un posto dove ambientare storie di zombi e vampiri per spaventare i bambini. Che affascinante coincidenza...

    Tuttavia, per un temerario ninja che non si fosse lasciato ingannare dalle apparenze, la magione poteva rivelare segreti davvero interessanti. La figura in nero, passato il cigolante portone all'ingresso, si diresse rapidamente lungo un vasto corridoio ignorando il caos, la sporcizia e quel centimetro di polvere sul pavimento che gli sporcava le calzature...

    Fatti un centinaio di metri, si sarebbero ritrovati faccia a faccia con un pensate arazzo della famiglia Jaku.Un paio di pressioni accuratamente indirizzate con i polpastrelli della mano sbloccarono i fermi di un oscuro passaggio nel muro.

    Immersi nell'oscurità totale, Yugito avrebbe sentito la figura armeggiare con qualcosa appesa alla parete, subito dopo, un torcia si sarebbe accesa rivelando una mano bianca come quella di un cadavere a reggerla. Il corridoio, invero basso e pieno di ragnatele non doveva essere usato da parecchio tempo, come si poteva facilmente capire dall'odore di aria stantia e di muffa.

    “Sai dove porta questo passaggio?”

    Chiese la figura con un voce in qualche modo contraffatta.

    “In passato era per di qui che venivano fatte passare le cavie di Kabuto, il braccio destro della Serpe. Sotto la casa, come certamente saprai, c'è un laboratorio dove questi conduceva i suoi esperimenti per nutrire la propria e l'ambizione del suo padrone. E' straordinario notare come la morte non abbia messo un freno a questa sua condizione.”

    La parole di senso oscuro vagarono ancora un pò nella stanza rimbalzando tra una parete ed un' altra .Quando il passaggio si allargò Yugito, tuttavia, non avrebbe trovato nessun laboratorio.
    SPOILER (click to view)
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    Invece si sarebbe ritrovata una stanza immensa, così grande che la luce della torcia non riusciva ad illuminarla tutta. Un colonnato leggero e rigorosamente in pietra sorreggeva il soffitto avvolto nell'oscurità. Come il resto della casa era stata assalita dalla polvere e dal tempo, tuttavia sembrava che altre forze avessero eroso quelle pareti e le belle colonne tortili. Bruciature, macchie di sangue, sfregi lunghi metri sulle pareti e sul pavimento non lasciavano troppi dubbi sul fatto che quella era una stanza di allenamento. Alcuni elementi stonavano: in primis erano stati collocati nella stanza dei tavoli simili a quelli usati nell'obitorio , e poi c'erano delle casse,di quelle utilizzate per seppellire i morti. Entrambi erano privi di quella patina di sporco che regnava su tutto il resto e su questa stessa erano evidenti i segni del loro trasporto.

    “Mi sono preoccupato di portare qualcosa che ci sarà utile”

    La sua voce si disperse rapidamente nella vastità della sala. Ora erano esattamente al centro della stessa. Da lì,eccetto il suono della fiamma che crepitava, e dei loro passi, era udibile un suono di catene che tintinnavano e di mugolii sommessi.

    L'ombra si fermò e si volse verso la ragazza.

    “Non so se sai per quale motivo sei qui questa sera, in questa casa abbandonata. Diciamo che un amico comune mi ha chiesto di rivelarti i segreti della tecnica più potente mai creta su questa terra così che tu possa ricongiungerti a chi ti è più caro. So molte cose su di te, Yugito, ma prima che inizi tutto questo, è fondamentale una cosa: che tu non sappia mai nulla di me...”

    L'eliminatore avrebbe osservato la ragazza. Amanimaru lo aveva confortato sulle sue potenzialità, ma Eiastu era inquieto lo stesso.

    “ L'edo tensei è una tecnica perfetta e assolutamente proibita perché essa reclama la vita degli umani per essere utilizzata. Ma questo immagino sia totalmente irrilevante per te...Tuttavia ti dirò una cosa. Il potere di questa tecnica è così elevato che se permetterai ad altri di conoscerla e di sapere che tu la pratichi, ben presto ti ritroverai tutto il mondo ninja contro. E' fondamentale che la tecnica rimanga segreta, per la tua stessa salvaguardia!”

    Fece un'altra pausa e infine concluse:

    “Sei disposta a vivere nell'anonimato per acquisire tale potere?”


    CITAZIONE
    Addestramento per Edo Tensei I-II a Yugito

     
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  8. Yugito Nii
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    [Risposta a Gene]



    Riguardo al suo sapere su Gaara, molto è corretto, molto altro sono solo leggende. E mi assicuro subito di correggere quello che lui ha errato.

    - Non sono le armi a rendere questo vostro mondo cosparso di sangue, ma le leggende che inventate. Hai detto bene è lui, ma non vederlo come un dio sulla terra, io ero presente quando è morto, è stato forte certo, ma è morto e ora un ninja più debole di lui lo controlla. -

    Diogene e le sue idee collimano con le mie ma ho ancora una correzione da fare al ninja, riguardo al mio bisogno del Kokage.

    - No, mi sono espresso male, non è il kokage che voglio, per quanto mi riguarda, è tutto tuo, io voglio poter evocare Orochimaru. Ne ho bisogno perchè il suo corpo è una biblioteca di jutsu medici, non ho problemi a dirtelo, e ho bisogno che il Kokage muoia, o disattivi la sua tecnica per questo motivo: -

    La donna compone altri sigilli, simili ai precedenti, e dal suolo esce una seconda bara con altre scritte impresse sopra, seguita da una terza, contanto anche la precedente di Gaara. Tutte e due escono dal terreno per un buon 50%, poi si fermano. Tutte e due tornano nel terreno e scompaiono nelle loro voragini.

