Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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    Probabilmente quando Luis aveva sentito parlare del palazzo del Mizukage e del fatto che fosse Shiltar a risiedervi, non aveva chiesto specifiche sulla "natura" del palazzo stesso, poiché, se cercava un giardino era ben lontano dalla realtà, come poté scoprire arrivando davanti al palazzo.
    Non c'erano giardini, ma un fossato con acqua e tanti coccodrilli che ci sguazzavano felici e l'unico modo per raggiungere le porte del palazzo era un ponte che sembrava fatto d'ossa.

    Una volta entrato a Palazzo, dopo aver bussato, il Mikawa si sarebbe trovato in un ambiente decisamente ridondante nel ricalcare il concetto di "ossa lavorate" in tutto, dalle sedie, alle scrivanie ai mobili, tutto sembrava fatto con delle ossa.
    Quando poi Luis si fosse presentato ad uno degli impiegati lì presenti chiedendo d'incontrare Shiltar, bé, date le sue evidenti origini non kiriane, l'impiegato gli avrebbe chiesto di attendere, mentre andava ad informare il Mizukage, invitandolo ad accomodarsi su una delle comode poltrone a mò d'ossa che adornavano la sala principale del palazzo.
    "Prego, aspetti qui...", avrebbe semplicemente detto, sparendo poi verso un corridoio.

    Il Sandaime Mizukage, dal canto suo, era in ufficio, diviso fra tre azioni diverse: cercare di mettersi al passo con la burocrazia, cosa che trovava noiosa fin dai tempi in cui era stato amministratore; intagliare un piccolo portapenne d'ossa, residuo del pasto che aveva dato ore prima ai suoi coccodrilli; cercare di recuperare un pò del sonno che avere tre bimbi neonati in casa, ruba in modo quasi obbligatorio.
    Quando l'impiegato bussò nel suo studio, Shiltar era occupato principalmente con la seconda delle tre cose da fare, ma, non appena sentì il nome di chi lo cercava e ricevette una vaga descrizione del suo aspetto, il Kaguya lasciò stare tutto il resto: "Fallo entrare subito, sarà un piacere rivederlo!"

    Ed in effetti Shiltar non vedeva Luis dai tempi del secondo torneo di Oto, parecchio tempo prima, ed il Mikawa era una delle tre persone, ormai ridottesi fra la morte di Yami ed i recenti dissapori con Febh, di tutto il Suono di cui gradiva la presenza.

    Fu così che l'impiegato tornò dall'otese, "Prego, mi segua, il Mizukage la attende.", avrebbe detto, accompagnando Luis nello studio di Shiltar; lì il chunin del Suono avrebbe trovato il Kage della Nebbia, di poco, forse, cambiato nell'aspetto, in una stanza dove la "fantasia" d'ossa era a dir poco ossessivo e con la grossa Falce di Luna poggiata al muro dietro la poltrona del Kaguya stesso.

    "Luis, che piacere rivederti dopo tutto questo tempo!
    Sono... bé, anni, che non ho tue notizie, come va? Cosa ti porta a Kiri?"
    , sarebbero state le sue prime parole, decisamente cordiali, mentre invitava l'altro a sedersi su una delle poltrone antistanti la scrivania.
     
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    Guardandomi attorno non potevo certo dirmi indifferente alla scelta stilistica dell'arredatore, che non faticai a pensare fosse lo stesso Kaguya con cui a breve avrei avuto modo di conversare, speravo, ma altrettanto onestamente si trattava di un ambiente vagamente inquietante, non certo il posto dove avrei scelto d'incontrare un ambasciatore ma, al più, rinchiudere un nemico.
    Attesi, restando in piedi al centro dell'ampia sala, soppesando con lo sguardo ogni singolo pezzo del mobilio e scoprendone all'interno -con una certa semplicità- ossa di natura umana per lo più ed un brivido freddo mi corse lungo la schiena.

    " Prego, mi segua, il Mizukage la attende. "
    Mi ritrovai decisamente compiaciuto del poter vedere una vecchia conoscenza senza troppi preanboli, nonostante si trattasse di una figura di spicco all'interno di Kiri, feci quindi un cenno d'assenso all'impiegato, seguendolo come un'ombra fino all'ufficio di Shiltar e non potei nascondere un'espressione di sorpresa nell'adocchiare la grossa arma alle spalle del Kage. « Decisamente molto tempo in effetti. »
    Sfilandomi il mantello, che adagiai senza troppi complimenti sullo schienale di una poltrona, presi posto in un'altra dirimpetto all'uomo e con non poca sorpresa, nonostante la fattura, la trovai decisamente comoda. La spada ancora avvolta nel tessuto poggiata a lato del sedile d'osso, sorrisi. « Diciamo che sono in cerca di validi maestri di spada ed ho sentito raccontare di almeno due noti clan qui alla nebbia, ho sfruttato quindi il pretesto per cercare una vecchia conoscenza, ma ho trovato un Kage. » Feci spallucce. « Ti trovo bene, Shiltar. »
     
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    Shiltar fu ben lieto nel rivedere Luis Mikawa, sorrise nel vederlo, malgrado si portasse dietro un'arma in giro per Kiri, ma da tempo aveva capito che i guardiani alle Mura non è che brillassero sempre per la qualità del loro lavoro.

    "Grazie, anche tu sembri stare bene.", fu la prima replica dopo le parole dell'altro, "E' da tanto che non ho più tue notizie, nemmeno sui canali ufficiali accademici, m'ero chiesto che fine avessi fatto, dubitando che tu fossi il tipo che stava chiuso ad Oto senza far alcunché di rilevante per tutto questo tempo.", aggiunse.
    Un modo gentile per chiedere cosa l'altro aveva fatto in quei suoi anni di "disapparizione" dai rapporti accademici, tralasciando che Shiltar, dopo la promozione a Mizukage, aveva scoperto che pure Luis, così come Horobi di Suna, era stato proposto per la missione a Laa, ma avevano entrambi rifiutato, così da permettere l'accesso a Xander Hyuga, ai tempi.

