Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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  1. Fujiko M.
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    Kiri - Palazzo del Mizukage


    Fujiko rimase stupita dalle parole rivoltegli. Era irretita e non l'avrebbe data vinta nè a Shiltar nè a quell'altro tale. Stava scoppiando e il respiro le era aumentato. Di lì a poco poteva urlare ma cercò di respirare a fondo per rimanere il più calma possibile.
    Alla fine non ci riuscì e il risultato era una via di mezzo tra la risposta diplomatica e l'arrabbiatura. Ma probabilmente sarebbe stata più evidente quest'ultima.

    « E tutto questo perchè un idiota non mi da retta? Passi che sia fisicamente più forte di me ma ti ho già sollevato la questione che LUI » indicando a caso con il dito dietro di se « se ne frega dei miei ordini. Questo ancora non l'ha capito. E continua a fare di testa sua. Vuoi sapere una cosa? Mi sono stufato di parargli il culo. Perchè è proprio questo quello che ho fatto l'ultima volta alle mura. E' venuto da me con i suoi dubbi, con le sue idee e i suoi pedinamenti. QUINDI, è partito tutto da lui che non sa stare al suo posto a fare il suo. »

    Sbottò tutto in una volta, prendendo fiato prima di concludere più pacatamente « Poi, quello che ho fatto è tutt'altra storia. Di giustizia ancora non ne ho vista... » tagliò corto volendo entrare subito nel nuovo discorso.

    Argomento che portò Shiltar a raccontargli di cosa era successo ad Iwa tempo prima e di chi avevano incontrato. La Zanna era un nemico con al suo interno ninja probabilmente al livello di Shiltar o poco di più, o meno. Ma ugualmente temibili. Per cui Fujiko doveva stare bene attenta a non incontrarli. Cosa alquanto difficile perchè andava proprio in un territorio da loro controllato.

    « Mi stai dicendo che se ne trovo uno torno indietro su una cassa di legno? » domandò Fujiko.

    « Certo, è una missione diversa dalla tua ma ciò che mi hai detto mi mette ansia. »

    Fujiko ad ogni modo si era trascritta tutto sulle sue personali carte ninja. « Riesci a darmi una descrizione fisica dei tre tizi? » domandò prestando eventualmente ascolto e trascrivendo tutto.





    OT: Non necessito per forza di una descrizione fisica dei 3 ma se il tuo PG la sa basta fargliela "raccontare". Al più me la cerco io o la chiedo a Febh.
     
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    Shiltar ascoltò la lamentela di Fujiko/Godsan, anche se in quel momento non era certo da chi dei due provenisse a pieno, per quanto la personalità era pur sempre la stessa, il "fu Godsan" non aveva poi così tanto modificato il suo carattere con il passare del tempo, purtroppo.

    Ad ogni modo fu poi il Kaguya a dire la sua: "Se tu ed il tuo degno compare non riuscite a capire chi comanda chi, potevate, più semplicemente, avvisarmi che avevate fatto entrare un ninja otese mascherato ed io vi avrei tolto due dozzine di mesi di stipendio a testa e vi avrei detto di riaccompagnarlo per un orecchio alle mura e sbatterlo fuori, ma con la dovuta gentilezza... non penso ci voglia il grado jonin per decidere di fare ciò, con tutto che Itai ha il grado Jonin.", tagliò corto, prima di passare all'altro argomento della discussione.

    "Ti sto dicendo che se ne trovi uno, meglio che non gli fai sapere che provieni da Kiri, potrebbero proprio non farti tornare indietro.", rispose poi il Mizukage alla successiva domanda su quelli della Zanna, prima di iniziare a descrivere i tre tipi che avevano incontrato, per quanto, considerando com'era ben celata la kunoichi dei Chikuma, Shiltar sarebbe stato ben più ricco di particolari sull'aspetto del Sanga e di Akira, che non della loro terza compagnia di squadra.