    - Sai cosa significa? Significa che la tecnica è fallita. Ho appena provato a riportare Orochimaru e Kabuto al nostro mondo. Ho la certezza di aver eseguito i rituali giusti, e sono gli stessi, sia per Gaara, sia per gli altri, ma questi due non posso destarli dal loro sonno, sebbene di forza ed energia inferiori al vecchio Kage di Suna. Il punto è che il Kokage a sua volta li mantiene evocati come sue guardie del corpo e quindi mi sono preclusi. Per questo non posso essere io il loro controllore. La morte del Kokage mi serve in questo senso. -

    Quindi Diogene si esprime con libertà su ciò che pensa e mi chiede cosa avrà in cambio dal mio aiuto. E io gli rispondo subito.

    - Temevo che non ti bastasse essere il nuovo Kage, quindi, dato che porterò con me unicamente quella spada, posso lasciare a te tutti i miei scritti, e ovviamente, tutti i cadaveri, e insegnare al tuo alleato eliminatore come evocarli, non ho alcun problema. La mia collezione non annovera solo il Kazekage, il vecchio fondatore di Oto e il suo collaboratore, ma anche altri, molti altri, alcuni dei quali molto più utili di quelli che ti ho nominato. Soprattutto uno. Esso mi è molto vicino, ed è per questo che ti invito ad essere serio in questa transazione. Non si tratta di un ninja qualsiasi....-

    La ragazza fa alcuni passi, quindi fissa di nuovo il ninja di Oto.

    - Nei miei viaggi ho anche potuto visitare la Rosa molte volte, e i suoi ninja, compreso il primo della tua razza. Inutile dire che egli si trova già sotto il mio controllo. -



    [Risposta a Hohe]

    Quando Yugito ricevette il messaggio, non capì molto bene di cosa si trattasse. Fu più per curiosità, che per altri motivi, che si diresse a quella magione. Non era sicura di sapere chi fosse il tipo che aveva firmato la lettera, però sapeva cosa era la magione, e sgattaiolando fuori dal sotterraneo che la rinchiudeva, si recò alla vecchia casa di Oto, per saperne di più, magari avrebbe trovato qualcuno da uccidere.
    Trapassò in rapidità le vie di Oto fino a raggiungere la salita che l'avrebbe portata alla casa, senza trovare nessuno.
    Poco distante dall'entrata, una figura vestita di nero attirò la sua attenzione, non l'aveva mai visto, ma non lo attaccò, era convinta che si trattasse di uno degli uomini che l'avevano creata.


    Yugito non ricordava molto di quando era piccolissima, quando si trovava nel coma indotto da Orochimaru, era convinta che ci fossero due uomini che la controllavano, uno doveva essere la serpe, l'altro lo ricordava come una presenza scura, e così, intimorita, temette si trattasse di lui. Lo seguì nei corridoi, e dopo qualche minuto egli si fermò davanti ad un grande arazzo, raffigurante un tizio che lei non aveva mai visto in vita sua. Il misterioso ninja, se di ninja si trattava, colpì con le dita il muro, e questo rivelò un passaggio.

    L'uomo dopo aver acceso una torcia le chiese se sapesse dove il condotto l'avrebbe portata, lei rispose di no, ma in realtà era proprio lì che lei era nata, o meglio, cresciuta nei primi tempi della sua vita.
    Infatti quando l'uomo le rivelò dove stessero andando, fu percorsa da un brivido, e i suoi occhi si riempirono di curiosità, quella era da considerarsi la sua vera casa!
    E quando arrivarono alla fine del percorso, una grandissima stanza le fece capire dove si trovava, quello era l'inferno che l'aveva generata, sentiva la presenza della serpe, praticamente ovunque.


    - Oh, grazie! E cosa dobbiam fare? -

    La sua domanda si perse nel vuoto, mentre continuava a seguire l'uomo misterioso, il quale si fermò e si voltò verso di lei per parlarle, mentre in sottofondo, un suono di catene dava una musica piacevole per le sue orecchie. L'uomo le disse che si trovava lì per apprendere una tecnica molto potente, e che era stato un amico a convincerlo ad addestrarla in merito; lei continuava a non sapere chi fosse questo amico, ma in cuor suo, forse temeva fosse il tipo che aveva aiutato Orochimaru, in parte errava, in parte no. Ascoltò ancora.

    - Una tecnica per riportare in vita i morti? Ah ho capito, tu mi insegni l'Edo Tensei ! -

    La sua voce, così ingenua, fu interrotta quando pronunciò le due parole, e sotto i vestiti, un grosso sigillo comparve sulla sua pelle, il vero Jotaro si era attivato dentro il suo corpo, come tutti i cloni. Parlò con la sua solita voce maschile e terrificante.

    - Si, muoviamoci. Non c'è tempo da perdere. -

    Ora era sicura di se, terribilmente sicura, quasi da dare inquietudine a chi aveva davanti. Parlò di nuovo con la voce di Jotaro.

    - Non temere, lei non ricorderà niente. Ma veniamo a noi, ho sempre avuto problemi con questa tecnica, non ho ancora capito come sia possibile riportare un'anima sulla terra. Illuminami. -
     
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    Quando la voce del vero Amanimaru risuonò attraverso le labbra sottili della ragazza, il chunin non poté non sorridere sotto la maschera e, al contempo, sentirsi sollevato.

    “Avrei dovuto immaginarlo...bene non indugiamo oltre allora!”

    Detto questo le mani del chunin si incrociarono velocemente nella composizione dei pochi sigilli necessari ad attivare una tecnica a corollario della tecnica speciale. Davanti ai piedi del chunin salì dal terreno una bara alta e di acero. La tecnica sembrava essere di natura spaziotemporale, comunque non molto dissimile da una comune richiamo.