    "Posso offrirti qualcosa? Principalmente, ho del thé...", avrebbe aggiunto poi, piccolo effetto dell'interagire con più gente aveva portato allo sviluppo di questa forma di ospitalità.

    Se Luis avesse accettato, il Kaguya gli avrebbe offerto del thé che aveva in una teiera lì in stanza, superfluo descrivere cosa richiamavano le tazze come forma ed aspetto.

    In ogni caso, poi, Shiltar avrebbe continuato con quello che, a ciò che aveva capito, era il primo interesse dell'altro: "Per i clan di spadaccini, sì, ce ne sono due, i Kakita ed i Kenkichi, ma temo che se cerchi dei praticanti potresti restare insoddisfatto.
    Non ci sono più dei Kakita attivi al villaggio, l'ultimo, un chunin che era stato mio allievo, è stato dichiarato disperso mesi fa.
    Per i Kenkichi, invece, direttamente l'unico rappresentante del clan, acquisito, è un genin, quindi temo che ne sappia meno di te, sull'arte della spada.
    Io, dal canto mio, mi sono concentrato più sulle Falci, quindi non posso esserti di grande aiuto in questo senso, mi dispiace."
    , lo avrebbe informato, spiacente di non poter essere di maggior aiuto al forse unico otese in vita che aveva in simpatia.
     
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    Notai lo sguardo dubbioso del Kaguya sulla spada, ma non dissi nulla dato che l'altro soprassedette per primo sull'argomento ed attesi la fatidica domanda che tutti, prima o poi, mi ponevano. Una volta di più avrei dovuto trovare un modo elegante per non dire nulla e, nuovamente, mi appuntavo mentalmente la necessità di trovare una scusa universale come alibi per la mia sparizione dai riflettori. « Diciamo che mi ero stancato delle responsabilità verso gli altri, ed avendo Shinodari come spalla mi son potuto permettere una vacanza che, poi, si è dilungata talmente tanto da farmi pensare morto persino dai miei compratrioti. » Risi divertito della cosa, in effetti nessuno era mai venuto a cercarmi e certo non mi ero nascosto, però tutti supponevano che dovessi mandare qualche cartolina a casa per far sapere che stavo bene.

    Rifiutai cortesemente il thè, una bevanda che mi stava venendo a noia da qualche tempo « Come se avessi accettato. »

    Ascoltai poi con un certo amaro in bocca la situazione attuale dei rinomati spadaccini di Kiri, chiedendomi dove sarei dovuto arrivare per trovare qualche valido insegnante o avversario, perchè no, se nemmeno la leggendaria Nebbia annoverava quello che agognavo tra le sue fila. « E' davvero spiacevole come situazione. Ero convinto di andar a colpo sicuro nel cercare un maestro di spada alla Nebbia, ma evidentemente i tempi son davvero cambiati. Ma riesci a maneggiare veramente quella cosa? » Indicai la grossa arma alle sue spalle, sollevando appena il sopracciglio assecondando il mio dubbio nel tono della voce. « Ingombrante sarebbe un eufemismo. Però per un artista eccentrico, nulla di speciale. Tra le ossa ed il fossato con i coccodrilli, ci si abbina bene pure una falce di quelle dimensioni. » Dissi in simpatia, dandomi ancora uno sguardo attorno in cerca di qualche altra particolarità del Kage.
     
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    Shiltar ascoltò la risposta dell'Otese alla sua curiosità: "Un privilegio che non ho mai avuto di potermi prendere una vacanza, quand'ero amministratore... forse perché Kisugy ci ha pensato prima di me, ai tempi in cui amministravamo assieme...bella pensata, spero che il tempo speso ti abbia dato modo di riposarti e, magari, d'apprendere anche qualche nuovo trucco.", fu la replica del Kaguya con genuina cordialità verso le parole dell'altro.

    Quando poi Luis, dopo aver rifiutato il thé, fece le sue osservazioni prima sugli spadaccini mancanti e poi sulla Falce di Shiltar, il Mizukage sorrise: "Bé, se è per questo, nei piani sotterranei del palazzo ci tengo anche altri coccodrilli, quando ho un pò di tempo libero e mi annoio, li vado a nutrire e li allevo io... secondo te, la maggioranza di queste ossa come le recupero?", scherzò, seppur in senso lato, il Kaguya, indicando il mobilio del palazzo.
    "Comunque la mia Falce di Luna non è poi così ingombrante, a saperla usare, anzi risulta persino comoda se hai nemici su una media distanza, tanto più che, come sai, per le brevi distanze non ho grossi problemi a combattere e difendermi anche senza.
    Poi ti lascio immaginare quanto male possa fare quando prende in pieno l'avversario."
    , concluse Shiltar con un mezzo sorriso in volto, memore delle volte in cui l'aveva usata ed era andato a segno.
     
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    Messaggi dalle Mura
    Un Febh ci attacca!
    Più o meno.


    Lasciammo le mura in fretta, io per qualche secondo osservai l’ultimo arrivato ma poi, con Ryutuski e Keith mi diressi dapprima all’Amministrazione, dove Keith si separò dal gruppo e poi, con Ryutsuki, fino all’incantevole palazzo di Shiltar. Quel trionfo di arte macabra dove quel pazzo di un Mizukage intendeva far crescere i suoi figli.
    Ok che magari non era proprio l’uomo che ispirava luoghi verdi, rigogliosi e pacifici, non era sensibile e probabilmente non aveva nemmeno un ottimo gusto in termine di architettura in quanto più impegnato a lucidare la sua falce che a pensare a colonne e capitelli, tuttavia le ossa erano troppo.