    ----

    OT: Ok, considera di avere un'idea chiara dell'aspetto di due su tre ed una più generica della terza/OT
     
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  3. Grey Knight
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    -Pensato-

    <<parlato>>

    <<parlato>> (altri)



    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]




    ~Un giro turistico~



    continuazione di questa giocata

    -fantastico?!? io ho sempre trovato questo posto tremendamente inquietante-
    pensai dopo aver sentito il commento di seishiro, imboccammo il lungo ponte che pareva una colonna vertebrale estratta a forza da un gigante ed appoggiata sul fiumiciattolo.
    Entrammo nel palazzo dall'entrata principale, iniziai a districarmi tra i corridoi affollati dagli aiutanti del capo villaggio.
    Mi girai verso seishiro, il suo volto palesava il suo enorme entusiasmo, un sorriso da orecchio ad orecchio era comparso fin da quando eravamo entrati nel giardino del palazzo.
    Non appena mi girai mi trovai davanti una ragazza che per poco non presi in pieno, evitandola con un acrobazia
    <<scusa!>>
    le dissi mentre lei imprecava contro di me.
    Finalmente arrivammo davanti alla piccola porta sulla quale campeggiava la targhetta
    CITAZIONE

    UFFICIO DEL MIZUKAGE


    mi rivolsi a seishiro
    <<vediamo se riusciamo a trovarlo>>
    e bussai
    << è permesso? mizukage sama?>>

     
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    Un giorno come un altro al Palazzo del Mizukage: niente missioni o affini, solo carte da firmare e, nelle lunghe pause lavorative, ossa di intagliare e, di quando in quando, una passeggiata fino agli scantinati del Palazzo, dove Shiltar allevava i coccodrilli.

    Questo, almeno finché qualcuno non bussò alla porta del suo ufficio: una voce che non apparteneva ai soliti impiegati, né a nessuno dei tre shinobi a cui aveva affittato vecchi ripostigli nel palazzo, anche se affittare implicherebbe un pagamento che nessuno dei tre aveva mai dato.
    "Avanti!", disse semplicemente il Mizukage, a quella richiesta, vedendosi poi entrare quelli che apparivano come due giovani ninja kiriani, nel suo ufficio, "Sì?", chiese pacatamente.
    Gli altri due, probabilmente, avrebbero potuto notare Shiltar, seduto sulla sua sedia, dietro al proprio tavolo, che, al pari del resto del mobilio, sembravano fatti di ossa lavorate, così come l'oggetto bianco che il Mizukage aveva in quel momento nella mano destra e che stava iniziando a lavorare con il kunai che aveva nella sinistra.
    Kunai che, assieme alla massiccia Falce di Luna poggiata al muro dietro la sedia del Mizukage, sembrava essere l'unico oggetto metallico nella sala.

    Stava ai due, comunque, presentarsi.

    ----

    OT: Suppongo di non dover aspettare che Kane dica "permesso" pure lui, ergo, eccovi dentro le quanto mai caratteristiche stanze del Mizukage :sisi: /OT
     
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  5. Grey Knight
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    Narrato



    -Pensato-



    <<parlato>>



    <<parlato>> (altri)





    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]








    ~Incontro con il Mizukage~





    La stanza era sinistra almeno quanto l'esterno dell'edificio, una elegante scrivania in osso campeggiava in mezzo alla sala, una cassettiera in osso, quadri in cornici d'osso, il mizukage era addirittura seduto su di una sedia in osso e ovviamente stava lavorando con un kunai un osso bianchissimo.
    L'unico "arredo" non osseo era la grande falce appoggiata al muro, proprio dietro la sedia dove era seduto il capovillaggio.
    <<si?>>
    chiese in tono pacato ma senza nascondere un po di curiosità.
    <<shiltar-sama, mi chiamo Daisetsu del clan Kakita è un onore poterla conoscere personalmente>>
    dissi con un grande inchino e lasciai Seishiro presentarsi da solo
    <<il mio amico è nuovo del posto e gli sto facendo fare un giro di tutti i posti più importanti ed utili del villaggio per farlo ambientare, ho pensato che potesse tornargli utile conoscerla>>
    In quel momento mi resi conto di quanto stupida fosse stata la mia idea, sicuramente il Kage di Kiri non aveva tempo da perdere con due ragazzi
    <<ci scusi se la stiamo importunando, immagino che sia oberato di lavoro, se vuole possiamo lasciarla al suo lavoro immediatamente>>
    -spero di non aver fatto una brutta figura-
    pensai mentre aspettavo una sua risposta