    “L'edo tensei ha bisogno di due elementi per essere attivata: serve prima di tutto del materiale biologico della persona che si vuole resuscitare, e serve una vittima sacrificale”

    Detto questo aprì il coperchio della bara mostrando il cadavere di un uomo. Yugito, o meglio l'essere di che dentro di lei albergava, avrebbe notato senza difficoltà la serie di sigilli che erano stati posti sul corpo e all'interno della bara.

    “ Come puoi ben immaginare ci sono una serie di problemi di conservazione dei corpi che si è risolto tramite questa sequenza più o meno complessa di sigilli. Lì ,accanto alle bare, ho lasciato per iscritto quali sigilli disegnare e in che ordine così che tu possa esercitarti, ma non ora. Adesso vediamo come richiamare l'anima di un morto in questo mondo”

    Con un gesto rapido della mancina, il chunin richiuse la bara che sprofondò nuovamente nel terreno ritornando nella stanza segreta della sua abitazione. Dopo di che prese da sotto gli indumenti un rotolo, invero molto spesso e bordato di nero. Con disinvoltura lo lanciò alla ragazza.

    “In quel rotolo è racchiusa la formula necessaria a sbloccare i cancelli del mondo Puro, dove riposano le anime dipartite da questo mondo Impuro. Già questo dovrebbe farti capire una cosa: se l'anima non risiede in quel luogo non è possibile evocarla tramite questa tecnica!”

    Svolgendo le pagine del rotolo, la ragazza avrebbe notato la complessità dei sigilli apposti sulla pergamena, come testimonianza del genio del secondo Kage, poi della Serpe ed infine di Kabuto. Tra le parole ed i simboli tracciati con tratto grosso e stretto lo sguardo si perdeva con la sola eccezione di una zona centrale completamente bianca.

    “ La formula è straordinariamente complessa, ed ovviamente è impossibile riprodurla o crearla da zero, soprattutto in tempi brevi: considera che sono serviti oltre cento anni per perfezionarla. Noterai altresì che non è dissimile da una tecnica di evocazione: la parte centrale dello schema di sigilli lo rivela palesemente. Come nella tecnica dell'evocazione, lì va apposto il sangue della persona da evocare”

    Con passo leggero il chunin si portò verso la colonna più vicina dove era presente una leva. La tirò e un forte rumore metallico scoppiò da qualche parte all'interno delle pareti di pietra. Un ronzare e sferruzzare di catene metalliche iniziò a propagarsi sul soffitto.

    “Ora manca il sacrificio .Ne ho predisposto uno per te: una povera anima dei bassifondi di Oto. Quando sarà qui ti basterà versare il materiale biologico al centro della pergamena e dargli come obiettivo la vittima imponendo la posizione del cavallo. Considera che la tecnica è estremamente dispendiosa di chakra, circa come una qualsiasi tecnica di livello 3 al tuo stadio. Se impasterai in maniera corretta e l'anima da evocare appartiene al mondo Puro, allora la tecnica si attiverà. Lo capirai perché i sigilli sulla pergamena si dirameranno sul pavimento fino a circondare il sacrificio in un grosso occhio nero.”

    Lo sferruzzare metallico andò via via crescendo finché, dalla parete alla sinistra della kunoichi non si mosse un pannello ratante. Da qui venne trascinato ,da catene appese al soffitto, un uomo tutto pelle ed ossa abbastanza vecchio e malandato. Era vestito di stracci marroni e uno spesso straccio gli impediva di parlare. Sarebbe stato allora chiaro a chi appartenevano i mugolii che si sentivano prima.

    Nella mano del chunin comparve infine un Kunai legato al quale vi era un foglio sottile e lungo una ventina di centimetri. Su questo erano vergati un'altra serie fitta di sigilli.

    “Questo è un fuinjutsu di controllo. Conficcandolo nella mente del cadavere che fa da contenitore si può manipolare a propria scelta la mente e le azioni dell'anima qui evocata. Il sigillo è stato perfezionato affinché sia possibile concede all'anima di mantenere la propria personalità”

    Consegnò l'arma alla ragazza.

    “Per ora può bastare. Questi sono gli elementi base per iniziare”

    Detto questo si spostò di alcuni metri dalla zona dove sarebbe avvenuta l'evocazione. Senza dubbio il Vero Amanimaru avrebbe impiegato poco tempo a padroneggiare la serie di sigilli necessaria .Del resto non era questa la parte difficile. La vera difficoltà era riuscire a controllare più anime contemporaneamente, ma questo era un altro step ancora lungi dall'essere raggiunto.


     
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  10. Yugito Nii
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    L'espressione di Eiatsu non mi era visibile per via del suo essersi nascosto dietro abiti e mantello, ma quando lui fu rassicurato dalla mia presenza, io risposi con un cenno del capo. Subito dopo, una sequenza di sigilli permise la comparsa di una bara dal terreno, non sembrava presente sotto il suolo il precedenza, doveva trattarsi di un qualche espediente spaziotemporale, sempre più interessante; comprendevo da dove venisse il fascino che Orochimaru aveva fatto bruciare in me. Era molto simile ad una tecnica di richiamo, anche se questa aveva una diversità nei sigilli; e da quanto potevo avvertire dal mio nuovo mentore, anche nella complessità del richiamo stesso.

    - Una vittima sacrificale, ora capisco il perchè del suo essere proibita, ma ancora non comprendo a cosa serva il sacrificio, anche se posso fare ipotesi; una tecnica così potente non può rompere l'equilibrio della natura...della serie, se vuoi riportare indietro un morto, devi spingere avanti un vivo...avrei preferito evitare di usare magia del sangue..-

    Sospirai, e con pochissime parole spiegai a Eiatsu che quello era il nome con cui nel mio mondo ci si riferiva al sacrificio di sangue, o della vita, per eseguire abilità. Eiatsu aprì la bara, io mi avvicinai ma non toccai niente, ero un grande esperto, e soprattutto studioso dei sigilli, mi interessava molto comprenderne il funzionamento. Lessi più volte le file di ideogrammi, ma ancora non compresi come funzionasse la tecnica nel concreto; l'uomo che l'aveva creata era al momento in cima alla mia scala di persone degne di stima, doveva aver impiegato decenni per creare una cosa simile; sembrava quasi impossibile che una cosa del genere fosse stata creata da un ninja del villaggio della foglia, noto per essere la culla di uomini probi e timorati della vita....