    « Ignora le ossa, altrimenti lo prendi per pazzo »


    Dissi a Ryutsuki. Entrai nel palazzo con la solita prassi e mi diressi fino dinanzi alla porta del Kage, dicendo al solito segretario dall’aria severa che c’era un’urgenza da affrontare alle mura e che dovevo parlare urgentemente con Shiltar. Quando la porta si aprì posai una mano sulla spalla di Ryutsuki.

    « Ryutsuki, ho necessità di fare quattro chiacchiere con il Kage in privato. Due minuti, è una cosa abbastanza urgente »


    Quindi entrai, richiudendomi la porta alle spalle. Mi avvicinai alla scrivania di Shiltar e sospirai appena. Ogni volta che entravo lì era perché era successo qualcosa. Ero un po’ un portatore di brutte notizie, sia per Shiltar che per Fujiko.

    « Allora, c’è Febh Yakushi alle mura che quasi litiga con Fujiko. Dovresti andare a parlarci e soprattutto, dovresti tener conto che c’è un individuo che forse sta commettendo qualcosa qui a Kiri » sospirò appena« Non ne sono certo, ma diciamo che si era presentato alle mura con un nome non suo e con una faccia non sua. Ci sono ninja che devono comportarsi così, ma per me ninja che nascondono la loro identità anche agli alleati non sono degni di rispetto e non sono degni di fiducia. » feci una piccola pausa « Questo ninja di Oto è entrato e lo sto facendo pedinare da due mie copie e fin’ora, se le copie non sono state ancora distrutte, vuol dire che non è successo ancora nulla. Ne ho parlato con Fujiko e abbiamo mandato una lettera all’Amministratore Yakushi di Oto per farci sapere se questo “Jin” è davvero un loro ninja – a quel punto i sospetti non avrebbero avuto molta ragione d’essere, visto che Oto non ci manderebbe terroristi, fino a un certo punto – ma molto gentilmente ha dato del piccione al Re dei Tengu. Ora è arrivato senza invito e ti chiedo di parlarci, ma Fujiko ha qualcosa in mente, non so di preciso cosa, ma assecondola »


    E la cosa era grave. Se Itai Nara si fidava di Fujiko, vuol dire che doveva essere davvero importante la questione, oppure semplicemente che c’era qualcosa di premeditato. Mi strinsi nelle spalle e tornai alla porta, aprendola e lasciando entrare Ryutsuki.

    « Prima però Shiltar parla con Ryutsuki, deve dirti qualcosa. Ryutsuki, se hai bisogno di una mano fammelo sapere, tanto Shiltar saprà dirti dove abito. Ci si vede! »


    Tornai quindi verso casa, mentre, silenziosamente, attendevo il responso di una delle mie due copie. Speravo sinceramente che fosse tutta una farsa e che l’unica spesa per Kiri fosse stata il mio chakra. E sai che spesa!


     
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    Sorrisi quasi divertito alle repliche del Kaguya, dopotutto -nonostante il modo in cui ci eravamo conosciuti- era una delle persone su cui avrei fatto più affidamento. Non potevo certo considerarlo un amico, ne un confidente, ma era una delle poche persone meritevoli di fiducia in caso di necessità.
    Negli anni avevo deciso di separarmi dal mondo, isolarmi per accrescere il mio potere e quasi mi annientai con le mie stesse mani, ma l'atteggiamento assunto in quel periodo della mia vita mi aveva regalato una capacità particolare di valutare le persone sul campo di battaglia e da quel momento le impressioni che più tenevo da conto erano quelle che avevo nel pieno dell'azione.

    Mi alzai, porgendo la mano a Shiltar. « A questo punto direi che devo ricominciare la mia ricerca altrove. E' stato un piacere rivederti Shiltar e sono lieto di constatare che almeno le mie valutazioni sul valore di una persona non sono state così errate. » Era divenuto Mizukage ed ero convinto che ci fossero pochi altri traguardi che potessero rivaleggiare con esso in quanto a conferma del mio pensiero.

    Sorrisi un ultima volta, appena prima di rivolgere la mia attenzione alla porta e riprendere il cammino in cerca di una lama con cui confrontarmi.

     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Cascate di Ryo
    Quattromila, all'incirca


    Hebi Junsei era un grande ninja, con un unico, irrimediabile difetto: era un Nukenin. Io non potevo stringere accordi con dei Nukenin così follemente ricercati dall’Accademia. Per questo avevo la necessità di preservare Kurohai dall’onta d’infamia che l’Accademia gli avrebbe affibbiato se per caso quel gruppo di Nukenin fosse rimasto a protezione di quel villaggio trasformandolo, di fatti, nel proprio covo.
    Hebi Junsei aveva già deciso di abbandonare Kurohai dopo la sconfitta di Enma (in quel momento la presenza di quei trentuno Nukenin era vitale), ma l’unico modo che aveva di redimere totalmente Kurohai era renderlo un’appendice dell’Accademia, un posto in cui gli Accademici – ma soprattutto Kiriani – avrebbero potuto trovare riparo se necessario (senza portare fin lì le loro sventure, ovviamente).
    Una postazione strategica per l’Accademia, insomma.
    Inoltre non potevo, da solo, finanziare quella missione. Avevo bisogno di soldi per armi, viveri e soprattutto della garanzia che l’Accademia avrebbe voluto che quel posto entrasse a far parte sotto la sua gilda.
    E che metodo migliore di una sana cascata di Ryo?

