[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. » Firsterd «
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    " La storia è incominciata circa due mesi fa. Mi sono trasferito in quella che adesso è la mia residenza...era un rudere. Mi sono dato da fare per metterlo a posto; attualmente è " agibile". Tra le cianfrusaglie varie ho trovato un lettera di mio padre nella quale era citata la tua famiglia, nonchè la tua stessa persona. Essendo la mia famiglia composta esclusivamente da ninja, i legami con altre famiglie, che si sono formati con gli anni, sono soprattutto di lavoro. Eppure nella lettera si usava un tono così colloquiale che mi sono incuriosito. Così decisi di indagare a riguardo per scoprire se dei membri fossero ancora vivi. Riuscii a rintracciarti, tu che sembri l'unico rimasto in vita delle persone citate in quella lettera, e mi sono chiesto se non potesse essere interessante, nonchè utile, il nostro incontro...così ti ho mandato la lettera che ora stringi nel pugno."



    Non riesco a descrivere i sentimenti che provavo in quei momenti. Le mie origini, i miei genitori; quindi anch'io avevo qualcuno che mi amava, sparso per l'ignoto mondo. Quegli attimi passarono con una velocità tale che un secondi pareva un ora. Le persone che mi passavano dinanzi parevano meri spettri della mia goventù illacrimata. Quel Mikawa, che non conoscevo, mi conosceva benissimo. Sapeva perfino particolari della mia infanzia a me ignoti. Dovevo avere quella lettera dei miei genitori il più presto possibile. Ringraziai l'addetto che si occupava dei permessi e presi, quindi, il permesso che mi autorizzava ad uscire da quelle mura che mi avevano rinchiuso fino ad oggi.
    Era tempo di migrare. Ci allontanavamo dal pesante edificio, rangiugemmo le mura senza che io me ne accorsi. I guardiani, se così potevano definirsi, ci lasciarono passare senza che ci chiesero ulteriori informazioni. Il Mikawa ritirò le proprie armi, io depositai il mio orgoglio. La mia rabbia repressa era tale che mi dovetti sfogare con quei meri guardiani che svolgevano il loro lavoro, solo dopo che uno dei due si arrabbiò con l'altro per averci fatto pasare senza chiederci informazioni. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso:
    « Tu, sciocco giuardiano, come osi dire che io voglio tradire il villaggio. Non ti uccido solo per non avere ulteriori problemi con l'amministrazione. Sta attento, la prossima volta potrò non essere così clemente.»
    Dopodichè attesi che il Mikawa fosse pronto per partire verso Oto. Un nuovo traguardo, un nuovo punto di patenza. Avrei scoperto cose che desideravo scoprire da sempre, finalmente le mie domande potevano avere una risposta.
    «Andiamo, Mikawa.»

     
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