    CITAZIONE

    “ Come puoi ben immaginare ci sono una serie di problemi di conservazione dei corpi che si è risolto tramite questa sequenza più o meno complessa di sigilli. Lì ,accanto alle bare, ho lasciato per iscritto quali sigilli disegnare e in che ordine così che tu possa esercitarti, ma non ora. Adesso vediamo come richiamare l'anima di un morto in questo mondo”


    - Si, vedo, uno schema molto complesso, quasi mai ho incontrato schemi di una simile difficoltà. -

    Non lo rivelai subito ad Eiatsu, ma lo avrei fatto in seguito; forse senza rendersene conto, aveva trascritto l'80% della sequenza, ancora ignora a me nella sua totalità, della salmodia con la quale l'eremita ninja delle sei vie aveva creato i ninjutsu. Sempre più interessante.

    - Grazie per gli appunti. -

    Yugito afferrò il rotolo lanciatole dal ninja di Oto, e lo aprì in parte. Come spiegatole, il rotolo era necessario per creare un sigillo che serviva a sbloccare l'anima dal piano Puro, in poche parole, chi non avesse avuto dimestichezza coi sigilli, nemmeno ci sarebbe avvicinato al controllo di questa tecnica. Da buon studioso, mi sorse un dubbio.

    - Ma se quello che dici è vero..cosa succederebbe se evocassi un'anima che al momento si trova già in evocazione....La tecnica fallirebbe, non è così? -

    Mentre parlavo, osservavo le scritte sul rotolo; mi accorsi che una zona era vuota. Perchè mancavano delle iscrizioni? O meglio, più che una mancanza, sembrava che il perimetro del sigillo fosse volutamente composto in cerchio. Mi fu spiegato. Così come l'utilizzo del sacrificio, il quale mi fu condotto davanti grazie ad una leva, una sorta di ladro, o di barbone; sarebbe servito per alzare il potere della tecnica fino alla sua completezza. I sigilli sarebbero passati dal rotolo al pavimento, incentrando il corpo dell'uomo, come in un rituale alchemico; le connessioni tra il mio mondo e il loro, erano più che semplici coincidenze.

    Mi porse quindi il sigillo di controllo, fu l'ultimo tassello per capire.


    - Ora ho capito, è questa la chiave di tutto. Mi mancava la connessione tra il sacrificio e quindi il cadavere, con la mia tecnica. Per quanto abile, un ninja privo di capacità divine non può credere di evocare un morto e controllarlo, ma questo, questo cambia tutto. Lasciami indovinare, i sigilli a terra rappresentano le spoglie terrene del corpo che evocheremo? E se non vado errato...in qualche modo il sacrificio dovrebbe essere ricoperto dall'essenza del corpo del defunto, sbaglio forse? -

    Attesi una risposta che non ero troppo sicuro di voler sentire, in cuor mio ero quasi convinto di quanto avevo detto. Controllai ancora una volta i sigilli, e mi preparai ad eseguirli.

    Evocai il posizionamento sul terreno.


    Qualcosa mi saltò all'occhio, avevo già effettuato diametrali perimetrali di tipo simile nel villaggio della nuvola, quindi mi sedetti a terra senza dare spiegazioni, e col corpo di Yugito mi morsi l'indice, scribacchiando col sangue alcuni disegni a terra, appunti; dopo circa 15 minuti, esordii.

    - Il creatore di questa tecnica era un uomo timorato, temeva quello che stava facendo, altrimenti non avrebbe concluso la stringa esterna come ha fatto, guarda, lì -

    Indicai a Eiatsu un angolo della stringa esterna del sigillo, essa terminava con un corollario del terzo piano degli Oni, una sorta di legaccio per collegarsi all'anima del defunto ed entrarvi in collisione.

    - Se avesse avuto meno rispetto per le anime, avrebbe fatto invece così. -

    Mi alzai e afferrato il mio indice insanguinato, scrissi dei simboli col mio liquido rosso, sopra a quelli posti nel rotolo, quindi evocai il posizionamento ancora una volta, nulla cambiò, tranne una parte della stringa esterna, i cui ideogrammi cambiarono, tre di essi per la precisione.

    - Così si fa soffrire un po' l'anima che si evoca, ma si usa il suo antico chakra per risparmiare un po' del nostro, quindi facendo due conti... -

    Passai gli occhi ancora sul rotolo, quindi osservai con attenzione la grandezza dei sigilli sul terreno.

    -... da una tecnica di livello 3 ad una di livello 4. -

    Ormai il mio amore per i sigilli aveva preso il sopravvento, e nemmeno mi accorsi di averla attivata con i dovuti, accurati sigilli, il resto, sarebbe apparso davanti ai miei occhi....
     
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    Che bella frase da dire : "Non sono le armi a rendere questo vostro mondo cosparso di sangue, ma le leggende che inventate". Non c'è dubbio che su una figura di così elevato interesse sociale, sia tra gli Accademici che tra i Nukenin, siano nate storie dalla trama astrusa ed effettivamente mai srotolata. Eppure gli esami da me citati sono storia, arrivare ad essere un ninja di questa portata è un obiettivo di difficile raggiungimento...un arrivo che mi sono posto fin dal principio. Il mio nome sarà scritto sui libri di storia; ma che non si fraintenda: non per uno spiccato senso di arrivismo o ricerca disperata di un'affermazione personale...ci riuscirò solo per il bene del mio paese, quello vero, quello che mi ha adottato e fatto crescere.