    Bussai alla porta di Shiltar e attesi risposta. Era a lui che dovevo chiedere. Non volevo disturbare Fujiko con quelle questione e tra i due (nonostante i trascorsi alquanto burrscosi) Shiltar era sicuramente colui con il quale avevo il miglior rapporto.
    Quattromila Ryo non si chiedevano a chi odiavi e ti odiava. Per quanto anche Kiri avesse potuto trarre vantaggio avevo paura che Fujiko bloccasse tutto solo per ripicca.
    Certo, non era la mia di vita in gioco, quanto quella di gente innocente, ma nell’ottica della ricerca certa del risultato, cheidere direttamente al Mizukage era meglio.

     
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  9. Fujiko M.
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    La Missione


    Fujiko era stata avvisata a riguardo di una missione ad Iwa. A lei toccava scegliere, magari assieme al Mizukage, chi mandare. Trattandosi di un compito d'infiltrazione le venne in mente Ao Yotsuki. Già a suo tempo l'aveva messo alla prova e si era comportato decentemente. Pertanto quello era il nome candidato.
    Secondariamente, nel caso, pure lei, che da tempo mancava ad una missione, poteva avere alcuni interessi in essere.

    Pertanto, giunta da Shiltar, mezz'ora dopo aver ricevuto la convocazione, con in mano il plico informativo, gliene avrebbe parlato.

    Si fece annunciare e, una volta dentro, parlò.

    « Shiltar, buongiorno! Mi è appena arrivata la richiesta di partecipazione ad una missione ad Iwa. Si tratta di un'infiltrazione. E avrei pensato a due nomi. Ma prima di questo, tutto bene? Ti vedo un po' impigrito ultimamente, o sbaglio? » domandò tanto per sostenere un po' di conversazione.

    Poi sarebbe giunto il momento di informare Shiltar dei nomi.

    « Avrei pensato ad Ao Yotsuki. Mi son permesso di chiamarlo a palazzo. Se arriva in tempo magari lo possiamo già informare dei fatti, sempre che sei d'accordo. In alternativa mi proporrei io, anche se non nascondo che mi piacerebbe partecipare a prescindere mancando dalla scena da ormai troppo tempo...sai com'è andata, no? »

    Sorrise. Il desiderio di andare in quel paese di certo non le mancava.

     
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    Falce dei Kaguya


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    Pre - giocata alle Mura: Luis & Itai

    La chiacchierata con Luis finì di lì a poco: l'otese si alzò, dopo le ultime scherzose parole del Mizukage per salutarlo e riprendere le proprie "ricerche".
    "E' stato un piacere anche per me rivederti, Luis. Torna pure quando vuoi qui a Kiri, chissà che non ci sia qualche spadaccino in più da poterti presentare.", replicò cordialmente, ricambiando la stretta di mano dell'altro, con parole che, verosimilmente, il Kaguya non avrebbe detto poi a così tanti otesi, specialmente negli ultimi tempi.

    Andato via il Mikawa, comunque, non ci volle molto perché arrivasse qualcun altro: Itai, assieme ad un ragazzino che Shiltar aveva già incontrato, ma non con il Jinchuuriki.
    Fu comunque proprio il Jinchuuriki il primo ad entrare, lasciando il ragazzino alla porta, per parlare di qualcosa di più "privato": c'era Febh alle Mura, a causa di una qualche situazione riguardante un ninja otese arrivato a Kiri giorni prima sotto falso nome e con una maschera in viso.
    "Prima di tutto, definire Oto e Kiri alleati potrebbe essere un'esagerazione... diciamo che si dovrebbe tentare di non aizzarci l'uno contro l'altro, come villaggi, cosa che, da ciò che mi pare di capire, qui non si sta facendo molto bene...", esordì dopo il resoconto Shiltar, "Secondariamente, io ora andrò alle Mura, ma poi vorrei spiegato perché avete fatto entrare un ninja sospetto, per cercare delle conferme da Oto, anziché dirgli semplicemente di andarsene.", concluse.
    Sul commento che Febh aveva offerto all'evocazione di Itai, c'era poco da dire, lo Yakushi era da sempre una persona "volubile".

    In ogni caso, prima di andare alle Mura, il Kaguya avrebbe dovuto ascoltare ancora le richieste del ragazzino che Itai s'era portato dietro, qualunque essere fossero...

    Post - giocata alle Mura: Itai

    Un giorno come un altro a palazzo: la questione alle Mura in qualche modo era stata conclusa, non c'erano grandi missioni all'orizzonte e poco di più da fare a palazzo, o almeno questo sembrava, poiché Shiltar stava, al momento, scribacchiando su un piccolo documento, elaborando qualcosa, un'idea che ancora doveva avere una piena forma, ma che, possibilmente, avrebbe potuto portare un aiuto a lui, direttamente, ed indirettamente anche a Kiri.
    Questo scarabocchiare andò avanti, però, finché non bussarono alla sua porta: "Avanti.", fu la sua semplice risposta, richiudendo il foglio, per poi sistemarlo assieme agli altri, mentre vedeva entrare Itai.

    "Spero niente otesi alle Mura che reclamano per loro shinobi che abbiamo fatto entrare e non vogliamo più far uscire...", fu la prima osservazione del Kaguya, in attesa di sentire cosa l'altro avesse da dire.

