[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. Jins Kaguya
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    » La Vendetta E' Un Piatto Che Va Servito... «



    Gli avevo voltato le spalle. Lo odiavo per il semplice motivo che sembrava avesse sempre lui dei problemi, ma in fondo non potevo biasimarlo: lui ne parlava sempre, io mai, non caricavo mai nessuno dei miei problemi, ma c'era un limite a tutto. Il suo rifiutarsi di parlare a Shiltar per motivi a me ignoti, mi sembrava un capriccio e questo non lo concepivo neanche da un kiriano Vero, figuriamoci da un... non-Vero kiriano.

    Finalmente me ne ero liberato, ma conoscendo il suo essere impulsivo e soprattutto la sua forza, mi sarei aspettato una reazione a dir poco disastrosa per me, ma poco importava: segnavo tutto.
    D'un tratto mi ritrovai Itai nuovamente davanti. Era il momento della ramanzina, poco ma sicuro, e di certo non sarebbe stata una semplice strigliata a voce, ma ci avrebbe messo lo zampino per così dire del Jinkucoso. In quel momento non sapevo cosa mi diceva il cervello, ma ero pronto a combatterlo fino alla morte, consapevole del fatto che era forte e veloce almeno il doppio di me, così rapidamente cominciai ad impastare del chakra, il quale si mosse verso l'addome, nel momento in cui vidi come stringeva il pugno.

    Impossibile evitarlo: indurii l'addome e il chakra mi diede una mano (Resistenza: 375 + Medio Basso -> 600). L'impatto fu devastante: mi fece sputare dapprima della saliva, poi mi mozzò il fiato, facendomi cedere lentamente le ginocchia, ma qualcosa mi tenne in piede, ovvero la zampa di una bestia selvatica davanti a me. Era tutto un poco annebbiato, ma vidi chiaramente che caricava un altro pugno, altrettanto devastante. Questa volta il chakra non si mosse e neanche gli addominali, così lo subii a pieno, sputando sangue. Buttavo fuori aria, ma non ne riprendevo. Caddi in ginocchio, ma non con la faccia a terra: la solita sfortuna. Un calcio questa volta mi colpì in pieno, alzandomi dal terreno e facendomi ricadere pesantemente a terra di schiena.

    Niente era più sotto controllo: il chakra inesistente, lo stomaco e la respirazione inesistente. Solo il cervello c'era, per il semplice motivo che ragionava, cercava di capire le parole che Itai aveva detto e che adesso tornavano tutte insieme alla mente. D'un tratto spalancai gli occhi, rimanendo comunque immobile a terra impossibilitato a muovermi: il fatto stesso che si era considerato un mio superiore mi aveva colpito nell'orgoglio, così d'impulso risposi, ignorando una qualisiasi conseguenza alle mie parole. "Non sei..." Sussurrai, ma sicuramente il ninja mi avrebbe sentito. "...il mio superiore. Non ti ho mai riconosciuto come tale e mai ti riconoscerò. Non sei Nessuno!" Se Itai si fosse voltato, avrebbe sicuramente notato qualcosa di strano in me: in quelle condizioni, l'unica cosa viva e ancora sana era lo spirito omicida che albergava nei miei occhi, i quali puntavano il ninja come per perforarlo.

    Dopo una decina di minuti mi risollevai a fatica, quando ormai Itai era lontano. Appoggiandomi al Tridente mi diressi lentamente all'ufficio di Shiltar, con la mente nuovamente dedicata a ciò che avrei dovuto chiedere al mio Sensei, unico superiore che io abbia mai conosciuto e soprattutto Riconosciuto.

     
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