    Quando poi Jotaro mi fa vedere il "limite" della tecnica comprendo effettivamente il suo reale obiettivo. Lui vuole Orochimaru, dopo Madara il ninja che più in la di tutti si è spinto nella realtà delle cose, nel vero sapere e quindi nel suo lato più tenebroso. La deduzione logica arriva spontanea, come il pronunciare la seguente domanda:

    " Mi stai veramente dicendo che è possibile evocare un morto e sottrarlo dall'Ade senza limiti di tempo? E' davvero possibile riportare per sempre in uno stato di "quasi vita" un cadavere? "

    E' chiaro: il problema fondamentale per Jotaro è che il Kokage mantiene sempre attivo l'Edo Tensei...Un altro punto di domanda mi balza alla mente: anche lui e Eiatsu possono farlo? E se si di quanto l'abilità del Nidaime nel padroneggiare i sottratti alle nere terre è superiore la loro? La posizione dell' eliminatore a riguardo mi è abbastanza chiara, come allievo non può aver superato il suo maestro in così poco tempo, ma Jotaro? Magari non è solo importante chi riporta per primo in vita un cadavere ma anche chi lo fa...forse se fosse stato lui ad evocare per primo Orochimaru comunque il padrone di Oto sarebbe stato in grado di spezzare quello dal precedente vincolo. Tutte supposizioni che in fin dei conti portano ad un'unica verità: il Kokage deve morire.
    Ma poi arriva la notizia più sconvolgente di tutte, qualcosa che veramente non mi sarei aspettato. Cerco di ritrovare compostezza ma per un abile ninja come Jotaro non sarebbe stato difficile scorgere il mio fremito interiore. Non appena il cuore torna a pulsare in modo naturale prendo parola:

    " E' deciso allora. In cambio dell'uccisione e delle informazioni di cui dispongo sulla Shameada, il tuo sapere, in particolar modo sull'Edo Tensei, e i tuoi corpi per la resurrezione saranno una giusta ricompensa. Dopotutto se pongo fine alla vita del maestro di Eiatsu, devo essere certo di non limitargli possibili sviluppi. D'altra parte io trarrò da tutto questo diversi vantaggi.

    Ed ora è il momento che io vada. L'amministrazione di Oto non si fida di me, osserva ogni mio spostamento...non farmi vedere in giro per troppo tempo potrebbe destare dei sospetti."


    Mi giro ed inizio a camminare verso l'uscita con passo lento. Poso sulla scrivania, la stessa dove giacciono i tomi scritti da Jotaro un foglietto di carta, cacciata dalla tasca interna del Kimono. Piegato, nasconde un contenuto di grande importanza per il cultore della Resurrezione Impura. Probabilmente lui conosce anche il significato di quelle parole, ora il problema è solo prenderla.

    " Un'ultima cosa. Sai che sono in possesso di tecniche in grado di suggellare un patto anche con esseri come te...ma confido nella tua parola. Se dovessi fregarmi in qualche assurdo modo verrò a prenderti ovunque tu sia, anche se lasciassi questo mondo non troveresti pace. Nessun teschio o demone volante o porte colossali potranno nasconderti da me."

    Tornando poi con lo sguardo sul foglietto di carta e cambiando completamente tono di voce come per allentare la tensione:

    " Il recupero di questa spada non è di tanto più facile della missione che mi accingo a compiere. Se volessi una mano anche per questa, sai come chiamarmi. La fonte è certa, stai tranquillo, arriva dirretamente dal Mizukage in persona. Nonostante abbia provato ad informarmi su questo posto non sono riuscito ad arrivare a nulla ci concreto; magari tu ti rivelerai più abile di me nel raccogliere tale informazione. "

    Detto ciò avrei ripercorso, al contrario, la strada fatta in precedenza. L'uccisione del boss ora è diventata di primaria importanza: Jotaro a quel corpo: la chiave di volta per farmi raggiungere un potere superiore, per elevarmi a qualcosa che questo mondo non vede da diverse centinaia di anni.

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    CITAZIONE

    . La Shameada si trova nella "Nebbia di Sangue".


     
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    Jotaro si mostrò essere il migliore allievo che Eiastu avesse mai visto, e la cosa che sorprese di più il chunin fu che, per arrivare a questa conclusione, bastarono pochi scambi di parole. Era partecipativo, intuitivo, e con un'esperienza al di fuori del comune, sicuramente superiore a quella del chunin in altri ambiti.

    “ Esatto, la tua deduzione è corretta. Se l'anima è già stata evocata non la puoi richiamare...”

    In realtà questa era una domanda curiosa. La probabilità che due controllori dell'edo tensei sfruttassero contemporaneamente la stessa evocazione era infinitesima, a maggior ragione considerando che ce ne erano , contando Jotaro, solo tre in tutto il mondo ninja. Il fatto che il giovane avesse fatto questa domanda lasciava adito a ragionamenti dei quali Eiatsu avvertiva il laborio ma non riusciva trovare le fila...

    “ Nuovamente hai ragione, o almeno è questo il suo effetto visivo. Sembra quasi che le spoglie del defunto fagocitino quelle del sacrificio. Tuttavia la meccanica esatta di questo procedimento è tutt'ora sconosciuta e credo rimarrà nelle menti di chi ha partorito la tecnica .Certo a meno che qualcuno non vada a svegliare dal sonno eterno quelle menti. Ma non credere che sia cosa facile giacché il Kokage in persona, ovvero al persona che al momento detiene il massimo controllo di questa tecnica, manipola il corpo e le menti di Orochimaru e Kabuto...”

    Forse aveva parlato troppo, tuttavia il discorso lo aveva preso e il suo interlocutore era persona di grande ingegno ed intelletto. Ma anche di grande avventatezza. Per un attimo il cuore di Eiuatsu tremò vedendo che , nonostante li conoscesse appena,Jotaro iniziò a manipolare i sigilli di evocazione. Tuttavia, l'iniziale reticenza dell'eliminatore, fu vinta rapidamente dalla sua insaziabile sete di conoscenza.