    Post - giocata alle Mura: Fujiko

    Altro giorno, altro annuncio di qualcuno alla sua porta: stavolta era "Fujiko", che si presentò annunciando di una missione d'infiltrazione ad Iwa, qualcosa di cui il Mizukage aveva già letto, dato il suo interesse per quei territori legato ai fatti avvenuti con quelli della Zanna, ma, nello specifico, quella missione non gli interessava: certo la Mishima aveva a che fare con quelli della Zanna, ma infiltrarsi non era il campo del Kaguya, che sperava più di reincontrare il Sanga ed i suoi compari per "infiltrare" qualche osso nelle loro teste.

    Speranze personali a parte, quando il "Fu Godsan", dopo aver accennato a due nomi, gli chiese come stesse e se non era divenuto pigro, Shiltar indicò il mobilio attorno e replicò solo: "Pensi che le poltrone ed il resto si disossino da soli? Qualcosa da fare la trovo sempre.", aggiungendo un sorriso alla fine di quella banale affermazione, "Tu? Incitato qualche altro incidente diplomatico?", chiese poi con estremo garbo.

    Finite le conversazioni iniziali, poi, si arrivò ai nomi da proporre dell'amministratrice: Ao Yotsuki e Fujiko "stessa".
    Shiltar non aveva molto da ribattere, se non un semplice avviso: "Se la missione riguarda ciò che penso, le tue capacità investigative potrebbero decisamente essere utili, se ben combinate con quelle d'infiltrazione che Ao possiede grazie alle arti dei Tokugawa, sì, come coppia da inviare potreste andare bene, niente da ridire. Spero comunque che non vi troviate davanti ai ninja che temo ci siano da quelle parti, potrebbero essere un filino sopra le vostre capacità belliche.", osservò, con una leggera nota di preoccupazione nel finale, considerando ciò che già sapeva su Iwa e sugli avvenimenti che avevano portato alla richiesta di quella missione, informazioni che, probabilmente, ai due sarebbero anche potute servire.
     
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  11. Kuronekochan
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    Panico e Paura.
    Nell'antro del mostro.


    Giravano strane storie sul Mizukage. C'era chi diceva si dilettasse a catturare i Ninja meno accorti per poi spolparli letteralmente, così da usare le loro ossa per creare suppellettili di dubbio gusto. C'era chi giurava fosse un chirurgo diventato pazzo durante la guerra e vagasse per il suo lugubre palazzo sbraitando oscenità in preda ai fumi dell'alcol. Altri invece raccontavano di come amasse torturare le sue vittime dandole impasto a degli orrendi coccodrilli, con i quali poi intratteneva relazioni ai limiti dell'ambiguità. Beh, in realtà non erano in molti a raccontare queste turpi leggende. In realtà lo faceva soltanto un Ninja. Com'è che si chiamava? Aveva una nome bizzarro.. Pieno di vocali.. Bah, impossibile ricordarlo. Era comunque facile immaginare come mai il messo accademico fosse terrorizzato alla sola idea di trovarsi al cospetto di un personaggio tanto inquietante. Ma aveva fatto un voto di fedeltà ed era pronto a tenervi fede anche a costo della vita! Quel messaggio doveva essere recapitato, e sarebbe stato lui a farlo. Sì, sarebbe stato proprio lui! Proprio lui stesso medesimo. Proprio.. Merda.

    Era trascorsa ormai una decina di minuti, duranti i quali era rimasto fermo impalato di fronte alla porta dell'ufficio. Indossava la classica casacca nera con cappuccio, ma non riusciva comunque a nascondere il suo evidente disagio. Doveva bussare ed attendere oppure poteva lasciare il rotolo a terra e scappare via? La seconda ipotesi era sicuramente migliore, ma che avrebbe fatto se fosse caduto in mani sbagliate? Magari quel pazzo l'avrebbe inseguito fino al suo Villaggio per poi massacrarlo nella notte! E nel frattempo? Sicuramente l'ansia l'avrebbe distrutto, costringendolo a lasciare il lavoro, soltanto per perdere il rispetto dei suoi amici e della sua famiglia. Magari alla fine sarebbe stato proprio lui a togliersi la vita. No, doveva rischiare. In fondo, se proprio doveva crepare, era meglio farlo da uomo. Alzò il braccio, e dopo l'ultima esitazione batté due colpi decisi.

    Un messaggio per l'onorevole Mizukage! - Non attese risposta e spalancò la porta. - Porto questo messaggio urgente da Konoha e devo recapitarlo a Shiltar Kaguya in persona! - Parlava tutto d'un fiato senza pause. - Ma se non torno subito a casa dei criminali cattivissimi uccideranno la mia famiglia! - Ormai la tensione era tanta che stava quasi urlando. - Quindi ora vado, grazie ed addio!


    Lasciò il rotolo a terra e corse via. Nessuno lo rivide mai più. A Kiri.

    SPOILER (click to view)
    Shiltar mi duole doverti disturbare per una questione personale. Tuttavia è di vitale importanza per la mia persona e confido nella nostra amicizia per una tua pronta risposta positiva. Non ho modo di poterti spiegare nel dettaglio tutta la situazione e onde evitare spiacevoli inconvenienti temo di dover mantenere la missione il più riservata possibile.

    Tuttavia è indubbio che ti debba delle spiegazioni. Sto indagando su uno scomparso popolo per scongiurare una minaccia che a breve si riverserà inesorabile. L'Accademia tuttavia ha preservato i documenti di cui ho necessità sotto il segreto e solo un'alta carica può richiederne apertura e delega di visione.

    Mi rendo conto che delega da Konoha sarebbe più semplice ma in assenza dell'Hokage temo non avrebbe sufficiente peso politico se mi presento con una delega di Xander. Spero che con la risposta arrivi anche la tua delega a visionare i dati segretati in qualità di Kage sulle indagini della squadra Akuma e sull'Opera numero 167.

    Sul mio onore ne farò buon uso e se ti interesserà riferirò in merito non appena la situazione lo permetterà.