    OT: grazie ancora per fatto questa comparsata shiltar
     
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  6. kane-hell1
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    Un giro turistico: Palazzo del mizukage

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    Parlato
    "parlato altri"


    Poteva un ragazzo appena giunto in un villaggio essere più felice di me che stavo per conoscere, dopo solo pochi giorni, la più alta autorità nonchè, con tutta probabilità, il più potente ninja del paese? No che non poteva e lo sapevo bene. Detto ciò era comprensibile la mia emozione così come lo era il mio entusiasmo.

    Una volta entrati, io e Daisetsu iniziammo ad esplorare i corridoi mentre lui mi parlava delle mansioni svolte dal mizukage e dai suoi collaboratori all'interno di quel posto. Intorno a noi era tutto un via vai di impiegati che correvano qua e la con pile di documenti tra le mani. Arrivammo infine fuori alla stanza di Shiltar-sama e Daisetsu bussò alla porta.

    CITAZIONE
    << è permesso? mizukage sama?>>

    "Avanti!"

    E lo vidi li, con un kunai in una mano ed un osso(?) nell'altra, intento a lavorarlo come un vecchio falegname. La stanza era piena di mobili fatti interamente di ossa. Per quello che ne sapevo io Shiltar-sama faceva parte del clan Kaguya, noto per la loro abilità di controllo delle ossa, e in pieno stile Kaguya, il mizukage sembrava essere un fanatico delle ossa.

    CITAZIONE
    <<shiltar-sama, mi chiamo Daisetsu del clan Kakita è un onore poterla conoscere personalmente>>

    <<il mio amico è nuovo del posto e gli sto facendo fare un giro di tutti i posti più importanti ed utili del villaggio per farlo ambientare, ho pensato che potesse tornargli utile conoscerla>>

    <<ci scusi se la stiamo importunando, immagino che sia oberato di lavoro, se vuole possiamo lasciarla al suo lavoro immediatamente>>

    Feci un passo in avanti varcando la soglia della stanza ed iniziai a presentarmi


    << Kazekage-sama >>

    Dissi chinando il capo in avanti

    << Il mio nome è Seishiro, è un vero onore conoscerla >>

    OT/ Scusate il ritardo ho avuto veramente poco tempo :S /OT


     
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    Due giovani ragazzi, degli studenti, forse dei genin, apparvero dinanzi a Shiltar, si presentarono come Daisetsu Kakita e Seishiro, un neo acquisto del villaggio, a cui stava facendo fare un giro turistico, pensando bene di iniziare dalle stanze del capovillaggio.

    Per quanto un pò sorpreso da questa improvvisata, il Kaguya cercò comunque d'essere cordiale: "Piacere di conoscervi, ragazzi. Volete sedervi?", esordì, indicando due sedie d'ossa dall'altra parte del tavolo, "Vi trovate bene al villaggio, voglio sperare? Siete genin, o altro?", chiese, non volendo azzardare il grado relativamente all'età dei due giovani.
     
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  8. Grey Knight
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Un giro turistico – nell'ufficio del mizukage ~



    Il Mizukage con fare affabile ci invitò a sederci su due inquietanti sedie in linea con il resto dell'arredamento.
    Mi sedetti con cautela e un po di paura su quelle sedie scheletriche aspettandomi da un momento all'altro che si destassero da un sonno innaturale e ci attaccassero, cosa che naturalmente non successe.
    Anzi, notai subito una seduta particolarmente comoda, impensabile a vederle esteriormente, sicuramente non davano l'impressione di essere seduti su delle ossa
    <<complimenti, le sedie sono comodissime, dal design immagino siano una sua creazione>>
    dissi sorridendo al capovillaggio.
    Il Kaguya ci chiese quale fosse il nostro grado ninja, nel farlo aveva usato una particolare cautela, probabilmente per non fare gaffe di nessun tipo
    <<genin? Magari, ho ricevuto ieri la convocazione in accademia per iniziare il corso per diventarlo!>>
    avevo aspettato tanto il momento in cui quella dannata lettera mi fosse stata recapitata, finalmente avrei potuto entrare nelle forze del villggio
    <<appena avrò acquisito il grado farò tutto ciò che è in mio potere per servire lei e il villaggio al meglio!>>
    dissi in modo marziale ed euforico
    <<posso chiederle un favore enorme? Sarebbe un onore per noi se fosse lei a farci da guida ne nostro giro, sempre che non abbia degli impegni più importanti, ovviamente...>>