    “ Sei dannatamente sfacciato Jotaro a manipolare in questa maniera tali sigilli”

    Tuttavia nella sua voce non c'era alcun tono di rimprovero.

    “E comunque credevo fosse tua intenzione evocare anche i tuoi cloni di questo mondo, a che pro farli soffrire?”

    [...]

    Quando l'evocazione fu completa Eiatsu riconobbe nelle fattezze maciullate dell'evocato i tratti del ninja Brando, già suo servo da qualche tempo. Ovviamente il chunin non diede modo di far capire di averlo riconosciuto. Jotaro aveva eseguito il semplice rituale di evocazione in maniera impeccabile.

    “Davvero molto bene. Nota subito come le sue fattezze siano in qualche modo rovinate. Possiamo, se volgiamo dire così, migliorarle tramite una variante della tecnica della trasformazione. Dico che è una variante solo perchè non ha sigilli, ma difatti è la stessa cosa. Ulteriori, ed inutili, specifiche sono sempre contenute in quel rotolo. Quando imparai i rudimenti di questa tecnica mi venne detto che dare agli evocati la loro forma originaria facilità il loro stare in questo mondo in quanto li sottopone a meno traumi l'essere in qualcosa che abbia l'aspetto del loro proprio corpo...Onestamente non ho mai dato molto peso a questo aspetto. Ora aspettami qui.”

    Il chunin si sarebbe quindi mosso verso un'altra colonna della stanza. Arrivato vicino alla parte impolverata, con una mano ripulì un'area di venti centimetri quadrati. Jotaro avrebbe potuto notare come, esattamente in quel punto, era stato scalfito nella roccia un sigillo, o meglio solo la sua parte cerntrale. Le sue diramazioni più esterne si perdevano sotto altra polvere.

    “ Non ricordo se te l'ho già detto, ma questa era una stanza di allenamento. In realtà è la migliore mai costruita. Lascia che ti mostri il perché.”

    Con una certa irruenza il palmo della mano del chunin premette esattamente al centro del sigillo mentre una discreta quantità di chakra fluì attraverso di esso. In un attimo il disegno sul muro risplendette di una luce nera mentre tutte le diramazioni iniziarono a pulsare con bassa frequenza. Il sigillo così si mostrò in tutta la sua interezza: era semplicemente enorme. Difatti si poteva dire che tutta la superficie della stanza fosse il sigillo.

    Il chunin ruotò il palmo della mano sul sigillo, come se fosse una manopola, e la pulsazione aumentò improvvisamente diventando così rapida che l'occhio non riusciva più a percepirla, la luce crebbe...

    Tutta la realtà intorno a loro si sgretolò rapidamente sprofondando in un oblio di indistinto grigio lasciando intatti solo l'eliminatore, Jotaro e la sua evocazione. Quindi, come tutto era sparito, così ricomparve .Solo al posto del soffitto venne a montarsi un cielo di azzurro infinito, macchiato di nuvole leggere. Grosse rocce, di dimensioni enormi, formavano isole fluttuanti nell'aria fresca e secca, veloce per una brezza che spirava continua e faceva muovere in continuazione gli abiti dei presenti. Anche loro erano stati portati in mezzo al cielo su piccoli isolotti di raggio due metri sospesi nell'aria. Gli isolotti formavano un pavimento disconnesso sul quale si poteva camminare sebbene per passare da un isolotto all'altro fosse necessario saltare. Sotto di loro si poteva scorgere, a grande distanza, una grossa macchia di un verde intenso. La foresta che doveva esserci doveva avere dimensioni colossali...

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    Se lo sguardo di Jotaro fosse tornato ad Eiatsu, lo avrebbe trovato con ancora la mano tesa, questa volta verso l'aria. In quel momento il chunin avrebbe ricambiato lo sguardo:

    "Illusioni di livello 1.Semplicemente perfette....Spero tu non soffra di vertigini”

    Disse saltellando da un isolotto ad un altro fino a portarsi a 10 metri della ragazza. Detto questo anche l'eliminatore evocò una bara dal color crema molto tenue. Da questa ne uscì un ninja vestito identicamente al chunin, solo che la sua maschera era di un metallo del colore del platino che sembrava quasi brillare alla luce illusoria dello spazio appena partorito dalla mente del chunin.

    “ Ora che conosci le basi della tecnica è il caso di farti impratichire un po'. Basta teoria. Ci concentreremo su un aspetto marginale dell'edo tensei, ma anch'esso straordinariamente forte: il combattimento puro. Voglio faremo combattere i nostri servi, 40 secondi[ due round, per eccesso] e in questo tempo voglio che tu deduca tutte le caratteristiche dei corpi evocati nonché gli effetti che la tecnica comporta sul corpo dell'utilizzatore. Inizia quando vuoi!”



    CITAZIONE
    OT/L'evocazione di Eiatsu si trova a circa 6 metri dalla ragazza, quindi quattro metri avanti l'eliminatore. Per passare da un isolotto all'altro, nonostante il salto, non bisogna sfruttare slot azioni extra.Good game/OT

     
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  13. Yugito Nii
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    Risposta a Gene


    CITAZIONE

    " Mi stai veramente dicendo che è possibile evocare un morto e sottrarlo dall'Ade senza limiti di tempo? E' davvero possibile riportare per sempre in uno stato di "quasi vita" un cadavere? "


    - Si senza dubbio, te l'ho appena mostrato, ovviamente tirarlo fuori non è una cosa semplice, e non basta, la preparazione è lunga e anche il controllo. Non è una cosetta da mettere in piedi cinque minuti prima di un combattimento, questo è chiaro. -

    Diogene sembra interessato, dopotutto le mie offerte non sono cosa da poco. E ne ho anche altre per lui quando procederemo con i nostri affari. Mi è sempre piaciuto avere qualcosa con cui poter scambiare quelcos'altro.