    Un abbraccio
    In fede

    Iron Tobi Inuzuka.
     
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    Pre-giocata alle Mura

    "Non sapevo che in quella lettera conteneva il mio destino. Pensavo di essere solo un semplice messaggero"


    Se credevo che abitare in un ala di un castello gotico circondato da una foresta in cui la notte era eterna fosse qualcosa di eccentrico, se credevo di aver visto tutto dopo aver incontrato il Kazekage, che tra l'altro mi immaginavo dormisse sopra una enorme cassa di lattine di birra, mi sbagliavo di grosso.
    Il Palazzo del Mizukage aveva degli interni... come dire?... alquanto “etnici”.
    Mentre seguivo mio cugino, cercai di non farmi troppe domande sulla provenienza del materiale utilizzato per costruire alcuni mobili.
    La faceva facile Itai a suggerirmi di ignorare le ossa, ma ad ogni mio passo avevo la spiacevole sensazione che, se qualcosa in quella missiva non fosse stato di gradimento per il Mizukage, avrei finito per essere il suo prossimo soprammobile otese.
    E di certo restare anche solo qualche istante in compagnia di quelle sculture così “espressive” non mi metteva allegria.
    Controllai come stava Ys all'interno dello zaino, mentre attendevo che mio cugino avesse finito di parlare con Shiltar sama, stando attento a non toccare nulla.
    Almeno lui riposava beatamente.
    Finalmente la porta si aprì e mi fu permesso di entrare.


    « Prima però Shiltar parla con Ryutsuki, deve dirti qualcosa. Ryutsuki, se hai bisogno di una mano fammelo sapere, tanto Shiltar saprà dirti dove abito. Ci si vede! »

    Annuii verso Itai.

    -Ti ringrazio.- dissi, rivolgendo un accenno di inchino.

    Una volta che se ne fu andato, mi ritrovai faccia a faccia con il Mizukage.
    Deglutendo a fatica, mentre osservavo nervosamente l'interno della stanza, cercai di rivolgergli un inchino formale.
    Beh, per quanto la situazione me lo permettesse.
    Mi venne il dubbio che quell'arredamento non fosse messo lì solo per bellezza.


    -Mizukage sama, mia sorella Shinodari mi ha inviato a Kiri come messaggero perché le consegnassi una missiva con la massima urgenza.- dissi, porgendogli la lettera che avevo precedentemente sfilato da una tasca segreta del corto kimono che indossavo sopra i pantaloni.


    Off GdR

    CITAZIONE
    Osservando la lettera Shiltar noterà che il sigillo è sensibile al chakra.
    Non appena le sue dita sfioreranno la missiva, il chakra ivi impresso rilascerà il sigillo rivelando il contenuto della lettera.


    SPOILER (click to view)
    "Nobile Shiltar,
    suppongo che vi siate posto alcune domande del motivo di questa missiva e del perché sia stato proprio Ryutsuki a consegnarvela.
    La spiegazione è piuttosto semplice: il bambino non può più risiedere ad Oto.
    E' qualcosa che avrei dovuto rivelarvi quando ci incontrammo a Suna, dopo la morte di Yami, ma le questioni diplomatiche hanno avuto il sopravvento.
    Tra di noi ammetto non è mai scorso buon sangue, ma vi considero uno shinobi d'onore.
    Quello che sto per rivelarvi, almeno per il momento, dovrà essere taciuto a Ryutsuki per il suo bene. Per quanto sia cresciuto in fretta nel nostro mondo, in realtà è molto più piccolo dell'età che dimostra.
    Tutto risale al secondo torneo di Oto, quello a cui voi partecipaste come osservatore per Kiri.
    Ryutsuki è nato qualche mese dopo di quell'evento.
    Nella realtà lui dovrebbe essere di solo qualche anno più grande dei vostri gemelli, ma ad Oto esistono segreti che permettono anche una crescita accelerata.
    Purtroppo fu una scelta forzata e ancora oggi ne porto il peso.
    Ma quando Yami se ne andò non ebbi il coraggio di dirgli che stava per diventare padre e nei mesi successivi caddi in una sorta di non vita.
    Non pretendo di essere perdonata per aver stravolto la normale vita di un bambino, semplicemente vi chiedo di aiutarlo a non pagare ulteriormente il prezzo della sua eredità.
    Non pensavo che avrebbe mai sviluppato l'eredità di suo padre, in fondo non era successo neanche a Yami che si risvegliasse.
    E, invece, mentre Ryutsuki si trovava a Suna è stato colpito da forti dolori alle ossa e da febbre alta. Non ci è voluto molto per capirlo, anche senza essere un ninja meidico quale io sono.
    In lui si sta risvegliando il sangue dei Kaguya.
    So che addestrare il figlio mio e di Yami sia qualcosa che va oltre ogni logica, però siete la sua sola speranza.
    Ad Oto non posso lasciarlo, ci sono persone che potrebbero sfruttare la sua eredità per il loro scopi.
    Vi chiedo di tenerlo con voi e di prenderlo nel vostro clan, facendone un Kaguya.
    In un certo senso è come se un debito fosse stato ripagato: un Kaguya per un altro Kaguya.
    E se per caso vi stesse chiedendo, se lo sapesse... purtroppo Yami è morto prima di poterglielo rivelare.
    Se non credete alle mie parole, basta che guardiate in volto quel bambino perché è a lui che più somiglia.
    Per favore aiutatelo, perché da solo potrebbe non sopravvivere a quello che gli sta succedendo.
    Per quanto abbia sbagliato con Ryutsuki è la persona a cui tengo maggiormente e spero che abbiate pietà di un innocente.
    Io non posso più vegliarlo come vorrei, ma sono sicura che a Kiri potrà trovare un luogo da chiamare casa.

