Penso che mi abbia frainteso. Risposi al giovane guardiano.
La mia non doveva certo essere una minaccia, è solo che conosco bene il vostro kage e so quindi quanto possa essere severo.Se le ho detto quelle parole è solo perché non voglio che le accada nulla.Attesi, neanche troppo, l'arrivo di Kensei. Il felino che il giovane sulle mura aveva mandato era stato rapido, pertanto lo ringraziai con l'accenno di un inchino quando vidi comparire nel cielo la figura del mizukage, avvolta da un brulicante stormo di creature della notte, una nuova abilità di cui non ero a conoscenza, evidentemente.
Guardai immobile l'uomo nella nera armatura venire poggiato a terra come se pesasse non più di una piuma ed ascoltai in silenzio le sue gelide parole, degne del sovrano di un posto freddo come Kiri.
A volte un uomo solo è quanto basta, non pensa, mizukage? Portai lentamente le mani al volto e cominciai a slacciare la maschera del lupo.
Mi assicurerò di ripagare la sua perdita a peso d'oro... Tolsi quindi la protezione che copriva il mio volto
...padre. 
Se conoscevo il carattere dell'uomo che avevo davanti, e fidatevi,
lo conoscevo, avrebbe lasciato che fossero le sue preziose lame a chiarire i suoi dubbi.
Vedi di non mirare al collo. Dissi indicandolo con l'indice.
A Cantha lo hanno fatto più volte e non ho gradito. Portai quindi le mani alle spalle e mi tolsi il soprabito, lasciandolo cadere a terra, per poi passare a slacciarmi la maglia e spostare quanto bastava la cotta sotto di essa per poter esporre la base destra del collo.
Se chiunque può conoscere il mio volto, quanti possono dire di sapere di questo? E quanti possono sapere perché mi unisce a te? Con una torsione del busto rivelai a Kensei la voglia a forma di stella impressa sulla mia pelle.
Sono qui per il tuo aiuto, ma non ne voglio parlare all'aperto. 