    CITAZIONE

    " E' deciso allora. In cambio dell'uccisione e delle informazioni di cui dispongo sulla Shameada, il tuo sapere, in particolar modo sull'Edo Tensei, e i tuoi corpi per la resurrezione saranno una giusta ricompensa. Dopotutto se pongo fine alla vita del maestro di Eiatsu, devo essere certo di non limitargli possibili sviluppi. D'altra parte io trarrò da tutto questo diversi vantaggi.
    Ed ora è il momento che io vada. L'amministrazione di Oto non si fida di me, osserva ogni mio spostamento...non farmi vedere in giro per troppo tempo potrebbe destare dei sospetti."


    - Questo non è un problema da poco in effetti, dovremo trovare una soluzione al fatto che tu non sei molto libero nel tuo villaggio, più che altro perchè richiamo di farci annunciare più del dovuto. Non che io non creda che tu possa togliere di mezzo metà villaggio qualora dovessi essere definito un bersaglio dal Kage stesso...ma con solo metà villaggio non so cosa potresti fare...-

    CITAZIONE

    " Un'ultima cosa. Sai che sono in possesso di tecniche in grado di suggellare un patto anche con esseri come te...ma confido nella tua parola. Se dovessi fregarmi in qualche assurdo modo verrò a prenderti ovunque tu sia, anche se lasciassi questo mondo non troveresti pace. Nessun teschio o demone volante o porte colossali potranno nasconderti da me."


    Rido rumorosamente.


    - Diogene amico mio non servono queste basse minacce, non sono mica un novellino che cerca di rubare il pranzo al compagno più grande, so bene che non sei una persona da sottovalutare, ma ascolta bene questo e tienitelo in mente, sono sopravvissuto per quasi sei secoli ai peggiori essere di questo mondo in un solo modo, tenendo fede alla parola data. -

    L'aria era seria, volevo gli fosse chiaro che la base per un'alleanza seria è la fiducia. E io non esco di casa se non c'è fiducia. Per questo gli ho mostrato subito il pezzo forte della mia collezione e la mi arma più potente, perchè sappia che non intendo tirar fuori dal cappello cose strane contro di lui. A che pro poi, io sono uno studioso, non un combattente.

    CITAZIONE

    " Il recupero di questa spada non è di tanto più facile della missione che mi accingo a compiere. Se volessi una mano anche per questa, sai come chiamarmi. La fonte è certa, stai tranquillo, arriva dirretamente dal Mizukage in persona. Nonostante abbia provato ad informarmi su questo posto non sono riuscito ad arrivare a nulla ci concreto; magari tu ti rivelerai più abile di me nel raccogliere tale informazione. "


    Le rivelazioni del ninja di sangue mi preoccupano, se ha nominato il Mizukage, significa che la spada si trova in un luogo sotto la sua giurisdizione, e Kiri è piccola e formata da poche altre isole, e non sono molte le aree pericolose anche per Diogene, là a Kiri. Una la conosco già, ho passato lì molto tempo in passato per via di Hayate, e le altre sono inesplorate anche dagli dei.


    CITAZIONE

    . La Shameada si trova nella "Nebbia di Sangue".


    Quando leggo il messaggio, un'espressione di disgusto si dipinge sul mio volto. Non era la prima volta che sentivo quel nome. Il luogo è esattamente quello. Dove mio padre lasciò la spada prima di partire. Una grandissima seccatura. Forse sarebbe stato meglio chiedere direttamente a lui...
     
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  14. Yugito Nii
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    Risposta a quel Mangiaspaghetti di Hohe

    Un bel problema, se il kage li teneva evocati noi non potevamo richiamarli. Motivo per il quale avevo totalmente bruciato i corpi dei miei, di evocati, quando avevo preso le loro essenze. Ma lo stesso non si poteva dire dei miei vecchi corpi.

    - A proposito di corpi, spero che tu abbia trattato bene i miei fratellini, sai alcuni di loro tendono ad essere un po' sfacciati, hanno preso il mio peggio, non so bene perchè Brando ti abbia dato tutta quella roba, ma tanto meglio, se mi sarà possibile ti lascerò tutta la collezione. -

    CITAZIONE

    “ Sei dannatamente sfacciato Jotaro a manipolare in questa maniera tali sigilli”


    - Mi limitai a sorridere. -
    CITAZIONE

    “E comunque credevo fosse tua intenzione evocare anche i tuoi cloni di questo mondo, a che pro farli soffrire?”


    - Qui mi cadi sull'asciutto, se sono miei cloni, perchè preoccuparmi di farli soffrire o meno? Non sono veri uomini, sono strumenti, privi di anima per lo più. Quella che tu credi di evocare nel loro corpo quando li chiami non è una vera anima, solo un costrutto misto di chakra e sentimenti precisi, ma non un'anima. -

    L'evocazione fu completa, e Brando apparve davanti ai miei occhi. Certo il suo corpo era ben diverso da come doveva essere, i pezzi stavano assieme ma si vedeva che erano chiaramente separati e maciullati per via dell'esplosione. Sorrisi osservandolo dagli occhi di Yugito.