    Shinodari Kazekumo."

     
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    Pre - giocata alle Mura: Ryutsuki

    Dopo che Itai lasciò le stanze del Mizukage, fu il ragazzino ad entrare, Ryutsuki, che dopo qualche breve, fortunatamente, convenevole, gli diede un messaggio da parte di sua "sorella" Shinodari.
    "Grazie... Ryutsuki, giusto?", replicò il Kaguya, prendendo il rotolo sigillato e non sottolineando le sue perplessità sul quell'essere "sorella" considerando che Itai chiamava Shinodari "cugina" ed i particolari famigliari dell'amministratrice di Oto non erano d'interesse del Mizukage... o almeno quello pensava prima di leggere quella missiva.

    Quando infatti una millesimale quantità di chakra permise di aprire il sigillo su quella lettera, il Kaguya iniziò a leggere, verosimilmente impreparato a cosa lo aspettava.
    Gli occhi di Shiltar lessero annoiati le prime cerimoniali chiacchiere della lettera, la noia divenne diffidenza e curiosità quando si accennava al ragazzino lì davanti che non poteva restare ad Oto e che ne avrebbero dovuto parlare già a Suna, il che era strano.
    Ancora più curiosa, la richiesta di non dire niente a Ryutsuki ed il successivo discorso relativo al torneo di Oto, finché non si arrivò all'assurdo, e gli occhi di Shiltar si spalancarono, a dir poco: il ragazzino davanti a lui aveva si e no tre anni ed era figlio di Shinodari e Yami!
    E, assurdo nell'assurdo, era stato cresciuto in maniera "accellerata", qualsiasi cosa ciò volesse dire.
    Il discorso poi non migliorò quando la missiva informava il Mizukage che probabilmente quel ragazzino stava sviluppando le abilità del suo clan, nonché clan del defunto Yami, e l'amministratrice di Oto gli chiedeva di occuparsene lui, addestrandolo e facendolo entrare nel clan.

    La prima conclusione di Shiltar fu che Shinodari aveva un sadico e perverso senso della vendetta, che nascondeva in mezzo a quelle parole, ne era certo; poi, però, si concentrò sulla ragazzino che aveva davanti... il figlio di Yami e Shinodari, idea che non era poi così assurda, non fosse che era un bambino di tre anni in un corpo di quanto? Una dozzina d'anni.
    Età a parte, la questione aveva un che di spinoso nel modo in cui porla con il ragazzino e, dato ciò, il Mizukage puntò ad una spiegazione diretta, ma non completa.

    La prima cosa che fece, fu richiudere la missiva e farvi scorrere una leggera scarica elettrica di chakra, riducendola in ceneri che, tranquillamente, lasciò cadere nel secchio della spazzatura, fatto d'ossa anch'esso, ovviamente, "Non ho come fare la raccolta differenziata.", fu la laconica spiegazione in quel gesto per il ragazzino, prima di alzarsi per guardarlo meglio.
    In effetti i lineamenti di Ryutsuki gli ricordavano quelli del genin che tempo addietro aveva abbandonato Kiri per seguire Mataza, il primo di tanti errori che non aveva perdonato a se stesso.
    "L'amministratrice Kazekumo mi diceva, in quella lettera che tu hai avuto dei problemi alle ossa...", esordì poi il Mizukage, "ed io ho una certa esperienza in quel campo.", aggiunse sorridendo, mentre tamburellava con le dita sulla scrivania, anche se forse quel tipo di umorismo poteva essere apprezzato più da Yami, quelle volte che i due avevano "amichevolmente" chiacchierato, che non dal ragazzino che ora aveva davanti.
    "E non parlo dei mobili.", continuò Shiltar, distendendo il braccio destro ed aprendo il palmo davanti a Ryutsuki, così che delle ossa ne fuoriusciscessero, circondando prima il palmo e poi il resto della mano, mentre altre andavano a coprire parzialmente il volto, cosa che di norma il Kaguya faceva per far smettere di piange i propri figli, quando Taeko non osservava. Ma forse non poteva essere particolarmente utile a mettere a suo agio Ryutsuki.

    "Questa, ragazzo, è l'abilità dei Kaguya ed in quella lettera, l'amministratrice di Oto ipotizzava che tu l'avessi ereditata, per poi chiedermi di addestrarti nella stessa e di farti entrare nel clan, dandoti ospitalità qui a Kiri.", spiegò il Mizukage, tornando del tutto serio, e richiamando le ossa all'interno del corpo: l'aveva sempre chiamata "amministratrice" dall'inizio della discussione, in fondo i rapporti di parentela fra lei ed il ragazzino lì davanti non erano una sua questione e poi definire la sua madre sua sorella aveva un che di contorto secondo Shiltar.
    "Devi essere, però, tu a dirmi se vuoi apprendere le abilità dei Kaguya e restare qui, o meno. Fra me e chi ti ha mandato qui non si può dire che scorra estrema simpatia, anzi ad essere sinceri preferivo i tre precedenti amministratori di Oto agli attuali, né lei, o tu, sapete cosa implica essere iniziati a queste abilità, ma se lo vorrai, di certo non ti negherò questa possibilità.", concluse.
    Era vero, Shinodari glielo aveva chiesto e lui non avrebbe scacciato il ragazzino, più per Yami che non per lei, ma né lei, né Ryutsuki (né Yami ad essere pignoli), sapevano cosa voleva dire iniziarsi alle arti Kaguya, giacché i metodi di famiglia implicavano aghi conficcati nel corpo per risvegliare le abilità, in grandi quantità.
    Stava quindi a Ryutsuki scegliere.