     
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  9. kane-hell1
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    Entrai guardandomi bene intorno, tralasciando le sedie d'ossa il luogo in cui lavorava il mizukage non era niente di particolare. Osservandolo meglio Shiltar stesso dava l'impressione di essere una persona comune. Se il suo intento era quello di metterci a nostro agio, ci stava riuscendo perfettamente. Mi accomodai su una delle sedie

    CITAZIONE
    "Vi trovate bene al villaggio, voglio sperare? Siete genin, o altro?"

    <<genin? Magari, ho ricevuto ieri la convocazione in accademia per iniziare il corso per diventarlo!>>



    << Già per me vale lo stesso, tra qualche giorno dovrei partire per una missione esplorativa, niente di eclatante ma è pur sempre un inizio >>

    CITAZIONE
    <<posso chiederle un favore enorme? Sarebbe un onore per noi se fosse lei a farci da guida ne nostro giro, sempre che non abbia degli impegni più importanti, ovviamente...>>

    Sgranai gli occhi e mi voltai verso Daisetsu con aria sosrpresa


    << Questa si che sarebbe una figata pazzesca! >>

     
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    "Bé, le sedie non sono tutta farina del mio sacco, ma grazie.", commentò Shiltar alla prima osservazione di uno dei due, prima che entrambi spiegassero di non essere ancora genin, ma prossimi alla possibile promozione comunque.

    Peccato che, dallo spiegare che ancora non erano diventati genin, i due giovani furono presi da un'idea forse euforica, ma poco costruttiva per il tempo in possesso di Shiltar.
    "Ammetto che l'idea di accompagnarvi in giro potrebbe anche essere interessante, ma purtroppo, per quanto possa sembrare indaffarato a far niente, ho anch'io qualche impegno qui a Palazzo, perciò, per stavolta, dovrò passare sull'opportunità di questo giro turistico, spiacente.", avrebbe semplicemente commentato il Mizukage.

    Purtroppo non aveva tutto il tempo libero che, il sistemare ossa, poteva far pensare, dato che c'erano anche faccende burocratiche e non da gestire.

    -----

    OT: Fuor di gdr, spiacente, ma non so se avrei il tempo, in real, per starvi dietro per l'intero villaggio (né se fa a pieno parte della caratterizzazione di Shiltar ^^' )/OT
     
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    Il primo passo verso un nuovo futuro...

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    Dopo il mio discorso con Itai alle mura di Kiri, avevo riflettuto molto se fosse giunto il momento per me di fare quell'ulteriore passo avanti che avrebbe troncato definitivamente i miei legami con Oto.
    Ma, in fin dei conti non ero più stato libero di scegliere il mio destino dal giorno in cui a Suna mi ero ammalato gravemente, il giorno in cui il mio sangue Kaguya si era risvegliato.
    Tingermi di cremisi i capelli era stato il mio ultimo atto di ribellione.
    Non potevo più aggrapparmi al passato, e alla fine l'unica persona che non mi aveva abbandonato in quei primi difficili mesi a Kiri era stato proprio il Mizukage.
    Probabilmente ero l'ultima persona che Shiltar sama si sarebbe aspettata di addestrare, l'ultimo che volesse accogliere nel suo clan, ma nonostante tutto mi aveva aiutato a combattere la mia malattia, insegnandomi a sopportare le crisi più dolorose.
    Quando arrivai davanti la porta del suo ufficio, avevo già preso la mia decisione: volevo essere un Kaguya non solo di nome, ma anche di fatto.
    C'era giusto una piccola questione che intendevo sottoporre all'attenzione del Mizukage. Un dono che mi era stato fatto anni prima, ma che se l'avessi tenuto ancora con me, avrebbe potuto provocare un incidente diplomatico tra i due villaggi, come se i rapporti non fossero sufficientemente tesi dopo tutto quello che era successo.
    Conoscevo chi avrebbe potuto aiutarmi, però dovevo riuscire a garantire la sua sicurezza una volta che fosse giunto a Kiri. Lui era la sola persona a cui potessi affidare la coppia di lame nascoste, le innerblades, che mi erano state innestate all'attaccatura dei polsi. Quella persona era Ledah san, il primario di Oto.
    Feci un profondo respiro e poi bussai alla porta.
    Tre colpi con le nocche, prima di annunciare la mia presenza.