    - Ti presento Brando, senza dubbio il migliore tra le mie creazioni, o almeno questo avrei voluto, egli rappresenta il mio amore per la tattica e l'infiltrazione, il problema è che in lui ho straposto anche la mia inclinazione per la distruzione, non per niente si è fatto saltare in aria. E forse, anche la mia affinità coi fallimenti, dato che non è riuscito a uccidere nessuno... -

    - Un vero problema, io continuo a vedere la stanza, l'illusione non funziona su di me dato che non mi trovo nel sigillo. Molto bene, ne approfitto per tornare ai miei doveri, così si addestrerà Yugito, a presto ragazzo. -

    La ninja sembrò svegliarsi da un leggero sonno, e con un sorriso, tornò ad Eiatsu. Il quale si spostò di circa 10 metri passando tra gli isolotti, ed evocando una bara a sua volta. Una gran figata.
    Yugito era sopresa, si era addormentata nella magione e si era svegliata in mezzo a...questo. Dopo qualche minuto comprese la situazione e si preparò al combattimento. Avevo vicino a lei la bara con dentro Brando, e appena se ne rese conto disse:


    - Uaaaaaa il pelato! Ora giocheremo assieme ! -

    Lei provò a farlo muovere, ma Brando, tornato alla forma originale con la trasformazione apposita per i cadaveri non sembrava dello stesso avviso.

    - Che cosa? Ma dove diavolo mi trovo, e chi sei tu? -

    Yugito fece roteare il kunai speciale nella mano e loconficcò nella tempia del chunin, facendolo assorbire dal cadavere, il quale subito dopo piegò la testa, e i occhi si fecero privi di volontà.

    La ninja tenendo le mani in una posizione magica particolare fece muovere il ninja. Dapprima i suoi movimenti erano lenti e cadenzati, ma poi subito dopo, l'ex essere umano si spostò in avanti come fosse un uomo semplicissimo, anche se lei si rese conto di non essere in grado di fare movimenti.

    § Dannazione, se mi muovo perdo la concentrazione, questa cosa non va bene. Devo concentrarmi sul cadavere per ora. §

    Yugito sembrava pazza e priva di senno, in realtà era solo una puttana viziata, tanto macabra quanto intelligiente. Jotaro l'aveva creata basandosi su Rengoku, il che è tutto dire.

    Il cadavere schizzò in avanti, verso l'evocato di Eiatsu, passando in fretta da un isolotto all'altro, e arrivandogli a ridosso in breve tempo. Lì avrebbe cercato di placcarlo con tutto il corpo, come lanciandoglisi sopra. Movimento particolare ma in realtà, Yugito voleva verificare la resistenza dei corpi e il delay presente tra i suoi ordini, e l'esecuzione, non intendeva quandi esattamente attaccare, in questa prima fase...
     
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    Eiatsu era immobile dietro il suo fantoccio a godersi lo scontro. Poche volte aveva richiesto ad Asuka di combattere. Per lo più lo aveva evocato per la sua saggezza e per le informazioni che uno come lui, a suo tempo amministratore della Sabbia, poteva avere. Ioltre era una forza portante sebbene non potesse disporre di quei poteri .

    In definitiva decise di dargli pieno spazio di manovra. Sarebbe stato il chunin della sabbia e non lui a combattere.

    “Piena libertà contro un corpo immortale? Sarà divertente sgranchirsi un pò le gambe”

    Invero l'offensiva che gli venne portata fu alquanto esigua tanto da far pensare che la ragazza non stesse attaccando veramente. Il chunin della sabbia invece non si lasciò sfuggire l'occasione. Richiamò dal tentien un mezzo basso di chakra e lo mandò alle gambe così da scattare agilmente sul suo fianco destro. Non tanto invero, giusto quanto bastava per schivare il tronco del chunin, non importava nemmeno che il suo braccio sinistro riuscisse ad afferrarlo. Infatti, una volta spostatosi sul fianco del ninja, che ora stava quasi a mezz'aria,al più aveva appena toccato terra ,si voltò fino a che il suo busto non fosse completamente rivolto verso Brando. Caricò il braccio destro con il palmo aperto e rigido. Quindi fece partire il colpo micidiale, un taijutsu elementare chiamato palmo distruttivo. Consisteva in un unico colpo che sfruttava una notevole forza.

    CITAZIONE
    Palmo Distruttivo – Houshou
    Villaggio: Generico Posizioni Magiche: Nessuna L'utilizzatore potrà effettuare un colpo con il palmo, sfruttando una potenza non indifferente: la forza è incrementata di 4 tacche. Date le linee di forza sfruttate in questo attacco, anche se il ninja dovesse subire un contrattacco il corpo risentirebbe in modo ridotto il danno, ma questo non intaccherebbe la forza o la buona riuscita del colpo. Il colpo inoltre spinge l'avversario di 6 metri indietro. È possibile utilizzarla in Subisci e Mena come se posseduto il talento 'Tecniche Immobili'. Tipo: Taijutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Con il palmo avrebbe tentato di colpirlo sulla schiena, teoricamente scoperta, e quindi di schiacciarlo verso terra. Contemporaneamente avrebbe attivato una bomba carta posizionata sul suo stesso petto. Il tempismo fu tale che, se il colpo precedente fosse riuscito, Asuka avrebbe dovuto vincolare a terra il corpo di Brando solo per un secondo prima della detonazione[bombacarta livelloII].

    A causa dell'esplosione, si sarebbe sollevata una nube di polveri notevole che avrebbe inglobato tutto l'isolotto fluttuante. Da questa, ad un certo punto, sbucò fuori la figura di Asuka. Il petto e il volto avevano subito completamente l'esplosione, essendo da lì partita. Se Yugito si fosse chiesa il perché di un'azione tanto sconsiderata,avrebbe rapidamente trovato le sue risposte. Improvvisamente sia il busto che il volto del chunin sembrarono ricomporsi tornando al loro stato originario...

    Intanto la brezza avrebbe spazzato via la fumera di polveri mostrando che l'isolotto aveva subito danni notevoli ed ora era costituito da blocchetti fluttuanti più piccoli che salivano lentamente...

    “ Esci avanti che non ti ho fatto nulla!”

    Disse Asuka e quindi scagliò otto kunai ,sfruttanto entrambe le mani,al petto della figura dell'avversario non appena fosse stata ben riconoscibile.
     
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