    Post - giocata alle Mura: La missiva

    In una tranquilla mattina a palazzo, qualcuno bussò alla porta dell'ufficio del Mizukage, peccato che Shiltar ebbe a malapena la possibilità di vederlo, poiché, forse fin troppo velocemente, lasciò lì una missiva, blaterando qualche contorta parola, per poi andarsene.
    Il Mizukage, leggermente perplesso, prese la lettera e la lesse: era di Iron Inuzuka, che non sentiva dai tempi della loro missione a Laa, nel continente di Smeraldo, peccato che del contenuto della missiva il Kaguya non ci avesse capito granché, se non che l'altra aveva bisogno di qualche informazione su non sapeva esattamente cosa.
    Fosse stata scritta da qualcun altro, probabilmente, il Kaguya l'avrebbe buttata senza pensarci, ma quella richiesta, necessitava di qualche informazione in più per essere soddisfatta, così, presi carta e penna, il Mizukage scrisse una missiva di ritorno, per avere maggiori spiegazioni.

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    OT: La missiva di ritorno sarà inviata via pm a "Kuronekochan", come suggerito dal "gestore" dell'account/OT
     
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  14. Fujiko M.
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    La Missione


    A quanto pareva Shiltar continuava a divertirsi con il mobilio. Quella sua ossessione doveva avergli fuso il cervello. Ma una cosa era certa. Se avesse mai dovuto fargli un regalo sapeva su cosa puntare.

    « Ma guarda che non lo faccio mica apposta » rispose in merito agli incidenti diplomatici. « Sono loro che mi cercano. E poi, se qualcuno non sa stare agli ordini, la colpa è solo mia? Comunque, sono qui per altro... » cercò di deviare l'argomento su qualcosa di più importante, per lui, in quel momento.

    Shiltar era già stato a Iwa e quindi conosceva l'ambiente meglio di Fujiko. Poteva dargli informazioni utili nel caso.

    « Dato che hai avuto a che farci, se potessi darmi le informazioni di cui disponi non sarebbe male. Potrei farne buon uso. Specie se le mie capacità fallissero. Cosa che non mi auspico. Ma che vuoi. Se la mia propensione agli incidenti diplomatici è così alta credo proprio di aver bisogno delle tue informazioni. »

    Era tutt'orecchi e aveva preso con se le carte ninja dove poter trascrivere ogni sorta d'informazione utile.

     
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    Post giocata alle Mura: Fujiko

    Alla replica sulle questioni diplomatiche, il Kaguya non fu certo particolarmente comprensivo: "Non sarà solo colpa tua, ma se tu sei l'amministratrice e non riesci a gestire nel giusto modo, con diplomazia, le questioni, allora la colpa maggiore è la tua e poi ne devi pagare le conseguenze.", parole dovuute principalmente al fatto che il Mizukage non aveva gradito come "Fujiko" ed Itai avevano gestito la questione dell'eliminatore di cadaveri otese.

    Parlando poi della missione ad Iwa, il Kaguya iniziò: "Sì, in effetti, più informazioni avete, meglio è.
    Fummo chiamati per quella missione in tre, io, Hoshikuzu Chikuma e Brando, entrambi di Suna, penso tu abbia presente il tizio pelato che s'é fatto esplodere a Suna, quello era Brando, mentre il Rosso a guardia dell'amministratrice Otori è Hoshi.
    Quella volta dovevamo scortare una carovana di merci di un'azienda della zona fino a Suna, ma lungo il viaggio siamo stati attaccati da quelli che non erano semplici briganti, ma ninja, seppur non particolarmente forti, eccetto un vero esperto in illusioni, che, con i loro trucchetti, ci hanno impedito di andare avanti nell'avanzata in tranquillità, oltre che avevano ipnotizzato, o qualcosa del genere, uno degli uomini della Kazama, la società che ci aveva chiamato.
    Tornati ad Iwa abbiamo scoperto che quei ninja, di un villaggio chiamato Zanna, avevano rapito tutti gli uomini della Kazama perché loro avevano dei mezzi per recuperare non so che arma.
    Questi tizi della Zanna sembravano avere il controllo anche sull'altra società più grossa di Iwa, la Mishima, e verosimilmente penso abbiano il controllo mentale anche sul dirigente di quella stessa società.
    Indagare su queste cose, penso, non dovrebbe essere impossibile, considerate le abilità tue e di Ao, ma se incontrate uno di quei ninja, potreste avere problemi.
    Ne ho incontrati tre: una kunoichi, Hinagiku, credo si chiamasse, capace di solidificare l'aria ed usarla per camminare sospesa dal suolo, difendersi, annullare persino voce, fuuton e katon.
    Un altro, l'esperto di illusioni, di nome Akira, ha un'abilità che gli permette di rendere reali le illusioni, provocando ferite vere, non solo illusorie sulla vittima, inoltre le sue sono illusioni perimetriche, a quanto abbiamo scoperto, quindi non basta il solo rilascio, se si resta dentro il territorio dell'illusione.
    Infine, il capo di quel gruppo, che si faceva chiamare il Sanga, era capace di dividersi in decine di pipistrelli ed attaccare con tecniche che avevano tutte un certo legame con quelle specifiche creature."
    , avrebbe spiegato, aggiungendo poi eventuali particolari sullo scontro e su come la strana scelta di Brando avesse rovinato l'equilibrio delle forze in campo allora.
    Non era molto compiaciuto delle ultime azioni diplomatiche del "fu Godsan", ma di certo non gli avrebbe negato notizie, poiché preferiva evitare di perdere due ninja del villaggio.
     
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220 replies since 5/10/2008, 19:33   4754 views
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