    Shiltar sama, sono Ryutsuki. Posso richiedere cortesemente la vostra attenzione per alcuni istanti? Domandai, educatamente.
     
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    Era un periodo a dir poco... piatto: nessuna complessa situazione diplomatica da gestire, solo qualche noia burocratica qua e là; nessuna pericolosa missione da affrontare, solo un pò di mobili da proteggere quando i tre ormai non più tanto neonati iniziavano a fare i primi passi tirandosi dietro qualsiasi cosa avessero a portata di mano.
    Probabilmente il più delle persone si sarebbe soddisfatta con una vita del genere, come sembravano soddisfatti i vari impiegati del Palazzo, ma per il Mizukage di Kiri, Shiltar, un lungo periodo passato senza dover utilizzare le proprie ossa, dover subire minacce, attacchi che poco dolore fisico avrebbero potuto produrgli e quanto altro era, decisamente, una noia abominevole.

    Un bussare alla sua porta, seguito da una voce, poi, fece aggiungere all'elenco delle costanti di quel periodo un pò piatto, un altro elemento: Ryutsuki, l'inconsapevole figlio di Shinodari e Yami, che aveva latentemente risvegliato in se l'abilità innata dei Kaguya.
    Il doversi preoccupare di quel ragazzino, per il contorto senso di colpa che ancora Shiltar si portava dietro sulla morte di Yami, era il massimo dello svago in quel periodo... il che la diceva lunga sul periodo.

    Ad ogni modo, quando il ragazzino bussò, chiedendo di poter parlare al Mizukage, questi non ebbe problemi a rispondere: "Entra pure."
    Attese poi che quello fosse dinanzi a lui per continuare con un laconico: "Dimmi."
     
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    And so it begins...

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    Il rumore della porta che si richiudeva alle mie spalle.
    La mia ultima possibilità di ripensarci si trovava oltre quella barriera di legno, nei corridoi che avevo percorso per raggiungere il suo ufficio.
    Ma io non volevo scappare, per quanto la vista del Mizuakge continuava per certi versi ad incutermi un certo reverenziale timore.
    Un sentimento che mi riportava a fare i conti con la mia età, la mia inesperienza, le mie debolezze e non era affatto piacevole.

    Rivolsi un inchino, non troppo formale, restando in piedi a pochi passi da lui.


    Shiltar sama, sono venuto qui per chiedervi di addestrarmi a diventare un vero Kaguya. Desidero padroneggiare la mia eredità di sangue ed essere accettato nel clan a tutti gli effetti. Dissi, quasi senza prendere fiato. Ci ho riflettuto a lungo in questi mesi, e questa è la mia decisione. Voglio troncare i legami con il passato. Il mio sguardo era serio, la voce ferma. La verità mi è stata negata, la mia memoria persa, e dopo tre anni dubito la riacquisterò mai, la mia famiglia adottiva mi abbandonato, mentre voi non lo avete fatto, anche se avevate tutti i motivi per cacciarmi dal villaggio. Lo ammetto, mi sono posto molte domande sulle mie origini, sul mio sangue Kaguya... ma anche fossi un figlio bastardo, o se miei genitori avessero tradito Kiri, vi chiedo di permettermi di giurare fedeltà al clan, accettando la mia promessa di onorare i miei doveri. Non distolsi lo sguardo neanche per un istante. So bene che questa mia scelta porterà delle conseguenze con Oto, ma forse almeno da questo punto di vista posso provare a fare qualcosa per evitare ulteriori tensioni tra i due villaggi. Ora veniva il punto cruciale, oh beh, come se prima non avessi affrontato una questione forse anche più spinosa. Ho mandato una missiva al Primario di Oto, Ledah san, per restituire loro qualcosa che ormai non mi appartiene più. E non stavo parlando del copri fronte, acquisito per vie non esattamente ufficiali, ma delle innerblade celate negli avambracci. Ad onor del vero non ero mai figurato tra gli shinobi di quel villaggio. Mi domandavo se per voi sia un problema averlo a Kiri, visti... i precedenti con Oto.

