spogliarello fatto!!!

Indossato nuovamente il kimono, dopo che ebbi coperto le mie nude spoglie e lo spirito acquietato, fui pronto a lasciare quello stanzino, assieme alle mie armi che avrei ripreso non appena mi sarebbe stato consentito.
ah però, hai davvero un bel culetto... il ghigno del drago del sud, il più folle dei draghi era udibile solo nella sua testa. perchè non lo condividi con gl'altri abitanti della nebbia, Etsukino?

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perchè non tutti apprezzerebbero come te, coglione.
avrei abbandonato lo stanzino scortato dal guardiano, non pensavo sarebbe riuscito a mantenere la calma, dopo quella provocazione, mi aveva stupito. che gli fosse piaciuto lo spettacolo, beh in tal caso, avrei reclamato la mia tariffa.
intanto ci facevamo largo tra la nebbia di Kiri l'uno accanto all'altro. Rispose anche alla domanda che gl'avevo fatto in precedenza sul Mizukage e la risposta mi turbò non poco, lo ammetto.
anche l'ultimo baluardo di Kiri era caduto, l'ultimo ricordo che lo legava al passato e alla nebbia era scomparso. Potevo far qualcosa per lui? dovevo raccogliere informazioni. Infondo era mio dovere, tentare.
come sarebbe a dire scomparso? e non avete provato a cercarlo? cazzo avete nominato subito un'altro Kage senza assicurarsi che il vecchio fosse morto?
avevo forse perso l'eggermente il mio attegiamento glaciale a discapito di un barlume di umanità che provava ad affiorare dalla dura superfice incrostata del mio lontano passato.
intanto ci avicinavamo al quartiere del mio clan, il ragazzo mi aveva fatto anche il nome del nuovo Kage, che così su due piedi non mi pareva di aver ne mai udito ne incontrato. ci sarebbero state occasioni per farlo.
non appena sopraggiunse l'altra domanda mi bloccai, quasi come sottilissime lame d'aria mi avessero trafitto il petto, lasciandomi una dolorosissima e al contempo aleatoria, sensazione di sofferenza.
titubai qualche secondo, il tempo necessario a riprendermi da quella sensazione e riordinare le idee. sarei dovuto essere sincero? inventarmi una storia?
tutto questo tempo dici? che ironia della sorte e io che pensa un pò, lo definirei non abbastanza...
questo tempo l'ho dedicato a me stesso ragazzo, alla ricerca di chi ero, di chi avrei voluto essere e al raggiungimento della consapevolezza del chi sono.
non era semplice il concetto e non ero sicuro che lui volesse e potesse seguire il mio ragionamento, probabilmente avrebbe liquidato quelle mie esternazioni con un silenzio, credendomi un eccentrico o peggio ancora un folle... che Masamune m'avesse contagiato con la sua millenaria follia?
son stato a Genosha, ad espiare le mie colpe, ad affossare nel gelo i miei tremendi segreti e tentare di sopravvivere... e quindi eccomi qua
eravamo ormai giunti a destinazione, alzai lo sguardo al cielo e mi sorpresi, la nebbia si era leggermente dissipata e lasciava filtrare flebili raggi lunari. quasi un augurio, un segno di speranza, un barlume di probabilità.
mi appoggiai all'uscio e la porta si sposto, lasciando intravedere l'interno dell'abitazione.
bene, io sono a casa... visto? alla fine non ero così temibile.
chinai leggermente il capo in segno di saluto e se il ragazzo non avesse avuto altro d'aggiungere, come credevo che fosse, sarei entrato lentamente, chiudendomi la porta alle spalle.
era tardi e non avrei voluto per alcuna ragione, svegliare il vecchio Auron.