[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. Hisaki Kaguya
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    SPOILER (click to view)
    Narrazione/Descrizione
    "Parole"
    "Pensieri"
    "Altrui Parole"
    [...] - Salto Temporale


    Partenza

    E così era arrivato il momento. Scendeva in modo lento le scale dell’amministrazione di Kiri, il ragazzo. Aveva in tasca il permesso per lasciare il villaggio. Si apriva di fronte a lui una strada sconosciuta ed ignota in quel momento. La sua meta? Konoha, ma prima bisognava raggiungere le mura del villaggio. Hisaki Kaguya, questo il nome aveva appena lasciato il centro nevralgico dell’organizzazione della Nebbia. Camminava tranquillamente verso la parte più esterna del proprio territorio d’origine il giovane, sebbene nella mente mille interrogativi l’attanagliassero. Ormai era primo pomeriggio ed il sole splendeva più che mai. Se non ci fossero stati intoppi nel viaggio, sarebbe arrivato per il tramonto al limitare del villaggio. Aveva lo zaino ben carico dietro la schiena, ma, soprattutto, aveva la voglia di cercare, di continuare la sua questua in giro per chissà ancora quante lande per scoprire qualcosa in più sul suo passato, qualcosa che per il momento aveva soltanto potuto vedere attraverso le ombre sfocate di un sogno effimero. Sapeva una cosa però, e questo lo sapeva per certo: il Paese del Fuoco doveva aver a che fare con lui, in più, c’era qualcosa che lo attirava laggiù, non avrebbe saputo definire cosa, ma una specie di magnete faceva tendere il suo essere verso il villaggio della Foglia.
    Ormai l’enorme palazzo dell’amministrazione era sparito dalla vista. Si girò un’ultima volta a guardare dietro di sé. La soffice nebbia che era onnipresente nel villaggio probabilmente gli sarebbe mancata. Respirò profondamente l’aria e l’odore che emanavano le soffici pianure intorno a lui. Il profumo di casa, il profumo che lo faceva sentire tranquillo, fino al più profondo dell’animo. Si girò poi, e con un sorriso impercettibile volto le spalle al villaggio. Si lasciva la propria dimora alla spalle, la propria infanzia e i ricordi. Solo il futuro ormai lo attendeva, e ben presto, sapeva, lo avrebbe raggiunto.




    [...]



    Quando cominciò a scorgere le imponenti mura di fronte a lui ormai era già calato quasi interamente il sole e, nella sfera celeste, si incominciavano a intravedere le prime stelle. Era abbastanza stanco, ma ci sarebbe stato tempo per riposarsi. Avanzò, sempre con quella lentezza che era indice di sicurtà, almeno esteriormente. La grande spada, ritrovata tra le antiche polveri della sua modesta villa, ben salda e visibile nell’attaccatura dietro la schiena. S’avvicinò al guardiano, gli porse il permesso, il resto, l’avrebbe fatto il fato...


     
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