    Restai in silenzio in attesa di un sua replica.
     
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    Il ragazzino andò subito al punto, il che era un bene, peccato che il punto stesso, o meglio i punti, fossero un pò questioni delicate... almeno la seconda.
    Sulla prima, Shiltar da una parte era in qualche modo contento: aveva spesso ritenuto che il tradimento di "Yami" fosse stato uno spreco per il clan, dato il potenziale che l'altro aveva ed aveva mal usato (dal suo punto di vista), inoltre il voler abbandonare i legami con il passato poteva solo risolvere alcune verità spinose che il Mizukage non aveva il diritto di esporgli: giacché riteneva poco utile stare a spiegargli che la "famiglia adottiva" che pensava lo avesse abbandonato era in effetti la sua vera famiglia, che quella che lui riteneva una sorella adottiva era in realtà la madre che aveva genialmente deciso di crescerlo in modo innaturale, facendogli saltare tutta la pre-adolescienza, o che il padre che forse, Shiltar non lo sapeva, non aveva nemmeno conosciuto era morto proprio a seguito di uno scontro con lui.
    Quindi il poco interesse per il suo passato era un bene, anche se era vero che il legame di Ryutsuki con Oto esisteva e il suo trasferimento a Kiri avrebbe potuto portare problemi, specie se un giorno la materna sorella del ragazzino avesse pensato di reclamarne la presenza.
    Il che portava direttamente al secondo punto: una missiva al Primario di Oto, tale Ledah, che Shiltar aveva intravisto giusto una volta, anni prima, al più recente torneo del Suono, per riprendersi ciò che era del villaggio del Suono e che Ryutsuki aveva ancora con se.

    "Immagino che se hai chiamato questo primario, non è qualcosa che puoi semplicemente impacchettare e spedire ad Oto, vero?", chiese con pacata calma il Kaguya, accennando un mezzo sorriso a questa pia illusione.
    "Ad ogni modo, quando questo Ledah verrà a Kiri, basterà che lasci, come ogni altro ninja non della Nebbia, le proprie armi alle Mura e, oltre ciò, gradirei giusto essere presente al momento in cui prenderà qualsiasi cosa tu possa avere di Oto addosso.
    Per il resto, finché non combinano macelli come quello accaduto l'ultima volta che un eliminatore di cadaveri del Suono è stato casualmente qui a Kiri, nessun problema per me."
    , aggiunse.
    "Riguardo all'altra tua richiesta, Ryutsuki, penso di doverti chiarire qualcosa: sono più che favorevole ad addestrarti sulle abilità del clan, ad aiutarti nello sviluppare un controllo migliore sulle tue ossa, ma devi capire che, se un giorno vorrai troncare i tuoi legami con Kiri, così come ora stai facendo con Oto, allora, malgrado tutto, la cosa non potrà finire bene.", concluse il Mizukage, cercando di essere il meno minaccioso possibile: sapeva che quello che aveva davanti era a malapena un bambino nel corpo di un quasi adolesciente con chissà quanti traumi già in se, ma era meglio essere chiari, nel meno meno doloroso possibile.
     
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    Il mio giuramento, la mia vita...

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    Lasciai parlare il Mizukage senza intromettermi nel suo discorso, fino a quando non espose il suo punto di vista riguardo le richieste che gli avevo rivolto.
    Ascoltai ogni singola parola e la mia espressione non fece una piega neanche quando giungemmo al punto focale: il mio ingresso nel clan e quello che avrebbe comportato tradire la mia nuova “famiglia”.
    Restai in silenzio per alcuni istanti, riflettendo su quello che avrei dovuto dirgli o, per essere più esatti, rivelargli.


    Shiltar sama per quanto riguarda il primario di Oto, suppongo si atterrà alle direttive del villaggio; non credo gli converrebbe creare ulteriori attriti tra i due villaggi, non ne dovrebbe aver motivo. Esordii serio, prendendo nuovamente la parola. Suppongo che non dovrebbero esserci problemi da parte del medico otese se assisterete alla consegna del materiale; al contrario sarebbe perfetto perché in questo modo sarebbe possibile prenotare una sala operatoria e fare un modo che tutta questa faccenda resti privata. Chiedo troppo? Domandai, pur sapendo che non fossi esattamente nella posizione adatta per una tale richiesta. In realtà non sono chissà quale arma micidiale, sono semplici lame innestate nei miei avambracci, quelle che desidero rimuovere. Non ho mai avuto il diritto di possederle; ma suppongo che Shinodari fosse preoccupata per la mia sicurezza. Un bambino shinobi in un mondo di shinobi, non è facile sopravvivere anche in questo momento di falsa pace. Considerai, sempre mantenendo lo sguardo fisso su di lui. Credo meritiate una spiegazione in virtù della mia richiesta di diventare un Kaguya. In questi tre anni ho vissuto come un ninja, sono stato addestrato come tale e per molto tempo credevo fosse questa l'unica vita che avrei potuto vivere. I miei primi mesi dopo la perdita della memoria sono stati una infinita serie di allenamenti estenuanti in un luogo lontano da Oto, un luogo dove la mente può impazzire, dove le cose non sempre sembrano quelle che sono. Vivevo in un'ala di un castello, a contatto con creature dell'ombra, con esseri dell'incubo, un luogo maledetto, eppure affascinante. Quella è stata la mia prima casa, quella di cui ho ricordo. Oto? Potrei dire che mi ci portò nee san, ma sarebbe una menzogna. Se non avessi avuto quei sogni ricorrenti, se non avessi saputo di quella persona che vedevo nei miei incubi, che mi somigliava per certi versi, non sarei mai partito, non mi sarei mai diretto alla volta del villaggio del Suono. E' inutile spiegare i ma e i come, diciamo che riuscii a scoprire la sua identità e decisi di conoscerlo. Lui è quello che ho chiamato nii san, anche se non eravamo uniti da nessun legame di sangue, e che per quanto fossimo due perfetti sconosciuti, era come se lo conoscessi da sempre... la voce mi vibrò. Dannazione! Non riuscivo proprio a dimenticarlo? Andai ad Oto per conoscere Yami nii san, e solo dopo per capire quale vita conducesse Shinodari in quel villaggio. Per Yami ero solo un bambino insopportabile, immaturo, però per quanto le nostre strade si siano incontrate per poco tempo, non sono riuscito a trattenere le lacrime quando assistetti al suo funerale, quando le sue ceneri furono sparse nel deserto. E dopo di allora, dopo la febbre che mi colpì, cominciai ad avere i primi dolori alle ossa. Quasi la sua morte avesse spezzato qualcosa in me, anche se in realtà fu una semplice insolazione. Eppure perché proprio dopo quel periodo si è risvegliato in me il sangue Kaguya? Una domanda cui dubito darò mia una riposta. Ora spero che possiate credere al fatto che il primo e solo villaggio a cui sto giurando la mia fedeltà è Kiri; fino a questo momento mi sono sempre considerato uno spirito libero, la mia casa era dove mi portava il mio desiderio di viaggiare, di conoscere... Per cui so bene che non ci possono essere ripensamenti; una volta che si entra nel clan, se ne esce solo in un modo... Ne sono consapevole e non intendo ritrattare la mia richiesta.

    Si lascia il clan solo morendo, il destino di un traditore è la morte.
    Sapevo cosa celassero le parole del Mizukage, per quanto avesse cercato di non pormi davanti la cruda realtà dei fatti.
    Un gesto gentile da parte sua, ma potevo sopportare un discorso da adulto; in fondo da quando ero tornato dall'oblio, non mi era stato concesso di essere un bambino, ero dovuto crescere in fretta sotto i severi insegnamenti di Midori san.
     
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